Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Strumento di esplorazione della sezione Lavori Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Torna all'elenco delle indagini Torna all'elenco delle sedute
Commissione VI
4.
Martedì 28 giugno 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Conte Gianfranco, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE TEMATICHE RELATIVE ALL'UTILIZZO DEGLI IMMOBILI DI PROPRIETÀ DELLO STATO DA PARTE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

Audizione del presidente dell'INAIL, Marco Fabio Sartori:

Conte Gianfranco, Presidente ... 3 6 9 10 11
Comaroli Silvana Andreina (LNP) ... 6
Messina Ignazio (IdV) ... 8
Piccolo Salvatore (PD) ... 8
Proietti Cosimi Francesco (FLpTP) ... 7 8
Sartori Marco Fabio, Presidente dell'INAIL ... 3 6 7 8 9 10 11
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile Nuovo Polo (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IRNP; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

COMMISSIONE VI
FINANZE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 28 giugno 2011


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO CONTE

La seduta comincia alle 13,15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del presidente dell'INAIL, Marco Fabio Sartori.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle tematiche relative all'utilizzo degli immobili di proprietà dello Stato da parte delle amministrazioni pubbliche, l'audizione del presidente dell'INAIL, Marco Fabio Sartori.
Naturalmente, presidente, lei conosce la questione. Stiamo cercando di capire lo stato di attuazione delle norme introdotte dall'articolo 2, comma 222, della legge finanziaria 2010, sulla programmazione triennale del fabbisogno di spazio allocativo e sulla conseguente predisposizione, da parte dell'Agenzia del demanio, di un piano di razionalizzazione degli spazi.
Le do quindi la parola per lo svolgimento della relazione.

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Ringrazio il presidente e tutti gli onorevoli membri della Commissione per questa opportunità. Uno scambio di opinioni e di informazioni è sempre opportuno, ma è particolarmente doveroso quando si tratta di enti pubblici non economici, come l'INAIL.
Vorrei iniziare fornendo alcuni dati sul patrimonio immobiliare dell'Istituto, aggiornati al 31 dicembre 2010, che non si discostano sostanzialmente da quelli attuali. Attualmente - non per responsabilità dell'Istituto - abbiamo un preconsuntivo che sconta la mancata adozione del bilancio di chiusura al 31 maggio 2010 dell'ex IPSEMA da parte del commissario ad acta del medesimo Ente, nominato con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Alcune cifre potrebbero, pertanto, essere leggermente disallineate, ma si tratta veramente di dettagli.
Il valore a bilancio degli immobili di proprietà dell'Istituto ammonta, per quanto riguarda gli immobili strumentali, ossia di diretto utilizzo dell'Istituto, a 1.031,016 milioni di euro (si tratta del valore di bilancio), che comprende anche gli immobili acquisiti da ex ISPESL ed ex IPSEMA. Se volete vi posso fornire anche i singoli importi. Per quanto riguarda gli immobili a reddito, il loro valore ammonta a 1.795,671 milioni di euro, che comprende gli immobili ex IPSEMA, per un totale di 2.826,687 milioni di euro.
Il valore di mercato stimato dalla nostra CTE (Consulenza Tecnica per l'Edilizia), attualizzato, è rispettivamente pari a 2.113,536 milioni di euro per gli immobili strumentali e pari a 2.297,952 milioni di euro per gli immobili a reddito. Il totale


Pag. 4

attualizzato del valore degli immobili posseduti dall'Istituto è, quindi, pari a 4.411,488 milioni di euro. Tale importo fornisce un quadro della vastità del patrimonio immobiliare dell'ente. Fortunatamente, aggiungo, perché siamo un ente assicurativo e abbiamo bisogno di una riserva tecnica consistente, tenendo anche conto che la liquidità depositata in tesoreria ha raggiunto livelli veramente molto alti. Possiamo aprire una parentesi, se il Presidente e i membri lo vorranno, in merito a questo argomento, che credo possa essere di interesse della Commissione finanze.
Per quanto riguarda il citato articolo 2, comma 222, della legge finanziaria 2010, anche in seguito alla direttiva del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, abbiamo immediatamente attivato le procedure previste con l'Agenzia del demanio, attraverso alcune comunicazioni, scambi di informazioni e una forte condivisione del progetto e degli obiettivo con Maurizio Prato, direttore dell'Agenzia.
Teniamo conto, però, che si tratta di processi lunghi, perché non possiamo immaginare che una norma così ambiziosa e incisiva per tutto il patrimonio della pubblica amministrazione, quindi anche per quello dell'INAIL, venga attivata nell'arco di pochi mesi: sono processi che durano anni. Comunque la prima fase è quella dell'attivazione di alcuni tavoli tecnici, che noi abbiamo già avviato, per capire quali immobili possono essere messi a disposizione della pubblica amministrazione affinché si realizzi quanto previsto dal citato comma 222. Abbiamo trovato, ovviamente, la massima collaborazione da parte dell'Agenzia del demanio. Da parte nostra c'è molta disponibilità, anche se è necessario ribadire che si tratta di processi che richiedono tempo.
Entrando ulteriormente nel dettaglio della situazione attuale del patrimonio dell'Istituto - non so se siete interessati anche al rendimento - la redditività media netta del patrimonio per il 2010 è pari al 2,25 per cento, mentre quella lorda è pari al 4,13 per cento: è una redditività piuttosto buona, tenendo conto che si tratta di un ente pubblico.
La superficie del patrimonio strumentale di proprietà dell'Istituto ammonta a circa 723 mila metri quadrati, adibiti ad uso strumentale, ossia per i servizi che l'Istituto offre su tutto il territorio nazionale. La parte relativa agli immobili in locazione passiva è di circa 115 mila metri quadrati, di cui l'80 per cento è utilizzato per edifici di proprietà del FIP, il Fondo immobili pubblici.
Non consideriamo all'interno di questi dati gli immobili che rappresentano le ex sedi ISPESL, che abbiamo acquisito con il decreto-legge n. 78 del 2010. Questa parte, che è rappresentata da 36 sedi territoriali e da 2 sedi per l'ex direzione generale, è comunque compresa nell'operazione di razionalizzazione che l'Istituto ha immediatamente avviato a seguito del conferimento dei beni appartenenti ai due istituti ex ISPESL ed ex IPSEMA.
Con riferimento all'utilizzo degli immobili di proprietà dell'Istituto, possiamo distinguere diverse categorie. Innanzitutto ci sono i cespiti, cioè gli immobili che sono stati resi liberi a seguito di una riorganizzazione dell'Istituto, anche attraverso la diminuzione del personale avvenuta nel corso degli ultimi anni. Occorre considerare che la pianta organica dell'INAIL prevedeva fino a quattro anni fa circa 12 mila dipendenti; attualmente, a parte gli ex ISPESL e gli ex IPSEMA, vi sono circa 9.500 dipendenti. Stiamo parlando di 2.500 persone in meno, il che ovviamente determina una notevole disponibilità di spazi, occupabili da parte di altre amministrazioni oppure di privati, che possono eventualmente acquisire in locazione le sedi lasciate libere dall'Istituto.
Aggiungo che il processo di razionalizzazione e di applicazione del piano industriale determinerà la disponibilità di ulteriori spazi. Ci stiamo riorganizzando completamente a livello territoriale, in modo tale da rendere le sedi efficienti e fornire un servizio di eccellenza al cittadino. Ciò comporterà a livello provinciale alcune forti riorganizzazioni. Si tratta di


Pag. 5

un processo iniziato, ma che non è assolutamente concluso, anzi si svilupperà nel corso del tempo.
Vi sono poi gli immobili storici, che hanno rilevante valore architettonico e che hanno bisogno di importanti interventi di restauro. Siamo un ente pubblico e abbiamo un patrimonio, come ho riferito, molto vasto, che comprende anche alcuni immobili «difficili». Sono immobili che il privato avrebbe difficoltà a gestire, se non altro perché sono sottoposti a vincoli da parte della normativa italiana sui beni culturali, nonché per i costi di gestione e manutenzione. Pertanto abbiamo patrimoni immobiliari che in teoria sarebbero disponibili, ma che in pratica è molto difficile vendere.
Per portare un esempio, Villa Giovio a Breccia di Como è una villa splendida della fine del Settecento, con 90 mila metri quadrati di parco secolare. Immaginate la complessità di vendere una villa di tale importanza, valore architettonico e storico, con un parco completamente vincolato a ridosso del centro della città, per la quale, peraltro - visto che il presidente mi ha chiesto informazioni aggiuntive - noi spendiamo circa 400 mila euro all'anno di manutenzione. Ci stiamo interrogando sulle modalità di vendita e di valorizzazione. Personalmente, ho avviato alcuni colloqui con le amministrazioni locali per cercare di destinare in maniera più razionale questo patrimonio della collettività, che non è facile da vendere.
Un altro esempio, che potrebbe sembrare un sacrilegio, è la nostra sede storica di via IV Novembre, vicino a piazza Venezia: una sede che ha un percorso storico di grandissimo rilievo e che, qualora decidessimo di metterla sul mercato - cosa che non auspico, né ritengo corretta - potrebbe certamente portare a un grande interesse potenziale. Poi, però, andando a verificare le possibilità di ristrutturazione, per poter mettere a reddito l'immobile, si incontrerebbero difficoltà oggettive che non sono facilmente superabili. Quindi dobbiamo tenere conto che l'Istituto possiede degli immobili di grande valore potenziale, ma che dal punto di vista della vendita presentano alcune difficoltà. L'abbiamo già visto in più occasioni.
Le nostre direzioni regionali sono pienamente coinvolte nella gestione di questo patrimonio, al punto che i direttori regionali sono i veri responsabili della gestione, che ovviamente avviene nella massima integrazione con la direzione centrale del patrimonio a Roma.
Un ultimo argomento, di carattere generale, per poi entrare nello specifico, riguarda i poli logistici integrati, le famose case del welfare, come sono state chiamate dal Ministro Sacconi, che ha fortemente voluto questo piano, da noi totalmente condiviso. È stata approvata un'apposita convenzione, in data 5 maggio 2009, tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali, INAIL, INPS e INPDAP per l'attuazione del piano di razionalizzazione delle case del welfare. Le prime operazioni sono state avviate e anche in questo caso si tratta di processi lunghi, che non vengono realizzati nell'arco di pochi mesi.
Un'operazione, per noi di grande significato, è in corso in Abruzzo, dove stiamo già lavorando molto bene a L'Aquila, per la realizzazione di un modello di casa del welfare, che vedrebbe finalmente l'Istituto in prima linea nella ricostruzione dopo il terremoto che ha tanto colpito quella città. Ci siamo impegnati in prima persona con una delibera di impegno di risorse dell'Istituto, che dovrebbe - speriamo - essere sbloccata dal Ministero dell'economia e delle finanze al più presto, non appena i saldi di finanza pubblica lo consentiranno.
Vorrei fornirvi, se me lo consentite, alcune altre informazioni, perché nel corso di questi anni sono state affrontate molte operazioni di cartolarizzazione degli immobili, che da una parte hanno ovviamente agevolato la finanza pubblica, dall'altra hanno forse messo un po' in difficoltà l'Istituto. Solo per quanto riguarda gli immobili residenziali ex SCIP, Società cartolarizzazione di immobili pubblici, nel corso del 2010, per la parte residenziale, abbiamo venduto 9 unità abitative riconducibili a SCIP 1 e 70 unità abitative


Pag. 6

relative a SCIP 2. Rimangono 897 unità residenziali, di cui 194 riconducibili a SCIP 1 e 703 a SCIP 2. Vi sono, inoltre, 582 unità residenziali qualificate come di pregio.
Le operazioni di vendita procedono secondo i parametri di legge, perché seguiamo, come è ovvio che sia, rigidamente la normativa, che è molto chiara. Abbiamo un notevole contenzioso, che rende complesso arrivare alla definitiva dismissione di questo patrimonio immobiliare, tuttavia le operazioni stanno proseguendo senza grandi difficoltà.
Per quanto riguarda gli immobili commerciali non residenziali ex SCIP, al 31 dicembre 2010 ci sono state restituite ben 1.198 unità commerciali di proprietà dell'Istituto. Ciò significa che si tratta di unità non vendibili facilmente, altrimenti sarebbero già state vendute. Di queste, 69 sono riconducibili alla prima operazione, SCIP 1, e 1.129 alla seconda, SCIP 2.
Soprassederei sulle altre informazioni che riguardano la convenzione col Consiglio nazionale del notariato per la vendita degli immobili, la gestione delle locazioni e gli immobili inutilizzati. Lascerei ai commissari, se lo ritengono, la facoltà di entrare nel merito di questi argomenti. Evito anche di elencare altre cifre di dettaglio, che lascerei eventualmente all'approfondimento successivo. Grazie, presidente.

PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Ringrazio il presidente Sartori per l'ampia relazione e per il quadro che ci ha tracciato sulla situazione immobiliare dell'INAIL.
Vorrei porre al presidente una domanda in relazione all'articolo 2, comma 222, della legge finanziaria 2010. L'Agenzia del demanio, in sede di audizione, ci ha sottoposto una questione relativa al fatto che, nonostante tutte le amministrazioni dovessero comunicare le proprie esigenze di spazi allocativi, queste, non avendo parametri definiti, hanno dichiarato che lo spazio in uso ai fini strumentali dell'attività era completamente necessario. L'Agenzia ha riscontrato, invece, la necessità di realizzare alcune razionalizzazioni. Ad esempio, un ufficio di determinate dimensioni, anziché essere occupato da un'unica persona, un dirigente, avrebbe potuto avere una funzionalità migliore.
Dal suo punto di vista, lei ritiene che introdurre determinati parametri possa essere funzionale o si pongono altre problematiche?

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Grazie, onorevole Comaroli. Dal punto di vista della razionalizzazione degli immobili, teniamo conto di un fatto: le amministrazioni pubbliche sono sempre un po' gelose dei loro immobili, dei loro spazi. È un fatto che considero non comprensibile, ma naturale. Sotto questo profilo, ci stiamo muovendo con parametri piuttosto chiari: c'è un numero di metri quadrati più o meno disponibile per ogni dipendente, una logica di razionalizzazione degli uffici, un'esigenza ormai generalizzata di razionalizzazione dell'utilizzo degli spazi. Sono tutte questioni assolutamente condivisibili, giuste e - aggiungo - disciplinate da norme di legge, perché le norme esistono e indicano indirizzi precisi.
Da questo punto di vista, l'Agenzia del demanio ha la titolarità del potere di organizzare questo processo. A mio avviso, è una questione di tempi, perché immaginare che la sede di un istituto, di un ministero o di un'agenzia venga cambiata nell'arco di un periodo relativamente breve è veramente molto difficile, per non dire utopico. Nell'arco di un periodo medio-lungo è certamente possibile, ma conseguire risparmi in termini di spazio e, quindi, di costi, nel breve periodo è possibile solo in determinate occasioni, perché il processo di razionalizzazione - come si sta rendendo conto l'Agenzia del demanio - richiede tempi che siamo assolutamente in grado di sostenere, ma che non possono essere troppo ristretti, altrimenti i costi


Pag. 7

salgono enormemente. Si può immaginare di rispettare il parametro di 20 metri quadrati per ogni dipendente senza alcuna difficoltà, ma ciò comporta una risistemazione di uffici realizzati venti o trent'anni fa, quando queste esigenze non esistevano; non dico che i costi sarebbero superiori ai vantaggi, certamente non nel lungo periodo, ma nell'immediato sarebbero molto alti, al punto da frenare le operazioni.
Nella gestione degli immobili nuovi questa operazione è assolutamente fattibile, come anche nella ristrutturazione di immobili già utilizzati dagli enti o dalla pubblica amministrazione, che però richiedono rivisitazione interventi di modifica. In questi casi si può compiere un intervento, come previsto dalla norma o come sarà previsto da eventuali norme aggiuntive.

FRANCESCO PROIETTI COSIMI. Ho una domanda relativa agli immobili che sono stati restituiti dopo le operazioni di cartolarizzazione SCIP 1 e SCIP 2. Lei fa presente che vengono rimessi in vendita secondo la legge, e nessuno lo mette in dubbio, ma la maggior parte di questi immobili, soprattutto quelli relativi a SCIP 2, hanno inquilini o sono liberi? Inoltre le chiedo: gli immobili di pregio, che sono oltre 500, come vengono venduti?

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. La ringrazio per la domanda, che mi dà la possibilità di approfondire la questione. Ci sono rigide regole per la vendita degli immobili di pregio, nonché per la loro definizione.
Intanto occorre sottolineare che gli immobili di pregio non godono degli sconti, che sono stati, invece, concessi agli immobili ritenuti non di pregio. La qualifica di immobile di pregio dipende da tre fattori. Il primo riguarda l'ubicazione degli immobili, ad esempio, nel centro storico. Queste zone sono individuate dal Piano regolatore e sono zone omogenee di tipo A. Inoltre, si considera l'ubicazione in zone nelle quali il valore unitario medio di mercato degli immobili, secondo i valori pubblicati dall'Agenzia del territorio, è superiore del 70 per cento rispetto ai valori medi di mercato; anche questi vengono considerati di pregio. Come terza categoria ci sono gli immobili che non richiedono interventi di manutenzione o di ristrutturazione.
Queste tre categorie rappresentano gli immobili di pregio, che vengono venduti, secondo la normativa, senza applicare gli sconti, ma per i quali la gran parte degli inquilini ha promosso un contenzioso. Non entro nel merito dei motivi, ma abbiamo avuto contenziosi anche in piazza Mignanelli a Roma, che non è di certo una zona «di periferia». Molto spesso alcuni inquilini hanno ritenuto di promuovere un contenzioso nonostante ci fossero dubbi sulla fondatezza dei motivi, ma non voglio entrare nel merito, altrimenti ci dilungheremmo troppo.
Attualmente abbiamo in corso 377 contenziosi, di cui 369 riguardano la qualifica di pregio. Sostanzialmente gli inquilini contestano i tre parametri che ho richiamato, e cercano di far classificare l'immobile come non di pregio e, quindi, di usufruire degli sconti previsti dalla normativa. Tutto ciò per quanto riguarda SCIP 2. Con riferimento a SCIP 1, i contenziosi sono 82.

FRANCESCO PROIETTI COSIMI. Il numero è minore, però il contenzioso esiste comunque. Se la normativa prevede che tali immobili vengano dichiarati di pregio, non si dovrebbe trattare di una vostra decisione discrezionale. Come nasce il contenzioso?

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Gli inquilini contestano e trovano il meccanismo giuridico - ci sono avvocati molto bravi - per mettere in dubbio la classificazione di immobile di pregio. È ovvio che non sta a me affermare se l'immobile lo sia o meno.

FRANCESCO PROIETTI COSIMI. È il solito discorso per cui la legge si interpreta, ma non si applica.

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Da presidente dell'Istituto io


Pag. 8

sarei più interessato a vendere velocemente tutto questo patrimonio, invece dobbiamo rispettare lo svolgimento dei procedimenti giurisdizionali. Non voglio suggerire nulla, ma, se gli autorevoli membri del Parlamento immaginassero una norma per farci superare queste difficoltà, noi ne saremmo ben lieti.

IGNAZIO MESSINA. Per inciso, presidente, non mi meraviglio dei contenziosi. Essendo avvocato, so che alla fine motivi di contestazione si possono anche inventare; ci si può scandalizzare, ma non c'è da meravigliarsi.
Vorrei sapere se è disponibile l'elenco di questi immobili, con le valutazioni e i criteri seguiti per la classificazione. Credo che sia un elemento di notevole interesse, al di là dello sconto successivo; un altro elemento fondamentale, che ha creato alcune disfunzioni, riguarda il fatto che gli acquirenti sostanzialmente sono circoscritti: di fatto, se c'è l'inquilino, quest'ultimo ha la prelazione e, quindi, è il primo a poter acquistare. Diventa determinante, quindi, capire se la valutazione dell'immobile è effettuata a prezzi di mercato o seguendo altri criteri, per cui gli inquilini, occupanti occasionali di un bene, divengono privilegiati acquirenti.
Vorrei sapere se abbiamo tutti i dati, perché sulla base di ciò si potrebbe prevedere - mi rivolgo al presidente della Commissione - anche un intervento in questo senso. Chi vuole acquistare a prezzo di mercato lo faccia, ma consentire l'acquisto a prezzi differenti francamente non ha molto senso.

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Ovviamente abbiamo tutte le informazioni sugli immobili, relativamente all'ubicazione, all'occupazione, eccetera. Non le ho portate perché avrei riempito di carte la Commissione, ma mi riservo, attraverso il presidente, di farvi avere tutto ciò che desiderate in merito a questi immobili. I dati sono verificabili e disponibili.

SALVATORE PICCOLO. Le risulta che vi siano immobili o appartamenti occupati abusivamente, con gli inquilini che tentano di regolarizzare la loro posizione inviando un pagamento?

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Abbiamo inquilini morosi.

SALVATORE PICCOLO. Mi riferisco a inquilini che hanno occupato abusivamente appartamenti trovati vuoti.

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Ci sono stati alcuni casi, anche a Roma. Non voglio entrare troppo nel merito, ma nelle vicinanze di via Arenula è stato occupato a suo tempo un immobile molto prestigioso: quando occupano lo fanno bene. A volte lo fanno anche male, ma spesso si tratta di occupazioni "intelligenti". Siamo intervenuti con molta energia e abbiamo "fatto muro", non metaforicamente, ma realmente, e vi è al momento un contenzioso presso il tribunale di Roma.
Si tratta di situazioni che vengono costantemente seguite. Vi è inoltre una parte di inquilini morosi, di cui posso fornire i dettagli, anche se la morosità in termini di cifre assolute sta diminuendo lentamente.

FRANCESCO PROIETTI COSIMI. Scusi, presidente, ma in merito agli appartamenti occupati abusivamente, l'abuso si è determinato perché erano liberi o perché è cambiato l'inquilino attraverso accordi?

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Potrei entrare nel dettaglio di ciascuna situazione: ho in mente l'esempio degli immobili vicino a via Arenula, perché erano tra gli ultimi immobili di pregio, anzi di grande pregio, non occupati da inquilini precedentemente. Ovviamente essi sono stati immediatamente individuati; erano liberi e sono stati occupati in maniera abusiva, però la situazione è stata «energicamente» risolta e gli occupanti sono stati accompagnati altrove.


Pag. 9

PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, presidente, le vorrei porre un paio di quesiti. Dai dati che ci sono stati rappresentati dall'Agenzia del demanio, si rileva che spendiamo circa 850 milioni di euro di locazioni. Al di là delle occupazioni relative al Ministero dell'economia e delle finanze per le agenzie fiscali - anche in quel caso ritengo che ci sia spazio per ridurre il numero delle locazioni - e al Ministero dell'interno, che ammontano complessivamente a 500 milioni di euro, ci sono 350 milioni di locazioni aggiuntive.
Nel suo intervento lei ha ripetuto più volte che queste operazioni richiedono tempo, ma c'è un problema: è chiaro che se si vuole elaborare un piano di concentrazione degli uffici bisognerebbe partire dagli immobili di proprietà, e cercare di dismettere gli immobili che sono, invece, in locazione. Sembrerebbe semplice da realizzare. Ciononostante, sempre secondo quanto ci viene riferito dall'Agenzia del demanio, ci sono 2.200 contratti di locazione scaduti al 31 dicembre del 2010: non sappiamo se sono stati rinnovati e con quale tipo di contratto. Peraltro, i dati forniti dall'Agenzia del demanio sono molto interessanti, perché dall'esame dei contratti noti - ci sono circa 2.000 contratti di cui non si conoscono nemmeno le date di inizio e di scadenza della locazione - possiamo desumere che nei prossimi due o tre anni ci siano numerosi contratti di locazione che andranno in scadenza: 1.016 nel 2011, 831 nel 2012 e così via.
È evidente che, se viene impostato un piano in relazione ai contratti in scadenza, si può presumere che, alla scadenza delle locazioni, essendoci un progetto di unificazione delle proprietà pubbliche, si potrà obiettivamente realizzare un risparmio. In un periodo di crisi, poter risparmiare complessivamente 200-300 milioni di euro dalle locazioni sarebbe molto utile.
Che cosa osta a elaborare questi piani triennali nel settore di vostra competenza? Da quanto ho capito, l'INPS ha un notevole numero di immobili in locazione, così come l'INPDAP, mentre voi avete quasi tutti immobili di proprietà e, peraltro, anche alcune locazioni, a parte il fondo FIP. Qual è lo stato dell'arte dei vostri rapporti con le pubbliche amministrazioni? Mi riferisco non solo a quelle del comparto degli enti previdenziali, che rientrano nel progetto delle case del welfare, perché avete immobili che locate anche ad altre pubbliche amministrazioni. C'è un progetto triennale, così come prevede la norma, per ridurre l'impatto e il costo delle locazioni? Conosciamo il dibattito in corso sul tema dei costi della politica, ma poi dobbiamo constatare che addirittura non si sa nulla sulla gestione di alcuni immobili pubblici: è paradossale.
Al di là del fatto che convengo assolutamente con la collega Comaroli sulla necessità di un provvedimento in merito, penso che la manovra preannunciata dal Governo interverrà su tali questioni.

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Per quanto riguarda la situazione dell'INAIL, diversamente dall'INPS, abbiamo pochissimi immobili in locazione, anzi quasi nessuno.
Il piano che abbiamo costruito in questi mesi riguarda soprattutto gli immobili che derivano dall'acquisizione di ex ISPESL e di ex IPSEMA, perché non abbiamo mai avuto particolare bisogno di altri immobili in locazione, avendo un patrimonio immobiliare cospicuo. L'Istituto, prima della legge finanziaria 2005, che ha posto numerosi vincoli sugli investimenti, acquistava immobili senza difficoltà. Quando aveva bisogno di un immobile, in particolare per uso strumentale, lo acquisiva, lo predisponeva per i propri scopi e poi lo utilizzava direttamente. Stiamo parlando di numeri relativamente circoscritti.
A questo proposito considero molto opportuno, in senso generale, che all'Agenzia del demanio sia stato affidato questo compito, perché effettivamente essa può svolgere un'opera di razionalizzazione e coordinamento fra pubbliche amministrazioni, che altrimenti sarebbe complicato per ogni singolo ente. Considero il contenuto dell'articolo 2, comma 222, della legge finanziaria 2010, quindi, assolutamente positivo.


Pag. 10


Da parte nostra, ci siamo subito attivati interloquendo, come ricordavo in apertura, con l'Agenzia del demanio, e avviando alcuni tavoli tecnici. Abbiamo alcuni immobili che possono essere destinati alla pubblica amministrazione, non all'INAIL, oppure al piano per i poli logistici integrati, le famose case del welfare, e siamo assolutamente disponibili ad affrontare il tema.
Visto che lei ha richiamato la questione delle locazioni, voglio sottolineare che abbiamo alcune locazioni su cui mi sono impegnato in maniera particolare nei confronti del Ministero dell'economia e delle finanze. Con l'operazione di cartolarizzazione, a noi sono stati - che termine devo usare? Non è facile sceglierlo - «presi» alcuni immobili (vorrei dire "scippati", perché la realtà è questa) sui quali ci sono stati imposti contratti di locazione della durata di nove anni più nove. In sostanza, abbiamo venduto nostri immobili, anche di pregio: in particolare tra questi c'è un immobile sul Canal Grande a Venezia. Gli immobili sono stati "requisiti", ci è stato pagato un corrispettivo che è stato versato in un fondo (rispetto al quale occorrerebbe svolgere alcuni approfondimenti) e ci sono stati proposti contratti di locazione, che per noi sono diventati una spesa.
Mi sono quindi rivolto al Ministero dell'economia e delle finanze su questa problematica ed ho ottenuto una certa apertura. Tuttavia, noi continuiamo a pagare affitti su immobili che erano nostri, e ciò dovrebbe far riflettere. Capisco l'interesse generale superiore, mi rendo conto che facciamo parte di un bilancio consolidato dello Stato e che, quindi, dobbiamo uniformarci all'equilibrio del bilancio delle pubbliche amministrazioni, però un'operazione del genere ha lasciato un po' di amaro in bocca all'interno dell'Istituto.

PRESIDENTE. Dovrei porre altre due domande. Come procede la vicenda della scuola di polizia a Napoli? Inoltre, quanto spendete per la manutenzione complessiva degli immobili che avete in gestione?

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. A questa seconda domanda non posso rispondere, perché onestamente non ricordo, ma è una delle informazioni che vi farò pervenire dopo l'audizione.
Per quanto riguarda il tema della scuola di polizia, si tratta di una vicenda che ha lasciato una piccola ferita, perché rientra negli investimenti che erano stati ormai praticamente deliberati dall'Istituto e che poi si sono bloccati a causa dei numerosi vincoli che ci sono stati imposti da norme di legge. Siamo quindi usciti definitivamente da questa vicenda, come del resto da altri investimenti che sono stati bloccati, addirittura con immobili la cui realizzazione era già iniziata, per non dire ultimata. Nel 2005, quando ci è stato «chiesto» di bloccare questi investimenti, c'erano molti progetti già avviati o addirittura ultimati, che si sono conclusi senza il finanziamento dell'Istituto. Immaginiamo quale impatto tutto ciò abbia avuto sugli imprenditori che si erano aggiudicati le gare e sulle comunità locali, che facevano conto su questi investimenti, che sono - non dimentichiamo - normati minuziosamente e di pubblica utilità: si tratta di università, di ospedali, eccetera. Quell'operazione, giustificabile numericamente sul piano contabile, da un punto di vista dell'impatto socio-economico ha certamente prodotto distorsioni di cui ancora oggi subiamo le conseguenze. Io stesso, circa tre settimane fa, ho scritto al Ministero dell'economia e delle finanze per sottolineare la nostra disponibilità a riprendere questi investimenti. Ho ricevuto manifestazioni di disponibilità, con lettere di intenti da parte di coloro che hanno avuto gli investimenti bloccati, a distanza di sei anni. C'è ancora l'interesse a portarli a termine, però se non ci autorizzano a farlo, siamo impotenti.
Tenete conto che ad oggi - non ho portato il dato esatto, ma posso fornirvelo - l'Istituto dispone di circa 19 miliardi di euro di liquidità in tesoreria. Posso farvi avere il dato numerico preciso, ma siamo a livelli veramente molto, forse troppo, alti.


Pag. 11

PRESIDENTE. Finalmente abbiamo trovato qualcuno che ha i soldi, sia pur teorici.

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Cercavo di sfuggire all'argomento, perché tutti si fanno delle illusioni, invece poi ho dovuto citare il dato.

PRESIDENTE. Lei è in grado di farci avere il vostro piano triennale di razionalizzazione?

MARCO FABIO SARTORI, Presidente dell'INAIL. Certamente.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che concluderemo questo ciclo di audizioni ascoltando il dottor Scalera, che è stato il dominus nell'operazione SCIP 1 e SCIP 2, e che ci potrà fornire ulteriori dati ed elementi di valutazione. Credo che potremo affrontare con lui anche la questione del social housing, un altro tema che dovrebbe interessare complessivamente il Parlamento.
Ringrazio il presidente dell'INAIL e i suoi colleghi e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14.

Consulta resoconti delle indagini conoscitive
Consulta gli elenchi delle indagini conoscitive