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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VII
5.
Martedì 26 maggio 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROPOSTA DI LEGGE C. 2131, SENATORE CAFORIO, APPROVATA DALLA 7a COMMISSIONE PERMANENTE DEL SENATO, RECANTE ABROGAZIONE DELL'EQUIPOLLENZA DEL DIPLOMA DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE AL DIPLOMA DI LAUREA IN FISIOTERAPIA

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale indirizzo motorio (ANIMO), Professionisti associati scienze motorie e sportive italiane (PASSI), Associazione nazionale dottori in scienze motorie (ANDISM) e della Società italiana di ginnastica medica, medicina, fisica, scienze motorie e riabilitative (SIGM):

Aprea Valentina, Presidente ... 3 7 9 10
Bosi Paolo, Collaboratore di ANIMO ... 9
Corigliano Alvaro, Presidente nazionale di SIGM ... 7 9
Francia Pier Giorgio, Presidente di ANIMO ... 3
Ghizzoni Manuela (PD) ... 9
Musella Giovanni, Vicepresidente di ANDISM ... 7 9
Palombella Giuseppe, Presidente di PASSI ... 4 9
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: (Misto-RRP).

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 26 maggio 2009


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 13,45.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale indirizzo motorio (ANIMO), Professionisti associati scienze motorie e sportive italiane (PASSI), Associazione nazionale dottori in scienze motorie (ANDISM) e della Società italiana di ginnastica medica, medicina, fisica, scienze motorie e riabilitative (SIGM).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla proposta di legge c. 2131, senatore Caforio, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, recante abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia, l'audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale indirizzo motorio (ANIMO), Professionisti associati scienze motorie e sportive italiane (PASSI), Associazione nazionale dottori in scienze motorie (ANDISM) e Società italiana di ginnastica medica, medicina fisica, scienze motorie e riabilitative (SIGM).
Nel dare il benvenuto a tutti, devo fare una premessa. Come sapete, questa è una indagine conoscitiva che abbiamo chiesto in modo straordinario per avere un supporto alla delicata decisione che la Commissione dovrà prendere; non abbiamo, tuttavia, molto tempo e, di fatti, vi abbiamo inserito tra le nostre sedute.
So che avete concordato anche con gli uffici una comunicazione breve; vi ringraziamo, quindi, per aver accettato, anche a queste condizioni, di essere qui con noi.
Do la parola ai rappresentanti delle associazioni oggi presenti.

PIER GIORGIO FRANCIA, Presidente di ANIMO. Penso che il tempo a disposizione sia di circa dieci minuti. Leggerò, pertanto, velocemente.

PRESIDENTE. Io consiglierei di depositare le note e di utilizzare questi pochi ma significativi minuti nel confronto diretto con la capogruppo del PD, l'onorevole Ghizzoni, la capogruppo del partito della Lega Nord, l'onorevole Goisis, il relatore onorevole Barbieri, l'onorevole Di Centa del PdL e con me per esporre le cose più importanti.

PIER GIORGIO FRANCIA, Presidente di ANIMO. Per noi la possibilità di essere qui oggi è molto importante. Noi sosteniamo la non abrogazione dell'articolo 1-septies.
Pur essendo, infatti, consapevoli che da solo questo articolo non può a costituire una regolamentazione della figura professionale del laureato in scienze motorie - con o senza una equipollenza - siamo altresì consapevoli, che in questo modo, si


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sta compiendo un grosso passo avanti verso una scienza e un settore applicativo che sono di enorme importanza per la nostra società.
Sempre più spesso, anzi, direi ormai sistematicamente a livello mondiale e soprattutto nei Paesi occidentali, ci viene richiesto di intervenire in senso di prevenzione primaria e secondaria in modo sempre più scientifico su soggetti malati in situazione di malattia cronica stabilizzata, su soggetti con disabilità e su soggetti in età evolutiva, casi, questi, che consentono di cogliere il vero cardine della prevenzione primaria. Oggi, però, ciò è in larga parte impedito da diversi fattori, tutti incentrati sul mancato riconoscimento della nostra figura professionale.
A differenza di quanto succedeva alcuni decenni fa, il mondo sanitario si è allargato enormemente. Oggi, parlare di prevenzione e di attività motoria riguardo a malattie quali il diabete, l'obesità, l'ipertensione e la prevenzione di alcune forme tumorali, non costituisce più un elemento accessorio ma un fondamento della terapia. Se, dunque, tutte le linee guida internazionali del trattamento delle patologie e delle malattie a maggiore incidenza e prevalenza nella nostra popolazione, in tutte le fasce di età, richiedono l'attività motoria come cardine del trattamento, al pari delle scienze dell'alimentazione, risulta difficile spiegare e comprendere come mai questa scienza non venga inclusa nell'ambito del sistema sanitario.
La realtà è che se si parla di scienza dell'alimentazione, la figura di riferimento è il dietista, se si parla di vivere serenamente, è lo psicologo, se si tratta di attività motorie rimane un vuoto, solo parzialmente coperto dal fisioterapista, il quale non ha le competenze totali che in tale materia può invece avere l'esperto in scienze motorie.
Il nostro vero interesse è rivolto al benessere della popolazione, al benessere dei bambini, ad esempio, attraverso la correzione della deambulazione o del corretto sviluppo motorio, posturale e relazionale che si può porre in essere nei primi anni di vita attraverso un intervento su soggetti affetti da sindrome metabolica, da problemi cardiovascolari con fattori di rischio osteoporotico. Queste sono tutte realtà sulle quali quotidianamente lavoriamo; per ottenere risultati importanti, tuttavia, abbiamo bisogno di essere inquadrati correttamente a livello professionale, di avere delle strutture di riferimento, di potere far riferimento a protocolli adottati dai sistemi sanitari. Abbiamo bisogno di essere elevati a figura professionale. Altrimenti, milioni di persone che quotidianamente si affidano ad attività motorie per superare dei problemi o per migliorare le proprie condizioni di salute si troveranno in difficoltà. Soprattutto, possono incontrare entusiasti avventurieri del settore che possono provocare enormi danni.
Lasciare dei bambini o dei soggetti in scompenso metabolico per lungo periodo in mano a persone scarsamente preparate, che possono somministrare protocolli ad alto impatto, significa incidere pericolosamente sul loro stato di salute. A nostro avviso, quindi, questo è un settore di estremo interesse per la società e di grande ritorno economico e di salute che ha bisogno urgentemente di essere normato.
Non pensiamo che attraverso la non abrogazione dell'articolo 1-septies si riesca a fare tutto questo, ma sarebbe comunque un segnale e un passo avanti in tal senso.

GIUSEPPE PALOMBELLA, Presidente di PASSI. Nel salutarvi e ringraziarvi, vorrei iniziare il mio intervento dicendo che l'attività motoria e lo sport migliorano gli stili e la qualità di vita: questo è quanto enunciato dall'Organismo mondiale della sanità e dall'Istituto superiore di sanità italiano. Partendo da questo riferimento, consideriamo la professionalizzazione delle figure operanti nel settore delle attività motorie e sportive non solo necessaria, ma indispensabile per salvaguardare la salute del cittadino. Riteniamo, pertanto, necessario che l'articolo 1-septies, così come già dichiarato dalla nostra associazione nella precedente audizione tenutasi presso la VII Commissione cultura della Camera dei deputati durante l'amministrazione


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del Governo Prodi, venga assolutamente abrogato e sia intrapreso un iter parlamentare sulla figura professionale del laureato in scienze motorie per definirne gli ambiti di competenza.
L'articolo 1-septies non ha fatto altro che creare confusione e inutili confronti, spesso basati su argomentazioni non scientifiche che utilizzavano toni impropri e che celavano, da parte di alcune associazioni, interessi economici o dimostrazioni di potere.
In un mondo sempre più scientifico, nel quale la specializzazione e la chiarezza sono elementi fondamentali, così come un bagaglio più generalizzato delle conoscenze di altre professioni, si permette oggi al professionista di avere più informazioni a disposizione, in modo da consentire di ottimizzare e migliorare l'applicazione delle proprie competenze specifiche. Ciò non significa che bisogna diventare tuttologi.
Per quanto il lavoro svolto dalla precedente Commissione sia stato importante, risulta però compromissorio nel risolvere una questione così delicata e inopportuna come quella dell'articolo in questione. Invece di affrontare le vere problematiche della figura del dottore in scienze motorie, infatti, ci ritroviamo oggi a discutere di un progetto di legge che, così formulato, non fonda una vera equipollenza, bensì offre a una manciata di laureati in scienze motorie la possibilità di cambiare area professionale e passare ad un'altra, vale a dire quella di fisioterapisti, oggi riconosciuta come professione sanitaria. Non deve essere questo lo scopo di un'associazione di categoria di scienze motorie. Lo scopo deve essere semmai quello di una identificazione onorevole degli ambiti e delle competenze da attribuire al dottor in scienze motorie in modo chiaro e, soprattutto, non utilizzando definizioni, come quella del chinesiologo, ad esempio, che possano creare conflitti tra due professionalità che hanno caratteristiche comuni e contingenti.
Non voglio pensare, illustri onorevoli, che la diatriba nata dopo l'approvazione dell'articolo 1-septies sia stata incentivata da alcune organizzazioni rappresentative delle scienze motorie e dei fisioterapisti, le quali hanno trovato in quello strumento il modo di raggiungere lo scopo, ovverosia incrementare le iscrizioni alle loro relative associazioni a discapito di altre associazioni che, invece, hanno cercato un confronto scientifico più costruttivo, come la PASSI e la Federazione italiana fisioterapisti.
Per quanto possa sembrare fuori tema il discorso affrontato fino ad ora, tutto ciò ha sicuramente contribuito a mantenere uno stato di confusione e di illusione tra molti studenti e laureati in scienze motorie, che non vedono nella loro scelta formativa la possibilità di un'occupazione professionale dignitosa. In effetti, molti di loro sono convinti che con l'equipollenza possano diventare automaticamente fisioterapisti.
Un contributo a questo stato di confusione viene da alcuni corsi di laurea in scienze motorie che spesso attribuiscono affinità didattiche a discipline scientifiche che nulla hanno a che fare con l'insegnamento metodologico delle attività motorie. Tale sistema è più che altro volto a garantire un posto di lavoro a professori che non hanno potuto avanzare le loro carriere nelle facoltà di appartenenza e ciò crea tantissima confusione.
Ecco, allora, che i corsi di laurea diventano un bacino di possibilità occupazionale, in quanto fonte economica non trascurabile. Naturalmente, vi sono eccezioni come i corsi di laurea di Ferrara e di Brescia, che hanno indirizzato i loro percorsi didattici fornendo in anticipo agli studenti un chiarimento circa le competenze che si possono ottenere dai rispettivi programmi formativi e gli eventuali sbocchi professionali.
Un accento particolare va posto sulla situazione attuale dello sport e delle attività motorie sportive e sociali, che vedono ancora oggi un'intromissione, nei percorsi formativi, da parte delle federazioni e degli enti di promozione sportiva e di discipline sportive associate. Questi ultimi, infatti, celandosi dietro una forma di volontariato, hanno creato un sistema di


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controllo di risorse economiche che contribuisce ad aumentare il sommerso finanziario del nostro Paese, costringendo gli addetti ai lavori a frequentare corsi di formazione nel fine settimana che non sono idonei a garantire un'esattezza scientifica e che offrono solo una superficiale conoscenza delle discipline mediche necessarie a garantire l'incolumità dei cittadini.
Personalità onorevoli e sottosegretari di Stato afferenti al Ministero della pubblica istruzione, come l'onorevole Giuseppe Pizza, hanno sostenuto la richiesta che, dall'approvazione dell'articolo 1-septies del 2006, la nostra associazione porta avanti su tutto il territorio nazionale, in parallelo con la Conferenza nazionale dei presidi delle facoltà di scienze motorie: stimolare l'iter di un provvedimento legislativo che definisca in maniera chiara ed esaustiva il ruolo del laureato in scienze motorie. Come da prassi, infatti, abbiamo effettuato una raccolta di firme in tutte le regioni, allargando l'iniziativa non solo agli addetti ai lavori, ma all'intera cittadinanza. Il numero di firme raccolte sino ad oggi è di circa 60 mila; non sono, quindi, poche.
Troviamo improprio e limitativo contribuire con il solo riconoscimento del valore del voto, nella materia di competenza, come facente media alla stregua di tutti gli altri voti nelle altre materie, nelle scuole medie superiori e inferiori; la vera grande conquista sarà ottenere l'inserimento del laureato in scienze motorie nell'ambito della scuola primaria, come ci dimostrano alcuni Paesi europei (Bulgaria, Ungheria, eccetera). La soluzione per una collocazione sociale dell'esperto di attività motorie e sportive potrebbe essere di creare un'area della salute con gli operatori della salute (medico sportivo, laureato in scienze motorie, massofisioterapista, dietologo, dietista e psicologo dello sport).
La suddetta proposta è stata accolta di buon grado dai dirigenti primari del centro auxologico di Piancavallo, nella provincia di Verbania, conosciuto come uno dei migliori centri del nord Italia per la cardioriabilitazione, per la cura delle malattie metaboliche e per il monitoraggio del diabete. Questi dirigenti, infatti, hanno inserito nel loro organico sanitario laureati in scienze motorie che svolgono mansioni dichiarate importanti per il miglioramento dello stile di vita in situazioni cronico-patologiche, come già menzionato all'inizio di questa relazione.
Inoltre, in collaborazione con il corso di laurea in scienze motorie di Ferrara, stiamo cercando di iniziare uno studio per diffondere tra gli operatori del settore le linee guida di somministrazione dell'attività fisica, entrando in relazione anche con il professor Conconi, che spero tutti conosciate.
Ultimamente, è stato presentato al Parlamento un progetto di legge da parte degli onorevoli Cera, Ciocchetti e Pisacane, C.2290, inerente al motologo e al motricista. Non mi riferisco nello specifico al termine citato nel progetto di legge, ma, in tutti i casi, quella di motologo è la definizione coniata dalla nostra associazione nel 2007.
Prima di concludere, vorrei segnalare il numero delle collaborazioni che in soli tre anni la nostra associazione ha stipulato con altri operatori del settore dell'attività motorie, come la Federazione italiana fisioterapisti, gli psicologi dello sport, le associazioni dei consumatori, l'associazione che si occupa di geromotricità e gli enti di promozione sportiva. Tutte queste collaborazioni fanno capire che non occorre ottenere un'identificazione professionale tramite un articolo di legge come quello per il quale stiamo discutendo in questa sede.
La nostra proposta riguarda, bensì, una legge sul laureato in scienze motorie che riconosca quest'ultimo come operatore della salute e che gli consenta molteplici opportunità di occupazione: nel campo educativo, a partire dalla scuola primaria; sportivo, con gli enti di promozione sportiva; sociale, con le palestre per adulti e anziani e rieducativo per la disabilità, il miglioramento della prestazione motoria e la cura delle malattie metaboliche e croniche. Si dovrebbe trattare, dunque, di una legge quadro nazionale che dia delle linee guida alle regioni, le quali dovranno legiferare solo su casi specifici.


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Per risolvere l'annosa questione dell'articolo 1-septies, invece, proponiamo di inserire nella legge sul dottore in scienze motorie un articolo dove specificare che a coloro i quali intendono perseguire anche la carriera di fisioterapista, vengono riconosciuti almeno sessanta crediti formativi.
Illustrissimo presidente e illustrissimi deputati, vi chiediamo fortemente di riflettere sulle nostre proposte perché 80 mila cittadini, tra laureati e studenti in scienze motorie, confidano nel vostro operato e, soprattutto, sperano che vi siano degli spazi di inserimento lavorativo riservati a loro, senza dover ricercare la propria dignità professionale in altri campi.
Ringrazio in particolar modo l'onorevole Manuela Ghizzoni, che ha stimolato la nostra partecipazione, e il relatore, onorevole Emerenzio Barbieri, che ne ha dato la possibilità.

PRESIDENTE. Siamo tutti più che convinti dell'urgenza e della necessità di questi incontri.

GIOVANNI MUSELLA, Vicepresidente di ANDISM. Illustrissimo presidente, onorevoli deputati, credo che, data l'importanza dell'argomento e visto il tempo ridotto, si debba necessariamente arrivare al nocciolo della questione.
È innegabile che il percorso formativo della laurea in fisioterapia e quello della laurea in scienze motorie presentino dei percorsi formativi comuni, almeno per quanto riguarda l'area biomedica; sicuramente, però, rappresentano percorsi divergenti per quanto riguarda l'area psicopedagogica e specialistica motoria.
Partendo da questa considerazione, quindi, credo sia assolutamente necessario ridefinire la figura professionale - e quindi definirne le competenze specifiche - del laureato in scienze motorie in questo campo.
Nella realtà operativa, le figure del fisioterapista e del laureato in scienze motorie collaborano e si integrano. In molte strutture sanitarie, infatti, essi hanno competenze successive e contigue: mentre il primo si occupa in particolare della patologia, il laureato in scienze motorie è lo specialista del movimento, e non solo in presenza di una patologia. Per affrontare questo discorso, bisognerebbe risalire alla genesi della situazione. Se vogliamo costruire delle live skill che abbiano veramente dignità, allora il laureato in scienze motorie deve cominciare a lavorare molto prima, nell'età della scuola primaria; è da lì, infatti, che bisogna partire per costruire delle strutture tali che possano diventare stile di vita e contribuire, così, a far veramente diminuire l'incidenza delle patologie legate alla sedentarietà e a stili di vita non corretti.
Da questo punto di vista, piuttosto che incidere su un articolo di legge per equiparare forzatamente due professioni che si integrano, è assolutamente prioritario ridefinire la figura del laureato in scienze motorie e collocarlo direttamente nell'ambito lavorativo. Ciò non toglie, però, che chi, avendo già seguito un percorso, ritiene di avere particolari propensioni, possa comunque optare, con il riconoscimento dei crediti formativi universitari, per un'integrazione del percorso stesso e, in qualche modo, completare la propria formazione e ridefinirla anche in altre direzioni. Credo che la nostra sia una posizione di apertura, che dà necessariamente priorità ad un articolo di legge che comunque comincia ad aprire, in linea anche con le richieste della classe L-22, una possibilità operativa nel mondo del lavoro per il laureato in scienze motorie.

ALVARO CORIGLIANO, Presidente nazionale di SIGM. Anzitutto grazie, signor presidente e onorevoli deputati.
La nostra società, la Società italiana di ginnastica medica, medicina fisica e scienze motorie e riabilitative è una delle società affiliate alla SIOT, la Società italiana di ortopedia. È stata fondata nel 1952 ed è formata da medici ortopedici, medici fisiatri, fisioterapisti, laureati in fisioterapia, laureati in scienze motorie ed educatori fisici; comprende, quindi, tutte le professionalità che riguardano questo argomento.


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Per esaminare il problema, abbiamo formato una commissione composta da professori universitari, ortopedici fisiatri, insegnanti di educazione fisica laureati in scienze motorie e fisioterapisti.
La commissione ha esaminato il seguente documento, che recita: «Premesso che la SIGM aveva già, a suo tempo, affrontato l'argomento relativo alla valutazione delle figure professionali di fisioterapia e ISEF attraverso un documento elaborato l'8 marzo 1998 e pubblicato sulla rivista della Società Ginnastica Medica; premesso che la commissione non ritiene sovrapponibili le due figure professionali e che, pertanto, vi è una netta distinzione tra attività sanitarie di fisioterapisti e non sanitarie di educatori fisici e laureati in scienze motorie; premesso che ha preso atto delle indicazioni dei soci scaturite durante i propri convegni, ivi compresi gli ultimi congressi nazionali del 2005 e del 2009, la commissione nazionale ritiene che l'equipollenza tra la laurea in fisioterapia e quella triennale in scienze motorie non possa essere attuata in maniera diretta, ma necessiti di un completamento attraverso un percorso integrativo o specialistico, con riconoscimento di crediti/debiti formativi adeguati, sia teorici, che di tirocinio».
In riferimento ai precedenti percorsi quadriennali ISEF, si intravede la possibilità di integrare la relativa preparazione con l'acquisizione di crediti formativi universitari da determinarsi, sia teorici, che di tirocinio. Al termine del percorso formativo integrativo o specialistico, gli studenti dovranno ovviamente sostenere un esame abilitante e la discussione di una tesi di laurea. Comunque, l'ammissione ai percorsi integrativi dovrà essere regolamentata nell'ambito della programmazione numerica annuale ministeriale e rapportata a quella stabilita per i corsi di laurea in fisioterapia. La commissione ritiene utile rimarcare l'importanza delle figure professionali dei laureati in scienze motorie e in fisioterapia e la loro intrinseca complementarietà. A tal fine, la commissione, partendo dal documento elaborato nel 1998 e da quello più recente dell'American Academy of Physical Therapy, ne identifica le rispettive competenze in ambito sportivo e scolastico, negli ospedali, nelle case di riposo, nelle RSA (residenza sanitaria assistenziale), nei centri di riabilitazione. Documento già pubblicato sulla rivista scientifica La Ginnastica Medica, organo ufficiale della SIGM.
All'interno del team riabilitativo, così come altri laureati non sanitari (psicologi, biologi, fisici, chimici, ingegneri ed economisti) che vi partecipano, il loro apporto contribuirà a garantire la continuità assistenziale per il benessere psicosociale del paziente.
In conclusione, io, nelle funzioni istituzionali di presidente nazionale della SIGM, e il dottor Francesco Cimino, qui presente, responsabile della formazione dei crediti ECM per la SIGM, in questa sede rappresentiamo la SIGM che, come già accennato, annovera nel suo interno medici specialisti in fisiatria, ortopedia, laureati in scienze motorie e fisioterapisti; rappresentiamo, quindi, in questa audizione presso la VII Commissione cultura nell'ambito dell'indagine conoscitiva in materia di equipollenza tra i due titoli, entrambe le categorie interessate alla discussione.
La presente relazione è, pertanto, oggettiva ed è basata esclusivamente sulle conoscenze che derivano dai numerosi confronti svoltisi all'interno della SIGM e dalle nostre attività professionali in qualità di medici specialisti in ortopedia e fisiatria.
Riteniamo, pertanto, che il percorso formativo indicato nel decreto attuativo dell'articolo 1-septies, che prevede per i laureati in scienze motorie il riconoscimento di un massimo di sessanta crediti, riservando loro un recupero di centoventi crediti residui che verterà sulle materie teoriche non seguite, sulla riabilitazione motoria e neurologica attiva e passiva e sulle terapie strumentali e manuali, sia un percorso serio e qualificante, che darà la possibilità, a chi lo percorrerà, di avere una conoscenza a trecentosessanta gradi del movimento umano.


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Si creerà, in tale logica, un professionista che avrà conoscenze che spazieranno dal movimento finalizzato allo sport, all'educazione, alla prevenzione, alla rieducazione, alla riabilitazione motoria, alla riabilitazione neurologica, alle terapie manuali e alle terapie strumentali.
In conclusione, la SIGM e noi stessi siamo totalmente certi che in questo modo la salute del cittadino potrà essere completamente tutelata da chi seguirà questo percorso formativo. Inoltre, all'interno dell'articolo 1-septies, si dovrebbe estendere anche ai fisioterapisti la possibilità di seguire lo stesso percorso per ottenere la laurea in scienze motorie.
Si auspica, infine, che il lavoro di équipe possa costituire, in un vicino futuro, il mezzo per superare gli inutili e dannosi antagonismi professionali, ritenendo altresì che tale superamento possa avvenire anche attraverso l'inserimento della figura professionale del diplomato ISEF nelle piante organiche delle strutture sanitarie, così come la figura del fisioterapista dovrebbe poter essere utilizzata in campi istituzionalmente non sanitari.

PRESIDENTE. Mi sembra che le posizioni siano molto chiare.
Do ora la parola ai colleghi deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

MANUELA GHIZZONI. Grazie presidente. Sarò velocissima; ci stanno, infatti, chiamando dall'Aula.
Le posizioni sono state esposte in modo chiarissimo e leggeremo con estrema attenzione i resoconti di questa seduta. Le opinioni espresse non sono, tuttavia, esattamente coincidenti; vorrei, dunque, porgere una domanda che possa aiutare e orientare i nostri lavori e che richiede una risposta sintetica.
Nella precedente legislatura questa Commissione, così come la Commissione del Senato, lavorò a una soluzione. Desidererei conoscere la vostra opinione in merito a quella soluzione nella sua versione finale, quella, cioè, che era stata votata anche dal Senato e che era in transito per la terza lettura e approvazione definitiva alla Camera, quando poi la legislatura finì prematuramente. Vorrei conoscere la vostra opinione rispetto a tale soluzione, fermo restando che il tema della formazione professionale e dell'individuazione della figura professionale del laureato in scienze motorie è altro problema e sicuramente deve essere affrontato.
Se ci fosse stato più tempo, vi avrei chiesto anche che cosa ne pensiate del lavoro che in questo momento si sta svolgendo nell'altro ramo del Parlamento ma, dati i tempi incalzanti, mi limito alla prima domanda.

PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

ALVARO CORIGLIANO, Presidente nazionale di SIGM. Per quanto ci riguarda siamo d'accordo con i 60 crediti stabiliti.

GIUSEPPE PALOMBELLA, Presidente di PASSI. Anche noi siamo d'accordo a questo riguardo, ma solo se si separano i percorsi; vorremmo, cioè, l'abrogazione netta dell'articolo e, eventualmente, l'inserimento, nella legge sul laureato in scienze motorie, della possibilità di avere, per legge, questi 60 crediti formativi. Il punto particolare è che, purtroppo, gli studenti laureati pensano che con questo articolo si possa automaticamente diventare fisioterapisti.

GIOVANNI MUSELLA, Vicepresidente di ANDISM. Credo che vada normato in modo molto preciso l'accesso e il reclutamento a livello regionale; diversamente, infatti, si può creare confusione notevole. I 60 crediti potrebbero anche essere legati ai due percorsi; possono essere 60 o più e dovrebbero essere reciproci, in relazione al percorso formativo uguale o differente.

PAOLO BOSI, Collaboratore di ANIMO. Anche noi siamo d'accordo sui 60 crediti, facendo, però in modo che tali crediti siano bilaterali, ossia validi sia per il laureato in scienze motorie, che per il


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fisioterapista. Ad oggi, infatti, il fisioterapista opera nell'ambito delle scienze motorie senza percorrere alcun programma didattico ulteriore.

PRESIDENTE. Vi ringraziamo. La matassa s'ingarbuglia ancora di più. Grazie, comunque, per la chiarezza e l'efficienza.
Entro il 30 giugno finiremo l'indagine. Pertanto, prima dell'estate la Commissione avrà deciso.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,15.

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