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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VII
2.
Mercoledì 22 febbraio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Frassinetti Paola, Presidente ... 2

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 2 DEL 9 GENNAIO 2008, RECANTE DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA SOCIETÀ ITALIANA DEGLI AUTORI E DEGLI EDITORI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AD ATTIVITÀ, GESTIONE E GOVERNANCEDELLA MEDESIMA SOCIETÀ

Seguito dell'audizione di rappresentanti della Società italiana degli autori e degli editori (SIAE):

Frassinetti Paola, Presidente ... 2 3 4 7 14 16 19 21 27 28
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 2 12
Blandini Gaetano, Direttore generale della SIAE ... 3 4 6 7 12 14 20 21 26 27
De Biasi Emilia Grazia (PD) ... 19 26
Gianni Pippo (PT) ... 14
Giulietti Giuseppe (Misto) ... 20
Scalera Giuseppe (PdL) ... 16
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 5 6 18 19 26
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 22 febbraio 2012


Pag. 2

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAOLA FRASSINETTI

La seduta comincia alle 8,50.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione di rappresentanti della Società italiana degli autori e degli editori (SIAE).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'applicazione della legge n. 2 del 9 gennaio 2008, recante disposizioni concernenti la Società italiana degli autori e degli editori, con particolare riferimento ad attività, gestione e governance della medesima società, il seguito dell'audizione di rappresentanti della Società italiana degli autori e degli editori (SIAE).
Ringrazio i presenti, il dottor Gaetano Blandini, direttore generale della SIAE, e l'avvocato Paolo Agoglia, direttore dell'ufficio legislativo. Sono impossibilitati a partecipare l'avvocato Domenico Luca Scordino e l'avvocato Mario Stella Richter, entrambi subcommissari.
Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

EMERENZIO BARBIERI. Grazie, presidente. Sono stato informato del fatto che il dottor Blandini ha rappresentato, a mio avviso in modo del tutto inappropriato, ai membri dell'ufficio di presidenza la richiesta di rinviare l'odierna seduta, deliberata all'unanimità dall'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, preannunciando l'impossibilità a partecipare da parte dei due subcommissari già intervenuti la scorsa volta.
Sono stato, altresì, messo al corrente del fatto che il medesimo dottor Blandini, il quale sa - l'ho affermato nella scorsa occasione e lo ribadisco ora - che amo dire le cose in faccia e non le mando a dire, avrebbe accampato la scusa che il resoconto stenografico della scorsa seduta è stato disponibile su Internet solo lunedì.
Mi chiedo, presidente, se stiamo scherzando e se il dottor Blandini abbia scambiato il Parlamento per l'Asilo Mariuccia, noto istituto di beneficenza e assistenza.
Premesso, infatti, che il dottor Blandini e gli altri soggetti auditi erano presenti all'audizione della scorsa settimana, non capisco perché, come sempre accade, non abbiano preso puntualmente appunti sui quesiti da noi formulati. Avremmo potuto, infatti, richiedere ai soggetti auditi di rispondere in quella medesima occasione alle nostre domande, senza rinviarne il seguito ad altra seduta, stante l'imminente avvio della riunione dell'Assemblea di Montecitorio.
Aggiungo poi che la cortesia, usata eccezionalmente, di redigere il resoconto stenografico in tempi da record - di ciò mi sento di ringraziare gli uffici a nome di tutta la Commissione -, non può certo rappresentare un alibi per prendere tempo in vista dell'imminente scadenza del mandato commissariale.


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Per concludere, signor presidente, l'audizione odierna è convocata regolarmente e sono certo che lei vorrà richiamare i rappresentanti della SIAE a rispondere adeguatamente ai numerosi quesiti posti, dovendo, in caso contrario, trarre utili conclusioni ai fini della definizione dei poteri da assegnare all'istituenda Commissione d'inchiesta sulla SIAE.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbieri. Ritengo che le risposte verranno fornite in modo adeguato.
Prima di dare la parola al dottor Blandini, vorrei presentare i deputati presenti: l'onorevole Barbieri, capogruppo del PdL e gli onorevoli Gianni di Popolo e Territorio, Carra dell'UdC, Scalera del PdL, De Biasi del PD, Ghizzoni, capogruppo del PD, Ricardo Levi del PD e Zazzera, capogruppo dell'Italia dei Valori.
Do la parola al dottor Blandini.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Grazie, presidente. Sono dispiaciuto e rammaricato per le parole dell'onorevole Barbieri, nei confronti del quale nutro il massimo rispetto, la massima stima e la massima considerazione.
Ritengo, onorevoli presidente e deputati, di non essere intervenuto in maniera impropria e sgarbata, proprio per il massimo e doveroso rispetto delle istituzioni che ho sempre avuto nei ventisette anni in cui sono stato funzionario dello Stato.
Mi sono permesso, onorevole presidente, di scrivere una mail alla presidente Aprea e agli onorevoli vicepresidenti, nella quale riferivo che solo nel tardo pomeriggio di venerdì 17 febbraio sono venuto a conoscenza, da parte della segreteria della Commissione cultura, della convocazione per mercoledì 22 per la prosecuzione dell'audizione formale.
A tale riguardo, mi sono permesso di rappresentare come, nella seduta del 15 febbraio scorso, il presidente, onorevole Nicolais, a chiusura dell'audizione avesse chiarito quanto segue: «Vi faremo avere il resoconto stenografico di questa seduta e ne convocheremo un'altra per poter avere risposte puntuali sulle questioni sollevate. Siamo certi che la prossima volta vedremo qui con voi anche il commissario».
Lo stesso presidente, onorevole Nicolais, alle pagine 61 e 62 del resoconto stenografico, aveva, del resto, chiarito nel corso dell'audizione che, «essendo state formulate molteplici domande, che chiaramente richiedono una risposta ponderata, avremmo il piacere di ospitarvi nuovamente in Commissione al più presto, affinché possiate depositare un documento scritto con le risposte alle domande che sono state poste».
Per queste ragioni, al fine di consentire al commissario straordinario di partecipare - cosa che il commissario desidera fortemente -, mi sono permesso di chiedere lo spostamento dell'audizione a mercoledì 29 febbraio, dovendosi aggiungere che il resoconto della seduta è stato acquisito autonomamente, nella versione corretta, solo lunedì 22, dal momento che la versione caricata nel sito della Commissione VII nella serata di venerdì era una redazione in merito alla quale veniva correttamente indicato che non si trattava della versione corretta.
Mi è stato segnalato - di ciò ringrazio i funzionari e la segreteria della Commissione: anche in questo caso credo di aver osservato il massimo rispetto istituzionale - che l'audizione era stata deliberata dall'ufficio di presidenza e che, quindi, non era possibile accordare lo slittamento della convocazione.
Tutto ciò premesso, sono qui, presidente, a rispondere. Come lei ha ricordato, non potranno partecipare il commissario straordinario e neanche il subcommissario, il professor Stella Richter, per impegni universitari, nonché l'avvocato Scordino, che è in un'aula di tribunale.
Considerato, quindi, il brevissimo tempo che ci è stato concesso, ossia quarantott'ore, di fatto non possiamo oggi produrre le risposte scritte e ponderate che ci aveva richiesto il vicepresidente Nicolais, implementare quelle già assunte e, in particolare, quelle che afferiscono alle competenze e alle deleghe del direttore generale, cioè a me.


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Sono certo, però, onorevole presidente, che vorrete comprendere le ragioni che inducono il commissario ed i subcommissari, anche in relazione a ciò che molto correttamente faceva presente l'onorevole Barbieri, ossia i tempi ristretti della fine del commissariamento, a chiedere di consentire loro di venire a rispondere puntualmente, sia sull'operato di questi ormai undici mesi di gestione commissariale, sia rispetto agli argomenti più delicati che sono stati trattati nella scorsa audizione, i quali afferiscono alla questione del Fondo pensioni e a quella del Fondo di solidarietà.
Prima di svolgere il mio intervento e di rispondere, spero puntualmente e in maniera esaustiva, alle domande che sono di mia competenza e che gli onorevoli parlamentari hanno posto, chiedo a nome del commissario straordinario di voler concedere un'ulteriore, ultima convocazione del commissario e dei subcommissari nei tempi che la Commissione riterrà più opportuni.

PRESIDENTE. Se mi permette, prima di entrare nel merito, ribadisco l'assoluta regolarità delle procedure formali che la Commissione ha seguito nella convocazione di quest'audizione. L'ufficio di presidenza, che verrà convocato al termine della seduta, si prenderà cura, eventualmente, di fissare un'altra audizione all'uopo.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Grazie, onorevole presidente. Ho consegnato agli uffici e alla segreteria della Commissione la documentazione integrativa che era stata richiesta, in particolare dall'onorevole Barbieri, in formato elettronico. In particolare, vi è compresa la documentazione relativa alla procedura selettiva per l'individuazione della società Sorgente group per la riorganizzazione dei modelli di gestione del patrimonio immobiliare della SIAE e del Fondo pensione. Inoltre, ho consegnato tutta la documentazione relativa all'incarico alla società CB Richard Ellis per la valutazione degli asset immobiliari della SIAE e del Fondo pensione stessi.
La documentazione che l'onorevole Barbieri aveva richiesto, con riferimento alla corrispondenza e alla verifica ispettiva della COVIP, era già stata prodotta nella documentazione del 15 febbraio 2012, all'interno del volume II, Fondo pensioni (parte prima, punto 11) e comunque abbiamo reinserito nel formato elettronico anche tale specifica documentazione.
L'onorevole Barbieri faceva riferimento alla documentazione che lui stesso aveva esaminato, consegnata nella seduta informale: per tale ragione, non poteva avere cognizione del fatto che l'avevamo prodotta formalmente nella seduta del 15 febbraio.
Abbiamo, altresì, consegnato il verbale n. 64 del Collegio dei revisori dei conti della SIAE e la relazione al bilancio preventivo SIAE per l'anno 2012, documentazione che era già stata depositata nel corso dell'audizione formale del 15 febbraio 2012 (volume I, documentazione generale, parte seconda, punto 6). Tale documentazione era stata richiesta anche dall'onorevole Zazzera.
Poiché l'onorevole Barbieri, nel suo intervento, aveva chiesto perché avessimo fatto solo tre esempi e chi fossero gli altri soggetti, abbiamo consegnato l'elenco completo per l'accettazione delle proposte di vendita ai conduttori con rateizzazioni quarantennali.
Abbiamo, altresì, consegnato - si tratta, però, di documenti che erano già stati depositati il 15 febbraio 2012 - la convenzione tra SIAE e Fondo pensioni e la documentazione relativa alla proposta che dovrà essere esaminata ed eventualmente accettata dal consiglio di amministrazione del Fondo pensioni della società Allianz-RAS, a sua volta depositata il 15 febbraio 2012 (volume II, Fondo pensioni, parte seconda, punto 19, allegati 5.1 e 5.2).
Abbiamo, infine, consegnato gli atti di conferimento del notaio, sia del patrimonio SIAE, sia del patrimonio Fondo pensioni, nonché i Regolamenti dei due fondi, sia del Fondo Norma, che pertiene al patrimonio del Fondo pensioni, sia del Fondo Aida, che pertiene al patrimonio immobiliare SIAE.


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Questa è la documentazione richiesta dagli onorevoli parlamentari. Con il suo permesso, presidente, procederei a rispondere alle domande che mi riguardano direttamente, ovvero che riguardano la parte gestionale e, quindi, le deleghe di competenza del direttore generale.
Mi permetto, altresì, di segnalare preliminarmente un errore di trascrizione o, se invece sono stato io a citare tale cifra, un mio errore. Alla pagina 19 del resoconto stenografico, alla quintultima riga, laddove ho affermato che «il dato principale di criticità è il risultato operativo negativo della società, quindi la differenza tra il valore della produzione e il costo della produzione, che nel 2010 era di oltre 91 milioni di euro», rettifico il dato numerico: non si tratta di 91, ma di 21 milioni di euro: o si tratta di un errore di trascrizione, oppure ho citato male il numero e, quindi, me ne scuso.
Quanto alle risposte afferenti al Fondo pensioni e al Fondo di solidarietà, nonché alle altre questioni riguardanti soprattutto la parte statutaria che verrà consegnata nei prossimi giorni alle Autorità di vigilanza, ieri il commissario ha incontrato il professor Ornaghi, il Ministro per i beni e le attività culturali. Venerdì, invece, ha incontrato il sottosegretario Peluffo, che da pochi giorni ha la delega per l'editoria e la co-vigilanza sulla SIAE, unitamente a quella sui beni culturali.
Riguardo alle domande, parto rispondendo innanzitutto all'onorevole Zazzera. Questi, come riportato a pagina 44 del resoconto, facendo riferimento al bilancio 2009 del Fondo pensioni, sostiene che tale bilancio, secondo quanto risulta dagli atti, era in equilibrio e che, quindi, io avrei dovuto conoscerlo e controllarlo, essendo stato nominato il 26 ottobre 2009 (mentre il bilancio del Fondo pensioni è stato approvato nel novembre 2009).
Da questo punto di vista, desidero sottolineare che il consiglio di amministrazione della SIAE mi ha designato quale direttore generale il 26 ottobre del 2009, ma io ho preso servizio, dopo aver stipulato il contratto con la SIAE, il 15 dicembre 2009. Quello è stato il mio primo giorno di servizio, coincidente anche con una riunione del consiglio di amministrazione della SIAE. In tale consiglio di amministrazione si è parlato del bilancio SIAE e soprattutto del bilancio di previsione 2010. Io arrivavo allora e dovevo avere cognizione del bilancio di previsione SIAE del 2010 e non di quello del Fondo pensioni, che, mi permetto di ricordarlo, è una persona giuridica privata e autonoma rispetto all'ente SIAE.
Nel consiglio di amministrazione del Fondo pensioni ci sono tre consiglieri d'amministrazione, tra cui il presidente, designato dalla SIAE, e tre consiglieri di amministrazione, che sono invece eletti dagli iscritti al Fondo pensione. Questi ultimi si dividono in due categorie: quella più importante è composta da circa 570 persone che sono già pensionate, mentre l'altra comprende i cosiddetti iscritti attivi, che sono ancora in servizio, nel numero di 75 persone.
Nel corso di quei mesi mi sono reso conto di non essere convinto dell'equilibrio del bilancio tecnico attuariale del Fondo pensioni. Ritenevo, dopo averlo visto, una volta entrato in carica, che si basasse su valutazioni e assunzioni non realistiche e non ragionevoli, in particolare due, onorevole Zazzera.
La prima era afferente alla rendita di quel patrimonio, in quanto l'assunzione per tenere in equilibrio il bilancio attuariale, ossia il bilancio di previsione del fondo, sosteneva che il rendimento del patrimonio immobiliare fosse del 4 per cento l'anno.
L'analisi degli ultimi dieci anni del bilancio del fondo dimostra per tabulas che questo rendimento, quando ha raggiunto le punte massime, era dello 0,73 per cento. In alcuni casi, in particolare nell'anno 2010, tale bilancio è stato negativo addirittura dell'1 per cento, perché gli incassi per fitti attivi ammontavano a 2 milioni 200 mila euro e le spese per la manutenzione e per la gestione del patrimonio erano di 3 milioni 200 mila euro.

PIERFELICE ZAZZERA. Vorrei un chiarimento. La questione del 2010 è assolutamente


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vera, in quanto c'è stato il dato negativo. Mi risulterebbe, però, che in quell'anno tale dato negativo fosse legato a determinate manutenzioni di immobili in cui si era investito di più, ma nell'arco di un tempo più lungo. Tutti gli anni il bilancio tra le entrate e le uscite rispetto alla gestione degli immobili deve risultare sempre positivo.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Quell'anno, in particolare, per manutenzioni straordinarie si è registrato un dato pari a meno 1 per cento, ma anche negli anni precedenti il livello era pari a zero, o, al massimo - lo verificherà dall'esame degli atti che abbiamo depositato - dello 0,73 per cento. L'assunzione che faceva tenere in equilibrio il bilancio sembrava essere, almeno nello storico degli ultimi dieci anni, non ragionevole, perché rendeva al massimo lo 0,73 per cento negli ultimi dieci anni, mentre si basava su una presunzione di rendita del 4 per cento.
Il secondo elemento che mi faceva insospettire riguardava la valutazione del patrimonio immobiliare, che veniva valutato in 103 milioni di euro. Da che cosa nasceva il mio sospetto, non avendo ancora potuto esaminare le carte? Nasceva dal fatto che la perizia - lo rilevo con il massimo rispetto per il perito - era svolta non da una primaria società. Richard Ellis è sicuramente un perito costoso, ma è il leader mondiale dei valutatori immobiliari. Si tratta di una società che conta 30.000 dipendenti e 300 sedi in 50 Paesi in giro per il mondo, quotata alla Borsa di New York.
Tale perizia, su cui si basava l'equilibrio attuariale, era svolta da un geometra, il quale non aveva e non ha, secondo me, il requisito fondamentale del perito, quello di essere un soggetto terzo, in quanto è a sua volta conduttore di un immobile del Fondo pensioni. È come se io periziassi casa mia, onorevole Zazzera: francamente, la terzietà del perito ne sarebbe inficiata.
Tale elemento, però, emerge solo oggi dalle ulteriori carte che pochi giorni fa abbiamo trovato con riferimento all'ispezione COVIP. La stessa COVIP, l'Autorità di vigilanza sui fondi pensioni, nel 2007 sottolineava come le perizie non fossero state svolte da persone qualificate, un requisito richiesto dalla legge.

PIERFELICE ZAZZERA. Chiedo scusa, ma vorrei un chiarimento sulle perizie. A me risultano le perizie del geometra Giorgio Greco Tomassi, quello che ha svolto una prima valutazione di 100 milioni di euro e una seconda di 103 milioni di euro. Esiste, però, anche una perizia, che non ho trovato tra le sue carte, della K2 Real Estate, che comunque è una società importante, in cui il valore immobiliare che veniva indicato nel 2008 era di circa 90 milioni di euro.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Stavo completando la risposta.
Il terzo elemento è costituito dal fatto che la valutazione era effettuata a patrimonio libero: questi immobili, cioè, erano valutati 103 milioni di euro, come se fossero liberi, ma in realtà non erano liberi, bensì occupati. Tutte le valutazioni, sia quella della K2, sia, successivamente, quella disposta da me, una volta che sono diventato direttore del fondo, ed effettuata dalla società Praxi, ma anche quella della società Richard Ellis, sono unanimi nel concordare che il valore del patrimonio, in un range ragionevole - se disponiamo cento perizie, vengono fuori cento numeri diversi, ma è la forchetta l'elemento che ci dà la sensazione della misura, se le perizie concordano - si attestava intorno a 82 milioni di euro, a valore occupato.
Questi due numeri non avrebbero tenuto in equilibrio il bilancio. Tuttavia - concludo su questa parte, onorevole presidente -, chiesi, in particolare, come risulta dai documenti depositati, al consiglio di amministrazione, di poter operare una verifica tecnica, ossia un audit. Lo chiesi - come potete confrontare dal documento n. 20 (volume II, parte seconda, Fondo pensioni) depositato agli atti di questa Commissione - formalmente al consiglio d'amministrazione, per verificare


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se i pareri legali, i pareri fiscali, ma soprattutto la perizia - cito testualmente il verbale del consiglio di amministrazione - fossero da considerare attendibili.
Da questo punto di vista, il presidente del collegio dei revisori dei conti, che era ed è ancora uno dei revisori del Fondo pensioni, mi riferì che tale verifica da parte del direttore generale non era necessaria, perché il fondo era in equilibrio, era un soggetto autonomo e il direttore generale, che non era il direttore del fondo, ne doveva stare fuori. Questa è la risposta all'onorevole Zazzera.
Passerei ora alle risposte alle domande dell'onorevole Emerenzio Barbieri, con particolare riferimento ai quesiti dallo stesso posti alle pagine 40, 41 e 42 del resoconto stenografico, afferenti al direttore generale e alle sue deleghe.
L'onorevole Barbieri chiede, innanzitutto, dati relativi al mio contratto e ai miei emolumenti, tema rispetto al quale, presidente, non ho alcuna difficoltà a rispondere, come farò immediatamente. L'onorevole Barbieri chiede anche quale ricompensa annuale abbiano avuto i precedenti direttori generali successivi al periodo del commissariamento Masi. Poiché, presidente, al di là dei compensi dei miei predecessori, ci sono i loro nomi e, quindi, si tratta di dati contenuti in un contratto di diritto privato, che potrebbero essere dati sensibili, col suo permesso, a meno che la Commissione non ritenga diversamente, citerei i direttori con lettere e non con i loro nomi e cognomi, a loro tutela, trattandosi appunto di dati sensibili. Citerei gli anni, se condividete, ma valutate voi.

PRESIDENTE. Io non devo dare alcun tipo di permesso: non è previsto. Se poi lei ritiene di farlo, è sotto la sua responsabilità e lo può fare.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Dal momento che lo faccio sotto la mia responsabilità, li citerò per lettere e per anni di riferimento, mentre non ho difficoltà a utilizzare i miei dati. Presidente, solo con le carte si può rispondere in maniera esaustiva, ma anche per tabulas, perché le carte a volte parlano da sole.
Successivamente al commissariamento Masi - partiamo dal 2004, perché il professor Masi è stato commissario straordinario della SIAE dal 2000 al 2004 -, il primo direttore generale, che chiameremo X, è stato in carica pochissimi mesi. La SIAE ha poi ritenuto di licenziarlo per giusta causa. È in corso un contenzioso e su questo non entro nel merito.
X aveva, nel 2004, un compenso complessivo, tra retribuzione base e premio di risultato, di 250.000 euro, per quei nove mesi, anche se, da questo punto di vista e per completezza, bisogna segnalare che durante quel periodo furono effettuate - tale aspetto è a sua volta oggetto del contenzioso - spese di rappresentanza di quel direttore generale molto rilevanti, pari ad oltre 70.000 euro. In nove mesi fu una circostanza singolare: vi rientrarono affitti di aerei privati per andare a Sanremo - quella appena passata è la terza edizione di Sanremo dall'inizio del mio mandato e io, come direttore generale, non ci sono mai andato - e due Lancia Thema, che sono costate 15.000 euro, a disposizione ventiquattro ore su ventiquattro. Dunque, questi benefit indiretti vanno aggiunti al compenso di 250.000 euro, rispetto al quale è in atto un contenzioso con la società, perché X venne licenziato, secondo la società, per giusta causa.
Il secondo direttore generale, che chiameremo Y, è rimasto in carica dal 6 ottobre 2005 al 5 ottobre 2007 e aveva un compenso complessivo, tra retribuzione base e premio di risultato, di 278.000 euro. È stato poi «esodato» con un compenso di incentivo all'esodo di 207.000 euro, a cui si sono aggiunti 100.000 euro di ferie arretrate non godute dal direttore generale Y, che, contrariamente a X, era un dipendente di ruolo della società. Cessato il suo contratto, Y è andato legittimamente in pensione.
Il terzo direttore generale che mi ha preceduto, che chiameremo Z, è stato incaricato dal 9 ottobre 2007 all'8 ottobre 2009. Questo direttore generale non aveva


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un contratto organico ma, mi permetto di riferirlo, quattro contratti, di cui il primo afferente alla sua retribuzione base di 300.000 euro, uno afferente al premio di risultato di 125.000 euro, uno afferente all'indennità come datore di lavoro per 55.000 euro. Era un dirigente di ruolo della società, in aspettativa come dirigente di ruolo, e in uno dei quattro accordi separati che aveva con la società era previsto che fosse lui a poter decidere, se non fosse stato riconfermato come direttore generale, se tornare a essere un dirigente di prima fascia stipendiale della società - i dirigenti di prima fascia hanno stipendi tra i 200.000 e i 250.000 euro lordi l'anno - oppure se scegliere di andarsene in pensione, perché aveva maturato i requisiti.
Ha compiuto quest'ultima scelta, ma, nell'ambito di una transazione, gli sono stati riconosciuti 500.000 euro di incentivo all'esodo, a cui si sono aggiunti i 100.000 euro di consulenza e 300.000 euro di ferie non godute - evidentemente da quando era un giovane funzionario, perché aveva 165 giorni di ferie non godute - a cui si aggiungono 80.000 euro di TFR per il biennio in cui è stato direttore generale. Complessivamente, l'emolumento, al di là delle cifre di cui ho parlato relative all'esodo, era di 480.000 euro lordi l'anno nel 2007.
Devo ancora una volta affermare - l'ho comunicato nel corso dell'audizione informale, ma questa, presidente, è l'audizione formale e, quindi, il dato va ribadito e sottolineato ancora una volta - come la SIAE non sia una società che grava, neanche per un centesimo di euro, sulla finanza pubblica. Anche questo documento è agli atti depositati presso la Commissione. A stabilirlo sono una legge dello Stato, una sentenza del TAR, diversi pareri delle Autorità vigilanti, ma, soprattutto, l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che ha escluso la SIAE dalla finanza pubblica. In particolare, oltre alla legge n. 2 del 2008, anche la legge n. 196 del 31 dicembre 2009, ossia la legge di contabilità e finanza pubblica, esclude formalmente la SIAE dalla gestione economica e finanziaria del comparto della finanza pubblica.
Chiarito, dunque, che tutti gli stipendi di SIAE, da quello del commesso a quello del direttore generale, non gravano neanche per un centesimo di euro sull'erario dello Stato, ossia sui cittadini italiani, ma vengono pagati con risorse private, veniamo a considerare il mio emolumento, dopo aver svolto due premesse. Anche di questo elemento ho parlato nell'audizione informale, ma è giusto e opportuno ripeterlo in quella formale. Contrariamente a tanti altri colleghi ex direttori generali, o ancora direttori generali dello Stato italiano, andando a ricoprire un incarico certamente più remunerato rispetto a quello che ricoprivo nella pubblica amministrazione, non ho ritenuto, come sarebbe stato legittimo, usufruire della possibilità prevista dalla cosiddetta legge Frattini, la quale venne emanata quando l'onorevole Frattini era Ministro della funzione pubblica. Essa prevede la possibilità per i dirigenti dello Stato di collocarsi in aspettativa e poi di assumere un altro incarico e rientrare, quando tale incarico è finito, nell'amministrazione.
Io ho ritenuto giusto e corretto, dopo aver svolto per sei anni, credo con benefici per l'erario dello Stato italiano, la mia funzione di direttore generale per il cinema, rassegnare le mie dimissioni. Contrariamente agli ultimi due direttori generali della SIAE, che, lo ripeto, sono andati legittimamente in pensione, se lavorerò male e il mio contratto non verrà confermato, non potrò rientrare nell'amministrazione di appartenenza e dovrò, quindi, cercarmi un altro lavoro.
Ciò premesso e sottolineato rispetto al mio predecessore, il mio contratto base non è, purtroppo, come è stato riferito all'onorevole Barbieri - non dall'onorevole Barbieri, il quale cita cifre che gli sono state riferite - di 470.000 euro, ma di 435.000 euro. Il premio di risultato non è di 100.000 euro, ma è superiore, di 150.000 euro.
Che cosa ha fatto, però, il direttore generale della SIAE, avendo preso cognizione


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che la società era in uno stato di crisi, secondo quanto dispone il decreto del Capo dello Stato che dà come primo obiettivo al commissario, alla gestione commissariale, quello di risanare? Intanto, per il 2010 ho effettuato quanto una legge dello Stato ha imposto ai miei colleghi della pubblica amministrazione, ossia ho tagliato unilateralmente il mio compenso base del 5 per cento e quello di risultato del 10 per cento.
Mentre il direttore Z ha avuto sempre un riconoscimento di quel premio di risultato a fronte di obiettivi che sono stati molto vicini, onorevole Barbieri, al mio cognome, cioè molto blandi, io ho accettato dal consiglio di amministrazione obiettivi particolarmente difficili, tanto che nel 2010 non li ho raggiunti integralmente e il premio di risultato, che unilateralmente avevo tagliato, non mi è stato corrisposto per intero. Non mi sono stati corrisposti, cioè, 135.000 euro lordi, ma l'83 per cento della cifra, perché non avevo raggiunto alcuni obiettivi di risparmio e di risanamento per il 2010.
Mi sono applicato questo ulteriore taglio anche per l'anno 2011. Sottolineo, inoltre, che ho applicato un taglio ancora più rilevante per gli ultimi due anni del mio contratto, il 2012 e il 2013. Ho rinunciato il 6 ottobre 2011, con un atto formale che ho trasmesso al commissario straordinario, al 90 per cento del mio premio di risultato, confermando il taglio del 5 per cento alla mia posizione base. Attualmente, quindi, il mio compenso è inferiore di circa 40.000 euro rispetto a quello del mio predecessore.
Un altro dato da sottolineare alla vostra attenzione riguarda i risultati raggiunti dai miei predecessori. Per il direttore generale X non sono valutabili, perché nove mesi sono troppo pochi e non hanno inciso né in un senso, né in un altro, ma il delta, ossia il risultato operativo/negativo della società, era in quel periodo, per il direttore X, di 21 milioni di euro.
Nel biennio del direttore generale Y il deficit era addirittura aumentato a 34 milioni di euro e, quindi, le spese sono state molto superiori alle entrate per la SIAE.
L'ultimo mio predecessore ha avuto un deficit operativo sempre tra i 20 e i 21 milioni di euro.
Nei due anni di attività, anche grazie agli interventi disposti dal commissario e dai subcommissari, ma da me proposti per la maggior parte, il deficit operativo della società si è ridotto del 50 per cento, scendendo a circa 10 milioni di euro. Spero e credo che a regime, cioè alla fine dell'anno 2012, si ridurrà strutturalmente di circa 12 milioni di euro, ovvero di oltre il 60 per cento.
Questi sono i risultati, che sono stati maturati anche dal punto di vista degli incassi, perché comunque, in questi due anni, probabilmente perché sono fortunato, onorevole Barbieri - lei, che è un signore colto, sa meglio di me che Napoleone Bonaparte affermava che talvolta è meglio un generale fortunato che un generale bravo -, non solo abbiamo tenuto in un momento di mercato particolarmente difficile, ma su alcuni proventi, in particolare su quelli derivanti dall'equo compenso della copia privata, abbiamo anche avuto incrementi del 150 per cento. Ciò è stato possibile anche grazie al legislatore, il quale ha approvato una norma che finalmente riconosce agli autori e agli editori italiani un equo compenso, non ancora ai livelli dei grandi Paesi europei, ma più vicino a un principio di giustizia sostanziale rispetto all'equo compenso.
Un'altra delle tante risposte che le devo riguarda il cosiddetto superpremio a me spettante in caso di mancata riconferma, che le è stato riferito essere pari a 2 milioni di euro. Purtroppo per me, non è così. L'incentivo all'esodo, nel caso in cui non venissi confermato, era di 500.000 euro, quando ho firmato il contratto il 15 dicembre del 2009. Poi, già il 2 febbraio del 2010, con una nota che ho trasmesso all'allora presidente del consiglio di amministrazione, avvocato Giorgio Assumma, il quale aveva avuto dal Consiglio l'incarico di migliorare tali previsioni contrattuali a favore della società, è avvenuto


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quanto segue. Leggo testualmente: «Caro presidente, ti confermo il mio consenso ad accettare che l'importo specificamente previsto sia stabilito e ridotto in euro 300.000».
Qualora la società non mi dovesse confermare, avrò, dunque, una buonuscita di 300.000 euro, la quale non copre neanche un anno di compenso ed è, quindi, molto inferiore a quella del mio ultimo predecessore, che, come vi ho riferito, ha percepito un compenso di un milione di euro.
Mi permetto anche, presidente, di rispondere all'onorevole Giuseppe Gianni, il quale aveva sottolineato - da un lato credo di avergli già risposto - che i nostri stipendi non derivano da risorse pubbliche. L'onorevole Gianni, però, faceva riferimento a tante altre società vigilate dallo Stato o addirittura di proprietà dello Stato, ragion per cui ho cominciato anch'io a svolgere alcune ricerche per capire se ci fosse una possibilità di comparazione.
Da questo punto di vista, mi ha aiutato - e di ciò ringrazio - il Corriere della sera, che ieri ha pubblicato un articolo specifico su questo punto, in particolare su società che sono di titolarità dello Stato, quali RAI, Poste italiane, Fintecna, Ferrovie dello Stato Spa, che è società diversa da quella delle altre ferrovie, e Invitalia.
Quando si parla di compensi, bisogna capire su quale base vengono stabiliti, ossia quali sono i criteri e i parametri. A livello nazionale, ma credo anche a livello internazionale, essi comprendono innanzitutto il valore della produzione della società e le responsabilità che si richiedono ai vertici apicali della società. Ho scoperto, ma evidentemente sono un cattivo negoziatore del mio contratto, che almeno tre delle società citate nell'articolo del Corriere della sera, che sono, lo ripeto, di proprietà dello Stato italiano, cioè Ferrovie dello Stato Spa, Fintecna e Invitalia, hanno valori di produzione molto inferiori a quelli della SIAE. La SIAE ha un valore di produzione di 176 milioni di euro, Ferrovie dello Stato Spa di 153 milioni, Fintecna di 151 milioni e Invitalia addirittura della metà, ossia 81 milioni di euro. Ho scoperto anche che i miei colleghi hanno stipendi doppi a carico dell'erario dello Stato. Lo rilevo per correttezza e completezza di informazione dovuta a questa Commissione.
Onorevole presidente, per cercare di essere completo nelle risposte, ho cercato di capire se fossi io strano. Dal momento che nel nostro Paese c'è tanta crisi, ho pensato di non essere il solo che, per dare l'esempio, si tagliasse lo stipendio.
Anche da questo punto di vista ho svolto una piccola ricerca per non essere autoreferenziale e non ho trovato altri che lo abbiamo fatto, né nelle società che ho citato poco fa, né in altre. Ho trovato, però, e mi permetto di segnalarlo all'attenzione della Commissione, un interessante articolo, purtroppo un poco datato, del 4 febbraio del 2009, di un economista di valore, Marcello Foa, intitolato Quei manager che si tagliano lo stipendio. I manager di alcune grandi società giapponesi si sono ridotti lo stipendio del 30 per cento, mentre in Italia è avvenuto solo nel gruppo Sole 24 Ore, con lettera firmata dal direttore De Bortoli e dall'amministratore, i quali hanno dato l'esempio, riducendosi di un quarto lo stipendio.
Mi fa piacere di essermi messo anch'io, riducendomi di un quarto lo stipendio, sulla linea di signori molto più autorevoli di me. Foa conclude affermando che «è il capo che mostra la via assumendosi in prima persona i sacrifici richiesti: io lo chiamo capitalismo responsabile e mi piace moltissimo».
Un'altra risposta che devo all'onorevole Zazzera, perché afferisce alle mie competenze gestionali - riguardo alle altre domande, verranno fornite ulteriori risposte, scritte e molto più puntuali, da parte dei subcommissari -, riguarda il fatto che probabilmente, come sostiene l'onorevole Zazzera, se avessimo atteso un po' di tempo prima della conversione in legge del decreto-legge cosiddetto «salva-Italia», il valore di questi immobili sarebbe potuto essere più alto e, quindi, avremmo potuto generare plusvalenze maggiori. Purtroppo non è così, perché, quando su un bene


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gravano più tasse, tale bene tendenzialmente si deprezza, a meno che non sia un attico in Piazza di Spagna.
Anche in questo caso mi soccorre, proprio per non essere autoreferenziale, il Corriere della sera, che, commentando la manovra Monti e, in particolare, i provvedimenti relativi agli estimi catastali, scrive: «Il provvedimento potrebbe avere conseguenze non irrilevanti su un mercato immobiliare già in difficoltà. Tassare gli immobili significa abbassare le performance di circa un punto e rendere poco appetibili gli investimenti».
Aggiunga a questo, onorevole, che c'è una stretta nel credito, soprattutto per le nuove generazioni, ragion per cui i giovani che si vorranno comprare casa avranno sempre più difficoltà ad accedere al credito bancario. Aggiunga anche che la pressione fiscale sugli immobili è divenuta e diverrà sempre più rilevante. Uno dei più autorevoli operatori italiani sostiene che la stima per il 2012 di discesa del valore degli immobili è probabilmente tra il 25 e il 35 per cento, ragion per cui credo che averli messi in sicurezza sia un fatto positivo.
Con riferimento, ancora, alle domande poste dall'onorevole Barbieri rispetto ai dirigenti assunti dall'esterno, lei ha già citato i nomi e i cognomi, che sono quelli reali e, quindi, non c'è bisogno di alcuna tutela di privacy nei confronti di alcuno. Lei ha citato, in particolare, il dirigente del servizio finanza assunto dall'esterno, il dottor Valerio Rotondo, il dirigente delle relazioni sindacali, il dottor Gianfranco Cerasoli, il dirigente dei servizi e sistemi informativi, l'ingegner Gaetano Cataldo, e il dirigente del servizio sviluppo, organizzazione e metodo, il dottor Alessandro Bracci.
In merito, devo svolgere alcune puntualizzazioni. Nel momento in cui il consiglio di amministrazione e l'assemblea della SIAE, che all'epoca erano gli organi vigenti, approvava il Piano industriale della società, in tale Piano venivano rilevate da parte mia, sentito il Consiglio direttivo composto dai dirigenti generali della società, che, unitamente al direttore generale, dovrebbero sviluppare le strategie aziendali interne anche per quanto riguarda le politiche del personale, talune carenze.
La prima riguardava il fatto che stava andando in pensione il direttore del servizio finanza, il dottor Potito Silvestri e che sulla finanza la SIAE aveva avuto, in un passato recente, alcune criticità. Si pensi alla vicenda Lehman Brothers: la SIAE aveva comprato 40 milioni di euro di obbligazioni e tali obbligazioni, per la vicenda nota, su cui non vi annoio né vi faccio perdere tempo, si erano ridotte a 3 milioni, perché Lehman Brothers era fallita. Si avvertiva, dunque, la necessità di avere un servizio finanza sempre più strutturato ed efficiente.
Da questo punto di vista, proprio per evitare errori, abbiamo innanzitutto cercato all'interno una professionalità che avesse una particolare predisposizione per il servizio finanze, che sapesse utilizzare Bloomberg - noi, come leggete dai nostri bilanci, abbiamo una liquidità che non è nostra, ma dei nostri associati e, quindi, trattandosi di soldi degli altri, come dice Danny De Vito in un famoso film, bisogna starci particolarmente attenti -, al fine di monitorare costantemente il mercato per capire il suo andamento e individuare se i danari che erogavamo alle diverse banche che ce li chiedevano fossero messi in sicurezza rispetto a tali soggetti bancari e rispetto a quanto Banca d'Italia o altri organismi internazionali indicassero in merito all'affidabilità di tali banche.
Abbiamo affidato, dunque, a una società di cacciatori di teste, individuata dal consiglio di amministrazione e non dal direttore generale, una ricerca di mercato. Da questa ricerca sono state selezionate sei persone e un gruppo di valutazione composto dal direttore generale, dai due vicedirettori generali e dal direttore apicale, il dottor Spampinato, responsabile del bilancio, della finanza e dell'amministrazione, che ha selezionato una di questa sei persone, il dottor Rotondo, che, peraltro, nella sua vita precedente, era stato l'advisor della Cassa dei dottori commercialisti e dei ragionieri, una persona particolarmente qualificata.


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Per quanto riguarda il dottor Cerasoli, la stessa società, la Molza & Partners di Bologna, ha individuato sei figure. In quel Comitato, però, quando tra le sei candidature è emerso il nome del dottor Cerasoli, io non ho più partecipato, proprio perché, avendo passato molti anni, otto dei ventisette in cui ho lavorato per lo Stato italiano, al Ministero per i beni culturali, ben conoscevo il dottor Cerasoli. Non potevo partecipare, dunque, alla selezione, perché, conoscendolo, sarei stato di parte. Essa è stata effettuata - anche su questo punto ci sono verbali e atti del Comitato - dai due vicedirettori generali e dall'allora responsabile del personale.
Lei ha sottolineato un aspetto etico, onorevole. Non entro nel merito, ma mi permetto solo di segnalare che l'attuale presidente di Poste Italiane proviene dal sindacato. Tantissimi parlamentari, autorevolissimi, vengono da tale contesto.

EMERENZIO BARBIERI. Direttore, abbiamo visto anche il reddito dell'attuale presidente di Poste Italiane, che è di 635.000 euro. È bello fare il sindacalista e poi andare a ricoprire quei ruoli.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Non entro nel merito, onorevole. Non è questo il mio compito. Devo sottolineare, però, che l'attività del dottor Cerasoli ha prodotto risultati molto importanti per l'azienda: in sei mesi, infatti, è stato firmato il nuovo contratto dei dirigenti, che era bloccato da dieci anni. In merito ringrazio personalmente non il dottor Cerasoli, ma i dirigenti, perché hanno dimostrato un grande senso di responsabilità, accettando di subire il blocco delle retribuzioni per tre anni, di avere meno tutele e di essere veri dirigenti di aziende, mettendo anche a rischio, sulla base dei risultati che otterranno, i loro posti di lavoro.
In due mesi il dottor Cerasoli, dunque, ha stipulato il nuovo contratto con gli agenti mandatari, che è stato firmato dal 100 per cento di essi. Si tratta di risultati reali. Inoltre, il 5 aprile ha avviato, insieme a me, una trattativa con i sindacati del personale dipendente, producendo un contratto organico, come proposta della società. Le trattative sono in corso e ci auguriamo di poter raggiungere, anche col personale dipendente, che pure ringrazio - si tratta di tantissime e altissime professionalità -, un risultato di equilibrio che tuteli i posti di lavoro e consenta, però, all'azienda di trovare il giusto punto di equilibrio.
Da questo punto di vista, mi fa piacere riferire a tutti voi che da ieri, su incarico del commissario straordinario e proprio per rendere più serene le trattative che hanno accusato rilevanti criticità - l'ho comunicato nel corso della precedente audizione - come le denunce ex articolo 28, su cui poi i magistrati hanno deciso in favore mio e della società, il che però non è afferente, abbiamo avviato, proprio per dare un segnale del fatto che i risparmi generati e l'attività svolta debbano portare risultati, la stabilizzazione, che effettueremo entro il mese di aprile, di 70 lavoratori precari, che sono da 5-6 anni in SIAE.
Credo che questo sia - mi permetto di osservarlo - uno dei valori aggiunti socialmente rilevanti che il commissariamento porterà. Si tratta di 70 ragazzi e ragazze che finalmente avranno un posto di lavoro stabile. Sono i nostri tecnici musicali, ma anche tanti giovani che lavorano in questo senso. Mi auguro che nella conversione del decreto-legge facciano lo stesso anche molte aziende, perché nel decreto-legge «Salva-Italia» una delle piccole luci è proprio il beneficio che le aziende traggono se assumono giovani e investono su di essi.
Mi ero dimenticato di riferire che anche il dottor Rotondo ha raggiunto risultati molto importanti, sia perché abbiamo chiuso con oltre 2 milioni di euro di plusvalenze la parte relativa alla finanza per il 2010, sia, soprattutto, perché - e anche per questo ringrazio il commissario e i subcommissari - la SIAE, contrariamente a tante società che hanno grande liquidità, non ha comprato, come pure avrebbe «dovuto», seguendo il parametro solo ed esclusivamente dei rating, titoli di


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Stato tedeschi. Abbiamo, invece, sostenuto il nostro Paese, come era nostro dovere, acquistando con la liquidità della SIAE, proprio nei mesi scorsi, oltre 100 milioni di titoli di Stato italiani. Credo che ciò sia importante, perché la SIAE vive e lavora nel nostro Paese e deve sostenerne il rilancio.
Faccio ora riferimento alla dottoressa Gambini. Uno dei cuori del progetto del Piano industriale è proprio lo sviluppo dei processi. Era una casella che non esisteva nella SIAE e che serve a razionalizzare i processi. Come è stata operata la scelta? La dottoressa Gambini lavorava già da sei anni nella SIAE, ben prima rispetto al mio arrivo, e per una società che svolgeva una consulenza sui sistemi e sull'organizzazione. Poiché la dottoressa era andata via da quella società e conosceva bene i meccanismi della SIAE, dopo sei anni era quasi interna a SIAE, abbiamo scelto lei, perché è un'ottima professionista, che aveva dimostrato, ben prima del mio arrivo - io non la conoscevo - di lavorare bene per la SIAE.
Ancora, il dottor Bracci del settore sviluppo, organizzazione e metodo, era una delle caselle nuove del Piano di ristrutturazione della società.
Da ultimo, cito l'ingegner Cataldo, che ha lavorato per diverse società e per la consulenza informatica della SIAE per oltre trent'anni. Conosce, dunque, benissimo la SIAE. Noi avevamo l'esigenza di liberare un dirigente apicale, che era anche direttore dei sistemi formativi ad interim, il dottor Brunetti, uno dei dirigenti che meglio e più conoscono la SIAE, per seguire e monitorare l'attuazione del Piano industriale, che non deve rimanere sulla carta, ma deve essere attuato per ristrutturare e rilanciare la società. Abbiamo, pertanto, operato quel tipo di scelta.
Si tratta di cinque dirigenti che, tuttavia, non sono come gli altri dirigenti della SIAE, che pure ho ringraziato, a tempo indeterminato, ma a tempo determinato. Le cinque persone che ho citato e che lei citava, onorevole, nel porre i suoi quesiti, hanno contratti di quattro anni. Se non lavoreranno bene o se l'azienda non sarà soddisfatta, questa se ne potrà liberare, contrariamente ai dirigenti di ruolo, che sono a tempo indeterminato.
Aggiungo un'ultima informazione, che è importante. Quando sono arrivato alla SIAE, i dirigenti apicali di prima fascia con stipendi al di sopra di 200.000 euro erano dodici, contrariamente alle previsioni statutarie, che ne individuano al massimo cinque, perché l'azienda ha anche una sua fantasia. Non le chiamava «divisioni», ma «aree», però le posizioni stipendiali erano di prima fascia. Adesso li abbiamo riportati da un mese a cinque, come prevede lo Statuto della società.
I dirigenti di seconda fascia erano sessanta e, anche in quel caso, senza compiere alcuna strage sociale, ma accompagnando all'esodo e alla pensione, abbiamo ridotto le posizioni dirigenziali, che erano ridondanti ed eccessive, da 60 a 45. Le posizioni complessive dirigenziali sono state, quindi, ridotte di 21 posizioni e ne abbiamo innestate cinque, ma solo con contratti a tempo determinato per specifici obiettivi.
Presidente, ho terminato la parte che riguarda me, augurandomi che vorrete valutare la possibilità di sentire i subcommissari, che devono rispondere ad altre domande, e, soprattutto, il commissario, che tiene veramente a essere presente.
Rispondo a un intervento, che non è proprio nelle mie competenze, ma che mi ha colpito in maniera particolare, svolto dall'onorevole Giulietti rispetto alla necessità di essere particolarmente attenti ai problemi della rete e ai punti di equilibrio. Non semplifico, ma vado a braccio. Ci invitava a non fare i questurini, riferendosi ad alcune attività ispettive sulla SIAE, e a stare attenti, perché bisogna raggiungere il giusto punto di equilibrio in una materia delicatissima.
Sono d'accordo con lei in questo senso. Da due anni ho dato indicazioni ai miei uffici, ma ho anche considerato che la SIAE, prima del mio arrivo, era una sorta di torre eburnea in cui nessuno entrava. Abbiamo pubblicato i bilanci della SIAE sul nostro sito. Purtroppo, ieri ho cercato


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i bilanci di Invitalia, ma non sono pubblicati sui loro siti, sebbene tale agenzia gestisca risorse pubbliche.
Al di là di questo aspetto, abbiamo aperto una pagina su Facebook e una su Twitter, dove, come ho già forse riferito nel corso dell'ultima audizione, riceviamo soprattutto insulti, perché gli utenti spesso non hanno la cultura del diritto d'autore e, quindi, la SIAE è vista come un gabelliere, come una tassa. È difficile far comprendere all'utente che l'equo compenso va pagato agli autori che pensano ai contenuti e agli editori che investono nella produzione dei contenuti. Senza questo pensiero creativo e questi investimenti, i nostri tablet e i nostri computer sarebbero pezzi di latta senz'anima.
Mi permetto di segnalare alla sua attenzione, onorevole, ma anche a quella dei suoi onorevoli colleghi, un articolo di due giorni fa di Gianni Riotta. Non so se lei abbia avuto modo di leggerlo su La Stampa, ma, le dico la verità, mi ha preoccupato, prima ancora che come direttore generale, come cittadino e come padre. Magari lo deposito agli atti, in modo che gli onorevoli parlamentari a cui può essere sfuggito lo possano leggere. Riotta scrive che questa libertà già non c'è più, perché i grandi Internet provider e i grandi motori di ricerca sanno tutto della vita nostra, dei nostri figli, della nostra posta elettronica. Temo che questa libertà non esista più e che il problema non sia risolvibile a livello nazionale. Questa, onorevole, è solo una modesta opinione personale.
Ho concluso. Ringrazio tutti per la cortesia e per la pazienza. Resto a disposizione per questioni di mia competenza e ringrazio ancora, presidente, per l'attenzione.

PRESIDENTE. Direttore Blandini, a seguito di un riscontro effettuato dai nostri uffici, confermo che la cifra da lei pronunciata nel corso dell'audizione della scorsa settimana, e riportata nel resoconto stenografico, è «91 milioni di euro».

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Ho sbagliato, presidente, e chiedo scusa: volevo dire «21 milioni».

PRESIDENTE. Va bene. Prima di dare la parola ai deputati presenti vorrei presentare i parlamentari che sono arrivati nel frattempo, ossia l'onorevole Giulietti del gruppo Misto, l'onorevole Bonaiuti del PdL, gli onorevoli Lainati, Giro e Mazzuca del PdL, l'onorevole Rampelli del PdL, gli onorevoli De Torre, Coscia, Rossa, Pes, De Pasquale, Mazzarella del PD, l'onorevole Vannucci, che volentieri ospitiamo nella nostra Commissione, gli onorevoli Carra e Carlucci dell'UdC.
Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

PIPPO GIANNI. Grazie, presidente. Lei mi consentirà di ringraziare veramente di cuore il dottor Blandini, perché mi ha illuminato. Da mesi e mesi sono stato colto dall'incubo di rappresentare la casta e di non saperlo. Non sapevo perché fossi considerato una casta. Mi ponevo questa domanda tutti i giorni: perché mi chiamano «casta»? Non sono una ragazza. Finalmente l'ho capito e la ringrazio. Lei stamattina ha squarciato il velo di Maya che mi ha creato pesanti dubbi e incertezze.
Non parlerò dei cacciatori di teste, né delle persone che avete assunto e dei consulenti. Non ne parlerò. Mi dispiace che lei prenda all'anno 40.000 euro in meno rispetto agli altri suoi colleghi: i 10 milioni di debiti che ha quest'azienda avrebbero forse preteso uno sforzo in più, in un momento difficile come quello che attraversiamo.
Non so che cosa sia l'equo compenso. Sono un po' ignorante, vengo dalla periferia. Certo, ho alcuni dubbi, ragion per cui proporrò anche di presentare una risoluzione per porre fine all'incresciosa vicenda per cui 450.000 persone, ogni anno, percepiscono stipendi che vanno da 150.000 a un milione di euro e che 250.000 persone, ogni anno, percepiscono una pensione che va da 5.000 a 80.000 euro al mese.
Poi sono io la casta! Finalmente stamattina so che non sono la casta e sarei grato al dottor Blandini se potesse comunicarlo anche all'esterno, in modo che


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coloro che sono dietro i suggeritori della casta ne prendano atto e spostino il mirino dalla politica a quanti giocano con e sulla politica per farsi i fatti loro.
Svolta questa premessa, volevo porle alcune domande. Sono stati richiesti numerosi elementi documentali che, anche alla luce della disamina dei file digitali depositati, non sono disponibili. Si pensi al bilancio preventivo 2012. Ci auguriamo che la SIAE abbia potuto prendere nota delle richieste formulate nella seduta del 15 febbraio scorso e che abbia fornito la documentazione richiesta, che fino a ieri non sembrava essere giunta.
Nel corso dell'audizione del 15 febbraio, molti interrogativi che sono stati posti non hanno potuto ottenere risposta, a causa della limitatezza del tempo che la SIAE ha avuto a disposizione per rispondere. I principali quesiti emersi in questa prima fase dell'indagine conoscitiva sono, a titolo riepilogativo, riassumibili come segue, per sommi capi, rinviando al resoconto i dettagli dei numerosi altri quesiti che sono stati posti.
Quanto al bilancio preventivo, il sub-commissario Scordino ha parlato di un miracolo gestionale nel periodo di gestione commissariale, che potrà condurre a un bilancio 2012 finalmente positivo. Si tratta di frasi che ormai si susseguono anno per anno, ma che, dal passato a oggi, non hanno trovato alcuna possibilità di essere realizzate e concretizzate. È un'affermazione che ci fa piacere sentire, ma non è stato possibile visionare il bilancio preventivo 2012, di cui vi è traccia solo nel verbale del Consiglio dei sindaci del 22 novembre del 2011.
Peraltro, ci si chiede se i sub-commissari, il 30 gennaio del 2012, successivamente al verbale del Collegio dei sindaci, nella riunione con la base associativa abbiano pubblicamente affermato che non avevano l'obbligo di redigere il bilancio preventivo. La questione del bilancio preventivo è, dunque, piuttosto curiosa. È opportuno che la Commissione cultura possa disporre del bilancio preventivo approvato, di cui hanno preso visione i sindaci, come abbiamo già affermato e sappiamo, con tutte le relative relazioni e le voci di dettaglio. È indispensabile poterne disporre con anticipo, in modo da esaminare i documenti e da formulare le richieste di chiarimento ai Commissari.
Sull'operazione di conferimento degli immobili della SIAE e del Fondo pensione, con i Fondi Norma e Aida - è un altro dubbio che abbiamo; da più parti sono emerse tali perplessità - e sulla natura di tale operazione, i subcommissari e i direttori generali hanno parlato di una notevole plusvalenza. Non sono chiari la natura di questa plusvalenza e l'impatto netto sul bilancio della SIAE.
Sicuramente tutte le problematiche relative agli oneri accessori saranno state valutate dal management della SIAE. In passato troppe operazioni sono state rese vane dalla scoperta di oneri che non erano stati evidenziati o previsti. Sarebbe utile se, per comprendere l'operazione in esame, se ne portasse una dettagliata analisi all'attenzione della Commissione. Non è, infatti, chiaro quanto ci guadagneranno la società Sorgente Group, la Società Richard Ellis e l'Allianz, perché non sono stati prodotti i relativi contratti, atteso che è inimmaginabile che tali partner non ne traggano un adeguato ricavo (mi pare ovvio): quali sono le parcelle già pagate o previste per la gestione dell'operazione?
Sorgono, poi, dubbi molto seri sulla reale efficacia dell'operazione proposta, poiché è evidente che non si crea valore nel senso sostanziale del termine. Sembra che si tratti solo di plusvalenze contabili, che, però, determinano costi reali. Non è facile svolgere un'analisi, perché il documento centrale dell'intera vicenda, pressoché illeggibile, presidente, anche nella versione digitale, è solo un prospetto numerico, di cui si avverte il bisogno di una spiegazione scritta, chiara ed esauriente.
Fin da ora, però, emergono costi enormi legati all'operazione, quali l'affitto di 11 milioni di euro all'anno che la SIAE dovrà pagare al Fondo Norma (praticamente a se stessa: non si capisce bene quale sia la motivazione), l'imposta di registro per 4,8 milioni di euro, l'agenzia di vendita per 400.000 euro, il property manager


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per 400.000 euro all'anno e il management fee per 1,3 milioni l'anno.
La domanda è: chi riscuote? Che cosa fa? Si tratta di soldi che andranno alla stessa società Sorgente che ha approvato il business plan? Per non parlare di altre voci di costo, come, per esempio, consulenti, esperti indipendenti, Comitati e via elencando, fino all'incredibile cifra di interessi passivi per i quali arriviamo a oltre 40 milioni di interessi da pagare in dieci anni.
Analoghe questioni si pongono, ovviamente, per il Fondo Aida. In sostanza, non si produce nulla che generi reddito vero, solo un'operazione mediata da fondi immobiliari per generare plusvalenze contabili. Si producono, invece, costi veri per diverse decine di milioni di euro. Molti di essi, quali quelli per il property management e il management fee, di cui, peraltro, non è chiara la natura, andranno a terzi scelti senza evidenza pubblica.
Analogamente, sembrerebbe - uso il condizionale, perché i dati si «intravedono» nel citato documento - che ci siano costi per l'agenzia di vendita non solo per il Fondo Aida, i cui immobili provengono dal Fondo pensioni e, come si è affermato, prima o poi sarebbero stati venduti, ma anche e incredibilmente per gli immobili della SIAE apportati nel Fondo Norma. Non si era riferito che la SIAE sarebbe rimasta proprietaria dei suoi immobili?
Passo al terzo punto: a più riprese si è parlato di bilanci precedenti della SIAE, su cui gli stessi Commissari hanno espresso serie critiche. Non è chiaro quali siano le criticità che il direttore generale e i Commissari hanno rilevato. Sarebbe opportuno, a questo punto, anche per sfuggire a tale indeterminatezza, che getta luce sinistra basata solo su ombre delle precedenti gestioni, che si fornisse alla Commissione un prospetto ragionato sulle situazioni trovate che non funzionavano.
Concludo con il quarto e ultimo punto. Il rapporto tra l'amministrazione della SIAE e quella del Fondo pensioni di che natura era? Era di autentico vassallaggio? In tal caso, non sembra sufficiente prendersela con il vecchio management del Fondo pensioni. Appare indispensabile capire quali fossero i criteri di assegnazione in locazione degli immobili, perché, se è vero che con il decreto cosiddetto milleproroghe ci sono impossibilità di affitto, in questo contesto mi pare che gli affitti fossero regalati.
Solo per citare un esempio, dall'esame della documentazione successivamente depositata sembrerebbe che un'unità immobiliare, per l'esattezza in via Flaminia n. 786, interno 4, scala A, sia stata data in locazione dal Fondo pensioni ad alcuni congiunti di un consigliere d'amministrazione: non si tratta di un politico, perché, se fosse stato un politico, avremmo potuto avere problemi. Si chiede se vi siano altri immobili locati a parenti di amministratori o a collaboratori della SIAE, anche professionisti esterni, con quale logica siano stati selezionati gli inquilini e se sia stata effettuata una valutazione di congruità dei canoni da parte del Fondo pensioni prima e dei Commissari adesso.
Concludo con la richiesta che sia presentata una risoluzione, se possibile, da inviare al Presidente Monti perché nessuno possa avere uno stipendio superiore a 250.000 euro l'anno. In un momento difficile come questo, per evitare di «grecizzarci» tutti, sarebbe opportuno che non solo ai deputati, che sono la casta di serie B, si possano pagare 5.000 euro in meno al mese di stipendio. Altrimenti tutto torna all'antico censo, per cui la politica può essere condotta solo da chi ha i soldi ed è ricco. Per evitare che ciò avvenga, facciamo in modo che ci sia, come ha sostenuto il direttore Blandini, un equo compenso.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gianni. Prima di dare la parola agli altri parlamentari desidero precisare che, in vista dell'eventuale prossima audizione, non sarà possibile anticipare la bozza non corretta del resoconto stenografico della seduta odierna.

GIUSEPPE SCALERA. Grazie, presidente. Interverrò molto brevemente, sottolineando innanzitutto la sapiente ironia


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con la quale il dottor Blandini questa mattina ha avuto modo di evidenziare alcuni punti: si tratta di un'ironia dettata, per alcuni versi, da riferimenti collegati al passato. Lei capisce, dottore, che questa mattina sono venuti a galla tanti problemi, probabilmente non legati alla sua gestione, ma comunque significativi all'interno della realtà della SIAE.
Al tempo stesso, evidenzio anche l'intelligente parametrazione con la quale lei ha voluto sottolineare come all'interno della SIAE gli emolumenti siano certamente in linea con altre realtà, magari direttamente legate allo Stato, anche in termini societari.
Al di là di tutto ciò e di questo apprezzamento, la sua relazione mi induce a un paio di semplici domande. Lei ha sottolineato, all'interno della sua relazione, come si sia verificata, rispetto a un investimento collegato a Lehman Brothers, una perdita secca, se ho ben capito, di 37 milioni di euro. Sono stati investiti 40 milioni e 3 sono stati il ritorno naturale di questo tipo di investimento.
Sono stati applicati, su questo piano, interventi di natura disciplinare contro chi, in effetti, ha fatto perdere 37 milioni di euro a un ente che già vive una difficoltà economica tanto significativa? Mi sembrerebbe il minimo e, se il problema fosse legato a un periodo antecedente la sua gestione, sarebbe utile, sotto questo aspetto, capire che cosa fu fatto all'epoca e che cosa si pensa di fare oggi rispetto a questo investimento sbagliato.
Riguardo al secondo tema, lei ha parlato, ovviamente in termini positivi, del principio di stabilizzazione di 70 precari che, dopo cinque anni, dovrebbero entrare ufficialmente nell'ambito della struttura SIAE. Anche questo è un punto non direttamente legato alla sua competenza, soprattutto perché mi sembra che l'ingresso di tali precari sia datato a cinque anni fa.
Al di là di quello che è oggi il positivo riscontro rispetto al quale i 70 precari finiranno per stabilizzarsi, con quali criteri sono stati individuati? Quali sono state le scelte compiute per fissare questo termine, queste necessità, questi soggetti? Mi sembra un dato utile. Non vorrei che i 70 precari, oggi in procinto di inserirsi nell'ambito della realtà della SIAE, possano dare adito a ulteriori perplessità e incertezze sul loro ingresso in SIAE e sul sistema spurio rispetto al quale la SIAE è andata avanti in questi anni.
Le pongo una terza e ultima domanda, se me lo consente. In maniera estremamente puntuale lei ci ha parlato di individuazione di soggetti di particolare significato e valore collegati a società di cacciatori di teste. Mi sembra, su questo piano, che la SIAE si sia mossa su un duplice binario. In determinati settori ha sviluppato una ricerca di mercato per individuare determinati soggetti e, guarda caso, tali ricerche di mercato spesso hanno portato addirittura a soggetti che erano già presenti all'interno della SIAE. Tutto ciò, se mi consente, rileva un sospetto. In altri casi ha sviluppato solo ed esclusivamente scelte interne, alla luce di professionalità già riconosciute all'interno, che si riteneva fossero già a conoscenza del meccanismo e dell'ingranaggio della SIAE stessa.
Delle due l'una: o sul piano del personale e del mercato del lavoro si cerca il meglio a qualsiasi livello, oppure le professionalità si vanno a cercare tutte all'interno. Lei mi risponderà in maniera puntuale che ci si è rivolti all'esterno solo ed esclusivamente quando le professionalità non erano presenti all'interno della realtà. La risposta, mi permetto di osservare, è già scontata. Se mi consente, però, restano sempre il dubbio e l'incertezza sul fatto che una società di cacciatori di teste, in mezzo a tante professionalità presenti nel nostro Paese, guarda caso va a ritrovare soggetti già presenti in SIAE.
Ciò significa che viene meno questo principio: se esistono professionalità già presenti in SIAE, è inutile rivolgersi ai cacciatori di teste. Se i cacciatori di teste individuano le personalità della SIAE, vive il sospetto che tutto ciò sia stato creato soltanto per arrivare a un risultato che probabilmente molti conoscevano già in partenza, soprattutto quando si parla di


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sindacalisti che sono all'interno della struttura ormai da anni. La ringrazio.

PIERFELICE ZAZZERA. Ringrazio innanzitutto il direttore generale per i chiarimenti. Non voglio svolgere un intervento, ma aiutare a comprendere alcune questioni che restano aperte sulla gestione del Fondo pensioni.
Non ho trovato nella documentazione, ma probabilmente vi sarà sfuggito, un carteggio tra Fondo pensioni e COVIP. Direttore, lei ha parlato di due lettere della COVIP indirizzate al Fondo pensioni che sollevavano il problema della sovraesposizione rispetto al pagamento da parte di SIAE delle pensioni dei soci, per quanto riguarda il valore del patrimonio mobiliare, il valore del patrimonio immobiliare e così via.
In realtà, nel carteggio tra Fondo pensioni e COVIP nel periodo 2009-2012, di cui ho avuto lettura, Fondo pensioni e COVIP parlano tra di loro del Fondo immobiliare. Il Fondo pensioni propone di avviare il sistema di dismissioni, al punto tale che la COVIP termina di svolgere osservazioni con la lettera del 16 gennaio 2012, come se avesse già avuto sufficienti chiarimenti e garanzie - in questo senso magari lei mi può aiutare -, rispetto alla gestione di quel patrimonio. Mi interessa, dunque, l'esistenza di questo carteggio, che cosa si sono detti gli interlocutori e che cosa il Fondo pensioni ha garantito in base alle osservazioni poste dall'organo di controllo.
Con riferimento alla questione della gestione del patrimonio immobiliare ho alcuni dati, che sicuramente avrà anche lei. Mi risulta che il bilancio delle entrate e delle uscite dal 2008 al 2010, tra affitto e spese di manutenzione del patrimonio immobiliare, sia stato sempre positivo, nonostante che nel 2010 vi sia stata una manutenzione straordinaria. Nel 2008 l'attivo è stato di 896.000 euro, con ricavi di 2 milioni 133 mila euro e spese pari a 1 milione 236 mila euro. Nel 2009 i ricavi sono stati di un milione di euro, tra entrate di 2 milioni 178 mila euro - con riferimenti ai locatari - e spese di un milione di euro.
Nel 2010, anno in cui sono state svolte manutenzioni straordinarie, tale ricavo è stato minimo, quasi pari, ossia di 2 milioni 330 mila euro, a fronte di spese per 2 milioni 700 mila euro. Sono fonti di bilancio, sono state scritte in bilancio e, dunque, dovrebbero essere attendibili. Magari lei mi può dare un chiarimento.
Passo a una questione che riguarda le erogazioni della SIAE al Fondo pensioni. L'intesa tra SIAE e Fondo pensioni si basa sul fatto che SIAE copre a fondo perduto laddove si presenta uno squilibrio finanziario e, mi sembra di capire, anticipa laddove c'è condizione di equilibrio finanziario. Voi avete affermato che al 31 dicembre 2010 la SIAE ha dovuto coprire a fondo perduto, in perdita sui bilanci della SIAE stessa, 4 milioni 169 mila euro, che ovviamente nel bilancio del Fondo pensioni sono in entrata. Non c'è, dunque, una perdita del Fondo pensioni, ma una perdita della SIAE che andrebbe coperta. È così? Lo chiedo perché non sono un tecnico. I 4 milioni di euro non sono a fondo di anticipazione - questa è la ragione - ma a fondo perduto, perché, come voi avete ribadito, il bilancio del Fondo pensioni era un bilancio squilibrato da 18 milioni di euro.
C'è un'altra questione che riguarda sempre il Fondo pensioni e la valutazione sui versamenti operati dalla SIAE nei confronti del Fondo pensioni dal 2008. La cifra che si evince è di 130 milioni di euro. È corretta? Non sono un tecnico, lo ripeto: le sto semplicemente riportando ciò che mi viene riferito in tutta onestà. In realtà, non sono 130 milioni di euro, perché a questi vanno sottratti 26 milioni di euro legati alla contribuzione delle quote ordinarie versate dai soci, ragion per cui non stiamo parlando di 130 milioni di euro, bensì di 116 milioni di euro, a cui vanno sottratti ancora 26 milioni di euro. La SIAE, quindi, deve erogare al Fondo pensioni 90 milioni di euro.
Quanto alla dismissione del patrimonio, voi avete riferito che, in base all'articolo


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60 dello Statuto, la SIAE avrebbe dovuto versare 194 milioni di euro sino alla chiusura del Fondo pensioni, prevista, secondo il Piano di dismissioni, nel 2060. Secondo quanto mi è stato riferito e spiegato, in realtà a questi 194 milioni di euro ne andrebbero tolti 60 milioni. A fronte di questi 60 milioni di euro, nel bilancio SIAE consuntivo del 2010 viene specificato che il patrimonio stimato è di 345 milioni di euro. I 60 milioni di euro fanno riferimento agli interessi che la SIAE avrebbe addebitato al Fondo pensioni, anche se quest'ultimo sostiene che non sarebbero dovuto essere addebitati. In realtà, dunque, la plusvalenza non è di 150 milioni di euro, ma addirittura di 210 milioni di euro. È un dato falso o vero?
In merito ai preventivi sul valore del patrimonio immobiliare, è vero, come lei afferma, che l'ha effettuato un geometra, che mi sembra di capire sia un locatore? Mi chiedo quale sia l'interesse di un locatore a sovrastimare il bene immobile, se lo stesso locatore magari se lo vorrebbe comprare. Pongo la domanda pensando che, se io fossi il locatore del bene immobile che voglio comprare, non lo sovrastimerei, ma lo sottostimerei. Gli attribuirei un valore inferiore a quello di mercato per poterlo eventualmente comprare.
Resta confermato il fatto che ci sono tre valutazioni effettuate nei tre anni 2008, 2009 e 2010. Mi sembra di capire, e lei me lo conferma, che nel 2008 fu effettuata la stima del patrimonio immobiliare dalla K2 Real Estate 2008, la quale indicava un valore di mercato - parliamo del 2008 rispetto al 2012 - anche superiore alla valutazione effettuata dall'agenzia che avete scelto, di 88 milioni di euro, rispetto al patrimonio immobiliare.
Si pone, inoltre, una questione del rapporto tra SIAE e Fondo pensioni. In data 26 marzo lei è di fatto diventato anche direttore generale del Fondo pensioni. Non giudico il ruolo, non mi interessa, ma non pensa che in questa maniera si riduca l'autonomia stessa del Fondo pensioni rispetto alla SIAE? Dovrebbero essere soggetti tra di loro diversi anche nella governance, in modo tale che le scelte del Fondo pensioni sulla dismissione del patrimonio immobiliare, quali, per esempio, quella dei soggetti valutatori del patrimonio immobiliare e del fondo assicurativo in cui tale patrimonio immobiliare deve finire - legittima operazione che si può assolutamente compiere - non vengano condotte da un soggetto che, allo stesso tempo, è capo della SIAE e del Fondo pensioni. Le do un titolo alla «dipietrese» per rendere un po' l'idea.
Finisco con alcuni dubbi...

PRESIDENTE. Deve concludere, perché alle 11, essendo in corso una seduta dell'Assemblea, dovremo concludere l'audizione. Ci sono ancora due interventi e dobbiamo lasciare il tempo per la replica.

PIERFELICE ZAZZERA. Ho partecipato, ieri sera, all'assemblea degli autori, i quali hanno manifestato grande preoccupazione. Ci tenevo a comunicarlo. Tra quelle persone ci sono coloro che si possono permettere di non avere i 400 euro del Fondo di solidarietà, ma c'è anche tanta gente che di quel fondo vive. Capisco l'ingorgo normativo e chiedo a lei se sia possibile pensare a una forma di gestione della previdenza degli autori in modo atipico, intervenendo sulla normativa. Questo è compito nostro, ma un confronto con voi può essere utile in tal senso, in modo da garantire a chi giustamente ci versa i soldi di avere ciò che gli spetterebbe per diritto.
Chiudo su un punto che forse le è sfuggito. Nell'audizione svolta la scorsa settimana avevo sollevato la questione dei rapporti tra l'azienda e i lavoratori. Mi risulta che in questo periodo ci sono state interruzioni di rapporti di lavoro per diversi mandatari, con cui c'era un rapporto di fiducia. Chiedo per quali ragioni ciò sia avvenuto e se le risulta che in questi giorni sia circolata una lettera riservata sulla costituzione di un sindacato cosiddetto «giallo».

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Non voglio ritornare su molte questioni che sono state sollevate dai miei colleghi, anche per un


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problema di velocità. Tuttavia, le domande da porre sarebbero molte. Tuttavia, presidente, penso che dovremmo aggiornarci nuovamente con il direttore generale, anche dopo aver sentito gli altri soggetti che dobbiamo audire, perché abbiamo bisogno di un quadro completo della situazione, per quanto possibile.
Mi limito soltanto a quattro domande. La prima è una curiosità. Nella devoluzione degli immobili è compresa anche la sede della SIAE e, in caso affermativo, quali sono i motivi? D'altronde, se è comprensibile una mobilizzazione del patrimonio immobiliare, mi piacerebbe capire la questione rispetto alla sede.
In secondo luogo, è possibile - e penso che lo sia - affrontare in una prossima seduta sia il tema del Fondo di solidarietà, che ho già sollevato la volta scorsa, sia le questioni relative allo Statuto? Penso che sarebbe opportuno e interessante per tutti i Commissari avere sia il testo, che io ho in modo informale, che riguarda il Fondo di solidarietà, sia quello dello Statuto. Abbiamo avuto dall'avvocato Stella Richter un quadro dei temi principali, ma penso che sarebbe interessante avere anche il testo dello Statuto.
La terza questione, invece, riguarda un aspetto che vorrei capire meglio, relativo alla spettanza della vigilanza al Ministero e al sottosegretario all'editoria. Vorrei capire quali sono state, se ci sono state, in questi mesi le relazioni con il Ministero e con il sottosegretario e su quali argomenti esse si sono svolte. Vorrei capire qual è il tipo di funzione effettiva che ha la vigilanza, perché non la conosco, e se la vigilanza entra nel merito di alcune definizioni degli assetti.
Le pongo, infine, una domanda un po' inusuale, dati i tam-tam, le voci e i rumor. Vorrei che non ci fossero fraintendimenti fra di noi e che tutto avvenisse nella massima trasparenza. Vorrei capire se il subcommissario avvocato Scordino è anche contemporaneamente un legale che ha seguito sue questioni personali. Grazie.

GIUSEPPE GIULIETTI. Interverrò molto rapidamente, anche perché, come sovente mi accade, mi ritrovo in molte delle considerazioni svolte e delle domande poste, in particolare in quelle dell'onorevole De Biasi e, prima ancora, dell'onorevole Zazzera.
Sulla questione della vigilanza vorrei capire una questione, che forse lei ha citato e che mi è sfuggita, nel qual caso chiedo scusa. Prima del suo arrivo, con le precedenti gestioni, qual era lo stato dei rapporti con il Ministero e con il Ministro vigilante? Non è un problema irrilevante, perché riguarda la genesi. Nel corso della precedente audizione voi avete risposto, in un passaggio. Mi pare proprio che ne abbia parlato il subcommissario. Vorrei capire bene un riferimento che è stato svolto proprio sul tema del controllo e della vigilanza. Prima del vostro arrivo ci saranno state segnalazioni rispetto a ciò che non andava. Nella scorsa audizione è stato riferito che ci furono addirittura alcune denunce. Non so se l'abbia riferito lei o il subcommissario.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Onorevole, si riferisce al Fondo pensioni?

GIUSEPPE GIULIETTI. Bravissimo. Mi riferisco allo stato del rapporto con il Ministero vigilante, di ciò che fu segnalato e di ciò che fu contro-segnalato. Ci sono state alcune gestioni precedenti in cui furono attuati interventi da parte degli esecutivi, come lei ricorderà, e, quindi, immagino che non possa essere scaricato tutto solo sulla SIAE. Ci deve essere stato, ma non lo riesco a percepire, un difetto nella catena dei controlli.
Lei lo sa meglio di me, dottor Blandini, perché è una mia fissazione. Ho posto la stessa domanda, invano, sul Palazzo del Cinema di Venezia: che cosa è accaduto? Non si riesce ad avere la risposta. Dove si è verificato il buco nella catena del comando? Non è un problema di tigna, è un problema perché diventa ripetibile.
La mia domanda è la seguente: nella catena dei controlli dove si è verificato l'eventuale errore? Dove non è avvenuta la segnalazione oppure, eventualmente, non è stata presa in considerazione?


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Passo alla seconda questione, che rivolgo alla vicepresidente Frassinetti. Oggi abbiamo ascoltato una parte delle risposte. È chiaro che le domande rivolte al direttore Blandini sono relative all'audizione. Dovrebbero essere arrivate alcune richieste di audizione da parte di associazioni, in particolare da 100Autori e da numerose altre associazioni del settore. Sarebbe molto importante ed interessante ascoltare tali associazioni, oltre che le organizzazioni professionali, perché le organizzazioni degli autori pongono grandi preoccupazioni sul futuro, in particolare su due questioni, quella sul Fondo di solidarietà, posta dall'onorevole Zazzera, e sul futuro della SIAE, in particolare per quanto riguarda i diritti. Dovrei rivolgere, però, due domande al direttore Blandini.
Come ha sentito, direttore, ponevo il tema dell'opportunità di ascoltare, oltre che le organizzazioni sindacali, anche quelle degli autori, che giustamente hanno alcune questioni da porre. Ce ne sono due sulle quali già lei può darmi un contributo.
Una è stata affrontata prima ed è stata posta dall'onorevole Zazzera. Io vorrei comprendere bene il tema del Fondo di solidarietà, che per alcuni è assolutamente vitale, e se davvero esistano margini per un'intesa con le associazioni in questa direzione o con riferimento alla riforma previdenziale, alla quale avete accennato. Vorrei capire bene questo punto, perché riguarda molte persone che stanno sul fondo della scala sociale di queste professioni, in situazioni di grande precarietà e difficoltà.
È fondamentale capire se ci sono interventi allo studio, quali sono tali interventi, se esiste un tavolo interno o se c'è un'indicazione di tipo legislativo, che dovrebbe avere, a questo punto, caratteristiche di particolare urgenza, perché non tutti i soci sono uguali.
In conclusione, passo all'ultima domanda, perché le altre sono già state poste. La scorsa settimana, al termine dell'audizione, era stata sollevata una questione delicatissima, direttore Blandini, che non mi pare sia stata ripresa e che riguarda il bilancio della SIAE, ma anche i rapporti con i cosiddetti soggetti forti, con i grandi gruppi televisivi, in particolare Sky, Mediaset e Rai.
Si era affermato che voi state pensando a un superarbitro, perché non si può andare avanti così. C'è una situazione di diritti non riconosciuti, una situazione non più tollerabile, e c'è - lo aggiungo io - uno sfruttamento ormai davvero eccessivo delle opere, in particolare artistiche, dell'audiovisivo e del cinema, talvolta senza previsione di un pagamento dei diritti spettanti. I grandi gruppi non portano neanche a compimento i tavoli di conciliazione.
Era stata presentata una proposta di legge, non mia, ma dell'onorevole Carlucci, di cui - guarda caso - non si parla più, perché sfiora i grandi gruppi televisivi. Dio non voglia che lo si citi in questo Paese, ma il conflitto di interessi è una tragedia autentica. Vorrei capire qual è lo stato della trattativa: in che modo intendete rilanciarla, in che modo intendete rivolgervi, eventualmente, oltre che alle Autorità di garanzia, anche alle Autorità giudiziarie? Non è più possibile proseguire in questo modo.
La proposta che avete formulato, relativa al superarbitro, che cosa significa? Come si esplicherà? Che tempi avrà? Non è il caso di portare anche all'attenzione pubblica la situazione di un rapporto disastroso con grandi e ricchi gruppi del settore? Credo che questa sia una questione delicatissima, che riguarda in prospettiva, come avete osservato, il bilancio futuro della SIAE, oltre che una grandissima platea di artisti e autori.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giulietti. Se non ci sono altre domande, do la parola al dottor Blandini per rispondere ai quesiti posti in Commissione.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Grazie, onorevole presidente. Le domande sono molteplici e il tempo, come lei ha sottolineato, è poco, ma ci sarà un'altra occasione per continuare. Risponderò soprattutto a quelle di mia specifica pertinenza. Ce ne sono molte e, quindi, risponderò a molte.


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Parto dalla fine, con il suo permesso, cioè dall'onorevole Giulietti. Era già stato segnalato pubblicamente il problema dei rapporti, in particolare, con la Rai, ed era stato segnalato, onorevole Giulietti - spero di non sbagliare, ma credo di no - anche a questa Commissione, perché alcune lettere che il commissario straordinario ha inviato, sulla vicenda dell'equo compenso agli autori di cinema e audiovisivo, al direttore generale e al presidente della Rai, sono state mandate per conoscenza, magari non a questa Commissione, ma sicuramente alla Commissione di vigilanza sulla Rai. Dunque, il tema è già stato reso pubblico e il Parlamento e la Commissione parlamentare di vigilanza competente sono già informati della situazione.
Sulla vicenda dell'equo compenso Rai abbiamo provato a sviluppare un discorso. Peraltro, la SIAE, per vicende che non riesco a comprendere, in verità, è anche azionista della Rai - ne ignoro il motivo, che nasce negli anni Cinquanta -, in quanto detiene lo 0,47 per cento. Senza la SIAE non si riescono a svolgere le assemblee totalitarie, non si riesce a nominare il direttore generale o ad approvare il bilancio. È paradossale: lo ripeto, non so come nasca questa situazione. Negli anni Cinquanta non ero nato e non sono riuscito a trovare in SIAE neanche le carte al riguardo. Come sa, sono un ragazzo che prova a studiare, ma, quando non trovo le carte, non riesco a farlo.
Tornando al merito, onorevole, su questa vicenda abbiamo provato per un anno a trovare un giusto punto di equilibrio. Comprendo l'ironia e anche il disappunto dell'onorevole Gianni, cui non replico, ma, rispetto al suo riferimento, rispondo che l'equo compenso, che una legge statale prevede debba essere riconosciuto agli autori delle opere, deve essere effettivamente equo. Nell'ambito delle trattative, noi ci siamo permessi - come nostro dovere, perché, lo ripeto, i nostri stipendi sono pagati dagli autori, anche dagli autori del cinema e della musica e dagli editori e, quindi, dobbiamo onorare, se mi permette, quella maglietta - di affermare che, anche rispetto ai grandi Paesi europei come Francia, Germania e Spagna, l'equo compenso che i nostri grandi broadcaster, a cominciare dalla Rai, riconoscono alle opere audiovisive è imbarazzante. La Rai ci risponde che è in difficoltà economiche. Francamente, è una risposta altrettanto imbarazzante.
A questo punto, credo che, per la prima volta nella storia della SIAE, si dovrà fare quanto il legislatore ha previsto nel decreto luogotenenziale degli anni Quaranta (chiedo scusa, ma è lo strumento vigente e non possiamo che fare riferimento a quello): esso prevede, in caso di mancato accordo tra le parti, la possibilità di far stabilire l'equo compenso da un collegio arbitrale.
Come sono individuate le parti a legislazione vigente? In questo momento non sono SIAE e Rai. Le parti, così come individuate dalle norme vigenti di legge, sono da un lato SIAE, che rappresenta gli autori e deve riscuotere l'equo compenso per essi, e, dall'altro, Confindustria Servizi tecnologici e innovativi.
Onorevole, ho scritto al mio omologo di Confindustria Servizi tecnologici e innovativi quattro lettere, chiedendo incontri: mi è stato risposto che c'erano le vacanze di Natale, che i loro rappresentanti non erano disponibili, che era morta la nonna di qualcuno, che c'era stata l'invasione delle cavallette. Insomma, non siamo riusciti ad avere questi incontri.
Necessariamente, quindi, il commissario, la settimana scorsa, ha formulato una delibera con la quale ha dato mandato ai subcommissari di avviare le procedure dell'arbitraggio. La prossima settimana - o, comunque, mi auguro, al più presto - SIAE nominerà un arbitro, un soggetto terzo, e chiederà alla controparte di nominare un arbitro. La norma prevede poi che, se le due parti individuano un nome condiviso come presidente del collegio arbitrale, è un bene, altrimenti sarà il Governo a dover intervenire e a doverlo nominare.
È una questione complicata e complessa. So che i 100Autori - ieri mi hanno chiamato i loro massimi rappresentanti - hanno già formalmente chiesto di essere


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auditi, ringraziando, peraltro, l'azienda di averlo segnalato, anche su sua indicazione, a questa Commissione. Vi riferiranno, dunque, meglio di me qual è il disagio che stanno vivendo, che è fortissimo, perché, nel frattempo, abbiamo disdetto anche l'accordo con Sky, perché il compenso ci sembrava non congruo. Sky continuava a pagare sulla base dell'accordo vigente e da alcuni mesi ha sospeso i pagamenti, in attesa di sviluppare evidentemente il contenzioso.
Con la Rai la situazione è quella che abbiamo illustrato fino adesso. L'arbitro ha stabilito un compenso che poi varrà anche per Mediaset e per gli altri soggetti che sono in questo campo.
Lei e l'onorevole Zazzera, ma anche l'onorevole De Biasi, che ha posto per prima il quesito, mi chiedevate notizie relative al Fondo di solidarietà. Il Fondo di solidarietà, ripeto e sottolineo purtroppo - il «purtroppo» è contenuto anche nel primo comunicato stampa che il presidente Rondi rilasciò nel momento in cui venne emanata la delibera - non è chiuso, ma è modificato. Fino a quando non ci sarà un intervento normativo - che è necessario, come sottolineava lei, onorevole, al fine di trovare una soluzione che sia veramente di natura previdenziale per gli autori, i quali rappresentano l'unica categoria che non ha una forma di previdenza, contrariamente a quanto avviene per i lavoratori dello spettacolo con l'ENPALS, che hanno la gestione separata. Occorre un intervento del legislatore. Non c'è altra soluzione.
Si tratta di un provvedimento che entrerà in vigore la settimana prossima. Una parte dei 12,3 milioni di euro di risparmi generati dalla gestione commissariale, cioè 300.000 euro, è stata inserita con una delibera nel fondo del presidente per intercettare proprio le urgenze, che non sono poche, perché tra questi 1.083 signori, che non sono tanti, ma non sono neanche pochi, ci sono anche 342 vedove di autori, alcune delle quali anziane, in stato di bisogno e di necessità: questa è una delle ragioni in base alle quali il Ministero dell'economia e finanze afferma che si tratta di previdenza, essendovi la reversibilità.
Abbiamo già svolto una prima istruttoria nel corso degli ultimi dieci giorni e abbiamo individuato 55 casi di reale bisogno e di necessità. La settimana prossima il commissario interverrà sul fondo citato con un intervento straordinario ad hoc per ogni singolo soggetto: comunque, sono tutte vedove, tutte donne.
Fra gli altri 731 percettori di quell'assegno di professionalità che, purtroppo, costituisce una forma di previdenza, bisogna compiere una distinzione. Sicuramente circa 200 di questi percettori sono signori che per loro meriti professionali sviluppano un elevato diritto d'autore, tra 100.000 euro e 2 milioni di euro. Per loro avere tale assegno o non averlo non fa la differenza: sono grandissimi musicisti, grandi autori di televisione, grandi autori delle diverse arti di cui si occupa la SIAE.
Esiste poi un gruppo, composto da circa 400-500 persone, alcune delle quali sono ai limiti dei 10.000 euro l'anno di reddito complessivo. Qual è la soglia di povertà? In passato per la solidarietà che compiva, SIAE individuava tale soglia di bisogno e di necessità in 8.800 euro lordi l'anno. Essa va probabilmente alzata, adeguata e riparametrata.
Da questo punto di vista, il 31 gennaio il commissario ha incontrato tutta la base associativa autorale in SIAE - un onorevole, prima, ha ricordato di averli incontrati - e ha chiesto a tutte le associazioni di categoria della base associativa autorale di formulare proposte per ritarare nell'immediato e rapidamente il regolamento, che è un atto interno e non richiede approvazione da parte di alcuna Autorità di vigilanza.
Purtroppo, anche in questo caso devo sottolineare che dalla base associativa non ci sono arrivate richieste o emendamenti scritti in maniera unanime. Qualcuno vuole operare in un senso, qualcuno in un altro, qualcuno chiede di ridare la pensione e sostiene che l'intervento non si può compiere perché contrario alle norme di legge, qualcuno suggerisce di dare tutto


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alla solidarietà. Anche da questo punto di vista non ci sono richieste univoche. Se riuscissimo ad intercettare la possibilità di andare in una direzione univoca, ciò aiuterebbe a governare meglio talune emergenze e le situazioni di taluni soggetti che effettivamente, purtroppo, versano in stato di indigenza.
Dall'altro punto di vista credo che sarà necessario ricorrere a un intervento normativo, oppure alla soluzione di una fondazione esterna, che era stata trovata. Anche questo tipo di soluzione deve prevedere l'approvazione da parte della COVIP, perché il decreto legislativo n. 252 del 2005 prevede regole stringenti e precise sulle modalità di attuazione della previdenza e sull'ammontare da versare per avere poi diritto a prestazioni di natura previdenziale.
Riguardo al Fondo pensioni, l'onorevole Giulietti chiedeva che cosa sia successo e chiarimenti sulle denunce. Sono agli atti alcune denunce del passato: in particolare, una denuncia alla procura della Repubblica del 2008 è tra gli atti consegnati il 15 febbraio a questa Commissione. Mi rendo conto che 1.500 pagine sono molte, complesse e a volte difficili da leggere, e di ciò mi scuso. Essa fu presentata nel 2008 da un nostro dipendente della sede di Roma, il dottor De Chiara, il quale denunciava - l'onorevole Gianni sottolineava l'assegnazione dell'immobile a uno dei consiglieri d'amministrazione - di aver chiesto lui stesso un appartamento che fu assegnato nel 2008, quando non mi occupavo di cinema, ma di altro, alla moglie dell'ex presidente del Fondo pensioni. Non era illegittimo, ma certamente era un fatto singolare che l'assegnazione si fosse svolta nei confronti di un congiunto del presidente del consiglio di amministrazione del Fondo pensioni: è singolare e anche grave, come risulta anche nella denuncia che abbiamo presentato al giudice civile. Invito gli onorevoli parlamentari che avranno il tempo e la pazienza a leggerla. In tale denuncia, a sua volta allegata alla copiosa documentazione che abbiamo trasmesso, sottolineiamo tutti quelli che, a nostro avviso, sono stati per tabulas i comportamenti di mala gestio. Chiediamo al giudice non solo di prevedere un risarcimento, ma anche di valutare - noi non siamo magistrati, né vogliamo sostituirci alla magistratura, ci mancherebbe altro -, sulla base del complesso di carte che gli abbiamo messo a disposizione, se trasmettere le carte alla procura della Repubblica per l'individuazione di altre eventuali fattispecie di reato: potrebbe esserci un fumus di mala gestio e di mancanza assoluta e totale di criteri per l'assegnazione di queste case, per gli appalti e per tutta un'altra serie di questioni.
Le domande sono tante. L'onorevole Zazzera faceva riferimento a mandatari revocati, chiedendo che cosa sia successo negli ultimi tempi. Nella provincia di Ragusa c'è un mandatario in corso di revoca perché ha emesso tessere ispettive false: ce l'ha segnalato la procura della Repubblica di Ragusa, ma di più non posso riferire, perché ci sono indagini in corso. È in corso di revoca.
Con riferimento alle vicende verificatesi nell'ultimo mese, sono stati revocati per gravi irregolarità amministrative due mandatari, uno in Toscana e uno in Emilia-Romagna.
È stato revocato, inoltre, il mandatario di Salerno, in base a un approfondimento chiesto dalla gestione commissariale. Il giudice di Salerno ha fissato un'ulteriore udienza nei prossimi giorni rispetto al fatto che questo signore, dal 2001 - la SIAE, sul punto, non aveva mai ritenuto di intervenire -, occupava un appartamento di servizio, in cui ha sede un ufficio della SIAE, senza pagare neanche un centesimo di euro. Tale signore, anzi, in una domanda riconvenzionale aveva ritenuto di denunciare la SIAE, sostenendo che il professor Masi gli avesse promesso che gliel'avrebbe venduto a un prezzo concordato (sul punto, non ci sono però documenti e ogni dettaglio dovrebbe essere chiesto al commissario straordinario dell'epoca). Tale soggetto, quindi, aveva denunciato la SIAE perché non gli aveva venduto l'appartamento, chiedendo addirittura


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400.000 euro di risarcimento per danni morali, biologici e di altra natura.
Io ho svolto una sintesi estrema, ma il fatto che questo signore - contrariamente ad altri suoi colleghi che erano nella medesima situazione dal 2001 e che, invece, hanno provveduto regolarmente a pagare alla SIAE l'affitto per i beni strumentali che usavano - non ritenesse di pagare da dieci anni, ci ha portato a considerare che venisse meno il principio su cui si fonda il rapporto di mandato, anche ai sensi del Codice civile, che è il principio del rapporto fiduciario. Sulla base di ciò, si è provveduto a revocare il mandatario in questione.
Credo vi sia un altro paio di mandatari in corso di revoca, per problemi di carattere giudiziario, a causa di abusi che questi hanno commesso sui loro territori. Abbiamo provveduto, su segnalazione dell'autorità giudiziaria, a revocarli rapidamente.
L'onorevole De Biasi mi chiedeva chiarimenti rispetto ai termini della vigilanza ed agli incontri che abbiamo avuto. Le amministrazioni, proprio per il motivo che citavo prima - cioè per il fatto che, ad esempio, il bilancio SIAE non viene allegato ai documenti trasmessi al Parlamento, in quanto si colloca al di fuori dal perimetro della finanza pubblica -, svolgono solitamente quella che si chiama attività di alta vigilanza. Approvano, e ci mancherebbe altro, le eventuali modifiche - che adesso sono in corso, perché la gestione commissariale ha come secondo obiettivo quello di effettuare le modifiche statutarie -, ma, soprattutto, esercitano la vigilanza all'interno della SIAE. In passato la esercitavano con la nomina di tre consiglieri d'amministrazione, mentre adesso bisognerà vedere che cosa prevederà lo statuto e quale sarà la decisione del Governo, in quanto la legge Tremonti, come certamente lei sa, ha ridotto per tutti gli enti, anche per quelli pubblici ed economici come la SIAE, il numero dei componenti del consiglio di amministrazione da nove a cinque ed il numero dei componenti del collegio dei revisori da cinque a tre. Per quanto riguarda la SIAE, è stata effettuata la riduzione a tre membri.
La SIAE riteneva questa norma non applicabile a se stessa e l'assemblea dell'epoca chiese di presentare alcuni ricorsi al TAR. La gestione commissariale ha effettuato una valutazione di merito e ha stabilito che la norma in questo senso è anelastica, ossia non è suscettibile di interpretazione. La SIAE si è, dunque, immediatamente adeguata a questo responso. A stralcio di quello che sarà l'esame dello statuto, che verrà consegnato nei prossimi giorni, ha già approvato, e anche i Ministeri vigilanti hanno approvato, la norma con la riduzione del numero, che è un atto dovuto di legge.
Non entro, però, nel merito della valutazione politica, che vola molto sopra la mia testa e, quindi, mi limiti a raccontare: non è mio mestiere, infatti, compiere valutazioni di tipo politico, che non mi competono. Si tratterà di capire se le amministrazioni riterranno comunque di continuare a nominare all'interno del consiglio d'amministrazione. Mentre in passato la base associativa, ossia l'assemblea, esprimeva sei consiglieri, tra cui il presidente - la cui nomina, però, deve passare da questa Commissione, perché avviene con decreto del Presidente della Repubblica - ed i membri espressi dai Ministeri vigilanti erano tre, adesso, con la riduzione a cinque, avendo la SIAE cinque sezioni, si rischierebbe - utilizzo il condizionale - di creare un vulnus alla rappresentatività democratica di tutta la base associativa nelle sue articolazioni.
Come ripeto, è una valutazione che effettuerà il Governo, il quale deciderà se nominare ancora consiglieri d'amministrazione o se li lasciarli tutti alla base associativa.
La vigilanza per anni era stata spostata solo in capo alla Presidenza del Consiglio. Andò poi solo all'amministrazione dei beni culturali e, infine, si trovò evidentemente un punto di equilibrio, con una norma - che il nostro ufficio legislativo mi comunicherà al volo, perché non la ricordo in questo momento - che stabilì, da ultimo,


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la covigilanza tra la Presidenza del Consiglio e il Ministero per i beni e le attività culturali.
Gli uffici amministrativi che esercitano questa vigilanza sono, per la Presidenza del Consiglio, da sempre il Dipartimento per l'informazione e l'editoria - il sottosegretario, delegato solitamente dal Presidente del Consiglio, ha infatti la delega all'editoria - e, per il Ministero per i beni e le attività culturali, la Direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali, l'ufficio amministrativo che esercita la vigilanza sulla SIAE.
La presidenza del collegio dei revisori, rispetto alla vigilanza dei numeri, onorevole De Biasi, viene esercitata dal Ministero dell'economia e delle finanze, che non solo effettua il draft e l'analisi numerica, ma nomina anche - questa è una previsione statutaria, ma anche normativa - il presidente del collegio dei revisori. Il presidente del collegio dei revisori è sempre designato dal Ministero dell'economia e delle finanze e, negli ultimi vent'anni, è sempre stato un dirigente generale dell'Ispettorato generale di finanza della Ragioneria generale dello Stato (IGF).
La vigilanza che svolgono in generale le amministrazioni - sul punto esiste una documentazione che abbiamo prodotto anche agli atti di questa Commissione - non entra nel merito delle singole scelte gestionali, ma del bilancio complessivo, sui numeri rispetto ai numeri. La vigilanza più alta, strategica e politica, è esercitata con l'approvazione dello statuto e, se è ritenuto il caso, sulle finalità pubbliche, tramite l'esame dei bilanci ed i rilievi in merito.
Per quanto riguarda la consegna dello statuto, ovviamente girerò la sua richiesta al commissario e ad un subcommissario, ma credo che, dal punto di vista del rispetto delle norme, esso debba essere consegnato prima all'Autorità di vigilanza. Non ritengo che sia possibile consegnare una bozza di un documento non ancora approvato e rispetto al quale non sappiamo se e quali saranno i rilievi delle Autorità che hanno per legge il dovere di approvare o di rimandare indietro lo Statuto. Si tratta, però, di una valutazione che svolgo adesso a caldo. Effettueremo un approfondimento. Trasferirò integra, come mio dovere, la sua richiesta.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Nel corso dell'audizione della scorsa settimana, mi era sembrato di capire, forse sbagliando, che l'avvocato Stella Richter si stesse esprimendo come se lo statuto ci fosse già. È una questione che mi sembra un po' strana. Ha già precisato quali sono i criteri e qual è la ponderazione, dopodiché si è scoperto che i membri sono tre invece che cinque. Ci sono alcuni problemi: penso, quindi, che la prossima volta l'avvocato dovrà spiegarsi meglio. Non si può venire a riferire in Commissione che è già tutto pronto, per poi scoprire - ho piacere che lei me lo comunichi - che è tutto ancora in fase di istruttoria. Il commissariamento ha i suoi tempi ed i subcommissari anche: mi permetto di osservare che questo statuto rischia di diventare figlio di nessuno.

PIERFELICE ZAZZERA. Intervengo solo un minuto riguardo alla situazione dei lavoratori, dei mandatari ed alla questione sindacale, facendo riferimento a una nota che, se a lei risulta, è girata.

GAETANO BLANDINI, Direttore Generale SIAE. Onorevole, non la conosco.

PIERFELICE ZAZZERA. Le comunico che il 15 febbraio un amministratore della governance della SIAE, Gianfranco Cerasoli, ha girato una nota, occupandosi della costituzione del sindacato UILPA. Peraltro, ciò non è previsto neppure dalla legge, perché lei sa meglio di me che la normativa Brunetta impedisce che chi si occupa di governance e ha avuto esperienza nel sindacato possa rioccuparsi di sindacato. La informo perché magari possa attuare tutto ciò che è nei suoi poteri.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Svolgerò un approfondimento, onorevole. La ringrazio dell'informazione, che approfondirò.


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Forse mi sono espresso male. Lo statuto è certamente pronto e andrà consegnato alle autorità di vigilanza. Mi sono espresso probabilmente male quando ho affermato che è evidente che il commissario o i subcommissari presenteranno una bozza di statuto. Magari la presenteranno chiedendo che i cinque membri siano lasciati alla base associativa, ma sarà poi il Governo a decidere in un senso o nell'altro.
Lo statuto è assolutamente pronto, però la valutazione di merito deve essere svolta dal Governo, l'autorità politica che ne dispone l'approvazione. Il commissario e i subcommissari hanno solo un potere di proposta. Lo statuto è assolutamente pronto, ma il Governo potrà accettare la proposta di lasciare la nomina di tutti i cinque consiglieri in capo all'assemblea oppure non accettarla, ritenendo che uno dei membri debba essere nominato dal Governo.
Intendevo dire questo, onorevole, non che lo statuto non fosse pronto. È certamente pronto, nell'assoluto e pieno rispetto dei termini, ossia dell'anno fissato dal decreto del Presidente della Repubblica.
Lei chiedeva anche notizie rispetto alla sede, notizie che sono state richieste anche dall'onorevole Gianni. La documentazione è copiosa, ma il tempo a disposizione è quasi scaduto in quanto incombe la seduta dell'Assemblea ...

PRESIDENTE. Abbiamo ancora qualche minuto, prego dottor Blandini.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. Presidente, su questo tema mi riservo di rispondere per iscritto la prossima volta. Saremo noi ad avere cura di sbobinare il nostro intervento, che è registrato, in maniera tale da venire pronti e preparati anche per queste ulteriori domande, oltre alle altre su cui i subcommissari e il commissario devono ancora rispondere.
Ringrazio tutti per la cortesia, la pazienza e l'attenzione.

PRESIDENTE. Siamo noi a ringraziare lei, perché è stata un'audizione impegnativa, anche per il tempo che abbiamo occupato. Se ci sono altre domande, abbiamo a disposizione ancora alcuni minuti. Preferirei terminare con le risposte ai quesiti di tutti i deputati.

GAETANO BLANDINI, Direttore generale della SIAE. L'onorevole Scalera aveva sottoposto alla mia attenzione alcune questioni molto rapide.
La prima riguarda i cacciatori di teste. I cacciatori di teste sono stati utilizzati solo per due soggetti, mentre gli altri soggetti sono stati cercati proprio in base alla loro specifica esperienza all'interno dell'azienda. Non abbiamo utilizzato la società che ho citato per tre soggetti su cinque, ma solo per due su cinque.
Lei sostiene che, in un senso o nell'altro, sembrerebbe esserci un sospetto. Qualsiasi azione, qualsiasi attività gestionale può generare sospetti, ma di solito, se è condotta in maniera seria, professionale e nell'interesse dell'azienda, si valuta poi sulla base dei risultati che genera. Finora quei risultati, onorevole, mi permetto di osservarlo, sono tutti positivi.
Per quanto riguarda i 70 lavoratori precari, io non so quale percorso selettivo abbiano compiuto in precedenza, perché, al di là di questi 70, io sono responsabile solo di cinque, sei o forse dieci di tali persone, che sono state avviate durante i due anni della mia gestione come direttore generale. Questi ultimi sono stati tutti assunti con apposite selezioni, alle quali erano presenti il capo del personale, il dirigente di settore interessato e altri soggetti. Tali selezioni sono state effettuate con attenzione e con cura.
Il problema della SIAE, onorevole, è duplice. Da un lato ci sono aspetti e tecnicalità generali per cui si può andare a cercare all'esterno i migliori, dall'altro la specificità della SIAE sulle ripartizioni e sull'incasso del diritto d'autore è talmente complessa che, anche se prendiamo i migliori laureati delle migliori università, essi


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avranno bisogno di svolgere un percorso formativo interno per formare le loro capacità professionali.
Per questo motivo, all'inizio dell'audizione mi sono permesso di ringraziare i tanti nostri dipendenti, perché, rispetto alle esigenze di una società di collecting, hanno un livello di professionalità particolarmente rilevante: sono nati e cresciuti in SIAE e negli anni si sono specializzati in specifici settori, che sono diversi da quelli del personale e della finanza. Si tratta di ripartizioni, di ispezioni e di verifiche.
Con riferimento a Lehman Brothers, non so chi abbia compiuto l'investimento nel passato, perché l'operazione risale ormai ad alcuni anni fa. Purtroppo, probabilmente l'avrei compiuto anch'io, perché era perfettamente in linea con una delibera del consiglio di amministrazione che prevedeva di investire in obbligazioni che avessero la tripla A. Lehman Brothers, fino alla sera prima del fallimento, era tripla A e, quindi, era esattamente in linea. Ci hanno rimesso le penne, infatti, investitori in tutto il mondo, non solo la SIAE. È una delle poche questioni in merito alle quali non mi sento di gettare la croce su chi ha commesso il fatto, né sui miei predecessori.
Attualmente cerchiamo di evitare il ripetersi di questo evento. Come ho accennato prima, però, onorevole presidente, noi abbiamo sostenuto lo Stato italiano acquistando, e di ciò sono orgoglioso, 100 milioni di euro di titoli di Stato italiani, invece di comprare bond tedeschi, che sarebbero stati più sicuri. Li abbiamo comprati nonostante il nostro Paese non abbia più la tripla A.
Qualcuno, domani, ci potrebbe rinfacciare di aver acquistato titoli di Stato italiani. Io voglio correre questo rischio: l'ho fatto con il permesso del commissario e dei sub-commissari, anche se il nostro Paese non ha più la tripla A. Se la SIAE, che vive e incassa nel nostro Paese, non investisse sulla sua rinascita, francamente sarebbe grave.
Ringrazio la presidente e gli onorevoli che mi hanno ascoltato.

PRESIDENTE. Grazie a lei, direttore Blandini.
Rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 11,10.

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