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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VII
6.
Giovedì 15 marzo 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Frassinetti Paola, Presidente ... 2

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 2 DEL 9 GENNAIO 2008, RECANTE DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA SOCIETÀ ITALIANA DEGLI AUTORI E DEGLI EDITORI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AD ATTIVITÀ, GESTIONE E GOVERNANCE DELLA MEDESIMA SOCIETÀ

Audizione di rappresentanti di organizzazioni sindacali:

Frassinetti Paola, Presidente ... 2 4 6 8
Avallone Anna, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e attuale coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE ... 3 4
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 7
De Biasi Emilia Grazia (PD) ... 5
Canigiani Eugenio, Rappresentante del Fondo pensioni della SIAE ... 5
Gaburro Luca, Segretario generale di Federagenti CISAL ... 2
Manzo Pier Giuseppe, Rappresentante del Sindacato inquilini della SIAE ... 5 6
Massara Pino, Presidente del Movimento Autori Professionisti (MAP) ... 6
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di giovedì 15 marzo 2012


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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAOLA FRASSINETTI

La seduta comincia alle 14.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di organizzazioni sindacali.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'applicazione della legge n. 2 del 9 gennaio 2008, recante disposizioni concernenti la società italiana degli autori e degli editori, con particolare riferimento ad attività, gestione e governance della medesima società, l'audizione di rappresentanti di organizzazioni sindacali.
Sono presenti il dottor Luca Gaburro e il dottor Riccardo Gattuso di Federagenti Cisal; la dottoressa Anna Avallone, l'ingegner Eugenio Canigiani e il ragionier Eugenio Truffa Giachet del Fondo pensioni della SIAE; i dottori Pino Massara e Vito Tommaso, rispettivamente presidente e segretario generale del Movimento Autori Professionisti (MAP). Non potrà invece partecipare il dottor Claudio Preziosi del Sindacato mandatari SIAE (Simas UIL), il quale ci ha avvertito che oggi sarebbe stato impedito a partecipare. Esorto i nostri ospiti al rispetto dei tempi, perché alle 14,30 avrà inizio un'altra audizione.
Do ora la parola ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, partendo dal segretario generale della Federagenti Cisal, il dottor Luca Gaburro.

LUCA GABURRO, Segretario generale di Federagenti CISAL. Ringrazio innanzitutto la Commissione per averci convocato in tempi ristretti, disponibilità che abbiamo gradito molto. È nostra intenzione cercare di dare un contributo fattivo al rilancio della SIAE, dal quale deriverebbe, chiaramente, una maggiore tutela anche per i lavoratori che a vario titolo vi collaborano.
Si tratta di un tema attualissimo, soprattutto oggi, alla scadenza del periodo commissariale: occorre capire quale direzione prenderà la governance dell'ente. Da parte nostra vogliamo contribuire al rilancio della SIAE.
Nell'ultimo periodo, abbiamo rilevato una carenza nella condivisione con le parti sociali di alcune scelte molto importanti per il futuro della società, almeno per quanto riguarda la nostra associazione. Mi riferisco, in particolare, alla notizia della dismissione del patrimonio immobiliare della società, che ci è pervenuta attraverso la lettura dei maggiori quotidiani nazionali, il che ci ha francamente un po' sconfortato. Riteniamo, infatti, che le scelte di ordinaria amministrazione siano una sacrosanta prerogativa della governance della SIAE; riteniamo altrettanto sacrosanto essere coinvolti, come parte sociale, per le scelte di straordinaria amministrazione, affinché possiamo offrire il nostro contributo e consentire alla governance della società di considerare tutte le


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varie sfaccettature e, quanto meno, le opinioni di tutti gli attori interessati al futuro della società stessa.
Leggendo i giornali e a seguito della presentazione di alcune interrogazioni parlamentari, abbiamo «scoperto» - senza poter verificare la veridicità delle informazioni apprese - che la società avrebbe venduto gli immobili, mediante trattativa privata, a un valore pari a circa la metà del loro valore di mercato. In questo caso, ad esempio, noi avremmo proposto, anziché una licitazione privata, una più opportuna trattativa allargata, con tempi più ampi, per consentire a tutti gli attori eventualmente interessati di partecipare a questo bando. Nella vendita, infatti, si sarebbero forse potute ottenere condizioni più favorevoli per la SIAE.
Allo stesso modo, dai medesimi quotidiani nazionali e sempre a seguito della presentazione di alcune interrogazioni parlamentari, abbiamo scoperto che per l'assegnazione degli appartamenti agli inquilini dell'ente non sarebbe stata seguita una procedura di identificazione oggettiva. Se quanto abbiamo letto sui giornali, di cui però non abbiamo piena contezza, fosse confermato, ritengo che sicuramente si sarebbe dovuto intervenire.
Anche la mancanza di un albo dei fornitori è un aspetto, a nostro parere, da approfondire. Le carenze nella condivisione di tali scelte hanno poi avuto, secondo noi, un riflesso anche sulle trattative relative all'accettazione del piano industriale per il risanamento della società. In buona sostanza, consideriamo quantomeno singolari le modalità in cui sono avvenute le trattative per l'elaborazione di questo piano industriale, nei confronti delle parti sociali, sia da un punto di vista procedurale, sia da un punto di vista della tempistica.
L'auspicio di Federagenti Cisal è che, con la governance che verrà individuata a seguito della gestione commissariale, sia essa l'attuale o un'eventuale nuova, si possa creare un nuovo clima, in cui le relazioni sindacali e industriali possano trovare il giusto sbocco, per fare in modo che tutti possiamo contribuire al rilancio dell'ente, nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno degli attori in gioco.
Prima dell'elaborazione del protocollo d'intesa, peraltro, abbiamo presentato una serie di proposte specifiche - il collega Riccardo Gattuso vorrebbe delinearne alcune -, che riteniamo essere ancora attuali, al di là della firma del protocollo di intesa stesso.

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e attuale coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Grazie a tutti per averci invitato.
I nostri iscritti sono veramente preoccupati delle modalità di utilizzo del patrimonio.
Le considerazioni che espongo sono due: il completo annullamento, da parte della SIAE, dell'autonomia del Fondo pensioni, e l'assoluta mancanza non solo di coinvolgimento decisionale, ma anche di informativa, trasparenza e pubblicità nei confronti nostri e degli iscritti.
Prima di tutto, evidenzio con chiarezza che il Fondo pensioni è un organismo a sé, ha una sua personalità giuridica (riconosciuta dal decreto del Presidente della Repubblica n. 1532 del 15 novembre 1955), oltre che uno statuto e propri organi sociali. Il fondo è stato istituito nel 1951 e chiuso nel 1978, per espressa volontà della SIAE, al fine di non affrontarne i costi futuri. Lo statuto deriva da una precedente normativa e ha quindi caratteristiche non in linea con quella attuale, che sbilanciano il potere decisionale a favore della SIAE. Precisamente, il consiglio di amministrazione è composto da sei membri, tre dei quali di nomina SIAE e altri tre elettivi. Il presidente è obbligatoriamente eletto tra quelli di nomina SIAE e gode del doppio voto. Inoltre, tra gli organi del fondo non è prevista l'assemblea degli iscritti. Queste previsioni, combinate tra loro, sbilanciano il criterio di pariteticità a favore della SIAE.
La gestione di tutte le risorse, sia umane sia logistiche, spetta per statuto alla SIAE e gli oneri sono a suo carico.


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Quanto detto evidenzia come la SIAE abbia da sempre avuto il controllo diretto della gestione del fondo e mai nessuna deliberazione sia stata presa dal fondo all'insaputa della SIAE o in contrasto con essa.
Nel marzo del 2011, il direttore generale ha assunto ad interim la direzione del Fondo pensioni, creando così una sovrapposizione di ruoli, tra loro in conflitto; questo aspetto, in aggiunta alla predominanza della SIAE nel consiglio di amministrazione, di cui abbiamo parlato, ha determinato, di fatto, un commissariamento del fondo da parte della SIAE, anziché ad opera, eventualmente, della COVIP, l'organo che può decretarlo.
Tutte le operazioni relative al nuovo piano di riorganizzazione del Fondo pensioni - studio, contatti, scelta dei soggetti, accordi con terzi, predisposizione degli atti - sono state decise e poste in essere in completa segretezza dalla SIAE, che ha presentato il pacchetto confezionato sul tavolo del consiglio di amministrazione del Fondo pensioni per la sola approvazione. Il 13 dicembre 2011, con delibera n. 102, la SIAE ha approvato il piano di riorganizzazione del Fondo pensioni, approvato anche dai revisori. La delibera dovrebbe già essere agli atti della Commissione, mentre noi non siamo riusciti ad averne copia. Il 15 dicembre 2011, quindi due giorni dopo, al Fondo pensioni veniva inviata una nota che illustrava il progetto da approvare nella riunione di consiglio del 22 dicembre. Si sarebbe dovuto stipulare gli atti notarili entro il 31 dicembre.
Tra le motivazioni addotte per procedere alla dismissione immediata del patrimonio, veniva citato il decreto ministeriale n. 62 del 10 maggio 2007, che all'articolo 5 indica il limite massimo del 20 per cento da utilizzare per gli investimenti immobiliari. Questa previsione è però destinata ai fondi di nuova gestione. Lo spirito di questa norma tende inoltre alla limitazione del rischio per gli investimenti. Sono inoltre espressamente previste alcune deroghe, soprattutto per il nostro fondo, che è ad esaurimento e chiuso a nuove iscrizioni.
In data 28 dicembre la proprietà degli immobili è stata trasferita al fondo immobiliare AIDA.

PRESIDENTE. La invito a concludere, dottoressa Avallone. Il suo documento è molto lungo, ma è stato distribuito.

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e attuale coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Vorrei mettere in evidenza come sono andate le cose ma, per concludere, mi occorre tempo.

PRESIDENTE. Ha a disposizione due minuti per evidenziare i punti essenziali.

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e attuale coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Le modalità utilizzate contravvengono espressamente a quanto previsto dal decreto legislativo n. 252 del 5 dicembre 2005, il quale indica che sono assolutamente necessari partecipazione, trasparenza e pubblicità di tutti gli atti.
È importantissimo ribadire che noi, come associazione, appena abbiamo ricevuto la notizia che all'interno degli organi della SIAE vi era stato qualche cambiamento, chiedemmo notizie, senza però ricevere alcuna risposta. Fummo però ricevuti, il 24 giugno 2011, dal direttore generale e dal presidente del Fondo pensioni: ci fu annunciato che la delibera precedentemente adottata non sarebbe potuta essere attuata, ma che erano allo studio varie altre possibili soluzioni idonee. Ci fu annunciato che nulla sarebbe stato fatto senza condivisione; fu inoltre preso l'impegno - davanti a tutti: la nostra delegazione era composta da cinque persone - di aprire un tavolo tecnico, al quale avremmo partecipato. Ci fu garantita l'apertura di un canale diretto di informazione. Non ci tranquillizzammo e mandammo un comunicato a tutti gli iscritti. L'impegno non è stato mantenuto. Non ci è più pervenuta alcuna notizia. Solo per caso, come precedentemente ha affermato


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il collega, abbiamo saputo che era stata indetta la riunione del consiglio d'amministrazione per deliberare un piano che non conoscevamo.
Ci siamo mossi come abbiamo potuto, rivolgendoci a vari ministeri, tra cui quello del lavoro, comunicando loro che stava succedendo qualcosa di cui non eravamo a conoscenza, invitandoli a indagare in merito.
Abbiamo inoltre presentato un esposto alla COVIP: confidiamo che essa possa verificare che tutto sia stato fatto nella norma, anche se riteniamo che ciò non sia possibile. Si è infatti contravvenuto espressamente a quanto indicato nel decreto legislativo n. 252 del 2005 e anche all'articolo 73 dello statuto, in base al quale la SIAE può entrare in possesso degli immobili del Fondo pensioni solo alla fine della vita del fondo, e non adesso. Non ci sembra che questo piano rispetti le previsioni normative relative ai fondi pensioni, le quali tendono alla diversificazione degli investimenti.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Lei ha parlato di diversificazione degli investimenti. Compatibilmente con le indicazioni della presidente sui tempi, potrebbe darne una definizione?

EUGENIO CANIGIANI, Rappresentante del Fondo pensioni della SIAE. A garanzia dei fondi pensione e per far sì che il rischio sia minimale, la COVIP prevede che gli investimenti in immobili non superino il 20 per cento. Gli altri investimenti possono essere effettuati in BOT o in azioni, in modo tale che il pacchetto - una tempo fa si parlava di «giardinetto» - garantisca al massimo l'utilizzatore.
In questo caso, una delle motivazioni addotte dalla SIAE riguardava la cattiva gestione del patrimonio immobiliare. Premesso che il patrimonio immobiliare è gestito direttamente dalla SIAE - non è un quindi un problema nostro, se la SIAE non è in grado di gestirlo -, essa si è agganciata al limite previsto del 20 per cento, per decidere di dismettere una parte degli immobili. Avrebbe dovuto allora mantenere un 20 per cento in immobili e diversificare in altri investimenti il restante 80 per cento, mentre ha ceduto completamente, quindi al 100 per cento, i beni materiali, che sono stati convertiti in quote di un fantomatico fondo immobiliare. Siamo così passati dalla garanzia certa, rappresentata dagli immobili, a una garanzia aleatoria.

PIER GIUSEPPE MANZO, Rappresentante del Sindacato inquilini della SIAE. Come penso già sappiate, gli appartamenti affittati a inquilini sono 138. Per quanto riguarda il panorama degli inquilini, si tratta di 48 dipendenti SIAE, 7 dirigenti SIAE, 2 associati alla SIAE come autori iscritti e 81 sono persone che non hanno nessun legame con la SIAE. Per oltre il 60 per cento, si tratta di inquilini con più di 65 anni.
Vorremmo far presente che, in tutta questa situazione, nessuno si è mai degnato di informare gli inquilini su quanto sta accadendo. Oltretutto, per quanto riguarda la cessione degli immobili dal Fondo pensioni SIAE al fondo della Sorgente Group, essa è avvenuta con il 20 per cento circa di minusvalore. Rispetto a una precedente valutazione, fatta dalla precedente gestione, secondo cui il valore degli immobili era pari a 103 milioni di euro, oggi si è infatti arrivati a trasferirli per un importo pari a circa 80 milioni di euro. Vorremmo capire in forza di quale previsione ciò sia avvenuto, visto che l'attuale commissariamento prevede un risanamento dei bilanci del Fondo pensioni, apertamente dichiarati in crisi.
In funzione di questo, vorremmo inoltre capire quale sarà il destino degli inquilini. In maniera paradossale, l'ultima valutazione effettuata - di 80 milioni di euro, come dicevo - è infatti giustificata nei bilanci del 2010 con il fatto che gli immobili del Fondo pensioni SIAE sono abitati da persone che hanno un regolare contratto. Tale contratto - come avviene anche per altre dismissioni operate da enti che conosciamo perfettamente, quali ATER ed ENASARCO - prevederebbe una scontistica, in relazione al fatto che sarebbe


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abbastanza complesso vendere gli immobili senza interpellare gli inquilini e senza previa trattativa con loro.

PRESIDENTE. La invito a concludere il suo intervento.

PIER GIUSEPPE MANZO, Rappresentante del Sindacato inquilini della SIAE. Vorremmo capire, innanzitutto, per quale motivo sia stato operato questo sconto: il Fondo pensioni della SIAE sa perfettamente che tutti i contratti in essere degli inquilini, scaduti, non sono stati rinnovati; tutti gli inquilini hanno anzi ricevuto una lettera in cui si asserisce che il contratto è scaduto, ma non si spiega cosa essi debbano fare. Molti degli inquilini, attualmente residenti in immobili del patrimonio SIAE, sono dichiarati «occupanti», in quanto non in possesso del regolare contratto di affitto, e non sanno quale sia il destino che li aspetta.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola ai rappresentanti del MAP, vorrei presentare i parlamentari presenti oggi all'audizione: l'onorevole Gianni, capogruppo di Popolo e Territorio; gli onorevoli Barbieri, capogruppo Rampelli, Scalera e Palmieri del Popolo della Libertà; gli onorevoli Ghizzoni, capogruppo De Pasquale, Levi, Coscia e De Biasi del Partito Democratico; l'onorevole Carra, capogruppo dell'UdC; l'onorevole Giulietti, capogruppo del Gruppo misto; e l'onorevole Zazzera, capogruppo dell'Italia dei Valori.
Dopo questa doverosa presentazione, invito il signor Pino Massara, presidente del Movimento Autori Professionisti (MAP) a prendere la parola, pregandolo di intervenire brevemente, in quanto alle 14,30 sono seguirà un'altra audizione.

PINO MASSARA, Presidente del Movimento Autori Professionisti (MAP). Onorevole presidente, la ringrazio per l'invito rivoltoci, a così breve scadenza. Se però lei mi dice che alle 14,30 bisogna concludere l'audizione, io non inizierei neanche a parlare.
Posso semplicemente dire che con questa audizione, finalmente, si fa sentire la voce degli autori. Stiamo infatti parlando di SIAE, che non esisterebbe senza gli autori, che creano diritto d'autore, e senza gli editori che lo utilizzano per farne una commercializzazione, a volte positiva, a volte no.
Soprattutto il sottoscritto ed il MAP siamo stati fautori di questo commissariamento, perché abbiamo sempre ritenuto che le strutture della SIAE non potessero essere cambiate dall'interno, senza un intervento esterno che portasse avanti alcune riforme indispensabili affinché essa si potesse allineare con le altre società degli autori europee, diventando competitiva.
Per ragioni burocratiche ed anche di tradizione, siamo purtroppo arretrati nei tempi rispetto agli altri. Arriviamo con cinque o sei anni di ritardo, rispetto alla GEMA tedesca o alla SACEM francese, nella risoluzione della questione del download. A questo punto, gli autori italiani si possono soltanto rammaricare di essere nati in Italia e non in Spagna: sarebbe bastato loro essere di lingua spagnola per poter portare le proprie musiche e i propri testi in tutto il mondo, mentre purtroppo la lingua italiana, oltremodo bella, arriva a Chiasso e lì si ferma.
Manca il tempo per illustrarvi la situazione del rapporto che gli autori hanno avuto con i soggetti che hanno commissariato la SIAE, che sarebbe dovuto essere di collaborazione e di conduzione di intenti comuni. Anche i commissari si rendono conto che parlare della SIAE vuol dire parlare di autori, quindi di famiglie e di persone il cui futuro dipende dai regolamenti e dalla funzionalità di questa società. Purtroppo non è stato così: ci siamo trovati di fronte a decisioni assunte a monte dai commissari, che stiamo digerendo senza nemmeno conoscerle a fondo.
Tra le questioni più importanti ci sono anzitutto le attività di risanamento della società, a proposito delle quali il direttore


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generale della SIAE, dottor Blandini, ha già ampiamente riferito alla Commissione. Ho seguito le registrazioni della sua audizione e posso dire che è stato molto esauriente nello spiegare quanto hanno fatto.
Di tutta la questione relativa al patrimonio immobiliare siamo venuti a conoscenza semplicemente leggendo un articolo sul Corriere della Sera: non ne sapevamo assolutamente nulla. Poi sono arrivate le smentite e, secondo quanto ci hanno fatto capire, sembra che l'operazione sia stata utile per la SIAE.
Io so solo che agli autori che sempre hanno chiesto di chi fosse il palazzo che ospita la sede centrale della SIAE, si è risposto che esso appartiene alla SIAE, quindi agli autori stessi. Quel palazzo è quindi nostro. Mi sono sentito dire che, con tutti i successi che ho avuto, tre finestre e una porta d'ingresso del palazzo erano mie. Avevo quindi pensato che, se eventualmente fosse stato necessario, avrei potuto trasferirmi in quella sede, dove avrei avuto per me tre finestre e una porta. A quanto pare, tutto questo non c'è più e fa parte del fondo di una nuova società, senza però che io, proprietario di tre finestre e di una porta, sia stato interpellato o avvertito preventivamente. Per il resto, devo dare atto che noi veniamo a conoscenza delle decisioni quando queste sono state già prese.
A dimostrazione di questa situazione, nonostante le associazioni degli autori e degli editori abbiano suggerito ai commissari alcune proposte per la stesura dello statuto, di cui si parlava da tempo, questi ultimi sono sempre stati molto vaghi nelle risposte, delineando cioè alcune linee di principio, senza però mai entrare nel dettaglio. L'8 marzo scorso, infine, abbiamo ricevuto una circolare in cui vi era scritto semplicemente: «Il commissario straordinario ha deliberato lo schema del nuovo statuto della società e lo ha trasmesso alle autorità vigilanti per il seguito di competenza». Questo è avvenuto il 7 marzo e ci è stato comunicato l'8 marzo.
Quindi, non sappiamo quale sia lo schema del nuovo statuto. Cosa dovremmo fare a questo punto? Quando ne riceveremo copia, dovremo decidere se ci sta bene oppure no. Ci sarà permesso di portare quella carica di umanità che appartiene alla SIAE? Non c'è, infatti, soltanto l'autore che incassa 1 miliardo all'anno, ma anche quello che nella sua vita ha avuto una serie di successi e che poi, con l'aumentare dell'età ed il cambiare della moda, negli anni vede i suoi incassi diminuire gradualmente. A un certo punto, questo dovrà pure esser preso in considerazione! Qui ricadiamo nel discorso relativo al Fondo di solidarietà, che è stato improvvisamente chiuso, senza che nemmeno se ne prevedesse una continuazione dell'attività per consentire il passaggio delle consegne, come avviene in una corsa a staffetta, dove si consegna il testimone a chi parte dopo, a seguito dell'incontro e della di fusione fra due corridori. Se uno partisse prima che il precedente sia arrivato, questo non potrà mai raggiungerlo e la corsa sarebbe finita.

EMERENZIO BARBIERI. Credo che gli auditi ascoltati oggi conoscano tutto il lavoro che la Commissione ha svolto fino ad ora. Do per scontato che abbiano letto quella «montagna» di carte - più voluminosa dei tomi con cui la Commissione di inchiesta parlamentare sulla loggia massonica P2 concluse i suoi lavori -, perché, come noi, si sono occupati di SIAE.
Credo che il compito della VII Commissione, in questa indagine conoscitiva, sia di ascoltare tutti, ma anche di rivolgere domande per capire ciò che è stato affermato in quest'aula, che non collima molto con alcune delle considerazioni che ho ascoltato oggi. Siccome non siamo ancora una commissione d'inchiesta - vedremo se la proposta di legge presentata a tal fine proseguirà il suo iter -, per adesso io mi limiterò ad alcune domande.
Al rappresentante di Federagenti Cisal vorrei chiedere quale sia la rappresentatività


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della vostra associazione, perché tale aspetto è fondamentale e preliminare rispetto a tutto.
Alla dottoressa Avallone vorrei invece chiedere chiarimenti su alcune questioni che non mi sono ben chiare, dopo aver dato lettura alle carte.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Barbieri, considerato il numero di domande, proporrei di proseguire l'audizione in altra seduta, essendo già arrivati i rappresentanti degli enti da ascoltare nell'ambito dell'audizione successiva.
Ringrazio gli auditi per essere stati così pazienti e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14,30.

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