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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VII
7.
Martedì 27 marzo 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 2 DEL 9 GENNAIO 2008, RECANTE DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA SOCIETÀ ITALIANA DEGLI AUTORI E DEGLI EDITORI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AD ATTIVITÀ, GESTIONE E GOVERNANCE DELLA MEDESIMA SOCIETÀ

Seguito dell'audizione di rappresentanti di organizzazioni sindacali:

Aprea Valentina, Presidente ... 3 12
Avallone Anna, Ex vicepresidente del Fondo Pensioni della SIAE e attuale coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE ... 5 6 7
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 4
De Biasi Emilia Grazia (PD) ... 4 7
Gaburro Luca, Segretario generale di Federagenti CISAL ... 3 12
Gianni Giuseppe (PT) ... 6 7
Manzo Pier Giuseppe, Rappresentante del Sindacato inquilini della SIAE ... 9
Massara Pino, Presidente del Movimento autori professionisti (MAP) ... 10 11
Truffa Giachet Eugenio, Ex direttore del Fondo pensioni della SIAE ... 9
Tommaso Vito, Segretario generale del Movimento autori professionisti (MAP) ... 11
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 27 marzo 2012


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 12,45.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Seguito audizione di rappresentanti di organizzazioni sindacali.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'applicazione della legge n. 2 del 9 gennaio 2008 recante disposizioni concernenti la Società italiana degli autori e degli editori (SIAE), con particolare riferimento ad attività, gestione e governance della medesima società, il seguito dell'audizione di rappresentanti di organizzazioni sindacali.
Diamo il benvenuto ai rappresentanti della Federagenti CISAL, del Fondo pensioni SIAE, del Sindacato inquilini SIAE e del Movimento autori professionisti (MAP).
Do la parola ai nostri ospiti, a cominciare dal rappresentante della CISAL. Il dottor Luca Gaburro, segretario generale, è accompagnato dal signor Daniele Pertile, presidente della Sam SIAE Federagenti.

LUCA GABURRO, Segretario generale di Federagenti CISAL. Ringrazio la Commissione per averci invitato al seguito dell'audizione svolta il 15 marzo. In particolare, devo fornire una risposta all'onorevole Barbieri, perché la scorsa audizione si era conclusa con la formulazione del suo quesito sulla rappresentatività dell'associazione di cui sono segretario generale.
Ricordo che parliamo di lavoratori autonomi. Il concetto di rappresentatività nel mondo del lavoro autonomo è piuttosto fumoso. Di solito non c'è una definizione normativa, ma fortunatamente, nel nostro caso, soccorrono le istituzioni, in quanto Federagenti è stata inclusa tra le più rappresentative associazioni di agenti, rappresentanti e intermediari del commercio a livello nazionale proprio dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, già nel 2005, ad opera del Ministro Maroni, e nuovamente lo scorso luglio dal Ministro Sacconi.
Da questo punto di vista, mi riallaccio al discorso che ho svolto in occasione della scorsa audizione: pur essendo noi dichiarati tra le associazioni maggiormente rappresentative da un'istituzione, ossia dal Ministero del lavoro, la nostra convocazione in SIAE è rimasta sub iudice, nel senso che le convocazioni successive erano subordinate alla dimostrazione della nostra rappresentatività: ci è stato chiesto addirittura l'elenco nominativo degli appartenenti al nostro sindacato.
Noi siamo assolutamente disponibili, in un'ottica di trasparenza, a comunicare il numero degli iscritti al nostro sindacato che lavorano nella SIAE, ma, ovviamente, non siamo disponibili a comunicarne i nominativi. Proprio perché non apparteniamo al mondo del lavoro dipendente,


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non siamo assolutamente tenuti a fornirli, a tutela dei nostri iscritti. È piuttosto logico che sia così.

EMERENZIO BARBIERI. Signor presidente, mi collego all'intervento che avevo cominciato a svolgere nel corso dell'audizione del 15 marzo, con una premessa: gli auditi sanno che stiamo conducendo l'indagine conoscitiva sulla SIAE e che è stata depositata una proposta di legge, a prima firma dell'onorevole Carra, per l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla SIAE. La SIAE ha la fortuna - o la sfortuna, non saprei - di essere ogni giorno sui giornali, come abbiamo potuto constatare anche in questi giorni.
Credo che ciò non sia molto di aiuto per il clima che dovrebbe esserci al suo interno, ma, dal momento che si sta svolgendo un'indagine conoscitiva e in seguito, forse, si istituirà una Commissione parlamentare d'inchiesta, ciò dimostra che non si compiono azioni per stare da una parte invece che dall'altra, ma solo per acquisire informazioni ed elementi fondamentali per le nostre conclusioni.
Mi collego alle considerazioni che avevo ascoltato nel corso della scorsa audizione e, quindi, formulo alcune domande. Ai pensionati SIAE domando se sia vero che la SIAE ha citato in giudizio l'ex direttore del Fondo con una richiesta risarcitoria di oltre 20 milioni di euro. Credo che l'assegnazione degli appartamenti della SIAE si presti a valutazioni molto pesanti, perché, in base alle notizie riferite e al volume di carte che sono state depositate, si scopre che gli appartamenti erano spesso assegnati ad amici, parenti e anche figli.
Poiché ciò diventa oggetto di scandalo quando coinvolge i parlamentari - spero che non sfugga a nessuno che due ex ministri della Repubblica, gli onorevoli Mastella e D'Alema, dovettero cambiare casa quando si scoprì che abitavano in appartamenti di enti previdenziali, il che sancì quasi l'impossibilità, per un parlamentare, di pagare l'affitto in un appartamento di un ente previdenziale -, se lo schema è questo, trovo originale che gli appartamenti della SIAE siano assegnati a figli, ad amici e parenti o addirittura, come mi risulta, ad un capo contabile del Fondo. In ossequio alla privacy, anch'io non cito nomi e cognomi, in modo tale che chi ci ascolta non abbia la soddisfazione di sentire il cognome a fianco dell'indicazione del ruolo.
Mi risulta, inoltre, che un lavatoio sia stato trasformato in un attico di lusso. Chiedo se ciò corrisponda al vero e, in caso affermativo, a spese di chi sia avvenuto e chi detenga le fatture. Secondo me, si è anche commesso un abuso edilizio, perché in questi appartamenti lavoravano sempre e soltanto le stesse ditte di fiducia.
Onorevole De Biasi, mi risulta - ho fatto fatica a tirarla fuori, ma è una chicca - che un idraulico, di cui cito il cognome, un tal Paolucci, in pochi mesi abbia ricevuto il pagamento di fatture per 400.000 euro: ciò a proposito di clientelismo dei politici e dei parlamentari.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Perché si rivolge a me?

EMERENZIO BARBIERI. Mi rivolgo a lei perché so che è molto attenta a tali questioni. La dottoressa Avallone è stata vicepresidente del Fondo pensioni, se non sbaglio, dal 2004 al 2008. Mi sembra che il miglior appartamento del Fondo sia stato assegnato alla moglie dell'allora presidente del Fondo, l'avvocato Irace. Altro che parentopoli nelle università: siamo alla parentopoli eretta a sistema!
Mi risulta che lo stesso Fondo pensioni, con voto unanime anche dei consiglieri eletti dai pensionati, in data 12 marzo 2012, quindi non molti giorni fa, abbia deliberato di avviare un'azione di responsabilità nei suoi confronti.
Per quanto riguarda il MAP, dando per scontato che ricordi le dichiarazioni formulate, che comunque sono andato a rileggere, mi sembra che fosse dispiaciuto per il fatto di essere tra i percettori della pensione del Fondo di solidarietà. Purtroppo, però, come il suo rappresentante ha affermato, questa era una forma di


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previdenza vietata dalle norme: vorrei, quindi, capire come siano possibili tali situazioni. Questa è avulsa dall'idea di solidarietà.
Ho posto queste domande perché, se decidiamo di intervenire sulla SIAE, come immagino che il Parlamento deciderà di fare, dobbiamo considerare che non ci sono anime candide e belle da un lato e anime piene di peccati mortali dall'altro: ho l'impressione che sia necessario svolgere un'indagine molto approfondita, perché, se le cose sono andate in un certo modo, sono stati compiuti alcuni peccati: per un cattolico, infatti, possono essere considerati peccati anche quelli di omissione.

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Prima di prima di rispondere alle domande, tengo a ricordare che nel consiglio del Fondo pensioni non vige la pariteticità. La SIAE ha sempre gestito il Fondo pensioni con il doppio voto del presidente, che deve essere di nomina SIAE. In seno al Fondo non è mai stato deliberato o deciso nulla di cui la SIAE non fosse a conoscenza o che la SIAE stessa non avesse approvato nei suoi rispettivi organi. Si tratta di una questione molto importante, che occorre ricordare.
Sono a conoscenza, inoltre, che sono stati citati in giudizio il direttore del Fondo e il collegio dei revisori: si tratta di un'azione di responsabilità, ma non so esattamente di che cosa siano stati imputati, perché non ho letto gli atti.
Per quanto riguarda l'azione di responsabilità che riceverò io, ancora non so nulla ufficialmente. Ne ho la conferma da lei ed ho sentito alcune voci in merito, in quanto dal 24 giugno noi pensionati e dipendenti non abbiamo più avuto il piacere di ricevere alcuna notizia in merito alle decisioni che sarebbero state assunte. Si è compiuto tutto in segretezza e in fretta e noi non abbiamo avuto il piacere di sapere nulla di quanto si stava decidendo alle nostre spalle.
A proposito degli appartamenti, non vi è un disciplinare che regoli l'assegnazione degli appartamenti, in quanto la SIAE non l'ha mai voluto. Inizialmente non lo si voleva perché, essendovi spostamenti di direttori e dirigenti dalle sedi periferiche alla direzione generale, la SIAE voleva salvaguardare la possibilità di assegnare un appartamento a direttori e dirigenti trasferiti a Roma.
Noi avevamo introdotto una «pseudo-regola», quella di prendere le domande in ordine di arrivo; tuttavia, al di là di quest'ordine di arrivo, se vi era un appartamento libero e un socio o un commissario avevano bisogno di un appartamento, questo veniva loro assegnato.
Tengo a precisare, però, che, al di là della persona alla quale veniva assegnato l'appartamento, l'affitto era uguale per tutti. Erano stati stabiliti i canoni concordati, perché era stata svolta un'indagine da un tecnico, il che rappresentava la soluzione migliore, anche fiscalmente, per il Fondo, in quanto i canoni concordati venivano firmati dalle associazioni di categoria. Tali parametri erano utilizzati per stabilire l'entità dell'importo della locazione, chiunque ne avesse avuto l'assegnazione.
Avevamo inoltre stabilito un'altra regola, ossia che, a parità di richiesta, si preferiva assegnare un appartamento a un dipendente del fondo o della SIAE.
In merito all'appartamento della moglie dell'avvocato Irace, io non ho assegnato l'appartamento, ma ho firmato il contratto. Dal 2004 al 2008, tempo in cui sono stata vicepresidente, ho firmato una quarantina di contratti, non solo quello, ma tre o quattro nuovi e altri rinnovati.
Il presidente del Fondo, un avvocato di grossa fama, con studio a Roma, a Milano e a Napoli, non c'era mai. L'articolo 9 dello statuto del Fondo dispone che, in assenza del presidente, ne fa le veci il vicepresidente. Di questo aspetto mi sono lamentata più di una volta, perché l'assenza si è ripetuta più volte e in due occasioni - come risulta dai verbali del consiglio del Fondo - ho chiesto che cosa si intendesse per indisponibilità del presidente


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e perché avrei dovuto supplire totalmente alla sua assenza in quel modo. Ne derivò una grossa discussione: alla fine mi fu risposto che, se il presidente non c'era, io avrei dovuto svolgerne le funzioni.
Purtroppo i documenti sono nell'archivio del Fondo pensioni e, quindi, i rappresentanti del Fondo stesso potranno estrapolarne quanto potrà servire. Io non ho l'archivio del Fondo pensioni a casa, ma posso averne una reminiscenza.
L'assegnazione dell'appartamento dell'avvocato Irace è stata da me effettuata così «in amicizia» o per chissà quale favore, che, in una data che non ricordo, gli ho inviato una lettera, in cui gli ho comunicato che, se non avesse pagato l'affitto, immediatamente l'avrei mandato via. Poiché stava effettuando lavori ulteriori, volti a migliorare lo stato dell'appartamento, ulteriori a quelli di sistemazione dell'appartamento che spettavano a noi, e la situazione andava avanti senza che l'avvocato pagasse l'affitto, gli ho mandato una lettera proprio per farlo rientrare. In caso contrario, avrei interessato della pratica il legale.

GIUSEPPE GIANNI. Ha pagato oppure no?

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Io sono andata via, perché ho lasciato l'incarico. Il mio mandato finiva a maggio del 2008. Tra di noi l'amicizia era tale che, all'incirca a febbraio, ho chiesto all'avvocato Irace di rassegnare le dimissioni, in quanto non si stava occupando del Fondo. Non mi pare, dunque, che ci sia stato un buon rapporto tra me e il presidente Irace.
Quanto ai lavori svolti dall'idraulico per un totale di 400.000 euro, di cui ha parlato l'onorevole Barbieri, forse le può rispondere in maniera più approfondita il collega Truffa Giachet. Finché sono stata vicepresidente, alcune ditte che avevano svolto i lavori emettevano tutte le fatture contemporaneamente, però proprio non ho memoria di cifre del genere, almeno fino al bilancio del 2007.
Non mi risulta nemmeno che sia avvenuta la trasformazione in attico di un lavatoio. Forse, in merito a tali due questioni, le può rispondere meglio il collega.
Aspetterò che mi arrivi la citazione per sapere di che cosa mi sono «macchiata». Da voci che girano, avremmo dovuto vendere gli appartamenti ed invece non li abbiamo venduti: la SIAE, quindi, ha dovuto dare i soldi, in base a quanto previsto dall'articolo 60, mentre avrebbe potuto investirli diversamente. Noi avevamo contattato assicurazioni, avevamo svolto indagini e stavamo cercando di venderli, anche se non tutti contemporaneamente.
Gira anche la voce secondo la quale il Piano di vendita che era stato predisposto dopo che sono andata via era dissennato. Quando arriveranno gli atti, vedremo di che cosa sarò accusata.
Noi eravamo coperti da un'assicurazione, come tutti gli amministratori pubblici, ma, caso strano, si sono dimenticati di rinnovarla. Succede, a volte.
Per le altre due questioni può rispondere il collega. Se ci sono altri chiarimenti che mi riguardano, posso approfondire.

GIUSEPPE GIANNI. Le pongo un paio di domande, dottoressa Avallone. Lei ha parlato di «pseudo-regole» e di richieste dei vertici riguardanti parenti e amici con la precedenza su altri. Ha affermato che la presidenza la chiamava per chiederle di assegnare l'appartamento a qualcuno.
L'ha riferito lei, non io: ha parlato di una gestione in amicizia. Non esisteva una regola, perché l'articolo 9 dello statuto, da lei citato, la costringeva a sobbarcarsi di responsabilità che erano del presidente e che, invece, si assumeva lei. Non ha mai ipotizzato di emanare un bando pubblico per assegnare questi appartamenti a chi ne fosse interessato? Lei ha agito secondo le indicazioni che le venivano fornite?

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Ne abbiamo parlato più di una volta in diverse occasioni.


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GIUSEPPE GIANNI. Poiché si è parlato di voci che giravano, di persone che chiedevano, di richieste che le arrivavano dalla SIAE con indicazioni di persone, lei, che ne aveva la responsabilità, sostituendo il presidente a norma dell'articolo 9 da lei citato, ha mai pensato di compiere azioni diverse da quelle che in realtà ha compito, in base ad un pourparler e ad una sorta di scambio di amicizia e di nomi?

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Sì, ho presentato una proposta in tal senso in consiglio.

GIUSEPPE GIANNI. Dunque vi è una sua proposta in tal senso.

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Certo. Non ho con me i verbali delle riunioni, però posso cercare di ritornare indietro nel tempo. Ho avanzato una proposta in tal senso, ma in consiglio non è stata accettata. Anche come vicepresidente non potevo decidere io che cosa fare. Avevo presentato una proposta.

GIUSEPPE GIANNI. Ci può far avere la proposta che aveva presentato?

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Sarà un po' difficile, però ci proverò. Forse potrò ricordare in quale occasione l'ho presentata e voi potrete chiedere il verbale relativo.

GIUSEPPE GIANNI. È mai capitato che un autore che si trovasse in difficoltà, come, purtroppo, accade spesso, abbia presentato richiesta di un appartamento e sia stato privilegiato rispetto ad altri, visto che il Fondo viene costituito dal prelievo degli introiti?

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Sicuramente.

GIUSEPPE GIANNI. Nel vostro bilancio esiste un articolo che faccia riferimento ad autori in difficoltà economica al fine di poterli supportare e aiutare?

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Il Fondo pensioni è una realtà, il Fondo solidarietà per i soci ne è un'altra: si tratta di due organismi diversi.

GIUSEPPE GIANNI. Mi pare che il Fondo pensioni sia in attivo.

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Il Fondo solidarietà è in attivo. Il Fondo pensioni aveva un patrimonio immobiliare: è di quegli immobili che stiamo parlando, non di quelli della SIAE.

GIUSEPPE GIANNI. Questo fondo immobiliare accumula risorse che vengono utilizzate per quale scopo?

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. Le risorse vengono utilizzate per pagare le pensioni.

GIUSEPPE GIANNI. E non rimane nulla?

ANNA AVALLONE, Ex vicepresidente del Fondo pensioni della SIAE e coordinatrice nazionale dei pensionati e pensionandi della SIAE. No, non bastano nemmeno.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor presidente, capisco che tutti abbiamo voglia di comprendere un po' meglio la questione e che le audizioni che stiamo svolgendo ci stanno dimostrando che le notizie che ci sono state fornite non sono poi chiare come pensavamo. Le contraddizioni, le differenze di opinione e anche di dati, nonché le spiegazioni addotte ci


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mostrano una realtà molto diversa rispetto a quella risultante a seguito delle prime audizioni svolte.
In primo luogo, ritengo che, sulla vicenda del Fondo pensioni, debba essere fatta una maggiore chiarezza: sono state date notizie contraddittorie nelle diverse audizioni.
È evidente che la materia in questione occorrerebbe l'accesso a documentazioni e ad atti che dovrebbe richiedere una Commissione d'inchiesta: quindi, pur ringraziando gli auditi per le spiegazioni, che ritengo esaurienti, ovviamente nei limiti delle possibilità di chi è intervenuto, reputo assai importante leggere bene il regolamento del Fondo pensione attuale.
Vorrei sapere se, relativamente al nuovo statuto della SIAE, siano state poste in essere consultazioni, se siate stati auditi, se qualcuno vi abbia chiesto un parere: come sapete, infatti, noi non possiamo leggere il nuovo statuto fino a che esso non sarà vagliato dagli enti vigilanti. Nel corso delle precedenti audizioni è emerso, però - vorrei sapere se è successo anche a voi -, che altri soggetti non siano stati previamente consultati in merito.
In secondo luogo, il rappresentante della CISAL, il dottor Gaburro, nella documentazione che ci ha cortesemente inviato mette in evidenza un aspetto molto importante, cioè la richiesta della SIAE di revocare il mandato agli agenti mandatari che non avevano firmato il protocollo d'intesa.
Si tratta di un punto molto importante ai fini di un'indagine conoscitiva: le altre questioni attengono ad altre materie, su cui, sinceramente, non mi sento di esprimermi. Non credo rientri nella facoltà delle persone presenti, pur nel rispetto che immagino abbiano nei confronti della Commissione, rispondere a domande che hanno una possibile rilevanza di altra natura e che non sono squisitamente relative a un'indagine conoscitiva.
Preciso subito che non interverrò sulle considerazioni dell'onorevole Barbieri, per il semplice motivo che, quando saremo in sede di Commissione d'inchiesta, avremo modo di vagliare gli atti. È incredibile il susseguirsi di voci: mi dispiace tanto, ma io, per correttezza, ritengo che le accuse non vadano lanciate in questo contesto, ma che si debba dare alla sede opportuna la possibilità di conoscere i fatti e di trarre le conclusioni.
Questo aspetto riguarda tutte le persone. Del resto, presidente, abbiamo iniziato questa indagine conoscitiva esattamente con quello spirito. Ricordo che, nel corso della prima seduta, erano state svolte affermazioni penalmente rilevanti: è bene, quindi, che tutto stia al suo posto.
Tornando alla CISAL, chiedo se possa fornire un'informativa in tal senso. Sarebbe piuttosto grave considerare che vi sia stata, da parte dei vertici della SIAE, una pressione nei confronti di una parte dei lavoratori SIAE.
Aggiungo che l'articolo pubblicato sul Corriere della Sera getta ulteriori ombre sulla vicenda: penso che sia nell'interesse di tutti che le situazioni siano chiarite nella sede opportuna in modo inequivoco.
Pongo ai nostri maestri presenti, inoltre, una domanda sul Fondo di solidarietà, relativa al contributo di professionalità. Spesso noi sbagliamo anche la terminologia.
L'onorevole Barbieri ha svolto un'affermazione che io non condivido: sappiamo benissimo che non si tratta di una pensione, lo sanno evidentemente anche i percettori, ma il punto è un altro: bisogna capire se ci i vertici dell'azienda abbiano avuto o no la volontà di arrivare a una nuova definizione dell'utilizzo di quel fondo.
Il problema vero che oggi abbiamo di fronte è questo, tant'è vero che il Governo - fornisco anche un'informazione - ha accolto come raccomandazione un mio ordine del giorno che poneva una richiesta, oltre a rilevare lo scempio commesso sul diritto connesso. Personalmente, ritengo che sia stato un gravissimo errore, perché liberalizzare il diritto connesso mantenendo inalterato il monopolio del diritto d'autore, in assenza di una normativa complessiva sul diritto d'autore, è un problema di gestione e non solo teorico. L'ordine del giorno è stato accolto come


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raccomandazione e, quindi, ho buoni motivi per credere che si possa procedere in un'azione legislativa.
Del resto, la stessa Commissione cultura, fra le condizioni poste al decreto-legge sulle liberalizzazioni, ha segnalato in modo unitario esattamente questo punto: quindi, collega Barbieri, io sono anche un po' stupita che lei oggi esprima un'opinione diversa rispetto a quella che abbiamo votato una settimana fa.
Noi sappiamo perfettamente che quel fondo non poteva più essere utilizzato come forma surrettizia di pensione, ma sappiamo altrettanto bene che sarebbe stato possibile un intervento da parte dei vertici della SIAE, nei confronti degli enti vigilanti, per arrivare a una determinazione legislativa, che si sarebbe potuta attuare tramite un decreto governativo, in modo molto agile e ed efficace. Vorrei, quindi, chiarimenti sulle relazioni - se ci sono state - fra i vertici della SIAE e voi, con riferimento al Fondo di solidarietà.
Infine, richiamo la domanda che avevo posto al sindacato inquilini nel corso della precedente audizione, in quanto non c'era stato il tempo di ascoltare le risposte. Ci farebbe piacere avere qualche chiarimento al riguardo.

EUGENIO TRUFFA GIACHET, Ex direttore del Fondo pensioni della SIAE. Essendo stata formulata una domanda che mi coinvolge personalmente, intervengo sulla questione relativa agli appartamenti.
Per la precisione, essi non appartengono alla SIAE, ma al Fondo pensioni: vengono assegnati rigorosamente a canoni concordati, che sono fiscalmente più vantaggiosi rispetto al canone libero, e la differenza va a favore del Fondo pensioni. Circa il 40 per cento è locato a dipendenti o ex dipendenti della SIAE e il 60 per cento è locato a personaggi esterni che risiedono negli immobili del Fondo da circa quaranta o cinquant'anni.
Per quanto riguarda, specificatamente, la trasformazione di un lavatoio o, meglio, la «pseudo-trasformazione» di un lavatoio in attico, non è stato commesso alcun abuso edilizio. Sono disposto a subire qualsiasi verifica: è rimasta una soffitta con un terrazzo molto grande. L'unico vantaggio è che, da un valore di stima di 12.000 euro, l'immobile è passato a un valore di 48.000 euro, naturalmente a favore del Fondo pensioni.
Per quanto riguarda i lavori svolti dall'idraulico per 400.000 euro, non mi risultano, ma non ho a disposizione i dati per poter controllare. Permettetemi di nutrire dubbi sulla veridicità di tali cifre, se, appunto, la si mette in relazione con il compenso di 80.000 euro, che, come è stato affermato, avrei chiesto, (mentre è esattamente la metà), oppure con quanto ha erogato la SIAE o con quanto dovrebbe ancora erogare al Fondo, fino alla fine della vita del Fondo stesso.
Si afferma che la SIAE avrebbe dato al Fondo 230 milioni di euro, ma in verità ne ha dati 72. Si riferisce che bisognerebbe dare al Fondo ancora 190 milioni di euro, ma in effetti si tratta di 142 milioni. Si troverebbe un patrimonio del valore di 345 milioni di euro. Questi sono dati tratti da documenti ufficiali della SIAE.
Quanto alla citazione, è stata indirizzata a me in qualità di ex direttore, ai presidenti dei due quadrienni precedenti e ai collegi dei revisori dei quadrienni precedenti. Non entro nel merito, perché sarà compito della magistratura accertare la verità. Posso soltanto affermare che, leggendo la citazione, se non fosse una situazione tragica personalmente, perché l'ho vissuta come un oltraggio, ci sarebbe da sorridere: ci vengono chiesti 7 milioni di euro dello sbilancio del 2009, 7 milioni di euro dello sbilancio del 2010, nonostante il Fondo sia in sbilancio dal 1977, e 4 milioni di un bilancio attuariale costruito non si sa come, che riguarda il periodo dal 2011 al 2058, più 7 milioni di lucro cessante. Preferisco non fare commenti sull'argomento.

PIER GIUSEPPE MANZO, Rappresentante del Sindacato inquilini della SIAE. Per quanto riguarda le notizie che abbiamo dato la volta precedente in forma del tutto sommaria, confermiamo, come del resto potete anche chiedere ai rappresentanti


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del Fondo pensioni, che nel 2009 era emerso un Piano di vendita agli inquilini per un importo pari a 103 milioni di euro. Questi importi venivano ricavati da una stima, di cui vi ho fornito una copia, basata su un'indagine eseguita presso gli inquilini.
Gli inquilini erano ben predisposti ad accettare questa offerta, tant'è vero che in alcuni stabili erano stati comunicati i documenti relativi al versamento di una quota minima di anticipo, in modo da poter procedere successivamente alle vendite, cosa che in parte, se non sbaglio, è accaduto negli stabili di via Borgia e di via Pellati.
L'entrata del patrimonio immobiliare nel Fondo Aida è stata parziale, a causa di problemi nati da versamenti di acconto da parte di alcuni inquilini di questi stabili: un'altra parte non è ancora riuscita a entrare, stando a quanto abbiamo compreso noi come sindacato inquilini, per problemi di natura catastale, ragion per cui inserire questi immobili all'interno del Fondo Aida non era semplice.
Sottolineo una questione piuttosto semplice: ci sembra strano procedere in questo senso. Esisteva un sistema, che era stato studiato dal primo soggetto interessato, i pensionati: si trattava di una dismissione graduale, che, però, garantisse a tutti il diritto di acquisire l'abitazione tramite un accesso al credito attraverso il Fondo pensioni. Ciò avrebbe garantito sia ai pensionati del Fondo pensioni l'erogazione delle loro pensioni, sia alla SIAE stessa una graduale mancanza di intervento fondi proprio all'interno del Fondo pensioni, sia agli inquilini la possibilità di acquistare gli appartamenti. È una questione non indifferente.
Adesso, chi darà queste garanzie agli inquilini? Si apre un problema sociale enorme. Se, da una parte, si contano i numeri e si tenta di risparmiare ovunque, dall'altra si devono fare i conti con famiglie che accusano il problema casa. Presso il comune vi sono già file enormi di persone che chiedono la risoluzione di questi problemi. Se poi eseguiamo un confronto, a distanza di dodici mesi, con i conteggi presentati dalla precedente gestione del Fondo pensioni della SIAE, non si comprendono proprio i numeri.
A questo punto, chiedo al rappresentante dei pensionati conferma dell'esistenza di questo Piano di dismissione a tali importi. Tale Piano sarebbe dovuto durare fino al 2060: perché si è preferito non attuarlo, sostenendo che fosse dannoso - non abbiamo ancora capito per chi - e, invece, si è attuata una dismissione successiva?
Se poi mettiamo a confronto le valutazioni eseguite da CBRE con incarico da questa Commissione rispetto alle precedenti, si vede che, a parità di immobili, c'è una differenza minore rispetto al Piano precedente.
Se vogliamo contare i numeri e non vogliamo calcolare il problema sociale, il vantaggio sui numeri dov'è? Si trasforma un patrimonio immobiliare da mattoni, cioè da realtà consistenti, in quote: una società con 4,5 milioni di capitale - se non sbaglio - compie una transazione con una banca a Parigi in cui prende gli immobili, li acquisisce e li trasmette presso la banca per ricevere quote. Scusate, ma perché? A vantaggio di chi? Chi si assume gli oneri di questa operazione? Noi stiamo aspettando una risposta.
Agli inquilini è arrivata una lettera questa settimana, dopo tre mesi, quando tutti si domandavano perché non fosse effettuato il rinnovo dei contratti, in cui è stato sommariamente comunicato che gli immobili non appartengono più al Fondo pensioni SIAE, come si evince da questo documento. Perché tale documento non è stato reso noto prima? Chiediamo una risposta, cortesemente, anche per capire che cosa sta succedendo.

PINO MASSARA, Presidente del Movimento autori professionisti (MAP). Le domande che a noi sono state rivolte, sia dall'onorevole Barbieri, sia dall'onorevole De Biasi, riguardano il Fondo di solidarietà: ad esse non avevamo potuto dare risposta nel corso della precedente audizione.


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Lascerei al collega maestro Vito Tommaso, che si occupa particolarmente del problema del Fondo di solidarietà, la possibilità di rispondere, sempre che il presidente sia d'accordo.

VITO TOMMASO, Segretario generale del Movimento autori professionisti (MAP). Come sapete, il Fondo erogava un assegno di professionalità agli ex soci. Esso, da sempre, è costituito dall'apporto degli autori, nella misura del 4 per cento dei loro proventi, e degli editori, nella misura del 2 per cento; gli editori sono coloro che, sotto forma contrattuale, percepiscono una parte rilevante dei proventi realizzati dall'autore attraverso le sue opere.
È bene precisare un fatto. È vero che, come sapete benissimo, a gennaio è stata interrotta l'erogazione di tale assegno di professionalità, che fino a quel momento era stato erogato a 1087 cosiddetti ex soci (la qualifica di socio era stata ormai eliminata). È bene precisare anche che, fin dal 2004, era stato eletto un comitato che si occupava dei problemi sorti relativamente al Fondo e che avrebbe dovuto risolvere i problemi presentatisi.
Questo comitato ha lavorato per diverso tempo anche affrontando una notevole spesa, grazie ai soldi degli autori, perché la SIAE stessa aveva chiesto la collaborazione di diversi illustri professionisti per analizzare le problematiche del Fondo.
Sembra che il comitato, che ha lavorato per diversi anni, sia arrivato a conclusioni che si sarebbe potuto mettere in pratica senza causare la chiusura traumatica, formalmente non molto corretta nei confronti degli ex soci: il 15 novembre del 2011, infatti, si è decisa la cessazione di questa erogazione, notificata con lettera datata il 16 gennaio 2012 agli ex percettori, alcuni dei quali, però, l'hanno ricevuta alla fine di gennaio, mentre altri l'hanno ricevuta addirittura nel mese di febbraio.
Questo comitato di studio, che ha lavorato con il conforto del parere di grandissimi professionisti, era arrivato a conclusioni che avrebbero potuto risolvere tutti i problemi del Fondo, senza creare equivoci con il sistema pensionistico. Il risultato di queste ricerche e di questo lavoro pare non sia stato considerato con la dovuta attenzione.
Se questa Commissione volesse approfondire veramente gli aspetti formali, giuridici e sostanziali di tali problemi, potrebbe anche chiedere l'audizione o la collaborazione di questo comitato, che è stato ora sostituito da una commissione, della quale fanno parte anche persone che hanno lavorato in seno al comitato precedente.
Occorre anche sottolineare che il vicecommissario della SIAE, avvocato Scordino, vi aveva accennato all'esistenza di una possibilità di soluzione, con l'intenzione di convocare subito i soci, cioè gli autori, al fine di parlare di questi problemi. Sarebbe stato meglio se avesse maturato questa posizione molto prima del 15 novembre, magari per discutere più a fondo la questione.
Ci era stata posta anche una domanda sul grado della nostra conoscenza in merito allo statuto che deve essere emanato.

PINO MASSARA, Presidente del Movimento autori professionisti (MAP). Rispondo semplicemente e molto brevemente alla domanda sullo statuto, del quale noi autori - non soltanto il MAP, ma un po' tutti - non conosciamo nulla. Inizialmente il direttore generale aveva chiesto che le diverse associazioni di categoria suggerissero proposte di cambiamento dello statuto. L'hanno fatto tutte, ma la risposta è stata vaga: non si è entrati nei particolari e le linee generali sul rinnovo dello statuto sono state sufficientemente opache.
Dopodiché, per noi è piombato il silenzio assoluto e ci è stato comunicato che il 7 marzo lo statuto era stato inviato ai Ministeri affinché fosse analizzato. Non conosciamo, dunque, i dettagli dello statuto che regolerà la nostra vita di domani.
Gli editori, come ben sapete, sono sempre in una posizione di vantaggio rispetto agli autori. Quando si parla di anomalie della SIAE, onorevole Barbieri, si parla


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della SIAE come monopolio, ma si deve §parlare anche di anomalia della SIAE nella sua rappresentatività interna.
Calcoli che in tutte le società europee esiste un rapporto, in seno all'assemblea, di due terzi di autori e di un terzo di editori. In Spagna la SGAE ha tre quarti di autori e un quarto di editori, mentre in Italia il rapporto è di cinquanta e cinquanta, con una prevalenza decisionale da parte degli editori che, in vigenza dello statuto precedente, avevano, oltretutto, il potere di delega. L'editore, quindi, rimaneva a casa, mandava il suo impiegato in assemblea e questi decideva ciò che volevano gli editori.
Lo stesso Fondo di solidarietà è sempre stato osteggiato dagli editori, che non si sono mai nascosti dietro la domanda sul perché dare il 2 per cento dei loro incassi al Fondo di solidarietà degli autori. Ora la situazione deve essere risolta.

LUCA GABURRO, Segretario generale di Federagenti CISAL. Interverrò in maniera sintetica. Quanto allo statuto, per quanto mi consta, non siamo stati coinvolti in alcun approfondimento.
Per quanto riguarda, invece, la revoca dei mandati, anche a questo aspetto facevo riferimento nel corso della precedente audizione, quando parlavo di singolarità nei rapporti tra le parti sociali.
Descrivendo la circostanza senza esprimere alcuna opinione in merito, osservo solo che ai lavoratori che non avevano firmato il protocollo di intesa è stata spedita una lettera di revoca del mandato. Successivamente, questi lavoratori hanno firmato il protocollo di intesa e la governance dell'ente li ha praticamente reintegrati, con una lettera intitolata «Istanza di adesione tardiva al protocollo di intesa sottoscritto dalle organizzazioni sindacali». Ognuno è libero di formare la propria idea.

PRESIDENTE. Vi saluto e vi ringrazio. Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 13,35.

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