Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Strumento di esplorazione della sezione Lavori Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Torna all'elenco delle indagini Torna all'elenco delle sedute
Commissione VII
19.
Mercoledì 25 luglio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE 9 GENNAIO 2008, N. 2, RECANTE DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA SOCIETÀ ITALIANA DEGLI AUTORI E DEGLI EDITORI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AD ATTIVITÀ, GESTIONE E GOVERNANCEDELLA MEDESIMA SOCIETÀ

Seguito dell'esame del documento conclusivo:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3 8 15
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 8 14
Carlucci Gabriella (UdCpTP) ... 6 8
De Biasi Emilia Grazia (PD) ... 3 8 10
Giulietti Giuseppe (Misto) ... 12
Levi Ricardo Franco (PD) ... 11
Palmieri Antonio (PdL) ... 13
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 8 11

ERRATA CORRIGE ... 15

Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 25 luglio 2012


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA GHIZZONI

La seduta comincia alle 15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Seguito dell'esame del documento conclusivo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'applicazione della legge 9 gennaio 2008, n. 2, recante disposizioni concernenti la Società italiana degli autori e degli editori, con particolare riferimento ad attività, gestione e governance della medesima società, il seguito dell'esame del documento conclusivo.
Ricordo che nella precedente seduta è stato distribuito il documento conclusivo elaborato dal proponente, onorevole Barbieri.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Si tratta di un documento molto complesso perché, come abbiamo già detto, esprime conclusioni che, a mio avviso, non sono congrue e pertinenti con le finalità dell'indagine conoscitiva.
Prima di ciò, tuttavia, mi preme l'obbligo di effettuare una correzione al testo; si tratta di un gran lavoro, peraltro molto articolato, e può anche darsi che qualche considerazione non sia riferita correttamente. A pagina 68 del resoconto si legge che «anche l'onorevole Emilia Grazia De Biasi ha sostenuto l'urgenza di intervenire con strumenti normativi specifici, anche attraverso l'istituzione, com'è avvenuto in altri Paesi, di un'Authority competente in materia di diritto d'autore, operando quindi una sostanziale privatizzazione della collecting».
Penso che anche i colleghi che hanno seguito le numerose audizioni sappiano perfettamente che quella non è la mia posizione, che è stata acclarata più volte. Immagino sia stata una battuta ironica, che in sede redazionale perde la sua intonazione; pertanto, vorrei che fosse eliminata perché non corrisponde al mio pensiero, dato che, come ho cercato di spiegare per molti mesi, non sono d'accordo a partire oggi con alcun ragionamento sulla privatizzazione né sono favorevole alla privatizzazione in generale.
Nella scorsa seduta, il relatore Barbieri ci aveva invitato a proporre alcune integrazioni al testo; ne ho scritte alcune - ovviamente in bozza e, pertanto, sono perfettibili e correggibili - che, se siete d'accordo, vorrei leggere in modo da poter poi svolgere una discussione.
Sono partita dall'articolo 144, comma 1, del Regolamento della Camera, che recita: «le Commissioni, nelle materie di loro competenza, possono disporre, previa intesa con il Presidente della Camera, indagini conoscitive dirette ad acquisire


Pag. 4

notizie, informazioni e documenti utili all'attività della Camera.» È evidente che un'indagine conoscitiva non può contenere in sé proposte e soluzioni ma, per definizione - come da Regolamento - deve descrivere quello che è successo e gli atti che sono pervenuti.
La lunga e articolata indagine condotta dalla Commissione si è svolta in quattro parti: la prima relativa all'audizione del commissario, dei subcommissari e del direttore generale della SIAE; la seconda relativa all'audizione di numerosi soggetti, associazioni e sindacati sullo stato attuale della SIAE; la terza relativa all'audizione dei soggetti che, in passato, hanno diretto la SIAE; la quarta, infine, relativa all'audizione dei soggetti vigilanti sulla SIAE, ovvero la Presidenza del Consiglio e il Ministero per i beni e le attività culturali.
Dall'insieme delle audizioni sono emersi problemi e criticità di lettura (non sempre agevole), anche in virtù del fatto che sono stati depositati allegati di difficile interpretazione.
Inoltre, è doveroso riferire che alcuni commissari hanno chiesto le dimissioni del commissario straordinario, dei sub-commissari e del direttore generale della SIAE.
Innanzitutto, non sono chiare le motivazioni che hanno condotto al commissariamento dell'ente; se volete, posso spiegare questo punto benché credo sia abbastanza chiaro.
In secondo luogo, non è chiaro come mai il direttore generale sia rimasto lo stesso pur in presenza del commissariamento.
Si evidenzia una mancanza di informazioni sulla dismissione del patrimonio immobiliare della SIAE, conferito alla società Sorgente, e sulla creazione dei due Fondi, Aida e Norma. A ciò si aggiunga che, ancora pochi giorni fa, è stato alienato un altro pezzo di patrimonio immobiliare - non è chiaro con quali finalità - e che il Fondo Aida ha proceduto allo sfratto degli inquilini affittuari (ho qui con me la documentazione) che avevano già espresso, in audizione, timori sulla possibilità di rimanere locatari.
L'argomento appare di particolare interesse, anche per alcuni articoli pubblicati sul Corriere della Sera che hanno più volte insistito sulla valutazione degli immobili, sulla presenza di parenti di lavoratori SIAE e su modalità troppo agevolate per il pagamento dei mutui.
L'abolizione del Fondo di solidarietà ha destato non poche perplessità in molti auditi; la valutazione, che ha visto anche l'assenso del commissario Gian Luigi Rondi, è partita dalla considerazione che il fondo fosse pagato dagli autori e servisse a erogare una somma mensile sostitutiva, per molti di loro, della pensione. La dichiarazione di illegittimità di una struttura para-previdenziale interna alla SIAE ad opera dello Stato e del Governo non ha portato a un nuovo provvedimento da parte dell'ente, ma alla trasformazione - nella proposta di nuovo statuto - in attività solidaristiche per gli autori (fondo di aiuto all'indigenza).
Nel pieno dell'indagine conoscitiva, le relazioni fra le parti sociali hanno subito un brusco irrigidimento, sfociato nella disdetta del contratto da parte dell'ente e, in seguito, alla ricomposizione attraverso un nuovo contratto collettivo - sottoposto a referendum - che ha ottenuto il consenso del 70 per cento dei lavoratori. Penso che queste siano informazioni utili che accrescono il patrimonio conoscitivo dell'indagine.
Si è aperta la questione relativa all'incarico del dottor Cerasoli - rappresentante sindacale della UIL con incarico al personale della SIAE - e del fax a sua firma inviato alla UIL SIAE contenente indicazioni sull'attività sindacale. L'Ispettorato per la funzione pubblica ha richiesto chiarimenti riguardanti l'incompatibilità prevista dall'articolo 53, comma 1-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001, come modificato dall'articolo 52 del decreto legislativo n. 150 del 2009, secondo il quale «non possono essere conferiti incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali o che abbiano


Pag. 5

avuto, negli ultimi due anni, rapporti continuativi di collaborazione o consulenza con le predette organizzazioni».
Numerosi auditi si sono soffermati sulla divisione, in seno all'ente, tra autori ed editori e fra gli stessi autori, innanzitutto fra quelli della parola e quelli della musica e, all'interno di questi ultimi, fra gli autori che incassano maggiori proventi e tutti gli altri. La posizione dell'attuale dirigenza SIAE è stata chiara fin dall'inizio attraverso l'enunciazione della scelta del voto ponderato contenuta nella proposta di nuovo statuto; questa posizione è stata contestata nel corso delle audizioni con proposte alternative, quali un diverso equilibrio nell'assemblea fra autori ed editori (due terzi di autori e un terzo di editori), un equilibrio del 50 per cento per la musica e il restante 50 per cento per le altre sezioni e l'equità fra autori ed editori nel diritto di delega. La ricerca di un punto di equilibrio condiviso è apparsa lontana.
La proposta di un nuovo statuto ha raccolto l'interesse di molti, particolarmente dei commissari, poiché numerosi auditi hanno affermato di non essere stati consultati dall'ente. Corre l'obbligo di riferire che la Commissione ha ottenuto la bozza dello statuto dopo un percorso accidentato in seguito a una corrispondenza, non sempre congrua, da parte del gruppo di direzione della SIAE. In ogni caso, è sempre stato chiaro ai commissari che le valutazioni sullo statuto competono agli enti vigilanti, ma per definizione è nei compiti dell'indagine conoscitiva conoscerne il testo.
Le osservazioni concernenti lo statuto hanno dato modo di approfondire il tema e di mettere in luce alcune criticità quali, ad esempio, i conflitti di interesse fra vigilanti e vigilati e fra direttore generale e organi gestionali, oltre a quelle sopracitate, relative allo squilibrio fra autori ed editori e alla trasformazione del fondo di solidarietà in attività solidaristica per indigenti, anche per avere contezza della destinazione dei fondi pagati dagli autori per il decaduto fondo.
Il dibattito ha messo in luce che se cambia la natura del voto cambia la missione della società - occorre interrogarsi su quale missione avrà la SIAE - e che la questione è assai complessa, poiché si parla di una categoria di lavoratori molto particolare, che produce ma vede i propri diritti decadere con il tempo.
Un altro tema trattato è stato quello relativo all'assenza, in Italia, di una normativa moderna sul riconoscimento del diritto d'autore e della proprietà intellettuale, il che produce incertezze e pone il problema della ridefinizione della SIAE, attualmente ente pubblico economico a base associativa disciplinato dalle norme di diritto privato.
L'articolo 1 della legge n. 2 del gennaio 2008 recita che «la SIAE svolge le funzioni indicate nella legge 22 aprile 1941, n. 633 ma può effettuare, altresì, la gestione di servizi e di accertamento e riscossione di imposte, contributi e diritti, anche in regime di convenzione con pubbliche amministrazioni, regioni, enti locali e altri enti pubblici e privati. La SIAE, d'intesa con il Ministero per i beni e le attività culturali, promuove studi e iniziative volti a incentivare la creatività di giovani autori italiani e ad agevolare la fruizione pubblica a fini didattici ed educativi delle opere dell'ingegno diffuse attraverso reti telematiche.» (tale aspetto è risultato assente nella totalità delle audizioni).
Pur partendo da considerazioni differenti e da diverse soluzioni, tutti i commissari intervenuti hanno auspicato che si sciolga rapidamente il quesito relativo al superamento dell'attuale ambiguità dell'ente, a cavallo fra pubblico e privato, e si giunga, in armonia con la prossima direttiva europea in materia, alla ridefinizione della missione della governance della SIAE in relazione al mercato europeo della collecting, salvaguardando la finalità pubblica della tutela e della protezione del diritto d'autore come previsto dalla legge del 1941.
Nel frattempo, rimangono in vigore le norme attuali, comprese quelle contenute nel decreto sulle liberalizzazioni, che liberalizza


Pag. 6

i diritti connessi ma lascia inalterati i compiti, le finalità e la governance della SIAE.

GABRIELLA CARLUCCI. Vorrei introdurre alcune integrazioni al documento dell'onorevole Barbieri, perché credo sia stato redatto prima dell'ultimo intervento del Ministro Ornaghi. Poiché, infatti, in occasione dell'audizione del 18 luglio, il ministro ha fornito alcune spiegazioni - a mio avviso esaurienti - su alcune questioni sollevate dai commissari, sarebbe opportuno che queste fossero inserite nel documento in modo tale da lasciare agli atti un documento finale che completamente o, almeno in parte, risponda a tutti i quesiti formulati dai commissari.
Per esempio, a conclusione del paragrafo 3 del documento dell'onorevole Barbieri che reca la proposta di documento conclusivo, prima della frase di apertura sul paragrafo 4 - relativo alle problematiche che non sono di poco conto - propongo di aggiungere le seguenti frasi. Nella replica del Ministro Ornaghi, resa a conclusione dell'indagine conoscitiva nel corso dell'audizione del 18 luglio, il Ministro ha dichiarato: «peraltro, devo riferire che la gestione commissariale ha documentato l'avvenuto svolgimento di una fase istruttoria e di confronto con le parti interessate. Forse non è stata sufficiente ma, comunque, di ciò è doveroso dare atto. Essa non è mancata del tutto, e in particolare si sono svolti incontri il 31 marzo 2011 e il 2 agosto 2011 presso la Direzione generale della SIAE, cui hanno partecipato tutte le compagini rappresentative della base autorale ed editoriale: Federazione degli autori, FEM, ANEM, AIE, Cento Autori, MAP, SACT, CREA, ANART, ANICA, AIDAC, UNCLA, EUNICAM, UIL-UNSA e DOC IT.
È stato inoltre istituito uno specifico indirizzo di posta elettronica (questo mi sembra molto interessante, perché, infatti, sono pervenuti diversi rilievi), «consultazioni sullo statuto», per consentire a tutta la base associativa di inviare documenti e osservazioni sulle linee programmatiche e sui criteri direttivi.
Inoltre, in data 8 novembre 2011, è stata indirizzata a tutte le rappresentanze della compagine associativa una relazione conclusiva che teneva conto dei contributi pervenuti. Questa relazione è stata altresì inviata al Collegio dei revisori e alle Commissioni di sezione nonché alle autorità vigilanti».
Inoltre, il ministro ha dichiarato: «ritengo che l'obiettivo perseguito dal progetto di nuovo statuto sia, nelle sue grandi linee, abbastanza chiaro nella direzione di premiare un meccanismo di governo interno sul tipo aziendale, improntato a un modello efficientista volto a premiare la rapidità e la libertà di azione degli organi di gestione, diminuendo il peso del controllo assembleare dei soci secondo lo schema duale che abbiamo illustrato nel nostro precedente incontro».
E ancora: «occorre concentrarci sul disegno di sistema di medio e lungo periodo, che è quello politicamente rilevante per favorire, per quanto possibile, una ragionevole ed equilibrata ricomposizione interna della SIAE che possa salvare la sua esistenza nell'ordinamento come ente pubblico dotato di diritti speciali ed esclusivi nella funzione di gestione e di tutela dei diritti degli autori e degli editori».
Del resto, il Ministro ha ritenuto opportuno ricordare che il decreto di commissariamento, mai contestato o impugnato espressamente, contempla e prevede, tra i compiti assegnati alla gestione commissariale, proprio quello di adottare gli atti necessari e opportuni al fine di assicurare l'instaurarsi di una dialettica interna più equilibrata, anche attraverso l'introduzione delle modifiche statutarie idonee ad assicurare un'effettiva rappresentatività, in seno agli organi sociali della SIAE, ai titolari dei diritti in rapporto ai relativi contributi economici.
Il decreto di commissariamento, infatti, ha indicato la strada del voto ponderato e appare difficile, oggi, contestare al commissario il fatto di aver eseguito il mandato scritto nel decreto di commissariamento. Inoltre, il Ministro Ornaghi ha anche sottolineato come, «rispetto alle osservazioni avanzate in argomento è,


Pag. 7

inoltre, garantita la rappresentatività paritaria degli autori e degli editori in ciascuna delle sezioni. Appare quindi difficile ipotizzare che gli organi decisionali possano essere costituiti per i due terzi da editori e per un terzo dagli autori.» (questa è la vexata quaestio, onorevole Barbieri).
Il titolo del paragrafo «Le gestioni commissariali» contiene un errore semantico, che va corretto in «La gestione commissariale» perché si riferisce a questo commissariamento.
Al paragrafo 4 della proposta del documento conclusivo, dopo le dichiarazioni del Ministro Ornaghi nel corso dell'audizione del 4 luglio, vanno considerate le seguenti frasi: «Nella replica resa nel corso dell'audizione del 18 luglio, lo stesso Ministro Ornaghi, nella nota depositata, ha peraltro dichiarato che «la problematica dell'approvazione del bilancio consuntivo del 2010, coinvolgente un problema tecnico di svalutazione del credito di 13 milioni vantato dalla SIAE per anticipazione rese al Fondo pensioni, è in via di definizione sulla base di un addendum al protocollo d'intesa del dicembre 2011 volto a chiarire le modalità di contabilizzazione di tali cespiti. Dopo diverse riunioni congiunte con gli organi vigilanti della SIAE, è prossima l'approvazione di questo documento contabile». A mio giudizio è opportuno inserire, per chiarezza, le dichiarazioni del Ministro anche su questo punto.
A conclusione del paragrafo 5, prima della frase di apertura di quello successivo, bisognerebbe aggiungere: «Nella nota depositata dal Ministro Ornaghi nel corso dell'audizione di replica del 18 luglio 2012 sono contenute, infine, le seguenti dichiarazioni in ordine alle complessive operazioni immobiliari effettuate nella gestione commissariale della SIAE: «In primo luogo, devo precisare nuovamente che non si tratta di alienazioni ma di conferimento degli immobili in fondi immobiliari; si tratta - su tale aspetto si registra una sostanziale condivisione - di una modalità operativa comune a tutte le recenti ristrutturazioni del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali». Non possiamo ritenere che ci siano obiezioni sulla legittimità di tali ristrutturazioni, perché questa è la modalità con la quale è stato gestito fino a oggi questo genere di dismissioni.
Il Ministro ha inoltre dichiarato che «l'onorevole Zazzera nutre dubbi sulla sicurezza previdenziale per i dipendenti in relazione a questa nuova forma di gestione. Deve invece rappresentarsi che il ricorso alle Sgr - che, come sapete, sono società di gestione di risparmio anche qui largamente utilizzate - costituisce uno strumento di diversificazione degli investimenti di comune pratica che presenta rilevanti forme di garanzia derivanti, tra l'altro, dalla sottoposizione alla stretta e cogente vigilanza da parte della Banca d'Italia (che, infatti, gestisce queste società). La stipula di un'assicurazione a garanzia del pagamento delle pensioni consentirà il trasferimento ad essa del rischio attuariale; resta peraltro ferma la perdurante vigenza della disposizione dell'attuale articolo 20 dello statuto del fondo, originariamente contenuta nell'articolo 44, che pone a carico della SIAE, in ultima istanza, tutti gli oneri finanziari necessari all'assolvimento delle prestazioni previste a favore dei beneficiari».
Viene poi contestato in più punti il fatto che questa operazione sia stata estesa anche al patrimonio immobiliare della SIAE. Va detto che la scelta gestionale non era dovuta ma discrezionale e, come tale, obiettivamente può essere criticata o può suscitare delle perplessità; tuttavia, riguardo ad essa, il lavoro svolto dalla SIAE è stato uno sforzo massimo di trasparenza e proseguirà un approfondimento in questo senso. Alla fine di questo approfondimento, tutti i dati richiesti dall'onorevole Colucci verranno trasmessi a lui e a questa Commissione.
Al paragrafo 6, pagina 89, dopo l'intervento dell'onorevole De Biasi e prima di quello dell'onorevole Giulietti, va inserita la seguente frase: «Nella nota depositata dal Ministro Ornaghi nel corso dell'audizione del 18 luglio, il Ministro ha reso la seguente dichiarazione: «va segnalato che, in proposito, la SIAE ha assunto una


Pag. 8

delibera volta alla promozione di una forma di previdenza complementare tra gli autori, che coinvolge tutte le associazioni autoriali».
Infine, al paragrafo 7, occorre inserire le seguenti parole: «si ritiene che questa necessità stia peraltro per venir meno con la prossima eliminazione, imposta dall'Unione europea, del privilegio dell'esclusiva». Infatti, la proposta di direttiva europea sulle società di collecting - già pubblicata sul sito della Commissione europea - non prevede tale possibilità, essendo l'esclusiva, di fatto o di diritto, una caratteristica di tutte le società di collecting.
A tale riguardo, va sottolineato come la proposta di direttiva sulle società di collecting presenti, invece, numerosi aspetti di sintonia con la proposta di nuovo statuto che la gestione commissariale ha elaborato; in particolare, per ciò che attiene agli organi - assemblea generale, organismo di sorveglianza e gruppo di management - ma anche sotto il profilo della partecipazione alla gestione associativa, in ragione del criterio economico di valutazione della professionalità.
La proposta di direttiva nulla dice in ordine alla prevalenza o meno della gestione degli organi della componente autorale rispetto a quella editoriale, conseguentemente rifacendosi ai principi generali di parità di partecipazione.
Queste considerazioni andrebbero comunque trascritte all'interno del documento finale perché riportano integralmente quanto affermato dal Ministro in risposta a domande specifiche rivoltegli dai commissari.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Intervengo sull'ordine dei lavori perché vorrei capire come stiamo lavorando; non abbiamo esaminato la proposta di direttiva proprio perché essa, per definizione, è una proposta.
Peraltro, nella proposta non è specificato che ogni società di collecting debba essere pubblica o privata, perché può essere sia pubblica sia privata.
Di conseguenza, prego l'onorevole Carlucci di riferirsi esclusivamente ai documenti relativi al dibattito che abbiamo svolto; diversamente, si esamina un documento che non è ancora stato approvato e ciò mi sembra eccessivo.

GABRIELLA CARLUCCI. Poiché nell'ambito della nostra indagine conoscitiva si è più volte fatto riferimento, anche in maniera informale, a quel documento dell'Unione europea - dove è specificata anche la distinzione fra componenti autorali o meno - penso che valga la pena citarlo. Inoltre, è pubblicato sul sito dall'11 luglio ed è stato più volte citato come punto di riferimento nel momento in cui si decide di approvare una riforma.

PRESIDENTE. Onorevole Carlucci, il suo punto di vista mi sembra chiaro.

PIERFELICE ZAZZERA. Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori per capire, altrimenti i lavori non sono utili.
L'onorevole Carlucci ha presentato un altro documento che integra quello dell'onorevole Barbieri; il documento dell'onorevole De Biasi, invece, mi sembra una proposta di conclusione.
Chiedo alla presidente come procedere: dobbiamo provare a fare una sintesi, prendere tempo o capire se c'è la possibilità di mettere subito ai voti il documento? Mi sembra di capire che si dicono tre cose completamente diverse.
L'onorevole Carlucci propone di inserire quelle parti perché mancano nella relazione dell'onorevole Barbieri ma, tra le altre cose, mi sembra anche di capire che nella Commissione non tutti la pensano - per fortuna - così; vi sono alcune differenze di veduta e credo che questo elemento vada districato.

EMERENZIO BARBIERI. Non è facile, almeno per quanto mi riguarda, seguire proposte di integrazione che vengono lette; non ho afferrato il senso di tutte le integrazioni e vorrei chiedere la cortesia di leggere, com'è avvenuto per le proposte dell'onorevole De Biasi, anche quelle avanzate


Pag. 9

dall'onorevole Carlucci. In tal modo potrò esprimere il mio parere, avendo sempre contezza del fatto che in democrazia vi sono opinioni divergenti.
Chiedo scusa all'onorevole Carlucci ma ho perso alcune parti del suo intervento perché stavo leggendo la memoria della collega De Biasi. A quest'ultima riconosco grande coerenza e serietà benché debba dire - affinché la franchezza tra noi regni sovrana - che si tratta di un altro documento conclusivo. Lo dico per concretezza, diversamente le mancherei di rispetto, ma non si inserisce neanche lontanamente nelle mie conclusioni. È una cosa assolutamente diversa.
Non voglio entrare nel merito ma, se volessi, dovrei dire che non è vero che le motivazioni che hanno condotto al commissariamento dell'ente non sono chiare: basta leggere il decreto del Presidente della Repubblica per capirle. Il problema è di una semplicità disarmante: o cerchiamo tutti (partendo da me, così evito di rimproverare altri), alla luce delle divergenze che si sono manifestate, di trovare una mediazione - qualcuno rinuncia ad alcune osservazioni, qualcun altro rinuncia ad altre e giungiamo, con un termine di moda nella Prima Repubblica, a conclusioni «dorotee» in cui si dice tutto e il contrario di tutto - oppure non arriviamo a una conclusione sulla quale possiamo esprimere posizioni unitarie.
Se ho capito bene le sue proposte d'integrazione, su alcuni aspetti l'onorevole Carlucci è molto più rigida rispetto alle conclusioni da me formulate; siamo su posizioni diametralmente opposte. Ho già detto, tuttavia, che avrò bisogno di leggere il suo documento, che è lungo tre pagine.
Presidente, personalmente non so indicare uno sbocco; razionalmente chiederei di lasciarmi il tempo - compatibilmente con i lavori dell'Aula - di leggere e di chiacchierare in modo informale con l'onorevole De Biasi e l'onorevole Carlucci per potervi riferire, domani mattina, che, ove tra le conclusioni dell'onorevole De Biasi e le mie non fossero compatibili, decida al riguardo la Commissione. Lo stesso valga per le posizioni espresse dall'onorevole Carlucci. Se non si procede così non so quale sia lo sbocco, perché supponiamo - ciò può accadere - che io presenti il documento e poi la Commissione lo bocci a maggioranza; malgrado ciò, per forza di cose dovrà pur approvare un documento conclusivo: un'indagine conoscitiva non può non avere sbocco e conclusione. A quel punto quale documento approvare? Ovviamente occorre rimettere in moto il meccanismo e cambiare relatore, perché è evidente che se un documento è bocciato, il suo relatore deve trarne le conseguenze, esattamente come chi perde le elezioni: occorre nominare un altro relatore, come occorre formulare altre conclusioni e poter integrare le conclusioni formulare dal nuovo relatore.
Chiedo di poter fare quanto ho proposto sperando che, in virtù del fatto che la seduta dell'Assemblea comincia alle 16.00, abbiamo il tempo di discutere per un'ora e mezza con le onorevoli De Biasi e Carlucci.
Per evitare ulteriori polemiche, dico all'onorevole Zazzera, mio amico personale, che valuterò le due proposte delle onorevoli De Biasi e Carlucci perché sono scritte. Questa mattina, in ascensore, l'onorevole Zazzera mi ha comunicato che, poiché mi ha già espresso le sue obiezioni, ora tocca a me decidere quale accogliere. Il collega deve fare lo stesso sforzo delle onorevoli De Biasi e Carlucci e (invece di rispondere alle e-mail degli elettori dell'Italia dei Valori) mettere le sue proposte per iscritto.
Altre soluzioni, presidente, non ne vedo. Do ragione all'onorevole De Biasi perché è una tiritera continua; dopo sei mesi di indagine conoscitiva e dopo aver centrato anche l'attenzione sul contratto di lavoro, ho scoperto questa mattina che il contratto di lavoro è stato approvato con referendum dal 77 per cento dei dipendenti della SIAE. Ciò significa che, se andiamo a rileggere la mia relazione conclusiva, una parte dei colleghi, che hanno calcato la mano sui rapporti problematici con il personale, dicevano cose non corrispondenti al vero; nel momento in cui vi sono difficoltà di rapporti a Pomigliano e


Pag. 10

a Mirafiori ma il referendum passa, vuol dire che i lavoratori vogliono quel tipo di risoluzione. Queste sono le regole della democrazia.
La mia richiesta è questa e se qualcuno ha tempo e vuol partecipare, si tratta di una riunione informale e nessuno sarà mandato via. È necessario procedere in tal modo, perché se allo stato attuale dovessi esprimermi sulla compatibilità tra le proposte di modifica dell'onorevole De Biasi ed il mio documento conclusivo, la risposta sarebbe negativa. Siccome, però, mi sforzo fino all'ultimo momento di trovare soluzioni, chiederei di poter ragionare sulla questione. Presidente, la mia proposta arriva fin lì; oltre non sono in grado di andare. Grazie.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Vorrei che una cosa fosse chiara: possiamo svolgere tutte le conversazioni che vogliamo, ma mi si deve spiegare quali sono i punti di valutazione personale. Consideriamo il primo: possiamo dire che sia un punto soggettivo dell'onorevole De Biasi? Va bene, ma ve ne sono altri sei che sono puramente descrittivi di quanto è successo, compresa la parte che riguarda il contratto (ringrazio l'onorevole Barbieri per il riconoscimento dell'onestà intellettuale), che avviene dopo una rottura unilaterale da parte del gruppo dirigente della SIAE. Abbiamo tutta la documentazione, onorevole Barbieri.
Non mi pare che vi sia una valutazione soggettiva nel rilevare una mancanza di informazione su Sorgente e i Fondi Aida e Norma, tant'è vero che apprendiamo dell'esistenza di lettere di sfratto, che sono un fatto, non un'opinione. Ho cercato il più possibile (spero di esservi riuscita) di separare i fatti dalle opinioni, perché l'indagine conoscitiva serve ad acquisire notizie, informazioni e documenti utili all'attività della Camera, non a dire qual è la soluzione dell'onorevole De Biasi. Se l'onorevole De Biasi vuole una soluzione ha mille altri modi per ottenerla, ma non si usa surrettiziamente un'indagine conoscitiva per portare la soluzione dei problemi dell'ente in una direzione o nell'altra.
In secondo luogo, credo sia necessario parlarci chiaro. Vogliamo andare avanti fino a settembre? Vogliamo andare avanti fino a dicembre o marzo, ossia fino a che non si vota, così non si svolge l'indagine conoscitiva o non si istituisce la Commissione d'inchiesta? È questo l'obiettivo?
Se l'obiettivo è quello non istituire la Commissione d'inchiesta perché dobbiamo «tirare il brodo», propongo di votare immediatamente. Ritengo immorale - indipendentemente dall'esito del voto sulla Commissione d'inchiesta - usare surrettiziamente l'indagine conoscitiva e il patrimonio documentale per compiere o meno una scelta politica. Lo trovo gravissimo. Non ci si nasconde dietro l'indagine conoscitiva per non dire la verità, ossia che qualcuno non vuole istituire la Commissione d'inchiesta.
Cerchiamo di essere onesti fino in fondo; ci misuriamo e potrei anche perdere, ma lo farei in piedi e con onore, dopo aver detto chiaramente ciò che penso, cioè che è un'immoralità su cui stiamo andando un po' troppo velocemente.
Onorevole Barbieri, le dico una volta per tutte che non è nel mio stile farmi prendere in giro. La settimana scorsa, durante una riunione riservata, lei ci ha detto che non ci si sarebbe potuti scostare dalle sue conclusioni; nel pomeriggio ci ha detto che tutto sommato ci si poteva scostare, purché non si eliminasse il riferimento alla privatizzazione; alla fine della settimana scorsa ci ha detto di preparare le integrazioni: sono state preparate e sono descrittive, ma lei sostiene che non corrispondano alle sue conclusioni. Se ci prendiamo in giro diciamolo chiaramente, ma non intendo, ancora una volta, essere messa nel calderone di chi insabbia le cose.
Ho una dignità personale, così come ce l'ha questo Parlamento, e se lei non vuole istituire la Commissione d'inchiesta deve avere il coraggio di togliere la seconda firma, che lei ha preteso di apporre, dalla proposta di legge relativa alla sua istituzione. Deve avere il coraggio e l'onestà intellettuale - che io le riconosco in tante


Pag. 11

altre situazioni ma, purtroppo, non in questa - di dire che non vuole farlo e che non vuole concludere l'indagine conoscitiva se non con un voto a maggioranza che precostituisca una situazione: o le sue dimissioni o la messa in minoranza di coloro che vogliono la Commissione d'inchiesta.
Cerchi, per cortesia, di essere chiaro fino in fondo. Non faccio calpestare la mia dignità dai «giochini» e dalle pressioni di chi non vuole che si metta mano sulla SIAE, e chissà per quale motivo. Forse i motivi sono contenuti nei 2.000 faldoni - assolutamente illeggibili - che ci hanno consegnato? Penso che lo dobbiamo agli autori, agli editori, ai lavoratori della SIAE e allo Stato italiano; pertanto, onorevole Barbieri, la prego di essere più serio.

RICARDO FRANCO LEVI. Con il suo intervento, l'onorevole De Biasi ha posto un altro problema di natura politica fondamentale alla nostra discussione, che è quello dell'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta. Vorrei compiere un passo indietro e svolgere una riflessione su quello che mi sembra il vero punto di non accordo sull'interpretazione dell'onorevole Barbieri in merito al risultato della nostra indagine conoscitiva, al netto di tutto quello che ha affermato, per il nostro gruppo, l'onorevole De Biasi.
Da quanto abbiamo sentito, l'onorevole Barbieri ha desunto la conclusione - che è quella contenuta nel documento conclusivo - che nulla giustifica, nell'attività della SIAE, quell'elemento pubblico che oggi è nella natura della società. Di fronte alla «intrusione» di una dimensione pubblica in un'attività che di pubblico non ha nulla, si propone la totale privatizzazione dell'attività di raccolta diritti (o collecting) della SIAE con lo scorporo di tutto ciò che riguarda il tema del diritto d'autore in un'agenzia.
Noi abbiamo sempre ritenuto che nella natura dell'attività della SIAE esista una componente pubblica non solo perché, nella sua attività di raccolta, la SIAE agisce anche in quanto collettore di oneri parificati ad oneri tributari (svolgendo, da questo punto di vista, una funzione dichiaratamente ed immediatamente pubblica), non solo perché agisce in una forma di monopolio (e in quanto tale, come tutti i monopoli in un mercato che funziona, è soggetta a un controllo pubblico, proprio perché riceve un mandato ad agire come monopolista), ma anche perché, quando si tratta di tutela del diritto d'autore, si tratta un bene pubblico, ovvero la garanzia che, sul mercato, possano continuare a operare e ad essere riconosciuti - nella retribuzione e nella corresponsione di ciò che compete al loro lavoro intellettuale - anche i tanti piccoli autori che sono parte del tessuto su cui si garantisce il pluralismo della creatività e dell'informazione.
Queste sono le componenti pubbliche della natura della SIAE che ci inducono a rifiutare la lettura, che noi consideriamo sbagliata, dell'attività della società e, pertanto, l'indicazione di univoca risoluzione dei suoi problemi inserita dall'onorevole Barbieri nella sua conclusione (che noi, tra l'altro, non consideriamo siano emersi dall'indagine che abbiamo svolto).
Il tutto, naturalmente, senza minimamente toccare quanto sostenuto dall'onorevole De Biasi nel suo intervento.

PIERFELICE ZAZZERA. Svolgo una premessa anche perché chi ci ascolta potrebbe pensare che le sorti della SIAE si decidano nell'androne di un ascensore; non è così e abbiamo discusso, all'interno dell'Ufficio di presidenza, in merito alle conclusioni dell'indagine conoscitiva, di cui voglio svolgere un breve excursus.
L'indagine conoscitiva è nata dalla condivisione unanime di quanto è emerso dalle inchieste giornalistiche sulla gestione di un ente; sembrava che fossimo tutti d'accordo sulla necessità di fare chiarezza sul metodo di gestione, sulla veridicità delle notizie giornalistiche inerenti alle operazioni immobiliari e sulla questione relativa alla trasparenza.
Da qui è nato il percorso dell'indagine conoscitiva, anche con posizioni fortemente critiche nei confronti dell'attuale classe di gestione e del commissario da parte dell'onorevole Barbieri. È possibile


Pag. 12

cambiare posizione e qualcuno potrebbe averlo fatto dopo una profonda riflessione; spero sia stato così, e non che il cambio di opinione sia legato a fattori esterni a questa Commissione. Credo nell'autonomia di chi siede in questa Commissione e penso che siamo tutti di grande autorevolezza; credo, pertanto, che queste posizioni siano frutto di approfondita riflessione e di una rivisitazione delle posizioni iniziali, molto diverse da quelle di oggi.
Secondo me, il problema odierno è un problema di metodo: come concludere l'indagine conoscitiva? Dobbiamo eseguire una radiografia semplice, asettica e senza opinioni su ciò che è emerso dall'indagine conoscitiva oppure, come emerge dal documento conclusivo - o, meglio, dalle conclusioni del relatore -, dobbiamo anche formulare alcune proposte?
Non è detto che un'indagine conoscitiva debba culminare con delle proposte; essa può anche mettere a disposizione del Parlamento, delle istituzioni e di altri soggetti all'esterno il frutto di un lavoro di conoscenza da cui trarre ulteriori informazioni affinché, nell'autonomia di questa Commissione e del Parlamento, si possano individuare forme legislative, metodi e strumenti per cambiare e intervenire sull'assetto della SIAE. Il nostro obiettivo era far luce sulla gestione della SIAE, non capire se l'ente debba cambiare modello giuridico né intervenire sul suo modello di statuto.
A tutto ciò va aggiunto che, durante le audizioni svolte in Commissione, alcuni soggetti - non mi riferisco ai parlamentari ma agli auditi - hanno riferito considerazioni che la Commissione, nella sua autorevolezza e nella sua autonomia, ha ritenuto di una gravità tale da portare a firmare all'unanimità, compreso il relatore, la proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta.
In conclusione, possiamo anche prender tempo sul documento conclusivo, ma credo che la Commissione, oggi o domani, affronterà il nodo della Commissione parlamentare d'inchiesta. Siccome non vi è alcuna violazione di regole - in quanto ciò è previsto - e non viene messa in discussione l'autonomia della Commissione, nell'attesa che si riesca a trovare la quadra con una chiusura (a maggioranza, a minoranza o con le dimissioni del relatore) di un documento unitario, questo non ostacolerà il percorso legislativo della proposta di istituire una Commissione d'inchiesta, che deve salpare e prendere il largo.
Non possiamo continuare a «fare melina», perché così facendo si vincola la nave della Commissione d'inchiesta a non partire; essa può partire comunque, a prescindere dalla chiusura del voto del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva, che ha concluso il suo lavoro e ne ha già riferito il frutto. Lavoreremo, prenderemo il tempo necessario a trovare un documento conclusivo, ma credo che occorra dare il via libera alla proposta di istituire una Commissione d'inchiesta.

GIUSEPPE GIULIETTI. Condivido le riflessioni degli onorevoli De Biasi, Levi e Zazzera.
Non faccio alcun processo alle intenzioni, ma rilevo che permane uno scarto logico tra la drammatizzazione molto forte - da me non condivisa - praticata dallo stesso PdL sin dall'inizio di questa vicenda e le conclusioni della relazione. Lo scarto logico consiste nel fatto che, in politica, quello che non si comprende fa male; vi è stata una drammatizzazione iniziale fortissima sulla SIAE, mentre adesso ho quasi la sensazione che sia una palla buttata in tribuna per guadagnare tempo sulla relazione e sulla istituzione di una Commissione d'inchiesta.
Lo dico con preoccupazione, non per fare processi alle intenzioni, perché proprio chi ha voluto che si svolgesse l'indagine conoscitiva con la lunga serie di audizioni ha dato la prova delle ragioni dell'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta (lo dice qualcuno che all'inizio non «ululava» su tutto ciò).
Le audizioni, che anche il collega Barbieri e altri hanno voluto, sono la migliore conferma del perché occorra andare in quella direzione; infatti, per usare un linguaggio semiraffinato, sembra quasi


Pag. 13

un'eterogenesi dei fini, dove si parte ma si arriva a una conclusione diversa. Le audizioni hanno dimostrato la necessità di chiudere rapidamente l'indagine conoscitiva, con l'approvazione di un documento conclusivo, e di procedere alla istituzione di una Commissione d'inchiesta; non può esservi un ulteriore ritardo perché le audizioni, con le loro contraddizioni e con le affermazioni gravissime che sono state formulate (alcune delle quali spontaneamente, anche a prescindere dalle nostre domande) hanno scoperchiato una situazione che, evidentemente, i medesimi protagonisti volevano segnalare, come se stessero dicendo che non erano gli unici soggetti imputabili.
Non faccio processi - li fanno i giudici -, ma l'indagine conoscitiva ha portato a questa conclusione e non si può più buttare la palla in tribuna; le audizioni hanno confermato persino la necessità, con una provocazione, di chiudere la discussione e votare per l'istituzione della Commissione d'inchiesta già domattina. Quello che non si può fare è prolungare la prima per non votare la seconda, perché allora si inverte l'ordine dei fattori.
L'onorevole De Biasi ha posto due questioni sul merito (anche all'attenzione dell'onorevole Barbieri) che, se davvero vogliamo pervenire all'approvazione di un documento finale, non sono rimovibili. Con grande rispetto, affermo che la questione relativa alla privatizzazione, così com'è stata formulata, dà la sensazione di essere una conclusione a prescindere dalle audizioni, quasi a dire che, premesso tutto ciò che è accaduto, possiamo buttare la palla in tribuna e discutere della privatizzazione.
È una questione delicatissima, perché riguarda tutti gli enti simili e l'altrettanto delicata questione dei profili pubblici nel settore della cultura e della comunicazione, in un momento in cui le privatizzazioni hanno portato pessimi risultati nel settore (non vorrei ricordare cosa è accaduto al Ministero per i beni e le attività culturali quando si sono confuse le attività gastronomiche con le attività di tutela dei beni culturali del profilo pubblico).
Condivido le osservazioni dell'onorevole De Biasi a questo riguardo e sullo statuto; di conseguenza, se si va nella direzione, come auspico, di allargare ed approvare rapidamente il documento conclusivo, sottopongo questi due punti all'attenzione di tutti, sapendo che la discussione è aperta; non si tratta di una discussione destra e sinistra - sarebbe una banalità - ma di una discussione molto più ampia e seria, che vorrei affrontassimo con serietà, perché riguarda un grande istituto con un grande profilo pubblico: una cosa è colpire la mala gestio, altra cosa è colpire un istituto in quanto tale e i valori che esso rappresenta.
La privatizzazione rappresenta una questione talmente delicata da non poter essere liquidata in pochi secondi; per questo motivo, se si volesse insistere su questi temi, a titolo personale preferirei procedere rapidamente al voto sull'istituzione di una Commissione d'inchiesta, perché non si può votare prima una cosa e poi l'altra. Propongo, quindi, di votare dapprima per l'istituzione della Commissione di inchiesta e poi di trovare le mediazioni necessarie.

ANTONIO PALMIERI. Considerato che il dibattito è diventato incandescente, vorrei rilevare soltanto due considerazioni: non ho partecipato assiduamente ai lavori della Commissione in ordine all'indagine conoscitiva, ma dalla proposta del relatore Barbieri mi sembra di capire che se oggi si raggiungesse la concertazione, si chiuderebbe la partita e il relatore metterebbe capo a un testo che poi verrebbe presentato per la votazione. Ribadisco di non aver partecipato ad alcuna riunione, ma non vedo elementi dilatori che impediscano di incontrarsi oggi per trovare un'intesa su questi punti o su quelli appena evidenziati dagli onorevoli Zazzera e Giulietti. Nella sua autonomia di relatore, l'onorevole Barbieri presenterà la sua proposta e si procederà al voto; il documento potrebbe essere approvato oppure, in caso contrario, se ne formulerà un altro.
Non mi sembra vi sia un atteggiamento preclusivo in ordine all'istituzione di una


Pag. 14

Commissione di inchiesta, perché intanto si dovrebbe procedere all'approvazione del documento conclusivo; ritengo che si possa eliminare un po' di tensione rispetto al lavoro che state svolgendo, perché lo si può chiudere rapidamente.
Il relatore svolge il suo lavoro come meglio crede e si espone al voto della Commissione, anche a prescindere dagli schieramenti; basta leggere i resoconti per rilevare che anche all'interno del Popolo della libertà vi sono atteggiamenti diversi in merito a tale aspetto. Penso che possiamo stare tranquilli in merito a ciò e concludere serenamente il lavoro finora svolto per passare alla proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta.

EMERENZIO BARBIERI. Presidente, spero che a lei non sfugga che in occasione di tutte le polemiche - anche durissime - che abbiamo avuto in Commissione io non ho mai accusato nessuno di scarsa serietà. Ribalto l'accusa che l'onorevole De Biasi mi ha rivolto, proprio perché non mi ha neanche sfiorato; sono una persona seria, come credo sia l'onorevole De Biasi, dunque non mi permetto né di giudicare le cose che ha detto né di fare processi alle intenzioni.
È la sesta volta che sento ripetere la storia delle pressioni, e lo ribadisco per le persone che ci ascoltano. Vorrei capire chi, tra noi, ne ha ricevute; basta ascoltare nuovamente le audizioni per accorgersi che, semmai, ad averne ricevute devono essere stati coloro che sono venuti a leggere (non si tratta né del dottor Blandini né del commissario straordinario) in Commissione documenti predisposti da altri; se richiesto, sono in grado di fornire le prove di ciò che sto dicendo.
Voglio precisare che non mi sono sbracciato per firmare la proposta di legge relativa all'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla SIAE, ma è stato il primo firmatario - l'onorevole Carra - a chiedermi di farlo.
Nella proposta dell'onorevole De Biasi si legge che, «pur partendo da considerazioni differenti e diverse soluzioni, tutti i commissari intervenuti hanno auspicato che si sciolga rapidamente il quesito relativo (...)». Basta eliminare l'espressione «tutti i commissari», perché ciò non corrisponde al vero: c'è chi ha teorizzato che tale espressione debba rimanere - con grande coerenza, d'altronde, come ha testé detto l'onorevole Levi - e non avrò difficoltà ad accogliere la formulazione.
L'idea è che o passa la nostra tesi o va tutto a «catafascio»; al contrario, se raggiungessimo una mediazione non avrei alcuna difficoltà a lavorarvi.
Non sono d'accordo sul fatto che non sono chiare le motivazioni, perché non intendo esprimere un giudizio della Commissione cultura della Camera su un decreto del Presidente della Repubblica; basta leggere il decreto per capire il motivo per il quale la SIAE è stata commissariata. D'altra parte, lo ha spiegato bene anche l'avvocato Assumma.
Non è chiaro perché il direttore generale sia rimasto lo stesso? Spetta alla Commissione cultura della Camera dire se il commissario debba cambiare il direttore generale? Queste considerazioni non mi vanno bene, altre sì.
Ripeto per l'ennesima volta che non è vero che si voglia insabbiare la proposta di istituire una Commissione d'inchiesta. Sono capogruppo del PdL in Commissione e il mio gruppo ha sempre posto un problema in merito al quale la mediazione della presidente Ghizzoni, anche su sollecitazione della collega Frassinetti, è stata efficace. Propongo di votare il documento conclusivo subito dopo. Tra l'altro, onorevole Zazzera, la relatrice della proposta di legge relativa all'istituzione della Commissione di inchiesta non c'è; pertanto, credo che difficilmente la si possa incardinare domani.
Ciò acclarato, sono disponibile; presidente, dal momento che lei è stata eletta da 35 membri su 37, faccia ciò che ritiene. A me va bene tutto, fuorché non portare a termine questa indagine conoscitiva che ho voluto prima di tutti gli altri: sono proprio io - e non altri - ad aver proposto di svolgere l'indagine conoscitiva e nel documento conclusivo è correttamente


Pag. 15

citato che si sia partiti dallo svolgimento di audizioni informali per poi arrivare allo svolgimento di un'indagine conoscitiva.
Do tutta la mia disponibilità e sono convinto che siamo in grado di trovare una soluzione, se lo vogliamo; se, invece, non lo si vuole, ovviamente le soluzioni non si trovano.

PRESIDENTE. Poiché in questo momento è iniziata la seduta dell'Assemblea, tento di svolgere una mediazione proponendo di procedere in questo modo: abbiamo alcuni testi scritti su cui il proponente può lavorare e, quindi, per domattina dovremmo essere nelle condizioni di ritagliarci un po' di tempo per verificare la sintesi di un lavoro informale proposto dai gruppi (mi esprimo in questi termini perché preferisco non personalizzare il dibattito svoltosi oggi).
Se i presidenti di gruppo sono d'accordo, propongo di inserire all'ordine del giorno della seduta di domani - dopo la risoluzione n. 7-00955 Nirenstein, che esamineremo in seduta congiunta con la Commissione affari esteri e comunitari, - la votazione del documento conclusivo.
Oggi abbiamo sviscerato le numerose questioni aperte: sono stati formulati due testi scritti ed è nella disponibilità dal relatore tentare un punto di sintesi; nel caso non vi si riuscisse, si procederà a votazioni che non rappresentano la Commissione all'unanimità.
Rinvio il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16,05.

ERRATA CORRIGE.

Nel Resoconto stenografico della seduta del 15 febbraio 2012, n. 1, relativo all'indagine conoscitiva sull'applicazione della legge n. 2 del 9 gennaio 2008, recante disposizioni concernenti la Società italiana degli autori e degli editori, con particolare riferimento ad attività, gestione e governance della medesima società, a pagina 1, seconda colonna, sesta riga, le parole: «Gianni Giuseppe» si intendono sostituite dalle seguenti: «Gianni Pippo»; a pagina 26, prima colonna, quarantaduesima riga, le parole: «GIUSEPPE GIANNI» si intendono sostituite dalle seguenti: «PIPPO GIANNI»;
nel Resoconto stenografico della seduta del 27 marzo 2012, n. 7, a pagina 1, seconda colonna, nona riga, le parole: «Gianni Giuseppe» si intendono sostituite dalle seguenti: «Gianni Pippo»; a pagina 6, prima colonna, ventottesima riga; a pagina 6, seconda colonna, ventottesima riga; a pagina 7, prima colonna, prima, sedicesima, ventottesima e trentasettesima riga; a pagina 7, seconda colonna, prima, undicesima, ventesima e ventottesima riga le parole: «GIUSEPPE GIANNI» si intendono sostituite dalle seguenti: «PIPPO GIANNI»;
nel Resoconto stenografico della seduta del 19 luglio 2012, n. 18, a pagina 1, seconda colonna, quinta riga, le parole: «Gianni Giuseppe» si intendono sostituite dalle seguenti: «Gianni Pippo»; a pagina 4, seconda colonna, quarta riga, le parole: «GIUSEPPE GIANNI» si intendono sostituite dalle seguenti: «PIPPO GIANNI».

Consulta resoconti delle indagini conoscitive
Consulta gli elenchi delle indagini conoscitive