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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VII
20.
Giovedì 26 luglio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE 9 GENNAIO 2008, N. 2, RECANTE DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA SOCIETÀ ITALIANA DEGLI AUTORI E DEGLI EDITORI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AD ATTIVITÀ, GESTIONE E GOVERNANCEDELLA MEDESIMA SOCIETÀ

Seguito dell'esame e approvazione del documento conclusivo:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3 7 10 11
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 3 10 11
Carlucci Gabriella (UdCpTP) ... 7
Carra Enzo (UdCpTP) ... 8 11
De Biasi Emilia Grazia (PD) ... 6 7 11
Giulietti Giuseppe (Misto) ... 9
Rivolta Erica (LNP) ... 10
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 8

ALLEGATI
Allegato 1: Nuova formulazione della proposta di documento conclusivo ... 13
Allegato 2: Documento conclusivo approvato dalla Commissione ... 44
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

[Avanti]
COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di giovedì 26 luglio 2012


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA GHIZZONI

La seduta comincia alle 10,10.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Seguito dell'esame del documento conclusivo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'applicazione della legge 9 gennaio 2008, n. 2, recante disposizioni concernenti la Società italiana degli autori e degli editori, con particolare riferimento ad attività, gestione e governance della medesima società, il seguito dell'esame del documento conclusivo.
Do la parola all'onorevole Barbieri per l'illustrazione della nuova formulazione del documento conclusivo, contenente le integrazioni inserite a seguito dell'acceso dibattito svoltosi nella seduta di ieri.

EMERENZIO BARBIERI. Anche per rispetto verso tutti i membri della Commissione, dopo l'acceso dibattito di ieri, vorrei soltanto leggere le conclusioni, sulle quali, almeno per quanto riguarda alcuni gruppi - in modo particolare quelli della maggioranza - vi è una larga condivisione. Do conto, pertanto, della parte conclusiva del documento, che tiene conto di alcune osservazioni formulate dai colleghi (vedi allegato 1).
La lunga e articolata indagine condotta dalla Commissione si è svolta in quattro parti: la prima relativa all'audizione del Commissario, dei subcommissari, del direttore generale della SIAE; la seconda relativa all'audizione di numerosi soggetti, associazioni e sindacati sullo stato attuale della SIAE; la terza relativa all'audizione dei soggetti che in passato hanno diretto la SIAE; la quarta relativa all'audizione dei soggetti vigilanti della SIAE, la Presidenza del Consiglio e il MIBAC.
L'abolizione del Fondo di solidarietà ha destato non poche perplessità da parte di molti auditi. La valutazione, che ha visto anche l'assenso del commissario Gianluigi Rondi, è partita dalla considerazione che il fondo di solidarietà era pagato dagli autori, e serviva a erogare una somma mensile sostitutiva della pensione per molti autori. La dichiarazione di illegittimità di una struttura paraprevidenziale interna alla SIAE, ad opera dello Stato e del Governo, non ha portato ad un nuovo provvedimento da parte dell'ente, ma alla trasformazione, nella proposta di nuovo statuto, in «Attività solidaristiche per gli autori», fondo di aiuto all'indigenza. Nel pieno dell'indagine conoscitiva, d'altra parte, le relazioni fra le parti sociali hanno avuto un brusco irrigidimento, sfociato nella disdetta del contratto da parte dell'Ente, e, in seguito, alla ricomposizione attraverso un nuovo contratto collettivo, sottoposto a referendum, che ha avuto il consenso dell'80 per cento dei lavoratori. Si è aperta inoltre una questione specifica relativa all'incarico affidato al dottor Cerasoli,


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rappresentante sindacale UIL con incarico al personale della SIAE, e del fax a sua firma inviato alla UIL SIAE, contenente indicazioni sull'attività sindacale. A questo proposito si sottolinea che l'ispettorato per la Funzione Pubblica ha richiesto chiarimenti riguardanti l'incompatibilità prevista dall'articolo 53, comma 1-bis, del decreto legislativo n. 165 del 2001, come modificato dal decreto legislativo n. 150 del 2009, secondo il quale «non possono essere conferiti incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali, o che abbiano avuto negli ultimi due anni rapporti continuativi di collaborazione o consulenza con le predette organizzazioni».
Circa poi il tema dello Statuto, pur essendo chiaro ai commissari che le valutazioni sullo Statuto competono agli enti vigilanti, si è ribadito che è nei compiti dell'indagine conoscitiva, per definizione, conoscerne il testo. A questo proposito, il dibattito svoltosi nel corso dell'indagine conoscitiva ha messo in luce il fatto che se cambia la natura del voto muta altresì la missione della società. Occorre quindi interrogarsi su quale missione avrà la SIAE, un questione assai complessa, poiché si parla di una categoria di lavoratori molto particolare, che produce e vede i propri diritti decadere con il tempo.
Un altro tema trattato è stato quindi quello dell'assenza in Italia di una normativa moderna sul riconoscimento del diritto d'autore e della proprietà intellettuale, che pone profonde incertezze di fronte al problema della ridefinizione della SIAE, quale attualmente è, ente pubblico economico a base associativa, disciplinata dalle norme di diritto privato. L'articolo 1 della legge n. 2 del gennaio 2008 prevede, infatti, che la SIAE svolga le funzioni indicate dalla legge 22 aprile 1941, n. 633, ma può effettuare, altresì, «la gestione di servizi e di accertamento e riscossione di imposte, contributi e diritti, anche in regime di convenzione con pubbliche amministrazioni, regioni, enti locali, e altri enti pubblici e privati». La SIAE, secondo il medesimo articolo, di intesa con il MIBAC, promuove studi e iniziative volti ad incentivare la creatività dei giovani autori italiani e ad agevolare la fruizione pubblica a fini didattici ed educativi delle opere dell'ingegno diffuse attraverso reti telematiche. È da sottolineare che questo aspetto è stato del tutto assente nelle audizioni. Pur partendo da considerazioni differenti e con diverse soluzioni tutti i commissari intervenuti hanno auspicato quindi che si sciolga rapidamente il quesito relativo al superamento dell'attuale ambiguità dell'ente, a metà fra pubblico e privato, per giungere - in armonia con la prossima direttiva europea in materia - alla ridefinizione della missione e della governance della SIAE in relazione al mercato europeo della collecting, salvaguardando la finalità pubblica della tutela e della protezione del diritto d'autore, come previsto dalla legge del 1941. Nel frattempo rimangono in vigore le norme attuali, comprese quelle presenti nel decreto sulle liberalizzazioni, che liberalizza i diritti connessi ma lascia inalterati i compiti, le finalità e la governance della SIAE.
Nel corso delle audizioni sono emersi d'altra parte, tra gli altri, due problemi che incidono negativamente sulla funzionalità della SIAE: la sua ibrida regolamentazione normativa, che causa discrasie interpretative e situazioni di conflittualità nei rapporti interni ed esterni e l'iniqua rappresentatività degli autori ed editori (produttori) nei suoi organismi gestionali. Riguardo alla regolamentazione normativa si è evidenziato come essa si manifesti con caratteri ora tipici delle compagini associative private, ora propri dei soggetti di diritto pubblico. La inconciliabilità tra questi caratteri genera situazioni che intralciano, se non addirittura paralizzano l'attività della società. È opportuno sottolineare, al riguardo, alcune di tali situazioni che sono emerse o sono state rese intuibili attraverso le dichiarazioni rese dai soggetti auditi.
In primo luogo, appare subito evidente la confusorietà della stessa denominazione


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qualificativa che la vigente legge sul diritto d'autore (n. 633 del 1941) assegna alla SIAE. Questa infatti, mentre, da un lato, è nominata con il termine società, adatto ai soggetti collettivi costituiti da persone private, al fine di gestire i loro diritti proprietari secondo le norme del diritto civile, dall'altro lato, è qualificata con il termine di ente, proprio dei soggetti che perseguono finalità pubbliche e che, come tali, sono sottoposti ai principi delle pubbliche amministrazioni. Riguardo, poi, ai compiti che la legge citata, con l'articolo 180, le affida, appare evidente come essi rientrino nel genere delle prestazioni mandatarie tese a gestire l'utilizzo delle opere, la riscossione presso gli utilizzatori dei corrispettivi convenuti e la conseguente ripartizione tra gli aventi diritto. Si tratta di attività giuridiche di stampo privato che dovrebbero essere sottratte alla vigilanza delle istituzioni pubbliche. Di contro, i Ministeri vigilanti ben possono interloquire su tali attività al punto da censurare i criteri con cui gli organi della SIAE le hanno espletate o le vanno espletando.
In sostanza, gli associati che agiscono mediante gli organi da loro stessi eletti e che sono gli unici beneficiari di dette attività, vengono depauperati della libertà di decidere con piena autonomia sul modo di amministrare i loro diritti e le loro aspettative. Tale privazione, che non ha alcun riscontro nella disciplina legale dei corpi associativi privati, appare ancor più anormale se si tiene in conto che la SIAE oltre a non gestire interessi della collettività ed oltre a non amministrare proventi economici pubblici, non riceve dallo Stato alcuna agevolazione o provvidenza o sovvenzione. L'immissione dello Stato nella vita della SIAE - peraltro amplificata dalla presenza di ben tre membri di nomina governativa nel consiglio di amministrazione - può trovare una giustificazione, seppur parziale, soltanto nel fatto che l'articolo 180 citato attribuisce alla stessa in via esclusiva, lo svolgimento dei compiti (privatistici) suddetti e, quindi, la rende immune dalla concorrenza di altre consimili imprese di collecting nel territorio italiano. Evidentemente, il legislatore del 1941 ritenne che l'esercizio delle attività in regime di esclusiva richiedesse un qualificato controllo «superiore», al fine di evitare abusi o eccessi di potere.
La proposta di direttiva europea sulle società di collecting, pubblicata sul sito della Commissione UE l'11 luglio 2012, non prevede la possibilità di esclusiva che è, sia nell'ipotesi di fatto che di diritto, una caratteristica di tutte le società di collecting. A tale riguardo, va sottolineato come la proposta di direttiva sulle società di collecting presenti numerosi aspetti di sintonia con la proposta di nuovo Statuto che la gestione commissariale ha elaborato, in particolare per ciò che attiene agli organi - assemblea generale, organismo di sorveglianza, gruppo di management -, ma anche sotto il profilo della partecipazione alla gestione associativa in ragione del criterio economico di valutazione della professionalità. D'altra parte, la proposta di direttiva nulla dice in ordine alla prevalenza o meno nella gestione degli organi della componente autorale rispetto a quella editoriale, conseguentemente rifacendosi a principi generali di parità di partecipazione. La SIAE, trovandosi ad agire in un regime di competitività del mercato, dovrà, al fine di confrontarsi, alla pari, con le altre imprese di collecting, essere svincolata dalla pressione tutoria ed intralciante delle pubbliche istituzioni. Dovrà, in sostanza, assumersi il rischio delle proprie scelte operative in assoluta autonomia, assumendosi le conseguenti responsabilità gestionali, soltanto nei confronti dei suoi associati e dei suoi mandanti. Il suo statuto ed i suoi regolamenti dovranno quindi ispirarsi, seguendo la strada già opportunamente intrapresa dalla legge istitutiva n. 2 del 2008, ai princìpi giuridici civilistici, soggiacendo così alle sole regole del controllo degli organi interni, alla stregua di tutti i soggetti collettivi privati. Ciò potrà avvenire nell'ambito di una rivisitazione generale di tutte le materie del diritto d'autore, oggi non più adeguate di fronte alle nuove tecnologie della comunicazione dei prodotti intellettuali.


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Passando al problema della non equa rappresentatività - negli organi e nelle strutture interne della SIAE - degli autori più meritevoli e degli editori - e produttori - più prolifici, va ritenuto che la sua soluzione possa effettuarsi sia nel correggere l'attuale sistema di ingresso degli associandi, che apre le porte della società ad una miriade di soggetti (si è arrivati a centomila circa negli ultimi anni) dotandoli, indiscriminatamente, del potere di elettorato attivo indipendentemente dal loro rango di professionalità; sia nel graduare tale potere accrescendone o diminuendone la portata a seconda del livello di operatività dei soggetti che ne vengono investiti. Si rileva che, allo stato attuale, la forte impronta pubblicistica, che connota l'ente, impedisce, come la giurisprudenza amministrativa ha ritenuto, di porre limiti all'ingresso indiscriminato di nuovi soci. Soltanto ampliando la natura privatistica delle società - ove opportuno trasformandola in una società di persone - sarà legittimo porre un freno selettivo all'accoglimento di nuovi soci.
Riguardo poi all'attribuzione di poteri differenziati di elettorato attivo, potrà adottarsi una formula che assegni a ciascun associato un uguale voto di base; integri tale voto con un punteggio aggiuntivo in misura fissa, da attribuirsi agli autori ed agli editori - produttori - che siano iscritti alla SIAE da almeno dieci anni e che abbiano maturato, nel corso dell'ultimo quinquennio, una quota media di proventi non inferiore ad un limite che dovrà essere predeterminato a seconda dei generi di opere. Nell'ambito dell'equa rappresentatività degli associati, dovrà, altresì, esser risolto il problema, sollevato da alcuni autori, circa la necessità che la loro categoria abbia, negli organi collegiali della società, una presenza maggiore rispetto a quella degli editori (produttori), similmente a quanto avviene nelle società di collecting dei maggiori Paesi europei. In tali società, infatti, è attribuita agli autori una porzione di rappresentatività pari ai due terzi dei posti a disposizione. Ciò sul presupposto che tutte le attività, alle quali le società di collecting sono interessate (e di cui si occupano), hanno origine nella creatività degli autori, la quale pertanto assume un ruolo funzionale ben maggiore rispetto a quello dei veicolatori delle opere, quali, appunto sono gli editori ed i produttori.
Deve, quindi, ritenersi necessario che il nuovo emanando statuto della SIAE tenga conto di questa situazione e, quindi, soddisfi le aspettative degli autori. A tale proposito, va considerato che la SIAE, come ha ricordato nella sua audizione il sottosegretario Peluffo, nacque come società degli autori e dopo quaranta anni circa dalla sua costituzione accolse nel suo seno anche gli editori.
La Commissione ritiene, inoltre, di avviare urgentemente una riflessione sulle questioni connesse al tema del diritto d'autore, con lo svolgimento di un'indagine conoscitiva specifica su tali questioni. La Commissione ritiene altresì che la questione degli immobili della SIAE conferiti ai fondi Aida e Norma debba essere oggetto di ulteriori approfondimenti.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Innanzitutto, mi corre l'obbligo di porre le mie scuse all'onorevole Barbieri per le mie intemperanze linguistiche; com'è ovvio, esse non sottendevano giudizi personali, ma ritengo che sia corretto scusarsi quando il nervosismo prende il sopravvento sulla ragione.
Detto questo, torno a essere la «iena» di sempre (non pensiate che abbiamo inaugurato la settimana della bontà). Sono soddisfatta della parte del documento che abbiamo concordato e mi sembra importante che giungiamo a un risultato comune, com'è nostra intenzione. La richiesta che rivolgo all'onorevole Carlucci, che ha presentato una lunga proposta di riformulazione, è di stralciarne una parte, non perché non abbia valore (anzi è del tutto legittima, anche se personalmente non la condivido), ma perché abbiamo più volte discusso e frenato la discussione - com'è agli atti - sul tema del diritto d'autore e sulla sua privatizzazione, prima ancora di quella della società erogatrice e dei suoi proventi.


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Ricordo la discussione alla quale hanno partecipato il dottor Stefano Parisi di Confindustria e il dottor Sugar degli editori SIAE; c'è stato anche un momento di frizione, che chi era presente ricorderà. Sono anche intervenuti il dottor Masi e diversi soggetti, che hanno aperto una pista sul diritto d'autore, e tutti noi - l'onorevole Barbieri sicuramente, perché lo ricordo, ma anche altri - abbiamo dichiarato che il tema è di grande importanza, ma richiede una sede e un approfondimento.
Alla fine di un'indagine conoscitiva non si possono inserire conclusioni che tirano le fila di un dibattito che non c'è stato. Non abbiamo discusso l'argomento e - dobbiamo essere sinceri - la questione è perfino più complessa rispetto a come essa è illustrata in questa parte della proposta di modifica del documento conclusivo, anzi è decisamente più complessa, perché, per esempio, la parte sul rapporto fra diritto d'autore e la rete del web è importantissima (basti pensare al tema della tutela dei minori, che abbiamo affrontato in modo piuttosto approfondito in Commissione).
Propongo, pertanto, di eliminare tale sezione, impegnandoci - possiamo anche scriverlo nel documento - a definire un luogo a ciò finalizzato, che può essere un'indagine conoscitiva sul diritto d'autore, un gruppo di lavoro o un altro strumento tecnico istituzionale.
In ogni caso, penso che sia più interessante avere un confronto vero; magari arriviamo alle stesse identiche conclusioni - come auspico -, ma, allo stato attuale, non ritengo opportuno essere così definitori. Peraltro, si tratta dell'unico punto su cui siamo tali, perché io e l'onorevole Barbieri abbiamo smussato gli angoli sulle nostre assertività (a cui abbiamo rinunciato) proprio per trovare un momento comune; questa parte, invece, è molto assertiva, ma riguarda un tema che non abbiamo discusso. Pertanto, se potessimo espungerla faremmo un bene all'indagine conoscitiva e al diritto d'autore.

PRESIDENTE. Onorevole De Biasi, può indicarci di quale parte si tratta?

EMILIA GRAZIA DE BIASI. È la sezione del paragrafo 7) che inizia con le parole «in primo luogo». La frase «si tratta di attività giuridiche di stampo privato che dovrebbero essere sottratte alla vigilanza delle istituzioni pubbliche» contiene un'affermazione un po' forte, se non vi è un contesto legislativo entro cui muoversi. Si propone l'abolizione dei soggetti vigilanti, tanto per cominciare, ma nella legge attuale non è prevista alcuna proposta del genere.
Quando approveremo una legge al riguardo, se si liberalizzerà non vi saranno più i soggetti vigilanti, ma visto che il Governo è stato audito due volte e visto che anche lo statuto li prevede, non è una questione ideologica ma proprio una questione di contraddizioni.
Propongo di eliminare le parole da «in primo luogo» fino a «nel suo seno anche gli editori.», lasciando solo la frase finale, ossia «La Commissione ritiene, altresì (...)». Sostituirei la parte da espungere con una frase sostitutiva in cui si affermi che, pur in presenza di opinioni differenti, è evidente che la materia richiede di essere trattata in un modo specifico e che la Commissione si impegna a farlo.

PRESIDENTE. L'onorevole De Biasi, quindi, propone di eliminare le parole da «in primo luogo» fino a «nel suo seno anche gli editori.», lasciando le ultime righe, «La Commissione ritiene, altresì, (...)»
Non so se il Governo, che ringraziamo, voglia aggiungere qualche considerazione; anche se l'iniziativa è nostra, può dare contributo alla discussione, che si sta svolgendo in modo interessante e proficuo, rispetto alla partenza.

GABRIELLA CARLUCCI. Un tema molto discusso, nell'ambito dell'indagine conoscitiva, è quello dell'assenza, in Italia, di una normativa moderna che riguardi il riconoscimento del diritto d'autore e la proprietà intellettuale.


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L'onorevole De Biasi ha posto l'accento sul fatto che non possiamo inserirlo nella relazione senza averlo sviscerato, poiché coinvolge trattati internazionali e direttive europee; tuttavia, il tema - che pure è all'ordine del giorno - è molto importante per l'Italia, perché, come ho già detto, la normativa vigente non può definirsi una normativa moderna, e la stessa onorevole De Biasi ha sottolineato l'assenza totale di regolamentazione in ordine al web.
Nessuno vuole la privatizzazione tout court, e più volte la Commissione cultura si è bloccata di fronte all'assenza totale di normativa sul web. Secondo me, anche senza proporre una soluzione, dovremmo comunque mettere agli atti e inserire nelle conclusioni che vi è una bozza di direttiva europea e che, poiché a noi manca una legge moderna che prenda atto dell'evoluzione della protezione del diritto d'autore, ne lasciamo traccia affinché questa discussione sia propedeutica a un ulteriore approfondimento - anche in tempi brevi - con un'altra indagine conoscitiva, la presentazione di una proposta di legge al riguardo o altro.

ENZO CARRA. L'onorevole Carlucci ha già interpretato gran parte del mio pensiero e, poiché ieri non sono intervenuto, cercherò in questa sede di rifarmi sul passato.
Intendo ringraziare il collega Barbieri perché in pochi giorni ha svolto un lavoro di qualità e quantità superiori (la qualità prevale, lo dico soprattutto dall'onorevole De Biasi); inoltre, mi fa piacere che sia presente anche il sottosegretario Peluffo. Come ho osservato in una recente audizione, benché il core business della SIAE dovrebbe essere quello del diritto d'autore, abbiamo scoperto innumerevoli rivoli e siamo finiti in un ginepraio. Addirittura, nelle ultime due righe del documento conclusivo (sul quale credo che si sia giunti a un accordo) l'onorevole Barbieri, come nei migliori gialli di un tempo, scopre che il colpevole è il maggiordomo, e quando dice che «La Commissione ritiene, altresì, che la questione degli immobili della SIAE conferiti ai fondi Aida e Norma debba essere oggetto di ulteriori approfondimenti.», è evidente come il plot entri nel campo della SIAE e dei diritti.
Abbiamo gli approfondimenti e credo che l'onorevole De Biasi abbia ragione a indicare qualcosa in più; se mi permettete, formulerò anch'io una piccola proposta.
I due punti evidenziati dalla collega Carlucci potrebbero essere inseriti come punti sui quali proponiamo di svolgere ulteriori approfondimenti o, meglio, si rappresentano le esigenze emerse da questa indagine conoscitiva, di cui, intanto, consegniamo ai posteri (oltre che a noi stessi) approfondita analisi.
Sugli approfondimenti so che c'è una varia nonché variopinta letteratura, anche giuridica; tra l'altro, in ordine alla privatizzazione, se l'organizzazione è già di diritto privato, il problema andrebbe studiato anche da questo punto di vista.
Forse sbaglio, ma ho trovato un'analogia, che storicamente potrebbe reggere, con la Federconsorzi, che era anch'essa una cooperativa di diritto privato. Apprezzavo Bonomi, ma dopo la sua morte la situazione è degradata; fu avviata un'indagine conoscitiva e fu successivamente istituita una Commissione parlamentare d'inchiesta. Personalmente proverei a pensare anche a una questione del genere, perché troppe sono le discrepanze rilevate - peraltro molto bene - da questo testo, e al Governo può servire come guideline, oltre a quello che noi possiamo pensare.
Non possiamo che approvare il documento conclusivo, con modificazioni indicate dai colleghi; trattandosi, per l'appunto, di esigenze portate all'attenzione della Commissione, ad essa compete anche risolverle.

PIERFELICE ZAZZERA. Innanzitutto, ringrazio il relatore e amico Barbieri per il lavoro che ha svolto, perché grazie al confronto e al tempo che la maggioranza vi ha dedicato si è arrivati a una soluzione frutto di una condivisione più ampia della Commissione.
Credo che si possa procedere con il voto del documento conclusivo: condivido la proposta dell'onorevole De Biasi, non


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tanto per eliminare la sezione dalla stessa indicata - che alcuni potranno condividere o meno -, ma per ripristinare lo spirito naturale del documento conclusivo, cioè la radiografia dello stato dell'arte sui diritti degli autori e, quindi, della società SIAE.
Tutto quello che viene dopo, cioè i modelli da proporre, devono essere lasciati all'autonomia delle istituzioni e del Governo (attuale o futuro), affinché essi possano prendere spunto dal documento approvato per formulare proposte. Nel far ciò, istituzioni e Governo dovranno tenere conto del fatto che, come mi sembra di capire, sono state sottolineate problematiche inerenti allo stato giuridico della SIAE e alla direttiva comunitaria, ponendo interrogativi relativi all'equilibrio interno della società tra autori ed editori.
Non è una questione di parità, perché da un lato parliamo di parità di partecipazione ma, dall'altro, diciamo che nel sistema internazionale dei Paesi europei il rapporto è di due terzi contro un terzo; non prendiamo posizione ma lasciamo che altri, nella loro autonomia e nel percorso politico di una maggioranza, che vi sarà a suo tempo, possano formulare proposte il più possibile coerenti con le esigenze della collettività. Inoltre, vorrei rilevare qualche espressione un po' forzata. Parlare di «società svincolata dalla pressione tutoria intralciante delle istituzioni» è una frase forte: le istituzioni pubbliche non sono intralcianti; possono aiutare - a volte lo fanno bene, altre volte male - ma collaborano comunque nel bene della comunità.
Condivido la proposta dell'onorevole Carra in merito al fatto che esistono due questioni che dobbiamo lasciare a chi di dovere affinché le approfondisca e le trasformi in atti. Mi riferisco allo stato giuridico della SIAE e alla vicenda degli immobili, intorno alla quale mi sembra che non vi sia solo l'operazione immobiliare di pochi - forse pochissimi, che alle spalle di tanti pensano di fare «l'affare» attraverso l'uso della SIAE -, ma anche che si giochi il futuro di una società e di una serie di persone.
Credo che il compito della Commissione sia proprio quello di tutelare l'interesse dei molti rispetto a quello dei pochi, impedendo che qualcuno utilizzi una struttura o un ente vigilato per interessi individuali e personali. Per questi motivi, Italia dei Valori può sostenere il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva per avviarci rapidamente, come abbiamo detto ieri, a far salpare dal porto la Commissione d'inchiesta sulla SIAE.

GIUSEPPE GIULIETTI. Parto da un dato di correttezza, perché è stato svolto un lavoro di grande importanza; ringrazio per questo l'onorevole Barbieri, visto che le posizioni di partenza erano molto diverse.
Vorrei porre due questioni: innanzitutto, se posso permettermi, ho colto diversamente l'appello lanciato dall'onorevole Barbieri sul tema delle interferenze. Sottosegretario Peluffo, è vero che si tratta di un punto delicato, ma non è altrettanto vero che il controllo pubblico di per sé assicuri delle garanzie. Credo che il tema delle interferenze si riferisse a un eccesso di intervento nella gestione dell'ente, che è un aspetto vero e che forse andrebbe chiarito, visto che riguarda la SIAE ma anche altre aziende del settore. Un conto è l'indirizzo che assicura le garanzie pubbliche - questo è un aspetto che vi riguarda -, un altro è l'interferenza nella gestione della vita ordinaria delle aziende o l'omesso controllo su di esse. Questo rappresenta un punto di grande rilievo che credo debba essere presente alla Commissione, perché dare indirizzi e cogestire sono atteggiamenti molto diversi fra loro.
Ho trovato molto importante l'accoglimento delle due proposte di modifica presentate, che, peraltro, sono formulate in modo molto serio, motivo per cui il mio voto sarà favorevole. Mi riferisco, innanzitutto, alla questione dell'interesse pubblico, ossia alla grande platea di iscritti alla SIAE, che è cosa diversa dai piccoli gruppi; insisto su questo concetto perché parliamo di una platea di migliaia di


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lavoratori, molti dei quali sono talenti talvolta ai margini della costruzione del reddito.
Non possiamo far finta di niente: è come il mercato di calciatori. Liquidare l'istituto senza aver previsto una politica alternativa è molto pericoloso, sia per le condizioni materiali sia per le modalità di costruzione dei progetti culturali. Bisogna sapere di cosa parliamo, perché sembra che la questione riguardi solo cinque editori e quattro grandi firme, ma la platea del mondo dell'industria è cosa ben più complessa.
L'altra questione a cui faccio riferimento è quella relativa alla riforma statutaria, sulla quale chiederei - non oggi, ovviamente, ma quando si arriverà al passaggio successivo - che vi sia almeno un'informazione e si svolga una discussione all'interno della Commissione. Credo che quando i lavori arrivano a un punto di equilibrio sia corretto valorizzare il lavoro svolto, anche perché questo ci consente di procedere alla Commissione d'inchiesta in posizione di forza (non di debolezza), avendo portato a compimento un lavoro istruttorio serio e potendo affrontare la fase successiva.

ERICA RIVOLTA. Anche il gruppo della Lega desidera esprimere un apprezzamento nei confronti dell'importante lavoro compiuto dal relatore, ma anche da tutta la Commissione, perché le audizioni sono durate molti mesi; abbiamo audito numerosi soggetti e abbiamo attraversato anche momenti particolarmente difficili, dai quali sono emerse opacità che hanno persino inquietato molti di noi. Penso sia stato giusto farlo.
La settimana prossima incardineremo la proposta di istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta, che mi sembra rappresenti il giusto esito dopo tutto il nostro percorso di audizioni. Anch'io vorrei rimarcare le numerose problematicità citate riguardo all'alienazione del patrimonio immobiliare della SIAE - che, in alcuni casi, presenta ben più che opacità - e con riferimento al fatto che si debbono dare risposte ai moltissimi autori ed editori. È giusto prestare attenzione alla questione proprio per rispetto verso costoro.
Penso che questo sia un importante punto d'inizio, ma la nostra Commissione, sia con la Commissione d'inchiesta sia con gli approfondimenti sullo statuto e sul diritto d'autore, potrà ancora lavorare con la serietà dimostrata in questi mesi.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Barbieri, vorrei rileggere la formulazione che l'onorevole Carlucci ha proposto in alternativa al testo che si chiedeva di espungere: «La Commissione ritiene, altresì, di individuare in altra sede o con altri strumenti la definizione delle questioni connesse al tema del diritto d'autore.», in sostituzione della lunga articolazione di riflessioni sul diritto d'autore. In sostanza, dichiariamo che il tema del diritto d'autore ci interessa e che individueremo sede e strumenti per affrontare e approfondire tutte le questioni a esso connesse. Tale frase dovrebbe sostituire la lunga sezione dalle parole «in primo luogo» fino a «nel suo seno anche gli editori», lasciando inalterata la conclusione, ossia l'espressione «La Commissione ritiene altresì (...)» e rinviando a strumenti e sedi appropriate che la Commissione individuerà una riflessione - che potremmo anche definire «urgente» per dare un impegno ai nostri lavori - sui temi connessi al diritto d'autore.

EMERENZIO BARBIERI. Ho ascoltato con attenzione le osservazioni dei colleghi, perché mi pongo un problema molto serio: è meglio sbagliare assieme o avere ragione da soli? Condivido le considerazioni svolte e, per quanto mi riguarda, propongo di individuare e di inserire sin da ora lo strumento dell'indagine conoscitiva; dobbiamo decidere di avviare un'indagine conoscitiva sul diritto d'autore, altrimenti - come sa chi è in questa Commissione da anni e ha visto che ogni tanto se ne parla - il tema sarà accantonato, come sempre.
Mi rivolgo alla collega De Biasi, agli onorevoli Giulietti e Carra e a tutti i colleghi intervenuti: la preoccupazione che


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esprimo è relativa al fatto che dopo sei mesi e mezzo di indagine conoscitiva si arrivi a conclusioni sul Fondo di solidarietà, sul dottor Cerasoli e sulla questione dello statuto che si sviluppano in termini un po' vaghi.
Premesso che, nella logica in cui mi sono posto, mi interessa maggiormente ottenere un voto unanime, chiederei di ragionare, con riferimento alle parti eliminate, sulle quali sono d'accordo, sulla parte del documento in cui si esprime un giudizio positivo sui tre organi: secondo me, si tratta di un punto importante; per il resto, invece, ripetiamo soltanto quello che abbiamo detto nel corso degli interventi. Mi sta bene tutto, ma inviterei i colleghi - soprattutto la collega De Biasi, che ne ha proposto l'eliminazione - a riflettere sulla possibilità di lasciare tale parte, in cui si fa riferimento anche alla proposta di direttiva europea. Secondo me, anche se diamo questa impostazione non tocchiamo il tema che ci sta a cuore.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Grazie, onorevole Barbieri, ma è complicato parlare di una direttiva che non è stata oggetto di alcuna discussione. Il riferimento alla direttiva europea è già presente nella parte iniziale del documento.

EMERENZIO BARBIERI. Io, invece, sarei dell'avviso di inserire le due questioni illustrate dall'onorevole Carra, su cui, da parte di tutti, c'è stata convergenza; in tal modo, mi pare che completiamo, anche logicamente, un discorso e un percorso.
Per il resto, ringrazio tutti; non so se chi leggerà il documento conclusivo sarà contento o meno, ma esso rappresenta lo sforzo che la Commissione è stata in grado di fare.
Sono d'accordo con l'onorevole Giulietti; onorevole Zazzera, sono d'accordo a eliminare la parte citata, ma - lo affermo perché resti a verbale - il sottosegretario Peluffo mi consenta di dire che non sul piano del principio teorico, ma su quello dell'esercizio vero del potere di controllo, dal 2000 a oggi (prima non so cosa sia accaduto, perché sono qui da allora) il controllo esercitato dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministero per i beni e le attività culturali sulla SIAE ha fatto ridere.
Il problema deriva proprio da un tipo di società come la SIAE, e persino la legge n. 2 del 2008, pur avendo risolto alcune questioni, non ha risolto il nodo; da chiunque la governi e l'abbia governata, la SIAE ha avuto solo intralci, mai indicazioni in positivo.
Concordo, quindi, con le riformulazioni proposte dai colleghi e propongo, pertanto, una riformulazione del documento conclusivo (vedi allegato 2).

PRESIDENTE. Leggo l'ultima versione della riformulazione proposta dall'onorevole Carlucci: «La Commissione ritiene di avviare urgentemente una riflessione sulle questioni connesse al tema del diritto d'autore con lo svolgimento di un'indagine conoscitiva specifica su tali questioni».

ENZO CARRA. In realtà, avevamo concluso con due considerazioni, una delle quali è stata appena letta e l'altra è espressa dalla frase «La Commissione ritiene, altresì, che la questione degli immobili della SIAE conferiti ai fondi Aida e Norma debba essere oggetto di ulteriori approfondimenti». Effettivamente, tale espressione mi pare un po' vaga. Chi svolgerà gli approfondimenti? Dove e come li svolgerà?

EMERENZIO BARBIERI. Onorevole Carra, lei ha ragione, ma abbiamo voluto lasciarla vaga perché può darsi che sia oggetto del lavoro della Commissione d'inchiesta.

PRESIDENTE. La seconda premessa, in realtà, è assorbita dal testo esistente.
Ritengo che le conclusioni contengano un impegno che possiamo assumerci senza difficoltà.


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Pongo, quindi, in votazione la proposta di documento conclusivo così come riformulata (vedi allegato 2).
(È approvata).

Ringrazio tutti i colleghi per lo sforzo compiuto, in particolar modo il promotore dell'indagine onorevole Barbieri, che ha compiuto un notevole sforzo di «cucitura».
Dichiaro conclusa la seduta.

La seduta termina alle 11,05.

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