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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VII
1.
Martedì 8 giugno 2010
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA PER L'ESAME DELLE PROPOSTE DI LEGGE C. 2800, APPROVATA IN UN TESTO UNIFICATO DALLA 7a COMMISSIONE DEL SENATO, ED ABBINATE, RECANTE DISPOSIZIONI PER FAVORIRE LA COSTRUZIONE E LA RISTRUTTURAZIONE DI IMPIANTI SPORTIVI E STADI ANCHE A SOSTEGNO DELLA CANDIDATURA DELL'ITALIA A MANIFESTAZIONI SPORTIVE DI RILIEVO EUROPEO O INTERNAZIONALE

Audizione di rappresentanti della Federazione italiana giuoco calcio (FIGC), del Comitato olimpico nazionale (CONI), della Lega nazionale professionisti, della Lega italiana calcio professionistico e della Lega nazionale dilettanti:

Aprea Valentina, Presidente ... 3 5 6 7 8 9 10 11
Abete Giancarlo, Presidente della FIGC ... 3
Barbaro Claudio (PdL) ... 10
Beretta Maurizio, Presidente della Lega nazionale professionisti ... 6
Ciocchetti Luciano (UdC) ... 9
Levi Ricardo Franco (PD) ... 10
Lolli Giovanni (PD) ... 9
Goisis Paola (LNP) ... 10
Macalli Mario, Presidente della Lega italiana calcio professionistico ... 7
Pancalli Luca, Vicepresidente del CONI ... 5
Tavecchio Carlo, Presidente della Lega nazionale dilettanti ... 8
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 9
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano: Misto-Noi Sud LA-PLI.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 8 giugno 2010


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 14,35.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata, oltre che mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizioni di rappresentanti della Federazione italiana giuoco calcio (FIGC), del Comitato olimpico nazionale (CONI), della Lega nazionale professionisti, della Lega italiana calcio professionistico e della Lega nazionale dilettanti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva per l'esame delle proposte di legge C. 2800, approvata in un testo unificato dalla 7a Commissione del Senato, e abbinate, recanti disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi anche a sostegno della candidatura dell'Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale, l'audizione di rappresentanti della Federazione italiana giuoco calcio (FIGC), del Comitato olimpico nazionale CONI, della Lega nazionale professionisti, della Lega italiana calcio professionistico e della Lega nazionale dilettanti.
Salutiamo il sottosegretario Crimi, cui diamo il benvenuto. Do la parola al presidente della Federazione italiana giuoco calcio, dottor Giancarlo Abete, accompagnato dal dottor Antonello Valentini, direttore generale, che salutiamo.

GIANCARLO ABETE, Presidente della FIGC. Grazie presidente, grazie agli onorevoli componenti della Commissione per questa opportunità che la Federazione, le Leghe professionistiche, la Lega dilettanti e il CONI hanno per esplicitare alcune riflessioni relativamente al disegno di legge in discussione presso la Commissione.
Le riflessioni che successivamente faranno i dirigenti sportivi chiariranno alcuni aspetti tecnici del disegno di legge in oggetto. Vorrei fare alcune considerazioni di carattere generale, che reputo opportuno inserire nel contesto complessivo, come è naturale che avvenga per ogni provvedimento legislativo del Paese nel quale operiamo.
Come sa perfettamente il Sottosegretario Crimi, questo disegno di legge, tanto atteso, non era finalizzato semplicemente a un'opportunità collegata alla candidatura dell'Italia per ospitare i Campionati Europei di calcio del 2016, ma intercetta un problema strutturale all'interno del nostro mondo sportivo e del mondo del calcio, per il quale è opportuno fare riflessioni e considerazioni variegate. Occorre ricordare che, come attestato anche il libro bianco dell'Unione europea, il volume economico e finanziario del modo calcistico sportivo rappresenta oltre il 3,5 per cento del Prodotto interno lordo dei Paesi dell'Unione europea, 15 milioni di posti di lavoro, caratterizzati da un'occupazione flessibile, un contributo crescente al PIL dell'Unione europea.
Tale dimensione è rappresentata, a livello dei Paesi dell'Unione europea, da 700.000 associazioni e nel nostro Paese, come sa perfettamente l'onorevole Barbaro,


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che conosce la materia a 360 gradi, da circa 100.000 associazioni sportive. Tale piramide ha una base e un vertice, e questo ultimo è composto da realtà professionistiche di primo livello che devono operare alla pari con il sistema di competitività internazionale.
Pensare di non operare al livello di competitività internazionale significa perdere un'opportunità, non soltanto per il sistema sport e per il sistema calcio, ma per il nostro Paese; sapendo perfettamente che oggi la dimensione di competizione è internazionale, che alcuni club fatturano il doppio dei nostri maggiori club (Inter, Milan, Juventus, Roma) e che, se si vuole operare in una dimensione di sviluppo collegata anche a opportunità di investimento, di occupazione, di qualità e di immagine del nostro Paese a livello internazionale, bisogna operare sulle infrastrutture.
Il disegno di legge che è stato presentato risponde a questo tipo di esigenza. Non determina oneri particolari per l'amministrazione dello Stato, ma determina una legge-quadro che consente poi di esplicitare nel pieno ruolo delle amministrazioni territoriali, ovviamente d'intesa con i soggetti interessati che devono avere una valenza sportiva, un'opportunità di investimento sul territorio finalizzato anche a creare risparmi per le amministrazioni.
Oggi, infatti, la situazione delle strutture degli stadi è assolutamente ingovernabile, con rapporti fra le amministrazioni locali e le società che si susseguono, si rincorrono, determinano concessioni di breve o di medio periodo, problemi collegati alla manutenzione ordinaria e straordinaria, situazioni che non consentono sviluppo.
Voglio ricordare, considerandolo un elemento di stimolo e di riflessione per tutti noi, che il Presidente Sarkozy è intervenuto in occasione della cerimonia di assegnazione per i campionati europei 2016 e, intercettando una dimensione di preoccupazione determinata dalla crisi internazionale anche economico-finanziaria che investe molti Paesi, ha dichiarato che la Francia vede l'impiantistica sportiva come un'opportunità di sviluppo. Il Governo francese ha infatti garantito 1,7 miliardi di investimenti privati e pubblici, pari a 2,5 volte la proposta effettuata dalla Federazione italiana (745 milioni). Questo ha costituito quindi anche un elemento importante, ai fini di una riflessione di carattere generale.
Conclusa quella che considero una situazione di periodo, non strutturale, come Presidente della Federazione, essendo stato peraltro già parlamentare della Repubblica e quindi particolarmente attento e rispettoso delle istituzioni parlamentari, vi invito a fotografare in maniera organica questo disegno di legge come una grande opportunità concessa per investimenti privati, che non incidano sull'amministrazione statuale, ma che consentano di mantenere il nostro Paese al passo con i tempi.
Una seconda riflessione conclusiva è collegata a come opportunamente questo disegno di legge, nella continuità del provvedimento del ministro Melandri, consenta di finalizzare al sistema sportivo e quindi alle leghe professionistiche (Lega Pro, Lega dilettanti, ovviamente la nuova Lega di serie B che sarà operativa dal 1 luglio), risorse provenienti dalla cessione dei diritti televisivi delle società di serie A, così come certificata anche da sentenze dei tribunali della Repubblica.
In un momento di grave difficoltà, soprattutto per le categorie professionistiche B e Lega Pro e per tutto il mondo dilettantistico, avendo l'opportunità, anche alla luce delle sentenze emesse dai tribunali della Repubblica, di finalizzare queste risorse ed essendo stati stipulati i contratti per il 2010-2011 e 2011-2012, non disporre con urgenza di un provvedimento che normi su tali risorse, costituisce un vincolo anche sul versante dei flussi e sulla possibilità di crescita e di sopravvivenza stessa del sistema professionistico anche di serie B, di Lega Pro e di sistema dilettantistico. Va inoltre tenuto conto che sono situazioni che si sono prodotte in ambito di calcio professionistico maggiore. Da qui emerge la grande attenzione della Federazione e di tutte le componenti nei confronti


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di questo provvedimento, che è vitale anche in relazione alle tempistiche per dare una proiezione di sviluppo al calcio italiano.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola al dottor Luca Pancalli, vicepresidente del Comitato olimpico nazionale italiano, accompagnato dal dottor Antonello Bernaschi, responsabile dell'Ufficio coordinamento attività politiche e istituzionali, desidero complimentarmi con il CONI e con il Governo in carica, quindi con il sottosegretario Crimi per i successi della campionessa Francesca Schiavone. Abbiamo gioito tutti per il suo successo, quindi questa Commissione vuole esprimere felicitazioni e congratulazioni (Commenti). Mi rivolgo al Governo in carica in quanto Governo italiano. Come Parlamento, esprimiamo soddisfazione perché rimanga a verbale. Se però il Governo può fare di più per favorire la nascita e la crescita di più campioni e campionesse, noi siamo naturalmente d'accordo.

LUCA PANCALLI, Vicepresidente del CONI. Grazie, presidente, soprattutto per aver ricordato lo straordinario successo di una eccezionale atleta, Francesca Schiavone. Oltre a essere un successo personale di Francesca Schiavone, infatti, è uno straordinario successo della Federtennis e di tutto lo sport italiano, che ancora una volta si tinge di rosa. Credo che vada riconosciuto allo sport italiano il merito di riuscire sempre, sia pur in difficoltà, a ottenere i risultati che tutto il Paese auspica e per i quali gioisce.
Desidero ringraziare lei, onorevole Aprea, il relatore Claudio Barbaro e tutti i componenti della Commissione per l'odierna audizione e per aver invitato il CONI. Non credo sia necessario sottolineare a voi il ruolo del CONI nel Paese, quale ente esponenziale per previsione legislativa di tutte le organizzazioni sportive, quindi le federazioni sportive nazionali, le discipline associate, enti di promozione, associazioni benemerite, ivi compreso il Comitato Paralimpico, che ex lege rappresenta il movimento della disabilità sportiva.
Accogliamo con grande soddisfazione la volontà del Parlamento di intervenire in un settore che noi riteniamo assolutamente strategico per la crescita dello sport italiano quale quello dell'impiantistica sportiva. In tutto il mondo sportivo è da sempre sentita in maniera pregnante l'esigenza di un intervento legislativo, che possa rappresentare nel Paese un volano per una serie di iniziative destinate a mettere a norma e in sicurezza l'impiantistica esistente, ma soprattutto a consentire quel processo di riequilibrio sul territorio del patrimonio impiantistico nazionale.
Tale volano potrebbe rappresentare nella complessità un piano strategico di intervento nel Paese, che è sempre mancato su questo tema, un piano di intervento garantito anche dalla previsione di piani economici gestionali di fattibilità che siano sostenibili.
Desidero anche ricordare quanto questo tema rientri tra gli obiettivi fondamentali che si sono dati gli organi del CONI nel documento programmatico per il quadriennio 2009-2012, tanto che abbiamo sottolineato l'esigenza di un piano nazionale di rilancio dell'impiantistica sportiva, che accanto alle Regioni, agli enti locali e ovviamente al CONI, coinvolga le società sportive, che sul territorio rappresentano la linfa vitale dello sport italiano, e il credito sportivo, per favorire appunto in primo luogo la sicurezza degli impianti esistenti, ma soprattutto la realizzazione di nuovi impianti da parte di privati con modalità agevolate, in sinergia con gli enti locali. Senza impianti sportivi è infatti difficile promuovere l'attività sportiva nel Paese.
Esistono già diverse proposte di legge al riguardo, che ci auguriamo possano procedere speditamente. Per fare tutto questo, però, è indispensabile poter partire da un quadro completo, preciso e aggiornato dell'effettivo stato dell'impiantistica sportiva nel Paese. Spesso, anche personalmente in occasione di altre audizioni e in altra veste, ho sostenuto che nel nostro Paese sia da sempre mancato un piano strategico di governo del sistema, fatto che ha generato


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la proliferazione di impianti sportivi sicuramente utili, ma spesso anche cattedrali nel deserto che non avremmo mai voluto vedere.
Siamo in una fase avviata di attuazione di un progetto che coinvolge sia l'ente CONI che l'ANCI e il credito sportivo, per l'istituzione di un Osservatorio nazionale dell'impiantistica sportiva, che con la propria attività potrà costituire la base da cui partire per le iniziative assunte in futuro, sia per le esigenze dello sport di alto livello e di vertice, sia a sostegno di una politica che tenga a mente l'esigenza di garantire pari opportunità nel diritto all'accesso per lo sport definito comunemente per tutti.
È motivo di soddisfazione essere auditi. Anche il sottosegretario Crimi è sempre vicino allo sport italiano, ma teniamo a sottolineare alcuni aspetti. Per quanto riguarda gli impianti sportivi oggetto di intervento straordinario, la proposta di legge, in particolare il piano triennale di interventi straordinari di cui all'articolo.3, si riferisce prevalentemente agli impianti per il calcio professionistico. Ciò è indubbiamente opportuno per le esigenze di tale settore, ma sarebbe auspicabile il riferimento a una più ampia tipologia di impianti sportivi.
A tale scopo, riteniamo essenziale che nella definizione di stadio si faccia riferimento anche a impianti di 4-5.000 posti al coperto, in modo da ricomprendere tutti i piccoli impianti e palazzetti di media dimensione. Per quanto riguarda i permessi urbanistici e tipologie di autorizzazioni in deroga al patto di stabilità e formazione del personale, vi lasciamo il documento, per cui potete prendere atto delle nostre considerazioni.

PRESIDENTE. Sono presenti per il PdL l'onorevole Barbaro, relatore, gli onorevoli Barbieri, Farina e Mazzucca, per la Lega la capogruppo onorevole Goisis, per l'UdC il capogruppo, onorevole Ciocchetti, per l'IdV l'onorevole Zazzera, per il PD la capogruppo, onorevole Ghizzoni, gli onorevoli Siragusa, Rossa, Lolli, De Torre, Pes e Levi.
Do la parola al presidente della Lega nazionale professionisti, dottor Maurizio Beretta, accompagnato dal dottor Lotito e dal dottor Andreoletti, consiglieri federali.

MAURIZIO BERETTA, Presidente della Lega nazionale professionisti. Ringrazio il presidente e tutti gli autorevoli componenti della Commissione. Mi ritrovo pienamente nell'intervento del Presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete. Vorrei fare solo qualche piccola sottolineatura e aggiunta. La prima è la forte necessità di un'approvazione urgente di questa norma, che il Parlamento, a vario titolo, ha all'attenzione da molto tempo.
Il mondo del calcio, segnatamente il mondo del grande calcio professionistico, ne ha un enorme bisogno, innanzitutto perché ci confrontiamo a livello europeo, dove ci saranno norme sempre più stringenti per le competizioni nel rapporto tra i ricavi e la possibilità di spendere, di indebitarsi, di investire nello sport. Oggi, a differenza degli altri Paesi, abbiamo ricavi tutti «baricentrati» sui diritti televisivi.
In Italia, la composizione di riferimento degli incassi di una grande squadra di calcio riguarda per il 65-70 per cento i proventi da diritti televisivi, per il 12 e il 17 per cento i proventi da stadi e il rimanente proviene da attività di merchandising. In tutti i Paesi più importanti con i quali ci confrontiamo, quali Inghilterra, Germania e Spagna, che hanno varato norme per gli stadi di proprietà gestiti dalle squadre, la composizione dei ricavi è per un terzo di diritti televisivi, per un terzo biglietteria da stadio e per un terzo diritti commerciali e merchandising.
Abbiamo quindi bisogno di riequilibrare questa situazione, potenziando gli incassi da stadio. Questo rappresenterebbe un meccanismo anche di certezza complessiva per il sistema, che è sottoposto come tutti a una situazione di contesto non facile, perché rappresenterebbe un ulteriore rafforzamento dell'aspetto patrimoniale delle società e potrebbe consentire loro di essere molto più impegnate in prima persona nelle attività di controllo, di sicurezza e di gestione degli impianti, in


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una collaborazione sempre più forte con le autorità di pubblica sicurezza, perché la modernità, le tecnologie e il livello qualitativo degli impianti influiscono molto da questo punto di vista.
Aggiungo un altro elemento che spinge a chiedervi un'approvazione urgente in tempi brevi. Questa norma è per noi fondamentale nello sforzo di modernizzazione che stiamo costruendo con il calcio professionistico. Grazie anche agli ottimi e attentissimi uffici del sottosegretario Crimi, abbiamo costruito un accordo per la creazione di due leghe autonome, la lega di serie A e la lega di serie B, per sviluppare il massimo di potenzialità e di progettualità di queste due leghe, lavoro che sta già dando i suoi frutti nel rapporto per la costruzione delle competizioni dell'anno prossimo e che oggi è stato ratificato dalla Federcalcio.
Dentro questo accordo c'è una attuazione molto precisa dei patti di mutualità che erano previsti dalle norme in vigore della legge Melandri, per dare certezza in particolare alla lega di serie B oltre alle altre leghe, la Lega Pro e la Lega dilettanti. Poiché questa applicazione deve incidere sui ricavi della stagione che sta iniziando, quella 2010-2011, abbiamo bisogno di certezze anche da questo punto di vista, altrimenti dovremmo andare con una sorta di flashback a ricostruire il sistema previsto dalla Melandri, con l'auspicio di superarlo con questo accordo per la mutualità che trova piena condivisione.
La legge prevedeva ad esempio la nascita di una fondazione, che nelle ultime consultazioni fatte verrebbe superata, ma è ovvio che, se non avessimo certezze dal punto di vista delle nuove norme, dovremmo comunque dar vita a questo strumento. Tutto quindi spinge per una rapida approvazione dal punto di vista economico, dal punto di vista della competitività, dal punto di vista del progetto organico delle leghe.
Aggiungo un'ultima considerazione della Camera di commercio di Milano, per dare il senso di come lo sport del grande calcio professionistico possa dare un grande contributo alla situazione economica del Paese. Quest'anno, per una congiuntura fortunata, due grandi incontri internazionali si sono giocati a Milano nell'arco di una settimana, Milan-Manchester e poi Inter-Chelsea.
Nei dieci giorni che hanno racchiuso questi incontri, la Camera di commercio ha stimato in svariate decine di milioni di euro il beneficio complessivo che il movimento turistico, non solo legato a questi episodi del grande calcio, ha portato alla città. Ritengo che ciò possa rappresentare una frontiera di impegno per tutti, con grandi ricadute non solo per il calcio, ma per l'intero sistema macroeconomico. Grazie ancora e scusate per questa petizione all'urgenza.

PRESIDENTE. Do ora la parola al presidente della Lega italiana calcio professionistico, dottor Mario Macalli, accompagnato dal dottor Salvatore Lombardo, vicepresidente.

MARIO MACALLI, Presidente Lega italiana calcio professionistico. Ringrazio la presidente e i membri della Commissione. È la prima volta che veniamo auditi su questi argomenti. Prima di inoltrarmi nel discorso complessivo, vorrei quindi smentire eventuali strane notizie su situazioni che non troverebbero accordi all'interno del mondo del calcio. Ricorrendo infatti a un termine che usava Peppino De Filippo, noi non siamo «sparpagliati», ma, per il momento, siamo «vincoli».
Sotto questo aspetto, speriamo che la legge sull'impiantistica sportiva trovi un'approvazione e una facile applicazione da parte dell'organo di Governo. Diverso è il discorso che dobbiamo affrontare su quanto è previsto all'interno di questa legge e che abbiamo affrontato tempo fa sulle risorse. Grazie al Sottosegretario Crimi e ad alcuni altri parlamentari, abbiamo ottenuto qualche miglioramento.
Non posso citare l'elenco dei profitti delle mie 90 società. Se devo cominciare a parlare, devo fare l'elenco delle grandi perdite delle mie 90 società: produco perdite a livello industriale. La normativa sull'impiantistica sportiva, se ben gestita


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da parte di chi dirige e dalle imprese calcistiche, potrebbe alleviare di molto le perdite che ogni giorno subiamo.
Abbiamo 90 club, da Bassano del Grappa fino a Siracusa, in tutta la nazione. Crediamo di fare bene il nostro lavoro, ben guidati anche dalla Federazione italiana gioco calcio. Speriamo quindi che voi che conoscete la materia sicuramente quanto la conosciamo noi, riusciate a capire le nostre sofferenze.
È difficilissimo da parte di una componente federale chiedere qualcosa che non è prodotto da noi stessi. Rispetto tutti, ma ho le mie tradizioni. Sono lombardo e sin da piccolo mi hanno insegnato che si devono produrre quattro lire e spenderle bene, pertanto è necessario cercare di non spendere più di quanto si ha. Non riusciamo a fare questa operazione all'interno del nostro mondo, perché non abbiamo le risorse sufficienti a mantenere in vita questi 90 club.
Ho molta fiducia in quello che il Parlamento italiano può fare in relazione a questa normativa che, ripeto, ci vede uniti. Non possiamo dimenticare che diversi nostri presidenti, nonostante le difficoltà, hanno intravisto nella costruzione di un'impiantistica sportiva collegata ad altri aspetti un modo per venire a capo della perdita continua. Saremo forse i primi a fare impianti sportivi nuovi, perché siamo già pronti. Abbiamo già società pronte, abbiamo già presidenti pronti. A Varese, a Lucca e in tante altre città siamo pronti a fare qualcosa che intravediamo come una salvezza per il nostro calcio.
Se vorrete valutare meglio le situazioni che riguardano la finanza, non faremo nient'altro che ringraziare, ma considero opportuno precisare che la priorità di questa normativa va data all'impiantistica. Vi pregherei quindi di capire che le nostre diatribe interne, che in realtà sono solo confronti, non possono far dimenticare la necessità e l'utilità immediata di approvare una norma di questo genere, che sotto il profilo dell'impiantistica ci soddisfa anche se verrà portata a 7.500 posti, perché altrimenti verremo tagliati fuori anche dalla possibilità di costruire impianti.

PRESIDENTE. Do la parola a Carlo Tavecchio, presidente della Lega nazionale dilettanti.

CARLO TAVECCHIO, Presidente della Lega nazionale dilettanti. Grazie per l'invito. La Lega dilettanti è una componente importante della Federazione Gioco Calcio, quindi condivide l'impostazione dell'intervento del Presidente federale, si associa alle sue elencazioni, ma vuole esprimere alcune considerazioni.
Siamo un soggetto che ha 16.000 campi di calcio in Italia. Nel nostro Paese esistono 6.000 caserme dei Carabinieri e 8.000 Comuni: noi siamo il triplo dei carabinieri e il doppio dei comuni e siamo 1,5 milioni di soggetti che la domenica si spostano. Non individuare nel tempo libero e nel mondo sportivo di base un effetto economico significa essere miopi. Da anni, la Lega dilettanti ribadisce che il tempo libero è una opportunità soprattutto economica e non un'opportunità di natura tecnica o ludica.
Per la prima volta una norma di legge propone provvidenze a favore del mondo dilettantistico provenienti dai diritti televisivi. Abbiamo un interesse urgente e legittimo che questa norma sull'impiantistica sportiva passi, che è collegata con l'altra legge sui diritti televisivi. I diritti televisivi ci riconoscono una percentuale, su cui l'accordo mi pare già pronto, che permetterà di essere presenti sul territorio, perché abbiamo 120 delegazioni provinciali, 19 delegazioni regionali, tutte di volontariato. Mi auguro che nessuno abbia previsto di togliere nella legge finanziaria i 30 euro di rimborso spese che diamo ai volontari, perché sarebbe il massimo.
Auspichiamo che si porti rapidamente a regime questa legge, non giungendo a luglio, perché noi resteremmo in piedi, ma non so se senza diritti televisivi il mondo professionistico possa rimanere in piedi.
Vorrei esprimere un'ultima riflessione non polemica. Nel 2007 ho partecipato alla


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bella avventura per la candidatura dell'Italia al campionato europeo di calcio del 2012. Fu un lavoro molto importante. Siamo arrivati all'europeo in testa nella prima fase del progetto, ma poi per questioni politiche e non tecniche, il nostro Paese non fu il prescelto per il 2012. Degli stadi però non se ne fece più niente. Quando il nostro Paese non raggiunge l'obiettivo si ferma. Non ho quindi capito se dobbiamo fare gli stadi perché c'è il campionato europeo o per perseguire la sicurezza degli stadi, un'attività da portare avanti in maniera corretta. Credo che sia singolare che dopo questa iniziativa non si facciano gli stadi, perché in questo modo non saremo nemmeno in grado di organizzare il torneo dell'oratorio.

PRESIDENTE. Intanto ci ha raggiunto l'onorevole D'Antoni, che salutiamo. In questo momento è iniziata la seduta. Non hanno dato ancora i venti minuti, quindi posso lasciare spazio a un collega per gruppo.
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

GIOVANNI LOLLI. Ho una certa difficoltà a intervenire, perché quanto ho sentito fa profondamente parte del mio bagaglio culturale. Registro un'esigenza, che rimetto a tutti noi: bisogna fare in fretta. Credo che in questa Commissione ci siano tutte le condizioni. Ne abbiamo discusso, la politica non c'entra e ci è stata trasmessa una grande richiesta di urgenza. Spero che sia stata avvertita.
Avrei voluto chiarimenti su una legittima preoccupazione nel Parlamento. Poiché stiamo progettando di edificare stadi, utilizzando risorse private, che devono essere remunerate, altrimenti non vengono impiegate, sorge sempre la preoccupazione che, con una legge per gli stadi, si possa aprire lo spazio a possibili speculazioni. Vorrei che voi, magari in altra occasione, ci testimoniaste esattamente le contromisure già contenute nelle vostre proposte, atte ad impedire eventuali tentativi di speculazioni e che noi possiamo riprendere, sottolineandole nella legge.

LUCIANO CIOCCHETTI. Innanzitutto, in bocca al lupo alla Federcalcio per l'avventura della nazionale ai mondiali, visto che questa sera prenderete il volo per il Sudafrica e speriamo di ripercorrere i fasti del 2006.
Vorrei porre una domanda. L'ultimo articolo della proposta di legge riguarda la mutualità, su cui si è già svolto un dibattito all'interno della Commissione. Poiché abbiamo il problema di finanziare la legge riferita ai dilettanti, presidente Tavecchio, era emersa l'ipotesi di rimodulare questo articolo in modo da poter trovare anche una parte di risorse relative al finanziamento di quella norma, che per quanto ci riguarda è importante forse anche più di questa.
È fondamentale conoscere le idee e le intenzioni delle organizzazioni sportive qui presenti su questo tema. Non ribadisco quanto già espresso dall'onorevole Lolli, questioni sulle quali stiamo discutendo in maniera molto serena.

PIERFELICE ZAZZERA. Ringrazio le Associazioni intervenute per quanto ci hanno manifestato. Credo che su questo provvedimento si debba trovare un'unità di intenti fra maggioranza e opposizione. L'Italia dei Valori si è già dichiarata disponibile in Senato a sostenere questo provvedimento, ma abbiamo chiesto che contestualmente a questo provvedimento il Governo si faccia carico della parte più debole, ma anche più importante perché da lì viene il vivaio per il futuro del Paese, ovvero del problema delle società dilettantistiche e degli sgravi fiscali.
Ritengo che su questo aspetto, che interessa tutte le società, il Governo si sia impegnato a trovare una soluzione, una risposta concreta. Una volta individuato questo percorso, credo che tutto il resto sia abbastanza semplice, perché considero giusto svincolare dal finanziamento pubblico i costi per un'attività come quella del calcio che è un'impresa. È giusto, quindi, che faccia attività e profitto d'impresa, nel rispetto delle regole del nostro Paese. Ritengo che anche su tale punto questa legge debba individuare dei paletti, in


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modo particolare come rilevato dall'onorevole Lolli, per quanto concerne il rischio di speculazione edilizia.

PAOLA GOISIS. Rivolgo un saluto a tutti i presenti e un ringraziamento per essere qui con noi. Per me la questione è molto interessante, in modo particolare per quanto riguarda i dilettanti e i vivai, che non so se nella proposta di legge siano ben evidenziati e considerati. Noi che siamo nel mondo della scuola abbiamo presente la questione dei giovani, che spesso possono fare sport basandosi sempre sul volontariato.
Poiché in particolare in Veneto e nel nord gran parte dell'attività sportiva verte sul volontariato, vi chiedo quale sia la vostra posizione in merito alle affermazione dell'altro ieri del Ministro Calderoli, ovvero se non riteniate quasi immorale presentare ai nostri giovani questi calciatori che, proprio sulla base dei loro straordinari compensi, diventano famosi, ricercati, sogno delle nostre ragazzine; a fronte di una situazione di crisi, in cui i nostri giovani fino a 35 anni non riescono a uscire da casa, perché non hanno lavoro e alcuna possibilità di sviluppo.
La Lega è estremamente interessata alla questione dell'impiantistica e del calcio, e ha presentato anche una legge in questo senso, ma vorrei una sottolineatura forte da parte vostra su questo punto specifico.

RICARDO FRANCO LEVI. Grazie, presidente, di concedermi questi trenta secondi. Gli interventi fatti negli anni passati per trovare nuove fonti di finanziamento al calcio (innanzitutto la televisione) non hanno risolto gli squilibri di quel mondo.
Noi ci facciamo carico di questa responsabilità per consentire una possibilità di sviluppo di fatturato e un riequilibrio dei conti economici del calcio. Vorrei però sapere, mi collego a quanto detto dal collega Lolli, quali provvedimenti intendiate adottare per garantire che, con questo nuovo canale di introiti, non si sposti semplicemente più in alto il livello dello squilibrio e si garantisca solo una momentanea maggiore salute finanziaria al calcio italiano. Ciò significherebbe semplicemente mandare avanti il pallone del calcio senza rimetterlo su un reale piano di solidità.

PRESIDENTE. Do ora la parola al relatore.

CLAUDIO BARBARO. Molto brevemente, perché poi mi riprometto di entrare nel merito delle questioni poste dagli amici della Federcalcio e del CONI, che oggi ci hanno onorato della loro presenza e delle proposte o delle domande e dei rilievi fatti anche dagli altri colleghi, perché sicuramente sottrarrei tempo ai nostri lavori.
Nel ringraziarvi, considero opportuna una piccola premessa che, forse ci darà la possibilità di affrontare in maniera più organica uno dei temi centrali, sui quali andrà posta la massima attenzione nel prosieguo della discussione. Tutti gli interventi dei colleghi hanno fatto specifico riferimento alla necessità di coniugare questo provvedimento di legge con dei fatti che riguardino anche la crescita dello sport di base e dilettantistico.
Faccio un ulteriore inciso, partendo da lontano. Il calcio è stato sempre fortemente agganciato alla socialità sportiva del Paese. Per cinquant'anni il nostro sport è stato vissuto, alimentato e sviluppato grazie al fatto che il calcio, attraverso il Totocalcio, ha permesso alla nostra nazione di sviluppare un modello autonomo di gestione del mondo dello sport. Questo è stato un passaggio importantissimo della storia del nostro Paese.
Con questa legge si passa dalla mutualità diffusa all'interno del mondo dello sport a una mutualità che dovrebbe rimanere tutta all'interno del mondo del calcio. L'onorevole Ciocchetti ha parlato di sgravi fiscali, ma ritengo che, al di là dell'effettiva destinazione di risorse a favore dello sviluppo dello sport a 360 gradi, il calcio debba dare un messaggio ben preciso, quello di un riaggancio alla socialità, che è venuta meno per una serie di fattori che ben conosciamo e che forse non dipendono


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neanche dalla volontà degli attori principali della Federcalcio.
Credo infatti che, se riuscissimo a riagganciare in termini di socialità tutto lo sviluppo del calcio allo sviluppo generale dello sport del Paese, riusciremmo a risolvere questo e tanti altri problemi che riguardano il mondo dello sport.

PRESIDENTE. Faremo del nostro meglio, giacché anche la presenza di tanti colleghi dimostra l'interesse e anche l'impegno. Essendo imminenti le votazioni in Assemblea, ringrazio i nostri ospiti per la disponibilità manifestata e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,25.

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