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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione IX
32.
Mercoledì 4 novembre 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Valducci Mario, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SUL SISTEMA AEROPORTUALE ITALIANO

Audizione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli:

Valducci Mario, Presidente ... 3 4 6 9 11 12
Biasotti Sandro (PdL) ... 7
Garofalo Vincenzo (PdL) ... 7
Ginefra Dario (PD) ... 8
Matteoli Altero, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ... 3 6 11
Misiti Aurelio Salvatore (IdV) ... 4
Terranova Giacomo (PdL) ... 9
Velo Silvia (PD) ... 5
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP.

COMMISSIONE IX
TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 4 novembre 2009


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARIO VALDUCCI

La seduta comincia alle 14,20.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, sul sistema aeroportuale italiano.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema aeroportuale italiano, l'audizione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Altero Matteoli.
Io vi ho voluto qui oggi proprio perché, dal momento che il Ministro Matteoli ha sempre dato una grande disponibilità ed è da noi in audizione almeno per la quarta volta, se non di più, si potesse con lui, approfittando anche della sospensione dei lavori d'Aula, avere un confronto sui temi dell'indagine, in modo tale che possiamo concludere l'indagine conoscitiva.
Poiché il Ministro, pur avendo dato da tempo la sua disponibilità, non può essere presente la settimana successiva, ho convocato per la giornata odierna anche il seguito dell'audizione svoltasi l'8 luglio scorso sul tragico incidente di Viareggio e ho chiesto al Ministro di riferirci anche su altri temi, in particolare sul processo di privatizzazione del Gruppo Tirrenia, sulle vicende relative al commissariamento dell'Autorità portuale di Bari, e sulla posizione del Governo italiano rispetto alle iniziative della Commissione europea sulla politica delle reti transeuropee di trasporto.
Dovendo noi chiudere l'indagine conoscitiva, ma volendo anche fare il punto della situazione sul Gruppo Tirrenia e sugli altri argomenti che ho citato, ho insistito per mantenere l'appuntamento di oggi. Chiedo scusa ai colleghi se ho dovuto invitarli, ma mi sembrava opportuno non rimandare oltre l'audizione del Ministro Matteoli.
Do la parola al Ministro Matteoli per lo svolgimento della relazione.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, presidente. Sono sempre onorato di venire a riferire in Parlamento.
In merito all'indagine conoscitiva sul sistema aeroportuale italiano, ritengo opportuno precisare che l'offerta relativa al trasporto aereo presenta tre distinti momenti funzionali: quello dello spazio aereo, quello dello spazio terrestre limitato al sedime aeroportuale, e quello dello spazio terrestre vasto, che coinvolge realtà territoriali sovraregionali.
La coscienza di lavorare all'interno sia di un sistema singolare, sia di un ambito estraneo a limitazioni territoriali, ma legato direttamente a politiche comunitarie mondiali, ha portato l'ENAC e il dicastero alla redazione di un quadro conoscitivo e di un quadro propositivo di quella che riteniamo debba essere l'offerta aeroportuale del Paese.


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Ho usato volutamente la definizione di «quadro conoscitivo» e «quadro propositivo», perché riteniamo urgente conoscere e proporre solo a valle di una capillare e motivata analisi dell'esistente e di una misurabile simulazione di scenari congeniali a una domanda di trasporto difficile da capire e interpretare.
Chiediamo all'ENAC l'identificazione di un codice comportamentale che produca in modo oggettivo alcuni punti fermi. Innanzitutto, occorre annullare la carica di provincialismo che caratterizza spesso il comparto del trasporto aereo; il provincialismo rappresenta un limite concettuale antitetico a una modalità di trasporto che non può rispettare nessuna logica di confine, né subire vincoli localistici.
Deve, quindi, emergere, già nella prima fase del lavoro attivato dall'ENAC, l'attuale ricchezza patrimoniale del Paese in termini di impianti aeroportuali, nonché la corretta funzionalità e la reale interazione con le esigenze del bacino territoriale; la simulazione della messa in funzione globale delle direttive comunitarie sul cielo unico e la coerenza delle azioni programmatiche a tali direttive; il ruolo dell'organo centrale e dell'organo locale della gestione del territorio con interpretazione chiara e motivata del Titolo V della Costituzione, soprattutto nei casi in cui si affronta il tema legato all'ubicazione di nuovi impianti aeroportuali; l'istituto della concessione pluriennale della gestione di impianti aeroportuali; l'interazione tra il Ministero della difesa e quello delle infrastrutture e dei trasporti; l'interazione tra ENAC, ENAV, le compagnie aeree e, naturalmente, il Ministero; infine, il controllo della sicurezza nelle sue articolate componenti (impianti a terra, aeromobili, spazio aereo, accesso agli impianti da parte dei passeggeri, e via elencando).
Dobbiamo, in realtà, cercare di costruire un trasparente paradigma di regole capaci di rendere coerente il nostro spazio aereo, il nostro spazio terrestre e la nostra offerta aeroportuale alle condizioni rivoluzionali che il Cielo unico europeo e il progetto Galileo imporranno nell'arco di un solo quinquennio. Naturalmente, restiamo sempre disponibili a rispondere alle eventuali domande dei colleghi e a tornare in Parlamento per le audizioni e per partecipare a un confronto con i membri di questa Commissione, che ringrazio per l'attenzione.

PRESIDENTE. La ringrazio, signor Ministro. Do ora la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor presidente, ritengo l'intervento del Ministro di carattere piuttosto generale. Sarebbe, invece, necessario che il Ministero fosse maggiormente protagonista su tale questione.
L'aeroporto rappresenta la principale porta di ingresso di un Paese. A seconda di come il visitatore vi viene accolto, si fa un'idea del Paese stesso, del funzionamento, del grado di civiltà.
Le due principali società aeroportuali italiane, che gestiscono una gli scali romani e l'altra gli scali milanesi, sono private e questo è anomalo rispetto al resto dei Paesi, non solo europei, ma anche oltre Europa. Ritengo che lo stato dei due aeroporti principali, Fiumicino e Malpensa, e anche dei due secondari, Ciampino e Linate, che si trovano a Roma e a Milano, non sia corrispondente allo standard europeo che sarebbe invece necessario, per quanto riguarda sia le loro strutture, ma soprattutto la loro gestione.
Sono aeroporti gestiti con diverse teste pensanti, una indipendentemente dall'altra, e questo a mio giudizio pone un problema, oltre al fatto che si presentano veramente male, soprattutto se si guarda ai terminal intercontinentali ed internazionali; adesso a Fiumicino c'è stata un'unificazione e, quindi, anche i voli internazionali dell'Alitalia passeranno e arriveranno al terminal T1, ma anche il terminal internazionale di Fiumicino è a mio giudizio impresentabile.
Inoltre, la gestione dei servizi di questi aeroporti lascia estremamente a desiderare. Tutto ciò che i vettori riescono a risparmiare in termini di tempo durante il volo


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viene perso a terra, perché i servizi di terra non sono all'altezza e soprattutto vengono prestati con grande ritardo rispetto all'atterraggio dell'aereo.
Sarebbe necessario, a mio avviso, che il Ministero entrasse maggiormente nel merito, perché non è bene che tali aeroporti siano autonomi. L'ENAC è uno strumento di controllo, ma può verificare forse la puntualità. Il Ministero, invece, può stabilire secondo me qualcosa in più e, in particolare, rivedere tutta la questione degli affidamenti alle società di gestione.
È in corso una riflessione su ENAC ed ENAV, che sono due enti importantissimi - uno è società per azioni, l'altro un ente di diritto pubblico - che non sono, a mio avviso, molto coordinati e che non riescono a svolgere le loro competenze - qui mi riferisco soprattutto all'ENAC - per la carenza di personale specializzato. Questo ci dà la dimostrazione che il pubblico, lo Stato, rappresentato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dovrebbe intervenire con forza su tali enti, specialmente sull'ENAC, permettendogli di avere la possibilità di operare controlli non solo per la sicurezza dei voli, ma anche per l'efficienza degli aeroporti.
Conosciamo tutti l'accaduto di quest'estate, sia a Fiumicino che a Malpensa. Sarebbe il caso che il Ministero, più che riferire a noi - noi possiamo dare alcune spinte e stimoli - prendesse atto di tali questioni e intervenisse in modo tale da rendere adeguate queste due grandi strutture, che in Italia - oltre a quella di Venezia, che funziona un po' meglio - sostanzialmente fanno la parte del leone.
Credo che su questo il Ministero non si possa limitare a prendere atto delle situazioni in corso, ma debba intervenire più direttamente. Faccio un'osservazione di carattere generale, poi, se è il caso, in un'altra occasione entreremo nel merito.

SILVIA VELO. Ringrazio l'onorevole Ministro Altero Matteoli per la disponibilità che ha sempre dimostrato nei confronti della nostra Commissione in particolare, e del Parlamento in generale. Di questi tempi, tale disponibilità è tutt'altro che scontata e diffusa, come il rispetto nei confronti dell'istituzione Parlamento, e quindi è già un dato positivo che fa onore al Ministro e alla nostra Commissione.
Rispetto all'indagine conoscitiva che la Commissione sta svolgendo sullo stato del sistema aeroportuale italiano, anch'io, come il collega Misiti, vedo nell'audizione odierna del Ministro solo un'introduzione al tema. In seguito all'audizione svoltasi oggi non ci è chiaro quali siano le strategie che il Governo ha in mente e che sta mettendo in campo per lo sviluppo e la riorganizzazione del sistema aeroportuale italiano.
Cito alcune questioni, come il proliferare di scali aeroportuali esistenti o da realizzare, o l'alta concentrazione in zone importanti del Paese, e penso alla regione Lombardia, dove ci sono aeroporti a piccolissima distanza e in competizione l'uno con l'altro, con una dispersione di risorse.
La libera iniziativa di ciascun territorio, a mio avviso, mette in discussione il buon funzionamento del sistema aeroportuale nazionale nel suo complesso: disperde risorse, crea una competizione che non è più positiva, ma che va a discapito della funzionalità e dell'efficienza del sistema.
In merito al rapporto Fiumicino-Malpensa, si è letto di un accordo e di nuovi investimenti. Come si intreccia questo con l'importantissimo e condiviso sviluppo dell'alta velocità ferroviaria, che, di fatto, permetterà di collegare le due città - il centro città di Milano con quello di Roma, con tutte le implicazioni del caso - in circa tre ore? Vale ancora la pena di investire sul collegamento aereo Roma-Milano, mentre si sviluppa l'alta velocità? Non mi pare sia emersa, quest'oggi, la strategia del Governo.
Noi ricordiamo che il precedente Governo ha lasciato in eredità, invece, un piano generale del sistema aeroportuale. È stato verificato, accantonato, viene ritenuto superato? Anche in questo caso ritengo che andare oltre le ideologie e trovare, su una questione così strategica, una continuità di medio periodo, al di là dell'alternanza dei Governi, sarebbe utile per l'Italia, per lo sviluppo di questo Paese,


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perché queste strategie o sono di medio periodo e condivise e sostenute, al di là delle maggioranze che si alternano, o non sono utili, e di fatto è come se non esistessero; gli altri Paesi vanno avanti e noi, a ogni legislatura, rivediamo la nostra idea di pianificazione.

PRESIDENTE. Do la parola al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, per una prima replica.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Onorevole Misiti, le rispondo sulle linee generali secondo le quali il Ministro deve essere più protagonista sugli aeroporti, sulle due società Fiumicino e Malpensa, che sono società private anomale, come tutto è anomalo nelle privatizzazioni italiane (basti pensare alle Ferrovie e alle Poste). È indubbio che lo scalo di Fiumicino si sia presentato male, che abbiamo avuto un'estate certo non bella; le confesso, sul piano personale, che sono dovuto rientrare dalle vacanze tre giorni prima perché ero aggredito, ogni giorno, da telefonate su quello che avveniva in quell'aeroporto.
Ho compiuto il mio dovere, però sono anche consapevole di un fatto, che voi conoscete meglio di me: oggi noi abbiamo su Fiumicino un traffico annuale che si aggira intorno ai 35 milioni di passeggeri. Si parla di arrivare, nel 2020-2030, a 60 milioni di passeggeri. Se non interveniamo immediatamente, questo diventerà un problema. I servizi a terra sono inadeguati, ne sono convinto, però sono anche contento che i due presidenti di Malpensa e Fiumicino si siano incontrati e abbiano cercato di trovare insieme un modo di fare sistema, perché questo modo tutto italiano di fare concorrenza tra i porti, gli aeroporti, e via elencando, senza fare sistema, rischia di far saltare tutto.
Per la prima volta, anche questo Ministero ha un merito, perché l'incontro per cercare di trovare le soluzioni non si è svolto al bar, ma nel mio ufficio.
Per quanto riguarda l'essere più protagonisti, io ho dedicato un giorno - lo ripeto, facendo il mio dovere - insieme ai due presidenti competenti a leggere il primo documento conoscitivo. Insieme all'ENAC, il Ministero sta analizzando in modo capillare anche le anomalie che lei ha esposto. L'onorevole presidente di questa Commissione era invitato all'incontro, è intervenuto e ha fornito anche alcuni suggerimenti.
Onorevole Misiti, ho sentito anche la questione sulla velocità per la prima volta in questa sede: non me la sono dimenticata perché ne aveva parlato un parlamentare di opposizione. L'ho registrata bene, e poi abbiamo cercato di inserirla. Le do atto di questo. Non sono qui per rivendicare primogeniture. Dobbiamo, però, ribadire che finora non c'era un'adeguata certezza degli introiti: come si poteva chiedere di più? Stiamo cercando di trovare una soluzione, che scatenerà polemiche - per carità, conosco bene il mestiere dell'oppositore - però vogliamo cercare di trovare le risorse per far sì che si venga a risolvere il problema a cui lei faceva riferimento.
Stiamo anche verificando come affrontare tale emergenza, e intendo farvi fronte anche con un processo di riforma dell'ENAV e dell'ENAC. Di fronte al Cielo unico europeo, bisogna attuare un processo di riforma, che non può che avvenire con passaggio parlamentare.
Sulla questione dell'alta velocità e della concorrenza all'aeroporto, io la penso in maniera diversa, onorevole Velo, perché guardo alle esperienze europee. Può darsi che l'alta velocità da Milano a Roma, con due ore e cinquantacinque minuti, porti via alcuni passeggeri all'aereo. Questo è scontato. Se, però, andiamo a vedere che cosa è capitato con l'alta velocità negli altri Paesi europei, come la Francia, sulla tratta Lione-Parigi, vediamo che è cresciuto il numero dei passeggeri sugli aerei da Lione e da Parigi, perché vi si arriva più velocemente con l'alta velocità. C'è il cliente e il passeggero per l'alta velocità, e cresce il numero dei passeggeri sugli aerei.
Da questo punto di vista, francamente, io credo che si debbano compiere nuovi investimenti, soprattutto per evitare la situazione ricordata giustamente dall'onorevole Misiti,


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per cui gli aeroporti si presentano male, e non è un fatto che si può circoscrivere solo a questa estate. Sono stati presi alcuni provvedimenti, però bisogna certamente continuare su questa strada.
L'ultimo punto riguarda il piano sugli aeroporti del precedente Governo. Non lo dico per fare polemica, ma esso risale al 1986, e non ne conosco altri: è stato rivisitato nel 2001, ma nella precedente legislatura non c'è stato nessun piano, o almeno, se è stato realizzato, è stato portato via e non mi è stato lasciato sulla scrivania. Non esiste. I piani che io conosco sono quello del 1986 e quello aggiornato nel 2001. Non ne conosco altri.

SANDRO BIASOTTI. Signor Ministro, io più che al suo protagonismo mi rivolgo alla sua capacità e alla sua centralità e le sottopongo un problema relativo all'aeroporto di Genova. Si tratta di una società pubblica: il 60 per cento è di proprietà dell'Autorità portuale - e quindi, a maggior ragione, rientra nella sfera delle sue competenze. Il restante 40 per cento era della Camera di commercio; sono vent'anni che si parla di privatizzazione. Anni fa è stato privatizzata una quota del 15 per cento, ceduta alla società che gestisce l'aeroporto di Roma, ragion per cui adesso il capitale è per il 60 per cento dell'Autorità portuale, per il 25 Camera di commercio e per il 15 dell'aeroporto di Roma, il che non ha portato a nulla, purtroppo, nonostante le nostre elevate aspettative.
Secondo una notizia di alcuni giorni fa, l'Autorità portuale deve cedere la maggioranza delle azioni per alcune problematiche. Io sono preoccupato, perché l'ENAC ha dichiarato in audizione che l'aeroporto di Genova è l'unico che lavora al 10 per cento delle sue potenzialità. Noi siamo a circa un milione di passeggeri e potremmo contarne 10, vista l'importanza strategica sul Mediterraneo e sul bacino d'utenza, che si estende a tutto il Piemonte.
La pregherei veramente di interessarsi di questa vicenda, anche alla luce di un fatto di oggi: su questa privatizzazione si è dichiarato molto interessato un armatore a livello mondiale, ossia Aponte, che potrebbe abbinare crociere, aerei e creare delle utili sinergie. Dal momento che io mi fido poco dell'Autorità portuale, perché fino a oggi, obiettivamente, pur con diversi colori politici - o quasi sempre con gli stessi - ha realizzato ben poco, mi farebbe piacere il suo protagonismo.

VINCENZO GAROFALO. Signor Ministro, io desidero intervenire per ringraziarla della presenza in Commissione, che è sempre indice di rispetto alla Commissione e anche dell'attenzione che lei ha voluto sempre destinare all'impegno dei commissari.
Per quanto riguarda il sistema aeroportuale, lei ha ben sottolineato la necessità di un approfondimento complessivo, non solo come punto di riferimento o fotografia dell'attuale, ma anche come proposta di simulazione di un potenziale nuovo piano infrastrutturale degli aeroporti di razionalizzazione, e soprattutto, di servizio che non risponda ad una logica provinciale ma di sistema.
Una considerazione sicuramente più banale, ma attuale, è stata posta dal collega Misiti. Non sfugge che sui servizi a terra si gioca forse la partita principale dell'efficienza aeroportuale italiana, né che l'attenzione che l'ENAC, ente deputato alla vigilanza, dovrebbe porre è sul fatto che le società guardano troppo al profitto a discapito del servizio. Questo è quello che purtroppo avviene.
Ieri, per esempio, il primo bagaglio di un volo nazionale, quindi senza coincidenze, è arrivato dopo un'ora e un quarto e potete immaginare i commenti dei passeggeri. La risposta dei gentilissimi addetti del front desk è stata che non c'erano persone in rampa, sotto l'aeromobile.
Credo che su questo il Ministero stia compiendo tutti gli sforzi possibili. Desidero ringraziarla per questo, perché finalmente abbiamo un Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e forse ci eravamo dimenticati, in precedenza, di averlo, però invito il Ministro ad insistere affinché si


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dedichino le opportune attenzioni ai servizi a terra, che sono quelli che i cittadini passeggeri notano.

DARIO GINEFRA. Signor Ministro, l'intervento del collega Garofalo mi aiuta a introdurre uno dei temi che vorrei trattare nel mio breve intervento. È indispensabile guardare all'integrazione dei servizi di trasporto pubblico considerandoli nella loro dimensione di servizio nazionale.
Lei comprenderà la delusione che ha ravvisato negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, per lo più dell'opposizione, rispetto alla sua relazione nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema aeroportuale che noi stiamo conducendo.
Proprio partendo dal presupposto delle considerazioni che lei svolgeva nel suo intervento introduttivo, e cioè l'aspetto conoscitivo come premessa della proposta, ci aspettavamo un contributo maggiore al lavoro di questa Commissione, che parte, naturalmente, non solo dall'esperienza di quest'anno e mezzo di legislatura, ma dalla sua storia personale e dal suo impegno come profondo conoscitore di questa materia. Nelle audizioni precedenti abbiamo potuto raccogliere, per esempio dal dottor Riggio dell'ENAC e da tanti altri nostri ospiti interlocutori, indicazioni che pensavamo potessero essere già oggetto di una valutazione da parte del Ministro, prima che del Ministero.
Comprenderà che, evidentemente, per il lavoro specifico che stiamo conducendo per questa indagine conoscitiva ci saremmo aspettati e ci aspettiamo un contributo maggiore da parte sua.
Su due questioni, in particolare, volevo soffermarmi brevemente e schematicamente perché, lo ripeto, evito di riproporre osservazioni già svolte. Proprio in merito a quanto diceva il collega Garofalo, è importante, vedendo l'accordo della società Aeroporti di Roma con la società SEA di Milano, valutare le sue considerazioni in merito all'alta velocità. Lei poneva l'esempio della Parigi-Lione e richiamava quanto, evidentemente, i collegamenti di connessione abbiano poi favorito l'espansione del mercato aeroportuale.
Noi viviamo una condizione molto particolare, perché un'intera parte del Paese è rimasta piuttosto marginalizzata dall'accordo che ha riguardato la nuova compagnia, che sappiamo tutti essere stata pagata in egual modo da tutti i contribuenti in maniera indistinta, e nello stesso tempo vediamo un piano di investimenti che, in attesa che si completi tutta la fase della conoscenza per passare alla proposta complessiva, si sviluppa su pressioni localistiche forti, che io ritengo non convincenti.
Su questo le porto l'esempio della mia regione, la Puglia. Nel momento in cui noi, con una difficoltà seria della nostra regione, dopo aver posto rimedio - con una buona conduzione e una buona collaborazione anche con il Ministero - al trasporto regionale, abbiamo una difficoltà sostanziale per le lunghe percorrenze, può comprendere la difficoltà a guardare con un atteggiamento positivo quello che si movimenta nel resto del Paese. Emerge quella delusione, o meglio quell'aspettativa, che veniva richiamata nell'intervento del collega Garofalo.
Non ho null'altro da aggiungere, se non che, evidentemente, la sua disponibilità - che io le riconosco - a un rapporto costante con questa Commissione, per diversi impegni, ci porta molto spesso a tematizzare, a raccontare determinati eventi, dopo un'anticipazione giornalistica di tutte le questioni.
Per esempio, quest'oggi mi ha fatto piacere sentire, nella sua replica interlocutoria, un approfondimento, sia pur ancora parziale, sul ruolo del Governo nella vicenda dell'accordo tra gli aeroporti di Roma e di Milano. Su questo, però, ci aspetteremmo un contributo un po' più dettagliato, che possa aiutare tutta la Commissione a considerare anche alcuni fatti, al di là del gioco delle parti.
So che nella mia parte politica c'è chi propende per la realizzazione di un aeroporto nell'area del viterbese: prima di assumere un orientamento di questo tipo, a me piacerebbe comprendere la valutazione


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del Ministero rispetto al potenziamento e al piano di sviluppo dell'aeroporto di Fiumicino proposto da ADR, nonché l'effettiva fattibilità e utilità per prevenire il fenomeno di parcellizzazione degli interventi in materia di infrastrutture aeroportuali, che - mi è sembrato di cogliere - anche lei non condivide.

PRESIDENTE. Secondo me, è positivo che il Ministro non abbia dato indicazioni particolari sui temi dell'indagine conoscitiva che stiamo svolgendo. Il lavoro di un'indagine conoscitiva parlamentare è quello di concludere dando suggerimenti e contributi, così come avevamo fatto con l'indagine sulle telecomunicazioni, anche se su quel tema finora il Governo ha dato poche risposte efficaci.
Devo ammettere, però, che abbiamo ottenuto già un primo risultato, perché abbiamo contribuito a far prendere la decisione - o forse solo a farla maturare più rapidamente - di arrivare a delineare un piano del sistema aeroportuale nazionale nel 2010. Penso che sia importante il fatto che possiamo dare un contributo individuando interventi che possano essere inseriti in una proposta di legge di iniziativa parlamentare e fornendo indicazioni che possano essere accolte nell'ambito del documento che il Ministero e il Ministro dovranno redigere.
È chiaro che, se ci sarà un consenso unanime - come mi auguro - sul documento conclusivo, come c'è stato sulle telecomunicazioni, in ordine ad un determinato indirizzo, penso che questo darà anche un forte ausilio e un contributo al Ministro per redigere, se vogliamo anche con il supporto del Parlamento, questo piano, che sappiamo avere molte criticità e problematiche.
La questione di Viterbo sarà un argomento che affronteremo nella nostra relazione finale, probabilmente anche con la necessità di diversificare la gestione di questi aeroporti. Personalmente, ritengo che non debba essere scontato e automatico il fatto che sia Aeroporti di Roma a gestire un terzo aeroporto nel Lazio. Questo farà parte, penso, di un forte contributo che noi potremo dare, nel documento conclusivo, a partire dall'evoluzione di ENAC, che è già una autorità intesa in senso anglosassone, e non italiano, e che può essere sviluppata in vario modo.

GIACOMO TERRANOVA. Signor presidente, visti i tempi ristretti, mi limiterò a poche precisazioni e richieste. Comprendo anche lo spirito con cui il Ministro ha portato all'attenzione della Commissione la sua relazione odierna, orientata all'idea di conoscere e proporre. Sappiamo tutti che esiste, in questo momento, uno studio da parte dell'ENAC riguardante la situazione del sistema aeroportuale in Italia, che si completerà soltanto tra alcuni mesi e che, quindi, soltanto da quel momento in poi, lo stesso ENAC, da un lato, e il Ministero, dall'altro, potranno avere una fotografia che consenta proposte più mirate. Comprendo quindi che esiste anche un momento di approfondimento necessario per formulare alcune proposte.
Credo che questo sia comunque una fase estremamente positiva, perché questa Commissione, dopo mesi di attento e approfondito esame di tutte le vicende del sistema aeroportuale, potrà, alla fine di questo periodo, attuare e mettere in moto alcuni meccanismi di revisione legislativa, che io trovo indispensabili per una modernizzazione del sistema.
Da più parti ho sentito anche i colleghi lamentare alcune vicende che toccano il profilo e le compagini societarie riguardanti le società di gestione, l'azionariato privato-pubblico, e alcuni problemi conseguenti.
Mi limito ad alcune affermazioni riguardanti alcuni settori specifici del sistema aeroportuale, che saranno probabilmente, alla fine del nostro lavoro, oggetto di una proposta. Vedremo il modo più corretto in cui incardinarla.
Mi riferisco, in particolare, alla necessaria revisione di alcune leggi attualmente esistenti, che hanno rappresentato per il sistema aeroportuale un momento di rallentamento, anche se nascevano come interventi di modernizzazione. La legge n. 18 del 1999, per quanto riguarda i


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servizi di assistenza a terra, rappresenta un punto di apparente modernizzazione del sistema, con l'introduzione dei principi di libera concorrenza, ma non ha prodotto gli effetti benefici sperati. Anzi, addirittura, la presenza, all'interno della stessa legge, di alcune norme, quali quelle di protezione sociale tipiche dello Stato italiano, ha generato, nella liberalizzazione del sistema, una concorrenza improvvida con altri operatori che, entrati sul mercato in modo aggressivo, hanno poi prodotto alcune disfunzioni, che lamentava l'onorevole Garofalo in precedenza.
Sappiamo perfettamente che, contrariamente a quanto si crede, oggi l'handling è un settore povero. La concorrenza è fortissima, i costi che le compagnie aeree sono propense a pagare sono bassissimi, e questo produce alcuni degli effetti negativi a cui si fa riferimento. Non ci stupiamo se negli aeroporti le società che svolgono servizi di assistenza a terra versano in grande difficoltà.
Esistono mondi diversi: da un lato, ci sono le società di handling di derivazione delle società di gestione, che trascinano con sé contratti con accordi sindacali e con una certa pesantezza gestionale, e, dall'altro, competitor più aggressivi che entrano sul mercato e hanno prodotto un abbassamento dei prezzi, una delle cause fondamentali della crisi del settore.
Anche la vicenda Alitalia contribuisce in modo positivo a rendere il rilancio del sistema molto più agevole, in questo momento come mai: la dipendenza del sistema rispetto agli interessi di una società come Alitalia, di proprietà dello Stato, ha prodotto una difficoltà nell'adeguamento dei diritti aeroportuali, che è uno degli aspetti lamentati dai gestori aeroportuali, e che ha rappresentato e rappresenta una delle cause della mancata modernizzazione del sistema. L'indagine che stiamo portando avanti, l'approfondimento che viene svolto in questa sede e finalmente la libertà di un sistema non più governato da una società come Alitalia sono elementi a favore del rilancio del sistema.
Signor Ministro, lei sa perfettamente quanto la modernizzazione del sistema del trasporto aereo e degli aeroporti rappresenti una delle chiavi della reale modernizzazione del Paese. Occorre mettere in moto alcune riforme legislative. Sappiamo perfettamente che lo Stato, il Parlamento, in questi anni si è occupato dei requisiti di sistema, del fondo di solidarietà dei Vigili del fuoco, di alcune norme che - seppur necessarie - hanno, secondo me, rallentato e confuso il sistema di efficientamento e di modernizzazione.
Oggi esistono, a mio avviso, tutte le condizioni per una corretta volontà parlamentare. Un Governo competente è capace di recepire queste indicazioni per volgere in positivo un momento di rallentamento e crisi del sistema. È positivo il fatto che Alitalia non rappresenti più un «ostacolo», essendo essa una società fragile che impediva una corretta tariffazione, ed è noto come venga lamentato un mancato adeguamento dei diritti aeroportuali significativo rispetto agli altri Paesi.
Il Parlamento, nel decreto anticrisi, è intervenuto anche per liberare gli aeroporti di Roma e Milano dall'aggancio ai contratti di programma. Sappiamo che anche il Governo si sta muovendo in questa direzione; mi pare che il Ministro abbia già approvato, per la parte di sua competenza, un provvedimento che troverà nella controfirma del Ministro dell'economia e delle finanze un sistema che garantisca la liberalizzazione o, quanto meno una più veloce anticipazione di diritti aeroportuali per portare avanti questi investimenti.
Credo che le condizioni ci siano tutte. Forse mi sarei aspettato che il Ministro portasse all'attenzione della Commissione l'aspetto riguardante il provvedimento che, per la parte di sua competenza, ha già esitato. In termini di informazione, mi sarei aspettato di sentire che era in itinere un provvedimento che consentisse una remunerazione e un adeguamento più rapidi del sistema tariffario.
Concludo il mio intervento ribadendo i concetti fondamentali. Non mi stupisce il fatto che ci sia un sostanziale rinvio a un altro momento. Credo che il Parlamento e questa Commissione debbano e possano


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svolgere un ruolo per la parte di proposta e di modifica delle parti della legislazione che in questi anni si sono preoccupate, e non sempre in modo positivo, di intervenire sul sistema. Il Governo si sta già muovendo. Speriamo che la modernizzazione di questo sistema, che consente di raggiungere uno standard più qualificato, si realizzi nel più breve tempo possibile.

PRESIDENTE. Do la parola al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, per un'ulteriore replica.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. L'utilità delle audizioni, di questo confronto, è dimostrata anche dal fatto che io ho letto le affermazioni rese in audizione dal presidente dell'ENAC Riggio - che per la verità mi aveva anticipato -, in merito al dato che ci ha ricordato poco fa il collega Biasotti. L'ENAC sostiene che l'aeroporto di Genova viene utilizzato appena al 10 per cento delle potenzialità. Francamente questo è un dato sorprendente, perché si tratta di una percentuale che fa riflettere. Dopo quello che ho sentito dal presidente Riggio, ritengo opportuno aprire presso il Ministero un tavolo operativo - che convocherò entro la fine di novembre - in modo da cercare di capire lo stato dell'arte.
Per quanto riguarda l'intervento dell'onorevole Garofalo, in merito alla qualità degli aeroporti, all'efficienza aziendale e ai contratti di servizio, esprimo una considerazione. L'alta velocità è un vanto per noi italiani, perché ha alla base una tecnologia eccezionale, riconosciuta in tutto il mondo, tanto è vero che l'ingegner Moretti è stato chiamato in Cina, in Russia, in Egitto. Lunedì scorso ho incontrato in Lituania il Ministro cinese, il quale mi diceva che il suo Paese è interessato a realizzarla, mutuando progetti italiani.
Contemporaneamente, sulla questione si è aperta in Italia una polemica, anche giustificata. Da un lato abbiamo un'alta velocità efficientissima, universale, dall'altro il trasporto dei pendolari nel nostro Paese è un disastro. Bisogna sicuramente adeguare tutto ciò, e farlo velocemente.
Onorevole Ginefra, per quanto riguarda la delusione in merito agli aeroporti, a mio avviso, prima bisogna conoscere e poi attuare strategie. In Parlamento è in corso un'indagine conoscitiva proprio su questo tema. Ci sono stati contatti in questi giorni, l'ENAC ha presentato una bozza, sulla quale dobbiamo ragionare. Se io fossi venuto qui descrivendo una strategia - non siamo del tutto sprovveduti al Ministero - avreste potuto chiedermi l'utilità dell'indagine in corso in Parlamento. Io aspetto che essa si concluda.
Vede, onorevole, noi stiamo parlando di un comparto che dal 1986 non aveva una pianificazione. In Italia abbiamo quarantasei aeroporti, ma il traffico è collocato in solo cinque o sei di essi.
Per quanto riguarda l'aeroporto di Viterbo, credo che nei ministeri ci sia una continuità istituzionale per la quale non si può, quando arriva un nuovo Ministro, cancellare l'operato del precedente. La scelta di Viterbo era stata effettuata dal precedente Governo e aveva camminato così tanto che io non ho ritenuto di cancellarla, perché significherebbe che non si può far più nulla in questo Paese, se tutte le volte che arriva un Ministro cancella le scelte del precedente.
La scelta di Viterbo è stata effettuata dal Governo precedente e io non dico che l'ho subita, perché vi è legato un altro problema, che è quello di Ciampino. Io ho ricevuto proteste: addirittura - l'ho già riferito un'altra volta - il sindaco di Ciampino si vuole rivolgere alla Procura contro di me, perché io continuo a fare arrivare gli aerei a Ciampino. Dove dovrei farli atterrare, se non c'è un altro aeroporto? A meno che qualcuno non pensi di mandare anche quelli di Ciampino a Fiumicino, così il caos diventa ancora più completo. È stata una scelta.
Onorevole Terranova, nel mio intervento avevo affermato che ci sarà bisogno di alcuni interventi legislativi, quindi del Parlamento. Non si deve intervenire solo sulla legge n. 18 del 1999, ce ne sono anche altre che devono essere adeguate alla luce di ciò che abbiamo programmato.


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Per quanto riguarda gli adeguamenti tariffari, con il collega Tremonti, dopo giorni di incontri e trattative, come è giusto che sia, abbiamo condiviso, su sua richiesta, un passaggio al CIPE, che ci sarà venerdì mattina, il 6 novembre.
Voglio anche dire, rispondendo anche alle considerazioni dell'onorevole Terranova, che ho chiesto al presidente Riggio di simulare che cosa accadrà con il Cielo unico europeo, per far capire a tutti come sarà, fra un anno, il trasporto aereo, che cambierà notevolmente. Non mi pare di aver dimenticato nulla. In ogni caso, presidente, sono sempre disponibile a rispondere ad altre eventuali domande che i commissari ritenessero opportuno rivolgermi.

PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Matteoli e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,20.

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