Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Strumento di esplorazione della sezione Lavori Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Torna all'elenco delle indagini Torna all'elenco delle sedute
Commissione X
2.
Martedì 24 gennaio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Manuela Dal Lago, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE CARATTERISTICHE ATTUALI DELLO SVILUPPO DEL SISTEMA INDUSTRIALE E IL RUOLO DELLE IMPRESE PARTECIPATE DALLO STATO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL SETTORE ENERGETICO

Audizione di rappresentanti di Fincantieri e Sogin:

Dal Lago Manuela, Presidente ... 3 5 6 8 9
Bono Giuseppe, Amministratore delegato di Fincantieri ... 7 9 11
Formisano Anna Teresa (UdCpTP) ... 5
Nucci Giuseppe, Amministratore delegato di Sogin ... 3 6
Vico Ludovico (PD) ... 6 8 11
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA.

COMMISSIONE X
ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 24 gennaio 2012


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA DAL LAGO

La seduta comincia alle 10,35.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti di Fincantieri e Sogin.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle caratteristiche attuali dello sviluppo del sistema industriale e il ruolo delle imprese partecipate dallo Stato, con particolare riferimento al settore energetico, l'audizione di rappresentanti di Fincantieri e Sogin.
Ricordo che abbiamo dovuto anticipare l'audizione rispetto all'orario previsto perché a mezzogiorno iniziano le votazioni in Assemblea. Pregherei, quindi, tutti di rispettare un certa rapidità di esposizione, eventualmente chiedendo, se non si riuscisse a rispondere a tutte le domande dei parlamentari, di essere disponibili a mandare ulteriori risposte per iscritto.
Lascio la parola ai rappresentanti di Sogin.

GIUSEPPE NUCCI, Amministratore delegato di Sogin. Buongiorno a tutti. Sono con me il dottor Alberto Alatri, direttore amministrazione, finanza e controllo, e il dottor Fabio Chiaravalli, direttore ambiente, radioprotezione, sicurezza e qualità.
Sogin è la società di Stato, al 100 per cento del Ministero dell'economia e delle finanze, che si occupa della messa in sicurezza dei rifiuti nucleari italiani, sia quelli provenienti da attività delle quattro centrali ex Enel, Trino, Caorso, Garigliano e Latina, sia i quattro siti ex ENEA, Saluggia, Bosco Marengo, Trisaia e Casaccia.
Stiamo procedendo alla più grande bonifica ambientale della storia di questo Paese per dimensioni e complessità. Questo comporta da parte nostra un impegno notevole, anche per garantire la sicurezza dei nostri lavoratori e di tutti i cittadini italiani.
Siamo circa 900 persone: 707 persone oggi sono in Sogin e 180 in Nucleco, che ha una partecipazione di maggioranza della Sogin al 60 per cento, mentre il 40 per cento è dell'ENEA.
Ci occupiamo della raccolta dei rifiuti radioattivi anche medicali e ricordo alla Commissione che tutti i giorni, quando ci sottoponiamo a una TAC, a una radiografia, a una scintigrafia o ad altro accertamento radiografico, produciamo un rifiuto radioattivo anche di terza categoria, quindi di alta attività, che insieme a qualche altro operatore raccogliamo e mettiamo in depositi temporanei. Tutto quello che riguarda, quindi, anche la parte medicale è rifiuto radioattivo e va gestito con le stesse attività poste in essere per le centrali o i siti.


Pag. 4


Questo va detto perché noi produciamo circa 500 metri cubi l'anno di rifiuti radioattivi medicali, che sono posti in depositi temporanei abbastanza saturi. Da qui nasce la necessità del Deposito nazionale di superficie e del Parco tecnologico, la cui progettazione è stata affidata a Sogin che, con il decreto di venerdì scorso, si è vista attribuita con la componente A2 il finanziamento del Parco e del Deposito.
Questo, a nostro avviso, è un passo avanti notevole perché dà la possibilità a Sogin di reperire i soldi per procedere ai criteri, e quindi alla progettazione e alla costruzione, del sito nucleare dove saranno ospitati tutti i rifiuti radioattivi nazionali, e anche perché questo garantisce in maniera definitiva la sicurezza dei cittadini italiani.
Il piano industriale prevede attività per circa 4,8 miliardi di euro perché la parte dei siti nucleari sia portata a «prato verde» e circa 2,5 miliardi di investimenti per il Deposito nazionale e il Parco tecnologico. Parliamo, quindi, di circa 8 miliardi di euro in tutto.
In questo momento Sogin, come risulta nel bilancio che presenteremo, consegue il miglior risultato della sua storia, sin da quando è nata. Le attività, infatti, sono cresciute di poco meno del 10 per cento e abbiamo ottenuto autorizzazioni che erano bloccate anche da 9-10 anni.
Stiamo procedendo anche a uno smantellamento degli edifici convenzionali. Quello del pontile di Latina è stato il primo esempio di uno smantellamento in 40 giorni, che ha restituito ai cittadini e ai bagnanti il mare. Potete osservare le fotografie: è rimasta soltanto la presa finale, dove realizzeremo un'isola ecosostenibile.
Abbiamo aperto alle imprese nazionali facendo in modo che tutte, dalle più piccole alle più grandi, potessero partecipare a quest'opera di bonifica ambientale. Abbiamo siglato accordi con le associazioni territoriali, accordi di legalità con le prefetture: questo ci ha permesso di contrattualizzare circa 150 milioni di euro con un 53 per cento in più rispetto all'anno precedente. Inoltre, realizzare circa 18 milioni di euro di ribassi tramite gare ha fatto sì che i prezzi si siano notevolmente ridotti e che la competizione abbia favorito il prodotto finale.
Nel piano industriale relativo agli anni 2011-2015 prevediamo, da qui al 2015, un incremento del 177 per cento delle attività di smantellamento. Negli anni precedenti, Sogin non ha fatto molto, sono state svolte solo alcune delle attività previste, ma attualmente, grazie alle autorizzazioni ottenute e a un'organizzazione più snella, prevediamo incrementi di questo ordine di grandezza, con risorse però limitate rispetto al dato del 177 per cento, un incremento del 16 per cento delle risorse utilizzate. Inoltre, per quanto riguarda il fatturato per addetto, un parametro sicuramente di riferimento, si passa da 75 mila a 188 mila euro. Pensiamo, quindi, di ottenere un indice di efficienza tre volte maggiore di quello attuale.
Il Piano industriale arriva al 2021; al 2025 finiranno le risorse finanziarie - il famoso miliardo 700 milioni di euro - che servono per lo smantellamento vero e proprio di centrali e siti nucleari. Vedete che la media del 2001-2010 è abbastanza bassa; nel 2011 dovremmo superare i 56 milioni, quindi il budget che era stato previsto.
Un grande problema che abbiamo in questo Paese rispetto, ad esempio, ai Paesi anglosassoni è la quantità di stakeholder coinvolti nel processo di smaltimento, quindi la quantità di autorizzazioni necessarie per procedere all'abbattimento e alla bonifica dei siti: in Italia sono 16, mentre sono solo 5 nel Regno Unito. Questo comporta evidentemente dei ritardi.
Non mi dilungherei sulla normativa di settore. Intendo mostrarvi alcuni rendering che possono evidenziare, scorrendo gli anni, quali saranno nello specifico le attività di smantellamento e quali siti bonificheremo. Il primo è Latina, il secondo Trino, il terzo Caorso, poi Garigliano, le cui centrali nucleari saranno portate a prato verde. Questa, appunto, è un'opera di bonifica molto importante perché comporta la messa in sicurezza di tutti i materiali che dovranno essere confluiti nel


Pag. 5

Deposito nazionale, per cui, ovviamente, per terminare tale operazione di bonifica, c'è estrema necessità del Deposito nazionale.
Poche parole sulla Nucleco. Attualmente, la società Nucleco fattura circa 16 milioni di euro, molto poco. Noi prevediamo che possa arrivare a prendere non solo il mercato nazionale, ma anche quello internazionale. Per fare questo, pensiamo sia importante avere un'unica linea di azione e di governo sull'azienda.
Come dicevamo, Nucleco caratterizza i materiali, effettua il servizio integrato, quindi ritira anche i prodotti medicali di cui parlavamo. C'è un Piano industriale che andrà riposizionato su Nucleco, ovviamente con cifre contenute, ma sicuramente con un cash flow e un EBITDA (Earning Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization) di tutto rispetto.
L'ultima parte riguarda il Deposito nazionale, un prato di 300 ettari dove si possono mettere in estrema sicurezza e con emissioni zero, quindi nessun rischio per i cittadini, tutti i rifiuti radioattivi di prima, seconda e terza categoria, da quelli industriali a quelli delle centrali, a quelli medicali che in passato in qualche caso sono finiti in inceneritori o nei fiumi.
Ad alta attività sono 12.500 metri cubi, che potrebbero essere stoccati nel Deposito nazionale soltanto per cinquant'anni, mentre 80.000 sono i metri cubi definitivi relativi alla prima e alla seconda categoria. La prima categoria comprende i guanti, i camici, tutto quello che utilizziamo anche negli ospedali. Tutto è bonificato, messo in sicurezza. Ovviamente, ha poi un tempo di decadimento, per cui il Deposito dopo un certo numero di anni diventa riutilizzabile.
Per quanto riguarda le nuove risorse impiegate nel Parco tecnologico e nel Deposito nazionale, si tratta di circa 400 milioni di euro, mentre sono circa 2,5 miliardi di euro le risorse che saranno utilizzate per la costruzione. Si tratta di cifre che possono essere benissimo affrontate dalle imprese italiane, non abbiamo bisogno di pagare royalty. Bandiremo delle gare, ovviamente, ma questo è un lavoro che si può svolgere tranquillamente in Italia e che può garantire occupazione a moltissime persone.
Vorrei spendere, infine, qualche parola sulla Scuola italiana di radioprotezione. Abbiamo istituito la prima scuola a Caorso, procederemo con la seconda a Roma, un'altra è prevista al Sud e stiamo svolgendo un'importante opera di informazione con le forze dell'ordine. Per le sorgenti orfane, ad esempio, abbiamo recentemente siglato un accordo con i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico. Esiste una grande varietà di rifiuti radioattivi con cui nessuno di noi sa che potrebbe trovarsi a contatto. Nel momento in cui sono individuati, viene coinvolta Sogin, che procede alla caratterizzazione di tali rifiuti e alla successiva messa in sicurezza.

PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo scusa per il ritardo. Ho esaminato rapidamente la vostra documentazione, che ovviamente va approfondita. Vorrei rivolgerle una domanda relativa ad una centrale nucleare che è nel nostro e nel mio territorio, quella del Garigliano.
Come lei sicuramente saprà quanto me, è assurta alle cronache di tutto il Lazio meridionale, e non solo, negli ultimi dieci anni, ma negli ultimi anni in maniera crescente. Ogni tanto emergono notizie di cui non si capisce l'attendibilità; vorrei sapere quale sia la reale situazione dell'area di Garigliano. Ogni giorno emerge qualche ulteriore notizia. È diventato un po' il tormentone.
Siccome l'area interessata è importante anche per i risvolti per l'ecosistema ambientale - parliamo di una costa tra le più belle, a mio modesto avviso, d'Italia - gradirei, se possibile, una relazione in proposito, anche se non oggi. Si stanno preparando una serie di convegni sul tema e io, francamente, su alcune fonti ho qualche perplessità.


Pag. 6

LUDOVICO VICO. Abbiamo già ascoltato la Sogin recentemente e, per la natura della indagine che stiamo compiendo, la domanda che intendo porre è sostanzialmente una. Le risorse derivanti dalla componente A2 della tariffa elettrica non sono assolutamente sufficienti neanche per il piano industriale generale. Le risorse che ne dovrebbero derivare sono, ovviamente, un contributo a carico della fiscalità generale, per cui si evince che ancora una volta l'unica fonte di finanziamento è questa, a fronte di un programma per il quale già nel 2006 la disponibilità finanziaria prevista per lo smantellamento, per il riprocessamento e la messa in sicurezza degli impianti era all'incirca di 4,8 miliardi di euro. Rispetto a quei 4,8 miliardi forse oggi occorrerebbero maggiori risorse, ma ora non ha importanza, si tratta evidentemente di una data molto lontana nel tempo, quindi probabilmente non è possibile una quantificazione precisa delle risorse.
Di fatto, la Sogin ci dice che il budget 2011 è dell'ordine delle risorse disponibili e mi sembra che la lettura del rapporto tra risorse disponibili e unica fonte di finanziamento, che è la componente A2 delle tariffe e quanto preventivato fin dal 2004, non sia simmetrica.
La domanda unica, allora, è se si pensa di risolvere un problema del 1987 ricorrendo alla componente A2 della tariffa elettrica. Nella relazione, se non mi è sfuggito, si cita quest'unica fonte.

PRESIDENTE. Do la parola agli auditi per la replica.

GIUSEPPE NUCCI, Amministratore delegato di Sogin. Per la centrale di Garigliano, ovviamente, come per le altre, le sarà fornito un quadro dettagliato sui lavori che stiamo svolgendo. A Garigliano stiamo smantellando e mettendo in sicurezza molti materiali.
Direi che questa centrale nel tempo ha avuto sempre molte attenzioni e c'era anche - permettetemi una battuta - una gallina nata con due teste, ma adesso non farei di questo un fatto serio. Sicuramente, la centrale nucleare di Garigliano è sotto sicurezza come le altre e come gli altri siti. Posso garantirle, infatti, che è in trend rispetto al budget previsto dal Piano industriale, di cui fornirò alla Commissione maggiori dettagli e posso rassicurare la Commissione che non ci sono particolari problemi. Ci sono gli stessi problemi di messa in sicurezza degli altri siti.
All'onorevole Vico rispondo che è la componente A2 della bolletta che finanzia la Sogin e il Deposito nazionale. In questo momento, se dovessimo dire una cifra, è pari a circa 3 euro all'anno a italiano la misura del nostro fabbisogno.

LUDOVICO VICO. Così è di 3 euro all'anno per italiano la componente A2 della tariffa elettrica per Sogin?

GIUSEPPE NUCCI, Amministratore delegato di Sogin. Sì, per svolgere l'attività di smantellamento degli impianti.

LUDOVICO VICO. Vorremmo evitare che la componente A2 sia posta a carico della fiscalità generale invece del costo dell'energia elettrica. Era semplicemente una battuta.

GIUSEPPE NUCCI, Amministratore delegato di Sogin. Le fonti rinnovabili, per esempio, hanno un prelievo sulla componente A3 pari a circa 50 euro l'anno per italiano. Noi stiamo parlando di un battente e, per quanto riguarda la messa in sicurezza di questo materiale, mi permetto di dire da tecnico che garantire che negli ospedali non ci sia radioattività, che soprattutto nella parte medicale ci siano regole e investimenti certi da parte di tutti gli italiani perché siano tranquilli per quanto attiene alla loro sicurezza, rende quella spesa un buon investimento. Lo penso come italiano e come amministratore delegato di Sogin.

PRESIDENTE. Ringraziamo i rappresentanti di Sogin per la presenza e anche per la chiarezza dell'esposizione. All'onorevole


Pag. 7

Formisano consegneremo, appena saranno fatti pervenire, gli ulteriori chiarimenti richiesti.
Ringrazio ora i rappresentanti di Fincantieri per la loro presenza, per la documentazione che hanno fatto pervenire alla Commissione e do loro la parola, pregandoli, nell'eventualità non si riescano a fornire in questa sede tutte le risposte ai quesiti che saranno posti, di inviarle per iscritto anche in un momento successivo.

GIUSEPPE BONO, Amministratore delegato di Fincantieri. Cercherò di essere brevissimo e di riassumere tutta la vicenda che riguarda Fincantieri, che - devo dire - è stata più amplificata dai media di quella che è la vera situazione dell'azienda.
Vorrei subito dire che l'azienda è sana e, tutto sommato, nell'attuale crisi economica si sta comportando bene. Quest'anno, per esempio, pensiamo di chiudere con un leggero utile. Non ha problemi finanziari, anzi ha un surplus di cassa, che consente quindi, in un momento di stretta del credito, di guardare davvero positivamente al futuro.
È un'azienda leader mondiale nel suo settore, che ha dovuto fare i conti con una caduta verticale della domanda, più del 50 per cento. Questo ha comportato in Europa la perdita di oltre 50.000 posti di lavoro. Noi l'abbiamo fronteggiata ricorrendo, prima, a una cassa integrazione ordinaria; il protrarsi della crisi ci ha costretto - le norme di legge sono quelle che sappiamo tutti - a utilizzare la cassa integrazione in deroga e, successivamente, la cassa integrazione straordinaria. Sappiamo tutti che la cassa straordinaria è concessa a fronte di un piano di riorganizzazione aziendale, che abbiamo presentato con la previsione di 1.243 esuberi e la possibilità di ricorrere come punta massima, nel biennio 2012-2013, alla cassa integrazione straordinaria, quindi con picchi di 3.600 persone.
Questo nostro piano è stato oggetto di un accordo avvenuto il 21 dicembre scorso tra il Ministero del lavoro, le organizzazioni sindacali e l'azienda. In quella data, l'accordo è stato firmato solo da FIM, UILM e UGL. Ora stiamo procedendo agli accordi cantiere per cantiere e l'organizzazione FIOM sta rientrando nei diversi cantieri.
Nel piano di riorganizzazione abbiamo evidenziato due problemi fondamentali, peraltro noti da tempo, di deficienze infrastrutturali per i cantieri di Castellammare e di Sestri, per i quali abbiamo firmato un accordo col Ministro Romani, che vedo oggi presente e che ringraziamo. Esiste un accordo di programma per Sestri che prevede opere infrastrutturali con investimenti importanti - il Governo ha, infatti, stanziato 50 milioni di euro - mentre per Castellammare abbiamo firmato un protocollo d'intesa che prevede un percorso finalizzato ad eliminare tali deficienze infrastrutturali.
Nel frattempo, ci siamo inventati anche una serie di prodotti per il futuro, per cui stiamo lavorando soprattutto sull'off-shore, sulle pale eoliche e sullo smaltimento rifiuti mediante piattaforme galleggianti. Lo avevamo fatto anche in passato e abbiamo tuttora un progetto per carceri galleggianti e per lo smaltimento dei fanghi. Molti di voi sanno che uno dei problemi fondamentali dei porti è l'accumularsi dei detriti che periodicamente devono essere dragati.
Il percorso di smaltimento di questi fanghi rappresenta un'attività molto complessa e per questo abbiamo provato ad inventarci una nuova tipologia di piattaforma che farebbe tutto, dragaggio del porto, trattamento a bordo dei fanghi e rilascio della sabbia inerte. Questo progetto potrebbe anche essere utilizzato per i depuratori che, come sappiamo, presentano lo stesso problema.
Stiamo anche sviluppando piattaforme off-shore per l'eolico, quindi per le energie alternative, perché pensiamo che in futuro molti di questi impianti saranno trasferiti su mare piuttosto che su terra, dove conosciamo tutti i problemi anche ambientali che hanno creato e creano.
Visto che questa è la Commissione attività produttive, mi sia consentito dire che abbiamo avviato queste iniziative


Pag. 8

senza ricevere alcuna risorsa da parte dello Stato in termini di contributo alla ricerca. Devo anzi dire che gli ultimi contributi alla cantieristica ammessa dall'Unione europea erano per navi ordinate nel 2000 e consegnate nel 2005: sono trascorsi sette anni e dobbiamo ancora ricevere dallo Stato 120 milioni di euro. Parliamo di iniziative corrette, senza aiuti di Stato, tutte deliberate dall'Unione.
Ce lo siamo potuti permettere e l'abbiamo fatto con le nostre forze. So che adesso è in corso un dibattito anche in Europa: noi, naturalmente, siamo pronti a intensificare gli sforzi, ma soprattutto a mettere in sicurezza l'azienda come pensiamo di aver fatto per i prossimi anni con questo accordo del 21 dicembre 2011 con sindacati e il Ministero del lavoro.
Per quanto riguarda il mercato futuro, continuiamo a credere in quello delle crociere. Ricordo soltanto un dato: come sappiamo tutti, il turismo anche se non aumenta, rappresenta comunque un settore che tiene e globalmente nel mondo aumenta, ma le crociere rappresentano soltanto il 3 per cento dell'offerta globale di turismo mondiale, quindi spazi in futuro ce ne saranno.
Naturalmente, stiamo soffrendo momenti di crisi, che forse si accentueranno nei prossimi mesi per l'incidente della Costa Concordia, ma se non tra due o tre anni, sicuramente prima o poi il mercato dovrà riprendere.
Vorrei sottolineare altre caratteristiche della nostra azienda. Siamo presenti anche nel settore militare. Oggi abbiamo una domanda interna relativamente scarsa, che stiamo, in qualche modo, controbilanciando con un'attività all'estero che sta dando buoni frutti. Abbiamo comprato cantieri negli Stati Uniti d'America, dove lavoriamo per la Marina americana; siamo presenti in tutta l'area del Golfo, dall'Iraq agli Emirati.
Si tratta, dunque, a mio avviso, di un'azienda di cui va fiero chi ci lavora ed è per questo che forse in alcune occasioni l'abbiamo difesa con molta passione e continuiamo a difenderla. Questo forse ci porta a scontri non voluti, ma derivano proprio dal fatto che ne sentiamo tutta la responsabilità, un dovere.
Tenete conto che, dei nostri cantieri, il più «giovane» nel 2008 ha compiuto 100 anni. Altri hanno 200-300 anni di storia. Purtroppo, alcuni sono rimasti più o meno come erano allora, ma noi ne sentiamo la responsabilità, come li hanno tramandati a noi, di tramandarli in futuro nella forma che sarà possibile, e quindi di salvaguardare non solo un patrimonio industriale, ma di professioni, di vita intorno ai cantieri che rappresentano un punto importante anche di orgoglio per le zone dove sono ubicati.

PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

LUDOVICO VICO. Oggi Fincantieri è uno dei settori più delicati in relazione al posizionamento industriale del Paese. Al fine di non essere frainteso, dico subito che non siamo per la sua privatizzazione, così sgombriamo il campo, nonostante da più parti c'è chi insiste che solo la Difesa dovrebbe rimanere di competenza di una società partecipata, mentre le altre attività si potrebbero dismettere.
Fatta chiarezza su questo, non va bene niente! La gestione del gruppo non si pone in maniera adeguata nei confronti del complesso dei lavoratori, dei siti e del sistema delle relazioni con gli enti locali e con le regioni; non consente di prevedere, allo stato dell'arte, quale sia la natura delle difficoltà profonde che riguardano la cantieristica italiana ed europea, tant'è che in altre sedi abbiamo convenuto comunemente che fosse necessario far riferimento, attraverso il Governo in carica, a Bruxelles. Di contro, vi è una conduzione della crisi della cantieristica italiana e, in particolare, di Fincantieri, costantemente omissiva. Sembrerebbe che, a suo giudizio, sia necessario aprire dieci tavoli di crisi, tanti quanti sono i siti. Non va bene!
Anche quell'attività relazionale è utile, indispensabile se si pensa a Castellammare,


Pag. 9

ai siti liguri, a quelli di Ancona, delle Marche, di Palermo, ma non è questo il punto. Risulta, invece, poco chiara quale sia la linea seguita dal gruppo e da parte sua.
Non possiamo trovarci alla terza audizione dell'indagine conoscitiva sulla crisi del settore e accedere all'ipotesi di aprire solo tavoli di crisi a carattere locale. Questo, a mio giudizio, rappresenta un problema, occorre al contrario una soluzione a carattere generale.
Allora, la questione è che lei non ometta più un giudizio sull'iniziativa del Governo italiano in sede europea. Su questo punto rimane il suo totale silenzio! È opportuno conoscere, in questa sede di indagine conoscitiva della Commissione attività produttive - e nella Commissione trasporti per altri aspetti - quali iniziative costruire con il Governo, attraverso il Parlamento, perché si possa avere un aiuto indispensabile per disegnare uno straccio di piano industriale di Fincantieri!
Rispetto alla discussione sul comparto Difesa, non possiamo più accontentarci di osservare che sono disponibili le FREMM e poi verificare che le stesse non sono pianificate.
Per quanto riguarda le attività nel settore della crocieristica, siamo di fronte ad annunci, ma la gestione della crisi del gruppo è solo annunciata. In Campania, nelle Marche e in Liguria i tavoli regionali non hanno concluso quasi nulla.
Non si può chiedere, infatti, in quelle sedi che i problemi dei bacini si risolvano a livello locale, quando non si ha il coraggio di dire che ci sono siti dove i processi di diversificazione vanno affrontati con un'azione centralizzata da parte del Ministero competente e del gruppo Fincantieri. Nella sostanza, ci troviamo di fronte al secondo anno di crisi dichiarata, i siti sono gli stessi, negli stessi siti i problemi sono cresciuti in termini di lavoratori posti in cassa integrazione, di accordi separati, recuperati come accordi sul piano territoriale.
Mi permetto, quindi, di concludere dicendo che occorre un indirizzo chiaro da parte del gruppo industriale Fincantieri, rispetto al quale costruire il consenso perché il gruppo non vada in sofferenza fino al punto di mettere in discussione il posizionamento industriale italiano in un settore cruciale come quello della cantieristica nazionale.

PRESIDENTE. Do la parola agli auditi per la replica.

GIUSEPPE BONO, Amministratore delegato di Fincantieri. Sono perfettamente d'accordo su tutto quello che ha detto l'onorevole Vico, ma forse - non la prenda come una polemica, ma come la realtà dei fatti - è rimasto un po' indietro. Abbiamo siglato un accordo nazionale il 21 dicembre 2011 presso il Ministero del lavoro con le organizzazioni sindacali che rappresentano la maggioranza del sindacato all'interno dell'azienda e dei lavoratori.
Ho aggiunto che in sede locale, dove abbiamo diverse realtà, si impongono anche accordi locali e in molte di queste realtà la FIOM firma, anche se a livello nazionale non ha firmato. È un miracolo perché normalmente la FIOM, Ministro Romani, non firma nemmeno per ricevuta l'accordo di programma! Premetto che non ce l'ho con nessuno e anzi li voglio tutti attorno al mio tavolo, ma il sindacato non è rappresentato solo da una sigla. Abbiamo fatto esattamente quello che lei ha chiesto, onorevole Vico.
Devo dirlo e l'ho detto recentemente anche in un'altra Commissione: caro onorevole, i tempi della politica non sono i tempi dell'industria. Per la rottamazione siamo stati noi promotori con il gruppo italiano del PD, a cui dopo si sono associati tutti gli altri. La prima persona con cui ho parlato è stato l'onorevole Cozzolino, che faceva parte della Commissione trasporti del Parlamento europeo, sede della prima pronuncia di quella Commissione che ha previsto uno stanziamento - mi pare - di 1,5 o 2 milioni di euro per lo studio di questo problema.
Sono trascorsi due anni e siamo ancora là. Nel frattempo, in questi due anni ho dovuto fare qualcosa. Non posso aspettare che si decida tra due anni se procedere


Pag. 10

con la rottamazione, poi fare i regolamenti. Nel frattempo, ho un'industria da gestire con persone, carichi di lavoro e così via. Non è vero, quindi, che siamo inerti rispetto a queste cose.
Come dicevamo, le FREMM non sono pianificate: che dobbiamo fare? Noi abbiamo insistito. L'impegno alla costruzione delle sei FREMM contrattate è stato preso dal Ministro Scajola, dal Ministro Romani, adesso dal Ministro Passera. Posso anche urlare contro il Governo, mettermi alla testa dei lavoratori per andare a costruire barricate davanti a Palazzo Chigi, ma credo che nessuno se lo auguri perché di barricate, in questo momento almeno, ce ne sono tante.
Noi facciamo industria, il Governo è il nostro azionista ed è il nostro interlocutore soprattutto per quanto riguarda il settore della Difesa perché è quello che esprime la domanda. Ora, io non so se sia conveniente anche per uno come me, che passa per essere certe volte troppo passionale, mettersi contro il cliente. Posso mettermi contro l'azionista, e il Ministro Romani me ne ha perdonate tante, ma che io mi metta contro il cliente credo che non convenga a nessuno. Da un lato, quindi, ho il Governo azionista, col quale ne ho tante da dire e le ho dette, dall'altro, ho il Governo che è mio cliente e io non posso mettermi contro il cliente.
Devo cercare di convincere il Parlamento, il Governo a incanalare le risorse laddove servono, poi sappiamo che chi deve fare delle scelte ne fa che prescindono, quindi non ci dia, onorevole, del potere che non abbiamo. Il nostro potere è quello di gestire un'azienda in un momento di crisi. È presente qui oggi qualcuno che ha seguìto con molta più attenzione la nostra vicenda: non aspettiamoci miracoli dall'Europa perché è sempre un voler deresponsabilizzare noi stessi attribuendo la responsabilità a qualcun altro.
Ho detto prima che l'Europa vent'anni fa aveva il 30-35 per cento di quota di mercato mondiale sulle navi; oggi ha il 4 per cento. Ho detto che negli ultimi due anni ha perso altri 50 mila posti di lavoro, quindi non mi aspetto che l'Europa possa fare miracoli. Dobbiamo, allora, contare su noi stessi ed è quello che stiamo facendo, rendere efficiente l'azienda perché nel tempo si sono sedimentate tante cose.
Il fatto che abbiamo scelto la cassa integrazione vuol dire che non vogliamo chiudere i cantieri. Vogliamo mettere a posto, laddove ci sia questa possibilità. Abbiamo presentato anche dei progetti di diversificazione. Sono stato crocifisso da mezza Italia, su tutte le televisioni, su tutti i giornali come l'attentatore alla storia, finanche il cardinale di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è arrivato a dichiarare che era giusto difendere la storia, ma che bisognava tenere conto anche dei tempi che stiamo vivendo.
Lei ha citato Ancona: vorrei citarla anche io, perché a settembre dell'anno scorso siamo stati lì e abbiamo sottoscritto una specie di accordo, un verbale in cui è detto che consideravamo l'esistenza di 180 esuberi da trattare con la cassa integrazione, quindi senza licenziamenti e solo con accettazione volontaria di pensionamento per chi ne avesse i requisiti nel periodo della cassa integrazione, o con incentivi al pensionamento. Non abbiamo, quindi, mai detto che avremmo licenziato nessuno. A fronte di questo, c'erano navi che si potevano costruire. Una delle organizzazioni sindacali, preponderante in quel caso, si è messa contro e si è inventata di tutto e di più, i «martedì della collera»: alla fine, abbiamo firmato la scorsa settimana e gli esuberi sono diventati 205. Hanno firmato anche loro, hanno brindato per una grande vittoria perché l'azienda non licenziava nessuno. Ho il verbale del 7 settembre 2011, in cui è scritto che non avremmo licenziato nessuno.
Invito, quindi, voi così come me stesso, a riflettere sul fatto che queste cose sono importanti. L'informazione è un fatto fondamentale e deve essere corretta. Se non è corretta, alla fine rischiamo di soggiacere a strani meccanismi, come vediamo tutti i giorni. Oggi su Il Sole 24 Ore si diceva che non si capisce cosa vogliano di più gli


Pag. 11

autotrasportatori: leggessero Il Sole 24 Ore dove è scritto che hanno ottenuto tutto!
Per quanto riguarda la privatizzazione non è un problema mio! Io ho posto la domanda qualche anno fa. Se nel 2006 avessi potuto...

LUDOVICO VICO. Ma che cosa dice? Lei sta parlando di accordi al Ministero del lavoro. Parliamo di cosa intende fare! Ci dia conto del piano di riorganizzazione!

GIUSEPPE BONO, Amministratore delegato di Fincantieri. Ma non è così! La cassa integrazione straordinaria sono soldi dello Stato. Sembra che viviamo in un altro mondo. È allegato un piano di riorganizzazione aziendale. Questo è l'accordo con il piano di riorganizzazione aziendale. Qui c'è tutto! E poi io costruisco navi, non posso inventarmi domattina di costruire automobili! Non chiudo i siti, ho parlato di quelli che hanno dei problemi e che dobbiamo superare e ho indicato anche delle attività sostitutive: non ho capito cosa devo fare di più!

PRESIDENTE. Ringrazio i partecipanti e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 11,30.

Consulta resoconti delle indagini conoscitive
Consulta gli elenchi delle indagini conoscitive