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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione XIII
12.
Mercoledì 3 dicembre 2008
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Russo Paolo, Presidente ... 2

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANDAMENTO DEI PREZZI NEL SETTORE AGROALIMENTARE

Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola:

Russo Paolo, Presidente ... 2 6 11 16
Agostini Luciano (PD) ... 11
Bellotti Luca (PdL) ... 10
De Camillis Sabrina (PdL) ... 11
Fogliato Sebastiano (LNP) ... 6
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD) ... 7
Ruvolo Giuseppe (UdC) ... 7
Sardelli Luciano Mario (Misto-MpA) ... 8
Scajola Claudio, Ministro dello sviluppo economico ... 2 11
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

COMMISSIONE XIII
AGRICOLTURA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 3 dicembre 2008


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO

La seduta comincia alle 14,15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'andamento dei prezzi nel settore agroalimentare l'audizione del Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola.
Ringrazio il Ministro per aver accolto la richiesta della Commissione. Lo accompagnano il dottor Bernardo Pizzetti, responsabile dell'osservatorio prezzi del Ministero dello sviluppo economico, e il dottor Claudio Nardone, capo della segreteria tecnica del Ministro.
Do la parola al Ministro Claudio Scajola.

CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dello sviluppo economico. Signor presidente, onorevoli deputati, sono lieto di partecipare a questo incontro e reputo apprezzabile la decisione della Commissione di svolgere un'indagine conoscitiva sull'andamento dei prezzi nel settore agroalimentare. Si tratta di una materia che, nei mesi scorsi, ha suscitato viva preoccupazione nell'opinione pubblica e che, soprattutto nella fase di crisi che stiamo attraversando, si conferma di particolare attualità e interesse.
Ho letto i resoconti delle audizioni precedentemente svolte dalla XIII Commissione, nel corso delle quali sono stati auditi i maggiori rappresentanti delle categorie interessate, della Guardia di finanza, della Conferenza delle regioni, dell'Autorità antitrust e del Garante per la sorveglianza dei prezzi.
Molti dei soggetti auditi hanno formulato proposte che reputo interessanti e sono certo che, nella predisposizione del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva, la vostra Commissione saprà giungere ad una sintesi equilibrata, individuando gli interventi più idonei per eliminare le anomalie riscontrate nell'andamento dei prezzi agroalimentari.
Nello spirito di leale confronto e dialogo che - per convinzione personale e per dovere costituzionale - ritengo debba caratterizzare il rapporto tra Esecutivo e legislativo, mi dichiaro fin d'ora disponibile ad esaminare con voi le proposte che vorrete sottopormi e a sostenere, nell'ambito dell'azione di Governo, quelle che rientrano nella mia competenza.
Colleghi, per rendere più proficuo il nostro incontro, affido ad una relazione scritta (che, con il consenso del presidente Russo, metto a disposizione della Commissione) l'analisi particolareggiata della dinamica dei prezzi al consumo in Italia e in Europa, nel periodo compreso tra gennaio 2006 e ottobre 2008.
Come rileverete dalla lettura del documento, i prezzi al consumo risentono tuttora


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degli effetti delle forti tensioni registratesi sulle quotazioni mondiali delle principali commodities alimentari e del petrolio tra l'autunno del 2007 e la primavera del 2008.
Queste tensioni possono essere ricondotte a fattori diversi, tra i quali certamente il notevole incremento della domanda mondiale, connesso all'emergere sui mercati di potenze economiche come la Cina o l'India, e la relativa rigidità dell'offerta.
Ma non bisogna trascurare anche il ruolo svolto dalla speculazione finanziaria internazionale, che, in assenza di un sistema di controlli efficiente, ha determinato un'esasperazione delle variazioni dei prezzi.
L'inflazione cui abbiamo assistito nei mesi scorsi nel nostro Paese è stata, in larga misura, il frutto di queste tensioni internazionali e costituisce, quindi, un fenomeno di «importazione».
I dati più recenti confermano, tuttavia, una positiva inversione di tendenza, anche se inserita in un contesto economico preoccupante e di estrema difficoltà.
L'ultimo dato sull'inflazione (2,7 per cento a novembre, in ulteriore rallentamento rispetto al 3,5 per cento di ottobre ed al 3,8 per cento di settembre) induce a ritenere che l'attuale fase di rientro dei prezzi sia ormai un dato acquisito e che potrà ulteriormente rafforzarsi a partire dall'inizio del 2009, quando cominceranno ad essere recepite le variazioni negative delle quotazioni del petrolio anche nei prezzi dei servizi energetici, in particolare, dell'energia elettrica e del gas, che prevediamo possano scendere, a partire dal gennaio 2009, rispettivamente del 4 per cento e del 1 per cento con un ulteriore e significativo dato in diminuzione previsto nel mese di aprile e nel mese di giugno.
A sostegno di questa previsione vi è la constatazione che, secondo l'ISTAT, anche i prezzi alla produzione hanno iniziato a registrare significative variazioni congiunturali negative in molti comparti industriali.
L'indice generale per il mese di ottobre registra, infatti, una variazione congiunturale negativa di -1,5 per cento, dovuta in particolare al settore dei prodotti trasformati e manufatti (-2 per cento).
In questo settore è compreso anche il comparto alimentare, che registra una variazione congiunturale negativa stimata in -0,2 per cento.
Questi timidi primi incoraggianti risultati sono attribuibili alle recenti diminuzioni dei prezzi di carburanti e delle materie prime agricole, che tuttavia in Italia, rispetto agli altri Paesi, mostrano una certa difficoltà a tradursi tempestivamente ed integralmente in una coerente riduzione dei prezzi industriali e quindi dei prezzi finali al consumo.
Con specifico riferimento ai prodotti alimentari, segnalo il permanere di valori inflattivi elevati a livello di variazioni tendenziali su base annua ( 4,7 per cento a novembre per il capitolo «prodotti alimentari e bevande analcoliche», in calo rispetto al 6,2 per cento di luglio ed agosto ed al 5,1 per cento di ottobre).
Da circa due mesi, tuttavia, i livelli dei prezzi risultano stabili, sebbene posizionati a livelli decisamente più alti rispetto ad un anno fa, a causa dei notevoli rincari verificatisi nell'autunno 2007 (per il pane) e nei primi sei mesi del 2008 (per la pasta).
Non mancano, in questo scenario, comunque, segnali incoraggianti: per alcune categorie di prodotti, negli ultimi dieci mesi, il differenziale inflazionistico con il resto dell'area euro è risultato favorevole all'Italia e questa è la prima volta.
Mi riferisco, in particolare, ai comparti «latte, formaggi e uova» e «zucchero e dolciumi», che hanno registrato un tasso di inflazione più basso rispetto a quello dell'area euro (con un differenziale, rispettivamente, del 3,5 per cento e dell'1,7 per cento).
Nel mese di ottobre 2008 si sono collocati al di sotto della media europea anche i livelli dei prezzi di carne ed


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ortaggi, mentre pane, cereali e frutta continuano a registrare variazioni dei prezzi superiori rispetto al resto d'Europa.
Il Governo guarda con attenzione alle dinamiche in atto nei prezzi del settore agroalimentare, siamo tutti consapevoli della rilevanza del loro impatto sul reddito della famiglie, soprattutto nella delicata fase di crisi che stiamo attraversando.
Per quanto riguarda i profili di competenza del Ministero che ho l'onore di guidare la strategia messa a punto interviene sulle due principali cause del rincaro dei prodotti agro alimentari: le cause strutturali e quelle speculative.
Le cause strutturali trovano la propria giustificazione in arretratezze e squilibri di alcuni comparti strategici del nostro tessuto produttivo, le cui inefficienze finiscono per scaricarsi su tutti i settori a valle, incluso quello agroalimentare.
Non dobbiamo dimenticare che una quota rilevante del prezzo dei prodotti alimentari dipende dal costo dell'energia e da quello dei trasporti e, più in generale, della logistica: il costo dell'energia in Italia è di circa il 30 per cento più elevato rispetto alla media dei principali concorrenti europei, mentre il costo di trasporto, che avviene ancora prevalentemente su gomma, risente della obsolescenza della rete infrastrutturale.
La nuova strategia energetica nazionale - prevista dall'articolo 7 del decreto-legge n. 112 dello scorso giugno, ulteriormente perfezionata nel disegno di legge sullo sviluppo ora all'esame del Senato - consentirà il riallineamento dei prezzi dell'energia alla media europea, puntando decisamente sulla diversificazione delle fonti di energia e delle aree geografiche di approvvigionamento, sul potenziamento delle infrastrutture energetiche, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, sulla promozione dell'efficienza e del risparmio energetico, sul rilancio del nucleare.
Sul fronte dei trasporti, la creazione di un'efficiente rete di infrastrutture stradali, ferroviarie e marittime costituisce un obiettivo prioritario dell'azione, del Governo e di tutto il Parlamento, al cui perseguimento concorre anche il Ministero dello sviluppo economico.
Ricordo, a questo proposito, i 180 milioni di euro che il Ministero ha messo a disposizione di progetti innovativi nel settore della «mobilità sostenibile» con il secondo bando del programma «Industria 2015» e i 7,3 miliardi di fondi FAS destinati a reti e infrastrutture per la mobilità.
Ma oltre a energia e trasporto esiste anche un terzo fattore strutturale che incide pesantemente sul prezzo dei prodotti alimentari: la lunghezza della filiera di distribuzione.
Su questo versante, il Ministero dello sviluppo economico si è tempestivamente attivato per la parte di sua competenza, attivando già prima dell'estate una apposita task force tra l'industria alimentare e la distribuzione commerciale, con l'obiettivo di ottimizzare i rapporti contrattuali fra i due punti della filiera, così da ridurne i passaggi.
Prima di Natale la task force dovrebbe concludere una prima parte del lavoro e presentare i primi risultati con le proposte che ci aspettiamo.
Un altro tema che stiamo affrontando per semplificare la filiera e riequilibrare i rapporti contrattuali, d'intesa con le categorie interessate, riguarda il ruolo delle centrali di acquisto della grande distribuzione organizzata (GDO).
Al riguardo, riteniamo auspicabile l'introduzione di forme di autoregolamentazione nei rapporti tra la grande distribuzione ed i produttori, che possono produrre benefici effetti sui costi alla produzione e sui prezzi trasferiti ai consumatori.
I rapporti di collaborazione tra la GDO e le confederazioni del mondo agricolo, già avviati nelle scorse settimane, rappresentano un primo passo in questa direzione.
La seconda area di intervento su cui il Ministero dello sviluppo economico concentra


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la propria azione in modo sistematico è costituita dalla lotta alla speculazione.
A questo scopo, il Ministero si avvale del Garante per la sorveglianza dei prezzi, che - con il supporto operativo della guardia di finanza - ha il compito di vigilare costantemente sull'andamento dei prezzi, attuando «azioni difensive» a beneficio del consumatore finale ed interventi volti ad isolare eventuali fenomeni speculativi.
Si tratta di una struttura che è molto di più di un semplice organismo di rilevazione statistica dei dati e che sta già conseguendo positivi risultati.
Nell'ambito dei suoi più recenti interventi, il Garante ha svolto un'attenta azione di sorveglianza e persuasione con riferimento ai principali prodotti derivati dai cereali, per il quali si erano evidenziate anomalie nel processo di formazione dei prezzi, soprattutto nel rapporto tra industria molitoria, industria della pasta e distribuzione commerciale.
In alcuni casi il Garante e il Ministero sono dovuti intervenire per segnalare all'Autorità antitrust andamenti asimmetrici su singoli prodotti o su mercati locali.
Ministero e Garante perseguono l'obiettivo del contenimento dei prezzi anche attraverso un serrato confronto con le categorie produttive, che ha portato ad alcuni accordi e ad iniziative virtuose di autolimitazione, sia a livello nazionale che locale.
Queste iniziative, oltre a fornire un contributo positivo alla lotta all'inflazione, possono alimentare nei consumatori un clima di maggiore fiducia, indispensabile per rilanciare la domanda interna nella attuale fase di crisi economica.
L'impegno del settore della distribuzione ad intensificare la vendita in offerta speciale della pasta da qui alle festività natalizie e la campagna «Bar ad un prezzo amico», promossa dalla Federazione dei pubblici esercizi con la collaborazione del Garante sono due esempi importanti che auspichiamo possano essere imitati in altri comparti.
Ritengo che i primi mesi di attività del Garante siano stati proficui e abbiano confermato l'utilità di prevedere questa struttura nell'organizzazione del Ministero.
Per questa ragione, già lo scorso giugno con il decreto legge n. 112, abbiamo previsto il rafforzamento della figura del Garante, specificandone funzioni e compiti ed istituzionalizzando la collaborazione con la guardia di finanza per lo svolgimento di indagini conoscitive.
Ma stiamo mettendo a punto ulteriori, incisive misure.
Nei prossimi giorni presenterò due emendamenti al disegno di legge «Sviluppo» - già approvato dalla Camera ed attualmente all'esame del Senato (A.S. 1195) - diretti a scoraggiare comportamenti speculativi, rafforzando i poteri di indagine della guardia di finanza su richiesta del Garante ed inasprendo le sanzioni nel caso di intese restrittive della concorrenza promosse da organismi associativi, che è quanto abbiamo sospettato avvenire negli ultimi mesi.
Il complesso di strumenti a disposizione del Ministero risulterà così ulteriormente potenziato, spaziando dalla sorveglianza, alla moral suasion, dalla deterrenza alla vera e propria sanzione.
Resta, invece, assolutamente esclusa la praticabilità di interventi più «invasivi» - che pure talora sento evocare dai nostalgici, mi pare diminuiti, dei «prezzi amministrati» - non solo perché non sarebbero coerenti con i principi dell'economia di mercato, nei quali fermamente crediamo, ma soprattutto perché storicamente hanno dimostrato tutta la loro inefficacia prima e dannosità dopo.
Presidente Russo, onorevoli colleghi, ho provato ad illustrare la linea di azione che, il Ministero che presiedo sta percorrendo e intende percorrere per contribuire ad una normalizzazione nel settore. Vi ringrazio.


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PRESIDENTE. Come d'intesa con i presidenti dei gruppi presenti, do la parola, per un rapido intervento, a un rappresentante per ciascun gruppo, così da rendere poi possibile un altrettanto rapida replica del Ministro.

SEBASTIANO FOGLIATO. Vorrei innanzitutto ringraziare il Ministro, anche a nome del gruppo della Lega Nord Padania, per l'odierna presenza in Commissione. Nell'illustrare la sua relazione, ci ha fornito spunti interessanti che considereremo come un utile strumento di dibattito nel prosieguo dell'indagine conoscitiva sui prodotti agroalimentari, che stiamo svolgendo.
Vorrei portare alla sua attenzione alcuni temi che sono emersi nelle audizioni precedentemente svolte da questa Commissione. Ad esempio, la scorsa settimana abbiamo affrontato il tema riguardante i consorzi del Grana padano, del Parmigiano reggiano, del Prosciutto di Parma e del Prosciutto San Daniele (che considero rappresentanti dell'eccellenza del settore agroalimentare nel nostro Paese), i quali hanno lanciato un allarme e un monito inquietante su come tale eccellenza sia letteralmente schiacciata dalla grande distribuzione, che a tutt'oggi continua ad imporre le proprie regole.
Le logiche del libero mercato valgano solo parzialmente, laddove si impone la grande distribuzione attraverso le centrali di acquisto dei prodotti. In questo ambito abbiamo promosso investimenti (anche con fondi pubblici) e gli stessi produttori hanno creduto e investito, provvedendo ai necessari ammodernamenti per garantire al consumatore un prodotto buono, sicuro, genuino e con caratteristiche eccezionali. Eppure il settore si trova in una condizione di profonda crisi e quasi sul punto di «saltare». Le centrali di acquisto della grande distribuzione organizzata, lo ripeto, impongono le proprie regole. Ad esempio, ci è stato spiegato il meccanismo delle aste al ribasso, che portano a vendere il prodotto a un prezzo minore del costo di produzione. La grande distribuzione organizzata, poi, utilizza questi prodotti di eccellenza, il fiore all'occhiello del settore agroalimentare del nostro Paese, come «prodotti civetta».
A mio avviso, pur riconoscendo alla grande distribuzione alti meriti in materia di ottimizzazione della distribuzione, ci troviamo nella necessità di stabilire alcune regole per impedire a quest'ultima di continuare a imporre il proprio percorso, portando a soccombere chi è costretto a seguirlo.
La politica ha il diritto-dovere di imporre alcune regole, di fronte a una situazione in cui interi comparti stanno per «saltare», proprio a causa degli effetti delle correnti vendite al ribasso nonché dell'uso di prodotti italiani di eccellenza agroalimentare come «prodotti civetta».
Mi permetto solo una considerazione nei confronti del Garante per la sorveglianza dei prezzi: egli fa bene a realizzare accordi con la grande distribuzione per contenere i prezzi e sostenere i consumi. Tuttavia, sebbene la grande distribuzione accetti gli accordi per calmierare i prezzi, essa comunque ne trasferisce gli effetti sulla filiera e sul mondo che produce, poiché non rinuncia alla marginalità, cioè a quell'utile operativo che vuole sempre e comunque conseguire.
Reputo che sia giusto vigilare ed effettuare tutte le verifiche del caso, quando si sospettino speculazioni. Tuttavia, vorrei sapere dal Ministro se effettivamente gli accordi che il Garante promuove presso la grande distribuzione non si ripercuotano negativamente sulla filiera, sul mondo che produce e, soprattutto, sul settore dell'agricoltura, anche considerando che quest'ultimo - come è riconosciuto da tutti - non crea inflazione ma, al contrario, la subisce.
Ci troviamo di fronte ad un processo inflazionistico, che - desidero ripeterlo - il comparto dell'agricoltura sostanzialmente subisce.
Riassumendo, vorrei segnalare qui in Commissione agricoltura, per i risvolti che una tale situazione presenta, che il soggetto


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forte - la grande distribuzione - non rinuncia alla propria marginalità, che deve conseguire sempre e comunque, schiacciando chiunque rimanga sottoposto alle sue regole e ai suoi prezzi. Ciò comporta che alcuni comparti importanti, che rappresentano l'eccellenza dell'agroalimentare nel nostro Paese, vivono oggi grossi problemi.
Un'ulteriore osservazione che vorrei fare riguarda l'influenza che il prezzo del gasolio e dei carburanti ha sulla distribuzione. Nonostante sia diminuito il prezzo al barile del petrolio, il prezzo alla pompa dei carburanti non è calato in proporzione e ciò comporta un aggravio di costo per le aziende che producono.
Desideriamo sapere quale sia la situazione su questo fronte e se ci saranno variazioni ulteriori del prezzo al consumo, visto che il prezzo del barile di petrolio è già diminuito. Vorremmo inoltre capire quale fenomeno stia influenzando il prezzo del gasolio, che rappresenta un fattore importante per le aziende, sia di distribuzione che di produzione.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor presidente, vorrei rivolgere innanzitutto un saluto a titolo personale e a nome del mio gruppo, l'UdC, al Ministro Scajola per questo momento che ci ha offerto e soprattutto per la sua relazione, puntuale e dettagliata. Per essere sinceri, signor Ministro, condivido gran parte della sua relazione, in cui ha parlato di due elementi critici portanti: da una parte quello infrastrutturale ed energetico e dall'altra quello speculativo. Due pilastri intorno ai quali si muove tutto questo sistema.
Ebbene, relativamente alla prima parte della sua analisi, condivido perfettamente. Invece, per quanto riguarda la seconda parte, riguardo alla lotta alla speculazione (ho anche ascoltato con molto interesse l'annuncio degli emendamenti che lei presenterà prossimamente al Senato), segnalo che, nel corso di un'audizione, la guardia di finanza ha dichiarato - in risposta a una mia domanda molto precisa - di avere compiti e strumenti operativi di controllo molto limitati, nel contrastare il fenomeno della speculazione.
Vorrei conoscere quali sono gli strumenti che state mettendo a disposizione dell'autorità di contrasto e di controllo per evitare questi fenomeni speculativi (che ancora non si sono esauriti, visto che, nel frattempo, i cereali sono diminuiti del 40 per cento alla produzione, mentre i fertilizzanti, i carburanti e quant'altro, sono aumentati di oltre il 63 per cento). Si tratta di variazioni che non concordano, poiché da una parte il produttore è davvero condannato a chiudere l'azienda, mentre dall'altra i consumatori sono ancora più gravati, invece di beneficiare di questi momenti di scompenso tra produzione e consumo.
Ringrazio fin d'ora il Ministro Scajola per la risposta che vorrà fornire, nella speranza che si trovino momenti d'intesa complessiva in un momento di emergenza per il Paese come quello presente.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Vorrei ringraziare il Ministro Scajola per i tanti spunti di riflessione che ci ha fornito e per la rinnovata disponibilità al dialogo.
Vorrei richiamare l'obiettivo che ci eravamo prefissi al momento dell'avvio di questa fase di studio sull'andamento dei prezzi. Avevamo notato una fortissima impennata dei prezzi che lei, giustamente, ritiene sia causata non solo dall'aumento della domanda nazionale e internazionale, ma anche dalla rigidità dell'offerta.
Avevamo già notato che il potere d'acquisto delle famiglie si contraeva sempre più (al punto che molte di queste, oggi in Italia, sono a rischio povertà) mentre, nello stesso tempo, si riduceva la domanda. Quest'ultimo, in fondo, è il problema principale e, per quanto possa sembrare contraddittorio, ritengo che occorra aumentare i salari più bassi e le pensioni minime poiché, altrimenti, i consumi non potranno aumentare.
Questo è un argomento importante, giacché sappiamo che i redditi delle famiglie agricole sono fra i più bassi (il 10 per


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cento guadagna meno di 7.500 euro l'anno e il 25 per cento da 7.500 a 12 mila euro), mentre i costi della produzione agricola aumentano in modo massiccio. Probabilmente, signor Ministro, lei avrà messo mano al decreto ministeriale del 10 luglio 2008 sul risparmio energetico proprio perché la burocrazia aumenta fino al punto di ridurre i benefici non solo per gli agricoltori, ma per tutti gli italiani. È per questo che in Europa i redditi agricoli aumentano del 15 per cento, mentre in Italia diminuiscono del 3 per cento. Si riscontrano aumenti che sono ingiustificati.
Sono al corrente del lavoro che il Garante per la sorveglianza dei prezzi sta svolgendo su questo fronte e conosco anche l'accordo che egli è riuscito a raggiungere con i produttori della pasta. Sappiamo, al contempo, che la misura adottata non è sufficiente e che un aumento del 32 per cento della pasta non trova giustificazione.
Lei, probabilmente, replicherà che gli effetti della diminuzione del prezzo di questi prodotti si vedranno tra sei mesi o un anno; però, oggi, sappiamo che ciò non è possibile. La guardia di finanza, in sede di audizione presso questa Commissione, ha affermato che la filiera lunga aumenta il costo del prodotto del 300 per cento; quindi, bisogna intervenire anche sulla filiera e sui centri di acquisto che, attualmente, lavorano in regime di oligopolio (situazione che non può essere considerata positiva). Vorrei sapere se esiste un modo per accorciare la filiera. Sono convinto che non si possa ricorrere al prezzo amministrato, però l'indicazione del doppio o triplo prezzo potrebbe rappresentare un modello applicabile.
Mi rendo conto che, oggi, il lavoro svolto dal Garante è molto apprezzato, ma come sono lontani i tempi in cui Tremonti cancellava le commissioni provinciali dei prezzi, dichiarando che non avevano la possibilità di lavorare e di rilanciare il mercato!
Oggi affrontiamo il problema del rilancio del settore agroalimentare e mi chiedo come sia possibile rilanciare questo settore sulla base di un decreto che affronta molte questioni ma non incide né sull'innovazione, né sulla possibilità di valorizzare meglio i prodotti agroalimentari.
Inoltre, in presenza di produttori e di agricoltori anziani, non è stata prevista alcuna norma che regoli il ricambio generazionale ed è stato previsto pochissimo per il fondo di solidarietà.
Signor Ministro, non voglio approfondire il discorso sulle infrastrutture e soprattutto, per intenderci, sul Fondo aree sottoutilizzate (FAS). Lei oggi si recherà a Reggio Calabria e potrà rendersi conto di persona che l'autostrada A3 non funziona, mentre non avrà neanche la possibilità di vedere la strada statale 106, che non può essere definita come tale, dal momento che è pressoché una mulattiera. Eppure, si usa il Fondo aree sottoutilizzate (FAS) come un bancomat dal quale tutti prelevano soldi per utilizzarli per i più disparati motivi, tranne che per le infrastrutture del sud.
Vorrei invece sottolineare le azioni positive approntate, riguardanti la lotta alla speculazione. So che il lavoro del Garante è proficuo e che, in questo periodo, sta operando alacremente per trovare le giuste soluzioni.
Tuttavia, dobbiamo tentare di creare più reddito per le nostre famiglie, altrimenti non potremo agevolare né gli agricoltori, in particolare, né l'equilibrio tra domanda e offerta dei prezzi.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Ringrazio il Ministro per la sua attenzione, per l'analiticità della sua relazione e per quanto quotidianamente fa per andare incontro alle esigenze dei consumatori e dei ceti meno abbienti.
Nella sua relazione, signor Ministro, mi pare però che siano emersi alcuni nodi fondamentali della situazione dell'andamento dei prezzi che stiamo esaminando, uno dei quali è l'esistenza di cartelli molto forti e potenti nel settore della distribuzione e della commercializzazione dei prodotti agroalimentari. Lei ha affermato che


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è nel vostro interesse presentare emendamenti, affinché siano comminate sanzioni corrispettive molto dure. Ebbene, credo che tali sanzioni debbano essere quanto più possibile efficaci. Leggiamo spesso di multe con cui il Garante sanziona i grandi oligopoli delle telecomunicazioni, ma mi pare che esse siano sempre molto meno ingenti rispetto ai guadagni degli oligopoli stessi.
Bisogna pensare che, purtroppo, abbiamo un attore - la grande distribuzione - che spadroneggia sulle nostre aziende agroalimentari in sofferenza e anche sui consumatori, che soffrono ancora di più. Possiamo esercitare una moral suasion e cercare di convincere questo attore, ma esso risponde a logiche di guadagno, rispetto alle quali non possiamo restare indifferenti.
Signor Ministro lei dice, giustamente, che non si può ricorrere ai prezzi controllati, però non possiamo neanche permettere che il libero mercato diventi libero arbitrio e impoverimento di milioni di nostri concittadini. A mio parere tre sono le azioni che vanno portate avanti e lei, signor Ministro, nell'esercizio delle sue funzioni, può lavorare in questa direzione.
Il primo punto consiste nell'accorciare le filiere, cercando accordi fra i consorzi di produttori e di consumatori. Abbiamo la rete, Internet, e penso che il Ministero possa incentivare questo tipo di strutture, possa favorire e facilitare un tipo di relazioni tali per cui le filiere si accorcino e possano far «saltare» la mano vorace e forte della grande distribuzione. Questa è un'azione che possiamo perseguire anche con strumenti legislativi.
In secondo luogo, abbiamo sentito la guardia di finanza ammettere di non avere strumenti legislativi per indagare. Certamente non possiamo imporre un prezzo massimo, ma se fissassimo un prezzo soglia (per esempio, del pane) superando il quale partirebbero le indagini della finanza, tutti farebbero un prezzo di un centesimo al di sotto del prezzo soglia e il prezzo del pane smetterebbe di aumentare.
Credo che «Mister prezzi» - che i prezzi dovrebbe controllarli - quando si accorgesse di anomalie in determinati settori dovrebbe segnalarle con più efficacia e più forza di quanto non faccia attualmente, affinché gli organi di controllo visitino panettieri e pastifici per controllare cosa stia avvenendo, accertino quali siano le ragioni, facendo eventualmente pesare la forza dissuasiva del controllo su questo tipo di comportamenti.
L'ultimo punto signor Ministro - molto importante sia per noi, sia per la Commissione - è che a partire dal 2010 il mercato euro-mediterraneo si apre al libero scambio. Avremo una concorrenza fortissima sui nostri prodotti, da parte delle aree extra europee come il Nord Africa, quindi arriveranno prodotti con pochi controlli di qualità, ma molto competitivi dal punto di vista del prezzo.
Crediamo sia molto importante che si giunga all'individuazione di un efficace sistema di controllo della tracciabilità dei prodotti, così da garantire la qualità della nostra produzione. Coordinare le attività delle camere di commercio e del Ministero rappresenta certamente un passo fondamentale per la difesa dell'olio e degli altri nostri prodotti di estrema qualità. Si tratta di un punto nodale, che la Commissione agricoltura ha raccomandato al Ministero, il quale sembra attento a questo aspetto. Tuttavia, riteniamo sia necessario sviluppare una sinergia fra le camere di commercio, il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, giacché non è possibile, nell'era di Internet, che si spostino ingenti quantitativi di merci e al contempo non si possa stabilire da dove provengano, attraverso quale rete si spostino, dove siano dirette, quante siano, affinché si sappia cosa sta avvenendo e si possa difendere, in ogni momento, la nostra produzione.


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Ritengo quindi che sia necessario: accorciare le filiere, prevedendo gli opportuni incentivi; monitorare i prezzi che aumentano oltre la soglia stabilita, utilizzando tutti gli strumenti di controllo, anche attraverso la collaborazione della guardia di finanza; favorire la tracciabilità dei prodotti attraverso una legislazione appropriata.
La Commissione è consapevole del fatto che, attualmente, l'80 per cento delle leggi viene approvato su proposta del Governo e che, quindi, l'attività legislativa del Parlamento è, nei fatti, limitata. Riteniamo, tuttavia, che lei, signor Ministro, ci possa aiutare in questo lavoro, vista la sua attenzione e la sua conoscenza di questi problemi.

LUCA BELLOTTI. Vorrei inquadrare il discorso, alla presenza del Ministro Scajola, sulle questioni che riguardano questa Commissione e, quindi, le tematiche del mondo dell'agricoltura.
La prima questione riguarda il tema della propaganda o pubblicità istituzionale, dal momento che il settore dell'agricoltura è stato posto sotto accusa dai consumatori nel recente passato, relativamente all'aumento dei prezzi, come se la colpa degli aumenti dei prodotti alimentari fosse imputabile al mondo agricolo. Mi sembra che non sia così e, ritengo, che la Commissione agricoltura abbia quantomeno il diritto di salvaguardare la buona immagine degli agricoltori e del comparto dell'agricoltura.
Negli interventi precedenti, sono emerse profonde preoccupazioni per le produzioni agricole, in quanto le commodities stanno aumentando a dismisura, soprattutto i fertilizzanti, i concimi e gli antiparassitari, il cui ammontare corrisponde a percentuali tali da incidere sul prezzo finale in maniera insopportabile per il mercato.
Vorrei, inoltre, avanzare una constatazione che può sembrare banale, ma che propongo come battuta: non è stato possibile effettuare il contenimento dei prezzi neanche in Unione Sovietica, per quanto riguarda la vodka! Quindi, riuscire ad essere incisivi, in un mercato aperto, con regole comunitarie, diventa complicato, innanzitutto perché non esiste correlazione tra controllo e sanzione. Possiamo parlare di sanzioni soltanto quando si entra, per così dire, nel «compartimento» delle frodi. Quindi, reputo che l'azione della guardia di finanza sia assolutamente efficace per quanto attiene al controllo dei protagonisti della filiera, ma assolutamente limitata, a causa degli strumenti di cui dispone, per il contenimento dei prezzi.
Rispetto alle proposte che sono state avanzate e al di là di quelli che possono essere gli interventi nel settore strutturale, vorrei avanzare il suggerimento di riprendere, nel nostro Paese, la politica delle scorte, soprattutto per quanto attiene al settore dei cereali. Il fatto di avere scorte importanti, nel mondo attuale, fa sì che vengano ridotti i problemi speculativi. La politica delle scorte, dunque, dovrebbe essere ripresa anche a livello comunitario, in maniera maggiormente incisiva.
Ulteriore questione riguarda la filiera corta, il tema del made in Italy e la sicurezza dei prodotti alimentari. Nel mondo dell'agricoltura abbiamo una filiera straordinaria che non rende così come dovrebbe ed è quella dei consorzi agrari, presenti nella grande maggioranza dei nostri territori. Penso che un segnale potrebbe essere la concessione della facoltà al mondo dell'agricoltura di vendere direttamente i propri prodotti - magari attraverso i consorzi agrari che possono essere nelle condizioni di collegare il produttore al consumatore - anche perché, purtroppo, in Italia - come è stato già ricordato - l'80 per cento della grande distribuzione è in mano a organizzazioni straniere. È evidente che questa è l'unica piccola filiera dell'agricoltura che può servire da tramite tra il produttore e il consumatore.
Vorrei concludere con alcune questioni che la riguardano, signor Ministro.


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Il primo punto riguarda il tema delle bioenergie. Siamo in religiosa attesa che venga dipanata, tra il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e il Ministero dello sviluppo economico, la questione relativa agli incentivi che - come lei ben sa - sono alla base di qualsiasi orientamento strategico in tema di bioenergie.
In secondo luogo vorrei porle la questione che, tra l'altro, ho avuto anche modo di porre questa mattina nell'audizione della Commissione europea, riguardante la defiscalizzazione del biodiesel. Un provvedimento che, per certi aspetti, almeno dall'esterno, appare come una propaganda per il mondo dell'agricoltura.
Credo invece che quel provvedimento con il mondo dell'agricoltura abbia ben poco a che fare perché in molti casi ciò che viene defiscalizzato, vale a dire il biodiesel, si ottiene da produzioni di olio di cocco che credo abbiano poco a che vedere con il nostro territorio e con la nostra penisola. Vorrei chiederle maggiori informazioni al riguardo e se a suo giudizio si tratti di un intervento corretto, giacché gli interessi tutelati sono solamente quelli dei trasformatori, non certo gli interessi dell'agricoltura italiana.

LUCIANO AGOSTINI. Signor Ministro, alcune sue affermazioni, dal mio punto di vista, sono molto importanti e vorrei porle due rapidissime domande. La prima riguarda il Garante per la sorveglianza dei prezzi, la cui funzione - come lei ha dichiarato - deve essere rafforzata e ampliata. Ebbene, vorrei sapere se sia possibile ampliarla anche in direzione di una maggiore correttezza delle informazioni che, spesso, sono alla base dell'orientamento del consumo e dei consumatori.
Concordo perfettamente, signor Ministro, con la sua affermazione di principio sui prezzi amministrati e sul libero mercato. Rileviamo un'anomalia sui prezzi dei carburanti e, ovviamente, ciò si riflette sui prezzi agroalimentari. Di fatto, nel campo della distribuzione dei carburanti chi li produce è anche il detentore della concessione della distribuzione. Pertanto, spesso il privato spunta un prezzo del carburante all'origine inferiore rispetto al concessionario. Non so se sono riuscito a spiegarmi, in così breve tempo. Vorrei sapere se siano allo studio, da parte del Ministero, alcune misure che possano correggere nel tempo questa distorsione: chi produce, infatti, non può essere anche il concessionario della distribuzione.

SABRINA DE CAMILLIS. Ringrazio innanzitutto il Ministro Scajola per la sua relazione ed esprimo grande soddisfazione per quanto ha dichiarato e per le modifiche al disegno di legge sullo sviluppo che ha annunciato in questa sede.
In particolare, vorrei chiederle se, come risulta dai dati ISTAT disponibili, nonostante l'aumento dei prezzi nel settore agroalimentare, vi sia un effettivo riscontro all'affermazione che le famiglie con redditi medio-bassi abbiano iniziato a spendere meno per il settore alimentare.
Ciò può assumere due significati e pone, naturalmente, il problema di affrontare la questione della corretta alimentazione per una fascia della nostra popolazione.
Quindi, signor Ministro, considerata l'attesa certa di un abbattimento dei costi dell'energia e del gas, al di là del ruolo del Garante, vorrei sapere come possiamo avere la certezza che tale abbattimento dei costi ricadrà in modo certo sul consumatore e, soprattutto, che non si farà ancora cartello.
L'altra questione, che ritengo determinante per alcune nostre filiere e, in modo particolare, per il riso, il tabacco e lo zucchero, riguarda il fatto che questi prodotti sono stati immessi sul mercato sotto costo, proprio per indebolire la nostra filiera. Vorrei sapere se esiste un sistema per tutelare queste filiere, importanti per gli agricoltori italiani.

PRESIDENTE. Do la parola al Ministro Scajola, per la sua replica.

CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dello sviluppo economico. Ho ascoltato con interesse


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gli interventi dei colleghi deputati che evidenziano, su diversi aspetti, la problematicità dell'argomento che vi siete presi in carico, nell'ambito di questa indagine conoscitiva.
Concordo con l'onorevole Bellotti quando afferma che, in un mercato libero, il controllo dei prezzi è assai arduo: si tratta di una contraddizione in termini. Le esperienze storiche del passato, in alcuni Paesi in cui si era pensato di poter garantire prezzi stabili e bassi, hanno dimostrato la non possibile attuazione di questa idea, con il conseguente sfasciamento assoluto delle economie e, contemporaneamente, un aumento del disagio e delle difficoltà dei cittadini.
Ritengo di poter affermare che la scelta che l'Italia ha operato, rispetto al libero mercato, è ormai una scelta storica ed acquisita dall'unanimità dalla popolazione italiana. Sono minime le frange di coloro che ritengono di contestare questa realtà. Ecco perché è più difficile riuscire a gestire la problematicità dell'andamento dei prezzi, se i temi vengono esaminati con la prudenza che necessariamente deve essere esercitata riguardo a tutti i temi complessi che hanno a che fare con l'interesse dei cittadini. Mi spiego meglio: è evidente che la formazione del prezzo è data da molti fattori, come ha evidenziato, mi sembra, l'onorevole Agostini - così, perlomeno, l'ho inteso - parlando della correttezza delle informazioni. Ebbene, ho provato ad enucleare i fattori strutturali, che non sono poca cosa. Se si carica la produzione di un costo energetico del 30 per cento maggiore rispetto alla media europea e se si aggiunge una carenza infrastrutturale che porta una maggiorazione media del costo del trasporto delle merci, nel nostro Paese, compresa fra il 10 e il 15 per cento rispetto agli altri Paesi, ebbene questi due fattori, da soli, determinano uno squilibrio dei prezzi nei riguardi dei nostri concorrenti.
In definitiva, il problema non è il blocco dei prezzi, che nessuno propone e non si può attuare, dal momento che nessuno può produrre in perdita. Un sistema funziona quando la produzione guadagna e quando il prodotto finito permette al consumatore di pagare un prezzo equo che la concorrenza fra produttori gli garantisce.
Dunque, si può fare qualcosa per garantire una diminuzione dei costi agendo sui fattori strutturali di cui abbiamo parlato. Mi sembra assolutamente lapalissiano: dobbiamo agire sulle energie e sulle infrastrutture.
Esiste anche il problema relativo alla speculazione nonché quello anomalo e storicamente presente in Italia, della lunghezza della filiera. Un problema che non si presenta in egual misura in altri Paesi.
Non si può agire per decreto, quindi si deve agire per accordi. La linea portata avanti da questo Governo - nonché da quelli che si sono succeduti, con emergenze che stimolano di più il problema a seconda del periodo in cui ci si trova - è quella di riuscire ad agevolare accordi che possano accorciare la filiera.
Concordo perfettamente con l'affermazione secondo cui, nel caso dei prodotti agricoli, anche lo strumento dei consorzi abbia ricoperto nel passato (pur con alcune distorsioni) un ruolo importantissimo che oggi, tuttavia, risulta molto più debole. Tale ruolo deve essere agevolato, poiché ritengo che così facendo si potrebbe riuscire a passare - in molti settori e in molti luoghi - direttamente dal produttore al consumatore e ciò costituirebbe una fonte di calmiere molto significativa.
Avevamo anche pensato, nel provvedimento sullo sviluppo, di inserire una misura che potesse permettere ciò che oggi non è permesso. Su questo tema ho visto, però, che sussistevano alcune perplessità e quindi ho ritenuto giusto, mantenendo la linea che avevo individuato, di lasciare al confronto tra Parlamento e Governo l'ulteriore percorso del provvedimento sullo sviluppo.
A livello parlamentare nulla è arrivato: nessun emendamento che potesse agevolare questo percorso. La presentazione di


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emendamenti al Senato si chiude il 10 di questo mese e può darsi che arrivi qualche suggerimento per agire su questo tema, semplificando e agevolando.
Passando ad altro argomento, condivido la preoccupazione dell'onorevole Fogliato. La grande distribuzione, in effetti, mette, per un verso, in difficoltà la produzione, schiacciandola. È anche vero, tuttavia, che, esaminando i dati (qualcosa vedrete anche in questa sede), la grande distribuzione ha dato, nella fase più delicata dell'aumento dei prezzi, un forte contributo sul piano del calmiere.
È vero - come mi pare di cogliere dall'intervento dell'onorevole Fogliato - che è diffusa la sensazione che questo calmiere sia stato spalmato sul livello sottostante, cioè sulla produzione. Però è anche vero, da dati che abbiamo approfondito, che così non è avvenuto.
Personalmente ho dedicato un'intera mattina all'incontro tra produttori, consumatori e grande distribuzione. Un incontro vivace, durante il quale sono emersi, in conclusione, dati significativi che hanno permesso di cogliere come la grande distribuzione si sia molto impegnata per calmierare i prezzi, diminuendo i propri utili, tant'è vero che, in questo momento, il settore vive una situazione di difficoltà.
Credo che, nel complesso, si possa affermare che l'aumento dei prezzi ha penalizzato tutti: il consumatore che si è trovato con i prezzi più alti al banco e, in maniera analoga, anche la produzione e la commercializzazione.
Devo dire che il momento più difficile in relazione all'aumento dei prezzi - come ho affermato all'inizio della mia relazione - è superato. Aggiungo, come vedrete nel documento che vi ho consegnato, che in tanti settori ci collochiamo al di sotto della media europea.
È certo che nessuno di noi è così matto da dire che la discesa vertiginosa dell'inflazione (in due mesi si è passati dal 3,8 al 2,7 per cento) sia solo un fatto positivo, poiché esiste anche il rovescio della medaglia di una diminuzione molto forte della domanda che provoca, quindi, una sofferenza del settore produttivo nel nostro Paese. Tutto ciò ci preoccupa, in quanto lo scenario di aziende in crisi è crescente e devo dire che presso il Ministero dello sviluppo economico, settimanalmente, si svolgono tavoli e incontri dedicati ai settori in crisi.
Comunque, la diminuzione del costo del petrolio e delle materie prime fa diminuire l'inflazione e, quindi, in qualche modo, protegge nel breve periodo il cittadino consumatore meno abbiente, che trova condizioni migliori.
Vi fornisco un dato: la diminuzione del costo del gasolio e della benzina (e la conseguente diminuzione del costo del gas e dell'elettricità) comporterà, nel 2009, una diminuzione della spesa pro capite fra i 2.800 euro e i 3.000 euro. È un dato matematico. Non so se sono riuscito ad inserirlo in questo documento, che abbiamo predisposto all'ultimo momento.
Ciò significa che, da questo punto di vista, si vive un momento di respiro. Tuttavia, sappiamo bene che a ciò si contrappone la preoccupazione che la crisi finanziaria, ribaltandosi sull'economia reale, possa portare alla chiusura di interi comparti industriali e, quindi, ad una situazione di inflazione bassa, ma con un'economia che crolla.
Il dato di diminuzione del 30 per cento degli acquisti nel settore automobilistico europeo -inutile ricordarlo a parlamentari che si occupano, in questa sede, di agricoltura ma che, essendo deputati, seguono tutto lo scenario economico - implica che una situazione di questo tipo non può durare a lungo senza riverberarsi non solo direttamente (ed è già un problema enorme) sul settore automobilistico, ma anche sull'indotto che gravita intorno a tale settore.
Lo scenario è complesso, ma devo dire che, all'interno di quest'ultimo, non perde di attualità l'oggetto dell'indagine conoscitiva che, fin dal suo inizio, era più indirizzato sul dato dei prezzi. Tale oggetto non perde di attualità, ma oggi è meno


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emergente rispetto a quello della crisi industriale in cui possiamo correre il rischio di cadere.
Ecco perché dobbiamo, a mio parere, gestire questo periodo per svolgere un'azione di riordino: dal momento che sappiamo che le risorse sono deboli e poche, dobbiamo utilizzarle in modo ottimale (non perderle in mille rivoli) laddove possano produrre una ripresa. Cito il settore infrastrutturale e quello energetico per i motivi anzidetti; ma anche - mi pare che questo sia stato detto dal collega Oliverio - il piano degli aiuti alla ricerca e all'innovazione, di cui abbiamo assolutamente bisogno.
Dobbiamo riuscire - il settore agricolo è fortemente interessato a ciò - a garantire, in questa fase, ammortizzatori sociali forti per coloro che si dovessero trovare senza posto di lavoro. Dobbiamo garantire alle piccole imprese (il mondo agricolo è considerato in misura molto rilevante) che non venga a mancare il credito, così come dobbiamo anche pensare ad agganciare la ripresa, quando essa si verificherà.
Personalmente, appartengo all'ala di chi ritiene che, in questa fase vadano operati investimenti mirati, utilizzando questo periodo, attraverso semplificazioni procedurali e mirati interventi, per prepararsi ad agganciare la ripresa al momento in cui essa si presenterà.
Provo adesso a fornire qualche risposta alle tante questioni che avete posto.
Per quanto riguarda il biodiesel, ritengo che - sul tema dei biocarburanti si è molto discusso - non si possa fare a meno di utilizzarlo e incentivarlo. Il limite - su questo tema assolutamente delicato, sul quale sta nascendo una politica a livello europeo - è rappresentato dalla necessità di non causare un danno proprio al mondo agricolo, facendo saltare i prezzi a causa di questo diverso utilizzo delle produzioni.
Tale limite deve essere seriamente individuato, tramite l'auspicabile fissazione di un obiettivo del 5 per cento nel nostro mix energetico invece di quello, troppo alto, del 10 per cento. Riterrei questo un obiettivo compatibile ed equilibrato nello scenario complessivo tra mondo dell'agricoltura e mondo dell'energia. Stiamo predisponendo qualche azione al riguardo.
Osservo poi che il Garante per la sorveglianza dei prezzi è stato istituito dal Governo precedente ed ho ritenuto di confermarlo in quanto sono convinto che si tratti di uno strumento utile. Abbiamo rafforzato, come ho detto, i poteri del Garante nel decreto-legge. Tali poteri non sono sufficienti, ma non possono neanche essere quelli proposti da chi crede che il problema dell'aumento dei prezzi si possa gestire soltanto in modo sanzionatorio.
Il Garante per la sorveglianza dei prezzi ha strumenti diversi con cui muoversi. In primo luogo, in qualità di osservatorio costante e continuo dell'andamento dei prezzi. In secondo luogo, gestendo il rapporto tra i diversi settori, dal consumo, alla produzione e alla distribuzione, in maniera tale che, attraverso la moral suasion (che è servita in tantissimi episodi, in questi mesi) si possa riuscire a ottenere gli obiettivi fissati e anche ad intervenire in modo diretto, come ha osservato il collega Ruvolo.
I poteri rafforzati diretti sulla finanza, che abbiamo inserito nel decreto n. 112, non sono bastati. Servono poteri che possano fungere da deterrente per alcuni settori - abbiamo avuto molte preoccupazioni a proposito del settore dei molitori - così da evitare possibili ipotesi di costituzione di cartelli. Questa è l'area d'azione e questi sono i mezzi che mettiamo a disposizione di questa struttura, affinché il Garante non si riduca a un qualcosa di propagandistico, ma sia qualcosa di sostanziale.
L'onorevole Sardelli parlava di tracciabilità del prodotto, fra i diversi argomenti che ha trattato. Vorrei essere molto attento su questo tema, che è condiviso tra Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e Ministero dello sviluppo economico. Abbiamo l'esigenza di garantire i prodotti di qualità, quelli di origine


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controllata, ma dobbiamo anche difendere l'industria e quindi abbiamo individuato e stiamo definendo, per quanto riguarda la tracciabilità di alcuni prodotti, i diversi interessi in gioco (che sono quelli del mondo agricolo e del mondo industriale), in un equilibrio che deve esistere in un Paese moderno come il nostro, sempre avendo come obiettivo, evidentemente primario, la qualità del prodotto.
Non voglio entrare nel tema - ne ha parlato l'onorevole Oliverio - dei salari e delle pensioni, sul quale non sono in grado di fornire una risposta in questa sede. Posso solo ripetere che in questa fase, considerando soltanto il costo energetico per riscaldamento, cucina, vita familiare e trasporto, c'è una diminuzione oggettiva della spesa che, comunque, rappresenta un aiuto.
Aggiungo - non l'ho detto prima e in genere se ne è parlato poco - che, accanto alla social card, chiamata carta acquisti, esistono anche altri due bonus significativi, di 400 milioni di euro ciascuno, per il gas e per l'energia elettrica, che entreranno a regime a partire da febbraio. Si tratta di bonus consistenti per le famiglie a reddito basso e con un aumento progressivo, che ci è parso doveroso, per le famiglie più numerose.
Si tratta di provvedimenti che aiutano, insieme a quelli della diminuzione del costo energetico, ma non posso e non voglio uscire dalle mie dirette competenze per affrontare altri argomenti.
Per quanto riguarda il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), vorrei dire che, per troppi anni, esso è stato visto come la cassaforte alla quale attingere di fronte alle urgenze e alle esigenze di microinterventi sul territorio. Il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) per il periodo 2000-2006, ad esempio, è stato parcellizzato in 340 mila interventi. È evidente che l'obiettivo che ci prefiggiamo, di concerto con le regioni, è quello di indirizzarlo ad un numero inferiore di interventi maggiormente qualificanti, ma è anche vero che ci deve essere comunque una quota di interventi di minore portata, poiché questi ultimi hanno una funzione utile anticiclica e perché sono di immediata attuabilità.
Saltando ad altra questione e passando alla correttezza dell'informazione, tema sul quale mi è stata posta una domanda, mi ha molto colpito come è stato trattato il tema dell'aumento dei prezzi e mi fa piacere sentire che questo argomento sia stato affrontato anche in questa sede. Assistiamo, ed abbiamo assistito, nel periodo di maggiore aumento dei prezzi - cioè fra l'autunno scorso e la primavera di quest'anno - a bollettini di guerra continui, emanati da diverse associazioni private, che annunciavano quelli che sarebbero stati gli aumenti sui settori agricoli e alimentari nonché su quelli energetici. È evidente che questo tipo di comunicazione non fa che generare un ulteriore aumento di prezzi, poiché di fronte a queste notizie è naturale che ciascuno cerchi di adeguarsi, aumentando i propri prezzi.
Si sono verificati anche errori grossolani in riferimento all'ultimo aumento del gas e della luce, pari rispettivamente all'1 e al 3 per cento, a fronte di un battage continuo, durato due mesi, in cui si sono annunciati aumenti molto più consistenti.
L'onorevole Agostini chiede come si possono ampliare i poteri del Garante per avere la correttezza dell'informazione. Avevamo proposto un emendamento che prevedeva la punibilità di tali comportamenti, ma corriamo in questa sede il rischio di infilarci in una vicenda troppo complessa. Credo che gli osservatori dei prezzi dovrebbero essere pubblici. In alternativa, quelli privati esistenti non possono avere altra utilità, a mio parere, che quella di orientare le singole imprese a muovere la propria attività e non anche la divulgazione esterna, influenzando così la pubblica opinione.
Ammetto che intervenire è molto difficile, pur avendoci pensato e lavorato sopra; sarebbe bene accetta qualsiasi idea su come riuscire a formulare un articolo di legge su questo tema che - ha ragione


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l'onorevole Agostini - che riguarda uno dei fenomeni che contribuiscono all'aumento dei prezzi.
Mi scuso se ho saltato qualche risposta, che avrò occasione di fornire in ulteriori incontri.
In conclusione, siccome credo che nei momenti difficili si debba lavorare con grande apertura, confermo quello che ho detto all'inizio al presidente e ai colleghi parlamentari, ovvero che qualunque osservazione e proposta di azione relativa al mio Ministero è sicuramente gradita.

PRESIDENTE. Il Ministro sa che questa Commissione, rispetto alle altre, ha una sensibilità più spiccata sulle valutazioni di merito concrete e pratiche, per cui più facilmente si trovano soluzioni condivise.
Cogliamo quindi l'occasione della sollecitazione offerta dal Ministro, per ringraziarlo non solo della relazione approfondita, acuta e arricchita da vivaci notizie in anteprima (in primo luogo quelle relative al rafforzamento dei poteri della guardia di finanza), ma soprattutto per le sollecitazioni e le riflessioni comuni sulla tracciabilità, sulla correttezza delle informazioni nonché sull'altro tema importante, qui segnalato e subito colto dal Ministro, riguardante le bioenergie. In questo senso mi permetto di ringraziare il Ministro, ma anche i colleghi, per l'importante e vivace dibattito.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,40.

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