Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Strumento di esplorazione della sezione Lavori Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Torna all'elenco delle indagini Torna all'elenco delle sedute
Commissione XIII
2.
Mercoledì 30 settembre 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Russo Paolo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE OPERE IRRIGUE

Audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome:

Russo Paolo, Presidente ... 3 4 5 6
Cenni Susanna (PD) ... 4
Di Giuseppe Anita (IdV) ... 5
Prato Andrea, Assessore all'agricoltura e riforma agro-pastorale della regione autonoma della Sardegna ... 5
Ruvolo Giuseppe (UdC) ... 4
Stefano Dario, Coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome ... 3
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP.

COMMISSIONE XIII
AGRICOLTURA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 30 settembre 2009


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO

La seduta comincia alle 15,30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle opere irrigue, l'audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
Do la parola all'assessore della regione Puglia, coordinatore della Commissione politiche agricole, Dario Stefano.

DARIO STEFANO, Coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Nello scorso aprile, la Commissione politiche agricole ha avuto modo di verificare che presso il Ministero competente risultano depositati già da tempo, da parte delle singole regioni, gli elenchi dei progetti ritenuti prioritari per l'attuazione del programma irriguo nazionale, elenchi ai quali non possiamo che rimetterci anche in questa sede, giacché le regioni sono singolarmente titolate a fissare le priorità di intervento sulla scorta delle singole situazioni di criticità territoriali. Poiché si tratta di progetti tutti esecutivi e dunque immediatamente cantierizzabili, noi, appartenenti al sistema delle regioni, riteniamo che gli stessi progetti debbano essere finanziati tutti nel loro complesso. Nel contempo, però, rileviamo una situazione di incertezza anche qui legata alla disponibilità di risorse finanziarie adeguate per la realizzazione del programma irriguo, dunque utili a dare corso ai richiamati progetti esecutivi.
Pertanto, in questa circostanza, riteniamo utile ribadire la necessità di dare avvio al programma irriguo, lasciando alle regioni la possibilità di individuare ulteriori priorità a seguito dell'assegnazione delle risorse finanziarie (priorità che potrebbero nel frattempo modificarsi). A tal proposito, però, riteniamo anche indispensabile sottolineare l'esigenza di fissare i criteri per la ripartizione delle risorse alle singole regioni o meglio di pervenire alla loro diretta assegnazione, al fine di consentire alle regioni una scelta più pertinente dei progetti, sulla scorta della visione di dettaglio che ogni singolo ente regionale può attuare nel proprio territorio.
Si coglie nel contempo la necessità di evidenziare un altro aspetto legato all'elevata qualità richiesta per la progettazione e al conseguente aumento dei costi sostenuti per la stessa. In questo modo, gli utenti dei consorzi irrigui sostengono preventivamente elevati costi di progettazione, a cui, però, si contrappone l'incertezza sulla reale finanziabilità delle opere e dunque sulla loro realizzazione.


Pag. 4


Come soluzione a questo problema, proponiamo il ricorso alla progettazione «di fattibilità» in luogo della progettazione esecutiva, che oggi ci viene richiesta. In alternativa, potremmo anche immaginare un idoneo strumento finanziario per sostenere gli oneri legati alla progettazione, perché, nonostante l'incertezza della dotazione finanziaria rispetto alla realizzazione dei progetti, la qualità a noi richiesta in sede di progettazione esecutiva ci espone all'obbligo di sostenere ingenti costi per la progettazione stessa che forse non saremo mai in grado di eseguire.
Rispetto a questo tipo di interventi, ci rimettiamo tuttavia all'elenco che ogni singola regione ha depositato presso il Ministero (quest'ultimo, più di noi, può esporlo in una sintesi generale).

PRESIDENTE. Do ora la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

SUSANNA CENNI. Considero il tema delle opere irrigue assolutamente centrale per l'agricoltura in questa fase, anche alla luce dei profondi mutamenti climatici che stiamo vivendo. Pur sussistendo sicuramente anche in passato le difficoltà fra Ministero dell'agricoltura e Ministero delle finanze, giacché storicamente il Ministero delle finanze tira i cordoni della borsa, nella legge finanziaria del 2007, la cosiddetta «finanziaria agricola», furono finanziati un capitolo per la progettazione e uno per la realizzazione delle opere irrigue. Questi due capitoli sono stati tagliati entrambi all'inizio della legislatura nel cosiddetto «decreto ICI». Credo che questa partita non possa vederci immobili.
Come sottolineato dall'onorevole Zucchi, abbiamo presentato emendamenti e ordini del giorno, in più occasioni, per riaprire questa questione, perché riteniamo che uno dei fenomeni positivi verificatisi dal 2007 in poi consista nel fatto che gli enti abbiano ricominciato a fare un parco progetti interessante per la realizzazione di queste opere e che in generale non si tratti più di mega opere, ma dei cosiddetti «laghetti collinari» ovvero di opere realizzabili in tempi abbastanza ravvicinati.
Fino a qualche tempo fa, per la realizzazione di queste opere era impossibile utilizzare i fondi comunitari, perché veniva considerato un ambito in cui intervenire con risorse nazionali o con il coinvolgimento di privati. Vorrei sapere se, anche alla luce della riflessione sui mutamenti climatici svolta a livello comunitario, siano state introdotte novità.

GIUSEPPE RUVOLO. Formulerò una domanda immediata e in seguito gradirei esprimere qualche considerazione.
Vorrei sapere se siate a conoscenza della conversione in legge nel gennaio di quest'anno, del decreto legge n. 171, all'interno della quale è stato istituito il Fondo per la progettazione di opere irrigue nel Mezzogiorno. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, avrebbe dovuto varare le norme di attuazione entro 60 giorni, che per, attualmente, mancano.
Pur avendo interpellato il Governo su questo argomento, non ho avuto risposta ed è scandaloso assistere ancora a questa querelle, perché i fondi alimentati dall'ex Agensud ci sono e ammontano a centinaia di migliaia di euro.
Il precedente Governo, con l'allora Ministro De Castro, e l'attuale Governo hanno spesso ribadito come, per quanto concerne il sistema delle opere irrigue, in particolare nel sud, le maggiori difficoltà siano attribuibili alla mancanza di un parco progetti adeguato. Mancano quindi le risorse per la progettazione, che però erano previste dalla citata norma del gennaio 2009.
Lei ha sostenuto che le regioni hanno presentato il loro parco progetti al Ministero. Negli anni scorsi, però, soprattutto in aree del Mezzogiorno, una ingente quantità di risorse sono rimaste regolarmente inutilizzate a causa della scarsa capacità di progettazione. È stato impossibile così utilizzare un'enorme quantità di risorse per incapacità dei consorzi irrigui e di bonifica. Considero opportuna, quindi, una sinergica collaborazione tra il Ministero


Pag. 5

e le regioni, per concertare tutto e attuare finalmente il piano irriguo nazionale.
Dalla vostra relazione emerge infatti la mancanza di risorse, che il piano irriguo nazionale invece possiede, in quanto non spese. Sono infatti previsti 1 miliardo e 300 milioni di euro. Nella scorsa legge finanziaria, però, il Governo ha tagliato 75 milioni di euro per mancanza di progetti, (è ormai costume di questo Governo rimandare tutto ad un periodo successivo).
Non ho specifiche domande da porre, perché la vostra relazione è stata molto succinta e chiara. È necessario però far scattare un meccanismo di vera collaborazione, perché è inaccettabile che alcune regioni si presentino all'ultimo minuto della scadenza stabilita dal Ministero con un pacco di carta straccia di progetti che non saranno mai esecutivi. Si rilevano quindi manchevolezze del Governo e del legislatore, ma anche delle regioni.
Il mio appello vuole favorire l'inizio di una partecipazione proficua per realizzare alcune opere. Il fondo per la progettazione delle opere per il Mezzogiorno esiste e anche le regioni devono sollecitare il Ministro a chiarire perché non siano state varate le norme di attuazione. Lei, presidente, ha anche questa ulteriore responsabilità, ma sono convinto che lavorando insieme riusciremo a trovare qualche punto di incontro.

ANITA DI GIUSEPPE. Sono convinta che il lavoro delle regioni è sempre serio e devo ringraziarvi per la vostra puntuale relazione, in cui formulate richieste precise e mettete in evidenza diversi problemi, primo fra i quali la mancanza di un programma irriguo nazionale, di cui è necessario farsi carico.
Chiedete inoltre che vengano fissati i criteri di ripartizione delle risorse, ma vorrei sapere se abbiate dato suggerimenti al Ministro o a chi di competenza per fissare questa ripartizione delle risorse.
Avete anche chiesto di sostituire la progettazione esecutiva con una progettazione di fattibilità. Vorrei sapere se queste richieste siano state rivolte al Ministro, se ci sia stato un dialogo fra di voi.

PRESIDENTE. Do ora la parola ai nostri ospiti per la replica.

ANDREA PRATO, Assessore all'agricoltura e riforma agro-pastorale della regione autonoma della Sardegna. Vorrei fare una brevissima premessa sui consorzi di bonifica. Ponete infatti un problema serio e molto importante, sul quale dobbiamo lavorare molto e insieme (problema più della mia isola e meridionale che non del nord Italia). Purtroppo oggi il sistema delle bonifiche è in stato pre-fallimentare dovuto non tanto al sistema delle infrastrutture quanto alla stratificazione politica, che ha fatto sì che oltre il 50 per cento dei costi di funzionamento sia dovuto a spese di personale.
Come sistema delle regioni, quindi, dobbiamo rivedere questa politica. Nel 1907, Salvemini affermava che il sistema delle acque dava molto più da mangiare che da bere. Non ci conforta sapere che questo problema ha ormai cento anni, ma questa è la situazione.
Purtroppo, vi assicuro che questo problema delle infrastrutture ci appassiona molto, ma è veramente una goccia nei bacini rispetto alla dimensione dei debiti che ogni sistema accumula non solo per i costi del personale, ma anche per la manutenzione sulle linee, che non sono necessariamente gli investimenti.
Gli investimenti per manutenzione non devono infatti essere confusi con gli investimenti per nuove infrastrutture, perché la gran parte delle risorse messe a disposizione nel citato decreto-legge è relativo a nuovi impianti, mentre invece dovrebbe essere speso nel sistema delle manutenzioni.
Come regioni, non abbiamo ancora trovato il modo con cui fare una ripartizione adeguata; oltre 1300 progetti sono stati già inseriti nel piano, ma, in base alla verifiche effettuate da Agensud, molti di questi non potranno essere realizzati. Le regioni stanno quindi valutando un piano di rivisitazione, per decidere a quali rinunciare.


Pag. 6


Abbiamo due strade possibili, per le quali non abbiamo ancora trovato un accordo: in base a una ciascuna regione manterrebbe le sue somme e rifarebbe i progetti coerentemente con le somme assegnate, in base all'altra - attualmente prioritaria nella Conferenza Stato-regioni, ma in base a ragionamenti svolti prima dell'arrivo dell'assessore Stefano - si vorrebbe ripartire in funzione del numero di progetti emergenti nella nuova attribuzione.
Come regioni, però, non abbiamo ancora trasferito al Ministero il piano di proposta e non siamo ancora in grado di portare in Conferenza Stato-regioni la scelta fra questi due sistemi. Il problema, quindi, non è tra noi e il Ministro, ma è tra di noi, i nostri uffici e l'Agensud.

PRESIDENTE. Si tratta di questioni importanti e complesse. Ringrazio i rappresentanti delle regioni e delle province autonome per le approfondite relazioni offerte, a testimonianza di come il rapporto di questa Commissione con il sistema delle regioni possa generare ulteriori, positivi risultati.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,50.

Consulta resoconti delle indagini conoscitive
Consulta gli elenchi delle indagini conoscitive