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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione XIV
4.
Mercoledì 10 dicembre 2008
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Consiglio Nunziante, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALLA FORMAZIONE E ALL'ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA E DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA: ATTUAZIONE DELLA LEGGE N. 11 DEL 2005 E PROSPETTIVE DI RIFORMA

Audizione di rappresentanti dell'ANCI:

Consiglio Nunziante, Presidente ... 3 5 6 7 9
Gozi Sandro (PD) ... 6 8
Monaco Francesco, Responsabile politiche comunitarie e Mezzogiorno dell'ANCI ... 6 7 9
Santarsiero Vito, Sindaco di Potenza ... 3 5 6 8 9
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

COMMISSIONE XIV
POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA
Comitato permanente per il monitoraggio sull’attuazione delle politiche dell’UE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 10 dicembre 2008


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NUNZIANTE CONSIGLIO

La seduta comincia alle 10,15.

(Il Comitato approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito.
(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti dell'ANCI.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea: attuazione della legge n. 11 del 2005 e prospettive di riforma, l'audizione di rappresentanti dell'ANCI.
L'audizione odierna presenta una particolare importanza in quanto ci consente - dopo l'incontro di ieri con i rappresentanti dei consigli regionali - di approfondire uno dei principali filoni di analisi: l'adeguatezza dell'attuale quadro normativo rispetto all'esigenza di garantire la partecipazione degli enti locali alla formazione delle decisioni e delle politiche dell'UE.
Il rafforzamento del ruolo degli enti locali, oltre che delle regioni, ha costituito - voglio sottolinearlo e rivendicarlo - uno degli elementi di novità più significativi della legge Stucchi, che ha introdotto un apposito complesso di strumenti e procedure.
Nell'ambito della nostra indagine vorremmo verificare anzitutto il grado e le modalità di attuazione di questi strumenti, quali previsti in particolare dall'articolo 6 della legge Stucchi, da parte degli enti locali, anche con riferimento alla collaborazione con i competenti organi statali.
In secondo luogo, intendiamo acquisire elementi utili a valutare se il quadro normativo vigente risulta conforme al nuovo Titolo V della Parte seconda della Costituzione.
In terzo luogo, sarebbe utile verificare la possibilità di rafforzare la cooperazione tra le Camere e gli enti locali, in particolare per quanto attiene all'informazione sulle rispettive attività di fase ascendente.
Sono con noi stamattina il dottore Vito Santarsiero, Sindaco di Potenza, il dottore Francesco Monaco, responsabile politiche comunitarie e Mezzogiorno dell'ANCI e il dottore Giuseppe Pellicanò, dell'ufficio stampa dell'ANCI.
Vi prego pertanto di fornirci valutazioni e proposte puntuali di cui terremo sicuramente conto in vista di un'eventuale revisione della legge Stucchi e del regolamento della Camera.

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. Presidente, grazie per l'invito ad esprimerci rispetto ad una legge che oggi ci consente di poter fare una valutazione precisa degli obiettivi che si era data. Uno degli obiettivi era quello di favorire una partecipazione degli enti locali nella fase di formazione delle norme comunitarie. Volerci oggi chiamare per verificare l'impatto del processo partecipativo di tipo interistituzionale sulla formazione delle politiche comunitarie rappresenta sicuramente


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un elemento di sensibilità e di rispetto per gli enti locali che mi sembra giusto sottolineare.
Grazie alla legge n. 11 del 2005, gli enti locali sono parte del CIACE, il Comitato interministeriale per gli affari comunitari che consente di interagire con il Governo centrale nella discussione delle parti di politiche comunitarie di loro interesse. Questo rappresenta sicuramente un elemento importante, che ci ha visto già partecipare ad alcuni incontri per esprimere il nostro parere in proposito e dibattere il tema.
Dobbiamo sottolineare il ruolo centrale che non soltanto la nostra Costituzione, ma anche l'Europa e le politiche europee oggi riconoscono agli enti locali, mettendo tale funzione al centro dei processi di crescita e di sviluppo delle politiche dei territori.
I programmi europei 2007-2013, rispetto ai precedenti, hanno conosciuto un'evoluzione relativamente al rafforzamento delle politiche urbane e del ruolo degli enti locali.
Questa premessa è essenziale per noi, per chiedere con forza che il nostro ruolo, anche all'interno dei percorsi partecipativi di questo tipo, venga reso più efficace e venga in qualche modo rilanciato.
L'Europa, e anche l'Italia, sono cresciute molto quando i comuni, gli enti locali, sono stati messi nelle condizioni di essere protagonisti.
Soprattutto nei primi anni 2000, quando i comuni hanno potuto fruire di strumenti di sviluppo importanti ad essi dedicati e quando è stato esaltato il loro protagonismo, il nostro Paese è cresciuto come non mai dagli anni del dopoguerra.
L'Europa riconosce la validità di questi risultati, la legge anche in altre nazioni e, ovviamente, comincia a sviluppare azioni politiche che vanno in quella direzione.
Con la legge n. 11, abbiamo voluto inserire la riflessione dei nostri enti locali all'interno del circuito nazionale, per comprenderne le problematiche e portare i comuni ad avere un ruolo diretto di protagonismo.
D'altra parte, dobbiamo dire che, in due anni o poco più, l'ANCI si è trovata due o tre volte presso il CIACE. Sicuramente, si tratta di un numero di incontri, peraltro piuttosto sbrigativi e a margine delle discussioni di alcuni punti relativi agli enti locali, che non può dare il senso di una partecipazione vera, ordinaria e organica rispetto allo sviluppo e alla formazione delle politiche europee.
Pertanto, riteniamo che un primo significativo passo in avanti possa essere compiuto, prevedendo la presenza dell'ANCI in un organo che ha invece un carattere permanente di discussione di queste problematiche, un organo dove il nostro contributo possa essere determinante e sia in grado di incidere sulla definizione delle politiche e sulla fase ascendente della formazione delle norme comunitarie. Mi riferisco al Comitato tecnico permanente, dove l'ANCI non è seduta, dove non è prevista la sua presenza.
Questo è un elemento essenziale, dirimente, perché le problematiche che oggi i comuni affrontano con una responsabilità diretta sono strettamente connesse alla strategia di Lisbona e alle politiche di sviluppo previste dall'Europa.
Essendo anche membro del Comitato delle regioni in seno all'organismo di rappresentanza europea, posso evidenziare che le questioni connesse ai trasporti, alle politiche energetiche, ai rifiuti e allo stato sociale, senza un protagonismo dei comuni, senza che essi abbiano la possibilità di portare sul tavolo le proprie esperienze, le proprie problematiche e i propri progetti, non possono trovare un'attuazione significativa, che vada a cogliere gli obiettivi per cui si discute di queste problematiche.
Ecco perché, presidente, a fronte delle tante occasioni in cui abbiamo fatto sentire la nostra voce nelle varie sedi, ribadiamo che la presenza dell'ANCI nel Comitato tecnico permanente, può rappresentare per questo organismo l'opportunità di rafforzarsi nel definire meglio le politiche e nell'aiutarci anche ad attuare il titolo V della Costituzione. Quest'ultimo, in


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una logica di pari dignità, chiama i comuni, gli enti locali a svolgere un ruolo centrale, primario; un ruolo in cui anche la pari dignità trova concretezza nella partecipazione agli organi in cui si decidono le politiche.
Per questo motivo, a margine di questa audizione, chiediamo l'ingresso dell'ANCI nel Comitato tecnico permanente, ritenendo che in questo modo si possa dare vera concretezza e attuazione ai principi ispiratori della legge n. 11 del 2005.

PRESIDENTE. Sindaco, lei ha fatto un'affermazione molto importante, che tra l'altro è di un'attualità incredibile, quando ha parlato della questione energetica. Mi potrebbe spiegare meglio che cosa intendeva dire?

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. Vengo allora al tema del rapporto tra la questione energetica e i comuni.
La questione energetica nel nostro Paese si muove su grossi filoni. Da una parte, abbiamo la produzione di energia legata al fotovoltaico e all'eolico. Queste forme chiamano spesso i comuni a svolgere un ruolo in grande solitudine.
I comuni sono di frequente oggetto di sollecitazioni, richieste da parte di realtà che operano in questo settore, senza che la loro azione possa fare riferimento a un programma più ampio di tipo regionale o nazionale. Abbiamo bisogno di portare il nostro ruolo in un contesto molto più ampio.
Anche la gestione dei rifiuti, un settore di nostra esclusiva responsabilità, è sempre più connessa alla produzione dell'energia. I termovalorizzatori rappresentano oggi delle realtà rispetto alle quali il ruolo dei comuni è determinante, ma si tratta di una funzione che incide e interagisce con la produzione di energia.
Potrei dire di più: nel nostro Paese, laddove vi sono territori interessati all'estrazione petrolifera - non sono moltissimi, ma sono aree significative del Paese -, le autorizzazioni delle compagnie vengono richieste anche ai comuni.
Può verificarsi il caso in cui dieci comuni di una stessa area vengono chiamati per dare dieci pareri, che potrebbero essere differenziati, senza alcun motivo. Abbiamo bisogno di omogeneizzare queste azioni e per farlo occorrono tavoli dove, in maniera omogenea, tali questioni possano essere affrontate e portate a soluzione.

PRESIDENTE. Nel corso dell'audizione di ieri, i consigli regionali hanno proposto di inserire nella legge Stucchi i criteri per la nomina dei membri italiani del Comitato delle regioni.

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. Esiste già un criterio. Nel Comitato delle regioni siamo in ventuno e abbiamo una ripartizione fra rappresentanti delle regioni, delle province e dei comuni. Poi, le rispettive associazioni di rappresentanza individuano i soggetti.

PRESIDENTE. Ai comuni sarebbero attribuiti sette membri titolari e nove supplenti su ventiquattro?

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. Il numero preciso non lo ricordo.

PRESIDENTE. Siete d'accordo su una suddivisione di questo tipo?

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. Avremo bisogno di un attimo di riflessione, di conoscere i numeri e di verificare. Tuttavia, mi sembra giusto che in questa legge, volta a regolamentare la partecipazione degli enti locali alle politiche comunitarie e al Comitato delle regioni, si vada a normare anche il numero e il livello di partecipazione.
Casomai, rimandiamo a una riflessione più specifica il dettaglio relativo ai numeri.

PRESIDENTE. Su quali temi l'ANCI è stata consultata dal CIACE?

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. Siamo stati consultati in occasione della trattazione delle questioni legate alla strategia di Lisbona e alle energie


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rinnovabili e in occasione del programma dei diciotto mesi della presidenza tedesca, portoghese e slovena, in un'audizione del 13 marzo 2007 che si svolse proprio in quest'aula.

PRESIDENTE. In che modo si potrebbe rafforzare la vostra presenza?

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. Lo dicevo in precedenza: attraverso la nostra partecipazione al Comitato tecnico permanente.

FRANCESCO MONACO, Responsabile politiche comunitarie e Mezzogiorno dell'ANCI. Vorrei aggiungere una precisazione tecnica. Il Comitato tecnico permanente istruisce i dossier che poi vengono discussi dal CIACE.
È già previsto nella legge che, se questi dossier riguardano materie di competenza delle regioni, il Comitato permanente è allargato al rappresentante della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Manca la previsione dell'allargamento ai rappresentanti degli enti locali, quando il Comitato discute di questioni afferenti gli enti locali. È una lacuna che non completa il disegno di adeguamento della legge n. 11 al titolo V della Costituzione.
Si pone inoltre un problema di diffusione delle informazioni rispetto ai progetti di legge, di cui all'articolo 6. Di fatto, in due o tre anni, non siamo stati mai chiamati a partecipare a riunioni tecniche.
Mentre abbiamo molta informazione anche via mail rispetto a quello che succede, non c'è mai stata un'occasione di approfondimento tecnico e politico di provvedimenti specifici che riguardano la formazione della legge.
Per completezza, devo dire che sulla fase discendente del diritto comunitario abbiamo una rappresentanza all'interno del Comitato che opera contro le frodi comunitarie. Questo è sicuramente un punto che completa la nostra partecipazione al processo di attuazione del diritto comunitario.

SANDRO GOZI. Innanzitutto, mi dispiace di non essere potuto arrivare prima, perché ritengo che il ruolo degli enti locali, soprattutto nella fase ascendente del processo comunitario, sia di grande rilevanza. Volevo porre alcune domande relative al funzionamento della legge Stucchi e altre legate ai vostri rapporti con la dimensione comunitaria.
In base alla legge Stucchi-Buttiglione e all'articolo 6, i vostri esperti dovrebbero partecipare a riunioni di tavoli di coordinamento della posizione italiana, nel momento in cui a Bruxelles si negoziano questioni di competenza degli enti locali, in particolare dei comuni.
Volevo sapere se questo avviene; se non avviene, perché; e se, di vostra iniziativa, avete pensato di inviare delle osservazioni, delle prese di posizione, senza aspettare di essere consultati, su temi che riguardano gli enti locali.
Il secondo quesito è il seguente. Ritenete soddisfacente il modo in cui l'Italia partecipa alla selezione dei rappresentanti del Comitato nelle regioni? Risponde alle esigenze di efficienza del sistema, oppure si potrebbe pensare ad altri tipi di rappresentanza italiana nel Comitato delle regioni e, in questo caso, a quali?
In terzo luogo, vorrei sapere come si svolge, se ciò accade, il vostro dialogo politico - so del vostro ufficio ANCI-Ideali a Bruxelles e via dicendo - con la Commissione europea e in particolare, immagino, con alcune direzioni generali che trattano questioni di ambito comunale.
Vorrei sapere come avviene il vostro dialogo, se siete soddisfatti, o se invece ritenete che le istituzioni europee, in particolare la Commissione e il Parlamento, dovrebbero fare altro per la consultazione dei rappresentanti degli enti locali, come l'ANCI.

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. La nostra partecipazione agli organismi tecnici della legge n. 11 non avviene semplicemente perché non siamo convocati.


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È evidente che, non partecipando a questi incontri e non avendo occasione di conoscere le tematiche in esame, diventa difficile per noi entrare nel merito delle questioni di cui si discute. Ecco perché la nostra partecipazione è auspicabile, attraverso la modifica delle norme della legge n. 11, prevedendo la presenza dell'ANCI in questi organismi.
Quanto alla nostra presenza a Bruxelles, l'attuale organizzazione del CDR prevede una significativa - bisogna dirlo - rappresentanza degli enti locali in seno al Comitato delle regioni.
L'ANCI, con uno sforzo straordinario, ha organizzato un proprio ufficio, l'ufficio Ideali, che rappresenta per noi un punto di riferimento importante per tutte le questioni: da quelle logistiche, a quelle che riguardano l'interazione complessiva con la Comunità europea.
Devo dire che se fosse possibile istituzionalizzare in maniera più significativa, da parte del nostro Parlamento, una presenza a sostegno degli enti locali, questo potrebbe rafforzare l'azione di Ideali.
Ideali è pur sempre un'organizzazione sostenuta dalla sola ANCI, anche con problemi di risorse. Inoltre, come è ovvio, dal punto di vista del peso della rappresentanza, dell'interazione con le varie dirigenze e i vari dipartimenti europei, una presenza formale organizzata del nostro Parlamento avrebbe una maggiore rilevanza.
Mediamente, l'interazione con il mondo della Comunità europea avviene, per noi sindaci, attraverso ANCI Ideali. Tuttavia, tale attività potrebbe rafforzarsi con una presenza più forte e più istituzionale del nostro Stato.

PRESIDENTE. Qualche mese fa, la Commissione europea ha presentato un Libro verde sulla coesione territoriale che avrà una consultazione aperta all'incirca fino a febbraio. Avete inviato delle osservazioni alla Commissione?

FRANCESCO MONACO, Responsabile politiche comunitarie e Mezzogiorno dell'ANCI. Abbiamo seguito questa iniziativa, così come facciamo con tutte le iniziative di consultazione pubblica che promuove la Commissione, attraverso l'ufficio Ideali, che organizza poi all'interno, almeno a livello di consiglio nazionale dell'associazione, dei momenti specifici di approfondimento su singole tematiche. Se ne terrà uno il 18 dicembre che riguarderà le politiche urbane.
Devo dire che, mentre sono state organizzate delle iniziative associative di consultazione tecnica fra i dipartimenti competenti nelle varie materie, per motivi di tempo, sul punto specifico della coesione territoriale non è stata condotta un'azione di consultazione con i sindaci.
C'è da apprezzare che la coesione territoriale, col nuovo trattato, diventerà un obiettivo costituzionalmente tutelato dall'Unione, per cui la dimensione territoriale della politica di coesione e le politiche generali dell'Unione saranno costituzionalmente garantite. Questo è un aspetto che l'ANCI ha apprezzato in moltissimi documenti che ha fatto pervenire sia alla Commissione che agli altri organi dell'Unione europea.
Sul Libro verde in particolare, riferisco semplicemente il contenuto di alcuni documenti che sono stati inviati nell'ambito dell'azione di partecipazione e di consultazione. Riporto dunque una critica di genericismo rispetto a questo documento della Commissione.
Dal punto di vista tecnico, abbiamo avuto l'impressione che la Commissione, sotto questo specifico profilo, pur avendo enfatizzato l'importanza della dimensione territoriale nella prima parte nel documento, non abbia voluto osare approfondire quell'analisi e trarre delle conclusioni.
Pertanto, la parte di proposta del Libro verde, stando almeno alla versione uscita dalla consultazione, tratta in maniera abbastanza ecumenica le varie questioni, senza operare delle scelte di fondo che invece sono rinvenibili in altri atti comunitari, ad esempio in materia di sviluppo urbano.


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Abbiamo sostenuto più volte che, soprattutto in funzione anticiclica, oggi occorrerebbe molto puntare sullo sviluppo urbano, perché sotto quel profilo è possibile creare maggiore valore aggiunto agli investimenti locali e una maggiore accelerazione per gli investimenti stessi.
Su questo fronte, quindi, ci aspettavamo una presa di posizione più coraggiosa da parte della Commissione. D'altro canto, ad un anno dal rinnovo del Parlamento europeo, era anche comprensibile una prudenza su questa posizione.
Per rispondere, sempre da un punto di vista tecnico, all'altra questione dei rapporti con le direzioni generali della Commissione, devo dire che abbiamo intanto un protocollo di intesa con la rappresentanza in Italia, all'interno del quale sviluppiamo delle attività di informazione e comunicazione. Ne abbiamo una in programma sulle prossime elezioni europee, quindi porteremo avanti un'azione di informazione verso i cittadini per sensibilizzarli a esprimere il diritto di voto e a contribuire a eleggere il Parlamento europeo.
Inoltre, abbiamo un'interlocuzione costante, almeno per quanto riguarda la programmazione e l'attuazione delle politiche di coesione regionali, all'interno dei comitati di sorveglianza. In quelle sedi, incontriamo la DG Regio, ogni volta che capita di tenere i comitati di sorveglianza.
Attraverso la DG Regio, eventualmente interloquiamo anche con le altre DG della Commissione. È un rapporto che, almeno da un punto di tecnico, è abbastanza risalente negli anni e quindi anche abbastanza consolidato.

SANDRO GOZI. Dal nostro punto di vista - leggerò anche la vostra relazione -, al di là delle questioni specifiche legate alla fase ascendente, sembra che in Italia ci sia bisogno di dare maggiore «assistenza» ai comuni nelle materie rilevanti dal punto di vista comunitario.
Del resto, si tratta di una serie di impegni vincolanti, giuridici, discendenti da regolamenti e direttive, una buona parte dei quali ricadono nell'attuazione amministrativa vera a livello comunale e non sempre i nostri comuni sono attrezzati per affrontare queste questioni.
A mio parere, quindi, sia dal punto di vista parlamentare, che dell'ANCI, bisognerebbe svolgere un ragionamento su come aumentare l'assistenza e le competenze comunitarie dei comuni, rispetto a quello che lei diceva, ossia al fatto che la coesione territoriale acquisirà una valenza costituzionale.
Questo certamente implicherà un ulteriore coinvolgimento degli enti locali in materia comunitaria. Pertanto, mi sembra che questa attività che è più che informativa - vi è una differenza fondamentale tra l'informazione e l'assistenza alla gestione amministrativa - sia un elemento su cui dobbiamo riflettere insieme. Peraltro, questa è una delle ragioni per cui il presidente vi ha giustamente convocato oggi in questa sede.
Ieri, ad esempio, abbiamo esaminato in Aula una questione dolente che riguarda innanzitutto i comuni, ma non solo, quella della gestione e dello smaltimento dei rifiuti.
Chiaramente, abbiamo trattato della cosiddetta «emergenza Campania» - non entrerò nel merito dell'intervento che ho già svolto ieri -, però è evidente che su questo fronte si pongono una serie di direttive in materia ambientale, in particolare sulla gestione e sullo smaltimento dei rifiuti, che ricadono poi nelle competenze di un sindaco e di una giunta.
Anche le infrazioni discendono da responsabilità del sindaco e della giunta. Tre infrazioni su dodici in materia di rifiuti derivano da inadempienze comunali.
Certamente non dico questo per caricare l'ANCI di ulteriori responsabilità, ma per capire insieme come si può affrontare questo problema che è una questione orizzontale e che mi sembra essere di grande rilevanza.

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. Che in Europa si possa discutere della questione dei rifiuti, sviluppando


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un'azione di fiancheggiamento dei comuni è assolutamente straordinario. Condivido pienamente.

PRESIDENTE. Ho piacere a parlare con il sindaco di Potenza, perché sono sindaco anche io di un piccolo comune e vi posso garantire che la questione dei rifiuti diventa estremamente importante in contesti del genere.
È talmente tangibile il servizio che si offre al cittadino che ne deriva un diretto apprezzamento o meno.

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. È un contesto in cui è difficile comprendere come l'Europa possa venirci incontro.
La componente energetica è sicuramente un canale attraverso il quale l'Europa può interagire con i comuni nella questione rifiuti. Tra l'altro, la questione ha una dimensione così locale, chiamando in causa le province e le regioni per i rispettivi piani, che i comuni inevitabilmente interagiscono con loro.
La discarica comprensoriale è afferente a un piano provinciale approvato dalla regione, poi dipende dai vari organismi. L'Europa può intervenire, sostenendoci, sulla questione energetica e casomai sviluppando un programma trasversale sulla raccolta differenziata. Quindi, su due livelli non direttamente legati alla questione, ma che la intercettano. L'Europa, dunque, potrebbe avere grande interesse e motivazione per farlo.

PRESIDENTE. In che modo la Conferenza Stato-Città gestisce il flusso di documenti che riceve dal Governo, ai sensi dell'articolo 6 della legge Stucchi? L'ANCI riceve i documenti? Come decide se esaminarli ed elaborare osservazioni?

FRANCESCO MONACO, Responsabile politiche comunitarie e Mezzogiorno dell'ANCI. Dal punto di vista delle Conferenze, riceviamo tutta la documentazione ogni volta che queste vengono convocate.
Analizziamo tutta la documentazione e, attraverso i nostri rappresentanti, esprimiamo, laddove richiesto, tutti i pareri.
Pertanto, per quanto posso testimoniare, dal punto di vista operativo, l'azione delle Conferenze procede in maniera regolare.
Il punto - ma questa è un'altra valutazione - è capire, nell'ambito dei processi di formazione delle norme, il significato e il peso che possono avere questi pareri.
Dal punto di vista dell'azione di informazione, di consultazione, di raccolta dei pareri, devo testimoniare che i canali sono sempre attivi sotto il profilo tecnico. Se presentiamo delle richieste di approfondimento tecnico delle varie questioni, normalmente ci vengono concesse, anche se in alcuni casi possono esistere delle ragioni di urgenza a dare quel parere. Come ho detto, tuttavia, se chiediamo l'opportunità di fare un approfondimento tecnico, normalmente ci viene concesso, nei limiti in cui questo è possibile. Pertanto, l'attività è abbastanza regolare.
Di norma, attraverso i nostri sindaci, siamo in grado di produrre il lavoro di valutazione dei vari provvedimenti che sono in discussione nelle varie Conferenze.

PRESIDENTE. Come sottolineava anche l'onorevole Gozi in precedenza, si ha l'impressione che i piccoli comuni non abbiano le strutture adeguate. Da sindaco di un piccolo comune mi ponevo una domanda molto semplice: l'ANCI sta promuovendo la costituzione di uffici specializzati in affari comunitari presso i comuni che magari hanno dimensioni appena accettabili?

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. In questo caso, sono le ANCI regionali che cercano di supportare le piccole realtà comunali.
Ad ogni modo, a livello centrale, l'ANCI sviluppa, attraverso una serie di strutture discendenti dall'ANCI stessa, una serie di servizi di alto profilo ai comuni.
Presidente, la vogliamo di più in ANCI, non solo per far conoscere meglio la nostra macchina molto articolata, ma anche per portare meglio la nostra voce in queste aule.


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PRESIDENTE. Non sempre i piccoli comuni hanno molta visibilità sotto certi aspetti, però ho partecipato ad alcune riunioni dell'ANCI, tra l'altro con il Ministro Maroni.

VITO SANTARSIERO, Sindaco di Potenza. D'altronde, l'associazione dei piccoli comuni è quella più forte all'interno dell'ANCI - parliamo di 5.500 comuni su 8.200 - con una sua organizzazione, un suo presidente, il presidente dell'Associazione dei piccoli comuni sotto i cinquemila abitanti, e anche una serie di organizzazioni dedicate.

PRESIDENTE. Nel ringraziare i nostri ospiti che hanno portato sicuramente un contributo molto positivo al lavoro che ci apprestiamo a svolgere nei prossimi mesi, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 10,50.

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