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Temi dell'attività Parlamentare

Libertà religiosa
La XVI Legislatura è stata caratterizzata dall'approvazione di diverse leggi di recepimento di nuove intese tra lo Stato e confessioni religiosi e di modifica di leggi già vigenti. Vanno inoltre ricordati numerosi atti di sindacato ispettivo, riferiti a progetti di costruzione di moschee o all'attività di Centri di cultura islamici.
Le intese con le confessioni religiose

La Costituzione sancisce il principio di eguale libertà di tutte le confessioni religiose e il loro diritto ad organizzarsi secondo i propri statuti. I rapporti delle confessioni non cattoliche con lo Stato italiano sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. A partire dal 1984, lo Stato italiano ha proceduto a stipulare intese, recepite con legge, con la Tavola valdese, con l’Unione italiana delle Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, con l’Assemblee di Dio in Italia, con l’Unione delle Comunità ebraiche italiane, con l’Unione cristiana evangelica battista d’Italia e con la Chiesa evangelica luterana in Italia.

Le intese finora intervenute danno atto dell’autonomia e della indipendenza degli ordinamenti religiosi diversi da quello cattolico. Ciascuna intesa reca disposizioni dirette a disciplinare i rapporti tra lo Stato e la confessione religiosa che ha stipulato l’intesa.

Nella legislatura in corso, sono state approvate due leggi di iniziativa governativa per l’approvazione di modifiche alle intese già stipulate con:

  • l’Unione italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° giorno, nel 1986, già modificata nel 1996 (legge 67/2009; A.C. 2262);
  • la Tavola Valdese, nel 1984 (legge 68/2009; A.C. 2321).

    Per quanto riguarda le Chiese Cristiane Avventiste del 7° giorno, la modifica dell’intesa ha l’obiettivo di consentire il riconoscimento delle lauree in teologia conferite dall’Istituto avventista di cultura biblica in aggiunta al già previsto riconoscimento dei diplomi in teologia e in cultura biblica.

    La modifica apportata all’intesa con la Tavola Valdese prevede invece che la Chiesa evangelica valdese, che già gode del beneficio della destinazione dell’8 per mille dell’imposta sui redditi limitatamente alle scelte precisate in suo favore dai contribuenti, possa anche partecipare all’ulteriore suddivisione delle somme derivanti da quei contribuenti che non hanno espresso alcuna preferenza.

    Il 23 febbraio 2012 si è, altresì, concluso l'iter di approvazione del disegno di legge recante "Modifica della legge 12 aprile 1995, n. 116, recante approvazione dell'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Unione cristiana evangelica battista d'Italia, in attuazione dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione (A.C. 4569). Il testo approvato in via definitiva non è ancora stato pubblicato.

    Sono state, inoltre, approvate altre cinque leggi volte a regolare i rapporti tra lo Stato e le seguenti confessioni religiose:

      Non si è, invece, concluso l'esame, presso la I Commissione Affari Costituzionali della Camera, del disegno di legge di recepimento dell'intesa con la Congregazione cristiana dei testimoni di Geova in Italia (A.C. 5473).

      I rapporti con la religione islamica

      Fin dagli anni ‘90 alcune comunità islamiche hanno avanzato istanze per arrivare a stipulare intese con lo Stato italiano. Le proposte avanzate non hanno però mai rivestito carattere omogeneo, dal momento che le organizzazioni non avevano raggiunto un accordo preventivo.

      Nel 2000, le organizzazioni islamiche più rappresentative sono pervenute alla costituzione dell’associazione del Consiglio islamico d’Italia, quale organismo di rappresentanza dell’Islam. Il Consiglio però non è mai divenuto operativo e l’incapacità di raggiungere una posizione comune rappresentativa dell’universo islamico in Italia, ha sin qui determinato l’impossibilità di stipulare un’intesa con lo Stato italiano.

      A livello amministrativo, si ricorda che nel settembre 2005 è stata istituita, presso il Ministero dell’interno, la Consulta per l’islam italiano, organo consultivo dove siedono membri delle più rappresentative istituzioni islamiche presenti nel nostro Paese, che si pone l’obiettivo di avviare un dialogo istituzionale con le componenti musulmane presenti in Italia e di agevolare la costruzione di un Islam italiano, fondato sui propri valori religiosi e culturali, ma anche sulla piena accettazione degli ordinamenti politici e delle leggi italiane.

      La Camera si è interessata a più riprese della questione. In materia vanno certamente ricordati gli atti di sindacato ispettivo presentati nel corso dell’attuale legislatura e riferiti ai progetti di costruzione di moschee o all’attività di Centri di cultura islamici.

      Nella seduta del 16 settembre 2008 dell’Assemblea della Camera, il Sottosegretario per l’Interno, on. Mantovano, rispondendo all’interpellanza sulle problematiche inerenti al finanziamento e al progetto di realizzazione della moschea di Bologna, ha ricordato come la vicenda sia riferibile al più ampio problema di controllo e monitoraggio delle realtà associative islamiche presenti in Italia.

      Un dibattito e una deliberazione in Assemblea, contenente una specifica direttiva al Governo, sono stati sollecitati dalle mozioni Cota ed altri 1-00076 concernente una moratoria per la costruzione di nuove moschee e centri culturali islamici, che invita il Governo a bloccare la costruzione di nuove moschee fino a quando non verrà approvata una legge che regolamenti l'edificazione di luoghi di culto delle confessioni che non abbiano stipulato intese con lo Stato italiano. Alla mozione Cota è stato congiunto l’esame della mozione Evangelisti ed altri 1-00169 che, al contrario sottolinea la necessità di una specifica normativa sulla libertà religiosa.

      Si ricorda infine che la Camera ha esaminato alcune proposte di legge volte ad introdurre il divieto di indossare indumenti che coprono il volto, anche se per motivi di carattere religioso (A.C. 627 e abb.).