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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione I
7.
Martedì 8 febbraio 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Bruno Donato, Presidente ... 3

Audizione del capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, prefetto Francesco Paolo Tronca, e del capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ingegner Alfio Pini, sulle problematiche relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Bruno Donato, Presidente ... 3 11 16 18 20
Bressa Gianclaudio (PD) ... 16 19
Pini Alfio, Capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ... 11
Rosato Ettore (PD) ... 17
Tassone Mario (UdC) ... 16
Tronca Francesco Paolo, Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile ... 3 18 19

Audizione del sottosegretario di Stato per l'interno, Nitto Francesco Palma, sulle problematiche relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Bruno Donato, Presidente ... 20 22 23 24
Palma Nitto Francesco, Sottosegretario di Stato per l'interno ... 20 23
Rosato Ettore (PD) ... 22
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IR; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di martedì 8 febbraio 2011


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DONATO BRUNO

La seduta comincia alle 12,35.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, prefetto Francesco Paolo Tronca, e del capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ingegner Alfio Pini, sulle problematiche relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, prefetto Francesco Paolo Tronca, e del capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ingegner Alfio Pini, sulle problematiche relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Ringrazio gli auditi, a nome mio e di tutta la Commissione, e do la parola al prefetto Tronca.

FRANCESCO PAOLO TRONCA, Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Ringrazio lei, signor presidente, e ringrazio sentitamente i membri della Commissione.
L'occasione odierna costituisce un utile momento di riflessione per tirare le somme rispetto all'attività svolta dal Corpo dei vigili del fuoco e per realizzare un confronto realistico sull'attuale impostazione strategica da cui far discendere ipotesi correttive del quadro complessivo, che risulta sicuramente migliorabile. Per farlo ritengo utile partire dalla situazione attuale.
Nel nostro Paese poche questioni vengono percepite dalla gente comune come questioni che funzionano. È giusto riconoscere che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco viene visto dai cittadini come un organismo che funziona, che dà sicurezza e tranquillità, che è presente nei momenti di difficoltà. La mia è una semplice constatazione, ma, in un Paese in cui spesso ci limitiamo ad affermare che tutto va male, sottolineo con orgoglio una riconosciuta eccellenza.
Pur considerando le problematiche evidenziate anche in questa sede dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, occorre preliminarmente sottolineare come, anche con risorse assai limitate, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco sia riuscito e riesca a svolgere sempre e immancabilmente il ruolo fondamentale attribuitogli dall'ordinamento.
Vorrei ora esporre in breve gli aspetti più rilevanti dell'attività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, cominciando dai dati relativi alla sicurezza civile.
Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco persegue la missione di preminente interesse pubblico finalizzata alla sicurezza della vita umana, all'incolumità delle persone


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e alla tutela dei beni e dell'ambiente attraverso le azioni della prevenzione e del soccorso.
Il bilancio di queste due prioritarie azioni nell'anno 2010 rende con immediata evidenza e in termini oggettivamente riscontrabili la fondamentale risposta che i vigili del fuoco offrono alle esigenze di tutela dell'intera comunità nazionale: 730.444 interventi di soccorso, in media oltre 2.000 interventi di soccorso al giorno, in tutto il Paese, di cui il 33 per cento per incendio, oltre 200.000 esami di progetto e sopralluoghi per il rilascio del certificato di prevenzione incendi - i dati verranno poi esposti con maggior dettaglio dal Capo del Corpo nazionale - oltre 50.000 servizi di vigilanza nei locali di pubblico spettacolo, come teatri, stadi e concerti, oltre 29.500 partecipazioni a Commissioni collegiali esterne di vigilanza di pubblico spettacolo, esplosivi, carburanti, oli minerali, gas tossici e altre ancora.
A ciò deve aggiungersi l'attività di informazione rivolta ai cittadini, per circa 370.000 utenti all'anno, la formazione di professionisti ai fini della certificazione antincendio - risultano a oggi 77.000 gli iscritti negli elenchi del Ministero dell'interno - la formazione per gli addetti alla prevenzione incendi, la lotta antincendio e la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro, con oltre 22.000 persone formate all'anno.
Sono numeri che fanno dell'Italia uno dei Paesi con il più basso numero di incendi e di vittime a causa di incendi.
La lotta attiva contro gli incendi boschivi impegna intensamente, soprattutto nel periodo estivo, le strutture operative del Corpo nazionale. Nel corso dell'ultima campagna estiva sono stati effettuati circa 34.000 interventi per incendi di bosco, sterpaglie e colture agricole in genere. Tale attività viene svolta nell'ambito del normale soccorso tecnico urgente.
Nel quadro normativo vigente le competenze in materia di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi sono attribuite alle regioni, che possono regolamentare il concorso dello Stato attraverso apposite convenzioni con le cosiddette campagne antincendi boschivi.
Passiamo ad esaminare i numeri relativi all'emergenza. Il 30 settembre 2009 e lo scorso 1o ottobre 2010 la bandiera del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha ricevuto dalle mani del Presidente della Repubblica tre medaglie d'oro, le cui motivazioni rimandano a eventi - il terremoto dell'Abruzzo e l'incidente di Viareggio - che fanno ormai parte della memoria collettiva del Paese e che hanno consentito a tutti di apprezzare appieno le elevatissime doti umane e professionali dei vigili del fuoco.
Si tratta di due occasioni tragiche che hanno rappresentato il banco di prova in cui si è verificata e messa a punto la macchina operativa di soccorso del Corpo. Basta rammentare che all'Aquila alle 7 del mattino erano già presenti 300 vigili del fuoco e che, a 48 ore dal sisma, erano impegnati nell'attività di soccorso urgente alla popolazione oltre 2.400 vigili del fuoco, con 1.200 mezzi e 168 sezioni operative provenienti da tutte le regioni d'Italia, eccetto le isole.
Sin dalle prime ore le squadre operative e le unità di ricerca individuavano e recuperavano, attraverso dispositivi specializzati, i corpi intrappolati negli strati profondi delle macerie e salvavano 103 persone.
Dal 6 aprile 2009 i vigili del fuoco hanno effettuato in Abruzzo più di 217.000 interventi. Le squadre provenienti da tutta Italia proseguono ancora oggi nell'opera di messa in sicurezza di strade e di edifici, nonché di assistenza e di sostegno alla popolazione per il recupero dei beni dalle abitazioni danneggiate dal sisma. Tutto ciò avviene continuando a garantire inalterata l'efficienza del dispositivo ordinario di soccorso pubblico in tutto il territorio nazionale.
Nello stesso periodo la macchina del soccorso urgente ha dovuto parimenti far fronte ad altre drammatiche emergenze. A Viareggio, nella notte del 29 giugno 2009, le fiamme sprigionate dal deragliamento di un convoglio carico di gas provocarono la


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morte di 32 persone, tra le quali anche bambini. In quell'occasione tragica i vigili del fuoco soccorsero immediatamente le persone coinvolte nell'esplosione e, nel contempo, riuscirono a mettere in sicurezza l'intera area, scongiurando il temuto effetto a catena che avrebbe potuto coinvolgere altre cisterne presenti in stazione.
Furono poi i vigili del fuoco, in mezzo alle fiamme, a incendio non ancora domato, a compiere le delicatissime operazioni di raffreddamento delle ferrocisterne e la loro elevatissima professionalità rese possibile concludere positivamente tale intervento.
Gli interventi per i gravi dissesti idrogeologici iniziati alla fine del 2009 nel territorio della provincia di Messina, a Giampilieri, Scaletta Zanclea, Briga e Altolia, con l'impiego eccezionale di 400 uomini, 195 mezzi, 3 nuclei sommozzatori, unità cinofile, 11 mezzi di movimento terra e 4 elicotteri, sono proseguiti in occasione degli eventi registratisi il 1o marzo 2010 a Caronia e il 14 marzo a San Fratello e ancora, nello stesso periodo, nel territorio di Maierato, nella provincia di Vibo Valentia, dove un intero costone è scivolato a ridosso del centro abitato.
In conseguenza dei predetti eventi franosi soltanto nella complessiva area interessata, dalla fine del 2009 al marzo 2010, i vigili del fuoco hanno effettuato ben 18.430 interventi di soccorso.
Un nuovo considerevole sforzo operativo è stato richiesto nello scorso mese di novembre 2010 in occasione degli eccezionali eventi atmosferici, accompagnati da esondazioni, allagamenti e frane con gravissimi danni e perdite umane, che hanno colpito soprattutto il Nord e il Centro Italia, in Veneto, Lombardia, Liguria e Toscana, senza risparmiare vaste zone del Meridione, già interessate da situazioni di dissesto, soprattutto in Calabria.
Illustro ora quella che possiamo definire la proiezione internazionale del Corpo. Il 2010 ha infatti confermato anche questa nuova dimensione della capacità operativa dei vigili del fuoco. La generosa partecipazione che i vigili del fuoco hanno prontamente assicurato alle missioni internazionali di soccorso alla popolazione di Haiti, duramente colpita dal tragico terremoto degli inizi di gennaio, e in Cile, in conseguenza del terribile evento sismico di febbraio, dimostra che anche in materia di protezione e di difesa civile non è più possibile ragionare soltanto nell'ambito dei confini nazionali.
Il dipartimento ha saputo cogliere questo spunto innovativo, rendendo il Corpo nazionale componente fondamentale non soltanto del sistema nazionale, ma anche del meccanismo europeo di protezione civile recentemente varato dalla Commissione europea e degli altri strumenti sovranazionali in materia, come hanno dimostrato anche le esercitazioni internazionali Terex 2010 Italia, Assistex 3 Tunisia, Orion 2010 Inghilterra e in Spagna, in cui i nostri vigili del fuoco hanno guidato con intelligenza e competenza le squadre internazionali di ricerca e soccorso.
In questa prospettiva si inquadra anche un ulteriore importante risultato conseguito dal dipartimento. L'11 ottobre 2010, a conclusione di un complesso percorso intrapreso in proficua collaborazione con il Dipartimento della protezione civile mediante l'istituzione di un tavolo di lavoro congiunto, sono stati registrati presso la banca dati della Commissione europea i primi due moduli SAR (Search and rescue) del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, dislocati a Pisa e a Roma, che potranno essere impiegati all'estero nell'ambito del meccanismo di protezione civile europea. Si tratta di squadre specializzate per interventi rapidissimi in scenari esteri colpiti da particolari criticità.
Il dipartimento rappresenta, altresì, il Ministero dell'interno al tavolo di coordinamento interministeriale finalizzato alla creazione di un'organizzazione di diritto internazionale denominata GRMO, promossa nell'ambito della progettualità sviluppata dal Global Science Forum dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Ministero degli affari esteri.
Le attività e le importanti esperienze descritte dimostrano per numero di risorse


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umane e logistiche utilizzate un impegno del dipartimento sul versante internazionale tutt'altro che episodico, segnando nel 2010 un decisivo consolidamento della partecipazione del Corpo nazionale agli strumenti predisposti in ambito europeo e internazionale in materia di protezione e di difesa civile.
Nel 2011 l'azione del dipartimento proseguirà nella prospettiva del rafforzamento delle capacità di impiego e operativa dei vigili del fuoco sugli scenari internazionali, interpretando l'apertura al mondo esterno come fonte di risorse e di opportunità.
La fiducia nei vigili del fuoco è un indicatore dell'efficacia della risposta. I risultati di una recente indagine di opinione condotta da un primario istituto di ricerca politica, economica e sociale evidenziano, infatti, percentuali vicine al 100 per cento di soddisfazione e fiducia, confermando anche nel 2010 uno straordinario risultato, sia in termini della qualità del lavoro percepita, sia in ordine all'efficacia della strategia adottata per comunicare l'attività svolta e i valori di prevenzione del rischio e di sicurezza che essa persegue.
Ciò è sicuramente il risultato del lavoro che ogni giorno, senza clamore, i vigili del fuoco svolgono per e nelle nostre comunità, così come dello straordinario impegno tecnico-operativo cui i vigili del fuoco, insieme alle altre componenti del sistema nazionale di protezione civile, hanno saputo far fronte nelle gravi emergenze che hanno segnato questi ultimi anni, anche nel contesto internazionale.
Allo stesso tempo, la fiducia e la soddisfazione dei cittadini nei confronti dell'attività dei vigili del fuoco deve essere ricondotta anche all'efficacia della strategia di comunicazione adottata dal dipartimento. Parallelamente, si è raggiunto anche l'importante obiettivo di un'accresciuta consapevolezza dell'attività svolta da parte degli stessi operatori e sono aumentati il senso di appartenenza e lo spirito di Corpo, anche attraverso la valorizzazione e la tutela dei segni distintivi che identificano l'istituzione, come lo stemma araldico, il gonfalone, le nuove divise, i labari.
Per illustrare le iniziative e i risultati desidero soffermarmi sulla tematica del rilancio del ruolo del Corpo sul piano ordinamentale.
In questa legislatura numerosi interventi sono stati rivolti a rilanciare il ruolo del Corpo nazionale. I più significativi sotto un piano programmatico sono sicuramente il riconoscimento del principio di specificità, in ragione delle funzioni svolte (articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183 e articolo 4, comma 3, del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, il cosiddetto decreto anticrisi) e la riaffermazione della centralità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco in materia di pubblica incolumità e di prevenzione incendi nei luoghi di lavoro (decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106).
Nel contempo, nonostante la difficile congiuntura economica, segnali concreti dell'interesse che il Governo e il Parlamento hanno avuto per il Corpo nazionale sono testimoniati da alcune disposizioni con le quali è stato assicurato, da una parte, l'assetto operativo - autorizzazioni e assunzioni straordinarie e copertura integrale del turnover - dall'altra, quello organizzativo, prevedendo la significativa esclusione del dipartimento dalle riduzioni degli uffici e degli organici previste per la generalità delle amministrazioni.
Nella stessa logica possono essere inquadrate anche le numerose iniziative con le quali si è operata l'esclusione dei tagli attuati dalla manovra finanziaria del 2010, con la conservazione delle risorse destinate ai rinnovi contrattuali, alla formazione e alle missioni.
L'inserimento dei vigili del fuoco, insieme con le Forze armate e con le Forze di polizia, tra i soggetti destinatari di un apposito fondo perequativo di 80 milioni di euro contribuirà dal 2011 a compensare il blocco dei trattamenti economici derivanti da promozioni e scatti di carriera.
È stato avviato, infine, un percorso di riallineamento del trattamento economico del personale rispetto agli altri Corpi similari


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dello Stato, attraverso l'istituzione di una speciale indennità operativa per il servizio di soccorso tecnico urgente esterno e per il patto per il soccorso, il ripristino dell'indennità di missione e l'attribuzione dell'indennità di trasferimento, circostanze che ai vigili del fuoco prima non si applicavano, inspiegabilmente.
Insieme ai numerosi provvedimenti legislativi che, pur in un contesto di contenimento delle risorse, hanno valorizzato la specificità dei vigili del fuoco nell'ambito del sistema sicurezza, un ulteriore importante risultato è stato conseguito con il rinnovo del contratto collettivo nazionale del Corpo per il biennio economico 2008-2009, sottoscritto il 26 ottobre 2010. Il nuovo strumento contrattuale ha previsto meritati incrementi retributivi per il personale dei vigili del fuoco.
Passo ad analizzare il rafforzamento del dispositivo di soccorso e dei presìdi temporanei di pronto intervento. Al fine di fronteggiare situazioni caratterizzate dalla peculiarità dei fattori di rischio e tali da richiedere una diversa modulazione del dispositivo di soccorso, si è fatto infatti ricorso all'attivazione di presìdi temporanei di vigili del fuoco, assicurando la sicurezza dei cittadini mediante una diversificata attività di prevenzione e una più rapida capacità di intervento.
La progressiva implementazione di tale modulo organizzativo ha portato all'attivazione di 105 presìdi antincendi boschivi con 525 unità impiegate, 21 presìdi acquatici con 63 unità impiegate, 14 presìdi nelle isole minori con 70 unità impiegate, 3 presìdi autostradali con 15 unità impiegate e 41 presìdi stagionali con 205 unità impiegate.
Anche grazie a tali soluzioni organizzative il Corpo nazionale è riuscito a garantire, adattando la propria presenza e i propri moduli operativi alle molteplici specificità esistenti sul territorio nazionale, una risposta sempre più tempestiva alle esigenze di sicurezza della collettività.
Illustro ora le problematiche relative alle politiche degli organici e l'assunzione in mobilità. La dotazione organica di legge del personale del Corpo nazionale ammonta complessivamente a 34.710 unità, mentre la presenza nei diversi ruoli, alla data del 1o gennaio 2011, è pari a 31.547 unità, con una carenza residua di 3.163 unità.
Alcuni interventi legislativi finalizzati all'incremento degli organici, insieme con le autorizzazioni ad assumere, hanno consentito negli anni 2008-2009 l'immissione di circa 2.720 unità, delle quali circa 2.650 hanno riguardato il ruolo dei vigili del fuoco. Nel 2010 il problema è stato affrontato in maniera sistematica attraverso la previsione della piena copertura del turnover per le assunzioni introdotta dalla legge 23 dicembre 2009, n. 191, la finanziaria per il 2010, e confermata dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78.
Sulla base di tali disposizioni nel corso del corrente anno potranno essere effettuate ulteriori 1.700 assunzioni a copertura delle cessazioni verificatesi negli anni 2009-2010. Rimangono, peraltro, costanti alcune carenze storiche - circa 1.500 unità - distribuite soprattutto in ruoli diversi da quelli del personale operativo.
In realtà, le dotazioni organiche dei ruoli operativi, 28.225 unità, costituiscono la soglia minima di funzionalità per tutte le strutture del Corpo, atteso che gli ultimi studi di sviluppo strategico hanno evidenziato la necessità di un aumento dell'organico al fine di riequilibrare le presenze sul territorio e di consentire anche l'avvio della presenza del Corpo nelle province di nuova istituzione.
Nell'anno 2010 è stato espletato un concorso per 814 vigili del fuoco attraverso un complesso procedimento selettivo che ha visto la partecipazione di circa 11.000 candidati. La graduatoria costituisce, sulla base dell'ordinamento vigente, il serbatoio dal quale verranno attinte le assunzioni nei prossimi anni.
L'assegnazione dell'ultimo contingente di vigili che ha terminato il corso di formazione, per circa 1.200 unità, è stata preceduta da una ricognizione delle aspirazioni al trasferimento del personale più anziano, con l'obiettivo di assicurare una più equilibrata distribuzione delle presenze sul territorio, nei limiti della carenza


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media nazionale. Il progetto si realizzerà nel prossimo mese di marzo, con il coinvolgimento complessivo di circa 2.800 vigili.
La necessità di una razionalizzazione del sistema di valutazione dei funzionari e dei dirigenti ha condotto anche a una revisione dei criteri di scrutinio sottoposti al Consiglio d'amministrazione lo scorso dicembre. A completamento del processo di valorizzazione delle professionalità si è definito, proprio nel mese scorso, un importante accordo per l'attribuzione degli incarichi dirigenziali, raggiunto dopo un lungo e proficuo confronto con le organizzazioni sindacali.
In merito alla tecnologia e alle risorse strumentali, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, con la sua classe dirigente e direttiva, formata tutta da tecnici, ingegneri, architetti, geometri e periti, costituisce una delle realtà ingegneristiche più avanzate del Paese. Questa importante componente tecnologica dello Stato deve, pertanto, essere dotata di risorse strumentali adeguate e di mezzi di ultima generazione al passo con il progresso tecnico e scientifico.
Il potenziamento e l'ammodernamento dei mezzi operativi e delle strutture logistiche sono stati oggetto di alcuni interventi di carattere straordinario, che hanno riguardato, in particolare, le colonne mobili regionali. Recependo le sollecitazioni e le proposte di questo dipartimento, il Governo ha disposto a tal fine lo stanziamento di risorse, 8,4 milioni di euro per il 2009, per la prosecuzione dell'intervento di soccorso da parte del Corpo (decreto legge 28 aprile 2009, n. 39, articolo 7, comma 3); l'autorizzazione per il 2009 della spesa di 8 milioni di euro per la partecipazione dei mezzi e per l'acquisto e la loro gestione, anche in deroga alle procedure ordinarie, di nuovi mezzi in relazione alle necessità legate all'emergenza terremoto Abruzzo, con fondi destinati, in particolare, alle colonne mobili regionali (decreto legge 1o luglio 2009, n. 78, articolo 17); l'autorizzazione ad acquistare, anche in deroga alle procedure ordinarie, i mezzi e le dotazioni logistiche necessarie per assicurare la piena capacità operativa del personale del Corpo nazionale impegnato nell'emergenza rifiuti in Campania, per un onere pari a 2.160.000 euro (decreto legge 6 novembre 2008, n. 172, articolo 8).
L'attuale dotazione della flotta aerea, elicotteri e aeromobili, è costituita da 15 elicotteri di classe leggera AB206, 4 elicotteri sempre di classe leggera A109E, un elicottero A109S, sempre di classe leggera, 21 elicotteri di classe media AB412, le vere e proprie macchine operative di soccorso, 2 aeromobili Piaggio P180.
Il Corpo nazionale dispone di un centro aviazione presso Roma Ciampino e di 11 reparti volo dislocati sul territorio nazionale, mentre è prevista l'attivazione di un ulteriore reparto a Lamezia Terme.
Risulta del tutto evidente la necessità di procedere all'ammodernamento del parco automezzi, delle strumentazioni tecnologiche in dotazione, nonché della flotta elicotteri. Occorre, peraltro, sviluppare una rete avanzata di telecomunicazioni che possa garantire anche in fase di emergenza il collegamento con e tra il personale operante. Ciò richiede l'adeguato incremento degli stanziamenti per i relativi capitoli di gestione e acquisti, che negli ultimi quattro anni hanno subìto progressive riduzioni.
Passo ora a prendere in esame la tematica del processo di semplificazione dei procedimenti di prevenzione incendi, un argomento estremamente delicato.
Il citato decreto-legge n. 78 del 2010, all'articolo 49, nell'introdurre, nell'ottica della semplificazione, la segnalazione certificata di inizio attività, il cui acronimo è SCIA, non include nella clausola di salvaguardia di taluni interessi pubblici fondamentali la pubblica incolumità, con riflessi anche sull'attuale procedura di rilascio del Certificato di prevenzione incendi.
Il dipartimento, in linea con gli obiettivi governativi in materia di snellimento e di semplificazione dei procedimenti amministrativi, ha avviato la rivisitazione del procedimento di rilascio del Certificato di prevenzione incendi, anche in attuazione delle previsioni dell'articolo 16 del decreto


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legislativo 8 marzo 2006, n. 139, e delle recenti disposizioni sugli sportelli unici per le attività produttive.
Tale ipotesi di rivisitazione, che si inquadra armonicamente nel già adottato piano per la riduzione degli oneri amministrativi a carico delle piccole e medie imprese previsto dall'articolo 25 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, piano adottato di concerto tra il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e il Ministro per la semplificazione normativa, è orientata al principio di proporzionalità del procedimento amministrativo in funzione della dimensione e del livello di rischio delle attività soggette al controllo preventivo del Corpo nazionale.
Essa consente, laddove il livello di rischio e la valutazione degli elementi di discrezionalità tecnica sono di minore rilevanza, di ampliare il più possibile il ricorso all'autocertificazione, alle attestazioni e alle asseverazioni dei tecnici abilitati, con conseguente implementazione dell'attività di vigilanza e di controllo a campione da parte dell'amministrazione.
L'attuale procedimento, articolato sulla fase di approvazione del progetto e sulla successiva effettuazione di visita e di sopralluogo, resterebbe invariato solo per un gruppo di attività con livello di rischio di incendio elevato. Il progetto garantisce, peraltro, la sostanziale invarianza dell'ammontare degli introiti che i richiedenti dei servizi versano a favore del Ministero dell'economia e delle finanze. Detti versamenti, da assimilare a diritti di controllo, saranno graduati in misura forfettaria in relazione al livello di rischio dell'attività.
Illustro ora quelli che ritengo siano gli aspetti di criticità, partendo dal problema delle risorse del Corpo nazionale. A fronte delle numerose disposizioni volte ad assicurare uno specifico trattamento ordinamentale al personale del Corpo nazionale al pari di quanto previsto per le Forze di polizia e per le Forze armate, non si può non evidenziare che la manovra economica (decreto legge n. 78 del 2010) ha previsto, come per tutte le amministrazioni dello Stato, un taglio lineare del 10 per cento delle spese rimodulabili, che va a sommarsi a quello previsto dal decreto legge n. 112 del 2008, rischiando di determinare difficoltà operative al sistema di soccorso.
Nell'anno 2011 lo stanziamento complessivo attribuito al titolare del Centro di responsabilità amministrativa vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile per l'assolvimento della missione di soccorso civile è pari a 1.761.468.273 euro. La suddetta somma è finalizzata per il 92,75 per cento alle spese in favore del personale, per il 3,10 per cento alle spese correnti per consumi intermedi, ossia spese per l'acquisto di beni di consumo e di servizi, e soltanto per il 2,80 per cento per gli investimenti.
La riduzione degli stanziamenti potrebbe incidere negativamente sull'operatività dei vigili del fuoco per cointeresse alle risorse già fortemente limitate destinate agli investimenti e ai cosiddetti consumi intermedi.
Alla più generale complessità del quadro finanziario si aggiungono le difficoltà e i tempi lunghi determinati dalle procedure di riassegnazione delle somme derivanti dalle convenzioni con le regioni e con gli enti locali per la lotta agli incendi boschivi. I tempi di versamento delle risorse e quelli di acquisizione imposti dalle procedure contabili di riassegnazione sono, infatti, incompatibili con le esigenze del soccorso antincendio.
I medesimi ritardi e le stesse complessità burocratiche si riscontrano nei rimborsi dovuti ai vigili del fuoco per le spese di soccorso, soprattutto per le prestazioni di lavoro straordinario in occasione di eventi di protezione civile. L'attività urgente prestata in contesti emergenziali deve essere remunerata con pari sollecitudine e non può essere frustrata da ritardi amministrativi.
Occorre, in buona sostanza, prendere atto della peculiarità dell'azione che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, componente fondamentale del sistema nazionale di protezione civile, svolge nei contesti emergenziali e nella lotta agli incendi


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boschivi e, conseguentemente, con la necessaria adesione delle amministrazioni competenti, adeguare anche sul piano amministrativo-contabile le procedure finalizzate all'acquisizione delle risorse relative.
Passo ad analizzare il tema del riallineamento dei trattamenti economici. Sebbene sia stato positivamente avviato il processo di riequilibrio del trattamento economico del personale del Corpo nazionale rispetto agli altri Corpi similari dello Stato, è necessario recuperare il gap tuttora esistente sia sul piano del trattamento stipendiale, sia su quello della disciplina pensionistica e previdenziale. È indispensabile, dunque, reperire le risorse finanziarie per conseguire il pieno riallineamento del Corpo nazionale con l'estensione degli specifici benefici di cui godono gli appartenenti alle Forze armate e alle Forze di polizia.
In merito alla revisione dell'ordinamento del personale del Corpo nazionale, il proficuo confronto avviato con le organizzazioni sindacali per pervenire a una possibile condivisa modifica del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, ha portato alla formulazione di alcune ipotesi per elaborare lo schema di revisione del provvedimento. L'eventuale introduzione di rilevanti e articolate modifiche alle materie disciplinate dal medesimo decreto legislativo n. 217 del 2005 comporta, peraltro e in ogni caso, l'attribuzione di una nuova delega al Governo, risultando già scaduto il termine per l'esercizio del decreto legislativo correttivo, nonché il reperimento delle risorse finanziarie necessarie, laddove le modifiche riguardino anche aspetti di carattere economico.
Talune proposte formulate dalle organizzazioni sindacali sul piano ordinamentale investono anche la complessiva organizzazione del ministero, presentando nel contempo profili fortemente onerosi dal punto di vista finanziario. Altre argomentazioni, seppur prive di aspetti di complessità e di ulteriore onere, possono essere utilmente trattate nell'ambito di una rivisitazione complessiva del decreto legislativo n. 217.
Prendo ora in esame la tematica delle carenze di organico e dei passaggi di qualifica. Il problema vero che oggi affligge i ruoli operativi del Corpo deriva dalla farraginosità delle norme che disciplinano i concorsi interni per l'accesso alle qualifiche di caposquadra e di caporeparto, le quali soffrono di una carenza di circa 3.700 unità.
Al fine di superare le problematiche emerse, è stata predisposta una proposta normativa di carattere transitorio che potrà consentire in tempi rapidi la copertura delle carenze attuali attraverso una procedura selettiva esclusivamente per titoli. La norma risponde a un'effettiva esigenza operativa, in quanto tali figure rivestono un ruolo assolutamente strategico e centrale nell'ambito del sistema del soccorso pubblico, non surrogabile in alcun modo.
Per quanto riguarda la qualifica di vigile del fuoco, nel recente passato un importante contributo è arrivato dalle cosiddette procedure di stabilizzazione, che hanno consentito di attingere al serbatoio dei volontari, componente fondamentale del Corpo, soprattutto in presenza di particolari eventi emergenziali. Si trattava, però, di disposizioni speciali, che hanno concluso la loro operatività con l'ultimo contingente assunto nel 2010.
Per procedere a ulteriori stabilizzazioni occorrerà, pertanto, una norma specifica che, nel prorogare la vigenza della graduatoria, detti disposizioni per la stabilizzazione degli idonei. Sul punto sono stati presentati al Senato emendamenti parlamentari, dichiarati ammissibili, al disegno di legge di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, il cosiddetto decreto milleproroghe, tesi a utilizzare per l'ulteriore vigenza della procedura una quota consistente dei fondi destinati a finanziare il turnover annuale.
L'avvenuta conclusione del concorso pubblico a vigile del fuoco consiglia, e vorrei sottolinearlo, una riflessione particolarmente attenta sulla questione, in quanto la stabilizzazione di altre unità, oltre alle circa 1.900 già assunte nel 2007, verrebbe a sottrarre assunzioni proprio al nuovo concorso pubblico, nel quale la


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stessa categoria dei volontari gode già di una riserva del 25 per cento dei posti.
Illustro ora il tema delle finestre mobili e del differimento dei pensionamenti. La norma, l'articolo 12 del citato decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, cpn modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, differisce di 12 mesi l'accesso alla pensione di vecchiaia e di anzianità per tutto il personale del Corpo. La disposizione è operante per tutto il pubblico impiego a decorrere dal 1o gennaio 2011. Il differimento di 12 mesi dell'accesso alla pensione di vecchiaia per raggiunti limiti di età potrebbe risultare poco significativo per il personale dei ruoli operativi del Corpo, che matura i requisiti di accesso al pensionamento nella misura massima anticipatamente rispetto al raggiungimento del limite di età, fissato al sessantesimo anno. Di converso, per il personale dei ruoli amministrativi e tecnico-informatici, che prevedono limiti di età più ampi per l'ingresso in carriera, nonché per il personale dirigente, in ragione degli incarichi ricoperti, potrebbe palesarsi l'interesse a protrarre di un anno la permanenza in servizio.
Per entrambe le situazioni pensionistiche un'iniziativa normativa volta all'esclusione del personale del Corpo dal differimento di 12 mesi dell'accesso alla pensione richiederebbe l'individuazione di un'apposita copertura per finanziare gli oneri in termini di minor risparmio.
Nel merito è opportuno considerare che nell'arco di un quinquennio, con l'avvento del sistema contributivo, si potrebbe verificare che il personale, al fine di aumentare il proprio montante contributivo, abbia tutto l'interesse a permanere in servizio oltre il momento in cui maturerà i requisiti minimi per la pensione di anzianità.
In relazione all'istituzione delle nuove province, la prevista attuazione delle tre nuove province, comportando l'istituzione di nuovi comandi provinciali dei vigili del fuoco, rende necessaria la rivisitazione delle dotazioni organiche territoriali. Dalle analisi effettuate al riguardo è risultato che, per garantire il funzionamento delle nuove strutture, sono necessari, rispetto alle attuali dotazioni delle province madri, 236 unità, di cui tre dirigenti. Risulta, pertanto, indispensabile trovare le risorse sufficienti per tale aumento di organico.
Viceversa, se le dotazioni organiche degli istituendi comandi provinciali dovessero avvenire a costo zero, sarà necessaria una ridistribuzione dell'organico vigente, previa consultazione con le organizzazioni sindacali.
Sul tema della lotta agli incendi boschivi devo segnalare la complessità e la conseguente opportunità di una rivisitazione del modello codificato dalla legge 21 novembre 2000, n. 353, che presenta elementi di frammentazione a discapito dell'efficienza tecnica e operativa. A ciò, lo ripeto, si aggiungano le difficoltà con le quali si procede all'acquisizione delle risorse versate da regioni ed enti locali sulla base delle stesse convenzioni e ai tempi lunghi per le riassegnazioni sui pertinenti capitoli di spesa.
La ringrazio, presidente.

PRESIDENTE. Do la parola all'ingegner Alfio Pini sulle problematiche relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

ALFIO PINI, Capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ringrazio il presidente e tutta la Commissione.
L'odierna audizione è incentrata su temi di elevato interesse per il Corpo nazionale. Mi pare, pertanto, doveroso partire da una sintetica illustrazione dell'organizzazione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, dei compiti e delle funzioni ascritte alle sue fondamentali articolazioni territoriali per meglio comprendere le criticità con le quali esso è chiamato quotidianamente a misurarsi.
Come specificato nel decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, con le sue 34.000 unità, di cui circa mille ingegneri, è la struttura dello Stato per mezzo della quale il Ministero dell'interno assicura il servizio di soccorso pubblico, di difesa civile e di prevenzione degli incendi su tutto il territorio nazionale.


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Il Corpo nazionale si compone di strutture periferiche e centrali. Le 724 strutture periferiche si articolano nei seguenti uffici distribuiti sul territorio: distaccamenti permanenti e volontari ai posti di vigilanza, in numero di 334 per quanto riguarda i distaccamenti permanenti e di 272 per i distaccamenti volontari; i comandi provinciali, in numero di 100, che coordinano i distaccamenti e organizzano il soccorso nel capoluogo di provincia, in cui sono presenti anche i nuclei specialistici che intervengono per attività operative particolari che richiedono l'impiego di personale altamente qualificato, nonché l'ausilio di mezzi speciali; le direzioni regionali, che coordinano l'attività in ambito regionale, in numero di 18.
Il personale in servizio presso le strutture periferiche del Corpo nazionale è di circa 28.000 unità e possiede un'età media di circa 40 anni, mentre di 51 anni è l'età media dei qualificati, ossia dei capi squadra e dei capi reparto.
I vigili del fuoco hanno, quindi, una distribuzione capillare sul territorio nazionale, seconda soltanto all'Arma dei carabinieri.
L'organizzazione a livello centrale del Corpo nazionale si articola in direzioni centrali e uffici del dipartimento. In particolare, dipendono direttamente dal Capo del Corpo dei vigili del fuoco le seguenti direzioni centrali tecniche: direzione centrale per l'emergenza e il soccorso tecnico, direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica, direzione centrale per le risorse logistiche e strumentali, direzione centrale per la formazione, a cui si aggiunge la direzione centrale per le risorse finanziarie.
Al vertice del Corpo nazionale è posto un dirigente generale proveniente dalla carriera tecnico-operativa del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Per quanto riguarda il servizio di soccorso tecnico urgente, tra gli interventi tecnici di soccorso tecnico urgente del Corpo nazionale rientrano l'opera tecnica di soccorso in occasione di incendi, di incontrollati rilasci di energia, di improvviso o minacciante crollo strutturale, di frane, di piene, di alluvioni e di ogni altra pubblica calamità, nonché l'opera tecnica di contrasto dei rischi derivanti dall'impiego dell'energia nucleare e dall'uso di sostanze batteriologiche, chimiche e radiologiche.
In sostanza, è più facile affermare che i vigili del fuoco intervengono laddove nessuno è più in grado di intervenire.
Vengono effettuati mediamente circa 750.000 interventi l'anno, con un numero di interventi al giorno pari a circa 2.000. Nel corso dell'ultima campagna estiva sono stati effettuati 34.000 interventi per incendi di bosco, sterpaglia o colture agricole in genere.
Le competenze in materia di previsione, prevenzione e lotta attiva contro l'incendio boschivo, secondo l'attuale quadro normativo, risultano in capo alle regioni, che possono sottoscrivere apposite convenzioni con il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e con il Corpo forestale dello Stato, attraverso cui regolamentare il concorso dello Stato nello spegnimento a terra degli incendi boschivi.
A tal proposito, già nel 2007 la Corte dei conti aveva evidenziato un'eccessiva frammentazione delle competenze. Nonostante taluni fattori migliorativi, tra i quali la stipula nel 2008 di uno specifico protocollo tecnico fra il dicastero dell'interno e quello delle politiche agricole, alimentari e forestali, permangono le lacune dovute alla genericità delle attuali previsioni riguardanti l'individuazione delle competenze in materia di previsione, prevenzione e controllo del territorio.
La molteplicità dei risvolti riconducibili al vigente quadro normativo ha generato il convincimento che sia maturo il momento per una rivisitazione del modello operativo codificato dalla legge 21 novembre 2000, n. 353. Occorre, in sostanza, fare chiarezza sulla catena di comando.
Al fine di garantire adeguati e uniformi standard di intervento e di sicurezza degli operatori del soccorso sarebbe, inoltre, opportuno che le componenti volontarie degli addetti antincendi boschivi delle regioni fossero formate e addestrate presso le strutture dei vigili del fuoco.


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A fronte del quadro sopra evidenziato, il Corpo nazionale ritiene, pertanto, di poter confermare l'esperienza, la competenza e la peculiare formazione dei vigili del fuoco per risolvere in modo chiaro e definitivo il problema dell'unicità della cabina di regia.
In relazione all'acquisizione delle risorse versate dalle regioni e da altri enti locali a seguito di convenzioni si deve, infine, segnalare un'oggettiva complessità nella procedura di riassegnazione in bilancio delle somme dovute, con ritardo talvolta superiore a un anno.
Veniamo al tema della prevenzione di incendi e della vigilanza antincendi. Innanzitutto la prevenzione incendi consiste nella funzione di preminente interesse pubblico diretta a conseguire gli obiettivi di sicurezza della vita umana, di incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell'ambiente attraverso norme, misure, provvedimenti, accorgimenti e modi di azione tesi a evitare l'insorgenza di un incendio o a limitarne le conseguenze.
Essa si sostanzia nell'esame, nel progetto e nel sopralluogo per il rilascio del Certificato di prevenzione incendi, per oltre 200.000 istanze l'anno, nella vigilanza nei locali di pubblico spettacolo, come teatri, stadi e concerti, per oltre 50.000 servizi l'anno, nella partecipazione a commissioni collegiali esterne di vigilanza di pubblico spettacolo, esplosivi, carburanti, oli minerali, gas tossici, per oltre 29.500 servizi l'anno.
Per quanto riguarda l'attività di formazione ai cittadini, ogni anno presso i comandi provinciali vengono ricevuti circa 370.000 utenti per chiarimenti e richieste di informazioni, cui si aggiungono 380.000 richieste di informazioni telefoniche.
In relazione all'attività di formazione, la stessa risulta suddivisa in attività di formazione di professionisti ai fini della certificazione antincendi - sono 77.000 i professionisti già iscritti negli elenchi del Ministero dell'interno - e attività di formazione per gli addetti alla prevenzione incendi, alla lotta antincendio e alla gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro, per oltre 22.000 persone formate l'anno.
Per quanto riguarda le attività autorizzative, vengono rilasciati circa 2.600 atti di omologazione di prodotti antincendio all'anno, con oltre 250 autorizzazioni a laboratori e a organismi notificati.
Attraverso la suddetta attività di prevenzione l'Italia si pone come il Paese che nell'ambito dell'Unione europea segna il più basso tasso di mortalità per incendi: due vittime per milione di abitanti a fronte di una media europea di sei vittime per milione.
Passo a prendere in esame la problematiche relative all'introduzione della SCIA e alla semplificazione dei procedimenti. Nell'ambito dell'attività di prevenzione incendi la modifica dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241, non ha escluso la pubblica incolumità dal campo di applicazione della SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività), come è avvenuto, invece, per la pubblica sicurezza. Ciò determina che le verifiche da parte dei vigili del fuoco potranno essere effettuate solo dopo che l'attività soggetta a controllo sia in esercizio, il che potrebbe comportare evidenti difficoltà anche di natura economica nel caso si rendessero necessari adeguamenti.
In ogni caso, nell'ambito della prevenzione incendi è allo studio, in linea con gli obiettivi governativi in materia di snellimento e di semplificazione dei procedimenti amministrativi, una rivisitazione dell'iter procedurale per il rilascio del Certificato di prevenzione incendi, anche in armonia con il decreto legislativo n. 139 del 2006 e con le recenti disposizioni sugli sportelli unici per le attività produttive.
In ragione di quanto stabilito dall'articolo 25 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, , è stato adottato il piano per la riduzione degli oneri amministrativi a carico delle piccole e medie imprese, piano adottato di concerto tra il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e il Ministro per la semplificazione normativa.


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I successivi sviluppi del progetto mireranno a introdurre nei procedimenti di prevenzione incendi concreti e sostanziali elementi di snellimento, come auspicato dal mondo delle imprese, pur salvaguardando i primari obiettivi di tutela della pubblica incolumità.
In merito alla sicurezza e alla salute nei luoghi di lavoro, occorre evidenziare il ruolo che i vigili del fuoco svolgono a favore della sicurezza dei lavoratori anche in considerazione del vasto patrimonio di esperienza di cui sono in possesso e che deriva dai compiti di intervento nell'ambito del soccorso tecnico urgente.
Al riguardo, la vigente normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81) individua il Corpo nazionale quale organo di vigilanza per gli aspetti inerenti i rischi di incendio e di esplosione, ribadendone la competenza esclusiva in materia di sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro.
Detta attività si espleta attraverso specifiche campagne di controlli a campione effettuate dai comandi provinciali sulla base delle direttive impartite dalla direzione centrale per la prevenzione e per la sicurezza tecnica, ovvero, in caso di situazioni di pericolo, rilevate o segnalate. Per potenziare l'azione di controllo le risorse potrebbero essere assicurate attraverso una più diretta canalizzazione dei fondi provenienti dall'attività sanzionatoria, come, peraltro, già previsto per gli altri organi di vigilanza.
Passiamo a prendere in esame quelle che sono le principali criticità, con particolare riguardo all'ordinamento e alla specificità. Risulta evidente dal quadro rappresentato che il mantenimento di un'organizzazione attiva 24 ore su 24 in tutto il territorio nazionale, con l'espletamento di una gamma tanto ampia di competenze, comporta l'ineludibilità di un potenziamento in termini di risorse e di riqualificazione.
Alla luce delle criticità emerse a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, si ritiene che l'ordinamento del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco necessiti di una significativa rivisitazione. L'esigenza di intervenire con una valorizzazione profonda sulla disciplina concernente tutte le figure professionali che compongono la macchina organizzativa del Corpo è strettamente collegata al potenziamento delle strutture territoriali che quotidianamente sono chiamate ad assolvere compiti sempre più specifici e complessi.
A ciò si aggiunge il decentramento in corso di definizione di taluni importanti compiti alle direzioni regionali, con conseguente necessità di ristrutturazione della relativa compagine, anche attraverso l'istituzione di una dirigenza amministrativa che supporti stabilmente quella tecnica nel settore giuridico-amministrativo, in modo che il Corpo possa esprimere tutte le professionalità necessarie a soddisfare le crescenti istanze di una società in costante sviluppo.
L'esigenza di definire l'ordinamento, i contenuti del rapporto di impiego e le carriere in modo coerente con le peculiarità dei compiti assolti, d'altra parte, è stata di recente condivisa dal legislatore attraverso l'emanazione della legge 4 novembre 2010, n. 183, che all'articolo 19 ha riconosciuto la specificità del ruolo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco in ragione dei peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti. Risulta, pertanto, indispensabile proseguire il cammino intrapreso con gli emanandi decreti legislativi.
In materia di equiparazione retributiva e previdenziale, nonostante la tipologia dei compiti istituzionali assolti e la caratterizzazione dell'impegno psicofisico richiesto al personale che opera quotidianamente in emergenza, i vigili del fuoco sono tuttora in attesa di una specifica equiparazione al trattamento retributivo e previdenziale rispetto al personale delle altre amministrazioni del comparto sicurezza.
Considerato che il citato articolo 19 della legge n. 183 del 2010 riconosce la specificità del ruolo del Corpo nazionale, nonché dello stato giuridico del personale a esso appartenente, si ritiene non più rinviabile lo stanziamento delle risorse occorrenti per l'attuazione dei princìpi e


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degli indirizzi espressi dal legislatore in ordine all'attribuzione della medesima tutela economica, pensionistica e previdenziale già spettante al personale delle Forze armate e delle Forze di polizia, tenuto conto dei «peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e dei correlati impieghi in attività usuranti», come recita testualmente la norma in questione.
Si soggiunge, inoltre, che non esiste, allo stato, una previsione che attribuisca al personale direttivo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che abbia raggiunto i necessari requisiti di anzianità previsti per gli altri Corpi dello Stato il trattamento stipendiale spettante ai primi dirigenti e ai dirigenti superiori. Ciò comporta un'ingiustificata disparità di trattamento, che si ripercuote sulle aspettative dei funzionari, le cui prospettive di carriera diventano sempre più difficili da soddisfare.
Passo ad analizzare il tema della carenza di organici. Il Corpo nazionale ha una dotazione organica complessiva di oltre 34.000 unità, di cui circa 28.000 compongono le squadre operative, le quali, suddivise in quattro turni, garantiscono la presenza sul territorio 24 ore su 24, mentre circa 4.000 unità assicurano il necessario supporto amministrativo, tecnico e informatico per il funzionamento del complesso apparato organizzativo.
Allo stato attuale le carenze ammontano a poco più di 3.000 uomini, di cui solo una parte potrà essere colmata con la copertura del turnover. Al momento la carenza nel ruolo dei capi squadra e dei capi reparto, figure fondamentali per la composizione delle squadre di intervento, rende critica nei comandi provinciali l'organizzazione del dispositivo di soccorso, richiedendo il ricorso a risorse straordinarie per garantire il servizio.
Tale situazione è stata acuita dalle difficoltà applicative generate dalle disposizioni introdotte dal decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, in relazione ai passaggi di qualifica e ai contenziosi che ne sono derivati. Non va, inoltre, sottovalutata la grave carenza di personale amministrativo nei comandi provinciali e nelle direzioni regionali.
Mi avvio alla conclusione, affrontando il problema della carenza delle risorse di bilancio.
Nell'anno 2011 gli importi stanziati per le spese rimodulabili risultano inferiori agli anni precedenti. In particolare, si evidenzia una forte decurtazione delle risorse per i consumi intermedi, con un -34,5 per cento, e per gli investimenti, con un -30 per cento, per effetto degli interventi di cui al decreto legge n. 112 del 2008 e del decreto legge n. 78 del 2010.
La riduzione degli stanziamenti, operata in modo lineare su tutti i capitoli di bilancio, condiziona pesantemente l'operatività dei vigili del fuoco, poiché interessa le risorse, già fortemente limitate, destinate a spese relative a carburanti, vestiario, equipaggiamento, dispositivi di protezione individuali, manutenzione dei mezzi e delle attrezzature, manutenzione e adeguamento delle sedi, formazione del personale, concorsi, mense di servizio, pulizie, utenze e via elencando, tutte voci non ulteriormente ottimizzabili o comprimibili.
La situazione sopra delineata si ripercuote sulle prerogative dirette dei comandanti provinciali, i quali, chiamati ad assolvere al triplice ruolo di responsabili del soccorso, di datori di lavoro e di funzionari delegati, devono assumere posizioni debitorie per garantire l'operatività del soccorso.
A fronte di tagli che ammontano in media al 25 per cento degli stanziamenti relativi all'anno 2010, con punte di oltre il 50 per cento per i capitoli relativi, per esempio, alle telecomunicazioni e al settore nucleare, chimico, batteriologico e radiologico, il Corpo nazionale si troverà, pertanto, nell'impossibilità di garantire un'adeguata organizzazione del servizio di soccorso tecnico urgente e degli altri compiti istituzionali.
Passo ora all'istituzione del fondo per le emergenze. Negli ultimi anni il numero di emergenze dovute a elementi naturali o antropici che hanno interessato il nostro Paese è andato via via aumentando e in tutte le occasioni il Corpo nazionale dei vigili del fuoco si è distinto per prontezza di intervento, efficacia e dedizione.


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Ovviamente, poiché il personale in servizio è interamente impegnato nell'assolvimento del delicato servizio di soccorso tecnico urgente, in caso di calamità il potenziamento delle risorse occorrenti deve avvenire necessariamente con l'impiego di personale in turno libero. In tal senso, le esperienze maturate in occasione delle recenti calamità testimoniano la scarsa efficacia dell'attuale modello organizzativo, che prevede la gestione delle risorse stanziate dal Governo in capo ai Commissari straordinari per le emergenze, stanti la carenza di stanziamenti a favore dei vigili del fuoco e il ritardo con cui le competenze vengono corrisposte al personale impiegato.
D'altra parte, chi vi parla,, in qualità di capo del Corpo nazionale, è tenuto a mobilitare in caso di calamità le strutture operative dei vigili del fuoco, disponendo l'invio in missione degli uomini e dei mezzi e il richiamo in servizio di personale in turno libero, senza tuttavia poter gestire le risorse finanziarie occorrenti.
Per superare le difficoltà sopra esposte si rappresenta l'esigenza non più procrastinabile di un intervento normativo volto all'istituzione di un apposito fondo straordinario per le emergenze a disposizione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Concludendo, in considerazione delle principali criticità sommariamente evidenziate, si ritiene indispensabile un'azione sostanziale non soltanto al fine di scongiurare ripercussioni negative sui livelli di sicurezza attualmente garantiti a tutela dei cittadini, dei lavoratori, dei beni, dell'ambiente e dell'incolumità delle stesse squadre di intervento, ma anche di favorire il processo di valorizzazione del Corpo nazionale necessario per operare efficacemente all'interno di un Paese moderno e in continuo sviluppo.
Grazie, signor presidente.

PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

GIANCLAUDIO BRESSA. Nel ringraziare il prefetto Tronca e l'ingegner Pini per la completezza delle relazioni che hanno sottoposto alla nostra attenzione, vorrei porre solo una domanda.
È comparsa più volte nelle due relazioni l'espressione «valorizzazione della professionalità del corpo». Io credo che, dopo la legge n. 183 del 2010, con cui finalmente si è conclusa la lunga marcia per il riconoscimento della specificità, valga la pena di riflettere su una questione ancora irrisolta. Il Corpo dei vigili del fuoco, oramai assimilato a tutti gli effetti agli altri corpi di polizia a ordinamento civile e militare e, alle forze armate, ha rispetto a questi una specificità: è l'unico corpo che non esprime il comandante dal proprio interno, per cui ha una sostanziale direzione bicefala, con il prefetto che dirige il dipartimento e il comandante che dirige il corpo. Non ritenete che questa sia una disfunzionalità sul piano dell'organizzazione ordinamentale e che, analogamente a quanto avviene per il Dipartimento della pubblica sicurezza, non si possa prevedere un'unica figura che unifichi i ruoli di capo dipartimento e capo del corpo?

MARIO TASSONE. Vorrei proporre alcune domande e fare alcune riflessioni.
Credo che tutti riteniamo che vi sia un'anomalia - mi rivolgo particolarmente al prefetto Tronca - che ha accompagnato il Corpo nazionale dei vigili del fuoco negli anni. Mi riferisco all'istituzione dell'allora Commissariato per la protezione civile, poi trasformato in Ministero della protezione civile, nell'ambito del quale il Corpo dei vigili del fuoco è stato un punto di riferimento importante, anche in termini strategici. Sebbene, infatti, la sala operativa fosse composta da militari, lo strumento operativo era nelle mani principalmente dei vigili del fuoco. Ho sempre ravvisato un'anomalia nel fatto che il Corpo dei vigili del fuoco fa riferimento a un dipartimento del Ministero dell'interno, mentre la Protezione civile fa capo alla Presidenza del Consiglio, a un altro dipartimento.
Ora, siccome il prefetto ha richiamato più volte la questione della catena di comando e di controllo, che è un altro


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aspetto importante, vorrei chiedere qual è l'interfaccia, sempre per quanto riguarda il piano operativo, con gli altri corpi, come il Corpo forestale dello Stato, quando si tratta, per esempio, di incendi boschivi. Qual è l'interfaccia rispetto alle Capitanerie di porto, quindi riguardo alla presenza in mare? E ancora, qual è l'interfaccia con gli strumenti e i mezzi aeronavali, compresi gli elicotteri? In sostanza, chiedo se sussistano un coordinamento e un'integrazione, al di là dell'apprezzamento per i vigili del fuoco, che è ovviamente riconosciuto.
Inoltre, vorrei proporre un'osservazione circa il precariato e il mondo volontaristico. A questo proposito, la legge quadro in materia di Protezione civile avrebbe dovuto dare una spinta diversa, con una rete di collegamento e di raccordo con tutte le realtà locali e, naturalmente, con i comuni.
Mi collego, infine, alla domanda dell'onorevole Bressa. A questo proposito, si ricorderà il dibattito che si è svolto a Montecitorio riguardo all'elevazione al rango di Forza armata dei carabinieri, a cui, con la «legge del trascinamento», si è agganciata anche la Guardia di finanza. In quella sede, tra incertezze e perplessità, si è superata quella che, secondo alcuni, era un'anomalia di un comandante dell'Arma che proveniva dall'Esercito.
Questi interrogativi si inseriscono in un quadro in cui vi è una mancanza di certezze. Da un lato, infatti, auspichiamo la catena di comando e di controllo e, dall'altro, osserviamo un divisorio tra la Protezione civile - il cui responsabile è un capo dipartimento che dipende dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - e la realtà dei vigili del fuoco che fa riferimento al Ministero dell'interno. Questa dicotomia è un'eredità del tempo; tuttavia, si tratta di un tema che, se deve essere affrontato, comporta diversi problemi.
Ad ogni modo, tutti gli auspici, almeno per quanto riguarda il mio gruppo, vanno nella direzione di accogliere le sollecitazioni proposte, visto che si tratta di una struttura importante per il Paese. Sicuramente, per quanto ci riguarda e mi riguarda, quello di oggi non è un incontro liturgico, ma le valutazioni espresse saranno raccolte e valorizzate con iniziative sia riguardo ai provvedimenti presentati sia riguardo a quelli in fieri che coinvolgono la responsabilità del Parlamento e anche del Governo.
D'altra parte, a proposito dei tagli lineari abbiamo, come gruppo sempre manifestato qualche perplessità, per usare un eufemismo, cioè una forte opposizione.

ETTORE ROSATO. Io, anche da ex sottosegretario con delega per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, esprimo i miei auguri per i provvedimenti intrapresi. Mi limito ad alcune osservazioni e domande di precisazione.
La prima considerazione, condividendo quanto espresso dall'onorevole Tassone, riguarda la riorganizzazione del Dipartimento della protezione civile. Credo, infatti, che sia il momento di compiere un netto passo di qualità, riportando al Ministero dell'interno tutte le istanze che riguardano non le emergenze di carattere straordinario, per le quali occorre il coordinamento da parte della Presidenza del Consiglio, bensì le emergenze ordinarie, di cui il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e il Ministero dell'interno si occupano quotidianamente.
Per esempio, non capisco perché la flotta aerea per gli incendi boschivi faccia riferimento alla Presidenza del Consiglio e non al Ministero dell'interno, e più precisamente al Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
D'altra parte, ho condiviso il ragionamento espresso nelle relazioni riguardo agli incendi boschivi e credo che, probabilmente, ci possa essere una larghissima intesa in questo Parlamento - lo dico anche al sottosegretario qui presente - per rivedere l'ordinamento, tenendo ferme le competenze delle regioni. Con le indicazioni proposte e con le proposte di legge già presentate in tal senso, penso che si possa compiere un passo utile, anche per semplificare e utilizzare al meglio le scarse risorse disponibili.


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La seconda questione riguarda, appunto, le risorse. Personalmente ricordo che quando, con il cambiamento del Governo, ho lasciato il dipartimento, le risorse erano già poche e garantivano a stento la sopravvivenza del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Oggi sono state ulteriormente tagliate in maniera rilevante, alla luce delle manovre finanziarie e di tutto ciò che è stato ricordato. Mi complimento, dunque, per il livello che avete garantito, nonostante le risorse, già insufficienti, siano diminuite di un ulteriore 20 per cento. La mia è un'osservazione bipartisan; il presidente Bruno ricorderà che queste discussioni venivano fatte anche tre anni fa, non sono nuove. Dunque, mi sembra che siamo veramente oltre il limite della sopravvivenza, salvo che non si faccia un elenco dei debiti fuori bilancio rimandati alle future amministrazioni, secondo una procedura che purtroppo già conosciamo.
La terza questione concerne le stabilizzazioni. A questo proposito, il prefetto Tronca ha suggerito di non prorogare la graduatoria. Io vorrei avanzare una questione di merito. Credo che la stabilizzazione sia un procedimento non concorsuale, che ha tenuto conto delle persone che ne hanno pieno diritto. In altri termini, non siamo di fronte a vincitori di un concorso di stabilizzazione, bensì a persone che ne avevano diritto. Dunque, suggerirei, com'è stato chiesto attraverso gli emendamenti bipartisan al Senato, di procedere alla proroga della graduatoria e di concertare con le organizzazioni sindacali, come sempre è accaduto, le assunzioni in una o nell'altra graduatoria.
Del resto, una parte del personale stabilizzato è stato già mandato alle visite, quindi far decadere la graduatoria a questo punto non mi sembra utile nemmeno per la stessa pubblica amministrazione. Peraltro, abbiamo bandito il concorso durante il nostro Governo, avviando un percorso, che, come sapete, è lunghissimo. Penso, dunque, che quel concorso vada utilizzato e che quella graduatoria sia importante; tuttavia, essa ha un limite che è quello della quota, molto significativa, dei VFB (volontari in ferma breve).
Vorrei condividere la necessità della revisione di una nuova delega al Governo. In termini propositivi dico che è necessaria una revisione dell'ordinamento. Condivido le considerazioni relative ai funzionari, agli scatti, ai passaggi di livello, al demansionamento di personale con grande qualità professionale da mettere in campo, alle differenziazioni che ancora oggi ci sono con le forze di polizia e così via. Insomma, ci sono tanti aspetti da risolvere e credo che una delega del Governo in tal senso possa essere recepita, anche dai gruppi di opposizione, in maniera propositiva e positiva ed essere valutata, nel merito, con grande disponibilità.
L'ultima considerazione riguarda le riassegnazioni. Ho posto anche un'interrogazione specifica sulle questioni attinenti l'addizionale all'imbarco, che, è vero, arriva, anche se con i ritardi ricordati dall'ingegner Pini e dal prefetto Tronca. Il problema concerne la quota che spetta agli aeroporti che, a quanto mi risulta, non viene versata. Chiedo, allora, se è vero che gli aeroporti non trasferiscono la quota che compete loro, nel rispetto della norma di legge che prevede una loro compartecipazione di 30 milioni di euro all'anno.
A questo proposito, vorrei ricordare che vi sono 3.000 vigili del fuoco negli aeroporti italiani. Si tratta, quindi, di un onere importante, al quale alcuni aeroporti, che risparmiano sotto il profilo della sicurezza, dovrebbero contribuire con la quota di 30 milioni di euro determinata a suo tempo. Mi risulta che questa quota ancora non arrivi, perciò chiedo cosa sia stato fatto per sbloccarla.

PRESIDENTE. Do la parola al prefetto Tronca per la replica.

FRANCESCO PAOLO TRONCA, Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Riguardo alla questione posta dall'onorevole Bressa in merito al vertice del Corpo, vorrei chiarire che il Ministero dell'interno


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è organizzato in dipartimenti. La Polizia di Stato fa capo al Dipartimento della pubblica sicurezza, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco è incardinato nel Dipartimento dei vigili del fuoco. A capo del Dipartimento della pubblica sicurezza c'è un prefetto, a capo del Dipartimento dei vigili del fuoco c'è un prefetto, come a capo degli altri tre dipartimenti del Ministero dell'interno ci sono altrettanti prefetti.

GIANCLAUDIO BRESSA. Sono al corrente di tutto questo.

FRANCESCO PAOLO TRONCA, Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. È il Governo che nomina i prefetti sulla base delle qualità personali e professionali dei soggetti. Dunque, se il Governo dovesse individuare quale capo del Dipartimento dei vigili del fuoco un perfetto che viene dai vigili del fuoco stessi, come avvenuto in passato in alcuni casi, o da altri ruoli, si tratterebbe semplicemente di una scelta politica di governo. Ciò che è importante, in questi casi, è l'individuazione della persona più adatta a svolgere un ruolo estremamente delicato, poiché ad esso fanno capo 34.000 uomini. Lo stesso discorso, naturalmente in proiezione più ampia, vale per la Polizia di Stato.
Riguardo al quesito posto dall'onorevole Tassone, vorrei precisare che la Protezione civile concerne innanzitutto l'attività di coordinamento delle varie risorse che si rende necessaria nel momento in cui si verifica un'ipotesi emergenziale che esula dalla semplice attività di soccorso pubblico, ma assume le caratteristiche dell'emergenza, per le dimensioni del territorio, dell'evento e delle persone interessate. A quel punto scatta la competenza del Sistema nazionale di Protezione civile, all'interno del quale consentitemi di dire che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco rappresenta la componente più importante, la struttura più robusta, il vero esercito, la vera colonna vertebrale.
Riguardo al modo di interfacciarsi dal punto di vista pratico, ho vissuto in prima persona l'emergenza Abruzzo, l'emergenza Viareggio, l'emergenza Giampilieri. In tutti questi casi, c'è stata una sintonia operativa perfetta sul campo. Per esempio, dopo il terremoto in Abruzzo, Guido Bertolaso si recò all'Aquila nei luoghi colpiti e io, quale capo dipartimento dei vigili del fuoco, assunsi, come vuole la norma, la presidenza del Comitato d'emergenza nazionale. Non ho registrato alcuna disfunzione operativa; al contrario, c'è stata una sinergia che ha consentito di sferrare la prima spallata all'emergenza in maniera assolutamente positiva.
Certo, si tratta di ruoli che devono essere riportati a una scelta politica di fondo. Tuttavia, è indubbio che, da sempre, la struttura portante del soccorso pubblico è il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Il depositario più importante del patrimonio di intervento in caso di soccorso e, quindi, di una grande emergenza è indubbiamente il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Questo credo sia indiscutibile. Che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco svolga al meglio la propria parte all'interno del Sistema nazionale di Protezione civile e si interfacci perfettamente con tutte le altre componenti dello Stato che intervengono nelle operazioni di protezione civile, anche dal punto di vista dell'operatività che comporta l'utilizzo di mezzi e automezzi particolari, è un dato di fatto che è ascrivibile alla grandissima professionalità che costituisce il patrimonio del Corpo stesso.
Tutte le emergenze che si sono verificate nel 2009 richiedono, secondo me, una grande riflessione, anche sul piano ordinamentale, e la stessa attenta riflessione deve riguardare alcuni punti affrontati dall'onorevole Rosato. Per esempio, circa la questione degli incendi boschivi, secondo me il Corpo nazionale è perfettamente in grado, dal punto di vista operativo, di svolgere appieno le competenze anche in questa materia, come per altri tipi di emergenze.
L'onorevole Rosato ha citato la questione della carenza di risorse. È vero, nonostante questa carenza, stiamo andando avanti facendo fronte con fierezza,


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ma anche con risultati estremamente positivi, a tutte le tutte sfide che ci sono state poste. Voglio ribadire con orgoglio che le battaglie sono state vinte tutte e non c'è stato nessun cedimento o arretramento dal punto di vista operativo. Ricordo che nel 2009 i vigili del fuoco hanno gestito le emergenze riguardanti l'Abruzzo, a distanza di due mesi Viareggio e, nell'autunno, Giampilieri. Con queste tre emergenze aperte, il Corpo ha mantenuto invariato il numero di interventi di soccorso pubblico sul territorio nazionale. Non è venuto meno neanche un intervento: 2.000 erano, sono e saranno sempre, qualunque prova saremo chiamati ad affrontare.
A proposito della graduatoria, nella mia relazione ho auspicato un'attenta riflessione in proposito. Vi invito, infatti, a prestare attenzione alle graduatorie troppo vecchie perché non possono entrare nei vigili del fuoco soggetti che hanno superato, per esempio, i limiti di età. Si consideri, inoltre, che abbiamo appena ultimato un grande concorso da 814 posti che, compresi gli idonei, fornisce al Corpo un bacino di migliaia di uomini e donne selezionati ai massimi livelli.
Circa le considerazioni svolte dall'onorevole Rosato sulle riassegnazioni e sul problema degli aeroporti, un'azione del dipartimento sta monitorando tutte le possibilità per ottenere i 30 milioni previsti dalla legge quale speciale indennità di soccorso pubblico esterno.

PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione del sottosegretario di Stato per l'interno, Nitto Francesco Palma, sulle problematiche relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del sottosegretario di Stato per l'interno, Nitto Francesco Palma, sulle problematiche relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Ringraziandolo a nome mio e della Commissione per la sua presenza, do la parola al sottosegretario.

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor presidente, prima di tutto desidero ringraziare lei e la Commissione per avere promosso queste audizioni, considerate dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco e da chi, come me, ha la responsabilità e l'onore della delega nel relativo settore, un ulteriore segno di attenzione nei confronti di questo nostro eccezionale corpo.
Desidero altresì ringraziare la Commissione per avermi dato, con questa audizione, l'occasione per trarre un bilancio dell'attività svolta dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco e, nel contempo, per circoscrivere maggiormente il quadro delle questioni ancora aperte.
Non mi soffermerò sull'organizzazione e l'attività istituzionale del Corpo nazionale, già ampiamente illustrate dal capo del dipartimento e dal capo del corpo, ma voglio in questa sede sottolineare le iniziative che nel corso dell'attuale legislatura sono state assunte per rilanciare il ruolo del Corpo stesso.
Le difficoltà e l'impegno straordinario determinato dai noti eventi sismici dell'Abruzzo e dalle altre emergenze che hanno colpito il nostro Paese hanno visto il Governo impegnato non solo a far fronte alle contingenti necessità, ma anche a proseguire il processo di valorizzazione e di riconoscimento del Corpo nazionale chiamato a pieno titolo, accanto agli altri corpi dello Stato, a tutelare il bene primario della sicurezza della collettività.
Signor Presidente, il mio intervento sarà sintetico, ma rimando per una più ampia spiegazione dei singoli punti alla relazione scritta che consegno alla presidenza.
In primo luogo, vorrei ricordare, tra i numerosi interventi normativi a beneficio della funzionalità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, le autorizzazioni alle assunzioni in deroga, l'autorizzazione alla copertura al 100 per cento del turnover annuale (articolo 2, comma 209, della


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legge 23 dicembre 2009, n. 191); l'esclusione dalla riduzione degli assetti organizzativi; l'esclusione dagli effetti dei tagli operati dalla manovra finanziaria di cui al decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, con la conservazione delle risorse per i rinnovi contrattuali, l'esclusione dei tagli alle spese per la formazione, per le autovetture di servizio e per le missioni; l'istituzione di un apposito fondo perequativo pari a 80 milioni di euro finalizzato a compensare il blocco dei trattamenti economici derivanti da promozioni e scatti per il triennio 2011-2013; infine, lo stanziamento di 80 milioni di euro per il superamento dell'emergenza del terremoto in Abruzzo.
Altrettanto significativi sono stati gli interventi normativi volti ad assicurare uno specifico trattamento ordinamentale al personale del Corpo, analogo a quanto previsto per le forze di polizia e le forze armate. In particolare, vorrei segnalare il riconoscimento del principio di specificità in ragione delle funzioni svolte, sancito dalla legge 4 novembre 2010, n. 183, il cosiddetto «Collegato lavoro», e la riaffermazione della centralità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco in materia di pubblica incolumità e di prevenzione incendi nei luoghi di lavoro.
Il Governo, nell'adottare i provvedimenti d'urgenza necessari al superamento delle diverse emergenze che hanno colpito il Paese, ha inserito ulteriori interventi normativi, tesi anche al potenziamento e all'ammodernamento dei mezzi operativi e delle strutture logistiche. Si tratta di interventi straordinari per il mantenimento delle capacità operative del Corpo e per l'avvio di un potenziamento, in particolare delle colonne mobili regionali.
Faccio riferimento, nello specifico, allo stanziamento delle risorse per finanziare la spesa di 8,4 milioni di euro per l'anno 2009 per la prosecuzione dell'intervento di soccorso in Abruzzo da parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; all'autorizzazione per l'anno 2009 della spesa di 8 milioni di euro per la manutenzione dei mezzi e per l'acquisto e relativa gestione, anche in deroga alle procedure ordinarie, di nuovi mezzi per i vigili del fuoco, in relazione alle necessità legate sempre all'emergenza terremoto in Abruzzo; all'autorizzazione ad acquistare, anche in deroga alle procedure ordinarie, i mezzi e le dotazioni logistiche necessarie per assicurare la piena capacità operativa del personale del Corpo nazionale impegnato nell'emergenza rifiuti in Campania per un onere pari a 2.160.000 euro.
In linea con la riforma dell'ordinamento del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, avviata con la legge delega 30 settembre 2004, n. 252, che ha ricondotto il rapporto di impiego dal regime privatistico a quello di diritto pubblico, nell'attuale legislatura è stato intrapreso un percorso di riequilibrio del trattamento economico di tale personale rispetto agli altri corpi similari dello Stato.
A tale proposito, ricordo l'istituzione, con un'allocazione di risorse pari complessivamente a 30 milioni di euro, della speciale indennità operativa per il servizio di soccorso tecnico urgente espletato all'esterno, nonché della cristallizzazione del patto per il soccorso, il ripristino dell'indennità di missione, l'allocazione di ulteriori risorse per circa 15 milioni di euro per la speciale indennità di soccorso esterno e l'attribuzione dell'indennità di trasferimento.
Tali norme costituiscono un ulteriore riconoscimento del processo di armonizzazione sul piano ordinamentale ed economico di tutti gli apparati dello Stato chiamati ad assicurare la sicurezza del Paese, intesa in senso lato. Tale processo, tuttavia, vede un percorso ancora in via di completamento, ai fini di un pieno riallineamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco rispetto alle forze del comparto sicurezza e difesa.
Infatti, nonostante i significativi passi in avanti, sussiste ancora un divario da recuperare sul piano non solo dei trattamenti stipendiali, ma anche delle specifiche discipline pensionistiche e previdenziali.
Naturalmente, l'introduzione di norme che parificano il trattamento economico vigente del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco a quello in godimento al personale delle forze di polizia deve trovare la necessaria copertura finanziaria.


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Veniamo, ora, alle questioni ancora aperte. Le più importanti, anche tra quelle segnalate dalle organizzazioni sindacali dei vigili del fuoco, richiedono una revisione generale dell'ordinamento del personale, per il quale sono tuttora in corso appositi tavoli tecnici di confronto con le rappresentanze dei lavoratori.
In attesa, però, di una più ampia rivisitazione dell'ordinamento del personale del Corpo, attraverso la riforma del decreto legislativo n. 217 del 2005, ritengo che sia possibile apportare, in tempi brevi, dei correttivi su specifiche questioni, anche attraverso interventi normativi mirati, al fine di evitare pregiudizi sull'ordinato svolgimento del soccorso sul territorio.
Mi riferisco, per esempio, al sistema dei concorsi interni a caposquadra e caporeparto, attualmente suddivisi in due procedure distinte, il 60 per cento dei posti tramite concorso per titoli e il restante 40 per cento tramite concorso per titoli ed esame scritto, con notevole appesantimento delle procedure stesse, di per sé già molto complesse. Ai fini di un più spedito svolgimento dei concorsi per tale qualifica, ancora da bandire, è stata formulata una proposta normativa che, derogando in via transitoria alle vigenti disposizioni, consentirebbe lo svolgimento delle procedure attraverso un'unica fase concorsuale, con selezione basata esclusivamente su titoli.
La norma risponde a un'effettiva esigenza operativa in quanto le figure del caposquadra e del caporeparto rivestono un ruolo strategico e centrale nell'ambito del sistema istituzionale del soccorso pubblico, non surrogabile per il grado specifico di responsabilità e di autonomia decisionale correlata all'intervento urgente. È intenzione del Governo inserire tale proposta normativa come emendamento al disegno di legge in materia di sicurezza, Atto Senato n. 2494, attualmente all'esame delle competenti Commissioni del Senato.
Un altro aspetto che richiede attenzione è contenuto nel decreto-legge n. 78 del 2010 che, all'articolo 49, comma 4 bis, ha introdotto il principio della segnalazione certificata di inizio attività - la cosiddetta SCIA - nell'ottica di una semplificazione, senza però includere nella clausola di salvaguardia di taluni interessi pubblici fondamentali la pubblica incolumità, con riflessi anche sulle attuali procedure di rilascio del certificato di prevenzione incendi. Infatti, la mancata inclusione della pubblica incolumità mette in crisi il sistema generale di sicurezza della collettività che, in particolare in questa materia, non può che reggersi sulla fattiva collaborazione tra l'imprenditore, che ha il diritto-dovere di un'impresa sicura, e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, con evidenti riflessi sul piano occupazionale e sul diritto dell'impresa a un sicuro investimento. Né si possono sottacere le significative conseguenze negative che ne derivano per il Corpo, sia sul piano delle risorse finanziarie sia dal punto di vista della sottrazione di risorse umane alle attività più strettamente operative, essendo tali risorse impiegate nei controlli alle aziende.
Sulla questione, il Governo, in sede di approvazione della legge di conversione n. 122 del 2010, ha accolto due ordini del giorno a firma, rispettivamente degli onorevoli Laffranco e Ascierto, e Grimaldi e Fallica, presentati alla Camera dei deputati, che lo impegnano ad adottare iniziative di carattere normativo finalizzate all'inserimento della pubblica incolumità tra gli interessi pubblici salvaguardati dal procedimento semplificatorio, di cui al novellato articolo 19 della legge n. 241 del 1990.
In conclusione, vorrei ribadire che, nonostante l'attuale sfavorevole congiuntura economica, il Governo intende proseguire nel percorso intrapreso sin dall'inizio di questa legislatura, al fine di affermare in concreto il ruolo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco tra gli apparati centrali dello Stato chiamati ad assicurare, pur nel pieno rispetto delle diversità di competenze e funzioni, la sicurezza di questo Paese.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

ETTORE ROSATO. Vorrei chiedere al sottosegretario una valutazione politica su alcune questioni.


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In primo luogo, richiamando la domanda posta dal collega Bressa al prefetto Tronca, chiedo al sottosegretario se, così come posto da tutte le organizzazioni sindacali, ritiene utile una modifica normativa che consenta l'identificazione tra il capo del corpo e il capo del dipartimento. Il prefetto Tronca ha risposto, com'è giusto, che la legge già lo consente, ma vorrei sapere se lei, sottosegretario, ritiene utile una modifica normativa.
Vengo alla seconda questione. Le chiedo se ritiene utile una rivisitazione - e anche su questo mi sembrava ci fosse un consenso - della normativa sugli incendi boschivi, che consenta di riportare al Ministero dell'interno, cioè al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, la competenza primaria, evitando l'attuale parcellizzazione.
Infine, la terza questione, che è di attualità e riguarda tante persone, verte sulla proroga della graduatoria della stabilizzazione, fermo restando che i vincitori e gli idonei del concorso a 814 posti debbano trovare il loro naturale percorso di assunzione.

PRESIDENTE. Do la parola al sottosegretario Palma per la replica.

NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Per quanto riguarda il primo quesito, confesso che la questione è oggetto di attenzione e discussione con il capo del dipartimento e con il capo del corpo e viene affrontata in termini assolutamente «laici».
Parto da una premessa: mi sembra, dopo aver ascoltato le domande formulate al prefetto Tronca e all'ingegner Pini, che si ipotizzi, da parte di alcuni deputati intervenuti, un ritorno al Ministero dell'interno anche della Protezione civile. Ove ciò dovesse, per ipotesi, accadere, ci sarebbe la coincidenza con l'obiettivo, di cui alle domande poste, in ragione evidentemente dei compiti specifici di coordinamento che comunque spettano alla Protezione civile.
Per il resto, senza soffermarmi a lungo sui compiti, che l'onorevole Rosato conosce bene, della difesa civile e, in particolare, sul coordinamento, sul coinvolgimento delle strutture della Polizia di Stato che operano nella organizzazione dei piani di difesa civile, con la partecipazione successiva delle prefetture operanti sul territorio (il che evidentemente fa apparire in un'altra luce la necessità di un dipartimento), credo che sia nostro interesse assicurare il massimo di efficienza al Corpo nazionale dei vigili del fuoco nel suo complesso, e quindi individuare un sistema, ove mai si dovesse immaginare una riforma, che garantisca tale efficienza.
Non a caso, l'ingegner Pini, che nel corso del suo intervento ha sfiorato in termini molto garbati questo argomento, non ha mancato di sottolineare la necessità di un notevole miglioramento delle strutture amministrative del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ella, onorevole Rosato, comprende molto meglio di me che, in assenza di queste strutture amministrative dei vigili del fuoco, la situazione non possa al momento subire delle modificazioni.
Aggiungo, poi, che già nel passato si è verificato - in due casi, se non ricordo male - che il capo del dipartimento fosse, nella sua entità soggettiva, prodotto dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ma, in entrambi i casi, non vi è stato un accoppiamento della figura del capo del dipartimento e dell'ispettore generale capo, cioè del capo del corpo. Si è creata, a mio avviso, in quelle due occasioni, una dicotomia foriera di maggiore confusione rispetto a quella attuale. Non c'è dubbio, infatti, che non vi possa essere allo stato attuale una sovrapposizione di natura tecnica che invece si creerebbe inevitabilmente se il capo del dipartimento dovesse essere un prefetto proveniente dalla carriera dei vigili del fuoco, per cui il ruolo del capo del corpo sarebbe completamente svuotato.
Ripeto, però, che ogni aspetto deve essere affrontato laicamente. Il nostro obiettivo è garantire che il Corpo nazionale abbia un'efficienza sempre maggiore e, se si dovesse ipotizzare un sistema completo e chiuso che possa garantire ciò, sarebbe oggetto di ragionamento.
Mi permetto di dire che, in realtà, secondo alcune organizzazioni sindacali - che desidero ringraziare della collaborazione


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e del contributo che, in questi tre anni, hanno dato al Governo nella gestione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, a testimonianza del miglioramento dei rapporti sindacali, oggi ispirato al massimo della serenità in un comparto, come quello dei vigili del fuoco, in passato caratterizzato da notevoli vivacità - l'identificazione tra il capo del dipartimento e il capo del corpo sembra essere una strada superata.
Per quello che riguarda gli incendi boschivi, come già anticipato sia dal prefetto Tronca e che dall'ingegner Pini, non vi è, in linea di massima, un'obiezione di fondo al passaggio della materia direttamente al Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, peraltro, nella realtà, opera quotidianamente in questo settore in ragione delle convenzioni regionali. È evidente, però, che il trasferimento di competenza dovrebbe comportare anche il trasferimento delle risorse necessarie perché, inevitabilmente, sul piano fattuale, se questo non dovesse accadere sarebbe estremamente complicato per il corpo nazionale sobbarcarsi anche il carico degli incendi boschivi, senza poter riparare, sotto il profilo economico, i maggiori sforzi richiesti.
Al riguardo debbo altresì rilevare che spesso, anzi troppo spesso, non registriamo un puntuale assolvimento degli impegni economici derivanti dalle convenzioni stipulate con le regioni. Ciò è causa di inevitabili tensioni all'interno del Corpo nazionale dei vigili del fuoco per eventi non correlabili alla gestione del dipartimento.
Infine, circa le graduatorie, concordo pienamente con quanto affermato dal prefetto Tronca. Anche sotto questo profilo non vi è un'obiezione di principio, ferma restando quella che si àncora alla vetustà più o meno lunga della graduatoria. Infatti, è indubbio che, per ragioni di sicurezza, è necessario che i vigili del fuoco assunti abbiano un'età che possa garantire, in sé, l'energia fisica necessaria alle operazioni di soccorso.
Personalmente, circa l'idea di cristallizzarsi esclusivamente sulle graduatorie del passato, ritengo che se, da un lato, questa cristallizzazione potrebbe soddisfare le legittime aspettative di chi è entrato in quelle graduatorie, anche se magari, nell'attesa, ha trovato un altro sbocco lavorativo, dall'altro, essa contrasterebbe - lo dobbiamo dire chiaramente - con le legittime aspirazioni di giovani che non sono entrati in quelle graduatorie e che ambiscono, attraverso nuovi concorsi, a entrare nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Anche su questo, ripetendo quanto espresso molto bene dal prefetto Tronca, credo che la questione debba essere affrontata laicamente, avendo sullo sfondo l'unico obiettivo di interesse per il Governo, ovvero l'efficienza del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e la sicurezza dei cittadini, che il Corpo stesso assicura quotidianamente in maniera così mirabile.

PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Palma e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,20.

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