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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione IV
12.
Martedì 27 novembre 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Garofani Francesco Saverio, Presidente ... 3

Audizione dell'Ispettore generale Capo del bilancio della Ragioneria generale dello Stato, dottor Biagio Mazzotta, e dell'Ispettore generale Capo per gli ordinamenti del personale e l'analisi dei costi del lavoro pubblico della Ragioneria generale dello Stato, dottoressa Ines Russo, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 5569 Governo, approvato dal Senato, e C. 4740 Reguzzoni, recante «Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia» (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Garofani Francesco Saverio, Presidente ... 3 7 8 9
Cirielli Edmondo, Presidente ... 9
Chiappori Giacomo (LNP) ... 9
Di Stanislao Augusto (IdV) ... 7 8
Laganà Fortugno Maria Grazia (Misto) ... 9
Mazzotta Biagio, Ispettore generale Capo del bilancio della Ragioneria generale dello Stato ... 3
Rugghia Antonio (PD) ... 8
Russo Ines, Ispettore generale Capo per gli ordinamenti del personale e l'analisi dei costi del lavoro pubblico della Ragioneria generale dello Stato ... 5 7
Villecco Calipari Rosa Maria (PD) ... 7 8

ALLEGATO 1: Documentazione consegnata dall'Ispettore generale Capo del bilancio della Ragioneria generale dello Stato, dottor Biagio Mazzotta ... 11
ALLEGATO 2: Documentazione consegnata dall'Ispettore generale Capo per gli ordinamenti del personale e l'analisi dei costi del lavoro pubblico della Ragioneria generale dello Stato, dottoressa Ines Russo ... 31
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Intesa Popolare): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli Sovrani d'Europa: Misto-ASud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

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COMMISSIONE IV
DIFESA

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di martedì 27 novembre 2012


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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO SAVERIO GAROFANI

La seduta comincia alle 14,45.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione dell'Ispettore generale Capo del bilancio della Ragioneria generale dello Stato, dottor Biagio Mazzotta, e dell'Ispettore generale Capo per gli ordinamenti del personale e l'analisi dei costi del lavoro pubblico della Ragioneria generale dello Stato, dottoressa Ines Russo, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 5569 Governo, approvato dal Senato, e C. 4740 Reguzzoni, recante «Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia».

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione dell'Ispettore generale Capo del bilancio della Ragioneria generale dello Stato, dottor Biagio Mazzotta, e dell'Ispettore generale Capo per gli ordinamenti del personale e l'analisi dei costi del lavoro pubblico della Ragioneria generale dello Stato, dottoressa Ines Russo, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 5569 Governo, approvato dal Senato, recante «Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia», e dell'abbinata proposta C. 4740 Reguzzoni.
Prima di dare la parola al dottor Mazzotta e alla dottoressa Russo, ringrazio per la partecipazione ai lavori della Commissione la dottoressa Di Gianvito, la dottoressa Vitulano e il dottor Argentieri.
Nel ricordare ai colleghi che alle 15,30 dovremo sospendere i lavori della Commissione, essendo previste votazioni in Assemblea, e nel raccomandare anche ai nostri ospiti la sintesi, do loro la parola per lo svolgimento della relazione.

BIAGIO MAZZOTTA, Ispettore generale Capo del bilancio della Ragioneria generale dello Stato. Grazie, presidente. Se mi autorizza, vorrei far distribuire delle fotocopie del mio intervento e di quello della dottoressa Russo. Per sintetizzare e per consentirvi eventuali approfondimenti, durante il nostro intervento, faremo riferimento a qualche tabella. Comincio, occupandomi della parte relativa al bilancio.
Con riguardo al bilancio della Difesa, la delega per la revisione dello strumento militare impatta sia in termini di organizzazione e riorganizzazione delle strutture, sia in termini di personale. Inizio fornendovi alcuni numeri e presentando il quadro di riferimento.
Quando parliamo del bilancio della Difesa, stando ai dati del 2011, ci riferiamo a una somma di circa 23 miliardi di euro. Al netto delle spese per i Carabinieri, il bilancio si riduce a circa 17 miliardi. L'importo di cui stiamo discutendo è, appunto, quello di 17 miliardi. La parte più rilevante di questa spesa è rappresentata, - rispetto ai centri di responsabilità del Ministero - dall'Esercito, che gestisce circa 5,3 miliardi di euro; dalla Marina, che ha 2,1 miliardi, e dall'Aeronautica, con


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2,9 miliardi. Altri 5,4 miliardi sono gestiti dal Segretario generale della Difesa, che amministra tutti gli approvvigionamenti militari, compresi quelli relativi alle forniture. In questi centri, si trova, quindi, una buona fetta della spesa del Ministero della difesa.
Ciò vale per i volumi. Invece, a pagina 24 del documento che abbiamo distribuito potete osservare l'andamento e la composizione della spesa. I circa 17 miliardi - 16,9 per l'esattezza - di cui ho parlato, sono composti per circa l'80 per cento dalla spesa corrente. Di questa, il 79 per cento è rappresentata dagli stipendi e la restante parte, circa il 20, sono spese per acquisto di beni e servizi o consumi intermedi.
La tabella numero 4, a pagina 24, dà l'idea della serie storica. Per quanto riguarda le spese di personale, si passa dai circa 8,4 miliardi di euro del 2003 ai 10,6 miliardi del 2011. Per l'acquisto di beni e servizi, ovvero consumi intermedi, passiamo dai 4,6 miliardi del 2003 agli 1,9 miliardi del 2011. Relativamente alla spesa per investimenti, invece, si va dai 2,6 miliardi del 2003 ai 3,4 miliardi del 2011. Come potete notare, il bilancio della Difesa - al netto delle spese per i Carabinieri - è composto da queste voci fondamentali. Una gran parte sono spese per il personale, che negli ultimi anni sono andate crescendo di circa 2 miliardi di euro. Una buona parte sono spese per beni e servizi, quindi per il mantenimento in operatività del sistema di difesa, che, invece, si sono ridotte nel corso del tempo dagli oltre 4 miliardi del 2003 ai 2 miliardi del 2011. Infine, gli investimenti si mantengono in linea, per poi crescere leggermente negli ultimi anni.
Sempre riguardo alle voci di spesa del Ministero della difesa, a pagina 28 abbiamo fatto un'operazione di aggregazione, raggruppandole tutte in tre voci caratteristiche: il personale, quindi le spese per stipendi; l'operatività dello strumento militare; infine, gli investimenti e le funzioni che non sono direttamente collegate alla Difesa.
Il primo grafico, con riguardo al periodo 2007-2015, mostra che gran parte della spesa è relativa al personale e che essa è aumentata nel tempo, mentre le spese per consumi intermedi si sono molto assottigliate e gli investimenti si sono mantenuti abbastanza costanti. Sottolineo questo aspetto perché è uno dei principali motivi per i quali il Ministero della difesa ha deciso di presentare questa riforma. Infatti, nel corso del tempo, la composizione della tipologia di spesa all'interno del suo bilancio è cambiata. È, infatti, aumentata la spesa per il personale e si è ridotta quella che consente l'operatività dello strumento militare. Il Ministero della difesa ha dunque ravvisato la necessità di ricomporre la spesa verso percentuali più allineate a quelle degli altri Paesi, anche europei.
La tavola numero 1 dell'appendice, a pagina 33, mostra qualche confronto internazionale. In termini di incidenza percentuale sulla spesa, l'Italia spende per la funzione difesa circa il 3 per cento della spesa primaria. Negli ultimi anni, c'è stato un saliscendi, ma siamo sempre intorno a tale valore. Nel 2010, per esempio, la percentuale è del 3,1 per cento contro il 3,9 della Francia, il 2,5 della Spagna, il 4,4 della Grecia (non possiamo, però, fare conforti con questo dato), il 2,4 della Germania e il 6,6 del Regno Unito.
A queste, poi dovremmo sommare altre spese che vengono fatte non direttamente dalla difesa bensì dal Ministero dello sviluppo economico, che fa degli interventi a favore della Difesa per un ammontare di circa lo 0,3-0,4 per cento in termini di incidenza sulla spesa primaria. In definitiva, l'Italia, in termini di incidenza sulla spesa primaria, spende circa il 3,5 per cento. Invece, in termini di PIL, siamo intorno all'1,4-1,5 per cento. Altri Paesi hanno rapporti più elevati, come il Regno Unito e la Francia, ma vi sono anche alcuni, come la Spagna e la Germania, in cui questi sono più bassi.
Poc'anzi, abbiamo parlato della composizione della spesa per il personale, per il mantenimento in operatività dello strumento militare, per i beni e i servizi e per


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gli investimenti. La tavola 3 dell'appendice, che si trova a pagina 35, propone un raffronto internazionale per quanto riguarda queste tipologie di spese. In termini omogenei, fatto 100 il totale della spesa, l'Italia spende il 62 per cento per il personale contro il 45 per cento della Francia, il 58 della Spagna, il 48 della Germania e addirittura il 33 del Regno Unito.
Vi ricordo che, secondo i criteri contabili nazionali, nei consumi intermedi ci sono anche le forniture militari perché queste sono considerate spese correnti, quindi vengono riclassificate, appunto, tra le spese di parte corrente. Riguardo ai consumi intermedi, l'Italia spende il 30 per cento per beni e servizi, contro il 43 della Francia, il 37 della Spagna, il 47 della Germania e il 55 del Regno Unito. In termini di investimenti, l'Italia ha invece valori più bassi rispetto agli altri Paesi. Da questi confronti, quindi, dovrebbe emergere la ragione che ha spinto il Ministero della difesa a presentare questa riforma e a introdurre alcune delle disposizioni che conoscete e che sono oggetto della vostra discussione.
Fatto questo veloce panorama anche internazionale, prima di passare la parola alla dottoressa Russo, vorrei dire qualcosa riguardo alla flessibilità del bilancio. Alcune importanti disposizioni inserite nel decreto riguardano, infatti, il potenziamento o comunque l'incremento della flessibilità di bilancio del Ministero.
Oggi, nel 2012, a fronte degli stanziamenti di cui abbiamo parlato, cioè degli oltre 16 miliardi di euro, sono potenzialmente flessibili circa il 30 per cento, quindi soltanto 4,5 miliardi possono essere soggetti alla flessibilità, intendendo con essa la possibilità per il Ministero di riallocare gli stanziamenti tra diverse voci di spesa con semplici decreti del ministro o del direttore generale. Altre variazioni e spostamenti possono essere fatti solo con decreto del Ministro dell'economia. Anche questi rappresentano una forma di flessibilità, ma che è più rigida, avendo tempi di perfezionamento superiori rispetto alla possibilità interna. Il potenziale di flessibilità, su circa 17 miliardi, è di 4,5 miliardi.
In realtà, questa possibilità è poco utilizzata. Per esempio, nel 2012, è stata utilizzata solo per 1,1 miliardi, quindi un terzo rispetto alle potenzialità. Questa somma rappresenta circa il 7 per cento del totale complessivo della spesa della Difesa. Sicuramente, sotto questo profilo, si potrebbe utilizzare di più questa possibilità. Comunque, le norme che state per discutere consentono all'amministrazione della Difesa una sorta di potenziamento di questa flessibilità perché, previo accertamento dei risparmi che dovranno essere realizzati da questa riforma, permettono lo spostamento, quindi la riallocazione di risorse che si potranno accertare in termini di risparmi - in gran parte derivanti dalle spese di personale, per effetto della riduzione - verso le spese di mantenimento in esercizio dello strumento militare, cioè beni e servizi, ovvero investimenti o forniture militari.
Tuttavia, non soltanto le spese di personale sono soggette a questa revisione, ma - come riporta in maniera molto chiara la delega - si potranno introdurre misure di razionalizzazione e riorganizzazione delle strutture, anche periferiche, da cui possono derivare risparmi da riallocare verso impieghi più proficui o comunque che consentano di riequilibrare quei rapporti squilibrati tra personale e operatività dello strumento militare.

INES RUSSO, Ispettore generale Capo per gli ordinamenti del personale e l'analisi dei costi del lavoro pubblico della Ragioneria generale dello Stato. Seguirò anch'io il documento, in modo da affrontare rapidamente tutte le tematiche, evitando di dimenticare qualcosa, per poi lasciare a voi la richiesta di eventuali approfondimenti.
Il provvedimento è volto a conferire al Governo una delega per l'adozione di due o più decreti legislativi per disciplinare la revisione in senso riduttivo dell'assetto strutturale e organizzativo del Ministero della difesa, in particolare con riferimento


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allo strumento militare, compresa l'Arma dei carabinieri, limitatamente ai compiti militari; delle dotazioni organiche complessive del personale militare dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, nell'ottica della valorizzazione delle relative professionalità; e delle dotazioni organiche complessive del personale civile del Ministero della difesa, sempre nell'ottica della valorizzazione delle relative professionalità.
L'obiettivo del disegno di legge - come ha già detto il dottor Mazzotta - è quello di conseguire una ottimale ripartizione delle risorse della Difesa tra i settori di spesa del personale, dell'operatività e dell'investimento. Le istituzioni interessate sono, appunto, le Forze armate, ovvero l'Esercito italiano; la Marina, escluse le Capitanerie di porto; l'Aeronautica militare; e l'Arma dei carabinieri, limitatamente ai compiti militari.
Un aspetto significativo della proposta, contenuto nell'articolo 1, comma 1, lettere b) e c) del provvedimento, è rappresentato dalla necessità di ridurre sensibilmente la spesa per il personale all'interno del bilancio del Ministero della difesa - alla fine, è questo l'obiettivo del provvedimento - giunta ormai a rappresentare la parte preponderante della spesa complessiva e giudicata dal Ministero proponente insostenibile in rapporto alle risorse complessivamente esigibili.
In particolare, l'articolo 3 del provvedimento dètta princìpi e criteri direttivi per la riduzione degli organici del personale militare e civile del Ministero della difesa. Con riferimento al personale militare, gli organici fissati dalla normativa vigente prevedono una forza complessiva di 190.000 unità da raggiungersi entro il 2021. Invece, secondo quanto previsto dal progetto di revisione, dovranno contrarsi a 150.000 unità entro il 2024, salva la possibilità di proroghe annuali, secondo le modalità indicate dall'articolo 5, comma 2, del provvedimento, sulla base dell'andamento effettivo riscontrato dei reclutamenti e delle fuoriuscite del personale.
Come sappiamo, in questo contesto, si è inserito il provvedimento della spending review, cioè il decreto-legge n. 95 del 2012, con il quale all'articolo 2, comma 3, è stato previsto che, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della difesa, il totale generale degli organici delle Forze armate sia ridotto in misura non inferiore al 10 per cento. Il suddetto decreto, che è in fase di definizione, fissa l'organico dell'Esercito, della Marina (escluso il Corpo delle capitanerie di porto) e dell'Aeronautica in 170.000 unità, con una riduzione di 20.000 unità rispetto a quello vigente, che è di 190.000.
Il predetto volume organico e così ripartito: Esercito, 100.211 unità; Marina, 30.421 unità; Aeronautica, 39.368 unità, con contestuale rideterminazione delle dotazioni organiche degli ufficiali, dei sottufficiali e dei volontari delle tre Forze armate.
In attuazione di ciò, è in fase di definizione anche un regolamento, da adottarsi ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge n. 400 del 1988, diretto a ridurre, con effetto a decorrere dal 1o gennaio 2013, sia le dotazioni organiche di ciascuna Forza armata suddivise per ruolo e grado, sia il numero delle promozioni a scelta. Tale regolamento prevede anche disposizioni transitorie per realizzare la graduale riduzione dei volumi organici entro il 1o gennaio 2016. Questo è, peraltro, un provvedimento che ha riguardato tutte le amministrazioni pubbliche.
Il personale in eccedenza, ove non riassorbibile in base alle disposizioni previste dall'articolo 2, comma 11, lettere da a) a d), del citato decreto-legge n. 95, sarà collocato in aspettativa per riduzione quadri, con esplicita estensione dell'istituto al personale militare non dirigente. Lo schema di regolamento fissa l'organico delle Forze armate in 170.000 unità, con una riduzione di 20.000 unità rispetto a quello vigente e viene altresì prevista la riduzione delle promozioni annuali dei gradi dirigenziali pari a 48 unità per il 2013, 120 per il 2014, 208 per il 2015 e 182 per il 2016; complessivamente, sono 558 unità.


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L'effettiva entità dei risparmi, correlata alla riduzione dei volumi organici delle Forze armate, potrà essere determinata soltanto a consuntivo, attraverso le relazioni tecniche che correderanno i decreti annuali, ai sensi dell'articolo 2 del regolamento in corso di definizione. Invece, i risparmi di spesa connessi al taglio delle promozioni dei gradi di colonnello, generale di brigata, generale di divisione e generale di corpo d'armata sono pari a 5,2 milioni di euro per il 2015, 7,745 milioni per il 2016, mentre per il 2013 e il 2014 non si conseguiranno risparmi per effetto del blocco dei trattamenti economici previsto dall'articolo 9, comma 21, del decreto-legge n. 78 del 2010. I risparmi di spesa derivanti dalle predette disposizioni saranno destinati al miglioramento dei saldi di bilancio.
La disposizione approvata dal Senato della Repubblica, articolo 3, comma 2, lettera b), fissa in 310 unità il numero degli ufficiali generali e in 1.566 unità il numero dei colonnelli delle Forze armate. Ciò ha consentito...

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor presidente, mi scuso dell'interruzione, ma vorrei intervenire sull'ordine dei lavori. So che sto facendo una scortesia istituzionale, ma i tempi sono brevissimi. Chiedo, dunque, alla presidenza se intenda far subito svolgere le domande oppure prevedere il seguito dell'audizione in un'altra seduta perché a questo punto non c'è più tempo per il dibattito, né tantomeno per le risposte da parte della Ragioneria. Chiedo, quindi, di sospendere la lettura della relazione, che è la stessa del Senato e che, probabilmente, i componenti di questa Commissione hanno già letto.

INES RUSSO, Ispettore generale Capo per gli ordinamenti del personale e l'analisi dei costi del lavoro pubblico della Ragioneria generale dello Stato. No, non è la stessa perché la nostra audizione al Senato si è tenuta a giugno. Questa versione è un aggiornamento perché nel frattempo è intervenuta la spending review. Infatti, l'elemento fondamentale è che con l'approvazione delle modifiche apportate dal Senato al disegno di legge si è evitato di cumulare i tagli previsti dal provvedimento con quelli previsti dalla spending review. Comunque, credo che il documento sia stato preparato, quindi siamo disponibili anche a rispondere direttamente alle vostre domande.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor presidente, noi abbiamo richiesto con forza le audizioni e segnatamente quella della Ragioneria. Non vorremmo quindi liquidarla, né ratificarla in questo modo. Abbiamo bisogno di capire che cosa voteremo. Si può andare, quindi, avanti con l'illustrazione della relazione; dopodiché, facciamo un'altra audizione per verificare se abbiamo capito bene ed eventualmente intervenire. Insomma, noi vogliamo svolgere il nostro ruolo, ma ci viene impedito.

PRESIDENTE. Concludiamo, intanto, questa audizione. Poi, decideremo nell'ufficio di presidenza, che è la sede appropriata.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Condivido la posizione del collega Di Stanislao sull'ordine dei lavori, per cui, se la dottoressa vuole continuare sulla spending review, che è l'aspetto innovativo della relazione rispetto a quella di giugno del Senato, non ho problemi. Convochiamo, però, un'altra audizione per domani.

PRESIDENTE. Intanto, usiamo bene il tempo che abbiamo a disposizione. Onorevole Villecco Calipari vuole fare una domanda?

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. La mia domanda è se possiamo riconvocare per domani la Ragioneria.

PRESIDENTE. Dobbiamo decidere in ufficio di presidenza, non lo possiamo stabilire ora. Per il momento, proseguiamo l'audizione finché abbiamo tempo a disposizione e continuiamo i nostri lavori ordinatamente. Se non vuole fare una domanda, do la parola agli altri colleghi.


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AUGUSTO DI STANISLAO. Chiediamo immediatamente la convocazione dell'ufficio di presidenza.

PRESIDENTE. Intanto, continuiamo i nostri lavori. Do, quindi, la parola ai colleghi che intendono intervenire.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Se è così, pongo alcune domande, dopodiché aspetteremo le decisioni dell'ufficio di presidenza.
Anch'io sono tra coloro che hanno chiesto di sentire la Ragioneria generale dello Stato, perché la vostra audizione ha un fortissimo interesse. Infatti, questo disegno di legge-delega ha rilevanza non solo per quanto riguarda il quadro strategico della Difesa, ma anche sul piano strettamente economico. Vorrei, quindi, capire meglio gli aspetti connessi a entrambi i profili. Ovviamente, con voi, vorrei approfondire le questioni delle ricadute e degli effetti economici.
Faccio una piccola premessa. Siamo tutti consapevoli che la riduzione del personale presenta aspetti virtuosi di risparmio nel breve periodo, ma anche dei condizionamenti sul piano strategico e su quello economico nel medio-lungo periodo. Rispetto a ciò, vorrei capire alcuni elementi.
Si parla, per esempio, di produzione industriale. Infatti, la Ragioneria è un organo del Ministero dell'economia e delle finanze (MEF) che è anche un'azionista di Finmeccanica. Vengo, quindi, alla prima domanda. Siccome Finmeccanica è uno dei massimi protagonisti della produzione industriale di settore, come azionista pubblico che fa gli interessi della collettività e del Paese, il Ministero dell'economia e delle finanze ha svolto previsioni sulle conseguenze di un cambio di scenario quale quello che potrebbe scaturire dall'approvazione di questo provvedimento?
Inoltre, con riguardo all'analisi delle prospettive congiunturali - cioè all'«outlook», come dicono le agenzie di rating - quali valutazioni avete fatto in merito all'impatto che la riforma avrà sull'occupazione nelle regioni meridionali e nelle isole? Sarà di drastica riduzione in seguito al fatto che l'Esercito non assumerà più? Quali sono le conseguenze che ne deriveranno sul piano complessivo?
Sulla prevista rimodulazione delle spese per armamenti, la Ragioneria e il Ministro delle Finanze quali criteri pensano di assumere per la riqualificare di questa spesa?
Infine, i risparmi di spesa derivanti dalla riduzione degli stipendi, nell'eventualità che siano destinati a investimenti, come diceva prima l'ispettore generale, saranno utilizzabili sono al netto delle ritenute previdenziali ed erariali, altrimenti determineranno un minor gettito di imposta. La Ragioneria sarà in grado di garantire il rispetto di questa misura?

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor presidente, non possiamo strozzare il dibattito in ordine a una riforma che il Ministro della difesa definisce epocale proprio quando siamo finalmente di fronte agli interlocutori giusti. Con tutto il rispetto, abbiamo fatto molte audizioni informali, che hanno preso molto tempo. Mi sembra quindi inopportuno che proprio quando interviene la Ragioneria per farci capire meglio la situazione si debba procedere in questo modo.
Personalmente, vorrei votare con cognizione di causa, ma in questo modo non è possibile. Siamo costretti a non poter intervenire nel merito e a ratificare un provvedimento che dovrebbe essere approfondito. Potrei fare delle domande limitandomi a poche battute, ma prima vorrei capire bene. Infatti, i nostri interlocutori hanno detto alcune cose pesantissime, che riguardano l'economia, la finanza e anche la riforma dello strumento militare.

PRESIDENTE. Avverto che i nostri gentili interlocutori hanno dato la disponibilità a proseguire l'audizione domani mattina alle 8,30. Proporrei, intanto, di continuare a raccogliere le domande.

ANTONIO RUGGHIA. Signor presidente, rientro nel merito dell'audizione per porre una domanda al dottor Mazzotta. Lei ha affermato che il Ministero della difesa è


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stato in grado di utilizzare solo un terzo della spesa riallocabile all'interno degli stanziamenti del ministero stesso. Essendo questa somma di circa 4,5 miliardi al 2011, finora questa flessibilità è applicata solo per un terzo delle somme a disposizione.
Ecco, vorrei sapere questo da cosa dipende, se dall'incapacità del ministero di effettuare le scelte necessarie a legislazione vigente oppure dal fatto che, senza la riforma, non è possibile fare di più? In sostanza, la riforma serve effettivamente ad aumentare la flessibilità di bilancio, tenendo conto che, nel frattempo, sono interventi i provvedimenti cui si faceva riferimento, soprattutto quello della spending review, che limita evidentemente questa possibilità? Insomma, vorrei capire quali effetti positivi possa determinare il provvedimento da questo punto di vista.

MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Anch'io sono stata tra coloro che hanno fortemente voluto l'audizione della Ragioneria dello Stato, quindi mi associo a quanto è stato detto. Innanzitutto, credo sia il caso, anche per un fatto di opportunità, di consentire alla dottoressa Russo di concludere la sua relazione, poiché è stata interrotta, o, eventualmente, di limitarci a prendere visione della documentazione cartacea, anche per poter fare le domande in maniera più esaustiva. Abbiamo sentito in maniera completa il dottor Mazzotta, per cui già abbiamo un'idea. Vorremmo, però, conoscere, alla luce anche della spending review, le novità contenute nella relazione della dottoressa Russo.

PRESIDENTE. La dottoressa ha gentilmente consegnato il suo testo, che è in distribuzione.

GIACOMO CHIAPPORI. Innanzitutto, ringrazio i nostri ospiti della presenza. È evidente che il nostro Paese - con riguardo alla nostra discussione - assomiglia più a Paesi come la Romania e la Grecia che non alla Francia o alla Germania. Tuttavia, dal confronto tra le nostre spese per il personale e quelle della Germania e della Francia e aggiungendo quello relativo ai consumi intermedi, ci rendiamo conto che questi ultimi due Paesi hanno effettivamente risparmiato sul personale. Si parla, infatti, di 30.000 riservisti e un totale di 60.000 unità.
A ogni modo, il problema dell'Italia è quello di avere una testa grande su un corpicino piccolo. Abbiamo, insomma, un apparato pubblico che pesa in maniera spaventosa. Oggi parliamo della Difesa, ma potremmo portare anche altri esempi.
La data prevista per la conclusione della riforma è il 2024, a cui giungeremo andando alla deriva, sperando che qualcuno vada in pensione o altrove. Nel frattempo, qualcuno ha pensato anche a come dislocare le unità in esubero, prima che invecchino, in altri settori, in modo da evitare che questi abbiano già assunto nuove persone? Altrimenti, se non li spostiamo, ma continuiamo ad assumere in altri settori, avremo sempre una montagna di persone in esubero, quindi il problema non cambia. Se andiamo alla deriva con la Difesa, dovremmo prendere quelli che riteniamo più anziani e trasferirli in altri enti che non devono assumere più. Insomma, è prevista un'architettura del genere?
La mia domanda è dunque questa. Ci sono già delle prese di posizione da parte della Difesa per collocare le persone in esubero in altri settori, senza aspettare il 2024?

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE EDMONDO CIRIELLI

PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti, anche per la documentazione consegnata, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegati).
Rinvio il seguito dell'audizione alla seduta di domani alle 8,30.

La seduta termina alle 15,35.


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