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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VI
3.
Mercoledì 1° ottobre 2008
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Conte Gianfranco, Presidente ... 3

Audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Conte Gianfranco, Presidente ... 3 7 9 10 13 15 19
Befera Attilio, Direttore dell'Agenzia delle entrate ... 3 16 18
Bragantini Matteo (LNP) ... 15
Ceccuzzi Franco (PD) ... 10
Comaroli Silvana Andreina (LNP) ... 13
De Micheli Paola (PD) ... 13
Fogliardi Giampaolo (PD) ... 12
Fugatti Maurizio (LNP) ... 15
Laboccetta Amedeo (PdL) ... 8 9 18
Leo Maurizio (PdL) ... 9
Milanese Marco Mario (PdL) ... 10
Pagano Alessandro Saro Alfonso (PdL) ... 14 15 18
Pepe Antonio (PdL) ... 7
Pugliese Marco (PdL) ... 11
Strizzolo Ivano (PD) ... 10
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

COMMISSIONE VI
FINANZE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 1° ottobre 2008


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO CONTE

La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia.
Ringrazio per la sua disponibilità il direttore dell'Agenzia delle entrate, dottor Attilio Befera, la cui audizione è la prima di una lunga serie che riguarderà l'intero comparto dell'economia e delle finanze.
Sono presenti anche il dottor Marco di Capua, direttore della direzione centrale amministrazione, vicario del dottor Befera, il dottor Luigi Magistro, direttore della direzione centrale accertamento, e il dottor Carlo Di Iorio, direttore dell'ufficio pianificazione e controllo.
Do la parola al dottor Befera per le sue considerazioni sullo stato dell'amministrazione.

ATTILIO BEFERA, Direttore dell'Agenzia delle entrate. La ringrazio. Anche per me questa è la prima audizione come direttore dell'Agenzia.
La mia intenzione è quella di svolgere un breve intervento e quindi rispondere alle domande dei commissari.
L'Agenzia delle entrate sta per compiere ormai otto anni. È quindi una struttura consolidata che, sin dall'inizio, ha contribuito a mantenere elevata la tax compliance e che ha avuto nella sua storia momenti di notevole valore e momenti meno brillanti, ma che certamente è stata la prima e la più importante innovazione nella recente storia della Pubblica amministrazione.
Il modello Agenzia voleva essere la nuova forma di amministrazione pubblica, basata su una maggiore flessibilità nell'organizzazione interna, nella gestione delle risorse umane e materiali e, quindi, con forte autonomia operativa.
I risultati di questa riforma ritengo siano sotto gli occhi di tutti e, quindi, non credo sia necessario commentarli. Il modello assunto nasce da esperienze internazionali ed ha avuto positive repliche nel nostro sistema.
L'occasione offertami da questa audizione è quindi favorevole per fare il punto su quanto sino a oggi è stato lodevolmente fatto da chi mi ha preceduto e su quanto occorre ancora fare nell'intento, certamente difficile ma realizzabile, di rendere l'Agenzia ancora più efficiente, affinché gravi sempre meno sulla collettività, si ponga sempre più al servizio dei cittadini e, con fermezza, sia in grado di individuare e perseguire in modo mirato e puntuale gli evasori.
Questo obiettivo è ancora più importante nel periodo che stiamo vivendo, connotato da forti tensioni finanziarie che potrebbero avere riflesso sui conti pubblici. Le attività che ritengo dovranno caratterizzare la gestione dell'Agenzia saranno


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orientate a rispondere a tre obiettivi: semplificazione degli adempimenti richiesti ai contribuenti, contrasto mirato all'evasione, coerente riorganizzazione della struttura.
In continuità con l'azione già intrapresa negli anni precedenti e nel rispetto delle norme e dei provvedimenti che regolano e indirizzano il funzionamento dell'Agenzia, l'attività è costantemente finalizzata al perseguimento del massimo livello di adempimento spontaneo degli obblighi fiscali.
Ciò si realizza attraverso un'ampia e accurata offerta di servizi e di assistenza ai contribuenti, ma anche mediante una decisa attività di prevenzione e contrasto all'evasione tributaria. Questi risultati possono essere conseguiti, da un lato, attraverso la costante ricerca della semplificazione di tutti gli adempimenti posti a carico dei contribuenti, facilitando così il dialogo con il fisco, dall'altro attraverso l'attenta e puntuale attività di accertamento, per individuare e perseguire gli evasori, con l'obiettivo di colpire gli episodi fraudolenti senza gravare su tutti quelli che adempiono regolarmente o che sbagliano in buona fede.
Nell'allegato che abbiamo consegnato viene fornita una dettagliata rappresentazione dei risultati raggiunti in relazione alle principali attività svolte dall'Agenzia.
Particolare attenzione continuerà ad essere posta al miglioramento dei servizi ai contribuenti per agevolarne in tutti i modi gli adempimenti e per evitare che il loro assolvimento diventi complicato a causa di difficoltà o disfunzioni non imputabili al cittadino.
Un esempio in tal senso è la recente misura volta a migliorare il rapporto con il contribuente nel procedimento di rateazione. La legge n. 31, in vigore dal 1o marzo 2008, ha attribuito ad Equitalia la competenza a concedere la dilazione dei pagamenti, in precedenza assegnati a ciascun ente impositore. Dopo una prima fase sperimentale con le società partecipate del gruppo, la procedura è ormai a regime, con punte di particolare eccellenza. In alcuni sportelli, in particolare a Roma, è possibile ottenere l'accoglimento della richiesta contestualmente alla sua presentazione.
Mi preme evidenziare che questa operazione se, da un lato, ha portato benefici e semplificazione ai cittadini più bisognosi, dall'altro assicura un più facile e immediato incremento del gettito erariale relativamente ai tributi che lo Stato avrebbe forse incassato in egual misura, ma sicuramente in tempi estremamente più lunghi e con costi molto più elevati.
Assume rilevanza strategica per l'Agenzia ridurre al minimo - fino ad azzerarle, almeno teoricamente - quelle difficoltà e disfunzioni che possono arrecare ai cittadini un disagio ulteriore, oltre a quello di pagare le imposte. Ciò è possibile grazie a un utilizzo sempre più intenso dei più evoluti strumenti che la tecnologia mette a disposizione, avendo cura però di assicurarne una fruibilità generalizzata anche da parte degli utenti meno informatizzati.
In questa direzione si orienta la prevista evoluzione della dichiarazione «Modello unico persone fisiche precompilata». La precompilata è attualmente predisposta per tutti gli utenti di FiscOnline e per coloro che l'anno precedente hanno compilato la propria dichiarazione presso degli uffici dell'agenzia. In questo senso prevediamo di aumentare le informazioni disponibili, riducendo ancor più gli adempimenti per la compilazione della dichiarazione.
Sullo stesso tema delle dichiarazioni, l'impegno dell'Agenzia sarà anche quello di attuare in tempi brevi un processo di semplificazione dei relativi modelli - oggi sono tornati a essere complicati - ponendo particolare attenzione ai contribuenti con tipologie di reddito più comuni o con oneri più frequentemente sostenuti. Parallelamente intendiamo intervenire per adeguare le applicazioni informatiche in modo da renderle ancora più intuitive e agevoli, a beneficio di quei contribuenti che intendano utilizzare le nuove tecnologie.
Il processo di semplificazione dovrà essere sempre più associato ad una tempestiva e trasparente attività di indicazione


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interpretativa che orienti il contribuente - persona fisica o impresa - in una realtà normativa sicuramente non semplice quale quella fiscale.
In questa ottica di semplificazione intendo coinvolgere tutti gli intermediari tributari, le associazioni, le categorie e l'intera platea degli operatori tributari al fine di prevenire inconvenienti e criticità e, nel contempo, studiare e concordare idonee soluzioni. Perché l'obiettivo della semplificazione possa essere pienamente raggiunto sono necessari anche interventi normativi in campo fiscale orientati all'individuazione di adempimenti meno onerosi e di più agevole applicazione.
L'Agenzia sta anche producendo notevoli sforzi per garantire un'adeguata azione di contrasto all'evasione.
Tra i risultati più significativi conseguiti nei primi otto mesi nel campo della lotta all'evasione voglio sottolineare le riscossioni derivanti dai principali istituti deflattivi del contenzioso (adesione, acquiescenza, conciliazione giudiziale) che sono aumentate del 34 per cento rispetto allo stesso periodo del 2007, attestandosi ad una cifra superiore al miliardo di euro. Accanto a questi incassi vanno ricordati quelli da ruoli che hanno garantito un miglioramento nella percentuale di riscossione, con un risultato di 2,4 miliardi di euro riscossi al 31 agosto, con un totale riscosso, sempre al 31 agosto, di 3,4 miliardi di euro.
Nel corso del 2008 l'azione di contrasto all'evasione sta assicurando il consolidamento e il miglioramento dei risultati ottenuti nel 2007 in termini di efficacia, proficuità e deterrenza. Ciò anche in virtù di un'attenta selezione dei soggetti da sottoporre al controllo attraverso un'accurata analisi territoriale che si avvale del patrimonio informativo dell'Agenzia.
Tale attività consente di indirizzare il controllo sui settori a più marcata presenza di fenomeni evasivi. In questo modo, oltre a garantire un'adeguata repressione delle violazioni fiscali, si ottiene anche l'obiettivo primario: la prevenzione dell'evasione fiscale e il conseguente aumento della compliance.
Nella fase di selezione, un'attenzione particolare viene rivolta ai comportamenti dei contribuenti con riferimento all'IVA, al fine di contrastare fenomeni fraudolenti e comunque caratterizzati da anomalia dei crediti di imposta utilizzati in compensazione o chiesti a rimborso.
Anche in comparti diversi dall'IVA, le compensazioni dei crediti fiscali hanno infatti registrato negli ultimi anni un generale trend di crescita, che impone un'intensificazione delle iniziative di controllo, già avviata in questi ultimi mesi. Al 31 agosto di quest'anno, gli accertamenti ordinari sono stati oltre 130 mila, con una maggiore imposta accertata pari a 5,7 miliardi.
Gli accertamenti finora effettuati sulla base della determinazione sintetica del reddito, cioè sulla base di indici di capacità contributiva, sono stati ancora limitati nel numero, pur con un significativo incremento rispetto al 2007. Questo risultato dovrà sensibilmente migliorare anche in forza delle previsioni contenute nella recente «manovra d'estate».
Considerate le notevoli potenzialità di questo strumento accertativo, è stato infatti disposto un piano straordinario di controlli da condurre avvalendosi delle informazioni acquisite dalla Guardia di finanza e dai comuni. Il piano comporterà un incremento consistente dei controlli, fino ad arrivare nel 2011 ad oltre 35 mila. Da esso si attendono risultati importanti in termini sia di recupero di redditi sottratti a tassazione, sia di dissuasione dell'evasione più diffusa a livello di persone fisiche.
I risultati conseguiti a seguito dell'utilizzo delle indagini finanziarie sono particolarmente significativi. Gli accertamenti assistiti da questo importante strumento sono più che raddoppiati nel 2008, e le maggiori imposte con essi recuperate sono quadruplicate rispetto al 2007. Desidero peraltro sottolineare come l'utilizzo delle indagini finanziarie stia avvenendo in maniera fortemente selettiva e mirata ai fenomeni di evasione più rilevanti e difficilmente accertabili con altri strumenti di indagine.


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In ordine all'esito dell'attività di contrasto all'evasione, l'Agenzia tenderà sempre più alla definizione dei rapporti con i contribuenti mediante l'uso degli istituti deflattivi del contenzioso. Laddove si renda comunque inevitabile un contenzioso con i contribuenti, l'attività dell'Agenzia si caratterizzerà per una maggiore qualità nella difesa degli interessi erariali e per una presenza costante e qualificata presso le commissioni tributarie. I nostri sforzi saranno concentrati sul miglioramento degli esiti delle controversie derivanti dall'attività di controllo, di quelle a notevole valore economico o in cui siano state sollevate questioni di diritto di maggiore rilevanza. Al fine di privilegiare gli aspetti qualitativi dell'azione di difesa dei nostri atti, stiamo ipotizzando un rafforzamento della struttura di indirizzo e coordinamento del contenzioso.
Sono convinto che un'efficace attività di contrasto all'evasione possa essere condotta dall'Agenzia solamente creando una fitta rete di collaborazioni e sviluppando le migliori sinergie possibili con gli altri enti della fiscalità. Penso, in particolare, ad un più diffuso coinvolgimento della Guardia di finanza nell'attività di repressione delle frodi e di investigazione tributaria, che consenta all'Agenzia delle entrate di concentrarsi sulle problematiche giuridiche ed operative connesse all'accertamento e alla riscossione della maggiore pretesa fiscale.
Anche le recenti novità normative indirizzano verso una più proficua attività di collaborazione sia con la Guardia di finanza, che con gli altri enti coinvolti nel contrasto all'evasione. Mi riferisco in particolare al costante coordinamento operativo e scambio informativo con la Guardia di finanza nell'attività di prevenzione e repressione dei fenomeni di frode in materia di IVA nazionale e comunitaria, al già ricordato piano straordinario dei controlli finalizzati alla determinazione sintetica del reddito delle persone fisiche, al potenziamento dello scambio reciproco di dati e di informazioni con l'INPS, ai fini della predisposizione di appositi piani di controllo per contrastare il fenomeno del sommerso e al contrasto del fenomeno dello spostamento fittizio all'estero della residenza delle persone fisiche, avvalendosi anche della collaborazione dei comuni. Questa appare fondamentale e deve essere traguardata come anticipazione del federalismo fiscale.
Sono convinto che essa costituisca una delle azioni strategiche più efficaci nella lotta all'evasione, in considerazione del forte e capillare radicamento dei comuni sul territorio e della possibile rilevanza delle informazioni di interesse tributario in loro possesso.
Gli accordi già conclusi con Roma, Genova, Torino e con i comuni del Friuli ne sono un esempio. I primi risultati dimostrano l'efficacia del coinvolgimento dell'ente territoriale e la possibilità di migliorare per entrambi i soggetti la qualità e la quantità dei controlli.
Un'ultima notazione riguarda il processo di evoluzione organizzativa che sta caratterizzando l'Agenzia delle entrate, in modo coerente con il più generale e analogo processo che coinvolge l'intera Pubblica amministrazione del nostro Paese.
Questa importante trasformazione riguarda sia una maggiore ricerca di efficienza di tutti i livelli della struttura, sia una sensibile riduzione del costo complessivo di funzionamento dell'ente.
Nell'ambito di un generale contenimento dei costi, l'Agenzia ha già registrato una significativa riduzione degli oneri sia per i servizi di intermediazione e riscossione, che per il funzionamento degli uffici.
In particolare, dal 2001 al 2007, per gli oneri relativi ai servizi di intermediazione e riscossione si è rilevata una diminuzione del 3 per cento dei costi, a fronte di un incremento dell'attività del 30 per cento. I modelli F24 trasmessi nel periodo sono passati da 84 milioni nel 2001 a 109 milioni nel 2007.
Per quanto riguarda i costi di funzionamento, la riduzione nel periodo è stata del 46 per cento.
Al di là dell'adozione di tali misure, che gradatamente sono entrate a far parte dell'ordinaria politica di gestione delle risorse da parte dell'Agenzia, il processo di


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evoluzione organizzativa in corso si è reso necessario al fine di apportare quelle modifiche che l'esperienza finora maturata e il confronto con analoghe realtà operanti all'estero inducono a ritenere necessarie e non più differibili.
La riorganizzazione, che comincerà a svilupparsi con immediatezza dal prossimo 2009 per completarsi nel successivo biennio 2010-2011, sarà improntata alla ricerca di una sempre maggiore efficienza, prevedendo l'integrazione e le sinergie tra le diverse strutture organizzative dell'Agenzia, finalizzate alla realizzazione di maggiori economie di scala, all'accorciamento della filiera decisionale e alla conseguente valorizzazione del patrimonio di professionalità attualmente esistenti.
In questo ultimo ambito, l'Agenzia porterà avanti il piano di reclutamento di giovani funzionari, dei quali, come già avvenuto in precedenza, verranno curati al massimo la formazione tecnico-professionale e l'appropriazione dei valori dell'Agenzia, per costruire su basi solide quella classe di nuovi funzionari che nel breve e medio periodo dovrà assicurare un vasto ricambio generazionale.
In rapida sintesi, gli obiettivi che ci vedono già impegnati e che nel prossimo triennio ci prefiggiamo di realizzare sono: migliorare il livello della qualità dell'accertamento attraverso un potenziamento e una specializzazione dell'attività di controllo, in relazione alle peculiarità delle tipologie di contribuenti e alle diverse metodologie adottate; individuare adeguati livelli di responsabilità per l'adozione degli atti di accertamento sulla base della loro rilevanza e complessità; curare gli aspetti qualitativi del contenzioso; impiegare in modo sempre più efficace tutte le risorse nel rispetto del principio generale di economicità dell'azione amministrativa; facilitare il rapporto contribuenti-Agenzia; mettere a disposizione delle realtà territoriali (regioni, province e comuni), sempre più impegnati in un'ottica federalista sul versante delle entrate, la pluriennale esperienza e la crescente efficienza della nostra istituzione, per quanto riguarda sia il servizio ai cittadini, che l'attività di controllo.
Il raggiungimento di questi importanti e ambiziosi obiettivi è ovviamente subordinato a un confronto aperto, leale e fattivo con tutte le rappresentanze sindacali e ad una giusta valorizzazione del nostro personale, che costituisce la più importante e strategica risorsa su cui l'Agenzia delle entrate possa contare.
A tale proposito, le note problematiche connesse alla limitazione delle risorse da destinare all'incentivazione del personale potrebbero compromettere i risultati attesi. In quest'ottica, pur comprendendo le doverose esigenze di finanza pubblica cui si è sempre data immediata risposta, l'Agenzia è pronta ad accettare nuovi obiettivi sfidanti, legando gli incentivi a parametri e indicatori certi e misurabili, quali l'incremento del gettito e la tax compliance.
Vi ringrazio per l'attenzione.

PRESIDENTE. Nel ringraziare il direttore dell'Agenzia delle entrate, do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

ANTONIO PEPE. Desidero innanzitutto rivolgere i miei auguri al dottor Befera quale nuovo direttore dell'Agenzia delle entrate. Sono certo che la sua esperienza e la sua preparazione saranno utili sia all'amministrazione finanziaria che ai contribuenti.
Constato con piacere che tra gli obiettivi che l'Agenzia si prefigge si annoverino una costante attività di accertamento per individuare e perseguire gli evasori e l'intento di facilitare il dialogo con il fisco favorendo al massimo la semplificazione, per evitare che adempimenti estremamente complessi creino difficoltà ai contribuenti.
Vorrei porre all'attenzione del dottor Befera una problematica concernente la semplificazione, che interessa alcuni contribuenti, ovvero i liberi professionisti. Questi subiscono la ritenuta d'acconto, ovvero incassano una fattura al netto del


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20 per cento, che viene versato all'Erario. Il soggetto deve poi inviare una certificazione al professionista attestante l'avvenuto pagamento. Questa ritenuta può essere ovviamente detratta dal professionista in sede di dichiarazione dei redditi.
Fino a qualche anno fa, in sede di accertamento il professionista poteva provare di aver subìto questa ritenuta d'acconto esibendo le certificazioni o, dove queste mancavano, esibendo le fatture. Anche alla luce di una recente sentenza, oggi, in assenza di tale certificazione, l'Agenzia delle entrate chiede al professionista di versare la somma detratta in sede di denunzia dei redditi, oltre gli interessi e le eventuali sanzioni. Si fa quindi pagare al soggetto che ha subìto la ritenuta il comportamento omissivo del terzo, che può non aver versato la ritenuta o soltanto non aver inviato la certificazione. Lo stesso avverrebbe se si costringesse il dipendente a pagare l'omesso versamento delle trattenute fatte da un'azienda o da un'impresa in sede di denunzia dei redditi (Modello 101). Questo mi sembra illogico.
Chiedo quindi al dottor Befera se l'Agenzia delle entrate abbia individuato un modo per evitare che il libero professionista subisca un doppio danno, non incassando dal cliente la somma dovuta per la ritenuta d'acconto ed essendo costretto a versarla all'Erario. Vorrei sapere perché l'Agenzia delle entrate, avendo l'elenco dei soggetti che hanno effettuato la ritenuta, non chiede direttamente a loro la prova dell'avvenuto pagamento, oppure l'equivalente della somma trattenuta e le conseguenti sanzioni.
Considero infatti illogico far pagare il comportamento omissivo del cliente a un terzo, che quindi subisce un doppio danno.

AMEDEO LABOCCETTA. Mi compiaccio del fatto che la direzione dell'Agenzia delle entrate sia stata affidata a una personalità di alta caratura e di notevole esperienza in questo comparto. Sono certo che da questa conduzione deriveranno importanti risultati per le istituzioni e quindi per i cittadini contribuenti. Ovviamente, queste considerazioni sono estese all'intero staff che collabora con il direttore Befera.
Invece di porle delle domande, se mi consentirà, direttore, voglio limitarmi ad alcune brevissime considerazioni.
L'Agenzia delle entrate, per l'ampiezza del suo campo di intervento, deve essere considerata - a buona ragione - l'agenzia fiscale rispetto alla quale più deve essere avvertito il cambio di passo del Governo Berlusconi, che ha voluto imprimere all'attività della pubblica amministrazione una grande importanza, nel senso più ampio del termine. Ecco infatti che l'Agenzia delle entrate si relaziona in maniera estesa e costante con la generalità dei cittadini e degli imprenditori, per la maggior parte degli adempimenti fiscali.
È nel campo dell'imposizione finale che deve essere sempre più posto al centro del sistema il cittadino contribuente che, nel momento in cui si rapporta con le articolazioni territoriali dell'amministrazione finanziaria, realizza quella parte del binomio, definita taxation-representation, che tanto pesantemente incide sulle sue condizioni di vita.
Il cittadino contribuente non deve mai vivere tali relazioni da suddito: deve essere ricevuto in uffici puliti e decorosi, da personale qualificato e disponibile, che parla un linguaggio molto semplice, rapido e comprensibile; deve essere posto sempre nella condizione di apprezzare compiutamente che l'interlocutore, impiegato o funzionario, sia come nella tradizione anglosassone del civil servant al servizio della comunità. In sostanza, il cittadino contribuente non deve guardare con ostilità all'Agenzia delle entrate.
Deve essere anche avvertito che le garanzie e i diritti stabiliti in generale in materia di trasparenza dell'attività amministrativa, in particolare nello Statuto dei diritti del contribuente, siano tutelati e rispettati.
Ogni sforzo, quindi, deve essere compiuto affinché, pur riconoscendo ai professionisti che operano nel settore le competenze che esprimono e gli interrogativi che ad essi spettano...


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PRESIDENTE. Onorevole Laboccetta, purtroppo abbiamo tempi limitati....

AMEDEO LABOCCETTA. Non ho mai l'abitudine di abusare della disponibilità.

PRESIDENTE. Lo so, ma dico questo a beneficio di tutti i colleghi, perché purtroppo abbiamo tempi ridotti per questa audizione.

AMEDEO LABOCCETTA. Mi fermo qui.

MAURIZIO LEO. Desidero innanzitutto ringraziare il direttore Befera e gli altri colleghi direttori dell'Agenzia delle entrate. Mi sembra che dal documento che è stato rassegnato si intraveda in modo inequivocabile un nuovo rapporto tra amministrazione finanziaria, contribuenti e, segnatamente, anche intermediari.
Abbiamo assistito negli ultimi tempi a un inasprimento delle relazioni tra il mondo degli intermediari e l'Agenzia delle entrate (ricorderete che erano stati attivati alcuni tavoli tecnici che, poi, sono andati deserti). Invece, noto con molto piacere che l'Agenzia delle entrate intende instaurare un nuovo rapporto con il mondo degli intermediari, che sono parte fondamentale nel rapporto tributario.
Vorrei soffermarmi su tre punti. Ritengo ottimo il discorso sulle semplificazioni. Certamente abbiamo bisogno di una fase nuova: abbiamo assistito a tutte le complicazioni del sistema tributario, per cui bisogna muoverci nella direzione che viene delineata. Per semplificare i rapporti con i contribuenti, penso che abbiate bisogno anche di sostegni normativi. La nostra Commissione, in questo campo, deve quindi svolgere un ruolo importante.
C'è bisogno di sostegni normativi che vadano nella direzione indicata dal collega Pepe. In buona sostanza, è vero che lo scomputo delle ritenute si può fare, alla luce dell'interpretazione fornita dalla Cassazione, indipendentemente dalla certificazione, però è chiaro che un sostegno ulteriore dal punto di vista normativo potrebbe esservi d'ausilio.
Sempre sul comparto del lavoro autonomo, mi permetto di segnalare una semplificazione di certi adempimenti astrusi. Penso, ad esempio, alle spese sostenute e anticipate dai committenti per i professionisti. Sarebbe il caso di tornare ad una semplificazione ed evitare tutto l'attuale giro di fatture tra committente e professionista, che crea soltanto difficoltà.
Per quanto riguarda la partecipazione degli enti locali all'accertamento, volevo evidenziare che la strada sulla quale bisogna muoverci è quella delineata. Mi sembra che gli enti locali possano svolgere un ruolo proficuo ai fini del contrasto all'evasione, in particolare all'evasione per le persone fisiche attraverso lo strumento dell'accertamento sintetico.
I dati fondamentali sono in possesso delle banche dati dei diversi enti locali, oppure possono formare oggetto di controllo da parte della polizia municipale e di altri enti. Mi sembra che alcune convenzioni vadano in questa direzione. Credo che, in questo modo, si possa avviare un percorso virtuoso di coinvolgimento dei comuni.
Qualcuno sostiene che questa norma già esisteva (articolo 44 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973). Tuttavia, allora non esisteva la telematica, mentre oggi, grazie ad essa, questo percorso si può attuare.
In conclusione, pongo una domanda sul tema dell'organizzazione, che mi sta particolarmente a cuore. Leggo con interesse e preoccupazione quanto scrive il direttore Befera circa la limitazione delle risorse da destinare all'incentivazione del personale, che potrebbe compromettere i risultati attesi.
Da questo punto di vista, è necessario un impegno forte da parte del Governo e del Parlamento per capire che l'Agenzia delle entrate ha una mission diversa rispetto agli altri comparti.
L'Agenzia delle entrate fa entrate per lo Stato, deve avere in qualche modo una sua peculiarità e una sua caratterizzazione. Quindi, d'intesa con il direttore Befera, con il Governo, con il Ministro Tremonti (che è sicuramente sensibile a tale argomento),


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ma anche con le forze parlamentari della maggioranza, dobbiamo pensare a prevedere un percorso, per così dire, «dedicato» per il personale dell'Agenzia delle entrate e anche per quello della Guardia di finanza, in modo tale che possano efficacemente svolgere il ruolo fondamentale di contrasto all'evasione fiscale.

FRANCO CECCUZZI. Signor presidente, vorrei ringraziare il direttore Befera per la sua presenza e per le informazioni che ci ha fornito, davvero interessanti.
Anche io, direttore, vorrei svolgere alcune considerazioni, ma preferisco risparmiare tempo e venire subito alla domanda.
Volevo chiederle notizie sugli studi di settore. Il decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008 ha finalmente inserito il concetto di territorializzazione, che condividiamo pienamente. Ero primo firmatario di una proposta di legge incardinata nella scorsa legislatura e che poi non abbiamo portato a termine, per i motivi che conosciamo.
Quindi, vorrei sapere se si è iniziato un confronto tra l'Agenzia delle entrate, la SOSE, le associazioni di categoria firmatarie del protocollo del 14 ottobre 2006, per cominciare a impostare il lavoro di territorializzazione degli studi che, a nostro parere, è decisivo per migliorare il rapporto tra i contribuenti e il fisco e anche per la credibilità stessa di questo strumento, che riteniamo essere ancora un mezzo utile anche per semplificare i rapporti tra aziende e fisco.
Sempre in ambito degli studi di settore, le chiedo se si ritengano utili alcune indicazioni che sono emerse nello studio eseguito dalla commissione (che ha completato i suoi lavori pochi mesi fa) guidata dal professor Guido Rey. Anche lì, infatti, sono emersi alcuni suggerimenti importanti per gli studi di settore.
Infine, direttore, lei ha dedicato attenzione, in modo assolutamente condivisibile, nel metodo e nel merito, agli aspetti del contenzioso, che sappiamo essere un problema serio.
Non ci dilungheremo a parlare della mole del contenzioso e del ritardo che l'Italia ha accumulato da questo punto di vista, con punte che, in alcune regioni italiane, sfiorano i due anni.
Mi sembra che l'Agenzia delle entrate avesse anche lanciato un progetto specifico, ad hoc, chiamato «Progetto qualità del contenzioso» che, immagino, lei abbia sostanzialmente illustrato nelle linee del suo intervento. Tuttavia, vorrei conoscere qual è lo stato dell'arte in merito.

MARCO MARIO MILANESE. Ringrazio anch'io il direttore Befera, la cui competenza e professionalità sono fuori discussione, così come lo è la sua onestà intellettuale, tenuto conto anche della sua storia personale e della sua carriera.
Dico ciò non tanto per polemica, quanto piuttosto per un dovuto riconoscimento - in quest'aula e in questo Parlamento - alla professionalità dell'Agenzia delle entrate e degli oltre 30 mila operatori che vi lavorano.
Il direttore ha parlato, fra l'altro, della collaborazione con la Guardia di finanza.
Le chiedo se c'è stato, secondo lei, in questi ultimi mesi, un calo nella cosiddetta tensione alla lotta all'evasione fiscale. Premetto che non ci credo, perché sarebbe impossibile dire a 30 mila persone, più altri 60 mila finanzieri, di non lavorare sul territorio. C'è stato, a suo parere, un calo delle entrate tributarie (ci potrebbe essere un calo fisiologico tenuto conto che il PIL non cresce) dovuto a una mancanza nella lotta all'evasione fiscale? Soprattutto, vorrei sapere se i provvedimenti adottati dal Governo prima della pausa estiva in materia fiscale siano o meno idonei al programma che lei ha delineato nella relazione.

PRESIDENTE. Noto con piacere, onorevole Milanese, il suo interesse per la Guardia di finanza.

IVANO STRIZZOLO. Anch'io esprimo il mio apprezzamento per la relazione svolta dal nuovo direttore Befera. Devo dire che l'impostazione che ha dato alla relazione, nella quale ha riportato anche risultati precedenti, dimostra che non tutto quello


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che era stato fatto in precedenza era negativo, soprattutto dal punto di vista del contrasto all'evasione fiscale. Una relazione corretta, quindi, intellettualmente onesta, sicuramente apprezzabile.
Per quanto riguarda il rapporto con i comuni, stando a quello che lei ci ha detto, direttore Befera, l'Agenzia confida molto sulla collaborazione dei comuni; tuttavia sappiamo che si tratta di un rapporto complesso e delicato. Non vorrei che, in ragione del prospettato federalismo fiscale, si pensasse che i comuni debbano sostanzialmente fare il lavoro «sporco» nei confronti dei contribuenti. Anche i comuni, infatti, hanno i loro problemi dal punto di vista del personale, in conseguenza dei tagli delle risorse. Se vogliamo che i comuni svolgano nuovi compiti, anche nella collaborazione alla lotta all'evasione, e contribuiscano in maniera fattiva ed efficace a un miglior funzionamento dell'intero sistema - dalla relazione è emerso che legittimamente si confida in questo tipo di rapporto - non dobbiamo dimenticarne le difficoltà. Tra l'altro, nella relazione sono riportati degli esperimenti già avviati, alcuni anche in comuni della mia regione.
Vorrei sapere qualcosa di più preciso da questo punto di vista, fermo restando che l'Agenzia e chi la rappresenta opera sempre e comunque nell'ambito delle normative esistenti.
Segnalo un ultimo aspetto piuttosto delicato, relativo al rapporto tra le norme di legge e le circolari emesse dall'Agenzia. Mi rendo conto che quello dell'Agenzia è un ruolo molto difficile, in quanto essa deve navigare tra l'esigenza e il dovere di rimanere nell'ambito delle disposizioni normative e quella di operare concretamente. Ebbene, qualche volta si ha la sensazione - esprimo una valutazione di carattere generale - che, nell'interpretare alcune norme, sempre per cercare di rispondere ai fini istituzionali per cui è stata costituita l'Agenzia, si vada oltre, nel senso che nascono contenziosi e discussioni con i professionisti, con le associazioni di categoria e via dicendo. È pensabile - forse è un'idea esagerata - che, almeno sulle questioni più importanti, prima che l'Agenzia emetta le proprie circolari vi sia un passaggio - non so in quale forma e in quale modo - anche attraverso le Commissioni competenti, ad esempio questa? Noi, infatti, molte volte veniamo a conoscenza di alcuni contenuti delle circolari dell'Agenzia delle entrate quando queste ormai sono operative ed efficaci. Formulo semplicemente un'ipotesi, anche perché mi rendo conto che si tratta di una questione delicata. Vorrei conoscere, comunque, il suo parere al riguardo.
Un'ultima considerazione è riferita a ciò che affermava il collega Leo sulla necessità di maggiori risorse umane. Tutti i parlamentari in questi mesi sono stati bombardati da e-mail legate alle vicende di concorsi, di personale e via dicendo. Direttore, ritiene di poter «quantificare» le risorse, anche in termini di personale, che sarebbero necessarie per assolvere in maniera ancora più efficace al complessivo impegno dell'Agenzia?

MARCO PUGLIESE. Sarò anch'io molto breve, in quanto diverse questioni sono state già espressamente poste dai miei colleghi.
Naturalmente, signor presidente, il mio ringraziamento personale riguarda anche lei, per il modo in cui portiamo avanti il nostro lavoro, con la massima trasparenza, sia nei lavori parlamentari sia soprattutto nelle audizioni, che ci permettono di avere un rapporto diretto con gli enti della pubblica amministrazione.
Mi preme innanzitutto sottolineare che questa politica di trasparenza ha fatto sì che tanti cittadini, dopo aver saputo dell'audizione odierna del dottor Befera, ci hanno inviato e-mail - il nostro indirizzo web è pubblico - soprattutto per porre una questione specifica. Qualche anno fa è stato bandito un concorso dall'Agenzia delle entrate ed è in atto una graduatoria; dunque molti giovani, avendo vinto il concorso, attendono di essere chiamati. Inoltre, so che sono previsti altri concorsi.


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Qual'è, dunque, la risposta da dare a questi cittadini che attualmente sono in graduatoria ma non sono stati ancora chiamati?
Vorrei inoltre aggiungere, da parlamentare eletto al sud, che purtroppo uno dei fenomeni più gravi legati all'evasione fiscale, in particolare nel Meridione d'Italia, è quello del controllo sull'IVA comunitaria rispetto a progetti fasulli presentati da pseudo-imprenditori che sfruttano i fondi strutturali e comunitari esclusivamente per evadere il fisco e, dunque, il pagamento dell'IVA.
Considerato l'ultimo quinquennio e la semplificazione che abbiamo adottato nella legge finanziaria con i cosiddetti fondi FAS per il quinquennio 2007-2013, chiedo al direttore Befera se l'Agenzia delle entrate, attraverso l'assunzione di nuovo personale oppure la creazione di sportelli ad hoc, in collaborazione con il comune di riferimento e la Guardia di finanza, possa combattere il fenomeno dell'evasione dell'IVA. È indubbiamente un fenomeno da controllare - soprattutto il Governo ha il diritto di farlo - trattandosi peraltro dell'ultima tranche di finanziamenti europei che ci verrà assegnata.
Da giovane, da imprenditore e da politico del Meridione voglio che questo fenomeno sia finalmente debellato, anche perché nuoce alla nostra immagine rispetto all'economia del nord Italia ed europea.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Desidero ringraziare anch'io il direttore Befera e rivolgergli i complimenti per la sua relazione, che ha focalizzato alcuni aspetti fondamentali.
Tuttavia, al di là dei complimenti, credo che ci sia un dato sul quale tutti noi dobbiamo concordare: il livello di evasione in Italia è ancora notevolissimo, fuori da qualsiasi livello di tolleranza fisiologica. Alcuni dati che lei, direttore, ha messo in risalto, lo dimostrano. Quando parliamo del 34 per cento di aumento di entrate da contenzioso, significa che la gente pensa di poter sistemare le proprie vicende in un successivo contenzioso. Inoltre, quando lei giustamente parla di contrasto all'evasione attraverso un'accurata analisi e selezione dei soggetti da sottoporre a controllo, mi permetto di evidenziare che esiste il problema delle società di capitali. Oggi, spessissimo, le agenzie locali colpiscono più il piccolo artigiano o il piccolo commerciante, che sicuramente qualche peccato veniale lo commettono, mentre esiste un sistema di società di capitali - parlo in particolare di medie e piccole società a responsabilità limitata - che hanno dei margini, non hanno né rischi né contenzioso.
A questo si aggiunga la depenalizzazione di alcuni reati, quali il falso in bilancio, e la semplificazione. Da intermediario anch'io sostengo questa esigenza, ma non posso non evidenziare come questo contrasti con una richiesta di accertamento reale per la conduzione a quel rispetto di capacità contributiva che l'articolo 53 della Costituzione richiama.
Inoltre per quanto riguarda i comuni, non possiamo dimenticare - con l'amico Leo abbiamo avuto modo di sottolinearlo qualche volta - che uno dei motivi principali che ispirarono la riforma del 1973 fu proprio quello di evitare che il comune, così vicino al contribuente, potesse ricorrere ad arrangiamenti, sistemazioni e benevolenze per arrivare a una combine.
Voi citate le grandi città (Roma, Milano, Torino e via dicendo), ma se penso al mio comune e ad altri, dove il sindaco è eletto direttamente dal popolo, così come gli assessori delegati a seguire questi aspetti, mi permetto di dire che nutro grosse riserve. I comuni possono essere una risorsa nella lotta all'evasione nel momento in cui possono legare la propria sussistenza a questa azione.
In conclusione, mi pare che l'azione sia ben improntata. In ultimo, direttore, quando alla fine della sua relazione lei parla di riorganizzazione come integrazione e sinergia delle diverse strutture dell'Agenzia e di accorciamento della filiera decisionale, mi piacerebbe capire come si arriva a questo aspetto.


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PAOLA DE MICHELI. Ringrazio il direttore Befera per la sua disponibilità e ritorno su alcuni argomenti che sono stati già richiamati dai colleghi. In particolar modo, mi riferisco al rapporto con i comuni e alla gestione delle risorse umane all'interno dell'Agenzia delle entrate, considerando il ruolo strategico che l'Agenzia ricopre adesso e che sempre di più ricoprirà nel tempo, soprattutto se ci sarà un ridisegno complessivo dell'assetto fiscale in direzione del federalismo.
La questione dei comuni mi interessa particolarmente, anche perché sono assessore al bilancio di un comune di medie dimensioni, capoluogo di provincia, Piacenza, dove abbiamo cercato di dare seguito alle previsioni normative. Come qualcuno ha già detto prima di me, ci sono oggettivamente, soprattutto per i comuni di dimensioni medio-piccole, difficoltà tecniche rispetto alle quali, forse, non è necessario intervenire per via normativa. Molto più semplicemente, chiarendo meglio i percorsi di interazione tra i due enti, comune e Agenzia delle entrate, queste difficoltà si possono rapidamente superare, senza continuare a fare produzioni normative che si accavallano e si sovrappongono.
Un dato oggettivo dei comuni è quello della scarsità delle risorse umane. Mentre in comuni come Milano, Torino e Genova, che penso siano già addivenuti alla realizzazione di queste convenzioni, ci sono risorse importanti negli ambiti degli uffici tributi, nei comuni di 10-15 mila abitanti, all'interno dei quali è comunque possibile fare un ottimo lavoro di controllo del territorio, il numero delle persone disponibili è sicuramente scarso. Pertanto, si potrebbe ipotizzare che una parte di ciò che viene riscosso grazie a questa collaborazione possa supportare le risorse umane all'interno dei comuni.
Ci sono già delle convenzioni, a tutti i livelli di dimensioni comunali, con l'Agenzia delle entrate, relativamente allo scambio di banche dati. Tale scambio, però, subisce fortissimi rallentamenti, francamente non so per quale precisa ragione tecnica. Cercherò di esemplificare la questione per renderla più comprensibile. Per le addizionali IRPEF previste dai comuni, i tempi di conoscenza da parte dei comuni degli importi e della composizione del reddito sono spesso molto lunghi, non consentono ai comuni stessi di intervenire sulla programmazione dell'anno successivo. Siccome queste convenzioni esistono già da un paio d'anni - ma lei sicuramente è più informato di me - sarebbe bene cominciare da questo punto per farle funzionare meglio.
Sulla questione del personale, mi sembra di aver capito, in questi anni di amministrazione locale e in questi primi mesi in Parlamento, che gli unici due comparti di pubblica amministrazione che hanno raggiunto completamente gli obiettivi, chi gli obiettivi finanziari e chi i budget, sono stati gli enti locali e l'Agenzia delle entrate. Negli ultimi due anni questo è sicuramente avvenuto. Mi domando, senza alcun tono polemico - chi mi conosce lo sa - se non sarebbe il caso di valorizzare, invece di penalizzarlo (come in alcuni provvedimenti già diventati legge è successo), il personale di questi due enti, che sono quelli che raggiungono veramente gli obiettivi che vengono loro assegnati, da qualunque Governo di qualunque colore politico.
Nella sua relazione si parla anche di questo. Alziamo sempre l'asticella di chi ci può dare di più, ma non dimentichiamo che negli ultimi tre o quattro anni abbiamo continuato a farlo e che queste persone, se non sono realmente motivate, non possono intervenire come invece sarebbe bene che facessero, considerata la situazione della scarsa fidelizzazione fiscale nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Grazie per la sensibilità dimostrata soprattutto in relazione all'ultimo argomento affrontato.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Mi limito a porre una questione quella dei grandi evasori - cito da ultimo il caso di Valentino Rossi ma anche, in passato, di Pavarotti - che hanno proceduto a una transazione dopo che ne è stata scoperta l'evasione.


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Questa circostanza mi preoccupa perché lascia intendere al cittadino che il mondo è dei furbi. Questi, infatti, preferiscono non pagare sapendo che, nel caso in cui vengano scoperti, possono risolvere tutto pagando una multa, che oltretutto, in caso di transazione, viene dimezzata.
Questo atteggiamento non è rispettoso soprattutto nei confronti di chi paga sempre il dovuto.

ALESSANDRO SARO ALFONSO PAGANO. Mi preme innanzitutto esprimere la mia personale soddisfazione per la nomina del direttore.
Ho avuto modo di collaborare attivamente quando ero assessore al bilancio della regione Sicilia e devo dire che rispetto al servizio riscossione così come è concepito oggi, a seguito della riforma del 2005, noi abbiamo avuto il piacere e l'onore di esserne stati gli antesignani. Lo abbiamo praticamente concepito e immaginato in Sicilia. Questo ha segnato una rivoluzione copernicana, la fine del conflitto di interesse di banche che non potevano mai incassare nulla, perché ovviamente non avevano interesse a incassare, mentre la logica voleva, così come è successo, che la riscossione dovesse essere affidata a un ente statale e i risultati non si sono fatti attendere.
Tutto ciò premesso, pongo domande telegrafiche. Non chiedo risposte su tutto, ma certamente sono auspicati successivi momenti di riflessione e, se è il caso, di confronto, perché penso che i temi che questa Commissione è in grado di sollevare siano di largo interesse. Ne cito alcuni, tra i mille che mi vengono in mente.
Il primo tema riguarda la problematica del curatore sostituto di imposta. Non si potrà mai chiudere alcun contenzioso se la situazione rimane quella attuale. Cito un dato incredibile: 18 miliardi di euro di immobili bloccati. Questa è la situazione attuale. Questi curatori fallimentari hanno interesse solo a mantenerli così per anni ed anni. Anche in questo caso, quindi, è necessaria una rivoluzione copernicana, come avvenne in passato con l'Agenzia delle riscossioni. Sono pronto a collaborare per valutare come procedere.
Per quanto riguarda le multinazionali, il Governo - molto apprezzato dalla gente - ha cominciato a puntare su coloro che hanno goduto di poteri e quindi di vantaggi e posizioni di rendita eccessivi, tant'è che per la prima volta si è avuto una tassa, la cosiddetta Robin Hood Tax per una certa tipologia di imprese e si è posto fine all'accanimento verso le imprese medio-piccole, che rappresentano il tessuto fondamentale della nostra economia. Però, sfogliando il vostro interessante ed efficace allegato, non ho trovato nulla in merito al contrasto all'elusione di questa tipologia di imprese. Non mi riferisco soltanto alle multinazionali, ma anche alle grandi aziende, che lavorano estero su estero e che certamente in passato hanno compiuto molte operazioni dubbie. Considero utili un'attenzione e un confronto a tale riguardo.
Tutti si sono espressi sui comuni con sfumature diverse, cui mi permetto di aggiungerne una personale. Sabato scorso, a Taormina, insieme al direttore generale regionale delle entrate, ho seguito un interessante convegno relativo alla prima convenzione in Sicilia. Sarebbe utile quindi un momento di confronto anche con il territorio, per approfondire e valutare gli interventi successivi, anche in relazione all'appunto interessante espresso dall'onorevole De Micheli, secondo cui non tutti i comuni potranno probabilmente realizzare i loro obiettivi, come invece sarà possibile agli enti locali maggiori, grazie alla quantità di risorse umane a loro disposizione. Per i piccoli comuni sarà invece opportuno immaginare qualcosa di diverso.
Vorrei infine citarvi un dato che mi deriva da un'esperienza di natura statistica: l'80 per cento dei successi all'evasione sono seriali. Infatti il primo 10-15 per cento delle tipologie di evasione riesce a realizzare l'80-85 per cento dell'evasione stessa. È quindi utile concentrarsi non su tutta la filiera delle potenziali evasioni, ma su quelle che si verificano statisticamente in modo più frequente. Magari non saremo


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giusti nel senso più lato del termine, ma saremo sicuramente efficaci in un momento in cui unanimemente s'invoca un maggiore contrasto all'evasione.

MAURIZIO FUGATTI. Vorrei porre una domanda molto pratica, poco tecnica e poco teorica, che riguarda il rapporto tra l'Agenzia delle entrate e/o la Guardia di finanza e i contribuenti nella quotidianità.
Nel caso di quattro irregolarità riscontrate, la legge sullo scontrino non emesso può portare alla chiusura del locale. I contribuenti ci segnalano problematiche nel momento in cui avviene la verifica di irregolarità. Poiché spesso si tratta infatti di commercianti con clienti all'interno del locale, dovremmo riflettere sul modo di operare dei stessi funzionari dell'Agenzia delle entrate o della Guardia di finanza, che spesso mettono anche in imbarazzo lo stesso commerciante con i propri clienti.
Mi rendo conto che si tratta di una situazione molto particolare, per cui occorre grande sensibilità. I funzionari devono far rispettare la legge ed eventualmente sarà nostro compito modificarla e forse come Lega ci proveremo. È però necessaria una maggiore sensibilità, perché spesso si rischia di descrivere in modo errato un contribuente nei confronti dei propri clienti.

MATTEO BRAGANTINI. Desidero ringraziare il direttore dell'Agenzia delle entrate, al quale rivolgo una domanda estremamente tecnica.
Come spesso accade, i dati sono forniti in modo aggregato. Poiché ci sono 19 direzioni regionali e 2 provinciali, sarebbe interessante verificare il numero di accertamenti e di dipendenti in ciascuna agenzia. Infatti, si legge che gli accertamenti nella lotta all'evasione sono aumentati di 20 mila unità rispetto all'anno scorso, e quindi non sono diminuiti. Tuttavia vorrei sapere in quali zone e quali agenzie abbiano lavorato meglio o si siano dimostrate più sensibili a questa tematica.
Non mi aspetto una risposta immediata, perché presumo si tratti di un dato particolare, ma le chiederei di farcela pervenire in Commissione nel più breve tempo possibile.

PRESIDENTE. Il dottor Befera le farà avere la top ten.

ALESSANDRO SARO ALFONSO PAGANO. Chiedo scusa ai colleghi, però è un classico: ho formulato una serie di domande riguardanti l'interesse generale e complessivo, ma ho dimenticato la mia Sicilia, che invece ha una necessità urgente.
Nella legge finanziaria del 2005, fu immaginata una nuova modalità di riscossione: l'articolo 37 della legge finanziaria. In qualità di regione a statuto speciale, i flussi di imposte incassate rimangono nelle disponibilità della regione stessa. Numerose imprese e soprattutto quelle che inquinano hanno gli stabilimenti in Sicilia, ma le sedi legali altrove. Fu immaginata allora una legge, che finalmente avrebbe pienamente realizzato il federalismo fiscale - ancora una volta siamo stati gli antesignani - attraverso i cosiddetti «centri di costo», per cui le imposte devono essere pagate là dove viene prodotto il reddito.
Dovevano passare tre mesi per la circolare esplicativa, ma non è ancora arrivato nulla dai governi che si sono succeduti, e da allora la regione ha aumentato il credito, che prima o poi incasseremo. Vigileremo affinché i diritti maturati vengano rispettati. Però al di là della boutade vorrei sapere se sia stato messo il focus su questo argomento, che con il prossimo federalismo fiscale troverà ampia applicazione non solo in Sicilia.

PRESIDENTE. Gradirei che lei, direttore, focalizzasse la risposta in particolare su una domanda pervenuta da molti dei colleghi e riguardante la vicenda dei rapporti con i sindacati in relazione alla questione della riduzione, dell'integrativo e quant'altro, anche perché nelle prossime settimane audiremo i sindacati e ci sarà utile conoscere la posizione dell'Agenzia.
Vorrei chiederle inoltre se il processo di trasferimento degli accertamenti ad altre


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sedi (gli accertamenti di Milano finivano a Reggio Calabria e così via) stia proseguendo o si sia bloccato, tanto per avere un'idea di quello che sta succedendo.
Do la parola al direttore Befera per la replica.

ATTILIO BEFERA, Direttore dell'Agenzia delle entrate. Vi ringrazio per l'attenzione. L'elevato numero delle domande dimostra l'importanza dell'argomento «Agenzia delle entrate».
Vorrei iniziare rispondendo all'onorevole Pepe. Stiamo già esaminando il problema delle ritenute d'acconto dei professionisti e in generale della mancata certificazione, ma credo che, come diceva l'onorevole Leo, sarà necessario un appoggio normativo in tal senso. La logica che dovrebbe muovere l'Agenzia delle entrate e tutte le norme in materia fiscale è quella di verificare prima di tutto ogni eventuale perdita di gettito. Se non c'è perdita di gettito, salvo ritardi ed inadempimenti di natura formale, la linea che dovrà seguire l'Agenzia sarà quella di limitare al massimo gli interventi nei confronti di coloro cui siano imputabili inadempimenti di natura formale e indirizzarli verso i responsabili di inadempimenti di natura sostanziale. Il tema è all'ordine del giorno e a breve verificheremo la possibilità di intervenire in via amministrativa o l'esigenza di richiedere un intervento al Parlamento.
Desidero ringraziare l'onorevole Laboccetta per aver evidenziato un concetto che intendo sviluppare, ovvero l'esigenza che il cittadino non guardi con ostilità all'Agenzia. Ci stiamo muovendo già ora su questa linea e intendiamo spingere ancora più nel futuro nei confronti sia del cittadino, sia degli intermediari tra noi e il cittadino (i commercialisti e gli altri operatori intermediari) per ristabilire un clima non di serenità, giacché pagare le imposte non è mai un atto sereno, ma di civiltà.
Per quanto riguarda gli intermediari, onorevole Leo, oggi abbiamo ricevuto l'Ordine dei commercialisti e aperto un tavolo per le semplificazioni e in generale per la prevenzione di criticità. Cercheremo infatti di risolvere i problemi a monte. Per alcune semplificazioni, specialmente per quanto riguarda i modelli, sarà sufficiente un intervento amministrativo, mentre per altre sarà necessario un intervento normativo. Un provvedimento di semplificazione che non danneggi l'azione dell'amministrazione troverà sicuramente accoglienza in Parlamento.
Stiamo pensando a una riorganizzazione, e qui mi ricollego a varie domande, che meglio specializzi l'attività di accertamento. Oggi, lo stesso verificatore svolge una verifica in uno studio di avvocati e magari in una banca, affrontando quindi problematiche completamente diverse. Infatti, anche se la contabilità è sempre la stessa, il suo contenuto è diverso. Intendiamo quindi valorizzare le professionalità dei nostri verificatori, specializzandoli. Per fare questo, è necessario accorciare anche la filiera decisionale, quindi la piramide attualmente esistente, e rivedere i processi decisionali, che in questo momento sono schiacciati verso il basso e devono essere riportati verso l'alto.
Per quanto riguarda la territorializzazione degli studi di settore in risposta all'osservazione dell'onorevole Ceccuzzi, siamo assolutamente favorevoli e stiamo già lavorando per questo. Stiamo ulteriormente valorizzando il ruolo degli osservatori regionali già previsti. Riteniamo che questo non possa realizzarsi in breve tempo, perché significa frazionare gli studi di settore, ma che questi rappresentino una delle strade principali su cui muoversi, calandoli meglio nel territorio, per concentrare l'attenzione nei confronti degli evasori. Constatare che i soggetti rispondono alle qualificazioni di coerenza e congruità dello studio di settore a livello territoriale offre la possibilità di spingere su altri settori non coerenti e congrui o privi di studi di settore.
Per quanto riguarda la domanda dell'onorevole Milanese, ritengo che i numeri sui risultati delle entrate testimonino oggettivamente l'assoluta mancanza di un calo di tensione da parte dei cittadini e da parte nostra. La lotta all'evasione quindi prosegue. I numeri citati sono molto recenti


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e confermano l'attenzione nostra e dei cittadini. Non si rileva alcuna riduzione dell'attività di lotta e nessun aumento dell'evasione. La parte dei provvedimenti contenuti nel decreto-legge n. 112/2008 relativamente alla collaborazione con la Guardia di finanza, ai comuni, all'accertamento sintetico e via dicendo, dimostra l'intenzione di proseguire e di mirare meglio. Ribadisco infatti che la lotta all'evasione deve essere condotta mirando al massimo prima di sparare. Questa è la linea che forse i cittadini e gli intermediari stanno comprendendo, per cui non si registra una diminuzione dell'attenzione alla lotta all'evasione.
Per quanto riguarda i concorsi, vorrei ricordare che a febbraio 2008 abbiamo assunto 800 idonei, tutti quelli che era previsto fossero assunti dall'Agenzia delle entrate. In tal modo si esaurisce il numero degli idonei dei concorsi precedenti, che non erano stati assunti. Pertanto stiamo portando avanti i nuovi concorsi e continueremo su questa linea.
Per quanto riguarda il rapporto con i comuni - rispondo sia all'onorevole De Micheli che all'onorevole Strizzolo - forse si rileva un errore di fondo. Al di là del provvedimento emanato nel dicembre dello scorso anno dall'Agenzia delle entrate per indicare le linee guida relative alla collaborazione con i comuni, ritengo che i comuni non debbano svolgere lavori aggiuntivi, ma condividere con noi il lavoro già svolto da loro e prendere quello che noi abbiamo già svolto. In questo modo potremmo ottenere risultati senza costi aggiuntivi per entrambi o ulteriore impiego di risorse umane.
Un comune sta svolgendo un'attività sull'ICI relativa ai terreni edificabili. Se nel verificare l'ICI entrasse in anagrafe tributaria e vedesse quanto stiamo facendo, forse emergerebbe che stiamo svolgendo attività similari ai fini IRPEF o IRES. Anche noi potremmo verificare se i comuni abbiano fatto qualcosa, se dovessimo agire su un terreno edificabile.
Da casi di scuola che stiamo verificando, è emerso che il comune stava accertando su una base imponibile di 10 milioni di euro, noi stavamo su 20 e il mutuo era di 30. Mettendoci d'accordo potremmo riuscire a organizzarci meglio senza grandi attività aggiuntive.
La mia proposta, che riguarda i comuni, l'INPS e la Guardia di finanza, consiste nel dividerci il lavoro. Adesso parlo come assessore: se i comuni ci passano il lavoro che hanno svolto in una forma standardizzata e noi passiamo loro le nostre informazioni sull'attività di accertamento, possiamo portare il lavoro svolto dal comune nell'ambito delle imposte nazionali, quello svolto dall'INPS sul lavoro sommerso in ambito IRPEF o IRES, dimezzando il lavoro di ciascuno e appropriandosi del lavoro dell'altro nello stesso campo.
Per quanto riguarda i ritorni per i comuni, ricordo che il 30 per cento della maggiore riscossione va al comune, ma anche che con il decreto-legge n. 112/2008 anche le informazioni sui maggiori accertamenti vengono passate al comune, perché il maggiore accertamento fa competenza nei bilanci. Poiché la riscossione normalmente arriva tardi, la conoscenza dell'accertato dà la possibilità al comune di tener conto almeno di una quota di quanto andrà ad incassare.
Per quanto riguarda lo scambio di banche dati, i tempi sono lunghi. Stiamo lavorando con SOGEI. I dati sui versamenti arrivano a breve. Per lo scambio dati delle dichiarazioni i tempi sono lunghi, così come anche per avere la dichiarazione. Il 30 settembre si è chiusa infatti la dichiarazione telematica per l'anno 2007, per cui è necessario considerare i tempi tecnici, che con SOGEI stiamo cercando di accorciare.
Per quanto riguarda il problema degli incentivi, come ho detto prima, noi siamo disponibili a vedere alzare l'asticella dell'obiettivo, perché siamo sicuri che l'efficienza e la capacità professionale dei nostri uomini possano permetterci di rispondere a obiettivi più elevati, oltre che certi e misurabili. A fronte di questi obiettivi, però, che significano maggiori entrate per lo Stato, credo che sia opportuno mantenere livelli adeguati di incentivi.


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Quanto alle transazioni, specifico subito che nel caso di Valentino Rossi non si è trattato di una transazione. Non ho vissuto direttamente quella vicenda, ma so che in quel caso c'erano delle ipotesi di accertamento alle quali il contribuente ha risposto facendo presente che c'erano stati dei maggiori costi, non previsti dalle ipotesi di accertamento e dei ricavi non conseguiti. Su quella base, quindi, si è arrivati a una cifra diversa da quella prevista inizialmente.
Non spetta a me dire se sia stato giusto o sbagliato, perché all'epoca non facevo parte dell'Agenzia, ma credo che questa sia la strategia seguita per tutti gli accertamenti: si parte da un'ipotesi, ma se il contribuente dimostra che quella ipotesi almeno in parte non è corretta è giusto che l'amministrazione ne tenga conto.
Condivido le osservazioni dell'onorevole Pagano. Quello dei curatori sostituti di imposta è un problema delicato, insieme a quello delle ritenute di acconto, che stiamo cercando di risolvere. Credo che anche in questo caso sia necessario un intervento normativo - non credo che possiamo farcela da soli - e che occorra sbloccare delle situazioni di blocco delle attività, le cui segnalazioni ci arrivano da tutta Italia, non solo dalla Sicilia.
In merito alla lotta all'evasione, è logico che non intendiamo più operare con una lotta a tutto campo, su tutta la filiera, ma con una lotta mirata sui settori e sui territori a maggiore rischio, utilizzando gli strumenti del sintetico per quanto riguarda la parte persone fisiche e tutte le nostre strutture, compresa quella che riguarda le multinazionali, nei confronti delle quali abbiamo già operato 2 mila verifiche. Se sarò invitato il prossimo anno in audizione, credo che sarà opportuno che vi porti i numeri riguardanti la lotta all'evasione di grandi dimensioni, quella delle multinazionali, e la grande elusione. In questo campo stiamo ottenendo i primi risultati forti e credo che il prossimo anno potremo raggiungere altri risultati interessanti.
Per quanto riguarda la mancata emissione degli scontrini, intendiamo intervenire - come stiamo già facendo - affinché ci sia un rapporto civile. La questione rientra nella tematica più ampia del miglioramento dei rapporti tra i cittadini e il fisco. È evidente che chi non emette lo scontrino commette un errore, ma noi partiamo dall'idea - tengo a sottolinearlo - che l'errore sia commesso sempre in buona fede. Diremo, dunque, ai nostri ispettori di prestare più attenzione alla forma, anche se nella sostanza comunque lo scontrino non è stato ...

AMEDEO LABOCCETTA. A volte la forma è sostanza.

ATTILIO BEFERA, Direttore dell'Agenzia delle entrate. Assolutamente. Infatti siamo su questa linea. Nella sostanza, lo scontrino non emesso darà luogo a misure conseguenti.
Mi scuso con l'onorevole Bragantini, perché sono stato io a chiedere ai miei collaboratori di non inserire i dati regionali, ritenendo di non dover consegnare un volume di 500 pagine. È stata una mia scelta di semplificazione, che non ha dato i frutti sperati. Invierò, comunque, tutti i dati regionali.
Per quanto riguarda il rapporto con i sindacati, noi li incontreremo a breve. Vorrei operare affinché la situazione si normalizzi al più presto. Da parte mia farò di tutto affinché il rapporto con il sindacato rientri nell'alveo di un rapporto ordinario. È chiaro che il problema degli incentivi incide in questo discorso. Dobbiamo trovare tutti insieme, anche con i sindacati, le soluzioni necessarie.

ALESSANDRO SARO ALFONSO PAGANO. C'era da verificare la vicenda della Sicilia ...

ATTILIO BEFERA, Direttore dell'Agenzia delle entrate. Per quanto riguarda la regione Sicilia, relativamente ai dati, agli F24, siamo in grado di dare tutte le informazioni necessarie. Credo che la domanda, onorevole, non debba rivolgerla a noi, ma alle strutture del Ministero, del


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MEF in generale. Abbiamo fatto tutte le manovre (IRAP, e via dicendo) che ci davano la possibilità di intervenire.
Per quanto riguarda l'esternalizzazione degli accertamenti, noi abbiamo delocalizzato solo delle attività minori, non gli accertamenti. In tutti i casi, la logica riorganizzativa su cui stiamo operando prevede che si mantengano lavorazioni secondarie delocalizzate, ma, proprio perché vogliamo la specializzazione degli addetti all'accertamento, è bene che vengano a cadere eventuali situazioni di questo genere.

PRESIDENTE. Esprimiamo un plauso per le iniziative dell'Agenzia delle entrate, cui siamo e saremo sempre vicini, impegnandoci, per quel che potremo fare, a dare il nostro contributo sotto il profilo legislativo.
Ringrazio i nostri ospiti e i colleghi che hanno partecipato a questo incontro.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,25.

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