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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VII
9.
Mercoledì 2 luglio 2008
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 2

Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti, su questioni inerenti il settore dell'editoria (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Aprea Valentina, Presidente ... 2 3 4 5 12
Bonaiuti Paolo, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria ... 4 5 7 8 9 10 12
Carlucci Gabriella (PdL) ... 2
De Biasi Emilia Grazia (PD) ... 4 7
Giulietti Giuseppe (IdV) ... 9 10 12
Goisis Paola (LNP) ... 8
Lainati Giorgio (PdL) ... 11
Levi Ricardo Franco (PD) ... 8
Mazzuca Giancarlo (PdL) ... 3 5
Melandri Giovanna (PD) ... 9
Palmieri Antonio (PdL) ... 5
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 2 luglio 2008


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 15,10.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti, su questioni inerenti il settore dell'editoria.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2 del Regolamento, del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti, su questioni inerenti il settore dell'editoria.
Ringrazio il sottosegretario Bonaiuti che ci ha raggiunto. Devo riportarvi immediatamente le scuse del capogruppo del Partito Democratico, onorevole Ghizzoni, che non è presente perché sono in corso dei lavori del gruppo.
Do la parola ai colleghi ancora iscritti a parlare che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

GABRIELLA CARLUCCI. Vorrei, intanto, ringraziare il sottosegretario Bonaiuti per essere tornato in questa sede. Ho molto apprezzato il suo intervento in tutte le sue parti.
Mi ha interessato molto quello che ha detto a proposito del futuro dell'editoria. Non condivido la visione un po' pessimistica dell'onorevole Palmieri, secondo cui, un nuovo mezzo di comunicazione, quando nasce, viene affiancato da quello vecchio - il quale normalmente sopravvive e si migliora - mentre oggi siamo invece di fronte ad una novità assoluta, con la possibilità che il nuovo media, il nuovo mezzo di comunicazione, possa dare fastidio a quello vecchio.
Visto che siamo in Commissione cultura dove discutiamo di tutto quello che riguarda la scuola, vorrei suggerire di utilizzare il nuovo mezzo, ovvero il computer, come un sistema per formare nuovi lettori. Sappiamo benissimo che oggi, attraverso i giornali telematici - ed è questo il motivo per cui Internet prende spesso il posto della carta stampata - si possono ottenere tutte le informazioni in tempi molto brevi, in tempi reali.
Questo mezzo di comunicazione, ovvero Internet, potrebbe essere utilizzato nelle scuole, che dovrebbero essere dotate di almeno un computer da mettere a disposizione degli studenti per permettere loro di accedere alle notizie. Potrebbero così svolgere un lavoro sul testo, opportuno dal punto di vista didattico, come la lettura e il commento di articoli che possono riguardare la singola fascia scolastica; parliamo di scuole elementari, ma si può poi proseguire con le medie e i licei. In questo senso, dando a tutti la possibilità di accedere a Internet, si potrebbe avere il duplice effetto di permettere agli studenti l'analisi di un testo - il che serve anche per imparare a scrivere e a sintetizzare i


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contenuti, per esempio, di articoli di giornale - e di avvicinare un nuovo pubblico ai giornali. Sappiamo bene che oggi i quotidiani non entrano tutti i giorni nelle nostre case e che la maggior parte dei ragazzi hanno, quindi, un approccio molto discontinuo e casuale con i quotidiani.
Poiché l'innovazione tecnologica è comunque auspicabile nelle nostre scuole e poiché Internet è il futuro, la formazione del lettore riguarda anche il settore dell'editoria, compreso il comparto dei libri. Non mi riferisco solo ai libri scolastici, ma proprio alla lettura e alla fruizione di un libro attraverso Internet. Certamente essa avverrà con modalità diverse da quelle che esistono oggi, tuttavia anche in questo senso sono in atto delle sperimentazioni. Ho la possibilità di vedere dei testi di letteratura inglese o americana, che vengono già oggi utilizzati dalle scuole anglosassoni o, comunque, americane, accompagnati da una serie di strumenti per la lettura critica del testo, anche a livello di scuola elementare. Si tratta di mezzi che avvicinano lo studente alla lettura, come, per esempio, i quiz o un sistema interattivo; essi permettono di leggere il brano e di ricavarne degli input, degli elementi che servono sia per la lettura, sia per sviluppare altre cognizioni. Pertanto, credo che occorra incrementare l'utilizzo a pieno titolo del nuovo mezzo di comunicazione - Internet - nella scuola.
Mi ripeto citando di nuovo l'esempio del sistema anglosassone, che usa Internet per i compiti a casa. Addirittura attraverso Internet avvengono le comunicazioni fra scuola e studenti, fra scuola e genitori; i compiti a casa o i compiti in classe vengono assegnati, in linea preferenziale, via Internet. Internet e il computer sono già entrati, a pieno titolo, nelle scuole di tutto il mondo. Oggi l'editoria scolastica - o, comunque, il libro come strumento per imparare a scrivere e leggere - vive un momento di crisi per la carenza di pubblico ed anche il giornale su carta stampata è un po' in bilico. Dobbiamo ricercare giovani lettori tra quelli che non sanno che cos'è un quotidiano, che possono imparare a conoscerlo molto bene con Internet, strumento a loro noto da quando sono nati. Non dimentichiamoci, infatti, che le nuove generazioni sono le famose «native digitali», quelle, cioè, che non sono nate con la penna e la carta, ma digitando la tastiera del computer o del telefonino. Tra l'altro, anche per quanto riguarda i telefonini, quelli di nuova generazione - come l'i-phone - prevedono la possibilità di leggere molto chiaramente testi; per cui le notizie si possono veicolare molto bene attraverso questo nuovo mezzo di comunicazione.
Quindi, auspico lunga vita al giornale. A me piace moltissimo sfogliare i giornali, ritaglio gli articoli che mi piacciono, li metto da parte a futura memoria e ogni tanto li tiro fuori quando mi tornano utili. Tuttavia, trovo che dobbiamo investire sui nostri bambini, sui nostri ragazzi, attraverso il mezzo più giusto, la scuola, proprio permettendo loro di accedere al testo di un giornale via Internet, per poi svilupparlo, studiarlo ed analizzarlo. Questo sistema metterebbe di sicuro immediatamente in contatto un nuovo pubblico di futuri lettori della stampa con il mezzo di comunicazione per loro più giusto, ovvero quello che i nostri ragazzi usano con tanta facilità.
Volevo semplicemente suggerire al sottosegretario Bonaiuti di sviluppare delle sinergie con il Ministro dell'istruzione, dato che, comunque, nel nostro programma la famosa «I» di Internet ha sempre avuto grande spazio. Occorre valorizzare le possibilità di imparare e di apprendere attraverso un mezzo così innovativo e del futuro come Internet, utilizzandolo per la formazione di una nuova categoria di lettori di quotidiani.

PRESIDENTE. L'onorevole Mazzuca può intervenire per una precisazione, avendo già preso la parola nel corso della scorsa seduta.

GIANCARLO MAZZUCA. In realtà si tratta di un'integrazione a quanto ho detto quindici giorni fa.
Vorrei sottolineare all'onorevole Bonaiuti come la situazione dell'editoria sia


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sempre più difficile. A parte tutte le polemiche sulle intercettazioni - discorso molto complesso, che meriterebbe un intervento a parte - vorrei far rilevare i primi dati che emergono dai bilanci semestrali delle case editrici, del tutto negativi e in perdita.
Vorrei evidenziare, soprattutto, un aspetto che non ho sottolineato nel mio precedente intervento, ossia il problema del costo della carta. Nei primi quattro mesi del 2008, per via dei rincari energetici, per le case editrici la carta è aumentata mediamente di prezzo del 4,5 per cento; si prevede che alla fine dell'anno le case produttrici di carta aumenteranno ulteriormente il prezzo del 15 o 20 per cento. Questo comporterà per le case editrici un costo aggiuntivo molto forte, che richiede un intervento.
Vorrei far rilevare il fatto che in Italia ci sono molte scuole di giornalismo assai valide ed efficienti, che però finiscono per «sfornare» giovani disoccupati, perché in questo momento nei giornali e nelle case editrici non esiste la possibilità di ricambio. Si rischia veramente di «sfornare» giovani con belle speranze, ma professionalmente senza futuro.
Per questo, riprendendo un accenno che ho fatto la scorsa settimana all'onorevole Bonaiuti, e prendendo spunto dal fatto che la Federazione italiana degli editori (FIEG) ha nominato un nuovo presidente, Malinconico, vorrei chiedere se non sia il caso che lei, come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, solleciti un incontro tra le parti - FIEG e sindacati - per sbloccare una volta per tutte il contratto di lavoro dei giornalisti, fermo da oltre tre anni, con ripercussioni negative su tutto il settore. Credo che una priorità di questo Governo sia quella di arrivare alla firma di un contratto che tenga fortemente in conto il problema dei giovani, prevedendo agevolazioni per la loro assunzione.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Formulerò soltanto una domanda relativa a un episodio avvenuto dopo l'audizione. Ho letto sulle agenzie di stampa di una polemica del sottosegretario con Mediacoop e altri soggetti del settore dell'editoria circa il mantenimento dei contributi diretti. Sulla manovra avremo modo di ragionare nel momento più opportuno, ma intanto chiedo al sottosegretario se possa darci una risposta su questo tema.

PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare, do la parola al sottosegretario Bonaiuti per la replica.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Partiamo subito dall'intervento dell'onorevole Carlucci che, mi par di capire, per il futuro dell'editoria auspica maggiore interazione tra tutti sistemi.
Ovviamente sono d'accordo. Se ci sarà qualche proposta su come realizzare concretamente questa interazione, siamo favorevoli a prenderla in esame. Allo stesso modo dico a tutti voi che, se avete idee, suggerimenti, sul tema dell'editoria - come mio settore di riferimento o, per meglio dire, come settore inerente la mia delega - è aperto un discorso bipartisan, ovviamente anche rispetto a contributi che vengano dai partiti che sostengono il Governo. Il discorso è aperto a tutti.
Rispondo all'onorevole Mazzuca, che ha fatto presente come la situazione dell'editoria sia sempre più difficile e come sia prevedibile un aumento del costo della carta del 15 per cento. Forse, a fine anno questo aumento sarà minore, ma già considerando la prima «botta» del 4,5 per cento, possiamo dire che siamo in presenza di una cifra enorme. Purtroppo dovrò parlarne col Ministro Tremonti, ma - debbo essere molto sincero - la situazione economica non è di quelle che lasciano speranze. Dobbiamo considerare che un anno fa il petrolio costava ancora meno della metà di quanto costa adesso. Calcoliamo allora quanto è aumentato rispetto ai 70 dollari di allora, cifra già enorme, che impensieriva, giustamente, il Governo precedente. Effettivamente il prezzo dell'energia è aumentato in modo rilevante, come peraltro quello di molti


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generi alimentari (per esempio, il 22,5 per cento la pasta, l'8 per cento il pane). Dobbiamo pensare anzitutto a creare uno scudo per le famiglie e, in particolare, per coloro che, avendo un reddito fisso - salari, stipendi e pensioni - rimangono necessariamente più indietro.
Vengo ora all'ultima domanda dell'onorevole De Biasi. Non c'è stata alcuna polemica tra me e Mediacoop. Semplicemente ho precisato quello che il presidente della Commissione aveva avuto la bontà di aggiungere agli spunti della mia relazione, cioè il fatto che, d'ora in poi, per quanto riguarda la ripartizione dei contributi all'editoria, anche sulla linea dei nostri predecessori e del precedente Governo, varrà il principio per cui si considereranno le copie effettivamente distribuite e non quelle semplicemente dichiarate. Ne ho già parlato in questa sede, come riportato chiaramente nel resoconto stenografico della prima parte dell'audizione al quale vi richiamo e rispetto al quale non c'è nulla di nuovo da dire. Si tratta di un principio fondamentale di chiarezza, di trasparenza e anche un modo, se ci dovessero essere dei discostamenti tra la realtà effettiva e quella dichiarata, per recuperare soldi a favore di altri. Vi ringrazio.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Bonaiuti, ma lei ha già svolto la replica agli altri interventi?

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Si, credo di aver o risposto, più o meno, a tutti; consentitemi di controllare se qualche domanda sia rimasta senza risposta. Tuttavia, se pensate che qualche punto non sia stato chiarito, sono a vostra disposizione. Ricordo anche di aver dato all'onorevole Mazzarella, oggi non presente, una lunghissima risposta. Forse non ho replicato all'onorevole Renato Farina, che però oggi non è presente. Comunque, non mi pare che chiedesse risposte.

ANTONIO PALMIERI. Anche se il sottosegretario non ne ha bisogno, ricordo per gli onorevoli De Biasi e Levi - che vedo un po' sconcertati - che il sottosegretario Bonaiuti ha sempre interagito così, anche nei cinque anni della XIV Legislatura. Ognuno ha il suo stile e il sottosegretario ha sempre risposto in modo non formale, ma punto per punto alle richieste di chiarimento o alle domande. Non ha, quindi, mai seguito la liturgia di una replica tradizionale. Questo per dire che la sua non è mancanza di rispetto nei confronti della Commissione.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. No, per carità! Se vogliono chiedere qualunque cosa, io sono a disposizione.

GIANCARLO MAZZUCA. Vorrei chiederle un commento finale e un'analisi sulla situazione dell'editoria in questo momento, anche alla luce degli ultimi sviluppi.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. La situazione dell'editoria è quella che sappiamo. Per esempio, per sgombrare il campo da una vexata quaestio, lei mi chiedeva se sarei stato in grado di fare oggi un intervento.
Circa il tema del contratto dei giornalisti, trovo che sia alquanto difficile intervenire su un contratto come quello tra FIEG e Federazione nazionale della stampa (FNSI), che non si riesce a risolvere tra le due parti. Io me ne dolgo, ma non vedo che cosa possa fare un sottosegretario all'editoria, laddove non sono riusciti due Ministri del lavoro - diciamo così, anche se oggi si chiamano altrimenti - negli anni precedenti. La prima volta ci provò Maroni, poi, credo, il vostro Ministro del lavoro, Cesare Damiano; ora dovrebbe riprovare il Ministro Sacconi, ma non gliene ho parlato. Se volete lo faccio, però non mi pare che sia una questione risolvibile esercitando spinte sulle parti, perché tutte quelle che potevano venire dal Governo sono arrivate, prima, durante


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e dopo. Mi auguro che si vada verso una conclusione, ma non vi so dire oggi se questo accadrà oppure no.
La situazione dell'editoria è quella che è. C'è indubbiamente un calo della pubblicità che, a mio parere, guardando alla situazione internazionale, non è destinata a crescere, soprattutto se consideriamo che il target di pubblicità dei quotidiani - o dei settimanali - è ritenuto tale solo da settori entrati fortemente in crisi. Pensate che la FIAT denuncia una diminuzione delle immatricolazioni, nell'ultimo mese, del 18 per cento. La prima cosa che può fare un'azienda in questa situazione è ridurre, sia pure in parte, il budget pubblicitario. Non so se lo abbiano già fatto ma, se lo facessero, non vi sarebbe affatto da stupirsi. Non vedo, quindi, una situazione che tende verso un netto ed immediato miglioramento.
I costi produttivi sono destinati anch'essi a salire, anche se sulla carta c'è stata, come l'onorevole Mazzuca sa, una forte speculazione. Bisognerebbe intendersi pensando a cosa intende Tremonti, quando parla di speculazione. Molti produttori, o coloro che vendono ai produttori, si accaparrano un certo prodotto sul mercato per averlo a disposizione dopo, quando, per quello stesso prodotto, che manca o scarseggia, si offre un prezzo superiore. Così si ingenera una corsa al rialzo.
Veniamo al tema della produttività delle aziende. Per quel che riguarda i quotidiani, mi pare che tutto quello che doveva essere fatto sia stato fatto. L'unica cosa che penserei di fare è trovare un sistema per cui, qualunque genere di contributo dovesse essere dato a quotidiani, periodici, giornali, aziende editoriali in genere, venga legato - o, comunque, collegato - ad un minimo di aumento dell'occupazione o a un segnale favorevole della sua ripresa. Dall'altro lato l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti (INPGI) - i cui rappresentanti ho incontrato recentemente -, segnala difficoltà nel continuare anche in futuro, in applicazione della legge 416, a finanziare le aziende che, a un certo punto, si troveranno in difficoltà.
Non è, quindi, una situazione facile. Mi pare che l'anno scorso in alcuni settori - mi aiuti l'onorevole Levi - ad esempio nel settore radiotelevisivo per la parte che spetta alla Presidenza del Consiglio, si è andati al riparto, sia pure di poco. E credo che anche quest'anno accadrà lo stesso, non vedo cenni di miglioramento. Sono in aumento le richieste da molti settori; alcune voci danno in aumento anche le richieste delle Poste. C'è, dunque, un continuo chiedere, di fronte a casse - o a borse della spesa - sempre più esangui, sempre più prive di materiale solvibile.
Noi cercheremo di fare il possibile, magari attraverso la legge di sistema che già ho annunciato operando attraverso le interazioni, gli scambi e - uso una parola dotta, che non vorrei mai utilizzare - le sinergie, mettendo insieme le energie e le forze di più settori non in dissidio tra loro, che si devono unire. Oggi fare un quotidiano significa pubblicarlo anche on line, andare sul web, dare e-news, magari anche avere un canale satellitare o una televisione d'appoggio, significa avere una stazione radiofonica o un punto radio.
Detto tutto questo, fatta l'analisi del settore, con la legge di sistema cercheremo - e credo che sarà il segnale distintivo di tutte le leggi varate in questo settore - d'ora in poi, anche se mi pare che più o meno sia avvenuto già in tutti gli ultimi anni, di procedere nel segno del risparmio, del combattimento nei confronti dello spreco, del pescare virtuosamente, ritagliando spazi a destra e a sinistra; cercheremo, insomma, di usare più la forbice e la lesina che non il danaro facile e, tanto meno - mai più! - il danaro a pioggia.
Questa è la situazione oggettiva del settore. Mi pare che abbiamo dato un piccolo segnale anche sulla questione del numero di copie considerate per il contributo all'editoria, nel misurare, cioè, le copie effettivamente distribuite e non quelle solamente dichiarate. Questo è già un segnale che va nella direzione di una maggiore chiarezza.


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Per il resto, grandi fondi a disposizione non ci sono, né ci sono mai stati in precedenza. Cercheremo - d'accordo con voi, se ci riusciamo - di mandare avanti la legge di sistema, che in precedenza è rimasta «imbottigliata» al Senato, per colpa nostra. Stavolta andremo più speditamente e cercheremo di tenerci continuamente in contatto: sarete voi, attraverso il presidente, a fissare le scadenze entro cui io dovrò intervenire in questa sede a spiegare ed anche ad avere un appoggio da voi. Mi pare che già una richiesta come quella dell'onorevole Mazzuca tenda ad essere - come diceva nel suo intervento l'onorevole Giulietti, che purtroppo oggi non è presente - una sorta di prefigurazione del contributo carta ai quotidiani.
Vediamo quello che si può fare. Oggi, dopo sette mesi, ancora non sono in grado di formulare una previsione. Sono, però, in grado di dire che le previsioni, per quanto riguarda l'economia globale, sono quelle illustrate stamattina da Tremonti, ieri dal Governatore della Banca d'Italia Draghi, nonché da Bernanke, presidente della Federal reserve. Avete visto qual è l'atteggiamento della Banca centrale europea che si appresta ad alzare di un quarto di punto il tasso principale di riferimento e, quindi, a rafforzare sempre più l'euro e ad indebolire il dollaro, ovvero la moneta con cui purtroppo i Paesi produttori si fanno pagare il petrolio! Sarà così messa in circolo, ahinoi, ulteriore inflazione.
Concludo con queste previsioni non proprio brillanti. Se non avete altre domande, possiamo rivederci a settembre o ad ottobre. Sono comunque sempre a vostra disposizione per rispondere a qualunque chiarimento mi venga richiesto.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Grazie, presidente. Non sono soddisfatta, perché ero convinta che oggi ci sarebbero state date delle risposte alle questioni poste, per esempio da me. Non penso di essere il centro del mondo, ma penso di avere diritto a qualche risposta.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Le chiedo scusa. Me le ripeta e le risponderò immediatamente.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Se lei mi consente, è disponibile il resoconto stenografico della seduta e lei ha tutta l'estate per rileggersi le mie domande. Mi scusi, ma di fronte a un atteggiamento di questo tipo, evidentemente non posso dire altro. Tutte le volte che vorremo discutere dell'editoria, com'è ovvio, sarò a disposizione. Mi dispiace, ma non le rifaccio il compitino. Sui discorsi di sistema, in base ai quali ho posto domande, lei ha ritenuto di non dover rispondere. La richiamo alla lettura del resoconto stenografico, perché avremo tempo di discutere.
Lo dico molto pacatamente, ma sono rimasta colpita da una prassi, per quanto soggettiva, assai inusuale. Mi auguro che il provvedimento che sarà alla nostra attenzione da domani contenga le rassicurazioni, che qui non ho avuto, circa il futuro del settore dell'editoria nel nostro Paese.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Dico solo una cosa, che non vuole essere polemica. Sono a tenuto a dare non rassicurazioni, ma spiegazioni, sulla base di quello che intendo. Poiché dal resoconto stenografico si evince che è stata data risposta ad una serie di domande, le ho chiesto semplicemente e gentilmente di ripetere la sua domanda.
Lei lo chiama procedimento irrituale, ma non è rituale nemmeno che un sottosegretario venga in Commissione e si dica disponibile a lavorare in maniera bipartisan: mi rifaccio - mi perdoni, onorevole De Biasi - all'esperienza di cinque anni del precedente Governo. Se ci sono argomenti sui quali ho mancato di rispondere, vi invito a riproporli. Di più non posso fare, onestamente.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Poiché il collega Palmieri ha fatto alcune precisazioni, mi sono permessa di replicare. Niente di personale.


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RICARDO FRANCO LEVI. Il sottosegretario Bonaiuti ha ricordato la sua intenzione di arrivare ad una legge di sistema. Anche se, in realtà, non ne ha certo bisogno, vorrei rammentargli che essa riguarda molti più aspetti di quelli toccati dagli interventi puntuali e specifici, volti a garantire che i contributi all'editoria siano assegnati sulla base delle copie effettivamente vendute o altro. Questi non sono che importanti, ma piccoli, dettagli.
Vorrei sottolineare, una volta di più, che uno sforzo importante...

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Mi perdoni, ma non sono dettagli tanto piccoli: lei che è stato al posto mio, mi dica quanto si risparmierebbe, su 190 milioni di euro, se ci fosse uno scostamento anche soltanto del 20 per cento.

RICARDO FRANCO LEVI. Voglio dire che questo aspetto non esaurisce la legge di sistema. Chiaramente tutto ciò che serve a garantire che i contributi siano erogati in modo corretto è importante.
Vorrei solo ricordare che questa stessa Commissione, in tema di riorganizzazione di sistema nel settore editoriale, ha svolto un lavoro importante, insieme alla maggioranza e al Governo, che è sfociato in una proposta di disegno di legge ora di nuovo di fronte al Parlamento. Mi auguro che il Governo, e il sottosegretario Bonaiuti, ne vorranno tenere conto, come di una base di lavoro già particolarmente dettagliata, anche nell'affrontare tutti i problemi che ora ricordava.

PAOLA GOISIS. A me interessa - lo dico perché si è molto dibattuta la questione dell'editoria - il tema del libro. Se ne è già parlato, ma vorrei capire come si intenda agire per indurre i nostri giovani e ragazzi a leggere.
Tutti lamentiamo - parlo da insegnante e da madre - e constatiamo la difficoltà ad affrontare la lettura da parte dei ragazzi non solo a scuola, ma in genere. Oggi si parla tanto di Internet ed anche della possibilità, per la scuola, di presentare i testi per via telematica, anziché attraverso il libro. Mi chiedo, allora, se non ci sia una contraddizione in questo. Da una parte si vuole incrementare e sviluppare la produzione di libri - di narrativa o di qualunque altro genere - per invogliare i nostri ragazzi a leggere; d'altra parte, però, c'è questa attenzione o, comunque, questa propensione - definita innovazione - a presentare i libri di testo attraverso Internet.
Come vogliamo risolvere questo «enigma»? Da una parte vogliamo sviluppare il libro e indurre i ragazzi a leggere, e dall'altra proponiamo loro Internet che, lo sappiamo, servirà loro magari per copiare una relazione, senza che ne traggano grandi vantaggi. Ricordo che, fino a non molto tempo fa, quando venivano chiesti studi specifici, i ragazzi arrivavano a scuola avendo svolto una ricerca. Mi interessa molto questo aspetto inerente ai giovani.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Non mi vorrei sbagliare, ma l'aspetto dei libri di testo su Internet concerne molto di più il Ministero dell'istruzione che non il sottosegretariato all'editoria. In cinque anni non ho mai affrontato questo tema, proprio perché so essere di competenza del Ministero dell'istruzione.

PAOLA GOISIS. Tuttavia, c'è un giusto interesse ad invogliare i nostri ragazzi a leggere...

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Sì, ho capito. Su questo, onorevole, mi pare che nella precedente legislatura fu lanciata l'idea di realizzare uno spot per invitare alla lettura del libro; eravamo, però, ormai a fine legislatura, l'atmosfera politica si riscaldò molto e non riuscimmo a portarla a compimento. Vedremo di recuperarla, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva. Mi impegno a trovare qualcosa nelle pieghe


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del bilancio - scarso, misero, lacero, povero - della Presidenza del Consiglio dei ministri per uno spot a favore dell'invito alla lettura, al quale sono favorevolissimo, come credo siamo tutti in questa sede.
Vorrei solo far notare all'onorevole Levi - che mi chiedeva di tenere in considerazione il lavoro precedente - come nel resoconto stenografico della prima parte di questa audizione ci siano undici righe dedicate proprio a questo.

GIOVANNA MELANDRI. Chiedo scusa se ho chiesto la parola, durante questa audizione della Commissione Cultura, che pure non è la mia Commissione. Eravamo impegnati sul DPEF fino a poco fa in Commissione trasporti e telecomunicazioni. Tuttavia, tenevo a dire al sottosegretario Bonaiuti che, come ha già ricordato l'onorevole Levi, noi avevamo accolto con molto favore e anche con una notevole aspettativa l'annuncio da lui fatto, qualche settimana orsono, di un lavoro comune - o, come si dice ormai in gergo, bipartisan - sul tema della riforma complessiva dell'editoria.
Naturalmente ci predisponiamo a questo confronto, partendo dal lavoro già fatto nella scorsa legislatura dal sottosegretario Levi, lavoro il cui contenuto sarà oggetto di una proposta di legge presentata dal gruppo del Partito Democratico.
Passando alla domanda che le volevo rivolgere, naturalmente ci piacerebbe capire quali saranno i tempi e le procedure di questo confronto; e anche comprendere se il Governo preveda di presentare un suo proprio disegno di legge, oppure di affidare questa materia molto delicata alla discussione e al confronto in questa Commissione parlamentare. Naturalmente non sfugge a nessuno, tantomeno al sottosegretario Bonaiuti, che, soprattutto se questa vuole essere una riforma di sistema, comprensiva non solo dell'editoria in senso classico, ma anche di Internet e di tutti i new media, ci aspetta un lavoro corposo, importante e impegnativo.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Avrei preferito affrontare la materia alla ripresa dei lavori, se ora non siamo in tempo, ma sono a vostra disposizione. Il Parlamento, e non il Governo, dovrà stabilire se e quando avere una serie di confronti in questa sede proprio per capire le tendenze in atto e le direzioni assunte nonché per assumere come base il lavoro svolto dal precedente Governo. Voi, attraverso il presidente, potete fissare tre o quattro sedute - non so in quanto tempo si possa esaurire il tema - e darmene comunicazione.

GIUSEPPE GIULIETTI. Chiedo scusa al sottosegretario Bonaiuti se fino a questo momento sono stato assente. Per non polemizzare tramite agenzia, vorrei porle una domanda - se avesse già risposto in merito, mi faccia magari una minisintesi - su una questione che conosce anche l'onorevole Carlucci. Mi riferisco a un problema delicatissimo, sottosegretario, che ha riguardato anche i precedenti Governi. Adesso mi interessa non l'aspetto polemico - lei sa che, quando devo polemizzare, non chiedo il permesso - ma svolgere un ragionamento di altro tipo.
So perfettamente che, per la natura stessa dei Governi, su alcune materie - cinema, teatro, beni culturali, vicenda del tax credit o dell'editoria - esistono delle difficoltà a prescindere. Non è un problema di schieramenti, bensì di spirito dei tempi e di grandissima difficoltà. Pongo la mia domanda proprio perché si tratta di un tema che va oltre gli schieramenti. Spero di essere stato chiaro. Per questo in certe materie sono davvero necessari la più ampia trasparenza nel confronto e il rispetto dei ruoli, anche per poter determinare una dialettica positiva con settori molto spesso privi di potere e d'attenzione.
Anzitutto vorrei invitarla ad esercitare grandissima attenzione sul tema dei libri, come ha fatto anche l'onorevole Levi, con molta pazienza. Poi arrivo al tema della cooperativa. Lei sa che abbiamo tentato, tutti insieme, di recuperare alcune sperequazioni tra i diversi settori, persino in materia di rese. Ci riuscimmo, ma ancora oggi abbiamo situazioni divergenti all'interno


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del settore del libro e dell'editoria. Per quanto concerne le rese, ci sono ancora differenze di percentuali IVA e ci sono alcuni elementi riguardanti la forfettizzazione che provammo ad affrontare nella finanziaria.
Lo segnalo solo perché, benché questo sia uno dei settori perennemente ai margini, nel settore del libro c'è di tutto. So che c'è una forte tendenza ad azzerare la presenza dei libri e dei giornali, ma personalmente non la condivido. Esistono case editrici che parlano di minoranze religiose, di minoranze etniche, di minoranze culturali e che pubblicano ricerche particolari. Non ci sono solo le quattro grandi case editrici, ne esistono una miriade.
Bisogna porre il problema della riduzione della forbice, alla vigilia della finanziaria. Poi vedremo i modi e le forme per ottenerla, ma se non poniamo insieme il tema - per questo lo segnalo - diventa poi difficile affrontarlo, perché allora ognuno riprenderà il suo ruolo e chi è all'opposizione si limiterà a fare opposizione. In questo senso, vorrei dire - davvero con spirito di collaborazione nel senso migliore - che, sullo spot per la lettura, non è vero che ci fosse solo un problema di reperimento dei fondi.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Ho detto che li troveremo.

GIUSEPPE GIULIETTI. Io dico qualcosa in più: c'è la possibilità di coinvolgere allo stesso tavolo le associazioni degli editori e degli scrittori e i grandi gruppi televisivi. Abbiamo scorporato per norma le campagne di promozione della lettura dagli indici di affollamento pubblicitario e allora è possibile che ci sia il parere favorevole di tutti i gruppi per le campagne di promozione della lettura.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Non ho ben capito. Andrebbero in onda gratis?

GIUSEPPE GIULIETTI. Nella legge Gasparri c'è una norma, introdotta col voto favorevole di tutti, che recita che le campagne di promozione della lettura - attenzione, non si parla del libro dell'amico ma di messaggi del tipo «leggere è bello», «impara a leggere», «tu e la lettura», «il libro», «che cos'è la lettura» - sono scorporate dai calcoli degli indici di affollamento pubblicitario. Credo che anche Giorgio Lainati la ricordi. Ho la sensazione che una campagna civile come questa si possa fare chiamando a raccolta tutte le associazione del settore e perfino trovando dei testimonial. Mi sono permesso di porre questo tema perché so che appassiona anche lei.
In qualche modo legata alla questione che ho posto, ce n'è un'altra, ovvero la campagna promozionale - insisto su questo, ma ognuno di noi ha le sue manie - sul tema della sicurezza, della prevenzione e delle «morti bianche», che credo sia una grande questione.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Ci stiamo pensando.

GIUSEPPE GIULIETTI. Le pongo nuovamente la questione solo perché resti agli atti, non perché lei non abbia fatto nulla in merito. Onorevole Bonaiuti, non sto parlando di quello che lei non ha fatto, sto riferendomi a quello che possiamo fare. Non è una polemica, che non mi interessa per niente. Su temi come questi, per altro, mi vergognerei a polemizzare. Votammo insieme delle risoluzioni in merito sia in Commissione di vigilanza, sia in questa stessa Commissione. Non è oggetto di polemica.
La questione che, invece, vorrei comprendere bene, sottosegretario Bonaiuti, è quella della semplificazione del regolamento. Magari commetto un errore, ma il tema non è stato sollevato da me, bensì da Mediacoop e da altri parlamentari che si trovano in questa sede, appartenenti ai diversi schieramenti. La preoccupazione che ha dato vita anche a una simpatica


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polemica tra l'onorevole Melandri, me e lei era inerente a questo tema. È evidente che sono favorevole a tutti i provvedimenti che portino a semplificare il settore ed a velocizzarlo; la pensavo così quando li proponeva l'onorevole Levi e la penso così anche quando è lei a proporli.
Altra cosa è se però nel regolamento - forse su questo non ci siamo capiti reciprocamente - si dice che dobbiamo semplificare i criteri in linea con la finanziaria. Se poi magari manca una cifra X al conteggio totale....(Commenti del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti).
Se poi mi darà una risposta, onorevole Bonaiuti, io ne sarò contento. Non ho detto che sia così, sto solo dicendo che esiste il rischio - e ho terminato - che, non da parte del sottosegretario, ma per via regolamentare o per via di norme applicative, ci sia un'interpretazione delle norme di cui si prende atto solo successivamente. Se non sarà così, meglio, ma la mia preoccupazione è solo che su questo tema il confronto, anche sui regolamenti e sulle semplificazioni, venga riportato in Commissione per una discussione collettiva, come sempre è stato fatto, anche dal sottosegretario Bonaiuti. Inoltre, vorrei che non solo qualunque scelta venga concertata tra le parti politiche, ma anche che sia attivato quel tavolo che lei - non io - ha suggerito. Sto dicendo esattamente la stessa cosa che ha detto lei. Chiedo che, oltre al confronto in questa sede, sia permanentemente attivo un tavolo di ascolto e di concertazione con le parti sociali, per affrontare insieme anche i passaggi difficili che possono esserci. Questo, a mio avviso, vale per ogni Governo: so quali difficoltà si incontrano quando si deve bonificare, pulire, intervenire. Mi pare che, più ampio è il confronto, più si ascoltano le voci, meglio è per tutti. La mia preoccupazione è che sia ribadito quel metodo, in modo tale che, se ci sia stato qualche fraintendimento o equivoco, esso venga superato e non alimentato. Spero di essere stato comprensibile in questo.
Che non accada come invece avvenuto per il cinema, quando tutto appariva risolto... (Commenti dell'onorevole Lainati). Se volete faccio l'oppositore di tipo tradizionale, il che mi riesce anche facile. Sto ponendo una questione diversa: è possibile, sulle materie condivise, intraprendere un percorso comune, senza poi scaricare i problemi sul singolo Ministro o sottosegretario di turno? È chiaro? È tutto qui: fare in questo modo è più utile che non dire, di volta in volta, che la tal cosa accadrà di lì a una settimana, perché questo, alla lunga, inasprisce i rapporti.

GIORGIO LAINATI. A giudicare dalle parole dell'onorevole Melandri e dell'onorevole Giulietti che ho ascoltato, mi sembra che, come nella XIV legislatura, anche nella XVI l'onorevole Bonaiuti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria, riesca in questa Commissione a fare un piccolo, grande, miracolo. Nella fattispecie, l'onorevole Melandri - che ho avuto come irriducibile avversaria in Commissione di vigilanza RAI nella XIV legislatura, così come lei ha poi avuto il sottoscritto e gli altri membri dell'opposizione come irriducibili avversari nella scorsa legislatura, quando era Ministro - per la prima volta non ha parlato di sfida al Governo. Lei dice sempre che sfida il Governo Berlusconi, ma questa volta non ha parlato di sfida. Quindi, evidentemente l'onorevole Bonaiuti riesce in un piccolo grande miracolo.
Al di là di questa osservazione, credo che anche l'intervento dell'onorevole Giulietti abbia messo sul tappeto alcune materie che si potrebbero affrontare con questo spirito di collaborazione. Si verrebbe così incontro, peraltro, alle giuste richieste - che io condivido - fatte dall'onorevole Goisis a proposito degli interventi che il Governo potrebbe fare per favorire ulteriormente la diffusione e la vendita dei libri nel nostro Paese.
Sottosegretario Bonaiuti, lei, come il presidente Aprea, sa bene che la nostra parte politica è pienamente a disposizione, qualora fosse necessario anche attraverso atti legislativi ad hoc, per creare ulteriori


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rafforzamenti della base di discussione sul vastissimo mondo della multimedialità e dell'editoria. Sono certo che potremo fare un ottimo lavoro, signore e signori.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Vorrei ringraziare tutti. Ringrazio anche l'onorevole Giulietti e gli faccio bonariamente osservare, solo per confermare lo spirito al di sopra delle parti, che nella precedente occasione fornii non solo degli spunti, ma anche il testo dell'articolo, che era stato messo in distribuzione. Da qui la mia reazione. Come si dice quando ci si sposa, se qualcuno ha qualcosa da dire, deve dirlo subito; se lo fa dopo un mese, è un po' lento nel capire...

GIUSEPPE GIULIETTI. Onorevole Bonaiuti, sulla semplificazione, che non è l'eventuale modifica dei criteri a fondo non capiente.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Non abbiamo, però, mai parlato di quello.

GIUSEPPE GIULIETTI. Meglio. Se non è così, mai smentita fu più gradita. Spero che non sia però una smentita come quella del Ministro per i beni e le attività culturali.

PRESIDENTE. Abbiamo registrato l'impegno del sottosegretario a discutere con noi e a dibattere i temi che hanno a che fare con l'economia di questo settore.
Informiamo il sottosegretario che, a partire da domani, discuteremo il decreto 112, collegato alla legge finanziaria, e che abbiamo intenzione di essere molto precisi, sia nel predisporre il nostro parere in merito, sia nel valutare le condizioni per sostenere i settori che sono stati particolarmente penalizzati da questa prima stesura. Ci auguriamo, quindi, di essere ascoltati, ma sicuramente vorremmo vedere valorizzati, e non solo penalizzati, i temi e le materie di nostra competenza, soprattutto nei documenti economici. Saremo, quindi, lieti di averla con noi, anche dai banchi del Governo, quando porteremo avanti queste nostre battaglie e questi nostri pareri.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria. Ne sarò lieto, presidente. Grazie a voi per l'attenzione.

PRESIDENTE. Grazie a lei e a tutti colleghi che hanno preso parte a questa seduta.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16,05.

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