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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VII
17.
Giovedì 19 marzo 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 3

Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti, in materia di semplificazione e riordino delle procedure di erogazione dei contributi all'editoria (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Aprea Valentina, Presidente ... 3 7 9
Bonaiuti Paolo, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria ... 3 7 8 9
Giulietti Giuseppe (IdV) ... 8 9
Goisis Paola (LNP) ... 8
Mazzuca Giancarlo (PdL) ... 7
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di giovedì 19 marzo 2009


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 14,25.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata oltre che mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti, in materia di semplificazione e riordino delle procedure di erogazione dei contributi all'editoria.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti, in materia di semplificazione e riordino delle procedure di erogazione dei contributi all'editoria.
Ringrazio il sottosegretario Bonaiuti per la celerità con la quale ha voluto informare le Commissioni di merito rispetto al regolamento che tutti aspettavamo.
Come sapete, dobbiamo esprimere un parere obbligatorio, non vincolante. Tale aspetto è stato ormai chiarito.
Abbiamo a disposizione pochissimo tempo, tuttavia la presenza del sottosegretario, e soprattutto il regolamento che viene depositato in Commissione, rappresentano di per sé, informalmente, una tappa importante del confronto avviato con l'onorevole Bonaiuti.
Do la parola al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria. Grazie presidente. Comprendo che lo spazio di tempo che ci siamo ritagliati, tra una votazione e l'altra, sia un momento molto difficile, tuttavia, come avrete notato, il regolamento ora andato in distribuzione è, in sostanza, lo stesso che avevamo portato qui e che, in tempi non sospetti, aveva anche ricevuto numerosi cenni di approvazione.
Tale regolamento fa seguito alle modifiche apportate dopo le osservazioni pervenute da tutte le associazioni che rappresentano l'editoria.
Vi riassumo velocemente alcuni dati, anche se si tratta di argomenti che ho già affrontato in questa Commissione. Non c'è alcuna novità.
L'operatività delle norme è stata portata al primo gennaio 2010, quindi il regolamento riguarda il contributo 2009, con l'eccezione di alcune disposizioni di carattere ordinatario - si tratta di dettagli -, per cui l'entrata in vigore è quella del regolamento stesso.
Quanto ai giornali organi di partiti politici, sono stati mantenuti i requisiti d'accesso ai contributi, le modalità di calcolo e l'ammontare dei contributi già previsti prima del regolamento, tanto per i giornali organi di partito aventi rappresentanza parlamentare, quanto per quelli


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previsti dal decreto-legge n. 223 del 2006 (la cosiddetta legge Bersani).
Il numero massimo delle copie distribuite sulle quali calcolare il contributo variabile è stato portato a 50 milioni.
È stato - ecco l'unica novità, della quale tuttavia vi avevo già preavvertito - soppresso il comma 6 del vecchio articolo 3 che stabiliva di fissare in 4 milioni di euro il limite generale massimo del contributo comunque erogabile. Questa è l'unica novità che troverete nel regolamento. Il comma 6 è stato abolito, in base all'impegno che avevo assunto nelle precedenti audizioni in questa Commissione.
Per quanto riguarda le tariffe postali, il rimborso a poste italiane è calcolato come differenza tra la tariffa convenzionata più favorevole per gli editori e la tariffa agevolata.
Il controllo del requisito degli spazi pubblicitari contenuto nelle pubblicazioni anziché per singolo numero, di fatto impossibile e quindi inattuato, è stato riportato su base annua.
Per quanto riguarda il credito agevolato - anche di questo avevamo parlato nelle precedenti audizioni, per essere sincero - è stato inserito nel Comitato un nuovo componente esperto in editoria elettronica ed è stata introdotta la possibilità di ammettere alle agevolazioni anche i beni dati in comodato.
Quindi, restano validi quei quattro punti fondamentali del regolamento che vi avevo già esposto nelle precedenti audizioni.
Mi riferisco, in primo luogo, alla forte, robusta, solida semplificazione delle procedure e degli atti di accesso sia ai contributi diretti, sia al credito agevolato, e, in secondo luogo, all'introduzione del criterio di parametrazione, ossia di misurazione, sulla base delle vendite e non più sulla diffusione, per il calcolo dei contributi diretti: questo è un elemento che riteniamo di forte chiarificazione e trasparenza, sul quale abbiamo insistito molto.
In terzo luogo la trasformazione delle cooperative in cooperative editoriali ed, infine, il discorso del sostegno all'occupazione giornalistica, questione che ritorna all'attenzione più che mai in questo momento.
Sotto questo profilo, vorrei introdurre un elemento nuovo. Nel regolamento, come ho già detto, si parla di sostegno all'occupazione giornalistica. Al tal proposito, ci auguriamo che possa venire conclusa al più presto la stesura del contratto di lavoro, per la quale sono sedute al tavolo, da un lato, la Federazione nazionale della stampa e, dall'altro, la Federazione italiana editori di giornali.
Ci auguriamo ciò, perché il Governo è riuscito a far inserire, nel discorso del sostegno all'editoria, e in particolare dell'occupazione giornalistica, oltre ai 10 milioni di euro già previsti per l'editoria quotidiana, altri 10 milioni di euro per l'editoria periodica.
Come sapete, l'editoria quotidiana e periodica vivono purtroppo un momento - parlo in particolare all'onorevole Giulietti che conosce bene la questione, sulla quale abbiamo discusso assieme - molto difficile. Pertanto, dobbiamo avere un quadro esatto della situazione, per poter partire con il sostegno di 20 milioni di euro.
Sotto questo aspetto, il sostegno fondamentale ci è dato dalla stesura di un contratto di lavoro che si protrae ormai da quattro anni e mezzo, come discussione tra le due parti.
Nei giorni scorsi, a Palazzo Chigi, si è tenuto un incontro - di cui vi rendo edotti -, prima con la Federazione degli editori e, in seguito, con la Federazione nazionale della stampa, al quale ha partecipato assieme a me, anzi come primus inter pares, il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi.
Dai dati che ci sono stati portati a conoscenza, dal primo esame sommario, emerge che ci troviamo di fronte ad una situazione difficile e di crisi, riassumibile nel duplice elemento della pubblicità che sta calando e delle vendite che stanno anch'esse diminuendo.
Tutto questo ci pone di fronte ad una situazione di crisi, per cui speriamo - lo


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abbiamo detto con il Ministro Sacconi - che vengano concluse al più presto le trattative per il contratto, in maniera tale da poter partire anche con nuovi strumenti che non siano soltanto quelli classici del prepensionamento.
Effettivamente, del resto, abbiamo a che fare con forti spese. Calcolate che un prepensionamento equivale a circa 60.000 euro l'anno. Quindi, se si applicasse anche soltanto a 500 giornalisti, avremmo già esaurito, superando di altri 10 milioni di euro, quel montante di 20 milioni di euro che abbiamo messo a disposizione.
Anche il Ministro Sacconi era d'accordo su questo punto. Dobbiamo trovare delle forme innovative, come quella, magari, di lavorare di meno. Insomma, dobbiamo cercare di ripartire l'aggravio sulle aziende, sui giornalisti, ossia sui lavoratori, e anche sul Governo, ma cercare di mantenere il più possibile i posti di lavoro, cioè l'occupazione.
Dovremmo agire in questa direzione, in maniera tale che le aziende editoriali possano essere pronte, nel momento in cui - si auspica al più presto e, comunque, entro l'inizio del prossimo anno - dovesse partire la ripresa, a cavalcarla con tutti i loro organici, o comunque con una riduzione inferiore a quella di cui si parla. Questo è il quadro della situazione.
Oggi vi ho portato il regolamento, perché, nel frattempo al Senato, è stato approvato in maniera definitiva nel mille proroghe l'articolo 41-bis sull'editoria che, all'articolo 3, comma 1-ter, recita: «Lo schema del regolamento, di cui al comma 1, è trasmesso alle Camere per l'espressione del parere delle Commissioni competenti».
Vorrei aggiungere altre due notazioni, se lo ritenete opportuno.
Intanto, non intenderei concludere la nostra attività con un regolamento.
Il regolamento ci serve, come detto, per incanalare più correttamente i fondi per l'editoria, dopo che sono stati ridotti, al pari di tutte le altre voci del bilancio governativo, in seguito alle compatibilità finanziarie.
Vi riferisco alcuni dati relativi alla materia in esame. I quotidiani che hanno beneficiato di un contributo diretto, con riferimento all'anno 2007, sono stati 67. I contributi diretti sono ammontati complessivamente - ultimo dato che mi è stato comunicato un'ora fa dal dipartimento per l'editoria - a circa 159 milioni di euro, sempre con riferimento all'anno 2007. La cifra salirà oltre i 180 milioni, perché, giustamente, abbiamo pagato anche gli arretrati, dal momento che dobbiamo tenere il passo con quanto che aveva fatto il precedente Governo.
Conoscete già la cifra per il 2009. Si tratta di 290 milioni di euro o poco più.
Contemporaneamente, in vista di quelli che prevediamo potrebbero essere gli stati generali dell'editoria, abbiamo ritenuto opportuno delineare un discorso che affronteremo in futuro.
In sostanza, vorrei dare al percorso la seguente scansione. Il regolamento parte dopo il vostro parere; va al Consiglio di Stato, dopodiché ritorna indietro al Consiglio dei Ministri e compie il suo iter.
Allo stesso tempo, come Governo, dobbiamo occuparci delle attuali situazioni di crisi dell'editoria, sia quotidiana che periodica.
Da un lato, formuliamo l'auspicio della chiusura del contratto e, contemporaneamente, dell'inizio delle discussioni, assieme al sottoscritto in quanto sottosegretario all'editoria, al Ministero del lavoro per cercare di trovare uno sfogo non negativo alla crisi.
Dopo che avremo incanalato queste discussioni, penso di tornare ancora in Commissione - sia alla Camera, sia al Senato - per aprire un nuovo ciclo di discussione su quelli che dovrebbero essere gli stati generali dell'editoria. Mi riferisco a una sorta di rilancio dell'editoria stessa, non appena sarà reso possibile dalle mutate condizioni economiche.


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Per questo, abbiamo già iniziato ad operare affidando, da un lato, uno studio al direttore del dipartimento per l'informazione e l'editoria, il professor Masi che, avvalendosi di una fonte esterna, sta completando questa analisi.
Vi do un'anticipazione. I dati che emergono da questo studio stimano che, con riferimento a 60 delle 67 testate che hanno beneficiato di un contributo diretto, l'editoria protetta, ossia quella sotto le cure dei contributi, all'interno del settore dell'editoria quotidiana, rappresenti il 14 per cento delle tirature complessive.
Andremo a rivedere meglio questo dato, perché mi sembra leggermente più alto di quanto pensassi. Pensavo, infatti, a una percentuale del 10 per cento, mentre ne emerge una del 14 per cento. Capiremo quale sarà la situazione, anche alla luce del nuovo regolamento.
Vi è poi un 6 per cento delle copie complessivamente vendute, che mi sembra molto corretto, e soltanto un 5 per cento dei ricavi.
Tuttavia, c'è un dato molto importante che sottopongo alla vostra attenzione. Emerge un 16 per cento dell'occupazione, ossia di giornalisti, che è un dato molto elevato, ma sottostimato.
Infatti, secondo le nostre più recenti rilevazioni, tale valore si aggira attorno a un 18 per cento, forse anche 20 per cento. Ciò dimostra, dunque, che il 18-20 per cento dell'occupazione dipende proprio da questi contributi.
Dall'altro lato, assieme a questo primo studio, che andrà ad indagare sull'ammontare complessivo dei contributi diretti, sulle tirature complessive, sulle copie vendute, sui ricavi dell'editoria quotidiana e su tutto il resto, abbiamo avviato anche un secondo studio - farà molto piacere all'onorevole Giulietti, che, mi sembra, avesse fatto richiesta in questo senso - riguardo la lettura.
Si tratta di un'analisi sulla lettura non solo dei quotidiani, ma anche dei libri.
Anche tale analisi è stata affidata alle cure del dipartimento per l'editoria, e in particolare del professor Masi, assieme al professor Marino Livolsi, preside della facoltà di Scienze della comunicazione dell'Università Vita-Salute del San Raffaele; da tale analisi si deduce che in Italia si legge poco. Questo è un dato che conosciamo già, tuttavia, se è vero che si legge poco e che si potrebbe leggere di più, in questo studio si cerca anche di individuare le categorie sulle quali incidere per far leggere di più.
Da questa indagine, risulta che a leggere maggiormente e ad avere una propensione forte alla lettura sono innanzitutto le donne e i giovani. Pertanto, è su di loro che si deve andare ad incidere.
Riteniamo il dato ISTAT abbastanza ballerino, perché indica che la parte di italiani che legge rappresenta il 60,5 per cento della popolazione oltre i sei anni.
Siamo andati a verificare come è stato ottenuto questo dato.
Supponiamo, ad esempio, che i responsabili dell'indagine incontrino per strada l'onorevole Lainati e gli domandino se ha letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi.
Non ci dica la risposta onorevole Lainati, perché la sappiamo.
Al di là delle battute, in realtà, il riferimento a un libro all'anno è chiaramente non dico una bugia, ma una cosa non vera.
Tornando al nostro discorso, molto dipende da ciò che attueremo.
Abbiamo intenzione di indire una campagna di spot su tale argomento, simile alle pubblicità progresso. Consulterò, in particolare, il Ministro Gelmini, perché dovrà essere nelle scuole e nei giovani che verrà instillata tale campagna.
Anche sul mercato occorre puntare su coloro che leggono di più per incidere, poiché essi già mostrano una propensione al consumo della lettura.
Mi sembra di aver esaurito la mia esposizione. Vi ringrazio e resto a disposizione per le vostre domande. Eventualmente, data l'ora, se lo ritenete opportuno, ci potremo rivedere al più presto.


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PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

GIANCARLO MAZZUCA. Plaudo al sottosegretario Bonaiuti, perché, nell'elaborazione dello schema di regolamento, ha tenuto conto di alcune delle considerazioni che avevamo sollevato nell'ambito della Commissione cultura.
Mi sembra che il lavoro di cui ci ha parlato - in seguito leggerò più attentamente lo schema del regolamento - sia un ottimo modo per riuscire a semplificare tutti i procedimenti per quanto riguarda il settore.
Ringrazio il sottosegretario Bonaiuti per aver, altresì, tenuto conto di alcuni nostri rilievi, in particolare per quanto riguarda l'avvio di una campagna-progresso, proprio per stimolare la lettura di libri, ma soprattutto dei giornali. Credo che la RAI possa fare molto in questo senso e ritengo...

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria. Onorevole Mazzuca, bisognerebbe fare una campagna anche sui quotidiani e sui periodici.

GIANCARLO MAZZUCA. Esatto, è molto importante.
Allo stesso modo, è importante - questo è un invito che avevo rivolto, in un precedente intervento - che lei si sia fatto parte attiva, per cercare di accelerare l'iter per l'approvazione del nuovo contratto di lavoro, in un momento di crisi, proprio per avviare un discorso di soluzione per l'intero settore.
Ha anche una certa rilevanza la circostanza che, dopo il via libero del Consiglio, il regolamento possa essere varato in tempi brevi.
Infine, apprezzo gli interventi che il sottosegretario ha anticipato, per quanto riguarda le misure più urgenti per superare la crisi.
In particolare, trovo interessante, ce lo ha riferito poco fa, prevedere non soltanto il solito iter dei prepensionamenti nel settore dell'editoria, ma anche forme alternative, quale l'orario ridotto della settimana, come è stato fatto in Inghilterra (vediamo che cosa è successo al Financial Times).
Per quanto riguarda il settore dei giornali assistiti, ossia quelli che ricevono contributi diretti, ritengo che si debba riflettere sul fatto che, a fronte di un 14 per cento di tirature e soltanto di un 5 per cento di ricavi, ci sia un 16 per cento, o addirittura un 20 per cento, di occupazione. Questo dimostra che questi giornali sono assistiti, ma anche la necessità di trovare in qualche modo delle forme alternative.
L'ultimo rilievo che volevo fare riguarda gli stati generali dell'editoria a cui è stato fatto riferimento. Credo che sia assolutamente importante partire con il varo di uno stato generale, come già anticipato in occasione del precedente incontro.
La mia domanda è la seguente. Quando pensa, signor sottosegretario, di poterli avviare e di poterli veramente attuare?

PAOLA GOISIS. Mi dispiace di essere arrivata in ritardo e di non aver potuto ascoltare tutta la relazione. Tuttavia, leggerò con attenzione il resoconto e la bozza di regolamento.
Mi interessa molto l'affermazione del sottosegretario, secondo la quale tra i maggiori lettori ci sono le donne - questo si sapeva - e i giovani.
In proposito, mi pongo una domanda da insegnante. In queste statistiche, sono compresi anche i libri scolastici o si parla proprio dell'amore per la lettura?

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria. I libri scolastici sono compresi, perché l'ISTAT indica persone oltre i sei anni. Quindi, li inserisce per forza.
Tuttavia, secondo tale prospettiva, i libri scolastici inducono alla lettura anche


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di altri libri. Devo dire che questo lo sperimentai anche su di me quando ero piccolo.

PAOLA GOISIS. Noi sappiamo quanta fatica facciamo per far leggere i nostri ragazzi.
Spesso, a scuola, vengono obbligati. Quindi, non so se tali dati siano l'effetto dell'obbligo o se si tratti proprio di amore per la lettura. A me piacerebbe molto che si trattasse di questa seconda ipotesi. Mi chiedo, anche, se l'introduzione dei testi digitali su internet possa contribuire, invece, a ridurre l'amore per la lettura, se di questo si tratta.
Chiedo quindi che cosa possiamo fare in tal senso.
Ritengo utile la campagna che il sottosegretario ha appena annunciato, ma penso che saranno necessarie altre misure. Del resto, a scuola, i nostri ragazzi hanno sempre il telefonino in mano e usano internet per chattare. Non ho mai visto i ragazzi andare in internet per leggere libri.
Questo è un aspetto che ci preoccupa.
Mi affido dunque al sottosegretario per cercare di introdurre delle misure nuove e per cercare di capire che cos'altro si possa fare.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria. Se preparate dei suggerimenti, li posso seguire. Del resto, voi avete l'esperienza diretta che io non ho.

GIUSEPPE GIULIETTI. Vorrei svolgere alcune rapide considerazioni. Innanzitutto, ho condiviso quanto detto a proposito del contratto e credo che sarebbe opportuno che sia il Governo, sia noi, nelle forme che decideremo nelle prossime ore, facessimo sapere che esiste una richiesta collettiva.
Non parliamo solo di un auspicio. Questo è del tutto evidente, perché quando vogliamo lo facciamo (il mio ragionamento è tutt'altro che polemico).
Credo invece che, sulla base della scelta positiva - che ho condiviso, a prescindere dello schieramento dei gruppi - assunta sugli ammortizzatori sociali, sia importante far sapere che esiste un percorso.
Intendo dire che chi oggi si accinge a definire un contratto deve sapere che esiste una riforma dell'editoria, come ha detto il collega Mazzuca, che ha tempi dati, che è molto più importante del regolamento e che esiste una rete di ammortizzatori sociali che devono essere definiti.
Aggiungo, inoltre, che non possiamo lasciare sempre fuori dalla discussione il tema del lavoro nero e del lavoro precario, perché in alcune realtà si ricevono contributi aggirando le norme.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria. Onorevole Giulietti, vorrei fare solo una precisazione. Se non si mettono d'accordo prima le parti, non si possono fare i regolamenti. Inoltre, senza i regolamenti di attuazione, non si possono dare i 20 milioni di sostegno.

GIUSEPPE GIULIETTI. Sì, mi convince. Sto dicendo un'altra cosa che riguarda le attività ispettive.
Le segnalo un secondo tema e quindi arrivo al regolamento. Pongo solo una questione di metodo.
Se posso, vorrei chiedere al sottosegretario, dal momento che ha la delega in una materia delicata come l'articolo 21 della Costituzione, di tenere gli occhi aperti sulle intercettazioni anche nelle parti già esaminate da questa Commissione. Mi riferisco soprattutto ai tempi di secretazione, dal momento che non possiamo intervenire sugli ammortizzatori, bloccando in pieno l'esercizio del diritto di cronaca, che è questione diversa. Inoltre, sottosegretario, forse è sfuggito a tutti, ma nel disegno di legge sulla sicurezza, per la prima volta, c'è una norma - introdotta peraltro da un parlamentare dell'opposizione, il senatore D'Alia, se non ricordo male - che bisogna controllare bene, perché


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prevede un intervento del Ministero degli interni sulla rete.
L'intervento sulla rete da parte del Ministro degli interni, di qualunque schieramento politico egli sia, deve essere guardato con attenzione, perché può far passare un principio rischiosissimo.
La norma deve essere letta molto bene. Nessuno si è accorto di quanto sto dicendo. State molto attenti, perché la questione è delicata.
Quanto al regolamento, vorrei capire la metodologia che viene seguita.
Intendo dire che ci auguriamo tutti che il regolamento possa essere approvato con il più ampio consenso, ma questo prevede probabilmente che si definisca un documento.
Al riguardo sto preparando una proposta, che successivamente potrà essere delineata in termini regolamentari (commenti). Personalmente, mi occupo di politica; poi vedremo come la si potrà definire, ma pongo una questione diversa.
Quando parliamo delle modalità di rimborso delle Poste, dobbiamo tenere conto di determinate situazioni. Penso, ad esempio, al Piemonte che ha già chiesto di aumentare le tariffe, e ad alcune riviste dell'area diocesana e del volontariato, dove, con l'introduzione dell'incellofanatura, in alcune regioni d'Italia la tariffa è aumentata, mentre in altre questo non è avvenuto. Parlo di questioni che riguardano la vita. Non sono nostre aziende; sono la vita.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria. Rispondo subito su questo?

GIUSEPPE GIULIETTI. Ancora un istante; non ho terminato. Sottosegretario, sto dicendo che all'atto della votazione del regolamento, su questioni come la definizione di cooperativa, credo che sia fondamentale trovare le formule e che ci sia disponibilità ad accogliere alcune segnalazioni ed emendamenti non miei, che non ho nessuna titolarità, ma della Commissione, per completare un lavoro positivo.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria. Per quanto riguarda la cellofanatura, ovviamente le preoccupazioni che mi ha espresso l'onorevole Giulietti mi sono state comunicate anche dai direttori di un notevole numero di settimanali diocesani e del no profit, quindi laici, attraverso telefonate, fax e via dicendo.
Ho chiamato l'amministratore delegato delle Poste italiane, Sarmi, e l'ho pregato di inviarmi una relazione su questo tema. Ne ho parlato anche con il professor Masi, ma con riferimento al settore dell'editoria.
Pensiamo di chiedere alle Poste - non so quanto troveremo orecchie favorevoli, ma insisterò - una moratoria, per poter studiare insieme la questione. Del resto, soprattutto dal Piemonte, arrivano lamentele in questo senso.
È chiaro che dobbiamo procedere in una direzione di semplificazione come quella della cellofanatura, perché ci permette di risparmiare molto. Tuttavia, dobbiamo anche calcolare che ci troviamo di fronte a settimanali diocesani, non tutti aventi grandi strutture, quindi in grado di poter cellofanare bene (magari non sanno come mettere il cartoncino con l'indirizzo e via dicendo).
Purtroppo, la vita è fatta anche di questioni di questo genere molto semplici e quotidiane.
Ho già chiesto all'amministratore Sarmi una relazione in merito, che mi è stata inviata oggi stesso. La studierò. Tuttavia, da quello che ho visto, sono orientato a chiedere una moratoria di qualche mese, proporrei di sei mesi, in merito alla quale vi riferirò la prossima volta che ci incontreremo.

PRESIDENTE. Ritengo che la prossima settimana potremo incontrarci per concludere l'audizione. Intanto, possiamo prendere atto del regolamento che il sottosegretario


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ci ha consegnato. Tuttavia, l'espressione del parere dovrà avvenire in modo formale quando la Presidenza del Consiglio avrà trasmesso il regolamento alla Presidenza della Camera.
Ad ogni modo, abbiamo guadagnato tempo. Infatti, se i gruppi sono d'accordo, potremmo far valere la discussione svolta, in modo che quando arriverà formalmente il regolamento assegnato dalla Presidenza della Camera per l'espressione del parere, lo poteremo dare seduta stante.
Rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

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