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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissioni Riunite
(VIII e X)
1.
Martedì 25 gennaio 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Dal Lago Manuela, Presidente ... 2

Audizione del viceprefetto dottor Stefano Laporta nell'ambito della proposta di nomina a componente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare (Nomina n. 93) (ai sensi dell'articolo 29, comma 8, della legge 23 luglio 2009, n. 99):

Dal Lago Manuela Presidente ... 2 5 7 8
Benamati Gianluca (PD) ... 7
Bratti Alessandro (PD) ... 5
Laporta Stefano, Viceprefetto ... 2 7
Piffari Sergio Michele (IdV) ... 6
Realacci Ermete (PD) ... 5
Vico Ludovico (PD) ... 6
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IR; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

COMMISSIONI RIUNITE
VIII (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI) E X (ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di martedì 25 gennaio 2011


Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA X COMMISSIONE MANUELA DAL LAGO

La seduta comincia alle 14,10.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione del viceprefetto dottor Stefano Laporta nell'ambito della proposta di nomina a componente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare (Nomina n. 93).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 29, comma 8, della legge 23 luglio 2009, n. 99, l'audizione del viceprefetto dottor Stefano Laporta nell'ambito della proposta di nomina a componente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare (Nomina n. 93).
Do la parola al dottor Laporta, con la riserva, per me e per i colleghi, di rivolgere, al termine del suo intervento, eventuali domande o formulare talune osservazioni.

STEFANO LAPORTA, Viceprefetto. Innanzitutto vorrei salutare e ringraziare i presidenti delle Commissioni ambiente e attività produttive della Camera deputati e tutti i deputati presenti per la possibilità di questa audizione, che mi consente di presentare, seppur sinteticamente, la mia esperienza professionale che, sia pur provenendo dai ruoli dell'amministrazione dell'Interno, ha un sottile filo rosso, di circa dieci anni, che la lega ai temi dei controlli ambientali, della gestione delle emergenze e della protezione civile.
Nei primi cinque anni della mia attività professionale, quando ero incardinato presso la prefettura di Pavia, dove ero Capo di gabinetto con l'abilitazione al disaster management - rilasciata dal Dipartimento della protezione civile - mi sono occupato di gestione delle emergenze, dall'alluvione del 1994 fino a 1999, in particolare in quella provincia, curando anche gli aspetti relativi al rischio industriale e tecnologico. In particolare, ho curato i piani di sicurezza per gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 175 del 1988, sulla base delle linee guida emanate dal Dipartimento della protezione civile nel 1994, che ho poi contribuito ad aggiornare nel 1996-97.
A questo proposito, ricordo con particolare interesse il piano di emergenza che abbiamo predisposto per la raffineria AGIP di Sannazzaro de' Burgondi che - come loro sapranno - è la più grande raffineria su terraferma d'Europa e nell'alluvione del 1994 fu particolarmente a rischio, perché interessata dallo straripamento del fiume Ticino. Dunque, l'impatto che del 1996 studiammo fu quello di evitare che l'onda di piena, e quindi l'eventuale tracimazione del fiume, potesse intaccare lo stabilimento industriale. Peraltro, questo è uno dei criteri di sicurezza anche per quanto riguarda gli impianti nucleari, evidenziati nella nuova direttiva, che sarà in corso di recepimento.
Poi mi sono occupato di altre attività, fino a che nel 2005 sono stato nominato vice commissario e soggetto attuatore per


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l'emergenza rifiuti nella regione Lazio, dove ho appena sfiorato il tema di Borgo Sabotino e quindi del deposito.
Occupandomi del tema dei rifiuti, e in particolare dei rifiuti solidi urbani, tengo a sottolineare alcuni aspetti di quella esperienza professionale, che è stata particolarmente interessante. Il primo riguarda l'informazione, la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini. Nel 2006, ho promosso e coordinato la prima Conferenza generale sui rifiuti nella regione Lazio - che si è svolta per oltre tre mesi - che ha permesso che il Piano emergenziale, allora redatto e valido per il biennio successivo, venisse appunto predisposto e redatto anche con la collaborazione e la cooperazione di cittadini e di rappresentanti delle organizzazioni sindacali, professionali e delle associazioni ambientaliste.
L'altro aspetto, legato al mio mandato commissariale, riguarda il fatto che le discariche per rifiuti solidi urbani nella regione Lazio sono tutte state adeguate, ai sensi del decreto legislativo n. 36 del 2003. Quindi, sono tutte discariche a norma.
Infine, nell'esercizio dei poteri commissariali, pur potendomene avvalere, non ho mai fatto ricorso ai poteri straordinari rispetto alla legislazione ambientale, tanto che ho sottoposto rigorosamente tutta l'impiantistica alle procedure in materia di VIA e VAS, laddove previsto (VIA regionale o nazionale, ma più che altro regionale, visto che si trattava di impianti di dimensione regionale), che non sempre hanno avuto - com'era giusto che fosse - esito positivo. Questa esperienza si lega, in qualche modo, alla mia successiva esperienza prima come subcommissario dell'ISPRA e poi (da quattro mesi) come direttore generale dell'istituto e, in questa veste, anche come capo del Dipartimento per il rischio nucleare e tecnologico dell'istituto stesso, ancorché ad interim.
In questa esperienza, nel corso della quale abbiamo fornito supporto al Ministero dell'ambiente, relativamente alle istruttorie per gli impianti soggetti a VIA e VAS nazionale, ho tenuto ad assicurare, dal punto di vista organizzativo, un approccio integrato al tema della valutazione di impatto ambientale, costituendo una task force composta da esperti di vari settori, affinché le istruttorie tecniche - che poi costituiscono la base dei pareri che vengono resi dai commissari, pur nel rispetto delle competenze - venissero sottoposte ad un approccio multidisciplinare e quindi garantissero il totale spettro delle competenze e degli aspetti di carattere ambientale.
Peraltro, l'esperienza come capo del Dipartimento per il rischio nucleare e tecnologico ad interim - dopo il collocamento a riposo del precedente capo del Dipartimento - è stata particolarmente interessante. Infatti, loro sanno che fino a che l'Agenzia per la sicurezza nazionale non vedrà effettivamente la luce, l'ente che ho il piacere di dirigere - in particolare, il Dipartimento che dirigo - è l'Autorità nazionale per la sicurezza nucleare, ai sensi della legislazione vigente. Quindi, stiamo parlando dell'esercizio di funzioni che riguardano tutti gli impianti e le istallazioni dove vengono impiegate o comunque detenute, a qualsiasi titolo, le materie radioattive e sorgenti di radiazioni ionizzanti: dalle centrali nucleari - oggi peraltro, nel nostro Paese, in fase di disattivazione - agli impianti sperimentali, ai reattori di ricerca, alle installazioni dove le sorgenti di radiazioni sono impiegate ai fini industriali, di ricerca o medici, alle attività di trasporto e depositi di rifiuti radioattivi.
In particolare, vorrei brevemente evidenziare alcune attività che, con il Dipartimento, abbiamo realizzato. Questa di oggi è un'occasione non solo per esporre brevemente il mio curriculum, ma anche per poter mostrare, davanti a questo autorevole consesso, le attività che l'istituto porta avanti nel suo complesso e che mi piace ricordare, perché sono il frutto del lavoro di tanti bravi e competenti tecnici e collaboratori.
In campo nucleare, noi esercitiamo controlli sia nella fase di autorizzazione, sia durante la realizzazione e l'esercizio, esaminando i progetti presentati, ovvero le necessarie modifiche per lo svolgimento


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delle attività di trasporto. Esprimiamo il parere tecnico, previsto per legge, in base al quale l'amministrazione procedente - che come loro sanno è il Ministero per lo sviluppo economico - emette l'atto autorizzativo, e autorizziamo direttamente i progetti di dettaglio.
Vorrei citare le attività di questi ultimi mesi, ovvero gli atti che abbiamo emanato come ISPRA per l'autorizzazione alla realizzazione di impianti di condizionamento e rifiuti radioattivi liquidi, da anni presenti negli impianti ITREC di Trisaia, in provincia di Matera, e di Saluggia, in provincia di Vercelli. Inoltre, sono in fase ormai avanzata le istruttorie per l'autorizzazione alla disattivazione delle centrali di Trino e del Garigliano.
Nel caso di trasporti di materiale radioattivo di particolare rilevanza, emettiamo, come Dipartimento per il rischio nucleare e tecnologico, specifici e puntuali atti autorizzativi. Proprio in questi giorni, in virtù anche di un'attività di verifica e valutazione indipendente, abbiamo rilasciato gli atti di nostra competenza, che permettono l'avvio, da parte di SOGIN, delle operazioni di trasferimento del combustibile irraggiato ancora presente nelle istallazioni del Piemonte, verso l'impianto di riprocessamento che, come sapete, si trova in Francia, a La Hague.
Svolgiamo, inoltre, attività di vigilanza per la verifica del rispetto delle prescrizioni degli atti autorizzativi e della normativa vigente, a mezzo di nostri ispettori, che hanno la qualifica di ufficiali di Polizia giudiziaria, ai sensi della normativa vigente.
Assicuriamo il funzionamento delle Commissioni previste per legge per la formulazione di pareri tecnici indipendenti e per il rilascio di attestati e patenti per la conduzione degli impianti.
Svolgiamo anche attività di supporto alle autorità competenti per le emergenze nucleari e per i relativi interventi, in particolare al Dipartimento della Protezione civile, di cui siamo parte integrante, ai sensi della legge istitutiva del Dipartimento e del Sistema nazionale di protezione civile.
Vorrei citare tra gli interventi di questi ultimi mesi, coincidenti con il mio mandato, le attività di supporto che abbiamo svolto a favore degli organi territoriali di governo, in particolare della prefettura di Campobasso, per la bonifica dei locali per il deposito di Castelmauro e anche l'intervento che abbiamo svolto proprio negli ultimi giorni a Genova, per quanto riguarda la presenza di una sorgente radioattiva in un container, nel porto del capoluogo ligure.
Passo a citare brevemente l'attività in campo internazionale, che è stata richiamata dal relatore nella presentazione. Ovviamente, come istituto, assicuriamo l'adempimento degli obblighi che derivano al nostro Paese da convenzioni e da trattati sottoscritti nel campo della sicurezza nucleare e della radioprotezione, nella fattispecie la Convenzione sulla sicurezza nucleare e la Convenzione congiunta per la gestione in sicurezza del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi.
Stiamo completando, per conto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, presso la quale siamo componenti del comitato direttivo, il Rapporto nazionale della convenzione per la sicurezza nazionale. Assicuriamo la rappresentanza nei diversi comitati dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, sia a livello comunitario sia a livello internazionale, in materia di sicurezza e di radioprotezione. Io sono da poco membro dell'ENSREG, ovvero il Comitato direttivo dei soggetti regolatori delle attività nucleari, nei rispettivi Paesi, di cui stiamo organizzando la prima conferenza, che si terrà nel mese di giugno.
Abbiamo promosso e chiuso, in quest'ultimo anno, degli accordi bilaterali di collaborazione internazionale in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione - o li abbiamo aggiornati perché esistevano, ma erano molto datati - in particolare, con tutti i Paesi vicini ai nostri confini e sul cui territorio insistono centrali nucleari. Per esempio, la Francia, con cui abbiamo chiuso gli accordi il 9 aprile del 2010, la Svizzera, con la quale chiuderemo entro il febbraio del 2011 o la


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Slovenia con cui abbiamo chiuso a maggio scorso. Con l'Austria prevediamo di chiudere l'accordo bilaterale per il mese di maggio.
Altresì, abbiamo chiuso o aggiornato accordi bilaterali di cooperazione con Paesi che ce l'avevano chiesto e che hanno competenze significative in questa materia, come gli Stati Uniti, con i quali abbiamo rinnovato, il 30 luglio dell'anno scorso, un accordo che risaliva al 1975. Stiamo sviluppando l'attività volta all'aggiornamento degli accordi in Ucraina e in Spagna.
Resto a disposizione della Commissione per qualunque chiarimento.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

ERMETE REALACCI. Vorrei svolgere solo alcune considerazioni e rivolgere una richiesta di chiarimento al dottor Laporta.
Nell'attuale configurazione dell'Agenzia - mi riferisco ai vertici, perché mi sembra che l'Agenzia sia ancora da costituire e da dotare di mezzi, anche finanziari, adeguati, ovvero siamo ancora abbastanza indietro - sussiste una macroscopica assenza, ovvero una mancanza di competenze in materie legate all'impatto ambientale degli impianti e alla valutazione di impatto ambientale delle varie operazioni connesse al ciclo nucleare, che non sono nella competenza di nessuno di coloro che finora fanno parte del vertice dell'Agenzia. Quindi, la prima questione che pongo al dottor Laporta è se la sua figura, anche per il rapporto che ha avuto e che ha tuttora con l'ISPRA, possa essere in grado di coprire questa mancanza di raccordo.
Le sue competenze le vediamo e lei è una persona sicuramente stimabile, però non ha competenze tecniche dirette in materia. Tuttavia, può essere il rapporto con l'ISPRA - che, come lei ricordava, è attualmente la struttura che si occupa di sicurezza nucleare - a garantire il raccordo, in maniera tale che sappiano di cosa parlano (lo dico in termini semplici).
Passo alla richiesta di chiarimento, chiedendo al dottor Laporta di essere sincero. L'ISPRA è un soggetto di recente costituzione, la sua vita non è stata semplice, non è ancora messo a regime e abbiamo appena nominato un presidente. Ebbene, non c'è il rischio che il suo allontanamento dall'ISPRA induca l'ente «sull'orlo di una crisi di nervi»?
In altre parole, un soggetto che si sta costituendo, che fa difficoltà ad amalgamare le storie precedenti, che ha - come tutti gli enti - difficoltà di finanziamento e di risorse potrebbe essere indebolito dall'allontanamento della figura che, negli ultimi mesi, aveva svolto il compito principale.
Certo, mi rendo conto che dovremmo rivolgere forse queste due domande al ministro, più che a lei. Tuttavia, vorrei capire, è questo il loro senso, quali sono le valutazioni che hanno portato a questa proposta.

ALESSANDRO BRATTI. Riprendo alcune considerazioni svolte dall'onorevole Realacci. Torna oggi una questione che abbiamo ritenuto centrale quando abbiamo fatto la discussione sull'ISPRA e abbiamo denunciato che da parte del Governo, a tutti i costi, e anche nella formazione dell'Agenzia per la sicurezza, si è voluto cercare di tranciare esattamente le competenze dell'ISPRA, definendo quelle da portare in una nuova agenzia.
Tra l'altro, io ho sempre sostenuto che rispetto all'Agenzia per la sicurezza nucleare, proprio sui termini della sicurezza, le competenze dovevano forse essere esclusivamente dell'organo che controlla. Consideravo già incongruente la presenza di soggetti nominati dal Ministero delle attività produttive rispetto alla scelta, fatta a suo tempo, di costituire la DISP-ENEA, quindi la parte specifica che si è occupata di nucleare fino ad oggi, che fu portata proprio in ambito ambientale per cercare di dividere le competenze.
Questa era stata la scelta di allora, poi è stata fatta un'altra scelta e non siamo stati d'accordo. Quindi, si tratta di capire - come giustamente diceva Realacci, sarebbe il caso di chiederlo al ministro -


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come questi due enti possano stare insieme, rispetto ad una questione di questo genere.
La seconda obiezione, che poi è una domanda che le rivolgo, è la seguente. Noi, come Commissione, ci siamo occupati dell'ISPRA tantissime volte. Qui ci sono numerosi colleghi che conoscono la discussione e che hanno ascoltato le visioni abbastanza diverse delle componenti politiche. Noi sostenevamo che avrebbe dovuto essere un organismo con una sua autonomia, data la sua capacità tecnica, e che sicuramente necessitava di una riorganizzazione, perché probabilmente in quell'ente di sprechi ce ne sono tanti. Chiedevamo anche di riformare il sistema delle agenzie ambientali, rivedendo la legge più in generale, dal momento che oggi sono presenti anche una serie di agenzie regionali, le quali - fra l'altro - si occupano in parte anche del nucleare.
Quindi, ci sarebbe da capire come l'Agenzia per la sicurezza nucleare si rapporterà a queste agenzie, un aspetto che nella legislazione attuale non è chiarito fino in fondo. Pareva che il ministro avesse puntato a rilanciare l'ente, scegliendo un presidente con conoscenze tecniche adeguate e un direttore che aveva fatto il subcommissario e che pertanto conosceva già l'ente. Occorrerebbe capire le ragioni di questa scelta, perché al di là del fatto che si indebolisca o meno un altro ente, è un po' curioso che si faccia un progetto di rilancio di un ente (l'ISPRA) e poi lo si decapiti immediatamente di una delle figure dirigenziali, per collocarla invece in un altro ente (l'Agenzia), sicuramente importante, ma che riguarda un altro progetto.

LUDOVICO VICO. Dottor Laporta, mi permetterò di fare solo una considerazione, a fronte dell'apprezzamento dei miei colleghi circa il suo ruolo alla direzione dell'ISPRA.
Per le funzioni professionali fin qui svolte e per l'incarico cui è chiamato, vorrei chiederle cosa pensa della SOGIN, dal momento che si tratta di una s.p.a. con un unico azionista e con una funzione che non è assolutamente secondaria per l'Agenzia.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Anch'io, come Italia dei Valori, voglio evidenziare una questione che non è di poco conto, dal momento che con la nomina del dottor Laporta arriviamo di fatto a completare l'istituzione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare.
Tuttavia, questa è la testa, ma tutte le azioni di controllo, garanzia e verifica naturalmente avvengono per mezzo di una struttura di persone qualificate, che sono assolutamente indispensabili e necessarie.
Penso di interpretare la volontà del ministro dicendo che, quando ha voluto riorganizzare e ristrutturare l'ISPRA, immaginava un progetto che non era in funzione di ciò che sarebbe successo all'interno dell'Agenzia per la sicurezza nucleare.
Al di là della situazione, ancora oggi non risolta, dei lavoratori considerati «precari», siamo di fronte a un problema che non è di numeri, e quindi di lavoratori o di garanzia dei compensi, ma che riguarda persone altamente qualificate e specializzate, che oltre a essere costate per la loro fatica a loro stessi sono costate sicuramente all'amministrazione pubblica, per qualificarli e quindi portare a termine il loro compito dentro l'ISPRA. Oggi, dopo un anno e mezzo di penitenze, quando finalmente si era ridisegnata la testa dell'Istituto, siamo di fronte ad un trasferimento, dopo pochi mesi - mi pare da ottobre - di una dirigenza importante, come il dottor Laporta, in un'altra struttura (l'Agenzia). Quindi, mettiamo di nuovo in difficoltà l'ISPRA, che non ha riferimenti, sebbene ci sia il ministro. Tuttavia, conoscendo le difficoltà del ministro a frequentare le aule parlamentari, possiamo immaginare che la sua difficoltà sia ancor maggiore a seguire tutte queste strutture sul territorio.
Dobbiamo, dunque, tener conto di ciò che abbiamo e di quanto è costato, in termini di risorse impiegate negli anni per strutturare tutte queste persone qualificate, oppure ci preoccupiamo solo dei


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cinque componenti del vertice dell'Agenzia per la sicurezza nucleare? Come se non si riuscisse a trovare persone altamente qualificate, forse non solo nel settore della dirigenza pubblica o nella specializzazione «legale». Probabilmente, sarebbe stato meglio puntare su uno specialista in ambito nucleare, industriale, della sicurezza e dei traffici internazionali.
Tuttavia, in questo momento ci sta a cuore sicuramente la tribolazione che ISPRA vivrà ancora nel futuro. Se il ministro ha una soluzione pronta, invece, ce la venga a riferire in Commissione, perché sicuramente ci tranquillizzerebbe di più.

PRESIDENTE. Alcune domande sono rivolte a un ministro che non è presente. Il dottor Laporta non può certamente rispondere sulle scelte del ministero, dal momento che è stato solo proposto per la nomina.

GIANLUCA BENAMATI. C'è un dato che ci colpisce, ovvero la proposta di nomina del direttore generale, appena insediato, di un importante ente in via di ristrutturazione, l'ISPRA, a componente di un consiglio di amministrazione dell'Autorità per la sicurezza nucleare. Questo è senza dubbio un elemento di riflessione, che però deve essere svolto correttamente nel confronto con il ministro, non con il dottor Laporta.
A lei, dottor Laporta, chiederei semplicemente alcuni chiarimenti. Nell'eventualità che lei fosse nominato, vorrei sapere quali potrebbero essere i problemi conseguenti nell'ambito delle funzioni che sta svolgendo all'interno dell'ISPRA. In altre parole, vorrei sapere come lei vede un eventuale passaggio e riorganizzazione del sistema e quali sono, secondo lei, i corretti rapporti che dovrebbero intercorrere tra l'Agenzia e l'ISPRA stessa in materia di nucleare.

PRESIDENTE. Do la parola al dottor Laporta per la replica.

STEFANO LAPORTA, Viceprefetto. Intanto, vorrei ringraziare tutti i parlamentari per le domande. A una buona parte di esse, tuttavia, pur cogliendo un apprezzamento anche implicito rispetto alla funzione che ho svolto in questi mesi, non posso essere io a dare una risposta.
Posso dire che questa designazione ha sorpreso me per primo. Questo è sicuro. Tuttavia, è accaduto e quindi sono qui. Rispetto al mio ruolo nell'Agenzia, io non sono - com'è stato evidenziato - un ingegnere nucleare o un tecnico esperto in materia nucleare, dal punto di vista dei profili ingegneristici e industriali. Tuttavia, ho svolto un'esperienza professionale che intendo portare nell'Agenzia, anche rispetto alle competenze di ISPRA - in questo modo posso eventualmente anche rispondere alle ultime domande - in tema di controlli ambientali e quindi sulle procedure di valutazione di impatto ambientale o di VAS, laddove previste (nel caso di impianti nuovi lo saranno) per la creazione di nuove strutture, ovvero per il controllo di quelle già esistenti. Questa è stata una caratteristica della mia azione, nei vari incarichi che ho avuto in questi anni e che ho cercato di delineare anche nel corso di questa audizione.
Per quanto riguarda SOGIN, quest'ultima è una Spa con un compito preciso, individuato dalla normativa. Il rapporto con l'Agenzia sarà ovviamente improntato al rispetto dei compiti reciproci. L'Agenzia ha compiti e funzioni che devono garantire, in un assetto complessivo, indipendenza e imparzialità. Il rapporto con SOGIN lo vedo improntato a queste caratteristiche, né più né meno di quello che la normativa prevede.
Per quanto riguarda il tema dello sviluppo futuro di ISPRA, io non posso prevedere quale potrà essere la situazione futura, anche perché la designazione del direttore generale è di competenza del consiglio d'amministrazione su proposta del presidente, quindi non so esattamente cosa accadrà dopo.
Mi rifaccio semplicemente all'idea di ISPRA e alla relazione che abbiamo presentato col presidente De Bernardinis durante l'audizione presso le Commissioni


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ambiente di Camera e Senato, che si è svolta a seguito della nostra nomina nel mese di novembre.
Per quanto riguarda i rapporti tra Agenzia per la sicurezza nucleare, ISPRA e il sistema agenziale è evidente che quelli tra l'Agenzia ed ISPRA saranno stretti, dal momento che ISPRA non solo compone il 50 per cento - almeno sulla carta - dell'Agenzia, ma anche perché si prevede un trasferimento pressoché totale in seno all'Agenzia per la sicurezza nucleare delle competenze che attualmente svolgiamo come Dipartimento per il rischio nucleare e tecnologico.
C'è ancora, dal mio punto di vista, un margine di incertezza normativa, rispetto ai controlli sulla radioattività e sulla radioprotezione ambientale, che dovrà essere evidentemente chiarito in sede di normativa o rispetto alla quale le funzioni residue di ISPRA potranno garantire un supporto all'Agenzia per la sicurezza nucleare.
Il rapporto col sistema agenziale nel suo complesso sarà, secondo noi, molto proficuo. Già come Dipartimento per il rischio nucleare e tecnologico noi ci avvaliamo delle agenzie regionali, non solo nell'ambito del sistema e del Consiglio federale, che io, come subcommissario prima e poi come direttore generale, ho cercato di riorganizzare. Nello specifico, cito un esempio per tutti, ovvero la rete dei referenti per quanto riguarda il coordinamento dei controlli in tema di rischio industriale. Addirittura, nel 2011 stiamo predisponendo, congiuntamente con i rappresentanti del sistema agenziale, le linee guida per gli ispettori in stabilimenti a rischio di incidente rilevante.
Inoltre, insieme al sistema agenziale e al Ministero dell'ambiente stiamo completando il registro nazionale degli incidenti industriali, che sarà consultabile in via informatica, mentre adesso lo è solo in via cartacea e non è del tutto completo. Su questa strada, penso che possa proseguire la collaborazione con l'Agenzia.

PRESIDENTE. Ringraziamo il dottor Laporta per la sua presenza e disponibilità. Quanto prima proseguiremo per chiudere l'iter della sua proposta di nomina.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,35.

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