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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissioni Riunite (VIII e X)
3.
Giovedì 22 novembre 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Dal Lago Manuela, Presidente ... 3

Audizione del Ministro per lo sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, Corrado Passera, sulla Strategia energetica nazionale (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Dal Lago Manuela, Presidente ... 3
Alessandri Angelo, Presidente ... 8
Passera Corrado, Ministro dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti ... 3
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli Sovrani d'Europa: Misto-ASud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

COMMISSIONI RIUNITE
VIII (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI) E X (ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di giovedì 22 novembre 2012


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA X COMMISSIONE MANUELA DAL LAGO

La seduta comincia alle 13,35.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, Corrado Passera, sulla Strategia energetica nazionale.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, Corrado Passera, sulla Strategia energetica nazionale.
Do la parola al Ministro per lo svolgimento della sua relazione.

CORRADO PASSERA, Ministro dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio innanzitutto le Commissioni Ambiente ed Attività produttive della Camera dei deputati per l'attenzione che hanno voluto porre al processo di elaborazione del documento relativo alla Strategia energetica nazionale (SEN); si tratta di un buon lavoro che ha tenuto conto anche del continuo confronto con le Commissioni competenti per materia.
Come sapete il Consiglio dei ministri, lo scorso 16 ottobre, ha esaminato in via preliminare il documento che è oggetto attualmente di una consultazione pubblica, procedimento che si concluderà probabilmente entro la fine dell'anno. Ritengo quindi estremamente utili il confronto sui contenuti che svolgeremo in questa sede e i suggerimenti che vorrete proporci.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA VIII COMMISSIONE ANGELO ALESSANDRI

CORRADO PASSERA, Ministro dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti. Oggi vorrei descrivere e confrontarmi con voi sugli obiettivi, le scelte di fondo e gli strumenti fondamentali della Strategia proposta.
La modernizzazione del settore energia rappresenta un elemento cardine dell'agenda per la crescita del Governo; per questo motivo, abbiamo scelto di formulare una proposta di Strategia energetica nazionale (SEN) e di avviare un ampio dibattito pubblico.
In particolare, le strutture del Ministero hanno invitato a un contributo formale e a un incontro oltre 80 realtà, tra istituzioni, parti sociali e associazioni di categoria, di cui circa 50 sono già state ascoltate; inoltre, è stata predisposta una piattaforma on line di consultazione - accessibile a chiunque - alla quale sono già pervenuti circa 250 contributi. Lo scopo di tale consultazione è quello di giungere alla definizione di obiettivi, scelte di fondo e azioni prioritarie quanto più possibile condivise nell'interesse generale del Paese.
Le azioni proposte dalla SEN puntano a far sì che l'energia non rappresenti più,


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per il nostro Paese, un fattore strutturale di svantaggio competitivo e di appesantimento del bilancio familiare, tracciando un percorso che consenta di mantenere e migliorare i nostri già elevati standard ambientali e di sicurezza grazie a investimenti consistenti attesi nel settore.
La realizzazione della strategia consentirà un'evoluzione graduale ma significativa del sistema e il superamento degli obiettivi europei (tema che tengo particolarmente a sottolineare) con il raggiungimento di una serie di risultati attesi al 2020.
I suddetti risultati includono innanzitutto l'allineamento ai livelli europei dei prezzi all'ingrosso per tutte le fonti energetiche, elettriche, gas e carburanti, dove già si registrano importanti segnali; la riduzione di circa 14 miliardi di euro l'anno di fattura energetica (ovviamente verso l'estero), rispetto ai 62 miliardi attuali, con la riduzione dall'84 al 67 per cento della dipendenza dall'estero grazie a efficienza energetica, aumento della produzione delle rinnovabili, minore importazione di elettricità e maggiore produzione di risorse nazionali (solo per ragioni di tempo, mi asterrò dall'illustrare le tavole allegate al documento che vi abbiamo consegnato).
Inoltre, da qui al 2020, sono attesi 180 miliardi di euro di investimenti, sia nella green e white economy (rinnovabili ed efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche, gas, rigassificatori, stoccaggio e sviluppo idrocarburi). Si tratta di investimenti privati - in parte supportati da incentivi - per i quali si prevede un ritorno economico positivo per il Paese.
Puntiamo a una riduzione del 19 per cento circa delle emissioni di gas serra, superando gli obiettivi europei per l'Italia, pari al 18 per cento di riduzione, rispetto alle emissioni del 2005. Intendiamo ottenere una riduzione del 20 per cento dell'incidenza dell'energia rinnovabile sui consumi finali lordi, rispetto al 10 per cento circa del 2010, per far sì che le rinnovabili diventino la prima fonte del settore elettrico (al pari o poco più del gas), rappresentando circa il 36-38 per cento dei consumi. Miriamo, infine, a una riduzione del 24 per cento circa dei consumi privati rispetto all'andamento inerziale del 2020 - cioè il -4 per cento rispetto al 2010 - superando gli obiettivi europei del -20 per cento, principalmente grazie alle azioni di efficienza energetica.
I suddetti risultati saranno accompagnati da benefici il cui impatto complessivo è di difficile quantificazione, in termini di crescita economica e occupazione, per effetto del recupero di competitività nei settori a più elevata incidenza di consumi elettrici e di gas, del risparmio di risorse attualmente utilizzate per l'importazione di combustibili, degli importanti investimenti nel settore energetico e dell'indotto e del rilancio nella ricerca e nell'innovazione.
Per il raggiungimento di tali risultati, la Strategia si articola in sette priorità, con specifiche misure concrete a supporto: la promozione dell'efficienza energetica; la promozione di un mercato del gas competitivo; lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili; lo sviluppo dell'infrastruttura del mercato elettrico; la ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti; lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi e la modernizzazione del sistema di governance del settore.
Le priorità assegnate all'efficienza energetica, alle fonti rinnovabili e all'uso sostenibile di combustibili fossili richiedono la ricerca e lo sviluppo di tecnologie d'avanguardia. L'efficienza energetica rappresenta la massima priorità della nuova strategia energetica; pertanto, al centro delle politiche vi è il lancio di un grande programma che consenta il superamento degli obiettivi europei al 2020 e il perseguimento di una leadership industriale.
In particolare, ci proponiamo di risparmiare ulteriori 20 milioni di tonnellate equivalenti di energia primaria, con un risparmio pari al 25 per cento circa rispetto allo scenario di riferimento europeo e, di conseguenza, superando l'obiettivo del 20 per cento.
Gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico mireranno a razionalizzare e rinforzare strumenti


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dedicati a ciascun segmento e, in particolare, al rafforzamento di standard minimi e normative (innanzitutto edilizia e trasporti); l'estensione nel tempo delle detrazioni fiscali, in particolare per le ristrutturazioni civili; l'introduzione di incentivazione diretta per gli interventi della pubblica amministrazione; il rafforzamento degli obiettivi e dei meccanismi dei certificati bianchi, prevalentemente dedicati ai settori industriale e dei servizi.
Oltre agli strumenti sopra citati, saranno determinanti alcuni fattori abilitanti, quali il rafforzamento del modello ESCO (Energy service company), l'azione di controllo e di enforcement delle misure, le azioni di comunicazione e sensibilizzazione nonché il supporto alla ricerca e all'innovazione.
Infine, il recupero e la valorizzazione dei rifiuti rappresentano un'occasione significativa per lo sviluppo sostenibile. Con riguardo allo smaltimento dei residui in discarica, il riciclo e - quando questo non fosse possibile - la termovalorizzazione ne rappresentano l'obiettivo primario.
L'insieme delle misure descritte viene stimato in circa 15 miliardi di euro di supporto pubblico accumulato al 2020, in grado di stimolare tra 50 e 60 miliardi di euro di investimenti complessivi, con importanti ricadute su un settore industriale in cui si vuole puntare alla leadership internazionale e a un impatto di circa 8 miliardi di euro l'anno di risparmio di combustibile importato.
Il secondo capitolo concerne il mercato del gas, nel quale si intende raggiungere anche l'obiettivo di diventare hub sudeuropeo. Lo sviluppo di un mercato competitivo ed efficiente del gas e l'opportunità di diventare il principale hub sud europeo rappresentano elementi chiave per consentire al Paese di recuperare competitività e migliorare il suo profilo di sicurezza. In tale area, gli obiettivi principali sono la riduzione del differenziale di prezzo con i mercati nordeuropei e l'incremento del margine di sicurezza del sistema in situazioni di emergenza.
Per raggiungere i suddetti scopi, il quadro normativo regolatorio infrastrutturale nazionale dovrà evolvere in maniera significativa. In particolare, gli interventi proposti dalla SEN includono i seguenti punti: la promozione del pieno utilizzo dell'esistente capacità di trasporto dall'Europa; la promozione della cooperazione tra Stati membri; la realizzazione delle infrastrutture strategiche di importazione (soprattutto per il gas liquido) e di stoccaggio, con garanzia di copertura dei costi di investimento a carico del sistema per assicurare sufficiente capacità di import e di stoccaggio.
Si prevede, inoltre, il supporto alla realizzazione di altre infrastrutture di importazione e stoccaggio non considerate strategiche, senza garanzia dei ricavi e contributi finanziari di natura pubblica. In particolare, ci stiamo impegnando sul gasdotto chiamato «TAP» (Trans Adriatic Pipeline), il quale, attraverso la Puglia, dovrebbe raggiungere tutta l'Italia e l'Europa.
Infine, tra gli interventi previsti dalla SEN, rientrano la promozione della disponibilità di capacità di controflusso virtuale e fisica; la definizione del regolamento per il mercato a termine; la revisione della modalità di allocazione e accesso alla capacità di stoccaggio; la separazione proprietaria di Snam - ormai prossima al completamento - e la promozione dell'effettuazione delle gare per la concessione del servizio di distribuzione del gas.
Tra le tavole incluse nel documento che ho presentato, vorrei solo invitarvi a guardare quella proposta a pagina 25, la quale illustra come il differenziale di prezzo a scapito dell'Italia, che aveva superato il 20 per cento, si sia ridotto mese dopo mese; oggi siamo al 4 per cento, quindi le azioni intraprese hanno già portato ad una prima serie di risultati tangibili.
Il terzo capitolo riguarda le energie rinnovabili, di cui abbiamo già avuto modo di parlare, che rappresentano un elemento centrale della strategia energetica. In questo ambito, le scelte di fondo sono il superamento dei target di produzione rinnovabile europea al 2020 con un più equilibrato bilanciamento tra le diverse fonti; la sostenibilità economica dello sviluppo del settore, con un allineamento dei costi di incentivazione ai livelli europei; la


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preferenza per le tecnologie con maggiori ricadute sulla filiera economica nazionale e, in termini di obiettivi quantitativi, il raggiungimento del 20 per cento dei consumi finali lordi al 2020 (com'è noto, l'obiettivo europeo era pari al 17 per cento).
In termini di interventi concreti previsti per il settore elettrico - che ha già quasi raggiunto gli obiettivi fissati per il 2020 - si propone di continuare a sostenere lo sviluppo contenendo gli oneri per il sistema e incrementando la capacità di governo dei volumi e del mix. In tale ambito, il Governo ha recentemente varato due decreti ministeriali con cui ha allocato ulteriori 3,5 miliardi di euro per incentivi, avvicinando i valori unitari ai livelli europei e spostando il mix verso tecnologie a maggiore ricaduta sulla filiera economica del Paese.
Nel medio-lungo periodo si prevede la graduale riduzione degli incentivi e la completa integrazione con il mercato elettrico e con la rete; il raggiungimento della grid parity non implica l'abbandono delle politiche di sostegno ma il riorientamento verso strumenti non onerosi per i consumatori elettrici.
Per il settore termico, la strategia di sviluppo si basa, per gli interventi di piccola taglia, sull'introduzione di un conto termico - che abbiamo già presentato ed è attualmente all'esame delle regioni - con un onere atteso a regime per il sistema di circa 900 milioni di euro l'anno per gli interventi di maggiore dimensione sul meccanismo di supporto dei certificati bianchi.
Per quanto riguarda il settore dei trasporti, lo sviluppo dei biocarburanti è oggetto di ampia discussione a livello internazionale, dati i dubbi sulla sostenibilità dei biocarburanti tradizionali. Per questo motivo, la direttiva europea sarà rivista nel 2014; la scelta di fondo è quella di una transizione verso la seconda e la terza generazione.
Il quarto capitolo riguarda lo sviluppo delle infrastrutture e del mercato elettrico. Il mercato elettrico italiano sta attraversando una fase di profonda trasformazione e, in questo settore, la Strategia punta a tre obiettivi principali: allineare i prezzi e i costi dell'elettricità ai valori europei; assicurare la piena integrazione del mercato europeo; mantenere e sviluppare un mercato libero e pienamente integrato con la produzione da fonti rinnovabili.
Per eliminare il differenziale di costo, si provvederà allo sviluppo della rete elettrica per ridurre le congestioni e i colli di bottiglia, al contenimento delle inefficienze e delle distorsioni di mercato e a una revisione delle agevolazioni a specifici segmenti di clientela. Per cogliere le opportunità derivanti dall'integrazione europea, si provvederà alla definizione dei codici di rete europei e della governance del mercato, all'armonizzazione delle procedure operative e all'incremento della capacità di interconnessione transfrontaliera.
Ci aspettiamo che l'integrazione con il mercato unico possa rappresentare un'opportunità importante per il parco di generazione italiano, al fine di poter esportare energia e servizi di dispacciamento verso i mercati europei. Naturalmente, i temi dell'esportazione o della minore importazione sono di grande importanza.
Per integrare al meglio la crescente capacità di generazione distribuita rinnovabile, sarà necessario affrontare sia le problematiche dovute all'eccesso di produzione sia quelle di sicurezza. In particolare, la potenziale sovrapproduzione sarà gestita in maniera preventiva con effetto sui nuovi impianti, identificando le aree critiche, limitando la potenza incentivabile e adottando specifiche prescrizioni; nel breve termine si procederà a una razionalizzazione di distacchi di importazione di produzione; nel medio periodo saranno rafforzate le linee di trasporto e distribuzione tra le diverse aree; nel lungo periodo si rinforzerà lo sviluppo di sistemi di controllo evoluti della distribuzione (le cosiddette «smart grid») e la capacità di accumulo.
Per quanto riguarda la garanzia dell'adeguatezza e sicurezza del servizio, nell'attuale contesto di sovraccapacità l'operatore di rete sarà in grado di assicurare


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la continuità con gli esistenti meccanismi di remunerazione dei servizi. Nel medio e lungo periodo, si potrebbe rendere opportuno un meccanismo di remunerazione della capacità ben calibrato e stabile per assicurare i margini di riserva necessari.
Il quinto capitolo concerne la ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti. Si tratta di settori, di grande rilevanza per il Paese, che attraversano un periodo di forti cambiamenti e difficoltà. In queste aree, la SEN si propone di accompagnare il settore della raffinazione verso una ristrutturazione e un ammodernamento progressivi e di contenere i prezzi dei prodotti petroliferi migliorandone la qualità del servizio della distribuzione.
Per quanto riguarda il settore della raffinazione, i provvedimenti includono il riconoscimento della strategicità delle raffinerie e dei depositi maggiori; la promozione di un piano di ristrutturazione verso prodotti di migliore qualità; l'introduzione di una green label in ambito comunitario; la costituzione dell'organismo centrale di stoccaggio e la realizzazione di una piattaforma di scambio della logistica.
Per quanto riguarda il settore della distribuzione carburanti, si prevede di incrementare il livello di liberalizzazione del settore, razionalizzare la rete carburanti e la contrattualistica e istituire un mercato all'ingrosso dei carburanti.
Il sesto capitolo concerne lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi. L'Italia è altamente dipendente dall'importazione di combustibili fossili - con una bilancia commerciale energetica negativa di ben 62 miliardi di euro - ma, allo stesso tempo, ha a disposizione significative riserve di gas e di petrolio. In questo contesto è doveroso far leva anche su tali risorse, dati i benefici che ne derivano, anche in termini occupazionali e di crescita economica; d'altra parte, poiché ci si rende conto del potenziale impatto ambientale legato alle attività estrattive, è fondamentale la massima attenzione per prevenire potenziali ricadute negative in tal senso. Il Governo non intende perseguire lo sviluppo di progetti in aree sensibili, in mare o in terraferma.
In termini di obiettivi, per il 2020 ci proponiamo di sviluppare l'attuale produzione tornando ai livelli degli anni Novanta; questo ci consentirà di mobilitare investimenti per circa 15 miliardi, 25 mila nuovi posti di lavoro e un risparmio sulla fattura energetica di circa 5 miliardi di euro l'anno. Per il raggiungimento di tali obiettivi sono stati necessari sia provvedimenti di tipo normativo sia iniziative di supporto al settore; in particolare, gli interventi normativi puntano a rafforzare le misure di sicurezza delle operazioni di cui parliamo, adeguare gli iter autorizzativi agli standard europei e sviluppare le ricadute economico-occupazionali sui territori interessati.
Fermi restando i limiti di tutela off-shore definiti dal codice ambientale, dobbiamo sviluppare la produzione, in particolare di gas naturale, conservando margini di sicurezza uguali o superiori a quelli degli altri Paesi dell'Unione europea.
Il settimo e ultimo capitolo riguarda la modernizzazione del sistema di governance del settore. Per realizzare la Strategia energetica nazionale, sarà indispensabile rafforzare e coordinare la partecipazione italiana alla cosiddetta «fase ascendente» dei processi decisionali internazionali, migliorare e semplificare il coordinamento a livello nazionale e migliorare il coordinamento dell'azione tra Stato, regioni ed enti locali. In particolare, per quanto riguarda le attività di formazione della legislazione europea, occorrerà rinforzare la partecipazione delle amministrazioni all'elaborazione delle norme, la consultazione con gli stakeholder e il coordinamento con i rappresentanti presso l'Europarlamento.
Per quanto riguarda il livello nazionale, occorrerà rinforzare la consultazione e la condivisione preventiva su obiettivi e strumenti, riducendo quelle delle norme secondarie.
Per quanto riguarda il rapporto tra Stato, regioni ed enti locali, si ritiene importante una modifica della Costituzione al fine di riportare in capo allo Stato


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le competenze in materia di energia per quanto riguarda le infrastrutture di rilevanza nazionale, rafforzare il convincimento dei territori con l'istituto del dibattito pubblico e introdurre forme di coordinamento preventivo con le regioni.
L'ultimo punto verte su ricerca e sviluppo nel settore dell'energia. L'Italia possiede rilevanti punte di eccellenza internazionale in ambiti specifici della ricerca nel settore dell'energia; d'altra parte, l'analisi degli indicatori aggregati di input (gli investimenti) e di output (produzione scientifica e brevettuale) mostra una situazione nazionale in sofferenza. Le scelte di fondo che guideranno le decisioni in termini di ricerca e sviluppo puntano a conferire l'interesse prioritario - anche tenuto conto dei programmi europei - alla ricerca sulle tecnologie rinnovabili innovative, come quelle in ambito solare a concentrazione e dei biocarburanti di seconda generazione; alla ricerca sulle reti intelligenti e sui sistemi di accumulo; alla ricerca su materiali e soluzioni di efficienza energetica e allo sviluppo di alcuni progetti sui metodi di cattura e confinamento della CO2.
In termini di risorse a disposizione, sarà importante supportare le attività di ricerca e sviluppo promosse da soggetti privati e pubblici rafforzando l'entità delle risorse ad accesso competitivo destinate al partenariato tra università e centri di ricerca.
Dal punto di vista dell'organizzazione dell'intervento pubblico, sarà necessario superare l'attuale segmentazione delle iniziative affidate a vari enti e ministeri.
Come ho anticipato, riteniamo che la fase di consultazione attualmente in corso rappresenti un importante momento di confronto tra tutti i soggetti coinvolti per definire un percorso condiviso in grado di incidere su una delle leve strategiche per la crescita del nostro Paese. Il percorso immaginato prevede che, una volta conclusa la consultazione, le osservazioni pervenute vengano recepite nel documento in modo da poter presentare un documento ufficiale entro la fine dell'anno.
Ciò premesso, sono ovviamente a vostra disposizione. Ho illustrato il documento nella sua forma più sintetica, ma in esso sono contenute relazioni a vario livello oltre alla relazione vera e propria. Si include, inoltre, una documentazione di dettaglio e confronto con gli altri Paesi. Ogni obiettivo presenta una serie di strategie definite, per ciascuna delle quali è indicata una serie di azioni per la realizzazione degli obiettivi e le fasi di realizzazione per ognuno di questi ultimi.
Ci è sembrato utile svolgere tale lavoro perché da anni l'Italia non aveva un piano di riferimento a cui tutti potessero collaborare e partecipare. È giunto il momento di completare tale lavoro nei tempi che ci siamo dati, cioè entro la fine di quest'anno; pertanto, vi chiedo il massimo della critica e dei suggerimenti.

PRESIDENTE. Ringraziamo il Ministro Passera. Essendo imminenti le votazioni in Assemblea, non possiamo proseguire con gli interventi dei colleghi. Arriveranno sicuramente suggerimenti e critiche, che verranno espressi sia per iscritto, secondo quanto abbiamo convenuto, ovvero oralmente nel corso della prossima seduta.
Rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.

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