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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione I
09.
Mercoledì 16 giugno 2010
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Santelli Jole, Presidente ... 2

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE AUTORITÀ AMMINISTRATIVE INDIPENDENTI

Audizione del presidente della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità della pubblica amministrazione, dottor Antonio Martone:

Santelli Jole, Presidente ... 2 6
Bruno Donato, Presidente ... 7 8
Lanzillotta Linda (Misto-ApI) ... 6
Martone Antonio, Presidente della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità della pubblica amministrazione ... 2 7
Zaccaria Roberto (PD) ... 7
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano: Misto-Noi Sud LA-PLI.

COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 16 giugno 2010


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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE JOLE SANTELLI

La seduta comincia alle 15,25.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del presidente della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità della pubblica amministrazione, dottor Antonio Martone.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle Autorità amministrative indipendenti, l'audizione del presidente della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità della pubblica amministrazione, dottor Antonio Martone.
Do la parola al Presidente Martone per lo svolgimento della relazione.

ANTONIO MARTONE, Presidente della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità della pubblica amministrazione. Rivolgo un ringraziamento alla Commissione per aver accolto la nostra richiesta di essere ascoltati in occasione della presente indagine conoscitiva.
Subito dopo il nostro insediamento, siamo stati ricevuti dai Presidenti del Senato e della Camera che hanno indicato, nelle rispettive Commissioni che hanno competenza in materia di affari costituzionali, gli interlocutori della nostra Commissione.
Inoltre, la Commissione affari costituzionali della Camera ha dato un contributo rilevante in occasione dell'approvazione della legge 4 marzo 2009, n. 15 e per il parere sul decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.
La nostra nomina era condizionata dal parere favorevole di questa Commissione. L'incontro odierno, dunque, è forse la prima occasione che ho per formulare il mio ringraziamento.
Voglio sottolineare il momento che stiamo attraversando. Una volta emanato il decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, in ordine alla manovra economica che andava a colpire - sia pure in parte - le disposizioni del decreto legislativo n. 150, ci siamo chiesti se la Commissione potesse operare. Dopo aver svolto una riflessione, neanche troppo lunga, abbiamo ritenuto che il decreto - legge, in certa misura, accrescesse i compiti della Commissione.
Svolgo una semplice considerazione a tale proposito. Il decreto legislativo n. 150 e la legge n. 15 intendevano far adottare alle pubbliche amministrazioni dei sistemi di carattere organizzativo tipici del settore privato. Questa è la ratio di tutta la riforma delle pubbliche amministrazioni che comincia nel 1992, attraverso varie fasi.
Nel settore privato, si ricorre al piano della performance, alla valutazione in presenza di una situazione di contenimento


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delle disponibilità, di crisi dell'impresa. Questo è un punto di carattere fondamentale.
Del resto, l'articolo 1 del decreto-legge n. 78 prevede il taglio orizzontale, che è oggetto di molte critiche - non sta a me svolgere considerazioni sul punto -, ma anche che ogni singola amministrazione possa procedere a redistribuire. Il taglio orizzontale all'interno del singolo Ministero non deve necessariamente colpire tutti in misura uguale.
Tuttavia, se non si dispone di elementi di valutazione, di indici sicuri, come si può provvedere effettivamente, se non attraverso scelte forse non sempre condivisibili?
Posta questa premessa, evidenzio che sono consapevole del fatto che per il momento - dato che la contrattazione collettiva è sospesa per tre anni -, in relazione all'aspetto premiante dei singoli, la funzione della Commissione viene meno. Tuttavia, questa potrebbe essere l'occasione per sperimentare sistemi di valutazione dell'operato, non solo relativamente alle strutture - quello è il punto fondamentale -, ma anche ai singoli dipendenti, indipendentemente da un collegamento diretto con il trattamento retributivo.
Temevo molto che sarebbe bastato un ricorso al giudice, ai sensi dell'articolo 700 del codice di procedura civile, in caso dell'applicazione della regola e del diverso trattamento sul piano retributivo, perché si creasse un effetto paralizzante per l'imprenditore.
Qual è la risposta che può essere data alle organizzazioni sindacali? Intanto, la valutazione può portare a trattamenti economici diversi, quindi a premiare il merito effettivamente, al di là delle affermazioni di principio che tutti fanno, quando si riescono a trovare dei criteri obiettivi. Pertanto, la sperimentazione dei criteri obiettivi, proprio in questo periodo in cui non c'è contrattazione collettiva, per la valutazione potrebbe consentire di perseguire risultati più validi.
L'indagine conoscitiva mira ad accertare se sia possibile e opportuno arrivare a una regolamentazione delle autorità amministrative indipendenti unitaria, o comunque a un coordinamento delle diverse normative. Abbiamo affrontato anche questo problema, perché, dopo esserci insediati, il 22 dicembre, ci siamo posti il problema di accertare la nostra natura.
Ci siamo chiesti, in primo luogo, se attualmente esista un concetto di autorità amministrativa indipendente in quanto tale. Personalmente, credo che la risposta sia affermativa.
Dottrina e giurisprudenza hanno affermato che l'elemento si deve trarre dall'espressa previsione, da parte del legislatore, di agire in posizione di autonomia e indipendenza, da determinati criteri di nomina che mirano a garantire tale indipendenza (ai criteri di nomina vanno collegati anche i requisiti previsti dalla legge e l'accertamento effettivo degli stessi), probabilmente anche per quanto riguarda il criterio della nomina del presidente.
È necessario inoltre che le funzioni si riportino a tutela di diritti o di situazioni previste dalla Carta Costituzionale e, al tempo stesso, che il Governo e le forze politiche non abbiano un potere di direttiva nei confronti delle Commissioni. Questi sono i quattro criteri in base ai quali si può costruire la natura di un'autorità amministrativa indipendente.
Un altro presidente di Autorità indipendente ha affermato, in audizione, di ritenere che invece il limite dovesse essere individuato nell'esistenza di una previsione di norme comunitarie. Quello può essere un indizio, ma non si può affermare che solo le autorità amministrative previste da norme comunitarie possano essere considerate tali.
Mi permetto soltanto di dire che tra i nostri compiti c'è quello della trasparenza, in funzione di anticorruzione e di garanzia dell'integrità dell'amministrazione. Questo costituisce un preciso obbligo che ci deriva da una delibera dell'assemblea generale dell'ONU, dalla convenzione di Merida e dalla legge di ratifica, la legge 3 agosto 2009, n. 116. Tale norma deve essere garantita attraverso la creazione di un organismo indipendente. Questa è l'indicazione


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dell'assemblea dell'ONU, della convenzione e della legge che la ha recepita.
Svolgo un'altra considerazione. Una volta chiamati ad operare (dirò poi come), abbiamo avvertito la necessità di avere dei contatti fondamentali con altre tre autorità amministrative indipendenti, per elaborare il piano della trasparenza, che deve riguardare sia l'operato delle amministrazioni, che la posizione dei singoli. Il problema del trattamento retributivo, dei curricula e via dicendo è ormai di moda sui giornali.
Per quanto riguarda la posizione dei singoli, è chiaro che la trasparenza, il diritto dei cittadini a conoscere deve essere contemperato con il diritto della tutela della privacy. Pertanto, da un lato, abbiamo le competenze del garante dei dati personali con il quale, dall'altro lato, stiamo cercando di trovare un accordo per far sì che la trasparenza, il rispetto, l'applicazione del principio di cui al decreto legislativo n. 150 non leda irragionevolmente il diritto alla privacy.
Si pone poi un'ulteriore questione che riguarda l'attività. Badate bene che il decreto legislativo n. 150 fa espressamente riferimento al fatto che la trasparenza è un principio riservato, in base all'articolo 118 della Costituzione, esclusivamente alla legislazione statale.
Avevamo dunque un problema di coordinamento con l'autorità che controlla i contratti della pubblica amministrazione. Del resto, uno dei punti fondamentali, per i quali è necessaria una trasparenza in chiave di anticorruzione o di integrità dell'amministrazione, è la trasparenza delle procedure contrattuali per quanto riguarda gli appalti. Si individua così un ulteriore problema, se volete, di coordinamento.
Da ultimo, ieri, nella relazione svolta nella sala della Lupa, il presidente dell'Autorità garante per la concorrenza e il mercato, Antonio Catricalà, ha affermato che l'autorità non si occupa soltanto di concorrenza, ma anche di tutela dei consumatori.
Se leggiamo il decreto legislativo n. 150, notiamo che ci viene attribuito un compito forse troppo difficile, ossia quello di determinare i livelli essenziali, qualitativi, di tutti i servizi pubblici, quale che sia l'organo che li eroga - questo è l'articolo 28 -, tant'è vero che la norma prevede che anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, che può adottare i decreti per stabilire i livelli essenziali dei servizi pubblici, debba farlo su proposta della Commissione.
Naturalmente, se collegate il problema della determinazione degli standard qualitativi ed economici dei servizi pubblici con quello che sta accadendo nel nostro Paese, e con ciò che avverrà tendenzialmente in futuro, vi rendete conto che probabilmente ci è stato attribuito un compito che va al di là delle nostre forze.
Quanto ai criteri di nomina - non dico questo perché noi siamo stati nominati con quella procedura e ovviamente parlo dopo aver discusso con gli altri quattro colleghi della Commissione -, siamo convinti che una procedura che dia rilevanza, come momento determinante, a un parere favorevole, a livello parlamentare, preso a maggioranza qualificata, a maggioranza dei due terzi, sia quella che dà maggiori garanzie, specie in un momento in cui il nostro sistema si è avviato e ha già realizzato il bipolarismo.
In altre epoche poteva valere anche il criterio della nomina da parte dei Presidenti della Camera e del Senato, perché erano espressioni di diverse situazioni e di diversi momenti. Oggi, il criterio che a noi sembra fondamentale è quello che ho indicato.
Peraltro, tale criterio serve a interrompere in parte il collegamento - se volete - con il momento politico. Se l'autorità amministrativa deve essere indipendente, è necessario che, al di là dalle provenienze e dalle storie personali, non ci sia questo collegamento diretto e ci sia questa convergenza.
La stessa finalità viene realizzata con durate tali che svincolano la durata delle Commissioni, delle autorità, da quella delle legislature, in modo da svincolarle dal contingente politico.


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Vengo ad un ultimo criterio relativo alla nomina. Questo meccanismo potrebbe essere integrato dal fatto che - d'altra parte anche il presidente dell'Autorità per l'energia si è espressa in questo senso in audizione, stando a quanto ho letto nel resoconto - ai fini della formulazione del parere condizionante, favorevole con maggioranza di due terzi, ci sia prima un'audizione effettiva, anche con un profilo di trasparenza.
Personalmente, sono molto lieto di essere in questa sede oggi, ma avrei gradito che mi aveste interrogato prima, per capire se potevo effettivamente svolgere la qualità di componente, non di presidente. Infatti, un altro aspetto importante dell'indipendenza, che non è presente in tutte le autorità, è che il presidente deve essere eletto, se volete un'autorità indipendente, dai componenti della Commissione.
Per quanto mi riguarda, ho avuto la fortuna - forse perché ero il più anziano - di essere eletto dai componenti della Commissione, la quale deve essere un organo collegiale. Pertanto, se si è eletti dai colleghi, questi possono a un certo punto manifestare la propria sfiducia. Se invece la nomina viene, dall'alto, si incide su quella funzione.
Delle funzioni svolte ho già parlato. L'attività della valutazione è estremamente importante. Dovremmo dare direttive e coordinare la valutazione delle strutture e dei singoli.
Abbiamo un problema particolarmente delicato, ossia quello della trasparenza. Sento parlare tutti i giorni e in tutte le sedi di tale argomento. L'attuazione di quel principio non è per nulla facile e, al tempo stesso, mette la Commissione, che dovrebbe vigilare sull'effettivo rispetto degli obblighi di trasparenza, in una posizione non agevole.
Vi dico la verità. Sono grato di essere stato nominato, ho avuto qualche perplessità e poi ho accettato con entusiasmo, ma per me è stata una sorta di scommessa. Sapete che cosa significa andare a dire alle nostre amministrazioni, nello stato in cui si trovano, che dovranno essere sottoposte a valutazione, che i singoli saranno sottoposti a valutazione? Occorre far cambiare mentalità, quindi non prevedere più aumenti o trattamenti economici uguali, è necessario prevedere che ci sia la trasparenza sull'operato delle amministrazioni, che venga posta in essere un'attività volta alla prevenzione della corruzione.
Per oltre 44 anni sono stato un magistrato, è la prima volta che esco fuori ruolo. Come ho detto, questa è una scommessa che ho fatto. Tuttavia, quando osservo i dati e sento dire che la corruzione è aumentata del 60 per cento, perché da 35 denunce si è passati a 200, so che questo non vuol dire nulla. Non è quello il dato rilevante. Il momento è quello della prevenzione in senso proprio. Uno degli strumenti fondamentali a tale scopo è sicuramente la trasparenza, la quale realizza un altro principio costituzionale. Infatti, solo attraverso il controllo sociale, l'informativa diventerà più importante in sede di federalismo fiscale, dove il contatto sarà più diretto.
Solo una conoscenza e una trasparenza di questo tipo possono consentire il controllo sociale che al tempo stesso è una forma di partecipazione, uno dei principi ispiratori del nostro ordinamento.
In parole povere, nel settore privato, se qualcosa non funziona l'amministratore delegato ne risponderà al consiglio d'amministrazione e all'assemblea dei soci. Nel settore pubblico, i soci sono i cittadini che devono essere informati. Questa la chiave, la vera ratio della trasparenza in quanto tale. Sollecitare questa forma di controllo può portare a quelle conseguenze.
Infine, ho visto che nel corso delle audizioni si è parlato del problema del finanziamento. Non dirò nulla a questo proposito. Tengo a dire soltanto che, forse perché l'operato di questa Commissione turbava molto un assetto amministrativo, abbiamo aspettato per quattro mesi - ci siamo insediati il 22 dicembre e anche la data dell'insediamento è stata rimessa al componente più anziano e non al potere politico del Governo - un decreto che doveva stabilire le linee generali per poter stilare il Regolamento di organizzazione.


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Tra poco saranno passati sei mesi dal nostro insediamento e non è ancora stato stabilito - ho l'obbligo di dirlo, per quanto riguarda i colleghi - il compenso dei componenti della Commissione. Ho detto pubblicamente che tale aspetto non mi interessa particolarmente. Mi preoccupa invece il fatto che dobbiamo svolgere un compito difficile, in posizione di autonomia e indipendenza, ma ho imparato che a volte l'indipendenza non viene limitata da dati formali, ma da problemi di carattere contingente.

PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

LINDA LANZILLOTTA. Ringrazio il presidente Martone, anche per il suo ottimismo. Non deve convincere questa Commissione, o almeno non deve convincere noi, della virtù dei meccanismi della valutazione e dei principi della trasparenza. Tuttavia, mi permetto di dissentire da alcune opinioni da lui espresse.
Come ha da ultimo sottolineato il presidente Martone, al di là dei dati formali, credo che sia difficilmente riscontrabile la configurazione della Commissione come una vera e propria autorità indipendente, oltre al rilievo costituzionale del valore degli interessi o dei diritti tutelati. Penso che la sua collocazione all'interno dell'organizzazione del Governo e soprattutto la modalità concreta della sua operatività dimostrino, di fatto, che non ci siano le condizioni dell'indipendenza. Del resto, se un organismo deve aspettare alcuni mesi per vedere approvate dal Governo le linee guida e il Regolamento di organizzazione e dopo alcuni mesi deve aspettare dal Governo l'approvazione del decreto con i compensi dei componenti, mi sembra che oggettivamente non ci siano le condizioni dell'autonomia e dell'indipendenza.
A questo punto, si tratta di capire se le funzioni che la legge assegnava a questo organismo richiedano tale configurazione o se invece si tratta di un organismo servente l'esercizio di alcune funzioni del Governo, o del sistema delle amministrazioni pubbliche, e nel qual caso si può anche accettare una configurazione diversa della Commissione.
Peraltro, in qualche misura devo anche dissentire dal suo ottimismo, quanto al fatto che la manovra non incide sulla sostanza della legge n. 15 e del decreto n. 150.
Il presidente sa bene che sul sito della Commissione, per alcuni giorni, è comparsa una sorta di autosospensione dalle funzioni, visto che la prima bozza del decreto sulla manovra prevedeva la sospensione della Commissione. Ciò è derivato dal fatto che la manovra, stabilendo la cristallizzazione delle retribuzioni pubbliche, prevedeva il congelamento del meccanismo della differenziazione retributiva legata ai risultati e alla parte variabile. Vi sarebbe stato uno scambio, che ritengo perverso, tra Governo e sindacati i quali avrebbero accettato il congelamento delle retribuzioni, in cambio della sospensione proprio di questa parte della retribuzione legata al merito, la cui attribuzione ha come presupposto l'attivazione e l'esercizio di tutte le competenze della Commissione.
Personalmente mi riservo, in sede di discussione della manovra - non so con quanto successo, spero che lo faccia il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione - di proporre una modifica. Vorrei che si stabilisse che a parità di salario, fermi i saldi, rimanga intatta la componente variabile della retribuzione, perché solo così la manovra può avere un carattere strutturale e incidere sull'efficienza e sulla produttività, oltre che su limiti di carattere finanziario.
Per concludere, ringrazio molto il presidente Martone per la sua illustrazione e penso che in un'altra occasione sarà interessante avere un resoconto più ampio di come la Commissione si è preparata a svolgere le proprie funzioni a regime. Tuttavia, ritengo che oggi come oggi, oltre alla configurazione, allo status, con le osservazioni che svolgeva, la sua missione sia seriamente pregiudicata. Credo dunque che dovrà essere fatta una valutazione nel prosieguo dell'iter della manovra e anche nella sua concreta attuazione.


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ROBERTO ZACCARIA. Ci dovremmo porre il problema della ragion d'essere delle autorità indipendenti, se dopo la nostra indagine conoscitiva emergerà, come mi auguro, un'ipotesi di legge quadro. Ormai siamo consapevoli del fatto che non possiamo predisporre una legge uniforme, ma sappiamo anche che dobbiamo circoscrivere il fenomeno delle autorità amministrative indipendenti.
La vostra autorità è neonata, l'abbiamo vista nascere in questa Commissione. Da questo punto di vista, è quindi chiaro che ha meno background di quello che possono avere altre autorità. Lei, presidente, ha dato significativamente alcune indicazioni. Un qualche fondamento nella Costituzione, o nell'Europa, si dovrà trovare, però in questo non c'è una sorta di dato di partenza.
Quanto al discorso della indipendenza, è vero che il problema si pone ed è vero anche quanto lei ha affermato con riferimento al meccanismo di nomina e alla maggioranza qualificata che deve accompagnare la nomina da parte delle Commissioni dei componenti delle autorità indipendenti, che è un elemento di indipendenza strutturale. Tuttavia, il problema dell'indipendenza di cui ha testé parlato la collega Lanzillotta risiede anche nelle condizioni economiche di operatività.
Le altre autorità contrastano sulla questione relativa al finanziamento proveniente dal mercato o dallo Stato. In questo caso, paradossalmente, rischia di non esserci né l'uno né l'altro. Quindi, bisognerà capire questo aspetto. Altrimenti, con tutta la buona volontà soggettiva delle persone, quando un'autorità non può disporre di una struttura adeguata, quando non ci sono condizioni minime di operatività, l'indipendenza viene meno nei fatti.
Le vorrei porre una sola domanda che riguarda un problema di coordinamento. Nell'ambito della Civit, è istituita la sezione per l'integrità e la trasparenza delle amministrazioni, alle quali sono assegnate, con delibera della Commissione, personale, esperti di professionalità elevata. Questa struttura ha la finalità di favorire la diffusione della legalità e della trasparenza nelle amministrazioni pubbliche. Contemporaneamente, come lei sa benissimo, un disegno di legge che è al Senato in questo momento, l'atto S. 2156, presentato dal Governo, prevede l'istituzione di un osservatorio sulla corruzione e altri illeciti contro la pubblica amministrazione, istituito questa volta presso il dipartimento della funzione pubblica, con il compito di curare l'analisi aggiornata dei fenomeni corruttivi e riferirne, con cadenza annuale, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione che, a sua volta, ne informerà il Governo.
Da un confronto superficiale di queste due strutture, una presso la vostra Commissione e una presso il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, si ha la sensazione che ci sia una certa sovrapposizione. Tale aspetto rafforza quel tipo di preoccupazioni che hanno accompagnato la nascita di questo organismo. Intendo dire che posto che la vostra è un'autorità indipendente e che svolge determinate funzioni, se il Governo o il Ministero svolgono operazioni simili, non solo non si ha un'ottimizzazione delle risorse, ma si corre anche il rischio effettivo di un problema di coordinamento. Le chiedo dunque quale sia la sua valutazione sulla possibile armonizzazione tra questi due soggetti.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DONATO BRUNO

PRESIDENTE. Do la parola al presidente Martone per la replica.

ANTONIO MARTONE, Presidente della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità della pubblica amministrazione. Onorevole Lanzillotta, il mio è l'ottimismo della volontà e anche della dignità, se vuole la mia risposta sincera su questo punto.
Quanto alla sospensione, questa riguardava il titolo II e III del decreto legislativo n. 150, riguardava tutto. Quella norma, per fortuna, non è nel decreto legge. Avevamo sospeso la riunione degli organismi


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indipendenti di valutazione, perché in quel momento, anche questi organismi dovevano sapere se dovevano dare applicazione al II e al III titolo del decreto legislativo.
Cambiando argomento, come ho detto, figuriamoci se non posso conoscere l'importanza degli strumenti materiali ai fini dell'esercizio indipendente di una funzione. Questa è la prima regola di cui ci si rende conto quando si svolge una certa attività. Dico soltanto che non deve prevalere una scelta di questo tipo.
Stiamo assistendo a un momento particolare per quanto riguarda la nostra amministrazione. Si tratta di capire come deve essere strutturata tutta l'amministrazione. È stato richiamato il disegno di legge sulla corruzione, ma ci sono anche i provvedimenti che vengono adottati per l'attuazione della legge sulla finanza. L'argomento sarebbe troppo lungo da trattare. Ho predisposto anche una relazione scritta, che lascerò agli atti della Commissione, ma discutere di questo aspetto sarebbe estremamente interessante.
Sul problema delle nomine ho già detto l'importanza che, a mio sommesso avviso, ha lo svincolare da ogni problema, attraverso l'intervento veramente condizionante. Aggiungo solo un'altra idea, che potrebbe essere estremamente utile. Se invece di avere le nomine contemporanee di tutti i componenti, si riuscisse a sfalsare il periodo, si avrebbe la soluzione ottimale, si prescinderebbe del tutto dal condizionamento politico attuale e sarebbe estremamente importante.
Chiudo la mia replica parlando dell'anticorruzione. Considero la trasparenza a fini di integrità come rilevante, soprattutto nella fase della prevenzione della corruzione. La vicenda della corruzione è stata singolare. Fu istituito un commissario, soppresso dopo due anni, e successivamente è stata attribuita a un ufficio presso la funzione pubblica. Tale norma - vi è stato anche un rilievo particolare da parte degli organismi dell'ONU - non rispetta la delibera dell'assemblea dell'ONU e neanche l'accordo, perché si deve trattare di un organismo indipendente, al di fuori dell'amministrazione pubblica. So qual è stato l'iter che ha portato al disegno di legge attualmente all'esame del Senato. Mi permetto di dire soltanto che una cosa è l'osservatorio su quello che succede, ex post, in materia di corruzione; altra cosa è un'effettiva trasparenza, difficile da realizzare - l'ho già ripetuto più volte - che può valere in sede di prevenzione.
Se si vuole veramente limitare - non dico altro, a me non piace il termine combattere - la corruzione, la trasparenza è lo strumento preventivo principale. Si tratta di essere messi in grado di far rispettare quest'obbligo. Il compito non è facile. Le situazioni contingenti dovrebbero indurre al pessimismo. Perdonate dunque l'ottimismo della volontà e, ve lo ripeto, della dignità.

PRESIDENTE. Nel ringraziare il nostro ospite per la disponibilità manifestata, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,50.

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