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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione I
20.
Mercoledì 4 maggio 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Bruno Donato, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE AUTORITÀ AMMINISTRATIVE INDIPENDENTI

Audizione dei rappresentanti dell'ANCI, dell'UPI e di Legautonomie:

Bruno Donato, Presidente ... 3 6
Rosati Antonio, Rappresentante di Legautonomie ... 4
Santarsiero Vito, Rappresentante dell'ANCI ... 3
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IR; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 4 maggio 2011


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DONATO BRUNO

La seduta comincia alle 15,25.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione dei rappresentanti dell'ANCI, dell'UPI e di Legautonomie.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle Autorità amministrative indipendenti, l'audizione dei rappresentanti dell'ANCI, dell'UPI e di Legautonomie.
Informo che l'UPI ha comunicato di non poter partecipare all'audizione e di essere rappresentata dall'ANCI; ha inoltre inviato un documento elaborato in modo unitario con l'ANCI, che è in distribuzione.
Ricordo che all'audizione era stata invitata la Conferenza delle regioni e delle province autonome. Il dottor Alessandrini, responsabile per i rapporti con il Parlamento della Conferenza medesima, ha comunicato che la sua associazione non potrà partecipare all'audizione poiché è ancora in corso l'attività istruttoria utile alla predisposizione di una posizione delle regioni da rappresentare alla Commissione.
Ringrazio ancora i rappresentanti dell'ANCI e della Lega delle autonomie locali e do loro la parola, ad iniziare da Vito Santarsiero, sindaco di Potenza e rappresentante dell'ANCI.

VITO SANTARSIERO, Rappresentante dell'ANCI. Ringrazio per l'opportunità che ci viene offerta. Stiamo parlando di un soggetto, l'autorità indipendente, il cui compito può essere importante e significativo nel nuovo ruolo che rivendicano gli enti locali nel nostro Paese ai sensi del nuovo Titolo V della parte seconda della Costituzione e in vista dell'attuazione del federalismo, nonché in considerazione del nuovo ruolo che viene riconosciuto alle città, alle aree urbane, alle stesse province dall'Europa nell'ambito delle politiche di coesione e dei processi di sviluppo locale.
Cogliamo questa audizione come un'occasione importante per sviluppare una riflessione ampia sul sistema delle autorità indipendenti e per sottolineare alcuni aspetti. Ad esempio, è l'occasione per sottolineare come la funzione delle autorità indipendenti debba essere soprattutto di regolazione, di vigilanza, di coordinamento, di garanzia, per evitare che ci sia confusione rispetto alla missione, una missione che sappiamo essere stata voluta soprattutto dall'Europa, con una serie di norme indirizzate agli Stati membri. Quindi, si tratta di chiarire quali sono le funzioni e - consentitemi di esplicitarlo - chiarire che non possono essere funzioni di gestione, ma, come ho detto, di regolazione, vigilanza, coordinamento e garanzia.
Dopodiché, si tratta di cogliere l'occasione per una razionalizzazione di queste autorità. Noi citiamo - nel documento congiunto ANCI-UPI consegnato alla Presidenza - il caso della diffusione delle informazioni nel settore pubblico dove operano contemporaneamente diverse autorità:


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l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l'Autorità garante per la protezione dei dati personali, la Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche (CiVIT), la Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi, la Commissione per la garanzia dell'informazione statistica e DigitPA. Ci troviamo, quindi, di fronte a sovrapposizioni che finiscono con l'annullare quelle funzioni fondamentali a cui sono chiamate le stesse autorità.
Questa audizione rappresenta dunque un'opportunità per chiarire le funzioni, per razionalizzare il sistema delle autorità indipendenti ma anche un'occasione per intervenire nel sistema dei servizi pubblici locali. A fronte dell'azione che attualmente svolgono le autorità, noi riteniamo che, nell'ottica di una vera liberalizzazione del mercato, il ruolo di regolazione e controllo delle autorità indipendenti debba essere rafforzato rispetto all'attuale funzione di tipo consultivo.
In ultimo - come è chiarito più ampiamente nel documento scritto - facendo riferimento al nuovo Titolo V della parte seconda della Costituzione e, in particolar modo, al nuovo articolo 114, in questo modello orizzontale che noi (soprattutto noi rappresentanti dell'ANCI) spesso richiamiamo, dove c'è una sostanziale pari dignità fra comuni, province, regioni e Stato, queste autorità devono essere considerate «autorità della Repubblica». In quest'ottica riteniamo che sia opportuno lavorare per costruire una Commissione bicamerale allargata al sistema delle autonomie per lo svolgimento di riflessioni, valutazioni, considerazioni, analisi e indirizzi e comunque ripensare alla nomina dei componenti delle autorità indipendenti. Parlo, dunque, di una Commissione nella quale anche la nostra voce, considerato questo ruolo determinante per la nostra azione, possa essere sviluppata dal sistema delle autonomie.
Ci auguriamo che la Commissione possa condividere queste nostre valutazioni, ma soprattutto che ci siano sempre più occasioni di essere consultati in futuro per contribuire a un percorso che ha come obiettivo un migliore ruolo delle autorità indipendenti.

ANTONIO ROSATI, Rappresentante di Legautonomie. Sono Antonio Rosati, assessore al bilancio della provincia di Roma. Ringrazio il presidente Bruno e la Commissione, annunciando che anche noi abbiamo preparato un documento che consegniamo alla presidenza.
Cercherò di fare una sintesi delle nostre riflessioni, che per molti versi sono in sintonia con quanto detto dall'ANCI e dall'UPI. Mi scuso di un inevitabile schematismo, finalizzato a un utilizzo ottimale del tempo a disposizione.
Innanzitutto, premetto che stiamo parlando di un tema estremamente sensibile. Siamo nel cuore di una democrazia economica di un Paese moderno, dove le autorità indipendenti, i loro criteri di nomina, la loro regolazione, il loro funzionamento formano un tutt'uno con il grande quadro nel gioco del famoso triangolo virtuoso di Hirschman tra mercato, utenti, cittadini e imprese. Stiamo parlando, dunque, di materie davvero molto delicate.
Da questo punto di vista, vorremmo sottolineare una certa difformità di comportamento riguardo alle singole autorità. Certamente bisognerebbe fare il punto anche sull'esigenza di un riordino, e non ultimo - aspetto sul quale mi soffermerò - sulla auspicabile autorità per i servizi idrici. È necessario distinguere tra autorità che si misurano con un mercato e quindi con sistemi in concessione o autorità che regolano la concorrenza, e autorità che regolano un monopolio naturale come quello dell'acqua.
L'elemento più delicato che vorremmo rimarcare è il carattere di indipendenza di queste autorità. Per non essere astratti, indipendenza significa sostanzialmente l'etica dei comportamenti, ossia l'autorevolezza, la qualità - e, appunto, l'indipendenza comprovata - di coloro che verranno chiamati a far parte dei collegi di queste stesse autorità.


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Questo è il punto dirimente di una grande democrazia matura come noi vogliamo essere. Sono le persone in carne ed ossa, con la loro storia e i loro curricula, che fanno di questa indipendenza qualcosa di concreto.
Il tema meriterebbe un approfondimento attento e auspichiamo che anche la Commissione e il Parlamento su questo punto si soffermino, poiché si tratta del punto dirimente.
Non a caso, anche per evitare una sorta di «carriera» - passateci il termine - all'interno delle autorità, auspichiamo che non vi siano riproposizioni e candidature di componenti magari provenienti da altre autorità, pratica del tutto ignota negli altri Paesi europei e occidentali.
Inoltre, si potrebbe favorire una nomina scadenzata, ossia non far coincidere la nomina del collegio nello stesso momento, ma differenziarla nel tempo, proprio al fine di articolare e rafforzare i criteri di autonomia.
Il secondo punto che a noi sembra rilevante riguarda le risorse delle autorità, perché l'indipendenza, come ci insegnate, è un tutt'uno con l'autonomia finanziaria di questi organismi così delicati. Oggi abbiamo un quadro differenziato, come è noto alla Commissione. Noi riteniamo - ma naturalmente la discussione è aperta - che sarebbe auspicabile una uniformità, quindi si dovrebbero evitare laddove sussistono elementi sanzionatori verso il mercato, perché questo comunque è un elemento di influenza, e si dovrebbe ritornare nell'ambito di un finanziamento dello Stato e considerare le autorità - come è stato anche ricordato prima dall'ANCI - organismi in qualche modo costituzionali.
In questo senso, secondo noi sarebbe auspicabile riportare il controllo della vita stessa delle autorità, come detto anche dalla Corte di cassazione in maniera autorevole, nella sfera della Corte dei conti, per i controlli contabili e di prassi amministrativa.
Di fronte a un quadro molto disomogeneo, la discussione che opportunamente questa Commissione ha aperto può essere l'occasione di un grande riordino e di una grande semplificazione. Questi, a mio avviso, sono i princìpi ispiratori.
Cito due ultime questioni. In primo luogo, il rapporto con il sistema delle autonomie è un punto delicato e, nell'ambito della riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione, e nell'ampia discussione che ci sta portando verso un federalismo responsabile - come lo definiamo noi - è da tenere assolutamente in considerazione.
Infine, cogliamo l'occasione per rimarcare la necessità, indipendentemente dai quesiti referendari e dall'esito degli stessi, di un indispensabile strumento di regolazione per il servizio idrico integrato. Non è qui il caso di sottolineare la delicatezza della materia.
Ad oggi il regolamento di attuazione della cosiddetta «legge Ronchi», indipendentemente dal giudizio referendario, lascia ai collegi dei revisori - questo aspetto ci ha molto colpito - dei singoli comuni la possibilità di agire come strumento regolatore dei contratti di servizio così complessi di un grande processo industriale. Credo che questa sia una svista clamorosa, perché probabilmente solo chi non è stato in un consiglio comunale può pensare che un processo di questo tipo sia possibile. Pensiamo alle grandi aree metropolitane, ai grandi bacini, pensiamo all'insieme di asimmetrie informative che si possono avere tra l'azienda che gestisce un processo idrico complesso, compresa la depurazione, e un collegio dei revisori di un comune che dovrebbe in qualche modo verificare l'andamento, la qualità e la rispondenza di un contratto di servizio.
A questo proposito, emerge come assolutamente opportuna l'esigenza di istituire un'autorità nazionale per la regolazione e la misurazione della qualità del ciclo integrato delle acque, della quale - lo ripeto, indipendentemente dall'esito dei quesiti referendari e anche dal raggiungimento o meno del quorum - avvertiamo fortemente il bisogno. Tutti sappiamo che questo settore avrà una grande evoluzione, che noi come Lega delle Autonomie auspichiamo industriale, magari pubblica,


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ma industriale. Indipendentemente da questo, sentiamo l'esigenza di questa autorità, a supporto di grandi comunità e delle autonomie locali. Infatti, siccome avremo bisogno di opportune economie di scala, è chiaro che in Italia non avremo molte concessioni, quindi tanti piccoli e medi comuni o province potrebbero non essere in grado di avere gli strumenti conoscitivi di un processo così complesso come quello del ciclo idrico.

PRESIDENTE. Grazie. Non essendovi deputati che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni, ringrazio gli auditi e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,40.

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