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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione IV
14.
Mercoledì 28 novembre 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Garofani Francesco Saverio, Presidente ... 3

Audizione del Presidente del Consiglio superiore delle Forze armate, generale di squadra aerea Tiziano Tosi, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 5569 Governo, approvato dal Senato, e abb. recante «Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia» (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Garofani Francesco Saverio, Presidente ... 3 6 11
Tosi Tiziano, Presidente del Consiglio superiore delle Forze armate ... 3 9
Di Stanislao Augusto (IdV) ... 8
Speciale Roberto (PdL) ... 7
Villecco Calipari Rosa Maria (PD) ... 6
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Intesa Popolare): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli Sovrani d'Europa: Misto-ASud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL; Misto-Diritti e Libertà: Misto-DL.

COMMISSIONE IV
DIFESA

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 28 novembre 2012


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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO SAVERIO GAROFANI

La seduta comincia alle 14,05.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Presidente del Consiglio superiore delle Forze armate, generale di squadra aerea Tiziano Tosi, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 5569 Governo, approvato dal Senato, e abb. recante «Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia».

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del presidente del Consiglio superiore delle Forze armate, generale di squadra aerea Tiziano Tosi, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 5569 approvato dal Senato, recante delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia e dell'abbinata proposta C. 4740 Reguzzoni.
Prima di dare la parola al generale Tosi, ringrazio per la partecipazione ai nostri lavori il generale di brigata, Aldo Piccotti, capo della segreteria permanente del Consiglio superiore delle Forze armate e il maggiore Massimo Cionfrini, addetto alla segreteria particolare del Comando di squadra aerea.
Do, dunque, la parola al generale Tosi per lo svolgimento della relazione.

TIZIANO TOSI, Presidente del Consiglio superiore delle Forze armate. Signor presidente, onorevoli deputati, a nome mio personale e di tutti i membri del Consiglio superiore delle Forze armate, ringrazio per l'opportunità che ci è stata data di far giungere in Commissione anche la nostra voce.
A seguito della previsione di questa mia audizione come presidente, il signor Ministro della difesa ha autorizzato la convocazione in riunione del Consiglio, avvenuta lo scorso 23 novembre. Nella straordinarietà della situazione - il Consiglio, infatti, è un organo interno al dicastero e in seno al medesimo esaurisce, di norma, le proprie funzioni - e nella consapevolezza, quindi, di non dovere né poter esprimere un parere formale, abbiamo convenuto che in sede di audizione mi sarei fatto portavoce di alcune osservazioni e valutazioni collegiali.
L'inusualità procedurale, tra l'altro, ben si raccorda con alcuni elementi di eccezionalità che non attengono a questa convocazione, ma alla natura stessa del provvedimento e al suo stadio avanzato nell'iter di approvazione. In particolare, mi riferisco ai pronunciamenti del Capo dello Stato e del Presidente del Consiglio, che non solo hanno sottolineato l'opportunità, ma hanno anche indicato la stringente urgenza del provvedimento e al fatto che sull'argomento si sono già espressi, da una parte, il Ministro della difesa e il Capo di stato maggiore della Difesa - ascoltati di recente da questa stessa Commissione - e, dall'altra, i capi di stato maggiore dell'Esercito,


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della Marina e dell'Aeronautica, che sono stati sentiti dall'omologa Commissione del Senato. Mi riferisco, infine, al già avvenuto licenziamento dell'atto da parte dell'altro ramo del Parlamento.
Con queste premesse, lo scorso 23 novembre si è quindi tenuta l'adunanza del Consiglio superiore delle Forze armate durante la quale, come detto pocanzi, è stata individuata un'articolazione saliente della presente relazione che comprenderà un commento a carattere generale del provvedimento in esame, alcune problematiche particolari che il Consiglio ha ritenuto di indicare all'attenzione di questa Commissione e, infine, gli elementi di costo e talune peculiarità di funzionamento del Consiglio stesso.
Il disegno di legge in esame si caratterizza per l'eterogeneità e la complessità delle norme che detta. La finalità generale è quella di un'ampia riarticolazione dello strumento militare nell'intento di mantenere il più possibile inalterate le capacità operative e l'interagibilità nei complessi di forze internazionali, anche in aderenza a quanto recentemente stabilito durante la Conferenza di Chicago in merito a un maggiore impegno dei Paesi europei nel sistema difensivo dell'Alleanza atlantica.
Sono tre le grandi aree di intervento dei provvedimenti di revisione: le strutture organizzative dell'intero dicastero, la loro natura e dimensione, l'ubicazione sul territorio e le modalità di funzionamento; le dotazioni organiche di personale sia civile sia militare e la riduzione numerica ma non qualitativa di tutte le componenti (dirigenti, direttivi e non direttivi); infine, l'impiego dei fondi nel settore dell'ammodernamento dei mezzi e delle infrastrutture mediante nuove procedure e strumenti di controllo.
Per le prime due macro aree di intervento, sono indicati princìpi e criteri direttivi che segnano i cardini sui quali fissare le norme di dettaglio dei due o più decreti legislativi di prevista formulazione a valle della traduzione in legge del provvedimento. Per la terza, sono impartite disposizioni in materia contabile e finanziaria. Questi princìpi e criteri hanno di massima una formulazione concettuale precisa, ma il Consiglio ritiene che lascino ampia possibilità di manovra specifica e tecnica nel testo dei successivi decreti.
La genesi concettuale di tutto il riordino proposto risiede nell'esigenza non più procrastinabile di dimensionare lo strumento militare in termini qualitativi e quantitativi sostenibili con l'entità delle risorse oggi disponibili e che, realisticamente, sono prese come presupposto di stabilità programmatica nei prossimi anni.
In concreto, fissato come stabile l'ammontare delle odierne disponibilità del bilancio della Difesa - valutata come non più operativamente compatibile l'attuale ripartizione percentuale di dette disponibilità, 70 per cento per spese per il personale, 12 per cento per spese per l'esercizio, 18 per cento di spese per l'investimento - l'obiettivo è quello di perseguire una suddivisione percentuale ritenuta virtuosa e definita come 50 per cento per le spese del personale (quindi un decremento del 20 per cento rispetto all'attuale) una spesa per l'esercizio che si attesti al 25 per cento, con un incremento del 13 per cento, e un 7 per cento in più, 25 per cento, per le spese per investimento.
È ovvio che l'obiettivo finanziario potrà essere progressivamente perseguito a mano a mano che i vari obiettivi nei settori delle strutture e del personale saranno incrementalmente conseguiti e, d'altra parte, esso ricalca di massima la suddivisione che fino al 2004 ha garantito il funzionamento dello strumento militare.
Pur senza volere pedissequamente ripercorre l'articolato del testo, non è superfluo ricordare come per le strutture, gli enti e i sedimi sia stabilita una contrazione quantitativa entro sei anni di almeno il 30 per cento, mentre è posta l'enfasi sull'esigenza di migliorare la qualità dell'integrazione interforze partendo dall'attribuzione al Capo di stato maggiore della Difesa di maggiori competenze e prevedendo anche in dettaglio specifici miglioramenti in tutta l'area di vertice e in quella di molte entità periferiche, come scuole, enti territoriali, stabilimenti e arsenali.


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Nel settore del personale, la contrazione degli organici da 190.000 a 150.000 unità va letta a fronte delle consistenze attuali, circa 183.000 unità, e delle riduzioni conseguenti alla spending review, circa 10.000 unità. Pertanto, si parla di un taglio di poco più di 20.000 unità in una decina d'anni.
Con la possibilità, già prevista nel testo e riverificabile nel tempo, di avere disponibile qualche anno in più per conseguire la riduzione a 150.000 unità, il sacrificio appare sì sempre significativo, ma probabilmente più approcciabile.
Nel contempo, però, sotto l'aspetto della qualità, si prevedono interventi di revisione dei ruoli e dei profili di impiego del personale nonché dello stato giuridico e dell'avanzamento, tutti concettualmente orientati alla valorizzazione della professionalità.
Il problema quanto mai importante del reinserimento del personale in uscita dalle Forze armate è affrontato con l'apertura di nuove prospettive verso l'intero comparto delle pubbliche amministrazioni, nonché verso il mondo del lavoro privato.
Nel settore dei programmi di investimento e ammodernamento, la previsione del flusso di informazioni dettagliate verso il Parlamento consente una puntuale conoscenza tanto del complesso dei programmi in itinere, quanto dei dettagli più significativi delle singole imprese unitamente ai loro profili di spesa. In questo modo, alla stabilità programmatica si affiancano condizioni di flessibilità finanziaria interna, che permetteranno allocazione di risorse più puntuali e atte a garantire una maggiore efficienza ed efficacia dello strumento.
Passo ora a illustrare le tematiche e le disposizioni particolari che il Consiglio ha inteso portare all'attenzione della Commissione. Vista la proiezione di durata più che decennale delle norme previste nel settore del personale e considerata l'importanza degli obiettivi cui si tende, è auspicabile un'attenta supervisione al fine di evitare stravolgimenti nel tempo della sostanza dell'attuale disposto normativo, con specifico riferimento anche alle poste di bilancio dedicabili alla realizzazione delle disposizioni.
La specificità della condizione militare, in concreto sottolineata in più parti del disegno di legge, se non adeguatamente riconosciuta nell'ambito della normativa previdenziale che verrà riformata, comporterà un aumento dei limiti di età considerati in sede di stesura del provvedimento e uno scavalcamento del limite ideale del 2024, in ragione del minor numero dei collocamenti in quiescenza.
In tema di riduzione degli organici, attraverso collocamenti in quiescenza e in aspettativa per riduzione dei quadri, è stata ribadita l'attenzione da porre alle modifiche che saranno introdotte alla futura normativa previdenziale. Questa potrebbe rideterminare, in senso peggiorativo rispetto alla normativa vigente, l'importo del trattamento pensionistico a seguito dell'impatto dei coefficienti di calcolo parametrati sugli ultimi emolumenti spettanti al personale.
Le norme di riduzione degli organici dovranno essere orientate a evitare che la combinazione di criteri oggettivi, quali età anagrafica e turnover agevolato, possano concentrare in periodi di tempo troppo brevi eccessivi esodi di personale, e quindi di professionalità qualificate, rimpiazzabili con difficoltà nel breve termine.
Nella gestione del transitorio è stata rappresentata la necessità di prevedere, nell'ambito dei decreti legislativi discendenti dalla normativa in esame, la maggiore attenzione possibile verso quelle misure di sostegno al reddito previsto dall'articolo 3, comma 1, lettera h), per il personale volontario di truppa non ammesso a ulteriori rafferme.
Questi sono gli elementi che il Consiglio ha ritenuto, in forma collegiale, di portare all'attenzione della Commissione. Negli ultimi minuti di questo mio intervento vorrei, invece, accennare alle caratteristiche e al funzionamento del Consiglio stesso.
Questo è organo di alta consulenza del Ministro della difesa ed esplica le proprie funzioni, dietro richiesta, su una serie di provvedimenti. Sono membri ordinari del


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Consiglio il generale di corpo d'armata, l'ammiraglio di squadra e i generali di squadra aerea più anziani tra i pari grado della Forza armata, purché non rivestano cariche di vertice; inoltre, ne fanno parte anche i capi di stato maggiore di Forza armata, il segretario generale della Difesa, il comandante e il vicecomandante dell'Arma dei carabinieri, un magistrato del Consiglio di Stato, un avvocato dello Stato, un dirigente di seconda fascia con funzioni di relatore.
Questa composizione, se vogliamo eterogenea, è stata dettata nel tempo dall'esigenza principale del Consiglio, che è quella di pronunciarsi sui principali programmi di investimento del Dicastero della difesa.
Il personale assegnato è composto da un relatore dirigente civile e 13 elementi del quadro permanente, di cui 10 militari (3 ufficiali, con un ufficiale generale e 7 sottufficiali) e tre civili.
Le strutture dedicate sono 7 locali al Palazzo dell'Esercito e 3 al Palazzo dell'Aeronautica. Nell'esercizio finanziario 2012 sono stati assegnati - come fondi di funzionamento - 7.000 euro, destinati a spese del personale, addestramento, funzionamento biblioteche e così via.
Passo ora ad illustrare l'attività del Consiglio negli ultimi cinque anni. Nel 2008 si è riunito quattro volte, con la richiesta di quattro pareri: sul progetto di bilancio 2009; su uno schema di decreto ministeriale per il regolamento dei corsi per ufficiali e sottufficiali delle Forze armate; su una bozza di regolamento del circolo ufficiali; infine, per la modifica a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la rideterminazione delle dotazioni organiche del personale civile del Dicastero della difesa.
Nel 2009 si è riunito due volte: per il progetto di bilancio 2010 e per un parere alle modifiche al regolamento per l'esecuzione di inchieste su eventi di particolare gravità e risonanza.
Nel 2010 si è riunito una sola volta, per il progetto di bilancio 2011 e il documento di programmazione economica 2011-2013.
Nel 2011 non vi è stata alcuna riunione.
Nel 2012 si è riunito il 23 novembre scorso, quando è stato convocato il Consiglio per questa audizione.
Concludendo, è opinione comune di tutti i membri del Consiglio superiore delle Forze armate che i sacrifici richiesti a tutto il personale - in termini di prospettive di carriera, trattamento economico, sede di servizio e altro - avranno un forte impatto. Al tempo stesso è profonda anche la consapevolezza che il provvedimento in esame sia non solo necessario, ma anche veramente inderogabile, in questo momento storico, per continuare a dare il giusto respiro operativo alle Forze armate, avendo ben presente che la dimensione sovranazionale di chi opera in ambienti ONU, NATO e Unione europea, nella quale ci troviamo costantemente a misurarci, richiedono uno sforzo di integrazione. Tutto ciò serve a contribuire a dare espressione anche in termini militari del sistema Paese Italia nel ruolo che esso vorrà continuare a ritagliarsi nel contesto internazionale.
Con questa considerazione si conclude il documento che il Consiglio ha deciso di sottoporre alla Commissione. Resto a disposizione per qualunque domanda.

PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Ringrazio moltissimo il generale Tosi che anche oggi, così come in occasione dell'audizione nell'ambito della nostra indagine conoscitiva sul reclutamento, è stato esauriente e chiaro.
Lei ha già toccato in parte il tema di una delle domande che avevo in mente di porre. La sua audizione, in quanto presidente del Consiglio superiore delle forze armate, è stata chiesta perché all'interno del disegno di legge delega di riforma dello strumento militare c'è una norma che prevede la soppressione dello stesso Consiglio. Uno dei punti che avrei affrontato riguarda proprio le funzioni del Consiglio. Qualche collega ha sottolineato, mentre lei


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parlava, come in definitiva il Consiglio si sia riunito così poche volte in questi anni che questa norma cogente potrebbe anche funzionare.
Personalmente, invece, nutro qualche dubbio in merito, per cui le pongo la mia domanda anche alla luce di quanto ha affermato durante la relazione. Tra le funzioni del Consiglio, c'è quella di esaminare schemi di provvedimenti di carattere legislativo e regolamentare predisposti dal Ministero della difesa in materia di disciplina militare e di ordinamento delle Forze armate, di reclutamento, di organici, di stato giuridico e di avanzamento del personale militare e di organici del personale civile.
Non mi sembra una funzione di poco conto. Tra l'altro, per come il Consiglio è composto, mi sembra anche un luogo dove - lo dico con chiarezza - non ci sono ambizioni che in qualche modo possano creare commistioni. Infatti, si tratta di persone che ormai si trovano in un momento successivo al problema di dover far carriera. Mi pare, quindi, che abbia una sua forma di garanzia.
La mia domanda riguarda non tanto la ragione per cui in questi anni esso ha lavorato poco, quanto il perché i ministri non abbiano chiesto al Consiglio di riunirsi per svolgere le sue funzioni. Questa è la domanda che dovremmo porci in una Commissione parlamentare, non quella sulla distruzione di ciò che può essere, invece, un utile organismo per il miglior funzionamento dell'amministrazione.
Inoltre, mi chiedo quanto costi. Se lo sopprimiamo, infatti, dobbiamo chiederci, visto che si tratta di una questione di risparmi per il bene della collettività del Paese, quanto ci costa il Consiglio e - da quanto ci ha detto - mi pare che si tratti di un risparmio del tutto indifferente.
Passo alla seconda domanda. Stamattina si è svolto il seguito dell'audizione dei rappresentanti della Ragioneria generale dello Stato, nel corso della quale ci è stata presentata una interessante tabella relativa al personale, che è stata lasciata alla Commissione per il suo esame. A parte la voce all'ultima riga - voglio sottolinearlo, come ha fatto anche il presidente della Commissione - «altro personale», che quindi riguarda i volontari, dove i numeri sono più alti e sono, ovviamente, tutti nella fascia giovane, le altre voci (personale non dirigente, eccetera) hanno tutte valori d'età più alti: inoltre vi è l'età dell'invecchiamento per le Forze armate, ma i numeri non sono così elevati rispetto alle fasce che stanno entro i 44 anni. Questo ci fornisce un quadro un po' diverso da quello finora a noi noto.
Lei, nella citata audizione svolta nell'ambito dell'indagine conoscitiva, aveva sottolineato la questione dell'invecchiamento, soprattutto in riferimento al rischio che, anche attraverso il regolamento della Ministro Fornero, potesse ulteriormente peggiorare la situazione. Poiché la riduzione del personale nel biennio 2013-2014 deve essere attuata attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previsto dalla stessa spending review, il taglio - stando a questa tabella - dovrebbe totalmente escludere il ruolo di volontari di truppa e sergenti perché sono quelli più giovani. In merito, lei e il Consiglio avete un'opinione? È stato richiesto il vostro parere prima dell'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri?
Inoltre, lei ci ha detto che siete stati convocati lo scorso 23 novembre dal Ministro della difesa: se non avessimo chiesto la sua audizione, il Consiglio non avrebbe espresso nessun parere sulla legge delega che è stata presentata al Parlamento?

ROBERTO SPECIALE. Richiamo la vostra attenzione su una considerazione di carattere storico e rispondo, in parte, anche al dubbio della collega Villecco Calipari. Il disegno di legge che introdusse il modello di difesa in vigore non poté iniziare il suo iter legislativo senza essere stato prima «bollinato» dall'allora Consiglio superiore delle Forze armate. Questa è storia, corsi e ricorsi storici.
Adesso, non solo non viene sentito il Consiglio superiore delle Forze armate, ma addirittura se ne chiede la soppressione. Lascio a voi le ulteriori considerazioni.


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AUGUSTO DI STANISLAO. Ringrazio, innanzitutto, il generale per questo approfondimento. Vorrei rivolgermi poi al collega Speciale per dirgli di osare di più. Se non lo fa lui, lo faccio io. Nella relazione, il generale ha perfettamente descritto i limiti entro cui può muoversi il Consiglio. Al secondo capoverso della relazione si dice che, pur nella straordinaria situazione, il Consiglio è organo interno: punto, pietra tombale. Voglio ringraziarlo perché è andato oltre e si è esposto svolgendo un commento a carattere generale, ponendo alcune problematiche e parlando di alcuni elementi di costi e di talune peculiarità del Consiglio.
Ciò detto, evidentemente è un peccato non aver potuto, in tutti questi anni - lo dico per noi, ma soprattutto per chi è stato ministro - beneficiare di queste competenze e di questa professionalità. Questa è una caratteristica tutta italiana. È evidente che, laddove uno strumento così importante non viene utilizzato per supportare le scelte, le traiettorie, i percorsi e le finalizzazioni, si producono poi storture come quella del disegno di legge in esame.
Questa di cui stiamo discutendo è una «riformicchia»! Non saprei descriverla diversamente. Più la approfondisco e più mi rendo conto che non c'è nulla che riguardi l'allineamento con la richiesta del modello di difesa europea, con la NATO e così via. Tantomeno ha a che fare - me ne scuso e mi rendo conto che oltre lei non poteva andare - con quanto emerso al vertice di Chicago. Il nucleo vero della riforma è costituito dal taglio del personale e, quindi, le sue conseguenze ricadono sulla pelle di chi costituisce il comparto, gli conferisce qualità e quantità e «combatte» dalla mattina alla sera con grande dignità, passione e abnegazione per difendere le prerogative dello Stato.
C'è stato un atteggiamento di questo Governo, sempre meno tecnico e sempre più politico - il Ministro sa come la penso - tale per cui il Ministro si è comportato come Marchionne. Sembra, infatti, che non si stia parlando del Ministero della difesa, ma della FIAT, che mette in campo un atteggiamento antisindacale e sostiene che non ha più bisogno di tutto questo personale, che diviene così «esodato».
Capisco anche la difficoltà a sostenere che sia uno strumento stringente, urgente. Non a lei, ma a qualcun altro, dico, soprattutto se si ritiene questa riforma epocale, che occorre farla bene, utilizzando questa strumentazione e questa vostra professionalità.
Si tratta, inoltre, di una riforma necessaria, come anche noi riteniamo, ma non a tutti i costi e non sulla pelle dei militari, né su quella dei civili. Ci stiamo giocando questa riforma in poche settimane.
Non so quanto tempo il Senato vi abbia dedicato, ma noi in Commissione la stiamo esaminando in appena 185 minuti. Questo è il tempo per sentire, vedere, approfondire e approvare, mentre questo provvedimento immondo e crudele avrà dodici anni per poter dipanare la sua complessità, la sua crudeltà, la sua inadeguatezza. Saremo sempre meno europei, meno internazionali e avremo sempre più poggiato l'ambizione di qualcuno su basi inconsistenti perché l'ambizione di diventare una potenza militare mondiale cozza con l'impostazione nostra, tutta italiana, che non è quella americana.
Sono d'accordo con lei quando parla di «esodati», ma con quali prospettive? Verso la pubblica amministrazione? Lasciamo stare. Verso i privati? Lasciamo stare. Dove recuperiamo queste professionalità? Questa è macelleria militare. Vergogna rispetto a questo provvedimento!
Sui contenuti non ci siamo assolutamente. Non è a voi che grido vergogna, ma a chi ha imposto questo provvedimento; a un Governo agonizzante, sul viale del tramonto, che non ha più base e dignità perché è finito. Noi stiamo parlando di nulla perché la polpa di questo provvedimento sono i decreti delegati.
Ci fanno fare un po' di pedagogia, ma la verità è che al Governo interessa avere la delega, perché da gennaio in poi non ci saremo più. Dobbiamo impedire questo perché altre sono le esigenze del comparto, altro la modernizzazione, l'ottimizzazione, la razionalizzazione.


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Non si fa che tagliare sulla pelle del comparto perché non ci sono risorse vere sulla formazione, l'equipaggiamento e la sicurezza. Si vuole avere le mani libere sui decreti per organizzare la flessibilità anche su risorse che, invece, a regime devono essere impegnate in maniera stretta.
Vogliono la libertà di muoversi perché vorranno dimostrarci che con riguardo al tema delle Forze armate - in questo caso, come dico sempre, «Forse» armate - noi rincorriamo un modello che non abbiamo culturalmente mai introitato e che non è la nostra prospettiva né nel sentimento nazionale né, soprattutto, nel comparto. Questa riforma è, infatti, invisa a tutti, dal primo all'ultimo, se esistono un primo e un ultimo.
Inoltre, la partita si gioca tutta sugli investimenti e sugli immobili. Lì è il grande bluff. Sugli interventi in questo campo c'è talmente tanta opacità che non riusciamo a capire, anche se cercheremo di approfondire. Sul tema del personale, invece, c'è una norma puntuale, precisa, che io definisco sempre crudele.
Veramente pensiamo di essere moderni, efficienti, europei, internazionali, utilizzando queste risorse sui nuovi sistemi d'arma, su quelli che ci dicono e su quelli che invece non conosciamo, o sugli F-35? Veramente su questo si gioca la partita?
A differenza di altri che hanno già chiuso il libro, noi stiamo ancora leggendo una favola. In America, la Corte suprema ha chiuso il libro degli F-35 perché non funzionano. Non vanno più avanti nella programmazione. Non l'hanno rallentata, l'hanno bloccata e lo sappiamo benissimo.
Sono stato in visita a Cameri e ho visto, cari colleghi, una bellissima lottizzazione, ma non ho visto più niente, solo tanti capannoni. Non mi si vengano a fare certi discorsi sull'occupazione, perché non c'è possibilità di creare posti di lavoro.
Qual è, allora, il tema dei contenuti veri che ci saremmo aspettati da questa che ritengo sempre più una controriforma? Dirò al Ministro - come gli ho già detto, sentendolo lamentarsi per questa mia eccessiva durezza, ma bisogna essere realisti - che non vorrei che tutta quest'operazione serva, con un eufemismo tratto dai colleghi della Lega, solo a stabilire chi deve decidere e dovrà prendere posizione e postazioni successivamente. Un Governo politico non si sarebbe mai permesso, per rispetto, per dignità, per riconoscimento di passioni e professioni, di andare oltre quello che si è fatto in questa fase, mai e poi mai.
Il tema, allora, è quanti elementi di vera modernizzazione, di qualità ci sono in questo provvedimento. Io ne vedo pochissimi. Più lo leggo e più ne vedo pochi. Ci sono più ombre che luci. Sembra una manovra messa in campo da una Fornero 2, «la vendetta», perché tutto è concentrato sul personale. Dopo non c'è più nulla di consistente, è tutta velleità, ambizione smodata che va a deprimere fortemente la consistenza del nostro patrimonio. Non vengano a dirmi che dobbiamo somigliare alla Gran Bretagna, alla Francia, alla Germania, perché sono mondi diversi da noi. Noi abbiamo costruito qualcosa di diverso.
Tornando alla domanda, vorrei sapere se ritiene che il Consiglio di cui lei è presidente sia stato utilizzato nei modi dovuti e debba continuare ad esistere e se ritiene veramente che gli esodati possano essere riassorbiti. Per me è una grandissima speranza, ma nei fatti credo sia assolutamente impraticabile.

PRESIDENTE. Do la parola al generale Tosi per la replica.

TIZIANO TOSI, Presidente del Consiglio superiore delle Forze armate. Io sono membro del Consiglio da due anni e presidente dall'agosto scorso, sono ufficiale generale di squadra da sette, per cui ho visto un po' di procedure e di movimenti all'interno del dicastero.
Posso dire - è una realtà sotto gli occhi di tutti, quindi non esprimo pareri personali, ma il dato evidente - che i pareri (prima espressi dal Consiglio in misura superiore) sono un po' venuti meno perché il Consiglio esprimeva massimamente il proprio parere su provvedimenti di natura economica e su leggi speciali per le Forze armate. Su questo l'onorevole Speciale può venirmi in aiuto.


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Per questo motivo, al suo interno, sono stati inseriti il membro del Consiglio di Stato, l'avvocato dello Stato, spesso tra i membri straordinari sono stati chiamati elementi della Ragioneria generale dello Stato e della Corte dei conti. Negli anni passati, quindi, il Consiglio ha svolto molta della propria attività su questo tipo di provvedimenti che negli ultimi anni sono notoriamente venuti meno.
Contemporaneamente, si è verificato un altro aspetto. Il gabinetto del ministro ha assunto sempre più le funzioni di organo di staff. Ciò, non solo nel recentissimo passato. Sono, infatti, diversi anni che ormai funziona così. Questa funzione di staff è stata enfatizzata anche sullo stato maggiore della Difesa proprio perché è stato messo al vertice. Il capo della Difesa non è più un primus inter pares, ma è il vertice dell'organizzazione delle Forze armate; il suo stato maggiore svolge un'attività di consulenza anche nei confronti del Ministro. Questi due elementi di organizzazione, che hanno allargato le proprie competenze e la propria sfera di attività, sicuramente sono andati a erodere le attività del Consiglio.
Che in altri dicasteri esistano organismi di consulenza a fianco dei vari ministri con varie connotazioni, caratteristiche, compiti e così via, questo è un altro dato di fatto ed è, sicuramente, innegabile. Personalmente, fornisco una spiegazione del minor coinvolgimento del Consiglio in questi termini: i compiti sono stati traslati. Di fatto sono stati svolti, ma da altri organismi.
Non conosco la tabella di cui parlava l'onorevole Villecco Calipari. L'ho letta adesso e mi riservo di analizzare quei numeri più approfonditamente e, se ce ne sarà l'occasione, di fornirne una chiave di lettura.
Sul decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il Consiglio non è stato sentito, non ha espresso parere e devo dire che nemmeno l'abbiamo esaminato. Il mio ruolo attuale non mi porta ad avere continuamente sottomano - confesso e ammetto la mia impreparazione nel merito - questo genere di carte. Per esprimere un parere nel merito, non mi basta soltanto averlo letto, ma sicuramente non ci siamo pronunciati e questa è, eventualmente, la risposta alla sua domanda.
Più che una domanda, quella dell'onorevole Speciale mi sembrava un'affermazione, quindi ne prendo atto, ma non saprei cosa rispondere.
Venendo al discorso degli «esodati» riassorbiti e a quello delle funzioni del Consiglio, credo di aver esaurito la prima parte. Non so quale sarà il testo dei decreti legislativi perché, ovviamente, non so cosa conterranno, ma ovviamente quando un disegno di legge parte devono partire anche determinate attività di studio. Non si aspetta che sia approvato per procedere a studi di settore e cercare di capire esattamente dove si può andare.
So che, tra gli intendimenti, c'è quello di non creare degli esodi o, perlomeno, di facilitare il più possibile il riassorbimento di quelle persone che non riusciranno a transitare nel servizio permanente - sto parlando soprattutto dei volontari di truppa - magari attraverso la possibilità di rafferme.
Il Consiglio, peraltro, tra le tematiche che ha voluto che vi sottoponessi, ha posto anche un cenno ai provvedimenti di sostegno del reddito, che in effetti dovranno essere individuati nell'ambito dei decreti legislativi proprio per cercare di dare un supporto a chi non riuscirà a transitare nel servizio permanente.
Su questo punto - mi ricollego all'audizione che ho svolto in qualità di comandante della squadra aerea - vorrei nuovamente sottolineare che, dal momento in cui entrano i VFP1 a quello in cui questi transitano nella ferma di quattro anni, è necessario svolgere una selezione. Non si può parlare di automatismi che portino dal VFP1 al VFP4 e al servizio permanente. Tutto il materiale umano - mi si passi l'espressione brutta - che arriva non è definitivamente scremato e pulito e, soprattutto, ci sono persone che non hanno potenzialità e orientamento alla vita militare, per cui si creano degli «esodati», se vogliamo definirli così. L'importante, a mio avviso, è cercare di farlo nella


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fase successiva al primo anno, ossia dai VFP1, quando di fatto l'impegno è stato di un solo anno e, eventualmente, il coinvolgimento delle persone è abbastanza ridotto.
Mi si consenta solo una battuta sul discorso del modello di difesa. Preciso che non è un'opinione del Consiglio. Esco, dunque, dalla mia veste istituzionale, anche se non so se posso farlo in questa sede: il modello di difesa è qualcosa di più alto delle norme contenute in questo provvedimento e spetta, sicuramente, al Parlamento e deve essere sostanziato dal Governo in attività di orientamento e di direzione. Noi stiamo parlando di spostare parte delle risorse del bilancio dal personale per dedicarle all'esercizio.
Lei, onorevole Di Stanislao, parlava di capacità operativa: se riusciamo a spendere di più per l'addestramento, riusciremo sicuramente anche a essere più interoperabili, presenti sulla scena internazionale e a essere sistema Paese.
Adesso, però, stiamo parlando di technicality, di tecnicismi, e siamo, a mio modesto parere, un po' più in basso rispetto al modello di difesa. Siamo nei lineamenti dello strumento così come deve essere articolato. Sopra devono esserci i concetti, che non possono però essere scritti dai dicasteri, ma dal Parlamento.

PRESIDENTE. Ringrazio molto il generale per il suo intervento e tutti i presenti.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,45.

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