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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VIII
4.
Mercoledì 9 luglio 2008
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Alessandri Angelo, Presidente ... 3

Seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo, sulle linee programmatiche del suo dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Alessandri Angelo, Presidente ... 3 7
Prestigiacomo Stefania, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 3
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

COMMISSIONE VIII
AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 9 luglio 2008


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANGELO ALESSANDRI

La seduta comincia alle 14,15.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo, sulle linee programmatiche del suo dicastero.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sulle linee programmatiche del suo dicastero.
Ricordo che nella precedente seduta si sono conclusi gli interventi dei deputati finalizzati a formulare quesiti e svolgere osservazioni e che si è convenuto di prevedere, per la seduta odierna, una replica conclusiva del Ministro rispetto alle questioni poste.
Do, quindi, subito la parola al Ministro Prestigiacomo per la sua replica.

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, signor presidente. Saluto tutti i colleghi e assicuro che la mia replica sarà breve. Voglio cominciare rivolgendo innanzitutto un ringraziamento alla Commissione e a tutti i colleghi per il clima positivo e propositivo con il quale sono state accolte le linee programmatiche del Ministero.
Io credo che potremo e sapremo avviare, pur nella distinzione dei ruoli istituzionali, un buon lavoro, un rapporto di collaborazione intenso, segnando un'inversione di tendenza rispetto al passato, come molti di voi hanno richiesto nei loro interventi.
Non sono molti i punti sui quali tornerò in questa mia replica, nel senso che, come tutti avete colto, gli indirizzi programmatici sono ampi, presuppongono, per la loro attuazione, un respiro lungo, che mi auguro sia di legislatura, e richiederanno, comunque, specifici approfondimenti tutte le volte che ci saranno provvedimenti attuativi.
Fornirò, pertanto, solo alcune precisazioni su taluni aspetti del dibattito che ritengo possano essere di maggiore interesse per la Commissione.
Il primo capitolo riguarda l'attuazione del Protocollo di Kyoto. È proprio di oggi la notizia che i Capi di Stato del G8, che si sono riuniti in Giappone, hanno fissato l'obiettivo impegnativo della riduzione del 50 per cento dei gas serra entro il 2050. È un obiettivo ambizioso, e - a questo punto - direi ineludibile.
In proposito, ribadisco anzitutto quanto ho detto nel corso dell'audizione del 1o luglio scorso, con riferimento alle problematiche esistenti a livello europeo: la posizione dell'Italia, in sede di Consiglio dei ministri europei, sarà quella di rendere chiari prima di tutto quali saranno gli impegni per il «Kyoto 2», fino al 2020.


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Intanto, però, dobbiamo dimostrare di saper fare la nostra parte per quanto riguarda le prime scadenze, quelle relative al 2013. Per questo il Ministero è impegnato nella redazione di un programma operativo, che dica intanto che cosa è stato fatto fino ad oggi. Molti di voi hanno rilevato nei loro interventi che poco o pochissimo è stato fatto e che, se qualche intervento c'è stato, è stato piuttosto rivolto all'estero che non nel nostro Paese.
Bisogna individuare i settori di intervento, stabilire le modalità di impiego dei fondi per l'attuazione del Protocollo di Kyoto che, se impegnati in modo intelligente, possono certamente diventare molti di più. Grazie anche ai meccanismi di funzionamento del fondo di rotazione, questi fondi - 200 milioni di euro l'anno per il prossimo triennio - possono e devono aumentare notevolmente. In caso contrario, considerata l'entità degli investimenti che devono essere programmati nel nostro Paese, i fondi attualmente previsti non sarebbero sufficienti.
A breve ci sarà la presentazione pubblica del programma, sul quale, se lo riterrete, potremo aprire un dibattito anche con la Commissione, fermo restando che nel frattempo, insieme al Ministero dello sviluppo economico, daremo avvio al programma stesso.
Un altro capitolo importante che è stato richiamato nei vari interventi riguarda i controlli. Molti di voi hanno posto una particolare enfasi sul problema dei controlli e delle autorizzazioni. Questo è un tema centrale per il Governo e per me, tanto che da subito ho deciso di affrontarlo con una serie di provvedimenti che conoscete, sui quali posso dare ampie rassicurazioni.
Il Parlamento ha chiesto - ed io ho accettato, pur non essendo particolarmente convinta - di stralciare dal decreto-legge sui rifiuti in Campania una parte secondo noi molto importante e urgente, relativa all'accorpamento e alla riorganizzazione di importanti enti di controllo.
Abbiamo accettato lo stralcio, ma abbiamo anche ritenuto che la sede della manovra finanziaria fosse una sede appropriata per ritornare sull'argomento, esattamente nei termini in cui la Commissione lo aveva impostato. Pertanto, la norma che troverete nella manovra finanziaria e che riguarda APAT (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici), ICRAM (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare) e INPS (Istituto nazionale della previdenza sociale), riproduce esattamente il testo modificato dalla Commissione e prevede che i decreti attuativi saranno valutati, per l'espressione dei pareri, dalle Commissioni parlamentari competenti.
Il problema dei controlli riguarda sicuramente l'APAT che, anche in vista degli investimenti che il nostro Paese intende fare nel settore del nucleare, va opportunamente riorganizzata e rafforzata, ma riguarda soprattutto il problema del rilascio delle AIA (Autorizzazione integrata ambientale) e delle VIA (Valutazione di impatto ambientale).
Quanto alle AIA posso riferire qual è la situazione che ho riscontrato quando mi sono insediata al Ministero dell'ambiente: la Commissione AIA nazionale che ho trovato non ha esitato in un anno e mezzo alcun parere. Secondo me questa è una situazione scandalosa, considerato che sono circa 150 le richieste di pareri a livello nazionale. Come voi sapete, quello delle AIA è un sistema integrato: buona parte delle autorizzazioni sono rilasciate dagli enti locali, mentre è a carico del Governo nazionale soltanto una parte più limitata che interviene sui progetti strategici e più importanti a livello nazionale.
Nei confronti dell'Europa ci salva la mole di lavoro svolta a livello locale dalle regioni, che hanno concluso più del 50 per cento del lavoro ad esse spettante e che, dunque, sono state brave. A questo punto è evidente che lo scioglimento della commissione AIA nazionale, già previsto nell'emendamento stralciato dal decreto-legge


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sui rifiuti in Campania e che abbiamo riproposto nella manovra finanziaria, è un atto dovuto e - aggiungo - urgente, perché è evidente che esiste un problema di funzionamento innanzitutto in capo all'attuale commissione, che ancora è insediata, e probabilmente anche nell'organizzazione complessiva, se è vero, ad esempio, che la direzione generale competente del Ministero ha stipulato delle convenzioni con APAT per l'assistenza tecnica della commissione e che questi atti hanno comportato il trasferimento di risorse importanti del Ministero dell'ambiente ma non hanno prodotto nulla, perché non c'è personale APAT che assiste la commissione AIA.
Tutto ciò si incrocia con un'altra situazione pesantissima che ho trovato, quella relativa alla commissione VIA-VAS che, come sapete, abbiamo già rinnovato e che si insedierà l'11 luglio prossimo. Anche in questo caso la situazione che abbiamo trovato è piuttosto pesante, in quanto sono 159 le richieste di parere arretrate, datate anche 2006 e 2007. Questo significa che la precedente commissione ha lavorato davvero pochissimo, ad eccezione degli ultimi tre mesi, nel corso dei quali, infatti, ha espresso 79 pareri, che purtroppo ancora giacciono presso la competente direzione generale del Ministero. Anche qui, infatti, esiste un enorme problema organizzativo per quel che riguarda l'integrazione dei pareri espressi dalla commissione VIA con gli ulteriori pareri degli enti locali (a volte le regioni, a volte altre amministrazioni). Sotto questo profilo, il cronoprogramma che mi è stato illustrato dalla direzione generale competente è, per quanto mi riguarda, inaccettabile, nel senso che è inaccettabile la tempistica prevista per predisporre gli atti e completare l'iter. Stiamo quindi cercando di creare una task force - adesso vedremo come fare - per azzerare di qui a fine anno tutto il pregresso e operare finalmente in tempi ragionevolmente brevi. Ciò che è infatti inaccettabile per il privato, per chi deve programmare un investimento, non è tanto il tipo di parere che viene fornito - il parere può essere positivo, negativo, con prescrizioni - quanto il trovarsi di fronte un muro, la paralisi, la mancanza di informazioni.
Se pensiamo che presso la commissione VIA sono in attesa di parere progetti che riguardano ponti, autostrade, centrali (anche eoliche), piattaforme per i rifiuti, ci rendiamo conto che gli interventi strategici per lo sviluppo del nostro Paese sono fermi al Ministero dell'ambiente.
Credo che questa sia una situazione veramente pesante - per risolvere la quale siamo già al lavoro -, che giustifica gli interventi che abbiamo fatto e anche gli strumenti prescelti, ossia i decreti-legge, che ci hanno dato la possibilità, in un arco di tempo molto breve, di comporre una nuova commissione VIA, che ora comincerà a lavorare. Ci auguriamo al più presto di poter fare altrettanto con la commissione AIA.
Mi è stata rivolta da qualche deputato una richiesta di chiarimenti relativi agli interventi a favore di Venezia. A tal proposito va ricordato che sono stati avviati numerosi progetti per la salvaguardia dell'ambiente lagunare e la riduzione dell'inquinamento. Sono stati firmati accordi di programma fra Ministero, enti pubblici e soggetti privati, per la realizzazione di interventi di salvaguardia ambientale. Tra questi, cito l'accordo di programma quadro sulla chimica e una serie di accordi di programmi attuativi specifici per interventi di bonifica e messa in sicurezza dei siti inquinati.
Ulteriori accordi hanno riguardato la bonifica del basso fondale antistante Porto Marghera e la gestione dei sedimenti derivanti dalle attività di scavo dei fondali.
Inoltre, è in fase di realizzazione un sofisticato sistema di depurazione delle acque, il polo depurativo di Fusina, per il trattamento di reflui di diversa origine. Procede, altresì, seppure con grandi difficoltà, il progetto MOSE.
Un deputato ha anche chiesto a che punto sia l'iter per l'inserimento del parco delle Dolomiti nel patrimonio dell'umanità


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UNESCO. La richiesta sarà presentata l'anno prossimo; per il momento sono in corso le verifiche sulla situazione del parco, e per i prossimi mesi è già programmata una visita dell'organo competente per valutare effettivamente se ci sono le condizioni per questo inserimento. Come dicevo, il prossimo anno,se l'iter sarà completo e se tutto sarà in regola, il Ministero ha intenzione di presentare la richiesta per l'inserimento del parco delle Dolomiti nel patrimonio dell'umanità UNESCO.
Per quanto riguarda il tema della illegalità ambientale, che è stato richiamato nella discussione, mi preme in questa occasione smentire ogni timore su un eventuale abbassamento del livello di guardia in materia di repressione e di contrasto delle illegalità ambientali.
Il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri (NOE), che opera presso il Ministero, svolge quotidianamente un'attività intensa e scrupolosa, con risultati verificabili che negli ultimi anni hanno impresso una svolta e un'accelerazione alla lotta ai crimini contro l'ambiente.
Al riguardo, informo, anzi, che in materia abbiamo allo studio un importante progetto di disegno di legge che interviene in materia di bonifica dei siti inquinati, collegato alla definizione, che è in corso, di un importante accordo con la regione Campania, per riprogrammare tutti gli interventi di bonifica che nel corso degli anni sono stati promessi, ma mai avviati, e tutti gli interventi - prescritti dall'ultimo decreto-legge sull'emergenza rifiuti - di compensazione ambientale, che devono accompagnare l'individuazione dei siti e la realizzazione delle discariche, gli interventi nei siti dove ci sono già gli impianti di compostaggio e in quelli dove dovranno essere realizzati i nuovi termovalorizzatori.
Si tratta di un accordo di programma importante, che vogliamo realizzare con gli enti locali, evitando il rischio di bonificare siti di proprietà di quanti in passato hanno lucrato sui siti stessi, creando delle discariche abusive, e oggi potrebbero ritrovarsi bonificate, con fondi pubblici, delle aree private che acquisirebbero addirittura maggior valore.
Per questo, nel citato progetto di disegno di legge stiamo studiando un intervento che possa prevedere la «confisca» di questi terreni: utilizzo le virgolette perché si tratta di un tema delicato sia perché si interviene sulla proprietà privata, sia perché in molti casi si interviene in assenza di sentenze passate in giudicato; del resto, se fosse altrimenti, in Campania non potremmo intervenire su nulla, perché sono pochissime le situazioni accertate con sentenze passate in giudicato. Questo smentisce le preoccupazioni espresse nel corso del dibattito in Commissione.
Per quanto riguarda il problema dell'ambientalismo e del localismo dei «no», nella mia relazione avevo fatto riferimento alla situazione che si è venuta creando in questi anni, laddove a un ambientalismo di tipo ideologico spesso, poi, è corrisposta, a livello locale, un'opposizione alla realizzazione delle opere pubbliche che è sempre stata - era questo il senso di quello che volevo dire - trasversale. Sappiamo, infatti, che in molti casi, a livello locale, opere pubbliche strategiche si sono trovate di fronte a un'opposizione da parte degli enti locali e dei cittadini, che reagivano in alcuni casi sollecitati anche da organizzazioni che avevano altre finalità. In ogni caso, da parte nostra, non c'è alcuna preoccupazione nel dire che dobbiamo superare tanto l'ambientalismo dei «no», quanto il localismo dei «no», indipendentemente da chi pone in atto questo tipo di opposizione.
È evidente, così come ha confermato da ultimo il caso della TAV, che la strada del dialogo è comunque quella preferibile. Per quanto competerà, quindi, al Ministero dell'ambiente, da parte nostra ci sarà sempre attenzione alle istanze del territorio: quando sono giuste, sarà corretto farsene carico, ma quando si traducono in opposizioni strumentali, andranno superate, perché non si possono


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fermare gli investimenti per opposizioni di tipo strumentale.
Credo di aver precisato il senso delle mie dichiarazioni e di avere affrontato tutti i punti emersi nel corso della discussione. Mi auguro che i lavori della Commissione possano procedere con la presenza assidua del Governo: come ho già detto al presidente, alcuni temi potrebbero essere approfonditi con lo strumento delle indagini conoscitive deliberate dalla Commissione, al fine di studiare insieme le possibili soluzioni.

PRESIDENTE. Nel ringraziare il Ministro Prestigiacomo per la disponibilità manifestata, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,35.

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