Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Strumento di esplorazione della sezione Lavori Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Resoconti stenografici delle audizioni

Torna all'elenco delle sedute
Commissione IX
1.
Mercoledì 20 giugno 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Valducci Mario, Presidente ... 2

Audizione del professor Angelo Marcello Cardani, nell'ambito dell'esame della proposta di nomina a presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (ai sensi dell'articolo 2, comma 7, della legge 14 novembre 1995, n. 481):

Valducci Mario, Presidente ... 2 6 10 12
Beltrandi Marco (PD) ... 8
Cardani Angelo Marcello, Presidente designato dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 2 11
Crosio Jonny (LNP) ... 7
Garofalo Vincenzo (PdL) ... 8
Gentiloni Silveri Paolo (PD) ... 6
Lovelli Mario (PD) ... 9
Lusetti Renzo (UdCpTP) ... 10
Monai Carlo (IdV) ... 6
Toto Daniele (FLpTP) ... 8
Zampa Sandra (PD) ... 10
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

COMMISSIONE IX
TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 20 giugno 2012


Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARIO VALDUCCI

La seduta comincia alle 15,05.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del professor Angelo Marcello Cardani, nell'ambito dell'esame della proposta di nomina a presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, della legge 14 novembre 1995, n. 481, l'audizione del professor Angelo Marcello Cardani, nell'ambito dell'esame della proposta di nomina a presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Do la parola al professor Angelo Marcello Cardani.

ANGELO MARCELLO CARDANI, Presidente designato dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. La ringrazio, signor presidente, e ringrazio gli onorevoli deputati. Vorrei innanzitutto ringraziare la Commissione parlamentare che per la prima volta ha voluto l'audizione del presidente designato dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Interpreto questo come un ulteriore segno di attenzione del Parlamento nei confronti di problemi di enorme rilevanza per l'intero Paese e di crescente complessità tecnica, economica e giuridica. Non posso che confessare di essere molto emozionato, non solo perché al cospetto del Parlamento, ma anche per la dimensione dei problemi che sono sul tappeto.
Quest'oggi vorrei presentarmi e condividere con tutti loro qualche riflessione di carattere generale: l'azione del regolatore deve essere inquadrata in una visione complessiva dei problemi, sulla quale l'opinione del legislatore ha funzione di guida. Questa occasione potrebbe essere la prima di una serie di scambi di opinioni che credo risulterebbe essere molto fruttuosa.
Il settennato dell'Autorità che potrei essere chiamato a presiedere si colloca a cavallo di un grande momento di trasformazione nel settore dei media e delle telecomunicazioni. Sette anni fa gli utenti di Internet erano il 15,7 per cento della popolazione mondiale. Oggi sono il 32,7 per cento e si prevede che nel 2016 avranno superato la metà della popolazione mondiale, ma gli effetti della diffusione di Internet saranno ben più profondi di quanto i semplici numeri possano raccontare.
Entro sette anni saremo alle soglie del 2020, sulla linea di orizzonte più remota sulla quale la maggior parte di noi collocava il futuro, quando da giovani pensavamo al futuro. È con questa data in mente che mi viene da pensare al futuro lavoro. La data del 2020 presenta poi un richiamo all'Agenda digitale e al Piano di sviluppo europei.
Già oggi si comincia a parlare di un unico ecosistema digitale. Per esempio,


Pag. 3

l'approccio multiscreen per condividere su TV, computer, tablet e smartphone tutti i contenuti (informazione, approfondimenti, libri, film, intrattenimento) e le principali applicazioni (posta elettronica, home banking, e-government, e-commerce, pagamenti elettronici, Internet) rendendoli sostanzialmente invarianti in termini di fruizione - potrò, e già alcuni possono farlo, interrompere la lettura di un libro su un tablet e proseguirla poi dal punto in cui interrompo su un computer con uno schermo più grande o iniziare a leggere in casa un articolo su un tablet e proseguire facendomelo leggere in auto ad alta voce, il che è già possibile, per esempio, con il Corriere della Sera o con l'Economist - ma allo stesso tempo complementari rispetto alle esigenze di utenti differenziati.
Ognuno potrà, come adesso può, scegliere in base alle proprie esigenze il device che preferisce per un certo tipo di contenuto o di applicazione, per esempio leggere il giornale sul tablet, la posta elettronica sul telefono mobile e usare l'home banking sul calcolatore. Siamo nell'era della transmedialità, come la definisce Henry Jenkins.
Se tutto questo, e ancora di più, è già possibile adesso, per allora i confini tra stampa, editoria, televisione, cinema, poste, intrattenimento e telecomunicazioni avranno ancora senso? Forse sì, ma probabilmente in accezioni molto diverse rispetto a quelle con cui le concepiamo oggi, con confini molto più sfumati e problematiche ben differenti.
Questi cambiamenti matureranno probabilmente sotto la spinta di fattori diversi: progresso tecnologico, evoluzione demografica, spinte competitive saranno solo alcuni dei fattori coinvolti. Altri ce ne saranno che oggi non possono essere ancora previsti, ma con sé questi cambiamenti porteranno anche un'evoluzione dei diritti e delle libertà fondamentali, che cercheranno una nuova coniugazione in un ecosistema digitale.
Tutto ciò, peraltro, non è vero soltanto nel mondo dei media. Se guardiamo più da vicino al mondo che abbiamo più presente in Italia, al settore manifatturiero - siamo il secondo produttore manifatturiero d'Europa - vediamo che già oggi quel che chiamano 3D Printing, che solo poco tempo fa era il rapid prototyping, sta per diventare il normale modo di produrre piccole serie di oggetti complessi. Alcune stime parlano già di un 28 per cento di prodotti finiti e questa, ossia il settore manifatturiero, è la vocazione principale del nostro sistema produttivo. Con che conseguenze avverrà questa evoluzione? Che problemi solleverà? Sarà una minaccia o un'opportunità?
Sappiamo che il problema principale della perdita di competitività del nostro Paese è la scarsa crescita della produttività dell'ultimo decennio, quello della rivoluzione Internet. Purtroppo, non è altrettanto chiaro come sarà possibile rimediarvi recuperando tempo e terreno persi. Sarà necessario «pensare digitale» e, quindi, o trasferire il digitale o includere nell'ecosistema digitale ampi settori della nostra attività, da una diversa organizzazione delle imprese a, come accennato sopra, settori della produzione manifatturiera.
Tutti questi problemi e questi interrogativi non sono facili da sciogliere, ma già adesso è ben chiaro, a mio avviso, che sarà necessaria una forte cooperazione tra il regolatore e il legislatore per affrontarli adeguatamente e trovare soluzioni congrue.
Il legislatore e il regolatore devono fare la loro parte. La norma deve cercare di favorire e rendere possibile il cambiamento, il regolatore deve cercare di far sì che avvenga nella maniera più funzionale possibile. Il legislatore deve creare il quadro, il regolatore interpretarlo e applicarlo.
Credo che la collaborazione con questa Commissione e con il Parlamento sia insostituibile e mi riprometto, se confermato, di fare tutto il possibile perché questa Commissione sia informata regolarmente e tempestivamente su quanto l'Autorità farà, per avere il conforto e la guida dell'opinione politica del Parlamento.


Pag. 4


Del pari sono convinto sia necessario un forte collegamento e il massimo di collaborazione con altre istituzioni, in primis l'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
L'Unione europea resta un punto di riferimento irrinunciabile, sia per la sua rilevanza come nostro mercato di riferimento, sia come fonte normativa. I dieci anni che ho trascorso a lavorare presso la Commissione europea mi hanno lasciato una buona conoscenza delle procedure, dei meccanismi espliciti e impliciti, nonché delle persone.
La normativa degli Stati membri trae legittimazione in larga parte dalla normativa europea, ma la normativa europea è, a sua volta, disegnata raccogliendo i punti di vista degli Stati membri. È possibile valorizzare al massimo questo scambio, rendendo il flusso efficiente in entrambe le direzioni e questa è un'area nella quale conterei di impegnarmi personalmente.
Il confronto con l'Unione europea ci mostra che il nostro Paese è ancora molto indietro in termini di utilizzo di Internet (poco più del 50 per cento della popolazione, quando la media europea sta raggiungendo il 70 per cento), nelle competenze informatiche di base, avanzate e presenti nelle PMI, così come anche nell'uso dell'e-government (22,2 per cento della popolazione rispetto a una media europea del 41 per cento) e nell'uso della banda larga. Di converso, il peso del settore ICT sul PIL in Italia è approssimativamente il 2 per cento, mentre il corrispondente dato inglese è il 5 per cento.
Su questi temi, per il futuro dei nostri figli, occorre riuscire a trovare una «via italiana» alla digitalizzazione che, come Paese nel suo complesso, ci permetta di recuperare il tempo e le posizioni perdute.
I temi sin qui abbozzati sono caratterizzati da un enorme potenziale di crescita per il nostro Paese, paradossalmente maggiore che altrove proprio perché siamo più indietro. Solo per quanto riguarda le reti di nuova generazione l'effetto sull'intera economia italiana sarebbe estremamente rilevante.
In uno studio che ho redatto per l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni stessa due anni fa, insieme a un gruppo di colleghi dell'Università Bocconi, abbiamo stimato che tra effetti diretti e indiretti sarebbe possibile indurre una crescita del PIL compresa tra l'1 e il 2 per cento.
L'Italia presenta anche ostacoli e problemi per certi versi maggiori di altri Paesi. Sempre con riferimento al tema delle reti di nuova generazione il fatto che l'Italia sia caratterizzata dal 53 per cento di cittadini che vivono in centri con meno di 30.000 abitanti rende la creazione di una rete ad alta velocità di collegamento molto più complessa che non in altri Paesi con maggiore concentrazione geografica della popolazione, ma anche molto più importante e determinante che non altrove il tema dell'inclusione e dell'eguaglianza sociale.
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni vi è nota, così come sono note la competenza e la professionalità del suo personale. Devo confessare che una parte non marginale dell'eccitazione che ho provato al momento dell'indicazione del mio nome da parte del Presidente del Consiglio viene proprio dalla prospettiva di poter contare su un'istituzione così strutturata.
Lavorerò affinché quest'istituzione possa affrontare al meglio le pesanti sfide del futuro, consapevole, peraltro, che il contesto del Paese richiede a tutti dei sacrifici, ma il livello dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni odierno mi sembra, da osservatore esterno quale oggi sono, molto elevato.
Un dato induttivo della qualità della regolazione italiana viene dal valore ampiamente positivo dell'investimento diretto estero nel comparto di competenza dell'AGCOM a fronte di valori molto minori negli altri comparti.
Bisogna poi ricordare il ruolo importante di tutela dei consumatori in tutti i campi sopra citati e il prezioso contributo dei Corecom a questo fine, assolutamente non secondario: la missione dell'Autorità è indicata nel suo stesso nome, ossia garanzia.


Pag. 5


Credo che in questa occasione sia utile anche un riferimento informativo alla mia storia e alle mie competenze.
Mi sono laureato alla Bocconi nel 1972 e ho conseguito un Master of Science in Economics alla London School of Economics and Political Science nel 1976. Il mio tutor all'LSE era il professor Basil Yamey, allora membro della Monopolies Commission e amico per il resto della vita.
Sono tornato poi a insegnare alla Bocconi, dove ho collaborato con il professor Gasparini, mio relatore di tesi insieme a Fabrizio Onida. Nel 1981 ho iniziato una collaborazione durata fino al 1986 con il National Bureau of Economic Research, sede di New York, lavorando con Ned Nadiri, Pierre Mohnen e Ingmar Prucha su temi di produttività industriale, microeconometria e struttura competitiva dei mercati.
Sono stato Visiting Professor alla New York University nel 1981, alla University of New South Wales (Sidney) nel 2008, all'Institute of European Studies di Macao (Repubblica popolare cinese), dal 2006 al 2008, all'University of Queensland (Brisbane) nel 2010, all'Università della Svizzera italiana (Lugano) nel 2011 e 2012. In queste istituzioni ho insegnato prevalentemente Competition Policy.
Ho diretto l'International Management Institute of S. Petersburg dalla sua creazione nel 1989 fino al 1994. La scuola è tuttora tra le prime dieci Business School della Russia.
Dal 1978 al 1981 sono stato membro del Comitato di esperti per la ristrutturazione industriale (legge n. 675/1977, conosciuta anche come legge Moro-La Malfa), per il settore di microelettronica.
La mia esperienza europea si è svolta nell'arco di dieci anni, prima come membro del Gabinetto del Commissario responsabile per il mercato interno, poi come Capo di Gabinetto aggiunto del Commissario responsabile per la concorrenza e, infine, come consigliere speciale del Chief Competition Economist.
Nel primo quinquennio le mie responsabilità di Gabinetto comprendevano la tassazione e la politica fiscale, la politica di ricerca e sviluppo, gli affari economici e finanziari e il commercio estero. Nel Gabinetto della concorrenza le mie responsabilità coprivano l'Antitrust finanziario e bancario, la politica internazionale di concorrenza, gli affari economici e finanziari, il budget, le relazioni con il Parlamento e il Consiglio e la sicurezza.
Dal 2006 in avanti ho svolto attività di consulenza su problemi di concorrenza e di affari europei, come consulente indipendente o attraverso due società di European Affairs, una scandinava e una tedesca. Sono stato e sono membro indipendente di vari Consigli di amministrazione e di un Consiglio di sorveglianza in Germania, dai quali conto di dimettermi non appena sorgerà l'incompatibilità. Non credo proprio di avere altre condizioni di incompatibilità potenziale.
Dal 2010 sono presidente del Centre on Regulation in Europe di Bruxelles. Il centro è un luogo di discussione di regolatori e di operatori di vari settori, dall'acqua all'elettricità, dalle telecomunicazioni al gas, al trasporto ferroviario. Questa peculiarità del CERRE, che permette ai regolatori e alle imprese di affrontare problemi orizzontali tra i settori, ne ha determinato il successo. Il CERRE organizza incontri mensili su temi specifici di interesse comune a livello tecnico e operativo per i funzionari e a livello più politico per i vertici. Inoltre, svolge studi e ricerche commissionate dai soci. Le ricerche del CERRE sono guidate da una serie di ricercatori ad altissimo livello, come Martin Cave di LSE o Pierre Larouche di Tilburg.
In questa fase storica del suo sviluppo civile ed economico la vera scelta che l'Italia deve compiere è come affrontare la progressiva digitalizzazione dell'economia, di tutta l'economia. Questo richiede investimenti rilevanti, ma ancora di più una diffusa comprensione dei fenomeni in atto e una chiara strategia di identificazione di obiettivi e di perseguimento degli stessi.
Siamo molto in ritardo sui nostri partner europei e in generale sui nostri concorrenti più diretti. Dobbiamo colmare questo divario in un periodo nel quale


Pag. 6

dovremmo anche prestare molta attenzione alla redditività dei nostri investimenti, sempre mantenendo alta la difesa dei princìpi e dei valori fondamentali della nostra cultura e tradizione politica e costituzionale.
Sono convinto che l'Autorità si impegnerà su questa strada. Certamente intendo farlo io e, con il sostegno e con la guida del Parlamento, sono convinto che ci riusciremo.

PRESIDENTE. Grazie, professor Cardani.
Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

CARLO MONAI. Innanzitutto è un piacere averla conosciuta. Mi scuso se non abbiamo potuto approfondire la conoscenza, ma avremo, penso, occasione di collaborare in questo scorcio di fine legislatura. Da parte mia, come rappresentante del gruppo dell'Italia dei Valori, esprimo l'apprezzamento per una designazione che, mi pare inevitabile sottolinearlo, dà valore alle competenze e alla professionalità rispetto alle appartenenze politiche. Questo è un elemento che noi auspichiamo possa caratterizzare soprattutto la scelta delle posizioni di garanzia di queste Authority, che si sono imposte forse in maniera assai rilevante anche su sollecitazione europea e che rischiano di trovare un'articolazione spesso sovrabbondante nella gestione di competenze che riguardano, come lei ha sottolineato, non solo la competitività del sistema Italia, ma anche i diritti fondamentali del cittadino.
Soprattutto nelle società della comunicazione, che sta ormai diventando un elemento cardine della democrazia, rischiano di non garantire fino in fondo la stessa democrazia, che si misura oggi non tanto sull'enunciazione dei diritti civili fondamentali, quanto sulla loro traduzione operativa, che spesso trova nella garanzia delle comunicazioni un elemento di punta assolutamente importante perché tali diritti abbiano un'effettiva tutela.
L'auspicio che le rivolgo è che lei riesca a interpretare, come certamente sarà in grado di fare, questo ruolo, tenendo in grande considerazione l'efficienza di quest'Autorità, che deve misurarsi soprattutto sul terreno della pluralità delle informazioni e della garanzia della multiculturalità del nostro Paese in una logica globale e che deve ovviamente misurare ed equilibrare la capacità di coniugare questi valori con un'attenzione particolare per il cittadino, il consumatore e l'utente, che di questi servizi spesso è vittima più che fruitore.

PAOLO GENTILONI SILVERI. Esprimo l'apprezzamento mio e del gruppo del Partito Democratico innanzitutto per la procedura, che credo sia una procedura utile - è importante che la Commissione, come gesto non solo di rispetto istituzionale, ma anche di informazione, possa avere un confronto con il presidente designato prima di esprimersi per confermarlo con un voto - nonché per la trasparenza con la quale il professor Cardani si è predisposto a questo confronto, raccontandoci anche la sua formazione professionale e la sua esperienza.
Oggi si parla tanto di curricula. Noi abbiamo avuto un candidato che ci ha sintetizzato il suo direttamente e abbiamo anche capito da ciò che quest'Autorità, che ha avuto come primo presidente un costituzionalista e come secondo un giurista amministrativo, si accinge, se lo confermeremo, ad avere come presidente un economista dei mercati con esperienze europee, che ha forse anche un po' il senso dell'evoluzione di questo sistema.
Ho particolarmente apprezzato anche il fatto che la comunicazione del professor Cardani sia stata molto centrata su Internet. Non sarebbe stato così quattordici anni fa o sette anni fa, ma spesso non è così neanche ai tempi nostri. Se non altro, aver chiaro il fatto che in tutto il sistema delle comunicazioni è Internet che sta cambiando la situazione, come approccio di metodo culturale, credo sia fondamentale e conferma la giustezza della decisione che fu presa nel 1997 di costituire un'Autorità unica. Si discusse allora se fosse giusto creare un'Autorità che si occupasse


Pag. 7

di televisione e di telefonia insieme. Quella decisione, che è stata poi riprodotta in tutta Europa quattordici anni dopo, si è confermata giusta.
Non so se siano previste domande, ma ne pongo comunque un paio. Sarebbe anche utile, secondo me, porre alcune domande. Immagino che il professore risponderà, esprimendomi, però, col condizionale.
Sollevo due questioni. La prima è di natura quasi organizzativa e relativa all'AGCOM. C'è stata una legge che ha ridotto da otto a quattro i componenti. L'AGCOM è stata storicamente organizzata attraverso due Commissioni, una Commissione per i servizi e i prodotti e una Commissione per le infrastrutture e le reti. Non so se il professore si sia già formato un'idea al riguardo, se ritiene che tale struttura possa rimanere con le stesse caratteristiche, ma con Commissioni composte di soli due componenti, oppure se c'è la necessità di ripensarle.
La seconda domanda che volevo porre, forse la patata più bollente che vi troverete per le mani - ce ne sono in realtà tre o quattro - riguarda l'asta delle frequenze, sulle quali, come ha chiarito il Consiglio di Stato in un parere del febbraio 2011, la competenza dell'Authority è quasi esclusiva nel senso che il Governo si limita poi a gestire ciò che l'Autorità decide.
Il Governo ha fissato determinati tempi per varare quest'asta. Lei ritiene che sia possibile rispettarli? Essi richiederebbero all'AGCOM nuova, che si insedierà, suppongo, alla fine del mese di giugno, di produrre questo bando o comunque i suoi criteri fondativi entro poche settimane, entro il mese di luglio, per poter rispettare i tempi fissati dal Governo. Lo ritiene possibile o ritiene che sarà utile chiedere uno spostamento di data?
Infine, una delle ultime decisioni prese dal Presidente Calabrò è stata quella di non emanare un regolamento sul copyright, decisione che io personalmente ho considerato saggia, anche perché non era chiaro se ci fosse un sufficiente ancoraggio in norme primarie per consentire all'AGCOM di intervenire su questa, che è forse la questione più delicata in tutti i Paesi del mondo a proposito di Internet.
Lei pensa di confermare questo atteggiamento? In sostanza, Calabrò ha sostenuto che occorre un chiarimento legislativo prima di emanare un regolamento.

JONNY CROSIO. Ringraziamo anche noi il professore della sua relazione, che crediamo importante, e della sua gentilezza nel porgercela. Vorrei approfittare della sua presenza, anch'io magari in maniera un po' contraria al pensiero del nostro presidente, unendomi al pensiero del collega Gentiloni. Approfitterei della sua presenza, proprio in virtù della sua profonda esperienza europea e del suo curriculum di cui ho grande rispetto, ponendo una questione che credo sia fondamentale in questo momento per il Paese.
Lei ha parlato di via italiana e su questo punto trova sicuramente il consenso del nostro gruppo parlamentare. Le potrà sembrare anomalo, ma è vero. Noi crediamo veramente che ci debba essere un progetto Paese per quanto riguarda la digitalizzazione.
La domanda, però, è la seguente, proprio in virtù della sua esperienza europea e del fatto che lei ha accentuato e sottolineato la questione dell'Agenda digitale europea: che cosa pensa del fatto che il Piano industriale del Paese, questa via italiana, si sposi veramente con le esigenze e gli standard del prototipo che ci impone l'Europa?
Mi spiego meglio. Se il Governo decidesse finalmente di scendere in campo e ricomporre questa profonda scissione sul piano degli investimenti in atto fra Telecom e gli altri operatori in questo momento - parliamo sostanzialmente di Metroweb - secondo lei, il progetto che dobbiamo elaborare per il nostro Paese collima con le esigenze dell'Europa o non sarebbe meglio elaborare un nostro progetto, che magari su alcune particolarità non andrà a soddisfare in pieno quello che chiede l'Europa? Probabilmente abbiamo condizioni diverse, anche proprio come territorio, di quelle che ci sono in Olanda,


Pag. 8

in altri Paesi o anche in Germania. Questo potrebbe forse non funzionare.
Vista la ristrettezza economica e l'urgenza nei tempi, non sarebbe il caso di compiere uno sgarro all'Europa per fare un favore al Paese?

VINCENZO GAROFALO. Anch'io, professore, desidero porgerle un saluto e ringraziarla della sua cortese relazione. Le riconosco che ha svolto una relazione sicuramente adeguata anche al momento in cui si attua la designazione che la riguarda. Le rivolgo gli auguri per il lavoro che lei certamente intraprenderà.
Ho trovato molto interessante più di un passaggio della sua relazione. Ritengo che lei abbia ben chiaro il fatto che dal lavoro di questa nuova Autorità ci si aspettano ulteriori importanti passi in avanti.
Lei sa che esiste una comunità digitale, la uso chiamare così, che guarderà con molta attenzione al suo lavoro e alla sua attività e credo anche che, oltre che per i trascorsi professionali, anche per la sua indole da professore, lei abbia un contatto costante con diverse generazioni. Comprenderà bene - trovo questo aspetto all'interno della sua relazione - quanto sia oggi centrale l'enorme universo che si è costruito attraverso la rete e che ha, peraltro, abbattuto tanti confini, che è quello dell'era Internet, dell'era digitale.
Rispetto a questo tema io non mi accingo a porle alcuna domanda, perché credo che lei abbia già ben chiari - come emerge dalla relazione - i punti sui quali si misurerà l'Autorità che lei andrà a presiedere.
Tra i punti molto importanti, anche per quanto ci riguarda, che lei ha saputo sottolineare in questa presentazione, ritengo che ci sia quello della chiarezza dei ruoli dei vicari soggetti in campo, quello dell'Autorità, delle altre istituzioni e della forma di collaborazione, nel rispetto dei propri ruoli, che è essenziale affinché il Paese non compia passi sbagliati.
La relazione tra Autorità, Parlamento e tutte le istituzioni che sono coinvolte in quella che io ritengo la riforma più importante che il Paese non ha ancora affrontato, quella della digitalizzazione intesa come vera libertà, come affermava il collega Monai, sta nel rendere a tutti possibile esprimere e raccogliere i frutti di ciò che oggi la società consente.
Rispetto a tutto ciò, quindi, ho apprezzato i passaggi della sua relazione e ritengo essenziale quello che lei ha saputo sottolineare in maniera molto prudente e che riguarda l'abbattimento dei monopoli. Ci si aspetta molto sotto questo profilo, sia sotto l'aspetto del copyright, sia sotto quello dell'accesso alle reti e, quindi, del liberare risorse ed energie che possano offrire, come lei ha sottolineato, un contributo importante al nostro PIL, che, come lei sa, oggi langue. Grazie.

DANIELE TOTO. Sono molte le sfide che ha di fronte AGCOM, se non altro perché nel digitale, come lei ha citato - non l'ha evidenziato solo lei attraverso lo studio, ma esiste anche uno studio della Banca mondiale - l'aumento del 10 per cento di penetrazione di banda larga vale, per il PIL di un Paese, tra lo 0,9 e 1,5 punti di percentuale.
Sono molte le sfide, come accennavo: il diritto di autore, la circolazione dei contenuti digitali, i blogger e la libertà di espressione, oltre naturalmente alle reti NGN. Ho molto apprezzato il fatto che lei scriva che il legislatore deve creare il quadro e l'Autorità garante deve interpretarlo e applicarlo. Mi permetto sommessamente anche di ricordare, se non altro a me stesso, che un'Autorità regolatrice deve assolutamente determinare gli eventi e gli scenari e non già subirli. Credo che questa sia la sfida più importante che l'attende.
Da parte nostra non possiamo che augurarle un in bocca al lupo per un viatico positivo. Grazie.

MARCO BELTRANDI. Ringrazio il professor Cardani per la sua presentazione. Devo subito porgere i complimenti alla Commissione Trasporti, perché sta operando in un modo che, per esempio, viene vietato stupidamente in Commissione di vigilanza RAI per la scelta dei membri del


Pag. 9

CdA. Naturalmente mi sembra assolutamente opportuno che, quando i membri di una Commissione devono esprimere un voto, abbiano prima la possibilità di audire coloro che quel voto vengono a chiedere. In Commissione di vigilanza ciò non si riesce a fare e me ne dispiaccio molto, perché è una situazione molto negativa, che offende anche le competenze dei parlamentari. Mi complimento, dunque, con la Commissione trasporti.
Ciò premesso, professore, io ho letto e ascoltato la sua presentazione e mi preme solo svolgere una considerazione. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni assomma una quantità di competenze di uno spessore tale che io credo sia senza pari per peso e importanza di competenze rispetto ad altre Autorità.
Lei è un economista e io ho trovato ovviamente forte traccia di ciò nelle sue brevi considerazioni. Immagino che lei, proprio da economista, conosca perfettamente le implicazioni, anche politiche e per le istituzioni democratiche, delle attività e dello sviluppo delle attività economiche. Per esempio, è del tutto evidente che, quando si parla di sviluppo della rete di nuova generazione, si parla anche della tutela dei diritti delle persone a poter comunicare e a poter usare gli strumenti.
Vorrei sottolineare che, oltre a questo aspetto, ve n'è anche un altro che ha a che fare con i diritti civili e politici dei cittadini di questo Paese e che riguarda, in particolare, tutto il mondo delle telecomunicazioni, ivi compresi gli old media come la televisione.
Le precedenti compagini dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni da questo punto di vista hanno lavorato malissimo, perché non hanno tutelato a sufficienza questi diritti. Vi è uno strettissimo intreccio tra sviluppo economico, saldezza delle istituzioni democratiche e diritti civili e politici, che io la prego di voler tenere in particolare considerazione, perché ne abbiamo assolutamente bisogno. Anche nel settore di cui lei si dovrà occupare, come mi auguro, l'Italia soffre di una violazione sistematica delle regole e dei diritti civili e politici dei cittadini. Grazie.

MARIO LOVELLI. Ringrazio anch'io il professor Cardani per la sua relazione e per questa opportunità, che è innovativa come metodo per la nostra Commissione, ma certamente anche per il Parlamento italiano. Mi auguro che sia di buon auspicio per il futuro dell'AGCOM e del nostro lavoro legislativo.
Sono stato preceduto da molti interventi e, quindi, non riprendo le questioni che sono state precedentemente sollevate dai colleghi. Naturalmente l'impostazione della sua relazione, che ha argomentato principalmente sul tema dello sviluppo di un'Agenda digitale italiana nel contesto europeo, è condivisibile. Considero questa sua visione molto importante per gli appuntamenti legislativi che ci aspettano.
Vorrei introdurre una questione che ho già sentito evocare nell'intervento precedente e sentire una sua opinione in merito. L'AGCOM ha tra le proprie competenze quella di occuparsi del sistema radiotelevisivo e, quindi, del sistema che potremmo definire ormai antico, ma che in realtà non lo è, nel quale sussistono evidentemente ancora problemi di equilibrio concorrenziale. Esiste un problema di rapporti per garantire un servizio pubblico efficiente e, quindi, un servizio universale per il cittadino, nonché un problema di rapporti fra lo Stato e l'azienda RAI e, in generale, col mondo delle imprese radiotelevisive.
Volevo chiederle, se lei pensa già di esprimersi in proposito, se ritiene che su questa materia sia utile un intervento dell'AGCOM e un'elaborazione di proposte, dal momento che, peraltro, proprio di questo tema si sta discutendo molto in questi giorni. Dovremmo passare a una fase nuova con una legislazione vecchia e sarebbe utile che l'Autorità, partendo dall'esperienza che ha accumulato e che adesso deve reinterpretare con un nuovo Consiglio, si dedicasse alla materia per offrire anche alcune ipotesi di soluzioni legislative adeguate.
Il mio è un invito. Poi naturalmente, se lei vorrà già svolgere alcune considerazioni nella seduta di oggi, gliene sarò grato.


Pag. 10

RENZO LUSETTI. Mi unisco agli apprezzamenti non formali e non di circostanza dei colleghi che mi hanno preceduto, sia per la scelta del Governo, sia per il profilo tecnico e di competenza che si evince dal suo curriculum, che lei ha opportunamente evidenziato nel suo intervento. Le rivolgo un augurio di buon lavoro. Dall'apprezzamento che si sente in questo dibattito è chiaro che ci sarà un atteggiamento positivo anche in fase di votazione.
Io ero già presente la volta scorsa, quando nominammo i rappresentanti dell'AGCOM, e non ci fu un rapporto di questo tipo. Il mio è, quindi, un apprezzamento perché va nella direzione di ciò che lei ha affermato all'inizio del suo intervento, cioè di una sorta di cooperazione significativa tra il legislatore e il regolatore, che spero possa avvenire su tutti gli argomenti di cui si è parlato.
Svolgo solo due considerazioni rapidissime. La prima riguarda la banda larga e ultralarga, un'infrastruttura di interesse pubblico e generale che deve essere sottratta all'asfissiante potere dei soli operatori telefonici, i quali cercano di ricondurre a loro stessi tutto il discorso relativo. Gli operatori sono tanti anche all'esterno e, quindi, occorre un lavoro di apertura enorme, che è il compito del regolatore.
La seconda questione riguarda un aspetto specifico. Nel 2015 si terrà l'Expo a Milano, un avvenimento che interessa tutto il nostro Paese. Siamo ormai al 2015, è dopodomani. Devo considerare che in alcune realtà geografiche, anche a Roma, oppure nei treni Frecciarossa o alla Camera stessa è ancora difficile connettersi. Se vogliamo essere pronti, bisogna che si compia una cooperazione tra regolatore e legislatore, perché ci sia veramente la possibilità per tutti di connettersi e di essere adeguati ai tempi.

SANDRA ZAMPA. Non abuserò della pazienza della Commissione. Mi unisco all'apprezzamento anche per la trasparenza e l'essenzialità della relazione che il professore ci ha proposto. Condivido del tutto l'intervento del collega Gentiloni e riprendo un punto anche dell'intervento del collega Lovelli, che riguarda la necessità, ma vedo che lei ne fa cenno, di un rapporto molto più stretto tra la Commissione e l'AGCOM. La rapidità con cui questo mondo si va trasformando deve trasformarsi in una grande rapidità anche legislativa.
In realtà, io ho preso la parola per una ragione specifica. Lei scrive che i cambiamenti porteranno un'evoluzione dei diritti e delle libertà, il che è assolutamente vero. Ciò che noi abbiamo verificato - in questo caso mi riferisco alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, una Commissione che si occupa dei minori da zero a diciotto anni - è che c'è una scarsissima attenzione al tema della tutela. Ciò che è nuovo e ciò che rivoluziona il mondo, perché questa è una rivoluzione, di cui anche noi non sappiamo esattamente gli effetti, va preso in considerazione anche da questo punto di vista.
Sono state violate alcune norme durante l'ultimo mandato dell'AGCOM. Peraltro, c'è una mozione già depositata, in cui è richiamata l'Autorità e vedo che è previsto nei compiti dell'AGCOM anche quello di curare il tema dei minori, con esclusivo riferimento, però, alla televisione.
In realtà, lei sa benissimo che la televisione ormai per i nostri bambini è archeologia. I ragazzi utilizzano tutt'altro, dai telefonini a Internet, a qualunque apparato tecnologico. I nativi digitali sono già una generazione con cui noi facciamo fatica a misurarci. Apprezzerei, quindi, molto che venisse dedicata al punto un'attenzione particolare.

PRESIDENTE. Nel cedere la parola al professor Cardani per la replica, essendo stato tirato per la giacchetta, esprimo il mio punto di vista, che ribadisco: il professor Cardani è stato indicato dal Presidente del Consiglio dei ministri a presiedere un organo che delibererà collegialmente. Non è un organo monocratico, in


Pag. 11

cui è il professor Cardani, come presidente, che decide come procedere in base ai suoi orientamenti.
Per questo motivo nell'Ufficio di presidenza ho affermato che da parte mia quest'audizione, che, come è stato ricordato da molti di voi, è un'innovazione, per lo meno per quanto riguarda l'AGCOM nella storia della Repubblica italiana, era chiaramente un'audizione di presentazione. Peraltro, il professor Cardani ci ha portato un'illustrazione più ampia, non limitandosi alla sua presentazione.
Ribadisco che, poiché non siamo al bar, ma in un'Aula parlamentare, mi sembra inopportuno, anche se so che il professor Cardani sarebbe in grado di rispondere a tutte le domande anche di maggior dettaglio rispetto a quelle poste, che lui si esponga in questa sede a fornire risposte di ulteriore dettaglio rispetto a ciò che ci ha già indicato nella relazione illustrativa.
È chiaro che tutti siamo liberi, ma penso che questo sia un fatto naturale e normale, che non deve essere vissuto, io penso, come una chiusura da parte del professor Cardani, indicato come presidente di AGCOM, nel non voler rispondere ad alcuni quesiti che sono stati avanzati. Penso che sia un fatto di correttezza innanzitutto per l'istituzione in cui è stato indicato. Sono tutti temi che affronteremo insieme, come il professore ha ricordato nella sua relazione, cammin facendo, su tutti i diversi aspetti che sono stati ricordati.
La Commissione ha già espresso, in più occasioni, su alcuni dei temi che avete affrontato specificatamente, una propria indicazione. Nei suoi molti scritti il professor Cardani ha già manifestato la sua visione dei settori economici, tra cui anche sicuramente quello che affronterà più specificatamente.
Nel ripassare a lui la parola, concedendogli cinque minuti, perché alle 16 iniziano i lavori in Assemblea, ovviamente mi associo all'approccio positivo che è stato espresso da parte di tutti i parlamentari, augurandomi che già la settimana prossima, quando terremo la votazione, si possa arrivare a un'ampia convergenza su un'indicazione che sicuramente ha tutti requisiti che dovrebbero avere anche tante altre nomine che il Governo e altre istituzioni effettuano.

ANGELO MARCELLO CARDANI, Presidente designato dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Presidente, la ringrazio, così come ringrazio tutti i membri della Commissione che hanno preso la parola e hanno usato nei miei confronti espressioni estremamente gentili. Lo apprezzo veramente.
Lei ha già enunciato un principio base: io mi appresto, con il loro consenso, a presiedere un organo non solo collegiale, ma supportato anche da un personale di 380 unità, che è incaricato di svolgere analisi, nonché di scrivere e istruire dossier. Non ho, pertanto, alcuna possibilità di avere, in questo momento, opinioni. In realtà, devo essere indipendente dalle mie stesse opinioni, che, invece, si consolideranno nel momento in cui analizzeremo i problemi, seduti tutti e cinque intorno a un tavolo.
Mi scuso, quindi, ma dovrò sorvolare su alcune domande poste, che ritengo, peraltro, pertinenti, di cui ho preso nota e che non mancherò di vagliare insieme ai miei colleghi, per portare risposte il più spesso possibile, per un motivo che traspariva in alcuni punti della mia presentazione, che vorrei riassumere in breve.
La struttura presenta enormi problemi, perché copre una gamma di settori molto ampia da un punto di vista di enunciazione statistica. Parliamo di televisione, di Internet, di radio, di poste e telecomunicazioni e chi più ne ha più ne metta. Le risposte a questi problemi sono enormemente complicate da due ordini di considerazioni.
Il primo è quello che cercavo di sottolineare. Ci avviamo a questo ecosistema digitale, che, fondendo tutto insieme, rende estremamente complessa l'analisi tecnica. La definizione di un mercato per un'analisi concorrenziale è il primo passo. Nel momento in cui un certo numero di mercati tendono a fondersi perché diventano tutti segnali - 0 e 1 - digitali, ma contemporaneamente


Pag. 12

vedono in gioco configurazioni diverse di imprese, con vocazioni relativamente differenti, si pone una difficoltà oggettiva a svolgere un lavoro di analisi e questo è un aspetto che mi preoccupa notevolmente.
Per rispondere ad alcune delle osservazioni da loro avanzate, ci sono anche difficoltà «politiche», nel senso che i valori fondamentali che sono legati a questi settori, come la cultura, la libertà di espressione, la libertà individuale, l'accesso paritario di tutti i cittadini alle stesse risorse, che conosciamo bene e che vogliamo difendere e proteggere, devono essere coniugati con un alfabeto diverso, senza abbandonarli. I confini che vanno tracciati saranno probabilmente diversi, forse non oggi o non domani, ma probabilmente dopodomani.
Per questo motivo io ritengo che, mentre nell'analisi tecnica, per dannata che sia, l'Autorità deve cavarsela e ha le forze per rinnovare, ripetere e ringiovanire l'analisi tecnica a mano a mano che le situazioni cambiano, su analisi di ordine superiore di diritti politico-civili l'Autorità ha il diritto di occuparsene solo se legittimata da una legislazione che si rinnova e che, quindi, può venire solo dal Parlamento.
Dopo aver enunciato questi princìpi generali, io non me la sentirei di scendere più nel dettaglio. Rispetto alle domande poste dall'onorevole Gentiloni, senza compromettere il giudizio dei miei colleghi, posso affermare che i tempi che abbiamo davanti per affrontare le scadenze che lei ha menzionato mi sembrano drammaticamente stretti. Per decidere che cosa faremo, lo ripeto, ho bisogno di essere insediato e di parlare soprattutto con i miei colleghi.
Non credo di avere altro da aggiungere, se non ripetere che ho preso nota e che intendo far sì che tutti, non io solo, ma anche l'intero Consiglio e i funzionari, peraltro competenti, che ci sono nell'Autorità, ci occuperemo al meglio dei vostri quesiti e torneremo a riferire non appena possibile.

PRESIDENTE. Ringrazio il professor Cardani per il suo intervento e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.

Consulta resoconti delle audizioni
Consulta gli elenchi delle audizioni