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Resoconti Stenografici delle sedi Legislativa, Redigente e Referente

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Commissione VII

37.
Mercoledì 10 ottobre 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3

Missioni e sostituzioni:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3

Proposte di legge (Seguito della discussione e approvazione): Aprea ed altri: Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali (C. 953); Angela Napoli: Disciplina del sistema nazionale di istruzione ( C. 806 ); Angela Napoli: Disciplina degli organismi di partecipazione e di responsabilità e delle strutture di supporto all'autonomia didattica, di ricerca e sviluppo delle istituzioni scolastiche ( C. 808 ); Angela Napoli: Disposizioni in materia di stato giuridico degli insegnanti e di rappresentanza sindacale nelle istituzioni scolastiche ( C. 813 ); Frassinetti: Norme concernenti gli organi collegiali di autogoverno delle istituzioni scolastiche ( C. 1199 ); De Torre ed altri: Disciplina del governo partecipato della scuola dell'autonomia ( 1262 ); De Pasquale ed altri: Disposizioni concernenti il governo partecipato della scuola dell'autonomia, la formazione degli insegnanti e il loro reclutamento ( C. 1468 ); Cota ed altri: Nuove norme per il reclutamento regionale del personale docente ( C. 1710 ); Carlucci ed altri: Norme generali sullo stato giuridico degli insegnanti delle istituzioni scolastiche e formative ( C. 4202 ); Capitanio Santolini: Disposizioni concernenti l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché la riforma dello stato giuridico dei docenti ( C. 4896 ); Centemero: Norme concernenti l'organizzazione e l'autogoverno delle istituzioni scolastiche ( 5061 ); Di Pietro ed altri: Norme per l'autogoverno del sistema educativo di istruzione e formazione nonché in materia di organizzazione delle istituzioni scolastiche, formazione e reclutamento del personale docente e istituzione di un'area contrattuale specifica per il personale del comparto della scuola ( C.5075 ):

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3 11 13
Barbieri Emerenzio (PdL), Relatore ... 13
Capitanio Santolini Luisa (UdCpTP) ... 5
Centemero Elena (PdL) ... 11
Coscia Maria (PD) ... 8
Goisis Paola (LNP) ... 7
Granata Benedetto Fabio (FLpTP) ... 12
Rossi Doria Marco, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca ... 12
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 4

Votazione nominale:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 14

ALLEGATO: Dichiarazione di voto dell'onorevole Maria Coscia ... 15

[Avanti]
COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

SEDE LEGISLATIVA


Seduta di mercoledì 10 ottobre 2012


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA GHIZZONI

La seduta comincia alle 14,30.

(La Commissione approva il verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, ai sensi dell'articolo 65, comma 2 del Regolamento, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Missioni e sostituzioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Colucci è in missione.
Comunico altresì, che, ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del Regolamento, il deputato Crimi è sostituito dal deputato De Angelis e il deputato Rampelli è sostituito dal deputato Vella.

Seguito della discussione delle proposte di legge Aprea ed altri: Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali (C. 953); Angela Napoli: Disciplina del sistema nazionale di istruzione (C. 806); Angela Napoli: Disciplina degli organismi di partecipazione e di responsabilità e delle strutture di supporto all'autonomia didattica, di ricerca e sviluppo delle istituzioni scolastiche (C.808); Angela Napoli: Disposizioni in materia di stato giuridico degli insegnanti e di rappresentanza sindacale nelle istituzioni scolastiche (C.813); Frassinetti: Norme concernenti gli organi collegiali di autogoverno delle istituzioni scolastiche (C. 1199); De Torre ed altri: Disciplina del governo partecipato della scuola dell'autonomia (C.1262); De Pasquale ed altri: Disposizioni concernenti il governo partecipato della scuola dell'autonomia, la formazione degli insegnanti e il loro reclutamento (C.1468); Cota ed altri: Nuove norme per il reclutamento regionale del personale docente (C.1710); Carlucci ed altri: Norme generali sullo stato giuridico degli insegnanti delle istituzioni scolastiche e formative (C.4202); Capitanio Santolini: Disposizioni concernenti l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché la riforma dello stato giuridico dei docenti (C.4896); Centemero: Norme concernenti l'organizzazione e l'autogoverno delle istituzioni scolastiche (C.5061); Di Pietro ed altri: Norme per l'autogoverno del sistema educativo di istruzione e formazione nonché in materia di organizzazione delle istituzioni scolastiche, formazione e reclutamento del personale docente e istituzione di un'area contrattuale specifica per il personale del comparto della scuola (C. 5075).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle abbinate proposte di legge d'iniziativa dei deputati Aprea ed altri: «Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali»; Angela Napoli: «Disciplina del sistema nazionale di istruzione»; Angela Napoli: «Disciplina degli organismi di partecipazione e di responsabilità e delle strutture di supporto


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all'autonomia didattica, di ricerca e sviluppo delle istituzioni scolastiche»; Angela Napoli: «Disposizioni in materia di stato giuridico degli insegnanti e di rappresentanza sindacale nelle istituzioni scolastiche»; Frassinetti: «Norme concernenti gli organi collegiali di autogoverno delle istituzioni scolastiche», De Torre ed altri: «Disciplina del governo partecipato della scuola dell'autonomia»; De Pasquale ed altri: «Disposizioni concernenti il governo partecipato della scuola dell'autonomia, la formazione degli insegnanti e il loro reclutamento»; Cota ed altri: «Nuove norme per il reclutamento regionale del personale docente»; Carlucci ed altri: «Norme generali sullo stato giuridico degli insegnanti delle istituzioni scolastiche e formative»; Capitanio Santolini: «Disposizioni concernenti l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché la riforma dello stato giuridico dei docenti»; Centemero: «Norme concernenti l'organizzazione e l'autogoverno delle istituzioni scolastiche»; Di Pietro ed altri: «Norme per l'autogoverno del sistema educativo di istruzione e formazione nonché in materia di organizzazione delle istituzioni scolastiche, formazione e reclutamento del personale docente e istituzione di un'area contrattuale specifica per il personale del comparto della scuola».
Avverto che non sono stati presentati ordini del giorno al testo unificato in esame.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

PIERFELICE ZAZZERA. Siamo giunti alla giornata conclusiva del percorso di esame del provvedimento, che arriva al traguardo finale in Commissione. Noi di Italia dei Valori abbiamo espresso la nostra opinione al riguardo sin dall'inizio. È vero che il provvedimento ha iniziato il suo iter quattro anni fa e che nel frattempo ha subito modifiche, ma queste modifiche non ne hanno cambiato l'impianto e la base e oggi il provvedimento, sotto mentite spoglie, sarà approvato in Commissione.
Nonostante il fatto che il testo non sia rimasto uguale a quello presentato quattro anni fa, Italia dei Valori ribadisce il suo voto contrario, perché esso contiene norme contro la scuola e contro gli articoli 3, 33 e 34 della nostra Carta costituzionale, come abbiamo già affermato nella pregiudiziale di costituzionalità. In corso d'opera il testo ha sì subito qualche correzione, ma si è trattato di correzioni dovute a errori evidenti. Mi riferisco al riferimento all'articolo 117 della Costituzione sull'autonomia scolastica, che avete dovuto eliminare dal testo, oppure all'ingresso nel consiglio dell'autonomia del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), che avevate dimenticato.
I pilastri della legge non sono però stati modificati e questo ci permette di dichiararci contrari, perché non condividiamo né il metodo utilizzato né il merito della questione. Nel metodo, la nuova maggioranza che governa questo Parlamento ha deciso di accelerare l'iter di approvazione del provvedimento, che nell'arco di breve tempo si è concluso almeno alla Camera, senza una discussione aperta con il mondo della scuola.
Come vi sta dicendo in queste ore l'intero mondo della scuola, avete chiuso le porte al dibattito, al confronto e alla possibilità di procedere ad audizioni su un testo che non è più quello su cui ci siamo confrontati inizialmente. Chi sta ascoltando il mondo della scuola sente questo disagio. Quaranta deputati stanno decidendo senza aprire un vero confronto sulla governance e sulla riforma della scuola.
Dico al Governo che credo nella necessità per il Paese di riformare la scuola, però ciò non può avvenire «a pezzetti». O decidiamo di riformare la scuola nel suo insieme o continueremo a mettere toppe su buchi che si apriranno nuovamente. Oggi voi affrontate il problema della governance, ma non affrontate il tema del reclutamento e del profilo giuridico dei docenti. Questa non è una riforma della scuola e del resto questo Governo tecnico non avrebbe potuto adottare una riforma vera e propria.


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Non essendo un Governo politico, vorremmo prima conoscere le sue idee. Il Governo tecnico usa gli strumenti per riparare il danno, ma non ci dice come. Noi, invece, vorremmo sapere quale sia l'idea politica che sottende alla riforma della scuola. Non tutti la pensano alla stessa maniera. Noi di Italia dei Valori riteniamo che la scuola si possa riformare, ma solo ricollocandola sul binario della nostra Carta costituzionale. Si parte da lì e io vorrei sapere dall'attuale Governo tecnico se intenda rimettere sul binario della Costituzione il nostro sistema scolastico e se intenda restituire alla scuola le risorse che il precedente Governo ha tagliato.
Non siamo d'accordo nel metodo, quindi, perché avete deciso di approvare la riforma nel chiuso della Commissione, senza coinvolgere il mondo della scuola, che oggi grida e scende in piazza per contestare le scelte del Governo e del Ministro Profumo. Avete deciso di farlo qui dentro, effettuando in molti casi forzature.
Nel merito, qualcuno potrebbe dire che il testo non corrisponde alla proposta di legge Aprea. Io credo che il nemico si riesca a evitare quando lo si riconosce e nella precedente versione il nemico era ben visibile. La proposta di legge Aprea, infatti, parlava in modo chiaro di trasformazione delle scuole in fondazioni o di chiamata diretta degli insegnanti. Il testo attuale lascia invece aperta una serie di equivoci e di problemi che non vengono affrontati e che domani piomberanno sul mondo della scuola e sui docenti che sono già in trincea.
La prima questione riguarda la redazione degli statuti scolastici, che saranno elaborati autonomamente dagli istituti scolastici, a difesa del proprio «orticello». Ognuno elaborerà il proprio statuto come meglio riterrà, perché non c'è alcun organo che eserciti un'azione di controllo e possa certificare che sia rispettato il percorso sancito dalla Costituzione a garanzia dell'unitarietà e uniformità dell'offerta formativa nel nostro Paese. Si va, quindi, verso la «balcanizzazione» della scuola.
Dal punto di vista della futura governance, alcune modifiche lessicali lasciano intendere cosa ci sia alla base del provvedimento. Il passaggio dagli organi collegiali - definizione che ha in sé un significato di tipo orizzontale e partecipato - ai consigli mostra che stiamo trasformando la scuola da istituzione in ente che offre servizi e che, in quanto tale, ha bisogno di un consiglio di amministrazione. Non servono più organi che garantiscano l'istituzione scolastica così come sancita dalla Costituzione, ma consigli di amministrazione.
Inoltre, nel consiglio dell'autonomia avete deciso di mettere in minoranza il corpo docente, già umiliato dai tagli effettuati dal precedente Governo e dal modo in cui è stato dipinto in questi anni, in cui è stata creata la figura di un dirigente scolastico ipertrofico e dotato di molti più poteri e si sono fatti entrare soggetti esterni. In questo modo mettete in discussione la libertà di insegnamento.
I privati e le fondazioni, che potranno finanziare la scuola, finiranno con il modificarne il ruolo fondamentale sancito dalla Costituzione, che è quello di rendere applicabile il comma 2 dell'articolo 3 della Costituzione e consentire la rimozione degli ostacoli all'eguaglianza dei cittadini.
Con questa legge aprite la strada alle scuole di serie A per i ricchi e alle scuole di serie B per i poveri, esattamente come succede negli Stati Uniti d'America e come noi non vorremmo mai succedesse nel nostro Paese.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Rispondo molto sinteticamente al collega Zazzera. Non siamo d'accordo su alcuna questione e ciò mi sembra evidente.
Sono quattro anni che dibattiamo sul problema della scuola. Siamo arrivati a fine legislatura e mi sembra un ottimo risultato. A difendere il testo sono in molti, qualunque cosa dica il collega. Evidentemente frequentiamo ambienti diversi. Io convoco regolarmente una consulta composta da cinquanta soggetti e


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all'unanimità mi è stato detto che questo testo deve essere difeso. Abbiamo certamente referenti diversi.
Di sicuro potevamo fare meglio, ma credo che abbiamo ottenuto un ottimo risultato. Contesto il fatto che i pilastri della legge non siano stati modificati. Abbiamo introdotto due grandi novità - è questo che dà fastidio al collega Zazzera - che costituiscono nuovi pilastri. Mi riferisco alla redazione degli statuti e al nucleo di autovalutazione. Si tratta di due grandissime novità e al collega Zazzera, che seguita a dire che gli statuti provocheranno la «balcanizzazione» della scuola perché non c'è controllo dall'alto, rispondo che questa sua affermazione dimostra grande sfiducia nei confronti delle scuole.
Credo che le scuole si dovrebbero ribellare a questo tipo di osservazioni. Le scuole sono in grado di scrivere statuti, sono in grado di approvarli e di applicarli e non c'è alcun bisogno di un controllo dall'alto, perché questo verrà dal basso, dalle componenti della scuola, cioè dagli studenti in prima fila, dagli insegnanti e dalle famiglie. La «balcanizzazione» della scuola è un fantasma che si agita quando non si ha molto da dire. Come ripeto, gli statuti rappresentano una grandissima innovazione.
Il collega Zazzera sa, inoltre, che non abbiamo parlato di reclutamento, formazione e profilo degli insegnanti perché era stato deciso che questi argomenti non dovessero essere trattati. Era stato voluto dal precedente Governo ed è stato ribadito da quello in carica che formazione e reclutamento degli insegnanti dovevano essere espunti da tale dibattito. La precedente formulazione del testo comprendeva tutto e anche la proposta di legge a mia prima firma trattava il tema della carriera dei docenti e del reclutamento. Abbiamo preso questa decisione su precisa richiesta, ma non abbiamo tolto nulla alla bontà di una legge che riguarda la governance della scuola ed è attesa da trent'anni.
I consigli distrettuali e provinciali non vengono più convocati perché non si sa più quale indirizzo e quale ruolo abbiano. Era assolutamente necessario regolamentare questi aspetti. È vero che i docenti sono in trincea, ma ci sono per altre questioni, non in relazione a tale provvedimento. Certo, se qualcuno agita il fantasma della «balcanizzazione» troverà sempre un seguito, ma i docenti sono in trincea per altre questioni che conosciamo molto bene.
La scuola non è un consiglio di amministrazione né un ente che eroga servizi, tant'è vero che la creazione delle fondazioni, che secondo me è un'ottima idea, è offerta alle scuole come possibilità. C'è una scuola che funziona e che potrà avere accanto, se lo desidera, fondazioni che potranno contribuire a migliorare l'offerta educativa e a rafforzare la capacità degli istituti di svolgere il proprio compito.
Mi pare chiaro che il provvedimento preveda un'idea di scuola sempre più autonoma, così come previsto da leggi dello Stato italiano mai applicate. La scuola non è ancora sufficientemente autonoma e lo dovrà diventare di più. Dobbiamo, quindi, dare spinte, ragioni, motivazioni ed entusiasmo ai docenti affinché siano referenti e responsabili degli istituti scolastici dove lavorano. Non si può continuamente pensare a una scuola che faccia capo a un «mega-Ministero», a un pensiero unico, a un unico referente e a uniche regole. Questo significherebbe la morte della scuola.
Non per niente, onorevole Zazzera, gli studenti italiani sono agli ultimi posti delle classifiche OCSE. Ciò vuol dire che così la scuola non funziona. Dobbiamo cercare di migliorarla su tutti i fronti: quello dei docenti, lavorando certamente anche su reclutamento, formazione e carriera; quello dei dirigenti, che dovranno assumersi le proprie responsabilità ed essere valutati per il lavoro che fanno; quello degli studenti, che dovranno impegnarsi maggiormente per competere a livello internazionale; quello delle famiglie, che si devono assumere il rischio educativo dei propri figli.
Io credo che questo sia un primo passo. Per tranquillizzare il nostro collega, è previsto che fra due anni la legge sarà sottoposta a monitoraggio e verificata, e se


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qualcosa non avrà funzionato sarà tranquillamente e serenamente modificata. Credo che questo dovrebbe tranquillizzare tutti coloro che la criticano.
Il nostro voto sarà convintamente positivo. Ringrazio tutti i colleghi, a cominciare dall'ex presidente Valentina Aprea e dall'attuale presidente Ghizzoni, che hanno dimostrato buona volontà, grande attenzione e voglia di far elaborare in quest'aula un testo condiviso.

PAOLA GOISIS. La nostra posizione, come sapete, è critica nei confronti del provvedimento.
Nel 2008 siamo partiti con la volontà di pervenire a una legge che soddisfacesse anche le esigenze e le aspettative dei vari gruppi politici, ma questo testo ci sembra uno scippo. Sono state apportate modifiche alle proposte depositate e ne è stata estrapolata un'altra. Noi volevamo offrire alla scuola il nostro contributo, trovando una soluzione che prendesse in considerazione tutte le istanze che provenivano dal territorio. Questa legge invece è un ibrido. Accontenta le richieste della destra e della sinistra passando per l'UdC, ma lascia fuori altri partiti che, pur avendo la propria rappresentanza nei territori, non vengono rappresentati dal provvedimento.
D'altra parte, la questione che ci interessava di più, cioè il reclutamento degli insegnanti, è stata eliminata. È evidente che è stata compiuta una scelta, che però ci induce a votare contro il provvedimento. Capisco che la maggioranza, essendosi formata solo da un anno, avesse l'esigenza di mettere d'accordo partiti con anime molto diverse, ma è per questo che il risultato è un ibrido. Il Governo aveva già dimostrato di non volere tener conto delle motivazioni che avevano originato la riforma del Titolo V della Costituzione e oggi ne abbiamo avuto l'ennesima prova. La volontà del Governo è quella di tenere in considerazione solo alcuni aspetti, dimenticando invece ciò per cui noi ci siamo sempre battuti.
Rimane aperto un altro problema che per noi è sempre stato fondamentale, e cioè il ruolo dei docenti. Durante la discussione abbiamo usato spesso il termine «umiliazione». I docenti sono stati profondamente umiliati nel momento in cui sono stati relegati a svolgerle un ruolo meramente esecutivo. Se da una parte la Costituzione parla di libertà di insegnamento, dall'altra il piano dell'offerta formativa viene solo elaborato dai docenti e sappiamo che si tratta di una proposta che sarà corretta e rivista. Il vero ruolo nella pianificazione dell'offerta formativa è stato riservato ad altri organi, come il cosiddetto consiglio dell'autonomia.
Tale organo è la dimostrazione del fatto che in fondo si punta a eliminare le norme contenute nei decreti delegati degli anni Settanta, che avevano cercato di rendere collegiali gli organi scolastici. La collegialità viene mortificata, se è vero che il consiglio dell'autonomia sarà costituito da nove a tredici persone, sulle oltre mille che talvolta compongono un istituto.
Tutto il progetto scolastico sarà deciso da questo piccolo gruppo, all'interno del quale i docenti sono davvero una minoranza. Siamo assolutamente contrari sul fatto che soltanto tre docenti avranno la possibilità di incidere sulle scelte che saranno compiute dal cosiddetto manager, perché siamo stati insegnanti e abbiamo vissuto nella scuola, registrando sofferenze e interferenze da parte di persone esterne alla scuola stessa.
Sono stata spesso critica nei confronti della scuola e di quegli insegnanti che rinunciano al loro ruolo educativo per concentrarsi esclusivamente sulla didattica, anche di fronte a problemi come quello del bullismo. È altrettanto vero, però, che gli insegnanti, in questi anni, sono stati spesso lasciati soli e che hanno finito per auto-esiliarsi nella difesa della loro posizione con l'avallo dei sindacati. Il ruolo dell'insegnante è stato sempre più mortificato.
Con tale provvedimento si recita il de profundis sul ruolo e sul valore degli insegnanti. Ufficialmente si dice loro che sono autonomi nelle scelte didattiche e che opereranno nel consiglio dell'autonomia. In realtà, i docenti sono definitivamente relegati


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al ruolo di semplici esecutori di volontà altrui. Basterebbe solo questo per indurci a votare contro.
Per quanto riguarda la questione relativa agli statuti, non ci dichiariamo contrari come il collega Zazzera, perché non è detto che uno statuto unico per tutte le scuole possa funzionare, in una penisola così diversificata a livello regionale. Non mi sento di esprimere un giudizio negativo, ma voglio sottolineare il fatto che i soggetti esterni che entreranno a far parte del consiglio dell'autonomia potranno interferire soprattutto laddove porteranno finanziamenti.
È vero che lo Stato finanzia sempre meno la scuola e le scuole, ma secondo me ci si dovrebbe battere perché la scuola italiana non sia inferiore agli altri Paesi europei in termini di stanziamento di fondi. Vorremmo che si insistesse affinché la scuola e l'istruzione non siano considerate come una spesa, ma come un investimento. La scuola e l'istruzione devono essere messe al primo posto per garantire un futuro ai nostri giovani.
I finanziamenti sono indispensabili per fornire una ricca offerta formativa, ma fanno paura anche a noi i finanziamenti che provengono dall'esterno, perché ci potrebbe essere uno scambio tra soldi e scelte educative. Bisognerebbe trovare un correttivo affinché i finanziatori non pretendano di avere voce in capitolo o di interferire. L'autonomia è tale se viene riconosciuto il ruolo del docente, se viene lasciata libertà nelle scelte didattiche e se la programmazione non è soggetta a ingerenze esterne. Per questi motivi preannunzio il nostro voto contrario sul provvedimento.

MARIA COSCIA. Cari colleghi e colleghe, ci accingiamo ad approvare il testo di un provvedimento che ha avuto una lunga gestazione. Il testo fa riferimento a ben undici proposte di legge, di cui due presentate da deputate e deputati del Partito Democratico. La seduta nella quale è iniziato l'iter del provvedimento risale a quattro anni fa. Si trattava di proposte che affrontavano vari temi relativi all'assetto delle istituzioni scolastiche, non solo, quindi, gli organi di autogoverno, ma anche altri temi importanti e complessi come quello dello stato giuridico e del reclutamento del personale.
Le proposte partivano da visioni diverse. La nostra visione era ed è sicuramente alternativa a quella contenuta nella proposta del gruppo del PdL, che aveva come prima firmataria l'onorevole Aprea. Nel corso di questi anni ci siamo confrontati e scontrati in innumerevoli sedute, sia in sede di Comitato ristretto sia in seduta plenaria. Abbiamo chiesto e ottenuto di promuovere l'ascolto del mondo della scuola attraverso numerose audizioni con le realtà sindacali e associative rappresentative dei lavoratori, dei genitori e degli studenti, con esperti e rappresentanti di esperienze significative di singole istituzioni scolastiche e così via.
Dal mondo della scuola sono venute molte critiche al testo originario, soprattutto sui punti relativi alle fondazioni ed al reclutamento del personale. Sono arrivate anche proposte, che hanno rafforzato la nostra convinzione che per difendere e sviluppare la scuola statale occorra cambiare profondamente il nostro sistema dell'istruzione, battere una visione e una gestione centralistica e burocratica, puntare su un nuovo assetto che sia capace di salvaguardare e rafforzare il sistema nazionale di istruzione, con l'attuazione concreta dell'autonomia scolastica per renderlo più moderno, semplificato e sburocratizzato, in linea, cioè, con le indicazioni e gli obiettivi europei, e capace di garantire pari diritti e opportunità di istruzione e formazione in tutto il territorio a tutti i bambini e le bambine, a tutti i ragazzi e le ragazze - non uno di meno - italiani e non presenti nel nostro Paese.
Noi pensiamo a un'autonomia scolastica non autoreferenziale e autarchica, non gerarchizzata o aziendalistica, ma a un'autonomia che, nella chiarezza dei compiti e delle funzioni dei vari organi, sia sempre più capace di sviluppare le proprie potenzialità democratiche, di apertura e di partecipazione in relazione con il territorio, un'autonomia che pratichi e realizzi


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una scuola capace di valorizzare e far dialogare, nel rispetto della libertà di insegnamento e delle prerogative di ciascuna componente, insegnanti, personale non docente, studenti, genitori, dirigenti scolastici, e che non perda mai di vista il fatto che il centro della scuola devono essere gli alunni - tutti gli alunni e non uno di meno -, i quali devono poter esercitare il loro diritto all'apprendimento e al successo scolastico.
Nel corso dell'esame del provvedimento vi è stata una rottura nella vecchia maggioranza che ha fermato i lavori, ma nei mesi successivi si è verificato un fatto nuovo. È caduto, come è noto, il Governo Berlusconi ed è nato il Governo tecnico. Noi abbiamo ritenuto di non sottrarci all'invito dell'ex presidente della Commissione Aprea di riavviare l'iter del provvedimento. Prima di riprendere la discussione, abbiamo però posto la condizione di circoscrivere il provvedimento al tema degli organi di autogoverno delle istituzioni scolastiche perché, a nostro avviso, era il punto più urgente da affrontare, tenuto conto che la legislazione vigente ha diversi aspetti contraddittori, che complicano e determinano confusione e incertezza nella vita democratica e nella gestione quotidiana delle scuole, strette tra la vecchia normativa sugli organi collegiali degli anni Settanta (decreto del Presidente della Repubblica n. 416 del 1974, ripreso integralmente vent'anni dopo nel decreto legislativo n. 297 del 1994) e le successive norme sull'autonomia scolastica (articolo 21 della legge n. 59 del 1997, decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 e Titolo V della Costituzione). Per noi, poi, era ed è molto importante definire norme e strumenti nuovi anche per rilanciare la partecipazione, che con il passare degli anni si è sempre più affievolita.
Ho voluto svolgere questa breve cronistoria perché avverto l'esigenza di fare chiarezza e dare conto della trasparenza e della coerenza con cui il Partito Democratico ha voluto dare un contributo fattivo, direi decisivo, per modificare il testo base, facendosi anche portavoce di tante proposte che sono venute sia nelle audizioni sia a seguito del confronto con il mondo della scuola e che come Partito Democratico abbiamo anche parallelamente promosso con le nostre iniziative in assemblee, incontri, seminari e convegni.
Abbiamo dunque voluto svolgere fino in fondo il nostro dovere istituzionale. L'Italia dei Valori, del tutto legittimamente, ha invece scelto una linea di opposizione frontale e pregiudiziale al provvedimento, non partecipando neanche ai lavori del Comitato ristretto. Devo anche dire che molti degli emendamenti presentati dal collega Zazzera erano semplicemente soppressivi degli articoli del provvedimento; altri emendamenti erano in contraddizione tra loro. Ciononostante, abbiamo cercato di interloquire e anche di accogliere alcune proposte.
Mi dispiace molto, ma sono costretta ancora una volta, anche per le recenti dichiarazioni pubbliche, a stigmatizzare il comportamento demagogico e strumentale del collega Zazzera, che, facendo leva sul diffuso e giustificato malessere presente nel mondo della scuola, tende a seminare confusione e disinformazione.
Sappiamo che il mondo della scuola è molto provato dai tagli sciagurati voluti dal precedente Governo di centrodestra, che hanno creato una situazione di gravissima difficoltà nella nostra scuola pubblica, scelte sciagurate che noi non solo non abbiamo condiviso, ma abbiamo contrastato con forza. Le scuole, dunque, attraversano una fase molto critica e di grave difficoltà e tutto questo rende difficile intervenire. Nelle scuole prevale una sorta di diffidenza e vi è minore disponibilità ad approfondire e ad esaminare il testo con serenità. Ciononostante, mi auguro che anche al Senato si avvii una fase di ascolto per migliorare il testo che ci accingiamo ad approvare.
Ci siamo assunti la responsabilità di sostenere un Governo tecnico, perché siamo consapevoli della grave crisi finanziaria che il Paese sta vivendo, ma pensiamo anche e siamo convinti che l'istruzione sia la leva fondamentale per uscire dalla crisi e per costruire un nuovo futuro per il nostro Paese e per i nostri giovani.


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Per questo continuiamo a batterci, anche presentando proposte emendative ai vari provvedimenti proposti dal Governo, non solo per bloccare i tagli, ma anche per invertire la tendenza e promuovere maggiori investimenti e più risorse per la scuola. Pensiamo, però, che, tanto più in questo contesto, occorra assumere un comportamento responsabile e propositivo e che questo provvedimento possa essere utile a tal fine.
Sul merito del provvedimento, ribadisco ancora una volta in modo forte e chiaro che è stata sconfitta la linea aziendalista. In particolare, non è più contenuta nel provvedimento la norma che consentiva la trasformazione delle scuole in fondazioni, né quella che prevede la chiamata diretta degli insegnanti, anche perché non c'è più il capitolo sul reclutamento del personale. Ribadisco, dunque, se ce ne fosse ancora bisogno, che non c'è nel testo alcuna norma che induca a privatizzare la scuola statale. Chi continua, dentro e fuori il Parlamento, a sostenere questa tesi dice il falso e fa disinformazione. Invito tutti a leggere quello che è scritto nel testo e a valutarlo, se si ritiene, anche criticamente, ma attenendosi a quanto è scritto.
Cosa prevede, dunque, il testo? Voglio sottolineare alcuni punti che mi sembrano particolarmente rilevanti, anche alla luce degli emendamenti che abbiamo approvato nelle precedenti sedute. Uno di essi è la conferma dell'autonomia delle istituzioni scolastiche quali parti fondamentali del sistema unitario nazionale dell'istruzione. È vero che c'è un'importante novità, l'autonomia statutaria, ma è scritto con chiarezza che le istituzioni scolastiche devono esercitarla nel rispetto delle leggi e delle competenze dello Stato, a partire ovviamente dalla nostra Costituzione fino alle norme specifiche contenute nel provvedimento, che definisce vincoli e regole stringenti sugli organi, sulla loro composizione, sulle loro funzioni e sulle garanzie di rappresentanza e partecipazione di tutte le componenti della scuola.
Altro punto è l'individuazione degli organi di autogoverno: il consiglio dell'autonomia con funzioni di indirizzo; il consiglio dei docenti con funzioni didattiche ed educative; il dirigente scolastico con funzioni di gestione, di cui risponde agli organi collegiali. Per eliminare ogni rischio di affermare una visione aziendalistica e gerarchizzata della scuola, abbiamo anche reinserito nel testo il consiglio di classe.
Mi sembra particolarmente importante sottolineare che il consiglio dell'autonomia è presieduto da un genitore ed è composto da tutti i rappresentanti delle componenti della scuola in modo paritario. Tra i suoi compiti più importanti voglio ricordare l'adozione dello statuto, che deve essere approvato almeno dai due terzi dei componenti. L'idea di fondo è quella di affermare il concetto di scuola-comunità e di far sì che lo statuto diventi uno strumento importante per avviare una nuova fase costituente delle istituzioni scolastiche e della scuola democratica. C'è quindi lo spazio per avviare una fase nuova di rilancio e di sviluppo e non solo di difesa della nostra scuola pubblica.
In conclusione, voglio ringraziare tutte le parlamentari e i parlamentari del mio gruppo e, in particolare, le colleghe che hanno partecipato al Comitato ristretto, Rosa De Pasquale, Letizia De Torre, Caterina Pes e Alessandra Siragusa, che prima ancora di essere deputate sono donne di scuola che vogliono bene alla scuola pubblica e ci credono. Per questo motivo si sono impegnate più di altri con molta convinzione e hanno voluto dare un contributo competente e appassionato.
Ringrazio la collega Capitanio Santolini e il relatore Barbieri, con cui abbiamo condiviso in particolare la fase relativa all'elaborazione delle proposte emendative. Ringrazio il Governo e il sottosegretario Rossi Doria, che con pazienza ci ha seguito. Infine, permettetemi di ringraziare la presidente Ghizzoni, che con grande equilibrio ha presieduto e accompagnato i lavori della Commissione, consentendo a tutti i gruppi tempo e spazio per sostenere le proprie proposte.
Per tutte queste ragioni preannunzio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico. Signor presidente, chiedo quindi che la presidenza autorizzi la pubblicazione


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in allegato al resoconto della seduta odierna del testo del mio intervento per dichiarazione di voto, al quale rinvio per ulteriori osservazioni.

PRESIDENTE. Onorevole Coscia, la presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti (vedi allegato).

ELENA CENTEMERO. Preannuncio il nostro voto assolutamente a favore del testo unificato elaborato sulla base delle proposte di legge presentate, tra cui ricordo in particolare la C. 953, che reca come prima firma quella dell'onorevole Valentina Aprea. L'onorevole Aprea è stata presidente di questa Commissione e si è spesa con tutte le forze fin dall'inizio della legislatura per far sì che questo atto legislativo, che incide sulla governance della scuola, divenisse per le nostre istituzioni scolastiche uno strumento operativo in grado di renderla non solo comunità di docenti, di discenti e di genitori, ma soprattutto comunità in stretto rapporto con il territorio e centrata sull'alunno.
Negli interventi precedenti sono stati ricordati alcuni passaggi normativi che hanno permesso l'elaborazione di un provvedimento fondamentale per le scuole e per il nostro sistema di istruzione nazionale. È stato ricordato l'articolo 21 della legge n. 59 del 1997, cosiddetta Bassanini, e il regolamento sull'autonomia scolastica, il decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999. Si tratta dei presupposti legislativi della nuova «legge Aprea» - consentitemi di darle questo nome, in omaggio all'impegno dalla nostra ex presidente - sulla governance della scuola.
Voglio ricordare un aspetto fondamentale del regolamento attuativo dell'autonomia scolastica. L'autonomia è da intendersi non come un fine, ma come un mezzo per realizzare, attraverso interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana - così recita l'articolo 1 del il decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 -, il successo formativo dei soggetti coinvolti. Per far sì che questo principio di uguaglianza, di equità e di inclusione sociale possa attuarsi, la scuola deve dotarsi di una governance efficiente.
Il testo unificato recante norme sull'autogoverno della scuola è stato elaborato con il grande sforzo e l'accordo di tutte le forze politiche che mi hanno preceduto nella dichiarazione di voto, ad eccezione di Italia dei Valori. Il provvedimento è particolarmente importante perché si colloca a più di un ventennio di distanza dall'introduzione del principio dell'autonomia, che in questi giorni sembra quasi appartenere a un'altra stagione politica. Come forze politiche noi dovremmo invece chiedere con forza le risorse affinché tale principio possa realmente attuarsi.
Dopo quindici anni dalla legge istitutiva dell'autonomia, si concretizza finalmente il percorso di cambiamento dei decreti delegati degli anni Settanta, che hanno governato la scuola per quasi quarant'anni, regolando esclusivamente la dimensione partecipativa. Con questa nuova legge la scuola diventa più moderna, più efficace e, come ricordava prima l'onorevole Coscia, assume un taglio più europeo, più in linea con la strategia «Europa 2020», e questo grazie al rafforzamento dell'autonomia organizzativa e didattica. Ricordo che il decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 metteva in luce sia l'autonomia organizzativa e didattica sia l'autonomia di ricerca, di sperimentazione e di sviluppo.
Uno dei pilastri del provvedimento, come è stato ribadito anche in precedenti interventi, è l'autonomia statutaria delle istituzioni scolastiche, che consente loro di regolare l'istituzione, la composizione e il funzionamento degli organi interni, nonché le forme e le modalità di partecipazione della comunità scolastica. Ciò non avviene, però, in isolamento, ma in stretto rapporto con due componenti fondamentali per la realizzazione del successo formativo dei nostri studenti e dell'autonomia scolastica e cioè il territorio, grazie agli accordi con università, enti locali, associazioni di categoria e imprese, e le famiglie.
Gli organi collegiali, infatti, sono chiamati a promuovere il patto educativo tra scuola, studenti, famiglie e comunità locale,


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valorizzando il diritto all'apprendimento e alla partecipazione degli alunni alla vita della scuola e le azioni formative ed educative in rete nel territorio. Aspetto centrale della legge sull'autonomia era proprio la possibilità di fare rete tra le scuole e all'interno della comunità. A tal fine, il contributo delle diverse realtà culturali, sociali, professionali e dei servizi, ciascuna secondo i propri compiti e le proprie attribuzioni, diventa fondamentale in virtù del principio della sussidiarietà orizzontale.
Altro pilastro della proposta di legge è la distinzione tra funzioni di indirizzo e gestione e funzioni tecniche. Il consiglio dell'autonomia diviene l'organo di governo della scuola. Adotta lo statuto, approva accordi e convenzioni, definisce la partecipazione a reti e consorzi e attua il piano dell'offerta formativa. Per quanto riguarda il consiglio dei docenti e le sue articolazioni, ricordo che tali articolazioni erano già previste dai regolamenti della riforma della scuola secondaria di secondo grado del Ministro Gelmini. La nuova legge le recepisce quali sedi in cui definire la programmazione dell'attività didattica, la valutazione collegiale dei docenti e il rapporto con le famiglie. La legge indica, quindi, i principi a cui le scuole devono attenersi e demanda le regole di funzionamento allo statuto e ai regolamenti che ne discendono.
Il terzo pilastro è rappresentato dal nucleo di autovalutazione del funzionamento dell'istituto, che affida alle scuole la responsabilità di autovalutarsi in raccordo con l'INVALSI. Il tema della valutazione è di grande importanza e spero che presto si aprano le porte a un vero e proprio regolamento sulla valutazione, accanto alla riforma del reclutamento dei docenti, argomento che non è stato inserito all'interno del testo condiviso, ma che compariva nell'originaria proposta di legge Aprea.
Il nucleo di autovalutazione è un passo verso il superamento di quella autoreferenzialità radicata nelle nostre scuole e permetterà la rielaborazione del piano dell'offerta formativa e del programma annuale anche in relazione alle risorse disponibili. A questo occorre però affiancare una valutazione esterna, insieme allo sviluppo del Sistema nazionale di valutazione.
Nasce, infine, una rappresentanza istituzionale nazionale delle scuole autonome, cioè il Consiglio nazionale delle autonomie scolastiche, organo di partecipazione e di corresponsabilità tra Stato, regioni, enti locali e autonomie scolastiche nel governo del sistema nazionale di istruzione. Tale organo garantisce la tutela della libertà di insegnamento, la qualità della scuola italiana e l'autonomia delle istituzioni scolastiche.
Concludo augurandomi che il testo, frutto della condivisione di tutti i colleghi, che ringrazio a nome dell'onorevole Aprea per lo sforzo con cui hanno concorso a realizzarlo, segua al Senato un iter veloce e, attraverso l'ulteriore confronto con il mondo della scuola e tra le diverse forze parlamentari, possa finalmente diventare legge dello Stato.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Abbiamo seguito il complesso iter del provvedimento, su cui la Commissione si è molto impegnata, e nel corso di questi mesi abbiamo avuto riscontro, all'interno del gruppo parlamentare di Futuro e libertà, di alcune criticità.
Riteniamo, quindi, di dover esprimere un voto di astensione e, come richiesto dal gruppo, di rimettere ad approfondimenti successivi, probabilmente nella sede del Senato, le ulteriori valutazioni su una riforma che ha molte luci, ma anche qualche ombra.
Credo che gli avvenimenti che hanno riguardato la scuola pubblica italiana nel frattempo siano meritevoli di attenzione da parte del nostro gruppo parlamentare.

MARCO ROSSI DORIA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. A nome del Governo mi esprimo a favore dell'approvazione del provvedimento.
Permettetemi di ringraziare tutta la Commissione per il lavoro che ha svolto e


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di svolgere solo due osservazioni. La prima riguarda il fatto che il testo sostituisce una legge che apparteneva a un altro tempo. Quando sono entrato nella scuola pubblica con un concorso avevo ventun'anni e i decreti delegati erano stati approvati da un anno. Era un altro mondo. I miei alunni di prima elementare, solo per farvi un esempio, mi davano del «voi». Questo significa che molto tempo è passato.
Il tipo di organizzazione intorno alla scuola era completamente diverso. Il tipo di partecipazione organizzata era completamente diverso. I problemi della società, della formazione, dell'educazione e dell'istruzione erano completamente diversi, come diverse erano l'antropologia culturale ed educativa del Paese. Io, quindi, vi ringrazio per avere compiuto quest'opera difficile in un tempo relativamente breve e in maniera costruttiva. Sono molto contento di aver assistito a questi lavori.
La seconda questione che voglio porre, ringraziandovi, è che la scuola italiana, come tutti hanno detto, ognuno dalla sua prospettiva, avrà bisogno di una stagione di riforme profonde. Questa stagione deve vedere il concorso di tutti. Non è pensabile che la scuola conosca una stagione proficua e costruttiva senza la collaborazione di prospettive culturali e politiche diverse.
Penso che per la scuola pubblica, così come per altre questioni, quali la difesa del territorio oppure la politica estera, sia impensabile, anche in presenza di un Governo con una maggioranza chiara e un'opposizione chiara, che manchi il lavoro proficuo a cui ho assistito.

EMERENZIO BARBIERI, Relatore. Credo che solo chi ha ascoltato con attenzione gli interventi dell'onorevole Zazzera e dell'onorevole Goisis si renda conto della riforma fondamentale a cui stiamo dando vita. Il fatto di averla criticata in modo così forte e intelligente, dal punto di vista di chi lo ha fatto, dimostra la serietà dei temi su cui stiamo intervenendo.
Mi sento di ringraziare tutti, partendo dalla presidente Ghizzoni, ma non me ne voglia nessuno se dico che all'approvazione del provvedimento si giunge per il contributo determinante di alcune persone che voglio citare: l'onorevole Centemero del PdL, gli onorevoli Coscia e Pes del PD, che hanno compiuto un lavoro formidabile, e l'onorevole Capitanio Santolini, capogruppo dell'UdC.
Il provvedimento in esame dimostra che, anche in un momento in cui ci avviciniamo a scadenze rispetto alle quali la contrapposizione dei gruppi parlamentari e delle forze politiche è forte, si può dare vita a leggi condivise da una grande parte del Parlamento. Credo che quella che oggi ci accingiamo a fare sia buona politica.

PRESIDENTE. Prima di procedere con la votazione, vorrei associarmi ai ringraziamenti nei confronti dei colleghi per il lavoro compiuto. Come qualcuno di voi ha ricordato, si è trattato di un lavoro lungo. È da tre anni e mezzo, infatti, che portiamo avanti questo impegno di lunga lena.
Credo sia molto importante sottolineare che abbiamo lavorato ascoltando. Le audizioni si sono svolte molti mesi fa, ma quelle indicazioni si sono trasformate e tradotte in proposte emendative e in suggerimenti per il Comitato ristretto. Ci troviamo, quindi, davanti ad un testo largamente condiviso, frutto di un percorso compiuto insieme.
Raramente abbiamo l'opportunità in sede plenaria di discutere su alcuni «fondamentali» della nostra società quali la responsabilità, la corresponsabilità, la rendicontazione sociale e il rapporto con le altre autonomie. Tutto questo è presente nel nuovo testo e io credo che sia merito del nostro lavoro e dell'attenzione verso quanto ci hanno raccontato le componenti della scuola che abbiamo audito.
Mi associo, altresì, all'auspicio di altri colleghi che il Senato, a cui affidiamo il nostro lavoro, proceda a una propria fase di ascolto affinché si possa continuare a camminare insieme nella direzione di una comunità scolastica, che io concepisco anche come comunità educante, con un ruolo da protagonista nella società contemporanea e nel proprio territorio. È un tema


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nel quale io personalmente, come penso anche voi, credo molto.
Avverto che la proposta di legge sarà subito votata per appello nominale.
Chiedo, in caso di approvazione, di essere autorizzato a procedere al coordinamento formale del testo, ai sensi dell'articolo 90, comma 2, del Regolamento.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Votazione nominale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale sul provvedimento di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Proposte di legge: Aprea ed altri, Angela Napoli; Angela Napoli; Angela Napoli; Frassinetti; De Torre ed altri; De Pasquale ed altri; Cota ed altri; Carlucci ed altri; Capitanio Santolini; Centemero; Di Pietro ed altri: in un testo unificato e con il seguente titolo: «Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali» (C. 953-C. 806-C. 808-C. 813-C. 1199-C. 1262-C. 1468-C. 1710-C. 4202-C. 4896-C. 5061-C. 5075):

Presenti 29
Votanti 28
Astenuti 1
Maggioranza 15
Hanno votato 24
Hanno votato no 4

(La Commissione approva).

Hanno votato sì: Bachelet, Barbieri, Belcastro, Capitanio Santolini, Carra, Centemero, Coscia, De Angelis in sostituzione di Crimi, De Biasi, De Pasquale, De Torre, Frassinetti, Ghizzoni, Levi, Lolli, Mazzarella, Mazzuca, Murgia, Palmieri, Pes, Rossa, Russo, Siragusa, Vella in sostituzione di Rampelli.
Hanno votato no: Cavallotto, Goisis, Rivolta, Zazzera.
Si è astenuto: Granata.

La seduta termina alle 15,45.

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