Nell'ambito del fenomeno "immigrazione", primario è da considerarsi il ruolo della scuola per la piena integrazione degli stranieri. Il rapporto degli alunni stranieri sul totale degli alunni è in continua crescita per ciascun ordine di studio: nell'a.s. 2011/2012, su 100 alunni, 8,4 erano stranieri, a fronte del 7,9% sul totale registrato nell'a.s. 2010/2011, del 7,5% registrato nell'a.s. 2009/2010 e dell'1,5% registrato nell'a.s. 1999/2000.
L’art. 38 del d.lgs. n. 286 del 1998 stabilisce che i minori stranieri presenti sul territorio nazionale sono soggetti all’obbligo scolastico e che ad essi si applicano tutte le disposizioni vigenti in materia di diritto all’istruzione, di accesso ai servizi educativi, di partecipazione alla vita della comunità scolastica.
In base all'art. 45 del Regolamento sull'immigrazione (D.P.R. n. 394 del 1999), i minori stranieri hanno diritto all’istruzione - indipendentemente dalla regolarità della propria posizione -, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. L’iscrizione può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico.
Per quanto concerne l’inserimento, lo stesso art. 45 prevede che i minori sono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che il collegio dei docenti deliberi l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto di: ordinamento degli studi del Paese di provenienza, corso di studi seguito, livello di preparazione raggiunto.
Sempre il collegio dei docenti definisce il necessario adattamento dei programmi di insegnamento. Allo scopo, possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni per facilitare l’apprendimento della lingua italiana. Il consolidamento della conoscenza della lingua italiana può essere realizzato anche mediante l’attivazione di corsi intensivi sulla base di specifici progetti.
Il 12 gennaio 2011 la Commissione Cultura della Camera ha approvato il documento conclusivo di un’indagine conoscitiva deliberata il 5 maggio 2009 per approfondire le problematiche connesse all’accoglienza dei bambini stranieri nelle scuole italiane, anche in confronto con le politiche scolastiche di altri paesi UE.
Nel documento, la Commissione ha sottolineato che è compito precipuo della scuola offrire alle nuove generazioni gli strumenti cognitivi e formativi per affrontare il nuovo mondo globale, con solide basi culturali che permettano di capire le lingue degli altri. L’interculturalità, intesa come rispetto e dialogo tra le culture, è il primo passo per arrivare ad un contesto co-culturale in cui, accanto alla cultura propria di ciascuno, si forma una cultura condivisa, fatta di valori e conoscenze comuni, su cui fondare la convivenza. Da qui, l’attenzione non solo agli alunni immigrati, ma all’intera popolazione scolastica.
La Commissione ha evidenziato, quindi, l’importanza di misure che siano di sostegno al compito di docenti e dirigenti. In particolare, si è auspicato: la previsione di risorse certe; un veloce adeguamento delle competenze richieste sia a livello centrale, sia nelle singole istituzioni scolastiche; un continuo monitoraggio della presenza di alunni non italofoni e degli esiti attesi; l’accertamento delle conoscenze pregresse degli studenti e, in particolare, della lingua italiana, con la connessa possibilità di mettere tempestivamente in atto corsi per l’apprendimento dell’italiano lingua seconda; la previsione, nell’ambito della formazione iniziale e in servizio di docenti e dirigenti scolastici, di moduli su didattica e pedagogia interculturale; la dimensione interculturale delle singole discipline; l’avvio di un percorso per mettere a punto sinergie fra i diversi attori e pervenire ad un accordo quadro in sede di Conferenza unificata.
Precedentemente, con alcuni atti di indirizzo, la Camera aveva impegnato il Governo a:
Al riguardo, l'8 gennaio 2010 il MIUR ha emanato la circolare n. 2 che ha stabilito, in particolare, che dall'a.s. 2010-2011 il numero degli alunni con cittadinanza non italiana presenti in ogni classe non può superare, di norma, il 30% del totale degli iscritti. Il limite è stato introdotto in modo graduale, a partire dal primo anno di tutti gli ordini di scuola. In vista dell'applicazione di tale provvedimento, il Servizio Statistico del MIUR, elaborando i dati dell'Anagrafe degli studenti, ha pubblicato un Focus, al fine di dare conto della dimensione del fenomeno.