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Temi dell'attività Parlamentare

Le iniziative a sostegno del microcredito in Italia

Il microcredito

Il microcredito è uno strumento di sviluppo economico che consente alle persone in condizioni di povertà ed emarginazione di accedere ai servizi finanziari.

Dall’applicazione alle economie dei Paesi in via di sviluppo, dove rappresenta uno strumento idoneo a superare la difficoltà di accedere al prestito bancario a causa dell'inadeguatezza o mancanza di garanzie reali e delle dimensioni imprenditoriali estremamente ridotte, più recentemente il microcredito si è diffuso anche nelle economie avanzate a sostegno dei cosiddetti "nuovi poveri". Dal punto di vista economico-statistico, in questa categoria sono ricompresi sia le persone che nei paesi sviluppati vivono sulla soglia della sussistenza o al di sotto di essa, trovandosi particolarmente esposti a difficoltà in caso di spese improvvise anche di piccola entità, sia le piccola impresa, anche a carattere artigianale, che stentano ad accedere ai tradizionali canali di finanziamento.

Come è noto, l’ideatore del sistema di piccoli prestiti destinati a imprenditori troppo poveri per accedere ai canali bancari di finanziamento è l’economista bengalese Muhammad Yunus, Premio Nobel per la pace (2006), che dal 1983 dirige la Grameen Bank, l’istituto che, basandosi sull’idea che i poveri abbiano attitudini e capacità imprenditoriali sottoutilizzate e sulla fiducia, dalla sua fondazione (1976) concede microprestiti alle popolazioni povere del Bangladesh.Ad agosto 2010 i soggetti beneficiari di crediti dalla Grameen Bank risultavano essere 8,3 milioni, 97% dei quali donne; le 2.564 filiali della banca operano in 81.371 villaggi, che rappresentano oltre il 97% del totale dei villaggi Bangladesh.

Al contrario degli istituti di credito tradizionali, la Grameen Bank prevede l’erogazione di prestiti di piccolo importo con basse quote di rimborso, spesso molto ravvicinate tra loro.

Le iniziative hanno assunto rapidamente una grande rilevanza e si segnalano attualmente progetti di microcredito in Algeria, Afghanistan, Congo, Brasile, Guatemala, India, Senegal, Sud Africa, molti dei quali rivolti ad una clientela femminile, normalmente esclusa dalle opportunità di sviluppo.

Tra le metodologie d’intervento elaborate nell’ambito del microcredito si segnalano:

1)   l’individual lending, che rappresenta la forma più antica dove permane la centralità del soggetto richiedente. Si tratta di prestiti più consistenti perciò è richiesta maggiore attenzione all’analisi per ridurre i rischi. Sono spesso richieste garanzie reali e personali;

2)   il peer lending: prestiti a piccoli gruppi di soggetti che sono responsabili solidalmente. Attuano un processo di auto-selezione e monitoraggio reciproco;

3)   solidarity groupi: rivolto a gruppi da 3 a 10 persone dove ognuna risponde del credito proporzionalmente alla quota del proprio prestito;

4)   village banking: si tratta di un’istituzione composta da 20-25 membri che effettua operazioni di microintermediazione finanziaria utilizzando capitali sia interni che esterni;

5)   revolving loan funds: gruppi informali composti da 30-100 persone che gestiscono i propri fondi e tendono ad essere piccole realtà creditizie che puntano sulla capacità interna di gestione del gruppo;

6)   saving and loan associations: istituzioni finanziate dai risparmi locali che svolgono funzione d’intermediazione finanziaria mobilizzando flussi economici dalle aree urbane a quelle rurali.

Il prof. Yunus è stato ascoltato dalla Commissione Esteri della Camera dei deputati il 17 marzo 2007, nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulle istituzioni ed i processi di governo della globalizzazione svolta dalla Commissione nel corso della XV legislatura. Nel corso della stessa giornata l’economista bengalese è stato ricevuto dal presidente della Camera, on. Fausto Bertinotti.

Il Comitato nazionale permanente per il microcredito

Il Comitato nazionale italiano permanente per il Microcredito è nato dalla trasformazione, disposta dal D.L. n. 2/2006 [1], del Comitato nazionale italiano per il 2005 - Anno internazionale del Microcredito, che era stato istituito (7 settembre 2004) presso il Ministero degli Affari esteri.

La modifica disposta dalla norma del 2006, effettuata senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, è finalizzata allo sviluppo del programma di microfinanza e all’incentivazione della costituzione di microimprese anche nel settore agricolo, in conformità con le previsioni delle risoluzioni 53/197 e 58/221 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Con tali risoluzioni le Nazioni Unite, infatti, hanno chiesto ad ogni Stato membro di costituire un comitato nazionale dedicato alla diffusione e alla promozione del microcredito, espressamente indicato come uno strumento utile alla lotta della povertà estrema ed al raggiungimento degli obiettivi del Millennio.

I componenti del Comitato nazionale italiano permanente per il Microcredito durano in carica quattro anni e possono essere rinnovati una sola volta. Nella sua attuale composizione il Comitato è presieduto dall’on. Mario Baccini, al quale si affiancano il vicepresidente, amb. Sergio Vento, il segretario generale, dott. Riccardo Graziano ed il vice segretario generale, min. plen. Sebastiano Salvatori. Tali organi sono assisti da un Consiglio d’amministrazione e da un Consiglio nazionale, con funzioni d’indirizzo e di vigilanza.

All’interno del Consiglio nazionale siedono rappresentanti del Ministero degli Affari esteri, dell’economia, dello sviluppo economico, dell’Artigiancassa, dell’Università degli studi di Bologna, del CeSPI, dell’IPALMO, dell’UCID, di ICCREA Holding, della Banca d’Italia, della Confidi Roma, del Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazional, della Fondazione Risorsa donna, dell’Università La Sapienza di Roma, dell’International Management Group, di Poste italiane, dell’Istituto Italo – Latino-Americano, della Fondazione di Venezia, dell’Università telematica Guglielmo Marconi, della Fondazione Giordano Dell’Amore, del Consorzio Etimos, della Banca di credito cooperativo, di Africast onlus, di SOS Brasil, di Agecontrol, della Fondazione Foedus, del Gruppo Matarazzo e di Unioncamere.

Il Comitato ha personalità giuridica di diritto pubblico [2] ed esercita le proprie attribuzioni istituzionali presso il Ministero dello sviluppo economico con particolari specifiche competenze in materia di incentivazione di microimprese, anche nel settore agricolo, e di agevolazione di iniziative di microcredito. Il Comitato è soggetto al controllo amministrativo e contabile del Ministero dello sviluppo economico [3], di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze.

Le attività ed i progetti promossi dal Comitato sono riconducibili ad una componente creditizia, che consiste in programmi di sostegno ad attività di microcredito e micro finanza, e ad una componente tecnica, che consta di programmi direttamente o indirettamente collegati allo studio ed alla formazione nel settore del microcredito e della microfinanza, al sostegno del mercato ed alla diffusione della cultura della microfinanza, del microcredito e dell'inclusione finanziaria.

E’ importante sottolineare come l’esperienza dei prestiti d’onore e delle iniziative di contrasto all’usura e, d’altra pare, le stesse rilevazioni sui costi dell’accesso al credito (che spesso rendono proibito l’accesso al credito per molti cittadini), evidenzino, anche nel nostro Paese, l’esistenza di ampi spazi d’azione per la microfinanza.

Queste valutazioni sono richiamate nell’ordine del giorno, presentato dall’on. Di Stanislao ed altri, esaminato Camera dei deputati ed accolto dal Governo il 27 aprile scorso, in occasione dell’esame delle proposte di legge A:C. 2100 ed abb.-A, recante Sostegno del reddito e tutela di determinate categorie di lavoratori[4].

L’ordine del giorno impegna il Governo a sostenere iniziative sul microcredito al fine di reintegrare nella società tutti quei cittadini in condizioni svantaggiate e di povertà; ad allinearsi con le direttive dell'Unione europea nell'ambito del microcredito; a verificare la possibilità di utilizzare, anche in accordo con le regioni, le risorse del Fondo sociale europeo per l'istituzione di un Fondo di garanzia e sviluppo finalizzato a supportare le attività di finanziamento dei progetti di microcredito, avvalendosi del Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito.

Una recentedirettiva del Presidente del Consiglio dei Ministri[5] precisa le attività del Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito, il quale:

§        promuove il microcredito quale strumento di aiuto per lo sradicamento della povertà;

§        individua misure per lo sviluppo di iniziative da parte dei sistemi finanziari per la costituzione di microimprese a favore dei soggetti in stato di povertà (microfinanza domestica e cooperazione internazionale);

§        agevola l'esecuzione tecnica dei progetti di cooperazione a favore dei paesi in via di sviluppo, nel rispetto delle competenze del Ministero degli affari esteri [6] e della normativa che regola il finanziamento con risorse pubbliche di beni e di servizi;

§        sostiene iniziative volte a favorire la lotta alla povertà, sia in Italia (microfinanza domestica), sia all'estero (microfinanza per la cooperazione internazionale);

§        definisce strategie in sintonia con gli interventi anticrisi recentemente predisposti dal governo;

§        sostiene altre attività che promuovano il microcredito e la microfinanza quali, ad esempio, la costituzione di un network di interlocutori attivi nel settore della microfinanza; il coinvolgimento di soggetti privati e del sistema finanziario in iniziative di microfinanza; l’individuazione di settori, categorie e aree bisognosi di sostegno tramite la microfinanza rurale;

§        cura la predisposizione di programmi e la formazione degli operatori nel settore della microfinanza; la diffusione e sensibilizzazione al tema del microcredito e della microfinanza nel mondo accademico e tra il pubblico;

§        promuove partenariati strategici tra il Governo italiano ed organismi comunitari ed internazionali, e del settore privato, organismi finanziari multilaterali, istituti del microcredito, terzo settore e società civile; la realizzazione di attività di capacity building nel campo della microfinanza [7];

§        realizza, in campo nazionale ed internazionale, attività utili e necessarie all’erogazione di finanziamenti da parte di soggetti terzi al fine di implementare il fondo comune del comitato; la promozione della costituzione di fondi di garanzia e fondi rotativi dedicati ad attività di microcredito e microfinanza in campo nazionale ed internazionale.

La direttiva invita il Comitato apresentare al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dello sviluppo economico un rapporto, almeno biennale, sull’esito delle proprie attività.

Con riguardo alla dotazione finanziaria si rammenta che la legge finanziaria 2008 [8] ha stabilito che il Comitato sia dotato di un fondo comune, unico ed indivisibile, attraverso cui esercita autonomamente ed in via esclusiva le proprie attribuzioni istituzionali e che la gestione patrimoniale e finanziaria del Comitato sia disciplinata da un regolamento di contabilità approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del presidente del Comitato [9].

Il fondo comune è costituito da contributi volontari degli aderenti o di terzi, donazioni, lasciti, erogazioni conseguenti a stanziamenti deliberati dallo Stato, dagli enti territoriali e da altri enti pubblici o privati, da beni e da somme di danaro o crediti che il Comitato ha il diritto di acquisire a qualsiasi titolo secondo le vigenti disposizioni di legge. Rientrano anche nel fondo contributi di qualunque natura erogati da organismi nazionali od internazionali, governativi o non governativi, ed ogni altro provento derivante dall’attività del Comitato.

La medesima legge finanziaria 2008 [10] ha autorizzato in favore del Comitato, per ciascuno degli anni 2008 e 2009, la spesa di 1 milione di euro da destinare al suo funzionamento. Il decreto-legge 1 luglio 2009, n. 78 [11] (art. 2, comma 4-bis) ha autorizzato a decorrere dall’anno 2010 la spesa annua di 1,8 milioni di euro da destinare anche al funzionamento del Comitato, al fine di consentire la promozione, la prosecuzione e il sostegno di programmi di microcredito e microfinanza finalizzati allo sviluppo economico e sociale del Paese e di favorire la lotta alla povertà, nel quadro degli obiettivi della strategia e degli strumenti anticrisi.

Recenti interventi normativi a favore dei soggetti operanti nel settore del microcredito

Con riferimento ai soggetti che possono erogare microcredito, essi sono stati di recente oggetto di intervento normativo. Gli articoli 111 e 113 del Testo unico bancario (TUB) [12] come integrati e modificati dal D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 141 [13], dispongono quanto segue:

§        i soggetti che erogano microcredito non sono assoggettati all'obbligo di iscrizione nell'albo tenuto dalla Banca d'Italia e alla relativa vigilanza, ma sono iscritti in un elenco apposito (previo possesso di determinati requisiti organizzativi, di oggetto sociale e qualitativi), gestito da un apposito organismo di autoregolamentazione.

§        La norma delinea specificamente le tipologie di finanziamento che tali soggetti possono concedere, i destinatari (persone fisiche e a società di persone) le agevolazioni, lo scopo (start-up di attività di lavoro autonomo o di microimpresa), l’importo massimo concedibile (non superiore a 25.000 euro) e le altre caratteristiche rilevanti (non devono essere garantiti da ipoteca; sono accompagnati da servizi di assistenza e monitoraggio all'iniziativa professionale o microimprenditoriale).

§        Gli stessi operatori, inoltre, purché tale attività non assuma carattere prevalente, possono erogare finanziamenti anche a persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale, purché siano di importo contenuto nei limiti espressamente previsti (10.000 euro), non siano assistiti da garanzie reali e siano accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di bilancio familiare.

§        Le associazioni senza scopo di lucro possono concedere finanziamenti ai propri associati, a condizione che tali finanziamenti siano finalizzati a consentire l'inclusione sociale e finanziaria del beneficiario, non siano garantiti da ipoteca e siano prestati a condizioni più favorevoli di quelle prevalenti sul mercato. I requisiti di onorabilità e professionalità dei soci e degli esponenti aziendali, nonché la modifica del limite di importo finanziabile sono affidati ad una fonte di rango secondario (decreto del Ministro dell'Economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia) (articolo 111);

§        viene istituito un Organismo associativo con personalità giuridica preposto alla gestione dell'elenco dei soggetti che operano nel settore del microcredito, i cui membri sono nominati con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia. L’organismo vigila sul rispetto da parte degli iscritti della disciplina ad essi applicabile. Il potere di disporne la cancellazione dall'elenco al venir meno dei requisiti, ovvero in caso di gravi violazioni della disciplina stessa, è attribuita Ministero dell'economia e delle finanze, su istanza dell'Organismo e previa istruttoria dallo stesso svolta.

L'organismo ha il potere, oltre che di chiedere informazioni, di impartire disposizioni agli iscritti circa il loro ambito di operatività; esso è vigilato dalla Banca d'Italia, con obblighi informativi anche nei confronti del MEF in relazione alle eventuali carenze riscontrate nell'attività, ovvero in caso di grave inerzia o di malfunzionamento dell'Organismo stesso. In queste ultime due ipotesi, peraltro, la Banca d'Italia può proporne lo scioglimento (articolo 113).


  • [1] All’articolo 4-bis. D.L. 10 gennaio 2006, n. 2 “Interventi urgenti per i settori dell'agricoltura, dell'agroindustria, della pesca, nonché in materia di fiscalità d'impresa", è stato convertito dalla legge 11 marzo 2006, n. 81
  • [2] Ai sensi dell’articolo 2, comma 185 della legge finanziaria 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 244.)
  • [3] Ai sensi dell'art. 7, comma 31, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010 n. 122.
  • [4] Il testo unificato delle proposte di legge, approvato in un testo unificato dalla Camera lo stesso giorno, è attualmente all’esame dell’altro ramo del Parlamento.
  • [5] Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 220 del 20 settembre 2010.
  • [6] Di cui alla legge 26 febbraio 1987, n. 49 Nuova disciplina della cooperazione dell'Italia con i Paesi in via di sviluppo”.
  • [7] Il 26 febbraio 2008 è stata costituita a Bologna la Rete italiana di microfinanza ad opera di alcuni organismi operanti nel settore della finanza etica italiana. Tra questi si ricordano la Banca popolare etica, il Consorzio finanziario internazionale Etimos e la società cooperativa finanziaria MAG4.
  • [8] Articolo 2, comma 186 della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
  • [9] Il D.P.C.M. 27 novembre 2008, recante "Regolamento di amministrazione e contabilità del Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito" dispone che il Collegio dei revisori al quale è attribuito il controllo contabile e altre forme di vigilanza viene designato dal Ministero dell'economia e delle finanze.
  • [10] Articolo 2, comma 187 legge 244/2007.
  • [11] "Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini", convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102.
  • [12] D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385.
  • [13] “Attuazione della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del titolo VI del testo unico bancario (decreto legislativo n. 385 del 1993) in merito alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi”. Pubblicato nella Gazz. Uff. 4 settembre 2010, n. 207.