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La Decisione di finanza pubblica

Il 5 ottobre è iniziato, con l'audizione del Ministro dell'economia, l'esame preliminare dello schema di Decisione di Finanza Pubblica per gli anni 2011-2013 (DFP). Il documento - previsto dalla nuova legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196/2009) - sostituisce il Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) contenuto nella precedente disciplina contabile (legge n. 468/1978).

Lo schema di Decisione di Finanza Pubblica, presentato alle Camere il 30 settembre scorso, indica gli obiettivi di politica economica e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica per il prossimo triennio.

Nelle premesse del documento, il Governo sottolinea, peraltro, come la ormai prossima riforma della politica economica europea - che si sta discutendo in questi giorni, in vista dell’approvazione, probabilmente già da questo autunno, di una nuova versione del Patto di stabilita' – comporterà, di fatto, il superamento della DFP quale documento di programmazione economica e finanziaria.

In prospettiva, l’avvio, a partire da gennaio 2011, del cosiddetto "Semestre europeo", ed i nuovi documenti politico-contabili previsti in tale ambito (Stability Program, National Reform Program), che dovranno essere presentati da ciascun Paese prima della fine dell’anno, assumeranno, secondo quanto riportato nella premessa allo schema di DFP, una “centralità politica assoluta ed assorbente”. Sarà conseguentemente all’interno di questo nuovo schema europeo, e non nell’esame della DFP, che si concentrerà la discussione sulla politica economica.

Il mutare del quadro di riferimento europeo dovrà, inoltre, comportare una riforma della pur recente nuova legge di contabilità n.196/2009, al fine di allinearla alla nuova "sessione di bilancio" europea.

La congiuntura internazionale

La DFP si sofferma sulla ripresa economica che ha caratterizzato i primi due trimestri del 2010 grazie principalmente alla ripresa del commercio mondiale, stimato crescere del 10% nel 2010 - dopo la sensibile riduzione nel 2009 (-11%) - per poi ridimensionarsi a tassi più bassi ma stabili nel triennio successivo.

Lo scenario di previsione per il 2010 prospetta, dopo la contrazione registrata nel 2009, una crescita dell'economia globale del 4,4%. Nonostante i diversi segnali di ripresa, la DFP sottolinea, peraltro, come nei prossimi anni possano manifestarsi i rischi derivanti da un’uscita troppo rapida dalle eccezionali misure di politica fiscale e monetaria adottate in ambito internazionale, considerata altresì la difficoltà di coniugare nel medio periodo le politiche di stabilizzazione delle finanze pubbliche, dei mercati e dei prezzi con la necessità di non deprimere la ripresa economica in atto.

Per quanto concerne, in particolare, l’area dell’euro, il recupero del livello positivo della crescita, stimata all’1,7% nel 2010, è stato trainato dall’eccezionale risultato dell’economia tedesca, che per il 2010 è prevista crescere del 3,4%, grazie anche alla netta ripresa del commercio mondiale.

La previsione dell’area per il 2011 è di una lieve diminuzione della crescita all’1,6%, destinata poi a risalire a livelli non inferiori al 2% nel biennio successivo.

Lo scenario macroeconomico nazionale

Il quadro macroeconomico italiano per il triennio 2011-2013 esposto nello schema di DFP riflette le prospettive di recupero dell’economia internazionale.

Il documento presenta, infatti, una revisione al rialzo delle stime di crescita dell’economia italiana per l’anno in corso, nell’ordine di 0,2 punti percentuali. In particolare, per il 2010 il PIL è stimato crescere dell’1,2% rispetto al 1% indicato nelle stime di maggio. In base ai comunicati dell’ISTAT, infatti, nel primo trimestre il PIL è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente (ISTAT, 10 giugno 2010) e nel secondo trimestre è aumentato dello 0,5% (ISTAT, 10 settembre 2010).

Una riduzione delle stime di crescita del PIL è, invece, indicata nel 2011, anno in cui il prodotto è previsto crescere ad un tasso dell’1,3% rispetto all’1,5% indicato a maggio, ciò in relazione ai segnali di rallentamento degli scambi internazionali.

Nel biennio successivo la crescita annua è prevista attestarsi al 2%, con un parziale recupero, secondo la DFP, dell’ancora ampio gap di capacità produttiva inutilizzata.

Il quadro di finanza pubblica

Lo schema di DFP espone il conto economico delle amministrazioni pubbliche per gli anni 2010-2013 aggiornato sulla base del nuovo quadro macroeconomico e degli effetti della manovra di finanza pubblica approvata a luglio, il cui contenuto, secondo quanto riportato nel documento, consentirebbe il rispetto degli obiettivi programmatici, concordati in sede europea, contenuti nell’Aggiornamento 2009 del Programma di stabilita' e confermati nella RUEF (Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica) presentata a maggio scorso.

Secondo quanto già previsto nella RUEF, il saldo primario, cioè al netto degli interessi, tornerebbe in avanzo già a partire dal 2011 per rafforzarsi ulteriormente negli anni successivi. Ciò anche grazie all’andamento favorevole previsto per i tassi di interesse.

Saldi del Conto economico delle P.A. previsti nella Decisione
(valori in % del PIL)

 

2009

2010

2011

2012

2013

Saldo primario  

-0,6

-0,3

0,8

2,2

2,6

Interessi

4,7

4,6

4,7

4,8

4,8

Indeb. netto 

-5,3

-5,0

-3,9

-2,7

-2,2

Sulla base del nuovo quadro tendenziale aggiornato, il livello dell’indebitamento netto è sostanzialmente legato ad una significativa riduzione delle spese complessive, che passerebbero dal 52,5% nel 2009 al 48,6% nel 2013, anche per effetto delle politiche dirette alla riqualificazione della spesa pubblica.

Le entrate sono previste in lieve riduzione nel periodo considerato, per effetto, in particolare, della riduzione dei contributi sociali dovuta in gran parte alle norme di contenimento della spesa del personale dipendente del settore pubblico. Le entrate tributarie, considerate al netto di quelle in conto capitale, registrerebbero, invece, un leggero incremento.

La pressione fiscale, dopo il picco registrato nel 2009, evidenzia una costante lieve riduzione fino a raggiungere il 42,4% nel 2013.

Nel periodo 2010-2013 il quadro aggiornato evidenzia una progressiva riduzione dell’indebitamento netto, che si manterrebbe al di sopra del livello del 3% fino al 2011, per raggiungere poi il 2,2% nel 2013.

Per quanto concerne, infine, l’evoluzione del rapporto debito/PIL, esso risulta in linea con le previsioni indicate nella RUEF di maggio, con un lieve incremento che, secondo quanto riportato nel documento, sarebbe dovuto, oltre che alle revisioni statistiche apportate dall’ISTAT sul risultato raggiunto nel 2009 (+0,1%), peraltro non ancora ufficializzate, alle maggiori emissioni necessarie per finanziarie i contributi italiani alla Grecia, che hanno, di fatto, neutralizzato il miglioramento del fabbisogno.

In particolare, nel 2010 il rapporto debito/PIL si attesterebbe al 118,5% e nel 2011 al 119,2%, circa mezzo punto percentuale in aumento rispetto alle stime della RUEF, mentre già a partire dal 2012 si conferma il profilo discendente del parametro.

Nel dettaglio dei sottosettori, lo schema di DFP evidenzia come larga parte della dinamica del debito delle P.A. sia riconducibile alle Amministrazioni centrali, a fronte di una sostanziale stabilità del debito delle Amministrazioni locali.

La Camera ha esaminato lo schema di Decisione di finanza pubblica nella seduta del 13 ottobre 2010, approvando - analogamente a quanto avveniva in relazione al precedente DPEF - una risoluzione, presentata dai parlamentari della maggioranza, che nel valutare positivamente il contenuto dello schema medesimo indica al Governo gli obiettivi programmatici (indebitamento netto, saldo netto da finanziare ed altri), da prevedere nei disegni di legge finanziaria e di bilancio da presentare alle Camere ai fini della manovra relativa al triennio 2011-2013.