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La strategia per la crescita e l'occupazione UE 2020

La Strategia Europa 2020, definita dal Consiglio europeo nelle riunioni di marzo e giugno 2010, delinea gli obiettivi e gli strumenti dell’Unione europea e degli Stati membri in materia di crescita e occupazione per il decennio 2011-2020.

L’attuazione della nuova strategia è stata iscritta – anche al fine di prevenire le difficoltà che avevano impedito il conseguimento di molti degli obiettivi della Strategia di Lisbona – nel nuovo sistema di governance economica dell’Unione europea, tuttora in via di definizione.

In particolare, gli Stati membri dovranno stabilire le misure per il conseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020 nell’ambito dei programmi nazionali di riforma da presentare nell’ambito della procedura del semestre europeo.

Gli obiettivi della strategia UE 2020

La Strategia 2020 si articola intorno a cinque obiettivi principali:

  • portare al 75% il tasso di occupazione per la popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni, anche mediante una maggiore partecipazione dei giovani, dei lavoratori più anziani e di quelli poco qualificati e una migliore integrazione dei migranti nella popolazione attiva. 
    Secondo gli ultimi dati Eurostat, diffusi il 7 febbraio 2013 e riferiti al 2011, il tasso di occupazione ha raggiunto il 68,6% nell’UE a 27; i Paesi con le migliori performances risultano essere la Svezia (80,0%), i Paesi Bassi (77,0%) e la Danimarca (75,7%), e; tra i Paesi di maggiori dimensioni economiche e demografiche, nel Regno Unito si è registrato un tasso del 73,6% di occupati, in Germania il 76,3%, in Francia il 69,2%, in Spagna il 61,6%, in Italia il 61,2% (soltanto Grecia e Ungheria registrano una percentuale più bassa); 
  • migliorare le condizioni per la ricerca e lo sviluppo, in particolare allo scopo di portare al 3% del PIL la spesa per investimenti pubblici e privati combinati in tale settore. 
    Il 7 febbraio 2013 Eurostat ha reso noti i dati relativi alla quota di PIL investita nel settore ricerca e sviluppo tecnologico, a livello dell’UE e dei singoli Stati membri, nel 2011: nell’UE a 27 tale quota è pari al 2,03% del PIL, (+0,02% rispetto al 2010). In Italia la quota in termini percentuali del PIL risulta pari all’1,25% (in calo delllo 0,01% rispetto al 2010). Gli investimenti più consistenti in R&S in percentuale del PIL sono state registrati in Finlandia (3,78%), in Svezia (3,37% del PIL), Danimarca (3,09%), Germania (2,84%) e Austria (2,75%), mentre quelle più basse sono state rilevate in Slovacchia (0,68%), in Bulgaria (0,57%), a Cipro e in Romania (0,48%). Si segnalano inoltre i dati di Francia, (2,25%), Regno Unito (1,77%) e Spagna (1,33%);
  • ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% - rispetto ai livelli del 1990 - o del 30%, se sussistono le necessarie condizioni, ovvero nel quadro di un accordo globale e completo per il periodo successivo al 2012, a condizione che altri Paesi si impegnino ad analoghe riduzioni delle emissioni; contestualmente, si intende portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabile e migliorare del 20% l'efficienza energetica (obiettivo già previsto nel pacchetto clima-energia approvato nel 2009). 
    Secondo i dati Eurostat, l’UE-27 nel 2010 avrebbe ridotto del 15% le emissioni rispetto al 1990; l’Italia ha conseguito una diminuzione del 3%; la Francia ha ridotto del 7%; la Germania -25% (riduzione superiore all’obiettivo richiesto); il Regno Unito -23%; la Spagna ha registrato un aumento del 26%. Per quanto concerne la quota di energie rinnovabili sul totale del fabbisogno, l’Italia nel 2010 ha registrato una percentuale del 10,1%, a fronte del dato complessivo dell’UE-27 pari all’12,5% (Germania: 11%; Francia: 12,9%; Regno Unito: 3,2%; Spagna: 13,8%);
  • migliorare i livelli d'istruzione, in particolare riducendo i tassi di dispersione scolastica al di sotto del 10% e aumentando la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente almeno al 40%. Il Consiglio europeo ha ribadito la competenza degli Stati membri a definire e attuare obiettivi quantitativi nel settore dell'istruzione. 
    Secondo i dati diffusi da Eurostat il 7 febbraio 2013, il tasso di dispersione scolastica dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni è stato, nel 2011, pari al 13,5% nell’UE-27; al 18,2% in Italia, al 12,0% in Francia, all’11,5% in Germania, al 15,0% nel Regno Unito, al 26,5% in Spagna. Sempre secondo dati Eurostat, nel 2011 la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente risulta invece pari al 34,6% nell’UE a-27; al 20,3% in Italia; 43,4% in Francia; 30,7% in Germania; 45,8% in Regno Unito; 40,6% in Spagna;
  • promuovere l'inclusione sociale, in particolare attraverso la riduzione della povertà, mirando a liberare almeno 20 milioni di persone dal rischio di povertà e di esclusione. 
    Secondo gli ultimi dati Eurostat disponibili, la quota di popolazione che nel 2011 risultava a rischio di povertà o esclusione sociale: nell’UE-27, il 23,8%; in Italia il 28,2%; in Francia il 18,19%; in Germania il 19,66%; nel Regno unito il 22,49%; in Spagna il 26,80%.
Le "iniziative faro"

Al fine di precisare il percorso per l’attuazione della Strategia, la Commissione ha proposto sette “iniziative faro” ciascuna delle quali include numerose misure da realizzare sia a livello UE sia a livello dei Paesi membri:

  • “Unione per l’innovazione” (COM(2010)546), presentata il 6 ottobre 2010;
  • Youth on the move” (COM(2010)477), presentata il 15 settembre 2010;
  • “Una politica industriale per l’era della globalizzazione” (COM(2010)614), presentata il 28 ottobre 2010;
  • “Un’agenda europea del digitale” (COM(2010)245), presentata il 19 maggio 2010;
  •  “Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione: Un contributo europeo verso la piena occupazione” (COM(2010)682), presentata il 23 novembre 2010;
  • “La piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale” (COM(2010)758), presentata il 16 dicembre 2010;
  • "Un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse” (COM(2011)21), presentata il 26 gennaio 2011.