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La Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2011

La Nota di aggiornamento, trasmessa alle Camere il 23 settembre 2011, rivede le previsioni economiche e di finanza pubblica contenute nel Documento di economia e finanza dell'aprile 2011, al fine di adeguare il quadro previsionale finanziario per l'anno in corso e per quelli successivi ai mutamenti nel frattempo intervenuti negli andamenti economici. La Camera ha concluso l'esame della Nota nella giornata di martedì 11 ottobre, approvando una risoluzione.

La funzione della Nota di aggiornamento.

La disciplina della procedura di bilancio contenuta nella legge di contabilità n. 196 del 2009 prevede che nell’ambito delle nuove scadenze temporali decise in sede europea il Governo presenti alle Camere entro il 10 aprile di ciascun anno il Documento di Economia e Finanza (DEF). Il quadro previsionale del DEF deve essere poi adeguato all’evolversi del quadro economico finanziario in corso d’anno mediante la Nota di aggiornamento. La Nota è trasmessa alle Camere entro il successivo 20 settembre. Ciò consente che la decisione annuale di bilancio, che si avvia con la presentazione, entro il 15 ottobre, dei disegni di legge di stabilità e di bilancio, sia predisposta sulla base di un quadro economico il più possibile aggiornato.

Le previsioni contenute nella Nota di aggiornamento 2011.

1.  Il quadro macroeconomico

La Nota evidenzia come, negli ultimi mesi, la ripresa internazionale abbia perso progressivamente slancio. Nel secondo trimestre dell’anno, infatti, il commercio e la produzione mondiale hanno registrato un rallentamento rispetto al ritmo di espansione della prima parte dell’anno.

Rispetto a quanto previsto ad aprile, il rallentamento dell’economia ed il riemergere delle tensioni sui mercati finanziari, e, in particolare, su quelli del debito sovrano dei paesi dell’area dell’euro, hanno determinato, nel complesso, un deterioramento delle prospettive di crescita dell’economia globale. In particolare, per il 2011 il PIL italiano è stimato crescere ad un tasso dello 0,7 per cento rispetto all’1,1 per cento indicato ad aprile. Una crescita ancora modesta è indicata anche per gli anni 2012 e 2013, in cui il PIL è previsto, rispettivamente, allo 0,6 per cento e allo 0,9 per cento. Nel 2014 la crescita si attesterebbe all’1,2 per cento.

Rispetto alle previsioni contenute nel DEF 2011, tutte le variabili del quadro macroeconomico manifestano un rallentamento: i consumi nazionali sono stimati in diminuzione rispetto alle previsioni di aprile, in quanto essi si attesterebbero allo 0,7 per cento nel 2011, lievemente al di sotto di quanto stimato nel DEF, e si contrarrebbero ulteriormente nel biennio 2012-2013, attestandosi allo 0,4 per cento in ciascuno degli anni, per tornare tuttavia a crescere dello 0,7 per cento nel 2014. Gli investimenti, per l’anno in corso sono stimati in crescita dell’1,3 per cento, rispetto all’1,8 per cento di aprile, soprattutto a causa della debolezza nel settore delle costruzioni; si prevede tuttavia che essi giungano poi ad aumentare del 2,4 per cento nel 2014; anche le esportazioni, frenate dal rallentamento della domanda mondiale, sono stimate in crescita del 4,4 per cento nel 2011, meno di quanto previsto nel DEF, con un ulteriore rallentamento nel 2012, in cui esse crescerebbero del 3,7 per cento (0,6 punti in meno di quello previsto nel DEF)  mantenendosi poi ad un livello medio del 4,3 per cento nel biennio successivo; per quanto concerne l’inflazione, infine, si prevede una revisione al rialzo dell’inflazione programmata per il 2011, rispetto a quanto stabilito nel DEF, dall’1,5 a 2,0 per cento, mentre per gli anni successivi si conferma un valore dell’1,5 per cento.

2.  Il quadro di finanza pubblica

Nel DEF si prevedeva il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2014 mediante una manovra correttiva pari a circa 2,3 punti di Pil nel biennio 2013-2014, attuata mediante il D.L. 6 luglio 2011, n. 98, che ha effettuato un intervento correttivo nel periodo pari a circa 48 miliardi di euro netti cumulati. Successivamente, in presenza del riacuirsi della crisi finanziaria e delle relative tensioni sui differenziali di rendimento dei titoli del debito pubblico nazionale rispetto ad altri paesi europei, con il D.L. 13 agosto 2011, n.138, è stato effettuato un ulteriore intervento correttivo che ha elevato la correzione complessiva a 59,8 miliardi, pari al 3,5 punti di Pil.

In termini assoluti, la riduzione dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche rispetto alle previsioni tendenziali è pari a 2,8 miliardi nel 2011, 28,3 miliardi nel 2012, 54,3 miliardi nel 2013 e 59,8 miliardi nel 2014 ( in termini di Pil, rispettivamente, 0,2 per cento nel 2011, 1,7 per cento nel 2012, 3,3 per cento nel 2012 e 3,5 per cento nel 2014).

L’adozione di una manovra così consistente è scaturita dalla necessità di contrastare l’ampliamento dei differenziali di rendimento dei titoli di stato italiani rispetto a quelli di altri paesi nell’area dell’euro manifestatisi durante l’estate ed anticipare già al 2013 il pareggio di bilancio. A seguito della manovra , infatti, l’indebitamento netto scende a -1,6 per cento nel 2012 per attestarsi al -0,1 per cento del PIL nel 2013. Nel 2014 si registrerebbe un saldo positivo di bilancio pari allo 0,2 per cento.

L’avanzo primario è previsto in progressivo aumento dallo 0,9 per cento del PIL stimato per l’anno in corso al 5,7 per cento nel 2014. La spesa per interessi mantiene un profilo di crescita nel periodo sostanzialmente analogo a quanto già previsto ad aprile.

Per il 2011, il rapporto debito/PIL dovrebbe attestarsi intorno al 120,6 per cento rispetto al 120,0 per cento previsto nel DEF, a causa della revisione al ribasso delle previsioni di crescita e di una riduzione della crescita dello stock del debito molto limitata rispetto all’ultima previsione. Con riferimento al 2013-2014, invece, il miglioramento dell’avanzo primario consentirebbe un percorso di riduzione del debito lievemente più accentuato rispetto al DEF.

La pressione fiscale, al netto degli effetti delle riduzioni delle agevolazioni fiscali (20 miliardi di euro), aumenta sino ad attestarsi al 43,7 per cento nel 2014. Nell’ipotesi in cui trovassero applicazione le predette riduzioni, la pressione fiscale complessiva raggiungerebbe il 44,9 % del PIL.

L'esame della Nota si è concluso con l'approvazione da parte della Camera di una risoluzione concernente gli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2012-2014.