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Temi dell'attività Parlamentare

Indagine conoscitiva: a) violazione dei diritti umani nel mondo

Il Comitato permanente sui diritti umani, presieduto dall’on. Furio Colombo, è stato istituito il 2 luglio 2008. Il 30 settembre la Commissione Affari esteri lo ha incaricato di effettuare un' indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo , con particolare riferimento alla tutela delle minoranze.

L’indagine conoscitiva è iniziata il 1° ottobre 2008 con l’audizione di rappresentanti della Fondazione per la democrazia nei Paesi arabi(Arab Democracy Foundation). Dal dibattito è emerso che la difficile lotta contro le autocrazie al potere in quell’area è stata complicata, negli anni recenti, dall’emergere della militanza islamica. Tra i più rilevanti contributi a sostegno del processo di democratizzazione in corso in taluni paesi arabi è stato ricordato l’apporto italiano all’iniziativa, intrapresa nel 2004 in ambito G8, conosciuta come Forum per il futuro (che riunisce i capi delle diplomazie dei paesi del G8, del Medio Oriente e del Nord Africa), di cui l’Italia è copresidente nel 2009.

L’indagine è proseguita (seduta del 2 ottobre 2008) con l’audizione di difensori dei diritti umani in Colombia. Gli esponenti di  comunità di pace colombiane hanno rappresentato la situazione di coloro che hanno scelto la neutralità e la pratica della non violenza, rifiutandosi di appoggiare gli attori armati del conflitto ultracinquantennale, legato anche al traffico di cocaina, in corso in Colombia.  Ai diritti umani dei popoli indigeni della Colombia è stata dedicata la seduta del 20 gennaio 2009 alla quale sono intervenuti i rappresentanti del Fondo Indigeno Latinoamericano. Dalle testimonianze è emerso che la precarietà della situazione di tutela di tali diritti dipende sia dal conflitto in corso, sia dalla mancata attuazione delle previsioni legislative nazionali di tutela dei diritti dei popoli indigeni, che pure sono tra le più avanzate. La seduta del 18 maggio 2010 è stata dedicata all'audizione del coordinatore dell'Ufficio internazionale per i diritti umani di Azione Colombia (OIDHACO), rete internazionale di organismi non governativi riconosciuta come il principale interlocutore europeo sulle problematiche dei diritti umani in Colombia.

Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Enzo Scotti, intervenuto nella seduta del 15 ottobre 2008, ha richiamato il lungo corso dell’azione italiana per la promozione e protezione dei diritti umani nel mondo, fondata sul presupposto che la pace e la sicurezza possono essere garantite solo da una comunità internazionale composta di Stati che rispettano i diritti dell'individuo. Il sottosegretario ha evidenziato l’impegno dell'Italia - nel periodo 2007-2010 membro del Consiglio dei diritti umani dell’Onu - per la trasformazione del nuovo organo in efficace strumento di promozione dei diritti umani. Scotti ha rammentato che i temi alla base del mandato italiano in Consiglio sono la promozione della democrazia e della legalità internazionale, il contrasto a ogni forma di discriminazione e di intolleranza, la protezione dei diritti dei bambini, il contrasto al ricorso alla tortura e, non ultimo, la prosecuzione dell’azione per l'abolizione della pena di morte nel mondo. I temi programmatici del mandato italiano nel Consiglio dei diritti umani faranno da sfondo anche alla revisione periodica universale dell’Italia nel 2010. E’ stato inoltre evidenziato il forte impegno italiano per la promozione dell’eguaglianza di genere e l'empowerment femminile.

La situazione dei diritti umani in Tibet è stata trattata nella seduta dell’11 novembre 2008. Il rappresentante tibetano intervenuto, che opera a Dharamsala, in India, dove ha sede il Governo tibetano in esilio, ha riferito la grande attesa circa le decisioni che verranno assunte dagli “stati generali” della società tibetana previsti per il 17 novembre 2008 e destinati a delineare una nuova linea strategica, che molti vorrebbero più marcatamente indipendentista, nei confronti della Cina. Il rappresentante tibetano ha informato il Comitato sulle attività del Partito democratico del Tibet, tra le quali la “Marcia fino al Tibet”, organizzata pochi mesi prima dei Giochi Olimpici di Pechino per mobilitare l’opinione pubblica internazionale sull’irrisolta situazione tibetana che, pur in mancanza di dati certi, riguarda circa 120 mila tibetani fuori dal Tibet e 6 milioni all'interno, questi ultimi destinati a diventare minoranza a causa dell’intensa crescita della popolazione cinese presente in Tibet. Rispondendo all’on Matteo Mecacci che, con riferimento ad una risoluzione sulla situazione dei diritti umani in Tibet (n. 7-00021) a sua firma, approvata dalla Commissione esteri il 2 luglio 2008 ha chiesto dati aggiornati sulla situazione dei diritti umani in Cina, il rappresentante tibetano ha replicato che al momento sono alla ribalta condanne delle persone in carcere e attività di controllo, da parte della polizia cinese, degli attivisti rilasciati. Sempre in tema di rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche in Tibet l’on. Mecacci è tra i firmatari  di una mozione (n. 1-00089) approvata dall’Assemblea nella seduta del 10 marzo 2009.

La seduta del 19 novembre 2008 è stata dedicata all’analisi delle azioni strategiche non violente attraverso l’audizione di un rappresentante dell'International Center on Nonviolent Conflict con sede a Washington, nato proprio con lo scopo di studiare e far conoscere la teoria e la pratica nonviolenta.

La situazione del Darfur è stata oggetto di audizione di rappresentanti di organizzazioni non governative operanti in quell’area che, ascoltati dal Comitato il 10 dicembre 2008, hanno riferito sull’emergenza umanitaria. Sono emersi, inoltre, profili problematici in ordine alla missione di pace UNAMID, che può contare su un organico di forze insufficiente. L’audizione è proseguita il 3 febbraio 2009 con l’intervento di rappresentanti di ONG attive in Darfur i quali, dopo aver sottolineato come l’aggravarsi del quadro di sicurezza ne ostacoli l’azione, hanno sostenuto la necessità di affiancare gli interventi di tipo militare con attività di cooperazione civile.

La seduta dell’11 dicembre 2008 è stata dedicata all’audizione del presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani CIDU, Valentino Simonetti, che ha delineato un quadro generale sia delle attività del Comitato, organismo interministeriale di coordinamento istituito presso il Ministero degli affari esteri nel 1978 e la cui composizione è stata aggiornata nel 2007, sia dei meccanismi internazionali di tutela dei diritti umani.  Nel prosieguo dell’audizione (25 febbraio 2009) il presidente del CIDU ha rammentato, tra gli impegni (pledge) assunti dall’Italia all’atto della candidatura, nel 2006, al Consiglio dei diritti umani, tre iniziative di carattere legislativo interno, cioè di adeguamento dell'ordinamento nazionale alle prescrizioni provenienti dai vari fori internazionali: l'istituzione di una commissione nazionale indipendente per la tutela e la promozione dei diritti dell'uomo; la ratifica del protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla tortura; l'adeguamento dell'ordinamento nazionale allo Statuto della Corte penale internazionale. Valentino Simonetti è stato ancora ascoltato dal Comitato il 16 febbraio 2010, quando ha dato conto degli sviluppi più recenti del monitoraggio internazionale sulla situazione dei diritti umani in Italia.

Rappresentanti di ONG del popolo saharawi (seduta del 18 febbraio 2009) hanno riferito al Comitato la situazione dei diritti umani nel territorio saharawi (Sahara occidentale), dove dal 1991 è dispiegata la missione Onu MINURSO per il referendum sull’autodeterminazione del popolo Saharawi (Sahara occidentale).

Nella seduta del 25 marzo 2009 il Comitato permanente sui diritti umani ha ascoltato il direttore dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce, Odihr(Office for Democratic Institutions and Human Rights), che ha illustrato gli interventi in Georgia ed Armenia e, su un piano più generale, le attività svolte dall’Odihr, tra cui in particolare le missioni di osservazione elettorale.  

Il diritti umani a Cuba sono stati oggetto della seduta del 1° aprile 2009.

La situazione dei diritti umani nella Federazione russa è stata al centro dell’audizione di rappresentanti di Amnesty International (8 aprile 2009) invitati anche a seguito dell’auspicio formulato dai deputati della Commissione in vista dell’approvazione dell’Accordo italo-russo di cooperazione sulla lotta alla criminalità (ora L.73/2009).

Le violazioni dei diritti umani nel Turkestan orientale sono state al centro di un’audizione (5 maggio 2009) dove il presidente del World Uyghur Congress ha riferito sulla situazione del popolo uiguro, minoranza musulmana e turcofona nella Repubblica popolare cinese. Il Turkestan orientale (regione autonoma uigura dello Xinjiang, secondo la denominazione del governo cinese) dove vivono 18 dei 20 milioni di uiguri totali, è teatro di sistematiche violazioni dei diritti umani fondamentali ad opera delle forze di sicurezza cinesi. Ulteriori sviluppi della situazione sono stati riferiti nella seduta dell’ 8 luglio 2009.

La seduta del 26 maggio 2009 è stata dedicata alla Birmania, con l’audizione del segretario generale del Consiglio nazionale dell'Unione di Birmania e della Federazione birmana dei sindacati, Maung Maung, che ha riferito sugli sviluppi della vicenda di Daw Aung San Suu Kyi e sul processo in corso a carico della leader della Lega nazionale per la democrazia. Nel corso del dibattito è stata posta in rilievo la questione dei diritti dei lavoratori in Birmania nonché quella del quadro politico generale del paese, dove vengono violati i diritti elementari.

Nella seduta del 16 giugno 2009 è stata affrontata la questione dell’esodo degli 850 mila ebrei cacciati dai Paesi arabi nel 1948, la così detta Naqba (“disastro”) per il popolo ebraico.

La seduta del 18 giugno 2009 è stata dedicata all’audizione del direttore dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali che ha sede a Vienna e che svolge attività di raccolta e esame di dati nonché studi finalizzati alla formulazione di raccomandazioni e consigli alle istituzioni dell'Unione europea e agli Stati membri, titolari dell’azione politica.

Il 1° ottobre 2009 si è svolta l’audizione della presidente dell'Associazione Abuelas de Plaza de Mayo, e del presidente della Commissione diritti umani della Camera dei deputati della Repubblica Argentina. Nel corso del dibattito si è fatto riferimento al ruolo positivo dell’Italia nelle vicende giudiziarie di taluni responsabili delle violazioni dei diritti umani compiute dal regime dittatoriale argentino e di trattate le problematiche delle sparizioni dei figli di desaparecidos e le attività poste in essere per il loro ritrovamento.  

La seduta dell' 8 ottobre 2009 è stata dedicata alle problematiche dei diritti umani in Brasile; sono emerse, quanto alle aree rurali, le  violenze esercitata sui lavoratori senza terra e la questione delle popolazioni indigene costrette a sgomberi forzati da parte dei proprietari terrieri; nelle aree urbane, il problema della sicurezza pubblica e la violenza della polizia e delle forze di sicurezza, in particolare l’azione delle milizia.

Il 19 novembre 2009 si è svolta l'audizione di rappresentanti di organizzazioni non governative sulla situazione dei diritti umani in Indocina.

La seduta del 9 febbraio 2010 è stata dedicata all'audizione di rappresentanti della sezione italiana di Amnesty International i quali hanno sottolineato che in vista della Revisione Universale Periodica (UPR) cui l'Italia è stata sottoposta proprio nella giornata del 9 febbraio, Amnesty International, conformemente alle procedure previste dalla Revisione, ha presentato al Consiglio ONU dei diritti umani un documento contenente informazioni sulla situazione dei diritti umani in Italia e una serie di raccomandazioni indirizzate al Governo italiano. Sugli esiti dell’UPR ha riferito il presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani, Valentino Simonetti, membro della delegazione italiana, nella seduta del 16 febbraio 2010. L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navanethem Pillay, intervenuta nella seduta dell' 11 marzo 2010 si è soffermata anche sugli esiti dell'UPR dell'Italia sottolineando, in particolare, che numerose raccomandazioni formulate al nostro Paese da diversi Stati erano incentrate sulle modalità per il superamento della discriminazione razziale e della xenofobia. Dopo aver ricordato che una delle questioni sollevate nel corso dell'UPR è quella relativa ai rom e ai sinti, l'Alto Commissario ha espresso preoccupazione per l'immagine negativa associata ai migranti nei media e nel dibattito politico. In vista della conclusione della Revisione periodica universale dell'Italia, nella seduta del 20 maggio 2010 presso la Commissione Affari esteri si è svolta l'audizione del sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vincenzo Scotti, che ha riferito sugli orientamenti del Governo in merito alle risposte da dare alle 92 raccomandazioni rivolte all'Italia nel quadro della UPR.

La situazione dei diritti umani in Iran è stata l'oggetto dell'audizione (seduta del 18 marzo 2010) di Caspian Makan, attivista per i diritti umani in quel paese.

La seduta dell'8 aprile 2010 è stata dedicata all'audizione di rappresentanti di nativi canadesi.  

Il 13 aprile 2010 il Comitato permanente sui diritti umani ha ascoltato il commissario generale dell' UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East), Filippo Grandi.

La seduta del 26 maggio 2010 si è incentrata sui diritti umani nella Repubblica popolare e democratica di Corea.  

Il Rapporto annuale 2010 di Amnesty International sulla situazione dei diritti umani nel mondo è stato al centro della seduta del 6 luglio 2010.

La seduta del 28 ottobre 2010 è stata dedicata all’audizione di  Marco Pannella incentrata prevalentemente sulla condanna a morte inflitta all'ex vicepresidente iracheno Tareq Aziz e sulle vicende della guerra in Iraq. Su tali temi l’Assemblea della Camera, nella seduta del 27 ottobre 2010 ha approvato, pressoché all’unanimità, la mozione n. 1-00472 a prima firma dell’on. Matteo Mecacci che impegna il Governo ad intervenire con urgenza nei confronti delle autorità irachene perché sia evitata l'esecuzione di Tareq Aziz e dei suoi coimputati, coerentemente con l'iniziativa che il 18 dicembre 2007 ha portato all'approvazione della «Moratoria universale della pena di morte» da parte dell'Assemblea generale dell'Onu; il Governo è impegnato, inoltre, a promuovere presso i partner europei una formale richiesta alle autorità irachene di reintrodurre la moratoria sulla pena di morte stabilita in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein, al fine di rafforzare il completamento della transizione democratica dell'Iraq secondo i principi di uno Stato di diritto che rispetta i più alti standard della giustizia internazionale.

Nella seduta del 21 dicembre 2010 si è svolta l’audizione del sacerdote eritreo Moissié Zerai che ha riferito sulla vicenda, dei cittadini eritrei provenienti dalla Libia che, nel tentativo di immigrare in Israele, sono caduti nelle mani di predoni e trafficanti di esseri umani che li trattengono in campi di prigionia situati in territorio egiziano, nella regione del Sinai, al di fuori di ogni controllo da parte delle autorità locali.

Nella seduta del 19 gennaio 2011 il Comitato ha ascoltato il vicario patriarcale caldeo di Baghdad, Shlemon Warduni. Sono stati richiamati i contenuti della risoluzione n. 6-00052 sulla tutela della libertà religiosa, con particolare riferimento ai cristiani e alle minoranze perseguitate, approvata dalla Camera 12 gennaio 2011. Warduni, che ha rammentato l’impegno profuso dai parlamentari italiani a sostegno della minoranza cristiana irakena, ha auspicato che la comunità internazionale non limiti il proprio agire nel paese agli ingenti interessi energetici ma operi a favore del conseguimento di condizioni di pace e sicurezza per l’Iraq, dove la situazione politica e socio economica è in costante peggioramento, e per il Medio Oriente; l’ospite ha inoltre sottolineato la necessità che venga impedito il commercio di armi, che venga garantita la libertà di culto alla minoranza cristiana, che si stabilisca un tribunale speciale internazionale per indagare sui responsabili dell’uccisione di sacerdoti da parte di terroristi. Il vicario ha riferito di feroci attacchi ai cristiani esclusivamente a motivo della loro fede, ha invocato una più decisa azione delle Nazioni Unite nella difesa dei diritti umani, sottolineando, inoltre, i gravi problemi connessi agli ostacoli incontrati, in termini di accoglienza in altri paesi, dai numerossissimi dei cristiani in fuga dall’Iraq. Nel corso del dibattito sono state evidenziate, tra il resto, problematiche connesse alle azioni del governo di Al Maliki riguardo la libertà religiosa, alle indagini su attentati contro la comunità cristiana e al quadro giuridico irakeno.

Infine, nella seduta del 25 gennaio 2011 si è svolta l’audizione di rappresentanti dell'Associazione Migrare - Osservatorio sul fenomeno dell'immigrazione, incentrata sulla situazione della Somalia. Oltre alla instabilità politica ed istituzionale il paese è connotato da un quadro dei diritti umani definiti inesistenti a causa del radicalismo islamico che ha permeato un paese di tradizione laica, con situazioni di particolare gravità per donne e minori.