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Temi dell'attività Parlamentare

La riforma legislativa della cooperazione allo sviluppo nella XVI legislatura

Riguardo l’attività legislativa, si premette l’esigenza, rappresentata da tutte le parti politiche nelle precedenti legislature, di avviare una riforma del quadro normativo che regola gli aiuti e la cooperazione tra l’Italia e i paesi in via di sviluppo (L. 26 febbraio 1987, n. 49). Al proposito si segnala, nel corso della XVI legislatura, la presentazione alla Camera delle proposte di legge degli onorevoli Angeli (A.C. 108), Sereni ed altri (A.C. 288), Volonté ed altri (A.C. 398), Jannone ed altri (A.C. 2818), Barbi ed altri (A.C. 4673), Di Stanislao ed altri (A.C. 5016), assegnate alla Commissione esteri per l’esame in sede referente.

Tuttavia, nella legislatura appena conclusa sono stati approvati interventi normativi più circoscritti.

Con l’approvazione della Legge 13 agosto 2010, n. 149, (Modifiche all'articolo 1 del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, e agli articoli 11 e 13 della legge 26 febbraio 1987, n. 49, concernenti la gestione dei fondi dell'Amministrazione degli affari esteri per la cooperazione allo sviluppo) si è inteso consentire all’Amministrazione degli Affari esteri una gestione più efficace dei fondi finalizzati ad attività di cooperazione allo sviluppo accreditati alle rappresentanze diplomatiche.

L’art. 13 della legge 18 giugno 2009, n. 69, Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile, dedicato alla cooperazione allo sviluppo internazionale, prevede l’emanazione di un decreto ministeriale per definire le modalità semplificate di svolgimento delle procedure amministrative e contrattuali riguardanti gli interventi di cooperazione a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione di alcuni specifici Paesi e gli interventi in aree dove esistano criticità di natura umanitaria, sociale o economica.

Inoltre, il Parlamento ha esaminato, modificato e convertito in legge il decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. L’art. 60, comma 11, ha disposto una riduzione degli stanziamenti per la cooperazione a dono.

Si ricorda infine l’attività del Parlamento dedicata ai periodici provvedimenti di proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, (oltre che delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia). L’ultimo di tali provvedimenti è costituito dal decreto legge 28 dicembre 2012, n. 227 che, all’articolo 5, autorizza la spesa di 35,5 milioni di euro per iniziative di cooperazione in Afghanistan, Pakistan, Iraq, Libia e Paesi ad essa limitrofi, Myanmar, Siria e Paesi ad essa limitrofi, Somalia, Sudan, Sud Sudan, eccetera. 

Il DM per l'individuazione delle organizzazioni e degli enti possibili destinatari di contributi

Si ricorda inoltre che il Parlamento ha esaminato, nel corso della legislatura, treschemi di decreto ministeriale per l’individuazione delle organizzazioni e degli enti possibili destinatari dei contributi di cui alla legge n. 180/1992 (Partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale). Fra tali enti si rinvengono l’Onu e i suoi Fondi, la Croce Rossa italiana e internazionale, il Consiglio d’Europa, l’Unione Africana, la Lega Araba, l’ECOWAS (Unione economica degli Stati dell’Africa occidentale), la Caritas, ecc.

Al proposito si segnalano le sedute della Commissione esteri della Camera del 16 luglio 2008,del 5 febbraio 2009e del2 marzo 2010.