Cerca nel sito

dal 29/04/2008 - al 14/03/2013

Vai alla Legislatura corrente >>

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Fine contenuto

MENU DI NAVIGAZIONE DEL DOMINIO PARLAMENTO

INIZIO CONTENUTO

MENU DI NAVIGAZIONE DELLA SEZIONE

Salta il menu

Strumento di esplorazione della sezione Documenti Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Temi dell'attività Parlamentare

Il JSF - Joint Strike Fighter - nell'industria della Difesa


Il Programma

Il programma JSF (Joint Strike Fighter) è finalizzato alla realizzazione di un caccia multiruolo di quinta generazione (denominato F-35 Lightning II). Il velivolo è il risultato di una cooperazione internazionale tra Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca.

Il programma è stato avviato negli USA, nella prima metà degli anni Novanta, nell’ambito del progetto JAST (Joint Advanced Strike Technology), che prevedeva lo sviluppo di un velivolo da combattimento di nuova generazione che fosse in grado di combinare una tecnologia che garantisse un lungo periodo di impiego con la possibilità di sostituire, con un unico aereo in più versioni, una ampia gamma di velivoli della flotta militare statunitense (compresi quelli a decollo verticale).

Nel 1994 sono iniziate le attività di Concept Exploration; nel 1995-1996 si è svolta la fase di Concept Development. Successivamente (ottobre 1996) è stata avviata la Concept Demonstration Phase (CDP) terminata nell’ottobre del 2001, che ha portato alla definizione del JSF Operational Requirement Document (JORD). Tale fase di definizione è servita ad individuare le tecnologie essenziali, da studiare e sviluppare nella successiva attività di costruzione prototipica, ed a scegliere la ditta (Lockheed Martin Aero) destinata a proseguire il programma.

.

Il programma si articola in quattro fasi:

  • SDD (System Development and Demonstration), 2002-2012, che prevede sia lo sviluppo dei sistemi del velivolo che la produzione di 23 esemplari (14 per i test di volo, 8 per le prove a terra ed uno per la valutazione della signatura radar del mezzo); nell’ambito di questa fase proseguono le prove di volo del JSF nella versione base, il cui primo decollo di prova è avvenuto il 15 dicembre 2006, e del JSF nella versione a decollo corto, che ha volato per la prima volta il giorno 11 giugno 2008.
  • PSFD (Production, Sustainment and Follow-on Development), in cui vengono definite le partecipazioni industriali, l’impegno economico e i requisiti dei singoli partner, i quali verranno coinvolti nello sviluppo, produzione e test fino a poter operare efficacemente il nuovo sistema d’arma.
  • LRIP (Low-Rate Initial Production), inizio 2009 e conclusione indicativa nel 2015, in cui avverrà una produzione a basso ritmo con consegne di 12 velivoli al mese per Stati Uniti, 3 per i partner internazionali e 7 per l’export.
  • FRIP (Full Rate Production), produzione a pieno regime, a partire dal 2015.

Il coinvolgimento dei diversi Paesi è stato calibrato in base alla partecipazione finanziaria ed alla capacità di acquisto dei velivoli secondo il seguenti livelli:

  • Level I partner (full partner) con partecipazione finanziaria pari al 10% e possibilità di influire sui requisiti del velivolo (Regno Unito);
  • Level II partner con partecipazione finanziaria pari al 5% e limitate possibilità di influire sui requisiti del velivolo (Olanda, Italia);
  • Level III partner con una partecipazione finanziaria pari all’1-2% senza alcuna possibilità di influenzare i requisiti del velivolo (Canada, Danimarca, Turchia, Norvegia, Australia).

Sono state inoltre previste forme di collaborazione da parte di Israele e Singapore, attraverso la sottoscrizione di un accordo bilaterale di Security Cooperation Participation (SCP) con gli USA.

L’Italia ha aderito al programma fin dalla fase CDP, a livello di partner informato, con un contributo di 10 milioni di dollari, a partire dal 1999, dopo che le Commissioni difesa della Camera e del Senato avevano espresso parere favorevole, rispettivamente nelle sedute del 9 e del 15 dicembre 1998.

Il nostro Paese ha confermato la partecipazione anche alla fase SDD, dopo i pareri favorevoli con osservazioni espressi dalle Commissioni difesa del Senato e della Camera, rispettivamente nelle sedute del 14 maggio e del 4 giugno 2002. L’Italia è impegnata in questa fase con 1.028 milioni di dollari (corrispondenti allora a 1.190 milioni di euro) in undici anni. Il costo complessivo della fase SDD è quantificato in 33,1 miliardi di dollari.

La partecipazione dell’Italia alla realizzazione e all’acquisto del JSF, nelle versioni CTOL e STOVL (vedi infra), risponde all’esigenza operativa di sostituire circa 250 velivoli: i 136 AM-X da attacco al suolo (80 in servizio) e i 100 Tornado IDS dell’Aeronautica (72 in servizio), nonché i 18 Harrier AV8B-Plus a decollo verticale della Marina (15 in servizio), che le rispettive Forze armate provvederanno ad eliminare gradualmente negli anni dal 2015 al 2020.

I nuovi F-35, che inizieranno ad essere introdotti nella flotta aerea militare a partire dal 2012, costituiranno, affiancati dall’Eurofighter Typhoon quale velivolo di difesa aerea, la spina dorsale della dotazione dell’Aeronautica militare del futuro.

Il 7 febbraio 2007 l’Italia ha sottoscritto il MoU (Memorandum of Understanding) relativo alla fase PSFD. In termini finanziari l’impegno italiano prevede un onere di 903 milioni di dollari, a partire dal 2007 fino a termine fase (pari al 4,1% dei 21,88 miliardi di dollari di costo complessivo della fase PSFD del programma). Il MoU contiene un quadro indicativo degli acquisti, che reca, per l’Italia, una previsione di 131 velivoli (109 versione CTOL per l’Aeronautica militare e 22 versione STOVL per la Marina militare).

Secondo il Governo, l'intero programma comporterà per l'Italia un impegno complessivo stimato intorno agli 11 miliardi di dollari.

Con riferimento al livello di partecipazione, è da sottolineare che, nonostante il contributo italiano ai costi sia pari al 4% circa, l’Italia ha potuto negoziare il mantenimento dei diritti di partner di II livello (per il quale è previsto un contributo minimo del 5%), che le consente: di avere una minima possibilità di influenzare i requisiti del velivolo; di inserire proprio personale nell’Ufficio di programma per un migliore accesso alle informazioni e per garantire un’adeguata visibilità tecnica, programmatica e finanziaria; di ottenere profitti sulle future vendite in misura proporzionale agli investimenti sostenuti nella fase di sviluppo; costi di acquisto dei velivoli più favorevoli e il riconoscimento della priorità nella consegna, rispetto ai partner che partecipano al III livello.

Gli accordi stipulati con il Governo americano dai diversi Paesi partner, prevedono che gli eventuali incrementi dei costi di sviluppo debbano essere assorbiti dagli USA. Per quanto riguarda la fase successiva allo sviluppo, ovvero l’industrializzazione e la produzione del velivoli, nell'ambito degli accordi recentemente sottoscritti vige una clausola di tutela, che prevede che qualsiasi eccedenza del tetto massimo di finanziamento concordato debba essere preventivamente approvata da tutti i Paesi firmatari.

I contratti relativi al programma sono espressi in dollari; pertanto il cambio più favorevole dollaro-euro (1,16 nel 2002, 1,36 oggi) consente un sensibile risparmio.

Il costo medio dei singoli velivoli, secondo un’ultima stima del Dipartimento della difesa USA dell’aprile 2008, ammonta a 49,5 milioni di dollari circa per i velivoli e decollo normale e a 61 milioni per quelli a decollo verticale.

Secondo un rapporto del Government Accountability Office (GAO), l'organismo investigativo del Congresso americano, pubblicato in data 11 marzo 2008, il programma ha fatto registrare costi superiori alle previsioni e una serie di ritardi.

In particolare il GAO ha rilevato che, già nella prima fase, i costi sono cresciuti del 28,7%: dai 233 miliardi di dollari del 2003 si passati ai 245 del 2004, fino ai 299,8 del 2006.

Per quanto riguarda le prospettive dell’esportazione, le prime consegne per il mercato dell’export sono previste per il 2015; l’obiettivo primario è quello di puntare alla sostituzione dei 4.000 aerei F-16 in servizio nelle aeronautiche militari di decine di Paesi. Il 1° ottobre 2008 il Dipartimento di Stato USA ha annunciato la vendita (che deve essere approvata dal Congresso) di 25 JSF ad Israele, con opzione per ulteriori 50 velivoli.

 

Costo previsto in dollari USA

Velivoli previsti

Fase CDP

Fase SDD

Fase PSFD

USA

3.792

28.565

16.843

3.173

Regno Unito

200

2.056

952

138

Italia

10

1.028

904

131

Paesi Bassi

10

800

586

85

Australia

 

150

690

100

Canada

10

100

551

80

Turchia

6,2

175

690

100

Norvegia

10

125

330

48

Danimarca

10

125

330

48

Totale

4.048

33.124

21.876

3.903

Il velivolo

Il JSF è un caccia multiruolo di quinta generazione, con caratteristiche stealth (bassa osservabilità da parte dei sistemi radar). Le principali missioni assegnate al JSF sono quelle di interdizione di profondità ; di distruzione delle forze aeree avversarie; di attacco strategico; di difesa aerea; di appoggio tattico; di controaviazione offensiva. Si prevede lo sviluppo di tre versioni del velivolo:

  • F-35A: versione di base ad atterraggio e decollo convenzionale CTOL (Conventional Take-Off and Landing). Le componenti di questa versione sono ripartite in: 39,2% di parti comuni, 41% di parti simili e 19,8% di parti specifiche.

Caratteristiche tecniche:

apertura alare: 10,70 m

altezza: 4,60 m

lunghezza: 15,60 m

superficie alare: 42,7 m2

peso a vuoto: 12.020 kg

peso massimo al decollo: 27.215 kg

velocità max: 1,6 mach

Impianto propulsivo: Pratt&Whitney F135-PW-100 o General Electric/Rolls Royce F136

Armamento: interno: 2 missili aria-aria e 2 missili aria-superficie, cannone 25 mm; esterno: combinazioni diverse di missili e bombe fino a 6.800 kg;

Equipaggio: 1 pilota

  • F-35B: versione a decollo corto e atterraggio verticale STOVL (Short Take-Off and Vertical Landing). Le componenti di questa versione sono ripartite in: 29,9% di parti comuni, 37,5% di parti simili e 32,6% di parti specifiche.

Differisce dalla versione base per:

    • Il turbofan Pratt & Whitney F135-PW-600 con postbruciatore con ugello orientabile verso il basso;
    • un Lift Fan da 8.175 kg/s della Rolls-Royce installato dietro l'abitacolo;
    • riduzione della capacità interna del carburante a 5.897 kg;
    • assenza del cannone interno (è previsto un cannone in un pod sotto la fusoliera);
    • sonda retrattile per il rifornimento in volo;
  • F-35C: versione per impiego sulle portaerei CV (Carrier Variant). Le componenti di questa versione sono ripartite in: 27,8% di parti comuni, 29,1% di parti simili e 43,1% di parti specifiche.

Differisce dalla versione base per:

  • il turbofan Pratt & Whitney F135-PW-400;
  • capacità di carburante di 8.618 kg;
  • assenza del cannone interno(è previsto un cannone in un pod sotto la fusoliera);
  • sonda per il rifornimento in volo retrattile;
  • carrello irrobustito e ruotino anteriore doppio con barra di aggancio alla catapulta;
  • apertura alare 13,1 m; superficie alare di 58,3 m² per diminuire la velocità d'atterraggio, aumentare l'autonomia e il bring back (carico bellico non utilizzato in missione);
Il ruolo delle aziende italiane

I dati forniti dal Governo riferiscono di un coinvolgimento produttivo che riguarda 12 regioni e circa 40 siti industriali e che comporterà nel periodo di realizzazione del programma, circa 10.000 posti lavoro. Il ritorno industriale è stato del 100%, rispetto all’impegno finora assunto dall’Italia di 1.028 milioni di dollari, dato che sono stati ottenuti contratti per oltre 191 milioni di dollari e ulteriori impegni per 827 milioni di dollari, per un totale di 1.018 milioni di dollari.

Dal punto di vista industriale, la ditta capocommessa per il programma è l'americana Lockheed Martin Aero. Le versioni del motore sono prodotte dalla ditta USA Pratt&Withney e dalla inglese General Electric/Rolls Royce.

L’azienda italiana maggiormente coinvolta è l’Alenia Aeronautica, che realizzerà il cassone alare del 100% dei velivoli destinati alle forze armate italiane e del 50% di quelli destinati a USA e Regno Unito, (complessivamente almeno 1.300 ali), con l'opzione per estendere questo tipo di lavoro anche agli aerei ordinati da clienti terzi. Alenia Aeronautica avrà inoltre la responsabilità di gestire la catena logistica dei componenti per la produzione e la manutenzione dei velivoli destinati alle Forze Armate europee (attualmente stimati in circa 450 esemplari).

La società Avio ha siglato due accordi di collaborazione con General Electric e Rolls Royce Allison che le consentono di avere la responsabilità completa per lo sviluppo e la produzione del sistema di trasmissione e di parte della turbina del motore F136. Avio partecipa alla produzione dei prototipi di sofisticati componenti del motore F136 anche attraverso la partecipata (80%) olandese DutchAero.

Avio si è inoltre assicurata, insieme a Piaggio, i contratti con Pratt & Whitney per la costruzione di alcuni componenti del motore F135, con un accordo che potrà essere esteso fino ad una partecipazione del 5% del valore complessivo del motore, da parte dell’azienda italiana.

La Piaggio Aereo e Pratt & Whitney hanno poi sottoscritto un ulteriore accordo del valore di 17 milioni di dollari, che implementa la partnership già in essere, portando l'ammontare totale del lavoro commissionato alla società italiana nell'ambito del programma a più di 150 milioni di dollari.

Il totale delle produzioni relative al programma JSF richieste da Pratt & Whitney a società italiane ha un valore pari a 200 milioni di dollari, il 75% dei quali determinato dalle sole commesse assegnate a Piaggio Aero, che produrrà anche il supporto per la turbina ad alta pressione del motore F135.

Galileo Avionica ha ottenuto l’appalto per lo sviluppo e la realizzazione della cella “sotto vuoto” del sistema di controllo del tiro e fornisce inoltre specifici componenti elettronici; Elsag è coinvolta nel settore dei sistemi informativi a supporto dello sviluppo prodotto e per la logistica.

Alla Marconi Selenia Communications è affidata la costruzione dei sistemi radio di riserva.

Le altre ditte italiane che hanno acquisito contratti ed impegni per il futuro sono Aerea (piloni di lancio dei missili), Datamat, Gemelli, Logic, Selex communication, Marconi, Sirio Panel (schermi e luci dell’abitacolo), Mecaer, Moog, Oma, OtoMelara, Secondo Mona, Sicamb (seggiolino eiettabile), Consorzio S3Log, Elettronica, Aermacchi e Vitrociset.

Il programma JSF prevedeva inizialmente una sola linea di assemblaggio finale e di verifica velivoli a Fort Worth in Texas (USA). In seguito a una serie di negoziati, gli USA hanno consentito, ponendo condizioni sulla salvaguarda della riservatezza delle lavorazioni, sulla creazione di una linea di assemblaggio in Italia, per i velivoli nazionali e per quelli dei Paesi europei che ne facciano richiesta. La struttura dovrebbe essere installata nei pressi dell’aeroporto militare di Cameri (Novara), dove ha sede il 1° Reparto Manutenzione Velivoli (Tornado ed Eurofighter) e che è il principale centro logistico nazionale dell’Aeronautica.

Nel quadro della realizzazione di questo progetto, l’Italia ha inoltre sottoscritto, il 30 marzo 2006, un accordo bilaterale con l’Olanda per lo sviluppo di un piano di logistica JSF in ambito europeo. L’accordo prevede: la creazione in Italia di una linea di assemblaggio finale e verifica dei velivoli, e la creazione in Olanda di una linea di manutenzione e revisione dei motori e di taluni equipaggiamenti del velivolo. Tali capacità dovranno essere realizzate attraverso un modello di stretta partnership tra ministeri della Difesa e rispettive industrie nazionali. L’accordo è infine predisposto per accogliere l'adesione di altri Paesi europei partecipanti al programma. 

Fonti: Atti parlamentari, Ministero della difesa, RID - Rivista italiana di difesa, IAI, Panorama difesa, The Military Balance 2007, Dipartimento della difesa USA, ANSA, siti internet ufficiali del JSF, della Lockheed , di Finmeccanica, di Paginedidifesa e di Dedalonews.