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Il nuovo concetto strategico

Il Nuovo concetto strategico della NATO è un documento di orientamento politico-strategico chiamato a delineare finalità e compiti operativi dell’organizzazione su base decennale. La primo Concetto Strategico è nata immediatamente dopo il crollo del blocco Sovietico, nel novembre 1991, a Roma, in occasione del vertice dei Capi di Stato e Governo dell’Alleanza. Il documento enunciava un insieme coerente di principi politici e militari della dottrina NATO, e si proponeva di lanciare un approccio più ampio alla sicurezza, basato sul dialogo e la cooperazione, cercando il confronto con i Paesi dell’Europa centro-orientale e dell’ex Unione Sovietica. La seconda versione (il primo Nuovo concetto strategico ) è stata invece approvata al vertice di Washington del 23-25 aprile 1999. Il testo rifletteva il mutato scenario della sicurezza Euro-Atlantica, con l’intento di regolare la politica della sicurezza e della difesa dell’Alleanza, i suoi concetti operativi, l’assetto delle sue forze convenzionali e nucleari, e le disposizioni della sua difesa collettiva.

L’ultima versione del Nuovo Concetto Strategico è stata approvata dal vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’Alleanza tenutosi a Lisbona il 19 e il 20 novembre 2010 . Con questo documento la NATO ha reinterpretato il suo testo base – il Trattato di Washington del 1949 – alla luce dello scenario geopolitico del XXI secolo. L’area Euro-Atlantica sta vivendo un periodo di pace e le probabilità di un attacco convenzionale contro i territori NATO sono molto basse. Nonostante ciò, si legge nel testo del Nuovo Concetto Strategico, la minaccia di un attacco convenzionale non può essere del tutto ignorata. Molti Stati non membri stanno intraprendendo programmi di sviluppo di capacità militari moderne, con conseguenze per la stabilità dell’area Euro-Atlantica che sono difficili da prevedere.

I rischi maggiori per l’Alleanza sono la proliferazione di missili balistici, delle armi atomiche e delle altre armi di distruzione di massa. Il pericolo è esacerbato dal fatto che questo genere di programmi militari sarà intrapreso, nel corso del decennio a venire, da Governi ritenuti politicamente “volatili”. Il terrorismo rappresenta ancora il fronte più problematico. I gruppi estremisti continuano a espandersi in regioni di importanza strategica per l’Alleanza, e le tecnologie moderne amplificano la potenza distruttiva di loro eventuali attacchi. Esiste il timore che organizzazioni terroristiche possano entrare in possesso di armi nucleari, chimiche, biologiche o radiologiche. Gli attacchi cibernetici sono diventati sempre più frequenti, e i danni che infliggono alle amministrazioni pubbliche, alle imprese private, ai network di comunicazione e alle infrastrutture hanno raggiunto un valore economico non trascurabile.

Nel testo approvato a Lisbona si legge che questo genere di attacco, sempre più frequente, rischia di minare la prosperità, la sicurezza e la stabilità dell’intera area Euro-Atlantica.

Di fronte a queste minacce, provenienti da aree del mondo differenti e da soggetti disparati, la NATO rinnova con il Nuovo Concetto Strategico il suo impegno a proteggere la popolazione Euro-Atlantica seguendo una strategia che si articola nei seguenti punti:

  • Mantenere la giusta combinazione di armi nucleari e forze convenzionali.
  • Conservare le capacità tecniche ed economiche necessarie per le operazioni di difesa collettiva e di risposta immediata alle crisi.
  • Sviluppare delle forze convenzionali in grado di assumersi il peso delle responsabilità militari derivanti dall’Articolo 5 del Trattato di Washington.
  • Raggiungere un livello di addestramento delle truppe tale da garantire risposte concrete e immediate a ogni tipo di minaccia alla sicurezza.
  • Assicurare la più ampia partecipazione possibile di tutti gli Alleati alle scelte sul posizionamento delle armi nucleari.
  • Sviluppare la capacità di difendere i territori e le popolazioni dell’Alleanza dagli attacchi missilistici di tipo balistico. In questo ambito la NATO si impegna a ottenere la cooperazione russa a un programma di difesa missilistica.
  • Sviluppare ulteriormente le capacità di difesa da attacchi nucleari, biologici, chimici e radiologici.
  • Creare una struttura informatica in grado di arginare attacchi cibernetici, ricorrendo a una maggiore coordinazione internazionale che si traduca in una centralizzazione informatica a livello NATO.
  • Migliorare le capacità di difesa contro il pericolo terrorista. A tale scopo lo sviluppo delle forze militari NATO deve affiancarsi a un programma di addestramento, nei Paesi maggiormente a rischio, delle forze di polizia locali.
  • Sviluppare la sicurezza energetica migliorando il controllo e la protezione delle principali infrastrutture che assicurano il flusso di materie prime verso i Paesi dell’Alleanza,
  • Assicurarsi che i Paesi membri garantiscano i livelli di spesa necessari ad affrontare le sfide alla sicurezza nel nuovo millennio.
  • Continuare a monitorare attentamente lo scenario internazionale al fine di adeguare immediatamente la strategia generale della NATO a eventuali nuove minacce.

Lo scopo ultimo dell’Alleanza, secondo quanto approvato nel vertice di Lisbona, è garantire la sicurezza con il minore dispiegamento possibile di forze militari. Il disarmo e la non proliferazione contribuiscono alla pace, alla sicurezza e alla stabilità, ma il loro perseguimento non può tradursi in una riduzione della sicurezza per i Paesi Membri. Gli sforzi militari devono affiancarsi a quelli politici e diplomatici. Il primo passo verso una riduzione delle testate nucleari consiste nel convincere il Governo di Mosca a incrementare il processo di trasparenza sulle armi nucleari posizionate nei pressi dei confini europei e a riallocarle lontano dai territori della NATO.

Per quanto concerne la questione dell’allargamento, i Paesi membri ribadiscono che l’ampliamento dell’Alleanza ha contribuito in maniera sostanziale a rafforzare la sicurezza dell’area Euro-Atlantica. Pertanto la prospettiva di un ulteriore allargamento è ben vista. In particolare sono considerate importanti le adesioni di tutte le democrazie europee che condividano lo spirito del Trattato di Washington e che siano disposte ad assumersi le necessarie responsabilità.

La NATO inoltre si propone come obiettivo il dialogo e la cooperazione con i Paesi non membri. A tal fine si dice pronta a sviluppare meccanismi di confronto politico con qualsiasi entità, statale o sovrastatale, che sia interessata a promuovere relazioni internazionali pacifiche.