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Temi dell'attività Parlamentare

L'Eurofighter Typhoon nell'industria della Difesa

Programma

Il Programma EFA/Eurofighter 2000 (European Fighter Aircraft, poi European Fighter) è finalizzato alla realizzazione di un velivolo da combattimento (denominato Thyphoon) dotato del massimo numero di elementi comuni e di capacità operativa corrispondenti ai requisiti stabiliti dalle quattro Nazioni partecipanti.

L’Eurofighter-Typhoon è un bireattore monoposto supersonico destinato alla difesa aerea, con compito primario di contrasto delle forze aeree e con capacità secondaria di svolgere missioni di attacco al suolo. Il velivolo è compatibile con operazioni condotte da forze di coalizione e capace, grazie alla estrema manovrabilità ed alla grande versatilità nei suoi ruoli operativi, di operare la difesa e l’attacco in condizioni di ogni tempo.

Esso rappresenta il più vasto programma industriale nel settore europeo della difesa, nonché l’esempio più avanzato di integrazione industriale in un unico programma comune.

Il programma è frutto della cooperazione tra Italia, Germania, Regno Unito e Spagna, avviata in base al Memorandum of Understanding generale sottoscritto nel 1986. Secondo tale intesa, la realizzazione del progetto doveva essere suddivisa in cinque fasi successive: definizione, sviluppo, industrializzazione, produzione in serie e supporto logistico. Sono stati così posti in essere successivamente i “Memorandum” n. 2 e 3, che prevedono le modalità relative alle fasi, rispettivamente, di definizione del Programma e di sviluppo del velivolo e del motore. Con l'accordo firmato il 10 novembre 1988, i quattro partners europei hanno dato avvio alla fase di sviluppo e sperimentazione del velivolo. Si prevedeva inizialmente la costruzione di 765 unità, delle quali 165 in dotazione all'Italia.

Nel 1992, mentre era ancora in corso la fase di sviluppo, la presa d’atto da parte dei Paesi partecipanti di ritardi rispetto alle previsioni iniziali, e soprattutto le mutate condizioni politico-militari dell’Europa a seguito di quanto avvenuto nei Paesi dell’Est, hanno indotto radicali mutamenti nella struttura e nella sequenza temporale del Programma.

In sostanza, il cambiamento delle suddette condizioni veniva ad incidere sulle necessità di difesa militare dei Paesi della NATO, e di conseguenza sulle caratteristiche stesse dell’aereo da combattimento oggetto del Programma EFA. I Ministri della Difesa manifestavano inoltre una diffusa preoccupazione in ordine all’impegno finanziario richiesto, in relazione alla situazione di bilancio evolutasi in senso poco favorevole per tutti i Paesi partecipanti. Si decideva pertanto di procedere alla revisione dei piani di realizzazione, prendendo nel contempo misure per contenere al massimo i costi, e prevedendo uno slittamento dei tempi della fase di produzione, sia pure differenziato secondo le specifiche esigenze di ogni Paese. Il costo del singolo velivolo veniva contratto da 111 a 101 miliardi di lire, mentre gli ordinativi venivano ridotti dai 765 velivoli iniziali a 620, on un conseguente adeguamento delle quote di partecipazione nazionale. Nonostante tali aggiustamenti, tuttavia, l’andamento del Programma ha continuato ad essere caratterizzato da notevoli ritardi rispetto alle previsioni:la produzione di serie è iniziata nel 1998 e le prime consegne alle Forze Aeree sono iniziate nel 2003.

Il programma di produzione prevede, entro il 2014, la consegna di 620 velivoli: 232 per la Gran Bretagna, 180 per la Germania, 121 per l’Italia e 87 per la Spagna. Le consegne sono articolate in tre tranche di cui la tabella seguente illustra il dettaglio:

 

1a tranche

2a tranche

3a tranche

Data contratto

settembre 1998

dicembre 2004

non ancora siglato

Caratteristiche

Capacità aria-aria: gli ultimi esemplari saranno dotati anche di una limitata capacità aria-superficie

Perfezionata capacità aria-aria e migliorata capacità aria-superficie

Elevata capacità aria-aria e perfezionate capacità aria-superficie

Periodo

2003/2007

2007/2012

2012/2017

Produzione

148 velivoli

236 velivoli

236 velivoli

Regno Unito

55

89

88

Germania

44

68

68

Italia 

29

46

46

Spagna

20

33

34

 

Sono stati finora consegnati alle quattro forze aeree che avevano originariamente ordinato il caccia, i 148 Eurofighter della prima tranche e sono iniziate le consegne dei velivoli della seconda tranche.

I 121 velivoli (di cui 15 biposto) che l’Italia prevede di acquistare (con una opzione ulteriore di 9 velivoli da confermare successivamente) sono destinati alla sostituzione dell’intercettore F-104 in dotazione alla nostra Aeronautica. L’onere complessivo previsto è pari a 18,1 miliardi di euro.

Il ritardo del programma Eurofighter ha determinato la necessità, per la Difesa, di provvedere, nel frattempo, all’acquisizione in leasing dagli Stati Uniti di 34 caccia intercettori F-16 ADF; il contratto prevede la fornitura di 45.000 ore di volo nel periodo 2004-2010, per la temporanea sostituzione degli F-104 ritirati dall’attività operativa nel 2004. Il 16 dicembre 2005 è divenuto operativo il primo velivolo Eurofighter nei reparti di volo dell’Aeronautica militare. Alla metà del 2008 erano operativi 29 velivoli.

Sono collegati all’acquisizione del velivolo Eurofighter i programmi pluriennali relativi al missile aria-aria Meteor e del missili aria/aria IRIS-T per il velivolo EF 2000.

  • Il programma pluriennale relativo al missile aria-aria Meteor a medio-lungo raggio di elevate prestazioni operative, è realizzato in cooperazione da Svezia, Germania, Italia, Spagna, Francia e Gran Bretagna. L’Italia intende acquisire 400 missili (da montare sul velivolo EF-2000), pari al 18% circa della produzione totale prevista. La quota di partecipazione dell’Italia è stimata in 123 milioni di euro per la fase di sviluppo (2001-2009) e in 390 milioni di euro per la fase di industrializzazione e di produzione. Il completamento del programma è previsto per il 2013.
  • Il programma pluriennale relativo all'acquisizione di 444 missili aria/aria IRIS-T a corto raggio (SRAAM) è frutto di una cooperazione tra Germania, Svezia, Grecia, Italia, Canada e Norvegia. L’Italia, la Germania e la Spagna utilizzeranno il missile per l’armamento dei velivoli EF-2000 ripartendo tra loro i costi di integrazione del missile IRIS-T sul velivolo.

Il costo complessivo della fase di industrializzazione è valutato in 1.123,2 milioni di euro; la partecipazione finanziaria italiana ammonta a 217 milioni di euro ripartiti in nove anni, a partire dal 2003.

La gestione del programma Eurofighter è affidata ad un’Agenzia governativa denominata NETMA (NATO Eurofighter and Tornado Managenent Agency), con sede a Monaco di Baviera che rappresenta, per tutti e quattro i Paesi clienti, l’unica interfaccia autorizzata ad evidenziare le loro esigenze ai produttori.

Dopo la negoziazione con le industrie aeronautiche dei Paesi partecipanti, sono stati stipulati due contratti “quadro” (enabling contracts) con consorzi operanti in regime di diritto tedesco (uno per lo sviluppo della cellula, degli equipaggiamenti e l’integrazione del sistema d’arma, l’altro per lo sviluppo del motore e relativi accessori), denominati rispettivamente Eurofighter Gmbh ed Eurojet.

Il consorzio Eurofighter Gmbh, con sede a Monaco di Baviera, è costituito dalle quattro industrie nazionali: Alenia Aeronautica (19,5%), BAE Systems (37,5%), EADS Deutschland (30%) e EADS-CASA (13%), ed è responsabile dello sviluppo e della produzione del velivolo.

Il consorzio Eurojet, responsabile dello sviluppo e della produzione del motore EJ-2000, è costituito da MTU Aero Engines (33%), Rolls-Royce (33%), Avio (21%) e ITP (Industria de Turbo Propulsores) (13%).

Lo sforzo industriale delle aziende impegnate per l’Eurofighter è complessivamente stimato per un valore superiore a 86 miliardi di euro.

Eurofighter Typhoon rappresenta per l'industria aerospaziale europea una spinta tecnologica e occupazionale in grado di offrire future garanzie di sviluppo ai partner: attualmente, oltre 60.000 persone nelle quattro nazioni partner sono oggi coinvolte nel programma, di cui 12.000 in Italia.

La produzione del Typhoon, superiore a tre velivoli al mese, è sostenuta da un complesso di fornitori costituito da oltre 600 società, delle quali più di 200 italiane. In fase di “picco” della produzione, il Team Eurofighter darà lavoro a oltre 120.000 persone in Europa, di cui 24.000 in Italia.

Ruolo delle aziende italiane nella produzione dell'Eurofighter

Partecipano al programma aziende del Gruppo Finmeccanica (Consorzio Eurofighter Gmbh) e la Avio (Consorzio Eurojet). In termini occupazionali va sottolineato che in Italia sono impiegate in media per le sole attività dirette, interne ed esterne, circa 7.200 risorse uomo/anno, di elevata qualificazione tecnica e alto livello professionale. Altre 4.800 risorse uomo/anno sono assorbite dalle attività indirette legate al programma.

Va considerato infine che tali attività comportano un indotto (terziario) per un valore equivalente alla somma delle attività dirette ed indirette. L'occupazione totale generata dal programma (diretta, indiretta e terziaria) è dell'ordine delle 24.000 risorse uomo/anno con una distribuzione sul territorio che può stimarsi 50% nel nord e 50% nel centro-sud. La produzione di Eurofighter comporterà ricadute dirette e indirette sull'occupazione, e in generale sulla economia europea e italiana, per un periodo sicuramente non inferiore ai quindici anni. Si dà conto di seguito delle principali produzioni suddivise tra le maggiori aziende:

Alenia Aeronautica

Alenia Aeronautica è responsabile della costruzione di tutte le semi-ali sinistre, della progettazione e costruzione della fusoliera posteriore insieme a BAE Systems, della progettazione e integrazione di alcuni sistemi di bordo, quali armamento e navigazione, nonché dell'integrazione di tutto il sistema propulsivo. La società italiana è, inoltre, responsabile dell'assemblaggio finale di tutti i velivoli per l'Aeronautica militare italiana e di quelli dei clienti export dei paesi di competenza.

Negli stabilimenti Alenia Aeronautica di Torino e di Caselle, in cui lavorano complessivamente poco meno di 3.000 addetti, oltre 1.000 sono oggi impegnati nello sviluppo e produzione di Eurofighter Typhoon (con una capacità produttiva di circa un velivolo al mese). Ulteriori cento persone lavorano per il Typhoon negli stabilimenti del Sud (Nola, Casoria e Foggia).

Aermacchi

Con una partecipazione industriale di circa il 4%, Aermacchi ha un ruolo importante nel programma Eurofighter. In particolare, presso l'azienda di Venegono sono stati progettati e sviluppati, e sono attualmente in produzione, le estremità alari, i piloni sub-alari, i raccordi ala-fusoliera e componenti degli alloggiamenti dei motori del caccia europeo. Inoltre sempre presso la Aermacchi si è svolto un esteso programma di test in galleria del vento della nuova macchina.

Galileo Avionica

Galileo Avionica è Prime Contractor per il sistema passivo di ricerca, identificazione e puntamento dei bersagli del Typhoon, il Pirate, che sfrutta un dispositivo a raggi infrarossi, uno dei più avanzati tra i sistemi di missione dell'aereo. Il programma Eurofighter rappresenta per Galileo Avionica una importante attività che coinvolge le business unit Sistemi ed Equipaggiamenti Avionici, quella Sistemi Radar e quella Simulatori e Teleguidati, presso gli stabilimenti di Milano, Torino, Pomezia e Ronchi dei Legionari, per un totale di circa 600 addetti.

Galileo Avionica partecipa allo sviluppo e alla produzione di sottosistemi complessi nell'ambito dei consorzi Euroradar per la progettazione e la realizzazione del sistema radar del velivolo, e EuroDass per la progettazione e la realizzazione del sottosistema per la protezione del velivolo da minacce missilistiche a guida radar, laser o termica.

Marconi Selenia Communications

La Marconi Selenia Communications contribuisce al programma con la realizzazione della maggior parte degli equipaggiamenti di comunicazione e navigazione dell'aereo. Gli apparati prodotti dalla Marconi Selenia Comunications sono installati sui velivoli di tutte e quattro le nazioni partecipanti al programma. Inoltre l'azienda partecipa alla fornitura diella Communication Audio Management Unit (Camu) e della radio V/Uhf.

Sirio Panel

La Sirio Panel contribuisce al programma con la realizzazione di larga parte della strumentazione del cockpit. Gli apparati Sirio Panel equipaggiano i velivoli di tutte e quattro le nazioni che partecipano al programma e rappresentano lo stato dell'arte nel campo dell'interfaccia uomo-macchina. Gli equipaggiamenti Sirio Panel sono prodotti interamente nello stabilimento di Montevarchi, Arezzo.

Avio

Avio partecipa alla produzione dell’innovativo motore EJ200, realizzato dal Consorzio Eurojet; Avio è responsabile di diversi componenti essenziali del motore, tra cui la scatola ingranaggi, la turbina di bassa pressione e il post-combustore. L’impegno di Avio nel programma Eurofighter comprende altresì la guida del Consorzio DFZI, che realizza la trasmissione comando accessori per il velivolo, AMAD, e la partecipazione al Consorzio che produce l’Unità di Potenza Ausiliaria (APU).

Le prospettive dell'esportazione

Il velivolo Eurofighter Typhoon ha un mercato previsto per l’export di 800 velivoli.

Nel marzo 2005, il Consorzio europeo Eurofighter ha concluso un contratto per la vendita di 15 aerei all'Austria per complessivi 1,6 miliardi di euro (inizialmente erano 18 per 2 miliardi di euro), da consegnarsi entro il 2009.

Nell’agosto 2006, l'Arabia Saudita ha firmato un accordo di oltre 11 miliardi di dollari con la Gran Bretagna per l'acquisto di 72 caccia Eurofighter.

L'Eurofighter concorre attualmente alla gara che l’India ha lanciato nell’agosto 2007 per la sostituzione dei vecchi Mig 21-s russi e dei British Jaguar (126 caccia per un valore stimato in circa 10 miliardi di dollari) ed alla selezione in corso da parte della Svizzera (cui necessitano 54 caccia per la sostituzione degli F-5).

L’Eurofighter Typhoon è anche uno dei candidati, con gli statunitensi F/A-18 Super Hornet e F-15E Strike Eagle della Boeing, alla sostituzione dei velivoli Phantom II dell’Aeronautica militare del Giappone, interessato all’acquisto di 50 velivoli per 5 miliardi di ollari.

Potenziali altri acquirenti sarebbero: la Romania (che ha una gara in corso per 48 aerei con un budget di 4,4 miliardi di euro), la Corea del Sud (che è interessata all’acquisto di 20 velivoli), la Danimarca, la Norvegia e il Pakistan. Manifestazioni di interesse sono giunte inoltre dal Sudamerica, dai Paesi del Golfo e dell' Estremo Oriente.

Caratteristiche tecniche:

Dimensioni

apertura alare: 10,95 m

altezza: 5,28 m

lunghezza: 15,96 m

superficie alare: 50 m2

peso a vuoto : 11.000 kg

peso massimo al decollo : 23.500 kg

Prestazioni

velocità max: 2 mach

corsa di decollo/atterraggio: 700 m

autonomia: 3.200 km (trasferimento)

raggio d'azione: oltre 1350 km

Impianto propulsivo: due turbofan Eurojet EJ200 da 60 kN (13.490 lb) a secco e 90 kN (20.000 lb) con poscombustione

Armamento: fino a 6.500 kg di carichi esterni (missili aria-aria a guida radar e IR, serbatoi, ecc.). Un cannone Mauser cal. 27 mm

Equipaggio: 1-2 piloti

Fonti: Ministero della difesa, Atti parlamentari, Jane’s Group, RID - Rivista italiana di difesa, Panorama difesa, JP4, ANSA, sito ufficiale Eurofighter