XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 24 settembre 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 24 settembre 2009.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, De Biasi, Donadi, Renato Farina, Fassino, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Milanato, Molgora, Nucara, Leoluca Orlando, Pescante, Pianetta, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Tremonti, Urso, Vegas, Vernetti, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 23 settembre 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
JANNONE: «Modifiche all'articolo 37-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, in materia di contrasto dell'elusione fiscale e dell'abuso del diritto in materia tributaria» (2709);
RAISI: «Disposizioni per la valorizzazione e la promozione della "sfoglia emiliano-romagnola" e disciplina della relativa professione» (2710);
MAURIZIO TURCO ed altri: «Delega al Governo per il riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate» (2711);
GIULIO MARINI: «Modifiche al decreto legislativo 27 febbraio 1991, n. 78, in materia di riordinamento della banda musicale dell'Arma dei carabinieri» (2712).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge COMPAGNON ed altri: «Modifica all'articolo 71 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, in materia di assenza dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni a causa di malattia oncologica» (2289) è stata successivamente sottoscritta dal deputato De Pasquale.

La proposta di legge PEZZOTTA ed altri: «Norme in materia di mediazione familiare nonché modifica all'articolo 155-sexies del codice civile, concernente l'ascolto dei minori nei casi di separazione dei coniugi» (2503) è stata successivamente sottoscritta dal deputato De Pasquale.

La proposta di legge SCANDROGLIO ed altri: «Disposizioni concernenti l'esercizio della libera professione da parte del personale sanitario dipendente dal Servizio sanitario nazionale» (2529) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Biasotti.

La proposta di legge REGUZZONI ed altri: «Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili» (2624) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Stucchi.

La proposta di legge SARUBBI e GRANATA: «Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza» (2670) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Ferranti e Samperi.

Trasmissioni dal Senato.

In data 23 settembre 2009 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti progetti di legge:
S. 392-550-918. - Senatori BASSOLI ed altri; senatore COSTA; senatori NESSA ed altri: «Misure per il riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche» (approvata, in un testo unificato, dalla 11a Commissione permanente del Senato) (2713);
S. 1749. - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 agosto 2009, n. 103, recante disposizioni correttive del decreto-legge anticrisi n. 78 del 2009» (approvato dal Senato) (2714).

Saranno stampati e distribuiti.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sotto indicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
COLOMBO: «Disposizioni in materia di conflitti di interessi e di incompatibilità dei titolari delle cariche di governo, con particolare riguardo al controllo di imprese e capitali e di attività aziendali nei settori dell'informazione, delle comunicazioni, delle reti mobili o fisse di telefonia e delle attività informatiche» (2664) Parere delle Commissioni II, VI, VII, IX, X e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VI Commissione (Finanze):
MILANATO ed altri: «Modifica alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, in materia di aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa alle prestazioni dell'attività di acconciatore» (2573) Parere delle Commissioni I, V e XIV;
CASSINELLI: «Modifiche all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detraibilità delle spese per l'acquisto di libri e materiale scolastico» (2650) Parere delle Commissioni I, V e VII;
S. 414-507. - Senatore COSTA; Senatore BARBOLINI: «Disposizioni di contrasto al furto d'identità e in materia di prevenzione delle frodi nel settore del credito al consumo, dei pagamenti dilazionati o differiti e nel settore assicurativo» (approvata, in un testo unificato, dal Senato) (2699) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VIII, IX, X, XI e XIV.

VII Commissione (Cultura):
CASSINELLI: «Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633, in materia di libere utilizzazioni di contenuti protetti da diritto d'autore» (2525) Parere delle Commissioni I, II, V e IX.

Trasmissioni dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 17 e 18 settembre 2009, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 8-ter del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri - che sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) nonché alle Commissioni sottoindicate - con cui sono autorizzati, in relazione ai seguenti interventi da realizzare tramite contributi assegnati in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale:
alla III Commissione (Affari esteri):
la variazione dell'oggetto dell'intervento da realizzare con il contributo concesso nel 2006 al Comitato europeo per la formazione e l'agricoltura (CEFA) ONLUS da effettuare in Somalia, nella regione del Basso Shabel;

alla VII Commissione (Cultura):
l'utilizzo delle economie di spesa realizzate dal comune di Cisterna d'Asti, a valere sul contributo concesso nel 2004, per lavori di restauro della rampa di accesso al castello monumentale di Cisterna d'Asti;
l'utilizzo delle economie di spesa realizzate dalla soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Siena e Grosseto, a valere sul contributo concesso nel 2000, per ulteriori lavori di restauro di un tratto della cinta muraria di Talamone;
l'utilizzo delle economie di spesa realizzate dall'ente morale provincia di Abruzzo dei Frati minori conventuali di Pescara, a valere sui contributi concessi nel 2002 e nel 2003, per lavori di completamento del restauro della chiesa e del convento di San Francesco d'Assisi in Castelvecchio Subequo (L'Aquila).

Trasmissione dal ministro della difesa.

Il ministro della difesa, con lettera in data 21 settembre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e successive modificazioni, la relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero della difesa, relativa all'anno 2008 (doc. CCVIII, n. 10).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali), alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal viceministro dello sviluppo economico.

Il viceministro dello sviluppo economico, con lettera in data 23 settembre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, della legge 24 aprile 1990, n. 100, recante norme sulla promozione della partecipazione a società ed imprese miste all'estero, la relazione sullo stato di attuazione della citata legge n. 100 del 1990, per l'anno 2007 (doc. LXXXV, n. 2).

Questo documento - che sarà stampato - sarà trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).

Annunzio di sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 21 settembre 2009, ha dato comunicazione, ai sensi della legge 9 gennaio 2006, n. 12, delle seguenti sentenze pronunciate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dello Stato italiano, passate in giudicato nel mese di agosto 2009, che sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia nonché alla III Commissione (Affari esteri):
sentenza 26 maggio 2009: Mur n. 6480/03, in materia di fallimento. Constata la violazione dell'articolo 6, paragrafo 1, CEDU, relativo al diritto ad un processo equo sotto il profilo della ragionevole durata, con riferimento a procedura fallimentare anteriore all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 5 del 2006 (doc. CLXXIV, n. 148) - alla II Commissione (Giustizia);
sentenza 26 maggio 2009: Maria Vicari n. 13606/05. Constata la violazione degli articoli 6, paragrafo 1, 8 e 13 CEDU, relativi rispettivamente al diritto ad un processo equo sotto il profilo della ragionevole durata, al rispetto della vita privata e familiare e al diritto ad un ricorso effettivo, con riferimento a procedura fallimentare anteriore all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 5 del 2006 (doc. CLXXIV, n. 149) - alla II Commissione (Giustizia);
sentenza 26 maggio 2009; Cavalleri n. 30408/03, in materia di fallimento. Constata la violazione degli articoli 6, paragrafo 1, 8 e 13 CEDU, relativi rispettivamente al diritto ad un processo equo sotto il profilo della ragionevole durata, al rispetto della vita privata e familiare e al diritto ad un ricorso effettivo, nonché degli articoli 1, Protocollo n. 1 e 2, Protocollo n. 4, relativi alla protezione della proprietà ed alla libertà di circolazione con riferimento a procedura fallimentare anteriore all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 5 del 2006 (doc. CLXXIV, n. 150) - alla II Commissione (Giustizia);
sentenza 26 maggio 2009: Colombi n. 24824/03, in materia di fallimento. Constata la violazione degli articoli 6, paragrafo 1, 8 e 13 CEDU, relativi rispettivamente al diritto ad un processo equo sotto il profilo della ragionevole durata, al rispetto della vita privata e familiare e al diritto ad un ricorso effettivo, nonché degli articoli 1, Protocollo n. 1, e 2, Protocollo n. 4, relativi alla protezione della proprietà ed alla libertà di circolazione con riferimento a procedura fallimentare anteriore all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 5 del 2006 (doc. CLXXIV, n. 151) - alla II Commissione (Giustizia).

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 23 settembre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, commi 634 e 635, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e dell'articolo 26, comma 1, secondo periodo, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazoni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di riordino delle Casse militari (122).
Tale richiesta è stata assegnata, dal Presidente del Senato della Repubblica, d'intesa con il Presidente della Camera dei deputati, alla Commissione parlamentare per la semplificazione, che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 24 ottobre 2009.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative per la modifica della circolare del dipartimento della funzione pubblica n. 12 del 2000 in materia di pensioni ordinarie per i funzionari direttivi dello Stato - 2-00478

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, per sapere - premesso che:
l'articolo 73, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1972, n. 748, dispone che le pensioni ordinarie per i funzionari direttivi dello Stato, già appartenenti alle qualifiche di ispettore generale e di direttore di divisione o equiparate dei cosiddetti ruoli ad esaurimento, vanno liquidate «sulla base del trattamento economico che sarebbe ad essi spettato se, all'atto della cessazione dal servizio, avessero conseguito l'inquadramento a primo dirigente», ora dirigente di seconda fascia;
trattasi di una norma speciale intesa a garantire un giusto risarcimento morale e materiale ai soggetti interessati, che, pur dotati dei requisiti richiesti, non vennero a suo tempo inquadrati nei ruoli della dirigenza per carenza di posti disponibili e furono, quindi, gravemente discriminati rispetto ai loro ex colleghi direttivi che conseguirono tale inquadramento solo grazie alla loro maggiore anzianità di servizio;
detta norma, comportando un beneficio di natura pensionistica, è tuttora vigente, nonostante la soppressione dei ruoli ad esaurimento avvenuta ad opera dell'articolo 25, comma 4, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 - trasfuso nell'articolo 69, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 - con la contestuale conservazione ad personam delle relative qualifiche nei confronti dei rispettivi titolari;
atteso che gli effetti del citato articolo 73, comma 2, decorrono dal momento terminale del rapporto di servizio di detti soggetti, va da sé che, nel caso specifico, le voci retributive da prendere in considerazione per determinare la base pensionabile, non potendo corrispondere a quelle connesse allo svolgimento delle funzioni dirigenziali, devono necessariamente riferirsi a tutti quegli emolumenti di natura fissa e ricorrente (nessuno escluso), la cui sommatoria rappresenta il trattamento economico fondamentale che l'ex primo dirigente percepisce in relazione alla sola qualifica posseduta, prescindendo dall'esercizio di tali funzioni;
dal punto di vista amministrativo, la materia è tuttora regolata dalla circolare del dipartimento della funzione pubblica n. 12 del 24 ottobre 2000, che viene in parte contestata, in quanto, pur avendo disposto che le pensioni in parola vanno commisurate - oltre che alla retribuzione individuale di anzianità (ria) maturata al 30 novembre 1995 - al predetto trattamento economico fondamentale, ha tuttavia impropriamente omesso di includere in quest'ultimo la parte fissa o minima della retribuzione di posizione dell'ex primo dirigente, che pure rappresenta una delle sue componenti essenziali. Prova ne sia che tale quota retributiva, corrisposta in ugual misura a tutti i dirigenti della medesima fascia, viene ad essi riconosciuta perfino nei casi di aspettativa o di distacco presso altra sede di servizio che comporti l'assenza temporanea delle funzioni dirigenziali;
ad ulteriore conferma che la parte fissa o minima della retribuzione di posizione rientra nel trattamento economico fondamentale dell'ex primo dirigente e, quindi, nella pensione del personale dei ruoli ad esaurimento, si possono anche citare, tra l'altro:
a) le norme di contrattazione collettiva vigenti in materia;
b) la deliberazione n. 2/2004/P, adottata il 26 febbraio 2004 dalla sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei conti;
c) alcune lettere ufficiali, particolarmente significative, facenti parte di una corrispondenza intercorsa in ordine alla materia, tra lo stesso dipartimento della funzione pubblica e la Ragioneria generale dello Stato;
sul piano giurisdizionale, si segnala inoltre che negli anni dal 2003 al 2007, sono state emesse ben tredici sentenze da parte delle competenti sezioni regionali della stessa Corte dei conti per il Lazio, la Lombardia, l'Abruzzo, la Sardegna, le Marche, la Liguria, il Molise e la Toscana, in base alle quali i ricorrenti (tutti ex funzionari dei ruoli ad esaurimento) hanno visto accogliere le proprie istanze, con il riconoscimento del diritto alla riliquidazione del loro trattamento di quiescenza con il computo nella base pensionabile anche della retribuzione di posizione di parte fissa o minima, appunto perché ritenuta una delle componenti essenziali del trattamento economico fondamentale del dirigente. Una di queste sentenze (n. 271/2003-sezione Abruzzo) è stata anche oggetto di positivo apprezzamento da parte dell'Avvocatura generale dello Stato, con lettera n. CS 24351/04 sezione 7 del 17 maggio 2004;
si sono, peraltro, venute a creare, in tal modo, anche gravi difformità di trattamento tra soggetti che, pur essendo titolari del medesimo diritto e pur avendo rivestito durante la loro attività di servizio posizioni assolutamente identiche, percepiscono trattamenti pensionistici differenziati a seconda del modo con cui l'articolo 73, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 748 del 1972 viene di volta in volta interpretato, in sede di giudizio, da questo o da quel magistrato contabile;
non si può non segnalare la recente circolare n. 7 del 17 luglio 2008, con cui il dipartimento della funzione pubblica, nel disporre in ordine alle assenze per malattia dei pubblici dipendenti in attuazione dell'articolo 71 del decreto-legge n. 112 del 2008, ha espressamente dichiarato che tra le voci del trattamento economico fondamentale dei dirigenti dell'area I (dirigenti ministeriali) rientra anche la retribuzione di posizione di parte fissa, contrariamente a quanto risulta dalla circolare n. 12 del 24 ottobre 2000, che, invece, la esclude, con conseguente riduzione, del tutto impropria, della base pensionabile dei rispettivi destinatari;
si è, dunque, determinata un'aberrante contraddizione tra due atti di indirizzo del medesimo dipartimento della funzione pubblica (la circolare n. 12 del 2000 e la circolare n. 7 del 2008) in ciascuno dei quali viene attribuita al trattamento economico fondamentale del dirigente (che è uno e uno solo per sua stessa definizione) una diversa composizione, a seconda del motivo per cui esso viene preso in considerazione -:
se il Governo non intenda modificare la predetta circolare n. 12 del 2000, al fine di prevedere in favore degli aventi diritto un trattamento pensionistico da commisurare non solo alle voci retributive già indicate nella circolare stessa, ma anche a quella relativa alla retribuzione di posizione di parte fissa o minima.
(2-00478)
«Di Pietro, Donadi, Paladini, Porcino, Favia, Pisicchio».
(22 settembre 2009)

Iniziative relative all'emergenza incendi in Sardegna - 2-00437

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il dramma di queste ore, con la Sardegna devastata dal fuoco, intere comunità in ginocchio, cittadini uccisi dalle fiamme, patrimoni distrutti, non può essere ancora una volta fatalisticamente classificato tra i mali endemici della sfortunata storia secolare dell'isola sarda;
pur consapevoli del ripetersi ad ogni estate di questa drammatica emergenza, non si può pensare che sia impossibile trovare i rimedi, attraverso adeguate politiche di prevenzione e tempestive misure che, all'occasione, mobilitino più efficacemente tutti i poteri pubblici, le comunità locali e i cittadini -:
se il Governo intenda riferire, sulla base degli elementi in suo possesso, sulle eventuali cause dei roghi di questi giorni e quali iniziative urgenti intenda porre in essere per evitare il ripetersi di simili eventi in questa stagione estiva;
se il Governo, anche ai sensi dell'articolo 120 della Costituzione, intenda predispone un piano di intervento che preveda:
a) un'intensificazione del controllo del territorio per rimediare all'isolamento di intere zone (perciò stesso esposte all'opera dei criminali incendiari), con l'incremento delle reti di avvistamento nelle campagne e riposizionandovi l'organizzazione diffusa delle diverse forze di polizia, con opportuni servizi di pattugliamento;
b) l'utilizzo di elicotteri a scopo di sorveglianza del territorio e nuovi aerei per lo spegnimento del fuoco;
c) una ripresa delle campagne degli anni scorsi di sensibilizzazione contro gli incendi;
d) un potenziamento del lavoro dell'amministrazione forestale.
(2-00437)
«Soro, Arturo Mario Luigi Parisi, Calvisi, Fadda, Marrocu, Melis, Pes, Schirru, Franceschini, Bobba, De Torre, Gianni Farina, Farinone, Fassino, Fiorio, Gaglione, Giachetti, Giacomelli, Laratta, Levi, Losacco, Marchioni, Pierdomenico Martino, Misiani, Oliverio, Andrea Orlando, Peluffo, Recchia, Rigoni, Rosato, Santagata, Tenaglia, Vaccaro, Vassallo, Zaccaria».
(27 luglio 2009)

Dati in possesso del Governo circa l'agibilità dell'ospedale di Agrigento «San Giovanni di Dio» e iniziative di competenza al riguardo - n. 2-00442

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
la guardia di finanza di Agrigento ha posto sotto sequestro il nuovo ospedale «San Giovanni di Dio» della città di Agrigento perché a rischio crollo, soprattutto in caso di terremoto;
la struttura inaugurata solo cinque anni fa sarebbe stata realizzata con cemento depotenziato;
il provvedimento cautelare è stato adottato alla fine di numerose indagini condotte dalla guardia di finanza, coordinata dalla procura di Agrigento, indagini che hanno messo in evidenza gravi carenze strutturali dell'intero complesso ospedaliero, tali da esporre a gravissimo rischio sismico l'intero manufatto;
nei giorni scorsi, inoltre, era stata consegnata la relazione tecnica nella quale si fa riferimento ad una «struttura fragile» che «andrebbe rapidamente chiusa»;
all'attuale commissario, che gestisce l'ospedale e che è stato nominato «custode dell'immobile», sono stati concessi trenta giorni di tempo per l'adozione di provvedimenti a tutela dell'incolumità del personale sanitario e amministrativo e dei degenti e per lo sgombero dell'edificio -:
se il Governo, nell'ambito delle attività di verifica sull'agibilità delle strutture ospedaliere avviata dal Sottosegretario Guido Bertolaso, abbia acquisito dati in ordine alla situazione dell'ospedale di Agrigento «San Giovanni di Dio» e quali iniziative di competenza intenda assumere a riguardo.
(2-00442)
«Ruvolo, Adornato, Bosi, Buttiglione, Capitanio Santolini, Casini, Cera, Cesa, Ciocchetti, Compagnon, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Mantini, Mereu, Naro, Occhiuto, Pisacane, Poli, Rao, Romano, Ruggeri, Tabacci, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Vietti, Zinzi, Capodicasa».
(28 luglio 2009)

Misure a favore dei produttori vitivinicoli di Pantelleria e iniziative per la modifica del disciplinare della denominazione di origine - n. 2-00463

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
i produttori vitivinicoli di Pantelleria chiedono la tutela dei vini dell'isola e la modifica del disciplinare della denominazione di origine;
tali produttori sono rappresentati dal consorzio volontario per la tutela dei vini di Pantelleria, che per i limiti dell'attuale legislazione non ha rappresentanza generale ed esclusiva degli interessi dei produttori;
la richiesta riguarda la modifica del sistema delle rese, richiesta che prescinde dalla norma contemplata nell'attuale disciplinare, che prevede come limite della resa per ettaro di 100 quintali;
una pur limitata conoscenza della realtà ampelografica dell'isola permette di avere la certezza che molto raramente o mai si è registrata negli ultimi anni una tale resa;
dunque, intrecciare su questa improbabile resa della produzione una resa da uva fresca in vino dal 50-60 al 70 per cento significherebbe soltanto allargare le maglie disciplinari, in particolare per il prodotto liquoroso sino al limite dell'impossibile;
il quadro della produzione che è possibile rilevare dai dati della camera di commercio, industria e agricoltura di Trapani per il 2007 indica tra Moscati e Passiti circa 1,8 milioni di bottiglie nei diversi formati;
di questa produzione si stimano 1,5 milioni di bottiglie di liquoroso e 0,3 milioni di bottiglie al naturale;
la resa richiesta nella modifica del disciplinare doc per il liquoroso avrebbe la conseguenza di restringere ulteriormente i margini per il prodotto naturale;
l'allargamento artificiale del prodotto liquoroso non implica incrementi della produzione viticola, ma una utilizzazione di tipo cartolare delle stesse quantità prodotte in Pantelleria;
indubbiamente è opportuna una tutela del prodotto liquoroso che nel corso del tempo si è imposto e sovrapposto al prodotto naturale, proprio della tradizione viticola ed enologica di Pantelleria;
questa tutela non può significare l'avvio della consunzione dello spazio del prodotto naturale;
infatti, il prodotto liquoroso è un prodotto largamente artificiale, degno di essere tutelato ma non con il sacrificio di una produzione, quella naturale, che merita il privilegio di una speciale tutela;
proprio questa situazione sottolinea che l'esigenza di modifica del disciplinare doc avrebbe, invece, dovuto prendere in considerazione una separazione delle discipline e dei destini del moscato e del passito naturale da quelli liquorosi;
sarebbe, infatti, stata già opportuna e necessaria la definizione e introduzione di un disciplinare docg per il prodotto naturale, da preservare e tutelare come prodotto tipico e locale, con una caratterizzazione che anche la storia dell'isola ha consacrato in modo autentico;
il prodotto liquoroso è proprio di un'impostazione di tipo industriale che ha anche i suoi meriti, ma che rappresenta, ove non si configuri una precisa disciplina, come l'alternativa al prodotto naturale;
tutte le aziende di Pantelleria che producono il moscato ed il passito naturale hanno criteri di selezione delle uve che si riflettono anche sul piano dei prezzi;
per il prodotto liquoroso, invece, è possibile un'utilizzazione delle uve che prescinde da ogni selezione e, quindi, da ogni cura nella produzione delle uve e nella loro stessa vendemmia;
al limite si può dire che il prodotto liquoroso avrà l'effetto di spiazzare il prodotto naturale;
la conseguenza per i viticoltori di Pantelleria, che diverranno un numero sempre minore, sarà quello di mantenere le proprie vigne soltanto al livello minimale, con una raccolta di massa che si qualifica di per sé;
già oggi, l'uva di massa diventa un orizzonte produttivo sempre più limitato;
in ipotesi immaginaria, come nel caso di introduzione della «doc Sicilia», rimpiazzato da uve prodotte fuori Pantelleria e lavorate e imbottigliate fuori Pantelleria;
è, dunque, necessario che il ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e la regione abbiano una linea comune che salvaguardi il prodotto naturale, diversificando il quadro di riferimento che per il prodotto liquoroso può rimanere la doc e per il prodotto naturale la docg;
in tal modo si ripristinerebbe il principio imprescindibile per la tutela del prodotto tipico, che è dato dall'obbligo di imbottigliamento nel luogo di produzione;
tale criterio dovrebbe essere tenuto rigorosamente fermo dalle politiche del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali;
nella competizione dell'economia globale i vini italiani si potranno affermare soltanto con l'assoluto ed inderogabile criterio di riferimento al territorio, come dimostra l'esperienza della Francia che continua a privilegiare il riferimento al territorio;
tali considerazioni, dovrebbero confermare il Ministro interpellato nel proposito lodevole di non introdurre doc regionali che sacrificherebbero in modo disastroso le doc territoriali, che sono state invocate e realizzate in questi anni per la migliore tutela delle produzioni nella loro tipicità -:
quali siano le eventuali decisioni del Ministro interpellato con riguardo alla richiesta di tutela avanzata dai produttori vitivinicoli di Pantelleria e se ritenga opportuno riferire sulle linee che il ministero interpellato terrà con riguardo ai problemi della vitivinicoltura di Pantelleria, anche per il loro valore fortemente rappresentativo dei problemi della vitivinicoltura italiana, alla luce dell'entrata in vigore dell'organizzazione comune del mercato del vino.
(2-00463) «Mannino, Vietti».
(15 settembre 2009)

Iniziative del Governo in merito alle scelte strategiche di Eni Spa, al fine di favorire il rilancio di settori industriali in crisi - n. 2-00455

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la soluzione individuata per gli stabilimenti di Porto Torres - in virtù della quale Eni spa bloccherà la produzione degli impianti della Polimeri, limitandosi ad attivare un piano di manutenzione straordinaria che andrà avanti fino a settembre 2009, con il solo fine di salvaguardare temporaneamente i posti di lavoro e non ricorrere alla cassa integrazione - rappresenta una «soluzione tampone», che nulla garantisce rispetto al futuro;
i comparti della chimica e della petrolchimica, che danno lavoro oggi in Italia a 200 mila addetti, sono investiti da una fase di profonda crisi economica: la produzione industriale dell'ultimo trimestre fa infatti registrare il tracollo della gomma (meno 28,8 per cento), della produzione di base della chimica (meno 20,7 per cento), del vetro (meno 18,2 per cento), della ceramica (meno 11 per cento); il fatturato cala del 18,1 per cento nella fabbricazione dei prodotti chimici e delle fibre sintetiche, del 28,3 per cento nella raffinazione di petrolio, del 26,5 per cento nell'estrazione dei minerali; le esportazioni dei prodotti chimici sono a meno 40,9 per cento;
i settori della chimica e della petrolchimica scontano l'effetto della crisi mondiale prima di altri settori, perché rappresentano l'anello della catena nelle materie prime necessarie alla trasformazione dei prodotti per il comparto manifatturiero e nel nostro Paese sono pessime le previsioni di crescita della produzione, che potrebbe chiudere a meno 4 per cento (secondo queste stime la chimica di base passerebbe da più 3,6 per cento a zero; le plastiche e le resine da più 2,1 per cento a meno 1 per cento; le fibre chimiche a meno 11 per cento; i fertilizzanti a meno 3,5 per cento; le vernici a meno 0,5 per cento);
per altro verso, il settore della chimica è un settore di fondamentale importanza per l'industria italiana, soprattutto con riguardo ai citati risvolti occupazionali, che si trova oggi in un momento di profonda crisi congiunturale e, proprio in considerazione di ciò, il ministero dello sviluppo economico ha istituito un «tavolo nazionale per la chimica», al fine di definire azioni che possano rimediare agli effetti della crisi del comparto, sostenendone lo sviluppo e il rilancio industriale;
il Governo, per promuovere la concorrenza nei mercati dell'energia e determinare una conseguente riduzione dei prezzi, è stato costretto ad imporre ad Eni, tramite decreto-legge (decreto-legge n. 78 del 2009), un obbligo di cessione di 5 miliardi di metri cubi di gas nell'anno termico 2009-2010 a prezzi sostanzialmente «amministrati», determinati dal Ministro dello sviluppo economico su proposta dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas sulla base dei costi di approvvigionamento effettivamente sostenuti dall'Eni, con particolare riferimento ai prezzi medi dei mercati europei;
tale misura, così configurata, appare, peraltro, del tutto insufficiente - sia in termini di durata della misura (limitata ad un solo anno termico), sia in termini di quantità di gas da cedere - a rispondere alle necessità dell'industria italiana, che in un momento di così difficile congiuntura internazionale è costretta a subire un prezzo dell'energia ben superiore alla media europea, a fronte del quale l'operatore dominante Eni continua, invece, a realizzare elevati profitti, mantenendo anche il controllo sulla quasi totalità delle infrastrutture di importazione e trasporto del gas naturale;
in base al bilancio dell'Eni del 2008, si possono apprendere le seguenti informazioni: utile operativo: 1 miliardo e 581 milioni di euro; proventi finanziari: 661.747 mila euro; proventi partecipazione: circa 4 miliardi e 806 mila euro; utile ante-imposte: 7 miliardi di euro; imposte sul reddito: 305 milioni euro. La bassa imposizione fiscale pare essere la conseguenza della tassazione dei dividendi relativi alle società controllate residenti in Stati e territori a regime fiscale privilegiato. In particolare, le principali aziende che hanno provveduto ad erogare dividendi da controllante Eni spa sono state la Eni international bv, per euro 3 miliardi e 235 milioni, e la Eni investments plc, per 917 mila euro. La prima società risulta avere sede ad Amsterdam, la seconda a Londra. Tali società controllano, poi, 48 società residenti o con filiali in Stati o territori a regime fiscale privilegiato, o residenti in Stati o territori elencati nell'articolo 3 del decreto del ministero dell'economia e delle finanze del 21 novembre 2001. Risulta, dunque, evidente che Eni, pur realizzando una parte assai consistente dei propri ricavi sul territorio italiano (a valere, cioè, sulle bollette di famiglie e imprese italiane, nonché sulla vendita nel nostro Paese di prodotti petroliferi), si è strutturata, da un punto di vista fiscale e societario, in modo tale da pagare il grosso delle imposte relative ai propri ricavi all'estero, probabilmente per sfruttare regimi fiscali più favorevoli (come nel 2008, a fronte di un utile ante-tasse di circa 7 miliardi di euro, ha versato all'erario italiano poco più di 300 milioni di imposte nette, con un'incidenza fiscale inferiore al 5 per cento), con ciò sottraendo, di fatto, all'erario italiano risorse oggi fondamentali per fronteggiare la difficile congiuntura internazionale, la crisi occupazionale e la connessa e crescente domanda di politiche e tutele sociali;
l'azionariato di Eni spa è, ad oggi, così composto: 20,31 per cento ministero dell'economia e delle finanze; 9,99 per cento Cassa depositi e prestiti; restante azionariato diffuso tra investitori, in gran parte stranieri (in particolare, il 12,67 per cento delle azioni è nelle mani di azionisti provenienti da altri Paesi dell'Unione europea, l'11,01 per cento di azionisti Usa e Canada; il 4,89 per cento da Gran Bretagna e Irlanda; il 4,58 per cento da altre aree del mondo), aventi ciascuno partecipazioni inferiori al 2 per cento;
il consiglio di amministrazione di Eni spa è composto, complessivamente, da nove amministratori, di cui quattro tratti dalla lista presentata dal ministero dell'economia e delle finanze (in particolare, si tratta dei signori: A. Colombo, P. Marchioni, M. Resca, R. Scibetta), e dunque il Governo è oggi l'azionista di maggioranza relativa della società;
all'alto costo di gas, nonché benzina e gasolio per autotrazione (i cui prezzi, al netto delle tasse, si pongono oggi ai primissimi posti in Europa), pagato dai cittadini e dalle imprese italiane - compromettendone la competitività sul panorama internazionale, con gravi ripercussioni, particolarmente avvertite in un momento, come l'attuale, di crisi economica internazionale - fanno fronte ogni anno elevati profitti da parte dell'operatore dominante Eni spa, dovuti in primis ad una posizione di incumbent nel settore del gas e di primo player nel settore combustibili;
tali profitti finiscono da una parte per essere distribuiti come dividendi ad azionisti ed investitori in gran parte internazionali - peraltro a ciò legittimamente interessati - e dall'altra per alimentare le casse pubbliche di Paesi dotati di regimi fiscali più favorevoli di quello italiano, sottraendo risorse al nostro bilancio pubblico;
Eni spa è una società che realizza un utile netto annuo che si colloca tra i 7 e 10 miliardi di euro e tale società è, ad oggi, controllata da un azionista pubblico di maggioranza relativa -:
se non ritenga opportuno che il ministero dell'economia e delle finanze, come azionista di maggioranza relativa di Eni spa, rivaluti il senso della propria partecipazione in tale società, non accontentandosi dei benefìci finanziari connessi alla detenzione di un forte pacchetto azionario, ma intraprenda azioni volte ad un più stringente controllo sulle scelte strategiche di Eni spa, favorendo il rilancio di settori industriali in crisi e vigilando sul fatto che le politiche della società non producano l'effetto paradossale di prelevare di fatto ingenti risorse di famiglie e imprese italiane, già in gravi difficoltà, per poi ridistribuirle tra investitori internazionali, pur legittimamente interessati, e versando le relative imposte a casse pubbliche di Paesi dotati di regimi fiscali favorevoli, sottraendole così all'erario italiano, che oggi si trova, come ben sappiamo, in un momento di grande sofferenza e di assoluta necessità di risorse da destinare a politiche pubbliche in funzione anti-crisi.
(2-00455)
«Vico, Lulli, Pes, Calvisi, Fadda, Melis, Strizzolo, Misiani, Murer, Froner, Scarpetti, Capano, Ginefra, Martella, Marchi, Lovelli, Motta, Zucchi, Bratti, Villecco Calipari, Bordo, Gatti, Nannicini, Naccarato, Fluvi, Schirru, Sbrollini, Zunino, Castagnetti, Marco Carra, Burtone, Vannucci, Margiotta, Causi, Boccuzzi, Peluffo, Recchia, Bellanova, Grassi, Servodio, Boccia, Trappolino, Esposito».
(14 settembre 2009)