XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 20 maggio 2008

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
l'articolo 2 della Convenzione applicativa dell'Accordo di Schengen, sottoscritto il 14 giugno 1985 tra i Governi degli Stati dell'Unione, relativo alla graduale eliminazione dei controlli sulle persone alle frontiere comuni, prevede espressamente - al comma 2 - che «per esigenze di ordine pubblico o di sicurezza nazionale, una Parte contraente può, previa consultazione delle altre Parti contraenti, decidere che, per un periodo limitato, alle frontiere interne siano effettuati controlli di frontiera nazionali adeguati alla situazione»;
la medesima norma della Convezione dispone inoltre che «se per esigenze di ordine pubblico o di sicurezza nazionale s'impone un'azione immediata» il Paese interessato possa comunque adottare «le misure necessarie», fermo restando l'onere di informarne il più rapidamente possibile gli altri Paesi sottoscrittori dell'Accordo;
infine, la stessa disposizione stabilisce chiaramente (articolo 2, comma 3) che la soppressione del controllo delle persone alle frontiere interne non pregiudica l'applicazione delle disposizioni in materia di obbligo di dichiarazione della loro presenza a carico degli stranieri in ingresso in un Paese membro dell'Unione, «né l'esercizio delle competenze di polizia da parte delle autorità competenti in applicazione della legislazione di ciascuna Parte contraente in tutto il suo territorio, né l'obbligo di essere in possesso, di portare con sé e di esibire titoli e documenti previsti dalla legislazione di detta Parte contraente» -:
se, in considerazione delle situazioni di conclamata emergenza che interessano alcune aree del Paese, sotto i profili dell'ordine pubblico e della sicurezza per le popolazioni residenti, tale circostanza non imponga al Governo italiano di disporre ogni misura necessaria a dare piena attuazione alla Convenzione applicativa dell'Accordo di Schengen del 14 giugno 1985, tra i Governi degli Stati dell'Unione, attraverso il sollecito ripristino di adeguati controlli di polizia alle frontiere nazionali, al fine di identificare sollecitamente - precludendone, se del caso, l'accesso - i soggetti in ingresso, anche appartenenti a Paesi dell'Unione, che risultino avere carichi penali nei Paesi di origine per reati esposti alla reiterazione nel nostro territorio.
(2-00007)«Rubinato, Viola».

Interrogazioni a risposta orale:

GALLETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
dal 30 maggio al primo di giugno 2008 è in programma la 4o mostra convegno ecotecnologica della cannabis medicinale e industriale «Cannabis tipo forte»;
l'evento si svolgerà a Bologna presso il Palanord di Bologna, una struttura comunale che ha già ospitato l'evento l'anno scorso;
visitando il sito internet dell'evento (www.cannabistipoforte2008.it) è facilmente intuibile lo spirito che accompagna questa fiera, che di scientifico ha veramente poco, definendo il progetto Cannabis tipo forte «un irresistibile mix di allegria, spensieratezza, follia e militanza cannabinica»;
risulta, inoltre, che Fabrizio Cinquini, medico chirurgo, ideatore dell'evento Cannabis tipo forte, sia agli arresti domiciliari, per la seconda volta, per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti;

in Italia coltivare, produrre e detenere sostanze stupefacenti è ancora un reato. La Corte di cassazione ha, recentissimamente, ribadito che l'attività di coltivazione di piante da cui possono ricavarsi sostanze stupefacenti, in base al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 73, comma 1, come modificato dalla legge 21 febbraio 2006, è «vietata e sanzionata penalmente anche qualora la finalità dell'agente sia di destinare il prodotto della coltivazione a consumo personale» (sent. n. 871 del 10 gennaio 2008 e, prima, sent. n. 20426 del 24 maggio 2007);
non si comprende per quali motivi l'amministrazione comunale abbia potuto mettere a disposizione spazi pubblici per lo svolgimento di manifestazioni che, celandosi sotto pretesi contenuti scientifici ed effetti terapeutici della cannabis, in realtà promuovono e favoriscono la cultura dello sballo e veicolano l'idea che drogarsi non solo non fa male ma è bello ingenerando nella collettività il convincimento che certe droghe, certi comportamenti possono essere tollerati e non fanno male. Per certo, non aiuta le famiglie e gli educatori a tenere lontani i nostri giovani dal consumo di sostanze stupefacenti;
a parere dell'interrogante, è necessario sensibilizzare l'amministrazione comunale di Bologna circa l'inopportunità di ospitare una fiera come questa -:
quali provvedimenti urgenti intenda adottare per verificare che questa manifestazione si svolga nel pieno rispetto della legge;
se non ritenga opportuno assumere iniziative educative volte a contrastare un messaggio diseducativo piuttosto che scientifico, promuove in realtà il marketing della droga (accettando espositori come i negozi Alkemico) e il business dello sballo.
(3-00004)

TASSONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
al fine di mantenere viva la memoria di Aldo Moro, protagonista eminente della vicenda politica italiana del secondo dopoguerra, il quindicinale Civiltà cattolica ha dedicato l'ultimo editoriale ai trent'anni della morte di questo grande maestro di democrazia, nonché politico di alto profilo;
nel ricordare una delle più tristi pagine della storia del nostro Paese, viene ricordata la figura di Mario Moretti, uno dei fondatori delle Brigate Rosse e capo dell'organizzazione terroristica durante il rapimento dello statista, arrestato nel 1981, condannato a sei ergastoli e attualmente in libertà vigilata;
in linea con quanto argomentato con il quindicinale dei gesuiti, risulta incomprensibile come in un Paese democratico l'esecutore materiale, per sua stessa ammissione, del più pericoloso attacco allo Stato possa godere del suddetto regime sanzionatorio, senza aver mai rivelato nulla circa la sua attività sovversiva passata;
l'uccisione di Moro e della sua scorta rimane una ferita ancora aperta e ci ricorda che la libertà e la democrazia di questo paese ci sono state affidate in consegna da quanti hanno lottato per conquistarle e successivamente per difenderle, anche a costo della vita;
l'anniversario costituisce un'occasione per riflettere, ma anche per uscire dalla ritualità di una commemorazione che rischia di essere ripetitiva senza le opportune valutazioni sul delitto e su quello che è accaduto nel Paese in questi trent'anni;
rimangono molte ombre su quella tragedia: si sono individuati gli autori, si è saputo molto, ma non tutto -:
quali provvedimenti intenda adottare, allo scopo di fare chiarezza sui misteri che ancora circondano l'attività dell'ex brigatista, nel rispetto della correttezza legale delle decisioni prese dalla magistratura, forse troppo formali e poco sensibili al

diritto dei familiari delle vittime a conoscere la verità dei fatti.
(3-00005)

Interrogazione a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
è nota la situazione di massimo degrado del comune di Napoli in merito alla gestione dei rifiuti, che ha purtroppo portato la città all'attenzione del mondo intero in chiave del tutto negativa;
il sindaco di Napoli, onorevole Rosa Russo Jervolino, ha ribadito - come d'altronde è pubblica notizia - che da oltre un anno la situazione andava sempre più peggiorando, che era stata più volte segnalata al Governo e che comunque la gestione dei rifiuti cittadini è da tempo immemorabile oggetto di proteste e difficoltà;
in quest'ottica apparirebbe evidente che - se si vuole doverosamente portare il nome di Napoli nel mondo per avviare verso il capoluogo partenopeo eventi di importanza e rilancio di immagine - prima di tutto vanno risolti i problemi fondamentali della città, o tutto verrebbe ad essere vanificato in un inutile spreco;
ma mentre la Regione Campania ed il Comune di Napoli sembrano incapaci di gestire numerosissime questioni legate alle diverse emergenze cittadine - che, si ripete, apparirebbero prioritarie - ecco che vengono spesi dal Ministero dei beni culturali ben 5.000.000 (cinque milioni) di euro per la sola partecipazione di Napoli al «Forum Universale delle Culture» che si è svolto a Monterrey, in Messico, nell'autunno del 2007. Tutto ciò per «creare immagine» e in vista di cercare di fare affidare alla città l'edizione del 2013 del «Forum» che ovviamente ancora non si sa a quale città potrà essere assegnata -:
se il Governo non ritenga che prima di procedere a finanziare altre spese di tale importanza non sarebbe opportuno provvedere a risolvere i problemi più basilari della città;
se, anche sulla base degli atti depositati presso il ministero, risulti:
a) perché quindi il Ministero dei beni culturali abbia speso tale somma senza prima accertarsi che i predetti servizi essenziali cittadini fossero stati correttamente affrontati, ben comprendendo che ogni sforzo per dare «immagine» alla città sarebbero altrimenti soldi sprecati;
b) quanto sia ad oggi effettivamente costato l'evento di Monterrey e quali altre spese il Governo abbia intrapreso in vista dell'eventuale appuntamento a Napoli del 2013;
c) se risultino altre spese affrontate dal Comune di Napoli o dalla Regione Campania o da altri enti pubblici per promuovere tale evento;
alla luce dei recenti fatti, quali chanches si ritenga possa avere Napoli di essere prescelta per il «Forum Universale delle culture» del 2013.
(4-00126)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta orale:

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la situazione scolastica dei figli di genitori italiani in Germania è particolarmente preoccupante perché questi ragazzi sono dominati da un generale insuccesso scolastico;
la scuola elementare e media in Germania è infatti molto selettiva ed è facile - per chi non parla bene il tedesco magari perché non parlato in famiglia - essere considerati in debito formativo e quindi avviati alla «scuola speciale-Forder Sonderschule» dove i figli dei nostri sono oltre il 10 per cento degli allievi. Pur

troppo questa scelta viene imposta dalle autorità scolastiche verso i 9-10 anni quando la formazione dei ragazzi è minima e certo non si sono ancora sviluppate le capacità di crescita e di apprendimento personali, soprattutto per chi non parla o comprende bene la lingua in cui si esprimono gli insegnanti;
di fatto l'inserimento obbligato nelle scuole speciali preclude il futuro scolastico perché sarà poi impossibile accedere ai ginnasi ed all'università dove infatti gli italiani presenti sono una percentuale minima, molto al di sotto della percentuale degli italiani residenti;
si impone quindi una azione parallela di supporto ai figli degli italiani e questo problema si è più volte posto con forza ricevendo attenzione da parte dei nostri consolati che in passato hanno cercato di organizzare strutture d'intesa con gli uffici scuola degli stessi consolati;
a Stoccarda, per esempio, dove la comunità italiana supera le 100.000 persone, era stata creata «l'Associazione Inter-Scuola e V.» con il preciso scopo di aiutare i ragazzi italiani ad affrontare meglio i loro problemi scolastici. Purtroppo se nel 2003 l'allora console d'Italia aveva quantificato in 712.000 euro la somma necessaria per attivare questi corsi integrativi, ad oggi il contributo ministeriale risulta di 110.000 euro l'anno ! Con questa somma nel Baden Württernberg per la scuola è stato possibile assistere 160 alunni italiani dei quali 38 negli asili (Kindergarten) impegnando 67 insegnanti, ma è la copertura di una minima parte delle obbiettive necessità. Grazie però a questi corsi solo a Stoccarda alcune decine di studenti italiani «scartati» e destinati alle scuole speciali hanno potuto essere reinseriti nelle scuole normali riaprendo le loro possibilità scolastiche;
se però i fondi disponibili per queste attività sono minimi appare sconcertante che nelle stesse zone il MAE non sembra lesinare i fondi ad altre iniziative legate, a quel che consta all'interrogante, ai sindacati CISL e ACLI che però non risultano essere effettivamente operanti sul territorio in proporzione a quanto da loro ricevuto a titolo di contributo -:
quale sia in generale la situazione degli studenti italiani in Germania nell'ottica del proseguimento scolastico;
se non si ritenga necessario destinare più fondi alla loro assistenza ed integrazione;
se, nello specifico, non si ritenga di dover verificare come effettivamente siano spesi i soldi concessi dal MAE ai richiamati organismi di Stoccarda procedendo ad una ripartizione dei fondi il più possibile corretta ed obbiettiva e soprattutto legata alle effettive iniziative portate avanti concretamente per il futuro scolastico dei figli dei nostri connazionali.
(3-00003)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
gli istituti di Patronato ricevono annualmente diversi milioni di euro, in Italia e all'estero, sotto forma di contributi legati alla loro organizzazione ed al numero e difficoltà delle pratiche (di pensione, previdenza, invalidità, assistenza eccetera) da essi curati nei confronti del pubblico;
molto spesso i cittadini potrebbero ottenere analoga assistenza rivolgendosi direttamente agli istituti di Previdenza in Italia ed agli uffici assistenza dei nostri consolati all'estero;
vi è un indubbio valore sociale in queste attività ma anche un formidabile e grave impegno finanziario da parte delle finanze pubbliche -:
quale sia il giudizio dei Ministri interessati sulla funzionalità degli Enti di Patronato in Italia ed all'estero;
se non si ritenga che una parte dei fondi ad essi destinati (eventualmente utilizzando anche parte del personale da essi

dipendenti) non potrebbe essere investita direttamente sulle strutture pubbliche (come i consolati) potenziandone gli uffici assistenza ed incrementandone la disponibilità economica;
quali e quante siano state le operazioni di verifica in Italia ed all'Estero sulle effettive attività svolte dagli Enti di Patronato e quali siano state le risultanze delle predette verifiche;
quali, quante e dove siano dislocate le sedi esteri dei suddetti patronati.
(4-00118)

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
viene confermato che a partire dal 2008-2009 il governo bavarese sospenderà i corsi di lingua italiana attualmente esistenti in Baviera;
ciò creerà notevoli difficoltà per la nostra comunità e per quanti vogliono apprendere l'italiano, contribuendo ulteriormente ad emarginare la comunità italiana che a livello scolastico in Germania soffre di un particolare e grave gap per cui la gran parte dei figli dei nostri emigrati viene indirizzata per presunte difficoltà scolastiche a scuole professionali di basso livello vedendo precluse le possibilità di accedere ai ginnasi e conseguentemente all'università -:
quale sia il parere su questa vicenda da parte del Ministro;
quali iniziative il Ministero degli affari esteri intende intraprendere per ovviare o almeno ridurre gli aspetti negativi legati a questa situazione.
(4-00119)

PICCHI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
da fonti stampa si è appreso che dal 26 aprile 2008 Sandro e Marco Accorinti, cittadini italiani residenti a Firenze, rispettivamente padre e figlio minorenne, sono in stato di fermo a Swindon nel Regno Unito con l'accusa di tentata sottrazione di minore ovvero della fidanzata minorenne di origine anglo-pakistana di Marco Accorinti;
Marco e la ragazza, di 15 anni, si sarebbero conosciuti in chat diversi mesi fa e dall'estate scorsa la ragazza avrebbe cominciato a chiedere aiuto dicendo che la madre la picchiava continuamente e che si sarebbe suicidata. Di fronte alla richiesta di aiuto, il ragazzo avrebbe convinto il padre ad accompagnarlo a trovare la ragazza, e i due sono stati arrestati al loro arrivo in albergo a Swindon;
la minore età di Marco e il fatto che non ci sia stato alcun contatto tra gli Accorinti e la ragazza rende la misura della custodia cautelare quantomeno eccessiva -:
quali azioni siano state intraprese per verificare i fatti in premessa;
come si intenda ulteriormente intervenire presso le istituzioni inglesi per garantire la massima assistenza ai nostri connazionali ed un pronto rientro in Italia.
(4-00128)

PICCHI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il vice consolato di Bedford, Regno Unito, dovrebbe essere chiuso, con la cessazione di molti servizi ai nostri connazionali a partire dal 1o giugno 2008;
ad oggi non è chiaro quali servizi e quanto personale rimarranno a Bedford, quale struttura sarà adottata, se agenzia o corrispondenza consolare, per servire adeguatamente le necessità della comunità residente che conta circa 20.000 abitanti;
il Comites di Bedford si è pronunciato in senso contrario alla chiusura e si è lamentato di non essere stato coinvolto per tempo nel processo decisionale e si sarebbe pertanto fatto promotore di una raccolta firme contro la chiusura del vice

consolato che è stata sottoscritta da oltre 4.200 cittadini là residenti -:
se non ritenga opportuno chiarire tempestivamente i fatti esposti in premessa;
se e come intenda garantire i servizi consolari alla comunità di Bedford.
(4-00129)

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in occasione di una sua recente visita in zona e durante contatti con la locale comunità italiana, il sottoscritto ha appreso che il MAE avrebbe disposto un accredito straordinario al Consolato Generale di Stoccarda per l'assistenza a cittadini italiani detenuti nei diversi istituti di pena e carceri dell'area di competenza;
in forza di ciò sarebbe stato disposto un accredito di 150 euro per ogni detenuto di nazionalità italiana con invio alle singole direzioni carcerarie;
nella zona è bene operante il C.A.I.S., Comitato di assistenza per gli italiani nella circoscrizione consolare di Stoccarda, che come compito istituzionale e volontario assiste gli oltre 200 detenuti italiani del Baden-Württemberg -:
se la circostanza sopra indicata corrisponda a verità;
in questo caso, se non si ritenga opportuno non suddividere pro capite tale somma - con il rischio che venga versata anche a persone detenute non in difficoltà economica - ma piuttosto destinata ad interventi specifici e coordinati di miglioramento di singole situazioni carcerarie (per esempio: indigenza del carcerato e della sua famiglia, pericolo di espulsione, rifiuto del patrocinio legale gratuito, sostegno, ad una terapia di risocializzazione), sotto il controllo diretto del Consolato ed anche tramite associazioni che, come il C.A.I.S, da tempo svolgono queste benemerite attività assistenziali.
(4-00131)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

GINEFRA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel marzo 2008, una società dello Utah, la «Energy Solutions Inc.» di Salt Lake City, ha chiesto i permessi per importare negli Usa 20.000 tonnellate di rifiuti radioattivi dall'Italia;
la domanda è stata inoltrata alla United States Nuclear Regulatory Commission (altresì detta NRC), vale a dire la commissione governativa americana atta alla regolamentazione nucleare;
si tratterebbe di trasportare metalli contaminati, grafite, materia risultante da attività di asciugatura (come legno, carta e plastica), liquidi (come fluidi acquosi e a base organica) e resine a scambio ionico, trattate e non trattate, tra le quali resine speciali usate, ad esempio, nel trattamento di scarichi radioattivi;
il volume totale stimato del materiale da trasportare dovrebbe essere approssimativamente pari a 1.000.000 di piedi cubici, equivalenti a 28.316,84 metri cubi;
il trasporto dovrebbe avvenire via mare e i porti d'arrivo potrebbero essere New Orleans e Charleston (South Carolina), all'arrivo la «Energy Solutions Inc.» provvederebbe a trasferire il materiale nucleare italiano nel suo impianto del Tennessee (ad Oak Ridge) per riprocessarlo e, ultimata questa attività di trasformazione, la società si propone di stoccare circa 1.600 tonnellate di scorie in un suo deposito specializzato che si trova nello Utah, presso Tooele County;
secondo la copia originale della richiesta presentata dalla «Energy Solutions Inc.» alla NRC, vi sono due domande

d'autorizzazione: una che concerne l'import, l'altra, invece, che riguarda l'esportazione in Italia sulla quale è scritto che nel nostro Paese verrebbero rispediti «i rifiuti radioattivi che non possono essere sistemati nello Utah»;
secondo il suddetto documento si parla di una quantità che «approssimativamente» potrebbe raggiungere le «1.000 tonnellate di rifiuti contaminati radioattivamente» ed è importante precisare che il deposito dello Utah è autorizzato ad accogliere soltanto scorie a bassa radioattività;
sia per quanto riguarda l'import, che per ciò che concerne l'export, il referente italiano indicato dalla «Energy Solutions Inc.» è la «Sogin» (Società Gestione Impianti Nucleari), una S.p.a. che per unico socio ha il Ministero dell'economia e delle finanze ed è stata incaricata dallo Stato di smantellare, in sicurezza, il patrimonio radioattivo italiano;
la «Energy Solutions Inc.» specifica alla NRC anche da quali «fornitori» arriverà il materiale radioattivo: dalle quattro centrali atomiche di Trino (in Piemonte), Caorso (Emilia Romagna), Garigliano (Campania) e Latina (Lazio), e dagli impianti in via di smantellamento di Saluggia e Bosco Marengo (entrambi in Piemonte), da quello di Casaccia (in provincia di Roma) e, infine, da quello di Trisaia, nel territorio di Rotondella (Matera);
prima di dare il suo fondamentale assenso all'import-export della «Energy Solutions Inc.», la NRC ha dovuto avviare una fase di «informazione e ascolto» della popolazione, la quale ha reagito mobilitandosi con cortei, picchettaggi, manifestazioni, petizioni, contestando sia l'importazione in sé, sia alcuni aspetti dell'operazione e mostrandosi contraria alla presenza delle suddette navi nei porti americani, al fatto che il materiale debba attraversare i confini del paese a bordo di tir o treni e, soprattutto, alla decisione che tale materiale radioattivo italiano sia stoccato in territorio americano;
nei giorni scorsi si è riunito il Northwest Intestate Low-Level Waste Compact (NWIC), un organo intergovernativo che, dal 1981, si occupa di rifiuti a bassa radioattività e tutela dei cittadini, all'ordine del giorno c'è la domanda della «Energy Solutions Inc.» e il governatore dello Utah, Jon Huntsman, ha già dato mandato al suo rappresentante di bocciare la richiesta di stoccare nel suo territorio i rifiuti italiani, e stando al regolamento, se manca l'autorizzazione dello Stato che deve accogliere le scorie, nulla si può fare;
la «Energy Solutions Inc.» insiste nella sua richiesta e i suoi funzionari hanno affermato che soltanto la NRC ha voce in capitolo quando si tratta di importazione di rifiuti e che si aspetta per il prossimo giugno la risposta se concedere o no il suo nulla osta;
essendo stati interrogati a tale proposito i vertici della «Sogin», in un primo momento l'azienda, attraverso i suoi portavoce, non ha confermato d'aver stipulato un accordo per l'export radioattivo con «Energy Solutions Inc.», successivamente, invece, la risposta è stata un no comment -:
quale atteggiamento intenda tenere il Ministro rispetto ad una tale situazione di cui non è stata data notizia, se non in maniera superficiale, alla popolazione italiana, e, soprattutto, cosa accadrà delle mille tonnellate di rifiuti nucleari che la società «Sogin» si impegna, secondo contratto, a riportare in Italia.
(4-00136)

TESTO AGGIORNATO AL 22 MAGGIO 2008

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

POLLEDRI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il comune di Agazzano, in provincia di Piacenza, ha approvato una variante al Piano regolatore comunale nei pressi del

Borgo Tavernago che prevede la realizzazione di un imponente Golf Club, con annessi 150 appartamenti in villette a schiera, un albergo a 4 stelle, un ristorante, un centro convegni, parcheggi e servizi per un totale di undicimila metri quadrati di superficie edificata;
il nuovo insediamento creerebbe irreversibili danni ambientali alla campagna piacentina, snaturando un meraviglioso paesaggio di 60 ettari di territorio vergine, uno dei paesaggi più belli e invidiabili del Paese, tutelato ai sensi dell'articolo 6 del Codice dei beni culturali;
la Società Tavernago s.r.l. e Borgo Tavernago s.r.l, hanno presentato la richiesta di una procedura di screening ai sensi degli articoli 9 e 10 della legge regionale 09/1999 della regione Emilia Romagna, chiedendo l'esclusione del progetto dalla ulteriore procedura di V.I.A.;
la provincia di Piacenza, nell'ambito della richiesta di approfondimenti alla Relazione d'impatto ambientale, ha manifestato alcune perplessità in merito:
all'impermeabilizzazione di una vasta area di territorio;
al mancato mantenimento di visuali libere e di discontinuità del sistema insediativo;
alla carenza del bilancio idrico soprattutto in relazione agli usi legati al campo da golf;
secondo gli indirizzi contenuti nel piano territoriale di coordinamento provinciale della Provincia di Piacenza, i nuovi insediamenti devono tutelare le visuali libere, garantendo la salvaguardia ecologico-ambientale degli ambiti periurbani, favorendo forme insediative compatte rispetto a forme insediative frammentarie e polverizzate, garantendo altresì i requisiti minimi di coerenza e sostenibilità relativamente alla capacità di carico insediativo -:
se il Ministro non intenda valutare l'opportunità di assumere, anche attraverso la sovrintendenza locale, ogni iniziativa di competenza a tutela del meraviglioso paesaggio agrario del Borgo Tavernago nonché con riguardo alla tutela del maniero locato in prossimità dell'area in questione.
(5-00025)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

CERONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
a partire dal 28 giugno 2007 la dogana di Civitanova Marche ha cessato di operare in loco ed è stata sostituita da una sezione operativa dell'ufficio unico doganale di Ancona, che assorbe le competenze per le province di Pesaro, Macerata ed Ancona;
la decisione comporta una grave perdita di operatività dell'Ufficio ed ovvie lungaggini per tutti gli operatori interessati ad operazioni di sdoganamento; i pagamenti dei diritti doganali dovranno essere effettuati ad Ancona, sede della ricevitoria e ad Ancona dovranno essere trasferite tutte le polizze di garanzia, le autorizzazioni, i perfezionamenti attivi e passivi;
peraltro la decisione potrebbe peggiorare la già grave situazione attuale che soffre di frequenti blocchi delle operazioni e fermi delle merci sui camion, a discapito del vasto hinterland industriale che grava sull'area di Civitanova;
la regolamentazione dell'Agenzia delle dogane prevede l'istituzione di Uffici unici presso le zone che hanno una adeguata domanda effettiva e potenziale, da definirsi in base al numero ed alla tipologia degli utenti, al tessuto socio-economico ed alla disponibilità di comunicazioni; in tale ambito la dogana di Civita-

nova Marche è la prima in tutta le regione per l'export e la seconda per l'import -:
se non ritenga opportuno intervenire nei confronti dell'Agenzia delle dogane, al fine di ripristinare la piena operatività della dogana di Civitanova Marche, anche in considerazione del potenziale danno all'export che potrebbe gravare sugli operatori economici locali.
(4-00127)

CERONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
ad una attenta lettura dell'articolo 51 del decreto legislativo 21 marzo 2001, n. 69, ha effettuato il riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali del Corpo della Guardia di finanza a norma dell'articolo 4 della legge delega 31 marzo 2000, n. 78, emerge con chiarezza una disparità di trattamento, che penalizza, in misura rilevante gli ufficiali del soppresso ruolo tecnico operativo;
infatti i suddetti ufficiali, immessi ope legis nel ruolo speciale, con il grado di tenente, non hanno il medesimo stato giuridico rispetto a quelli del ruolo normale transitati in base ad una scelta personale nello stesso ruolo speciale, ai sensi del decreto legislativo 19 marzo 2001, n. 69. In particolare, questi ultimi non solo hanno beneficiato di un bonus di due anni rispetto ai parigrado provenienti dal soppresso ruolo tecnico operativo, come detto in precedenza ma, contrariamente a quanto sancito dall'articolo 43, comma 4, del citato decreto legislativo, si sono visti attribuire il grado superiore (da capitano a maggiore) non già dopo i previsti 13 anni di permanenza dalla nomina ad ufficiale, ma soltanto dopo 11 anni;
nella realtà si sono verificate, infatti, delle discrepanze relative a casi di ufficiali del ruolo normale che hanno avuto la promozione a tenente in data successiva ai parigrado del ruolo tecnico operativo;
in particolare l'interrogante evidenzia: 1) che gli ufficiali suddetti del soppresso ruolo tecnico operativo saranno valutati per l'avanzamento al grado di maggiore a partire dall'anno 2010 dopo, quindi, il decorso di 13 anni dalla nomina ad ufficiale e non già nel 2009, come sarebbe giuridicamente corretto. Tutto ciò evidentemente comporta un conseguente ritardo nella fruizione economica dell'assegno funzionale previsto; 2) in secondo luogo, si realizzerebbe quello svantaggio economico legato alla cosiddetta «mini dirigenza» che potrà essere colmato solo al raggiungimento dei 15 anni dalla nomina ad ufficiale;
a tutt'oggi è evidente la disparità di trattamento esistente tra gli ufficiali già appartenenti al soppresso ruolo tecnico operativo e quelli già appartenenti al ruolo normale, oggi tutti transitati nel ruolo speciale. Tale disparità cagiona danni economici e di carriera notevoli -:
quali siano le valutazioni dell'amministrazione competente riguardo a questa vicenda che penalizza, in modo evidente e certo, soggetti che hanno gli stessi diritti;
se non sia necessario intervenire, con urgenza, per sanare questa iniquità che viola potenzialmente anche l'articolo 3 della Costituzione attraverso apposita iniziativa normativa che «superi», in modo definitivo, la disparità di trattamento giuridico degli ufficiali appartenenti all'ex ruolo tecnico operativo.
(4-00139)

TESTO AGGIORNATO AL 21 MAGGIO 2008

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GIUSTIZIA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
si fa riferimento al rinvio dei processi, l'uno ai quaranta no global indagati per l'azione di protesta del 20 marzo 2003 quando occuparono i binari della stazione di Bologna, e l'altro contro i collettivi e i no global bolognesi per l'azione di smontaggio

al CPT di via Mattei che, come appreso dalle agenzie di stampa (DIRE ore 17,15 del 15 maggio 2008) sarebbero stati - inspiegabilmente, a giudizio dell'interpellante - rinviati;
per quanto concerne in particolare il secondo dei processi citati, secondo la richiamata agenzia di stampa: «se ne riparla il 15 ottobre 2009. I reati si prescriveranno nel luglio dello stesso anno»;
ci si augura che il clima politico-ideologico e la presenza di un autorevole esponente dell'estrema sinistra non abbia condizionato l'operato dei magistrati, ma di fronte al pericolo che vere e proprie ipotesi di reato possano essere cancellate sorge spontaneo il dubbio che la legge non sia uguale per tutti e si alimenta nei cittadini la disaffezione nei confronti dell'operato delle istituzioni;
va rilevato che l'imparzialità nell'amministrazione della giustizia è un principio fondamentale dell'ordinamento che deve essere tutelato dai magistrati stessi;
a tal proposito si ricorda peraltro - secondo quanto già segnalato dall'interpellante in precedenti atti di sindacato ispettivo della XV legislatura - che alcuni esponenti della magistratura bolognese in passato si sarebbero espressi, a parere dell'interpellante, con affermazioni «di parte», cosa che dovrebbe essere esclusa in modo assoluto -:
se non intenda adottare le iniziative ispettive di sua competenza anche in relazione all'esigenza di dissipare ogni dubbio sull'imparzialità e sulla corretta amministrazione della giustizia da parte di chi ha il dovere di essere super partes.
(2-00008) «Garagnani».

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la stampa ha ampiamente riportato i contatti avuti in passato tra i Governi dell'Italia e degli Stati Uniti d'America durante i quali si sarebbe anche accennato alla possibilità di trasferire nella nazione di origine i detenuti che stanno scontando la pena in carceri dello Stato estero;
non sono stati indicati i criteri con i quali questi detenuti verranno scelti né se la decisione si riferisce a condanne definitive o anche a detenuti che sono tuttora in attesa di giudizio di appello;
nel passato più volte il sottoscritto ha sollecitato i Ministri in indirizzo al caso di Carlo Parlanti, detenuto in California (USA) nel carcere di Avenal, in pessime condizioni di salute e di cui si sta interessando il nostro consolato di Los Angeles -:
se siano state stabilite regole e criteri di comportamento per la definizione dei detenuti trasferibili dall'Italia agli USA e viceversa;
se a questo proposito sia stato interessato anche il Ministero degli affari esteri;
se il Ministro della giustizia abbia accennato al collega americano il caso di Carlo Parlanti richiedendo comunque per lui un trattamento carcerario più adeguato anche alle sue condizioni di salute.
(4-00117)

CECCUZZI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
è attiva, dal mese di novembre 1991 in località Ciuciano Ranza nel Comune di San Gimignano, provincia di Siena, una casa di reclusione maschile;
la casa di reclusione, la più grande dell'intera provincia, ha una capienza regolamentare di 237 detenuti e presenta al suo interno anche un presidio sanitario;
la casa di reclusione ospita, nelle 50 apposite camere detentive, detenuti in regime di alta sicurezza;
l'edificio mostra già da alcuni anni criticità strutturali ed infrastrutturali gravi

e permanenti tali da compromettere il corretto svolgimento delle attività preposte oltre a non garantire la tutela dei diritti di detenuti e personale impiegato;
tra le maggiori criticità evidenziate, la mancanza di personale, alcune problematiche di carattere igienico-sanitario, la carenza cronica di acqua, il cui approvvigionamento avviene soltanto attraverso alcuni pozzi e non tramite l'allacciamento all'acquedotto, ed il problema logistico del trasporto locale che non permette un servizio efficiente per i lavoratori ed i familiari dei detenuti;
nel mese di maggio 2006 i detenuti, secondo quanto riportato da fonti stampa, inviano una documentazione alle autorità competenti per segnalare le gravi problematiche inerenti alla struttura del carcere;
nel mese di giugno dell'anno 2006 le associazioni sindacali (fra cui Cgil e Cisl) denunciano, anche a mezzo stampa, «il collasso gestionale» in cui versa il carcere. Una situazione causata «dalla gravissima carenza di personale della struttura, aggravata dall'assenza di risorse economiche, che ha reso ingovernabile la gestione dell'istituto»;
per quanto riguarda il personale del carcere le stime dei sindacati (Cgil e Cisl) indicavano una carenza di organico del 30 per cento per quanto riguarda la polizia penitenziaria e del 75 per cento per le aree pedagogica, amministrativa e contabile. Una situazione che permane grave ma che è stata in parte temporaneamente alleviata dall'indulto, approvato dal Parlamento nel 2006, a seguito del quale sono stati rilasciati circa 80 detenuti;
secondo quanto comunicato dall'amministrazione penitenziaria, nonostante l'organico di polizia penitenziaria indicato per questa struttura dal decreto ministeriale del 30 marzo 2001 indichi 233 unità, il personale del carcere, al 1o novembre 2007, è composto da circa 140 addetti;
nel corso dei mesi estivi del 2006 l'emergenza idrica al carcere di San Gimignano si è notevolmente aggravata, tanto da rendere necessario l'utilizzo delle autocisterne dei vigili del fuoco per riempire i depositi anche a causa di un guasto ai pozzi che riforniscono la struttura carceraria;
nel mese di luglio 2006, secondo quanto riportato da organi di informazione, i detenuti del carcere sottoposti a regime di alta sorveglianza denunciano con una lettera alle autorità competenti ed ai mass media di «essere costretti a vivere in precarie condizioni igienico-sanitarie». Tra le problematiche segnalate: le celle invase da insetti e la cronica carenza di acqua, anche potabile, che impedisce l'utilizzo giornaliero delle docce e la pulizia degli indumenti. Tra le cause evidenziate i problemi alle pompe idrauliche che aspirano l'acqua dai pozzi artesiani per portarla nelle varie sezioni del carcere;
nel mese di settembre del 2006, secondo quanto segnalato a mezzo stampa, viene riscontrata, in alcuni locali del carcere, la presenza di topi e conseguentemente viene chiusa la mensa del personale. Secondo le organizzazioni sindacali (Cgil e Cisl) «il fenomeno è dovuto probabilmente all'assenza di manutenzione all'impianto di derattizzazione presente nel penitenziario per la gravissima mancanza di adeguate risorse economico-finanziarie che sta rendendo ingovernabile l'istituto»;
tre anni fa una prima stima indicava in 5 milioni di euro la cifra necessaria per allacciare la struttura carceraria all'acquedotto evitando conseguentemente il ricorso ai pozzi. La consistenza della cifra derivava dalla lunghezza dell'infrastruttura necessaria (oltre 7 chilometri) e dal significativo dislivello altimetrico presente. L'amministrazione comunale di San Gimignano e l'Aato 2 della Toscana (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale 2-Basso Valdarno) hanno dato piena disponibilità a cofinanziare il progetto a fronte di un impegno minimo di investimenti da parte dei ministeri competenti del 60 per cento della cifra totale;
nel mese di novembre 2007 una relazione redatta dalla direzione del carcere

di San Gimignano ha evidenziato la presenza di numerose criticità alla struttura: in particolare riguardo ai pozzi e all'impianto di potabilizzazione. Le altre problematiche riguardano l'impianto termico, il gruppo di continuità, la ristrutturazione e la manutenzione dei locali e delle zone esterne, i gruppi elettrogeni e l'ampliamento della lavanderia -:
quali provvedimenti urgenti intenda intraprendere per perseguire una efficace ristrutturazione ed una continua manutenzione di tutte le aree del carcere per risolvere i numerosi cronici e gravi problemi che da tempo interessano la struttura di Ciuciano Ranza;
quali provvedimenti urgenti intenda intraprendere per venire incontro alle esigenze più volte manifestate da tutti gli operatori in organico al carcere anche al fine di innalzare le condizioni generali di vivibilità dal momento che ad una migliore qualità del lavoro potrà corrispondere una migliore qualità della vita per i detenuti presenti all'interno della struttura;
quali provvedimenti urgenti intenda intraprendere, nello specifico, per risolvere il problema dell'approvvigionamento idrico del carcere e per evitare le numerose emergenze igienico-sanitarie che si sono susseguite negli ultimi anni.
(4-00134)

PISICCHIO e DI CAGNO ABBRESCIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
tra le norme fondamentali della nostra Costituzione trova luogo l'affermazione della eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge «senza distinzione di condizioni personali» (articolo 3). Da questo principio, com'è noto, discendono diversi postulati, tra cui l'affermazione della par condicio nell'accesso ai pubblici uffici (articolo 51 che, pur contenendo la forte sottolineatura della pari dignità tra generi, recentemente affermata, conserva l'originaria impostazione volta ad esprimere una garanzia più generale);
in ragione dei principi costituzionali, pertanto, i cittadini portatori di patologie limitatrici dell'autonomia ma perfettamente idonei allo svolgimento dell'ufficio per il quale concorrono, devono essere messi nelle condizioni di partecipare ad un concorso per ricoprire una funzione pubblica;
in particolare, il dottor C.D.B., affetto da malformazioni multiple congenite e, in particolare, da una brachidattilia alle falangi prossimali secondo e terzo dito delle mani» riconosciuta dalla ASL BA/4 nel 2000, intendendo partecipare al concorso per il posto di notaio di cui al bando 10 luglio 2006, ha rivolto istanza presso il dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della Giustizia, per conoscere se in sede di prova scritta fosse prevista per i candidati affetti da patologie limitatrici dell'autonomia un aumento del tempo a disposizione pari almeno a quello previsto dall'articolo 6 dello stesso Bando per la prova di pre-selezione, cioè di trenta minuti aggiuntivi;
va precisato che il dottor D.B. è in grado di effettuare una prova scritta utilizzando le tre dita della mano destra, ma che dopo un'ora il lavoro di scrittura necessita di una pausa di almeno venticinque minuti a causa del gonfiore delle dita ed in particolare dell'anulare su cui si scarica la pressione del pollice per impugnare la penna;
il dipartimento per gli Affari di Giustizia ha risposto all'istanza del dottor D.B. riconoscendo sia per la pre-selezione informatica, sia per le prove scritte la possibilità di avvalersi di un congruo tempo aggiuntivo avendo riguardo alla particolare patologia denunciata;
a differenza del bando del 2006 quello dell'ultimo concorso a 350 posti di notaio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 aprile 2008, non previde più alcuna concessione di tempo aggiuntivo per le prove scritte in favore di persone dotate di limitata autonomia, precisando che la commissione avrebbe potuto aumentare il tempo a disposizione «in misura comunque non superiore ai trenta minuti», dotazione

temporale del tutto insufficiente, come si comprende, per le esigenze di persone come il dottor D.B. -:
se il Ministro intenda intervenire al fine di assicurare per il concorso notarile in atto le condizioni fondamentali di garanzia costituzionale per i concorrenti portatori di patologie limitatrici dell'autonomia.
(4-00137)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

CAPARINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il CIPE, con risorse a valere sui fondi stanziati in base all'articolo 7 del decreto-legge n. 159, collegato alla legge Finanziaria, ha approvato gli interventi finanziati per i lavori di sistemazione e allargamento della sede stradale nei comuni di Edolo e Corteno Golgi, in provincia di Brescia;
«Con questi interventi - ha affermato il Ministro delle infrastrutture allora in carica, Antonio Di Pietro - proseguiamo nel ridisegno della rete infrastrutturale intorno alla città di Milano e in altre zone della Regione. In particolare, i nuovi impegni per il sistema metropolitano e quelli per i collegamenti stradali intorno al capoluogo permetteranno di dare nuovo impulso a un trasporto intermodale, che consenta di migliorare la vivibilità cittadina» (Giornale di Brescia 10 novembre 2007);
«È ufficiale. Gli interventi di sistemazione e allargamento della Statale 39 del Passo dell'Aprica sono stati finanziati ed i lavori saranno, dunque, realizzati. L'iniziativa sarà portata all'esame del Cipe, in riunione il prossimo 9 novembre» così Presidente Cavalli ha espresso la sua soddisfazione nel dare notizia della lettera indirizzatagli dal Ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro che ha accolto le forti sollecitazioni arrivate dalla Provincia di Brescia e dalla Regione Lombardia (Giornale di Brescia 10 novembre 2007);
la condizione di «appaltabilità - sottolinea il Presidente Cavalli - ha consentito di passare dalla condizione di fattibilità al finanziamento vero e proprio, usufruendo di uno stanziamento di 215 milioni di euro destinati appunto alla realizzazione di alcuni progetti nel piano allegato al contratto di programma 2007, stipulato fra Ministero delle infrastrutture e Anas. Le valli bresciane debbono vedere riconosciuto il diritto ad una stabile crescita economica e la realizzazione di importanti opere viabilistiche, soprattutto in aree come l'Alta Valle Camonica con enormi potenzialità nel settore turistico ed artigianale, costituisce la condizione indispensabile per uno sviluppo duraturo e sostenibile» (Giornale di Brescia 10 novembre 2007);
i punti della Statale 39 interessati sono due: 1) la variante di Corteno Golgi (chilometro 20,450) interessa un tratto di mezzo chilometro, frequentemente soggetto a cadute di massi la cui messa in sicurezza prevede la realizzazione di una galleria della lunghezza di 124 metri e di un ponte sul torrente Ogliolo, lungo 50 metri; 2) una galleria lunga 410 metri ed un ponte sul torrente San Sebastiano, oltre a interventi di regimazione idraulica per un investimento complessivo sui due lotti di 24 milioni e 259mila euro al chilometro 24,800, sempre con l'obiettivo di evitare i pericoli derivanti dalle cadute di massi (Giornale di Brescia 7 novembre 2007) -:
quali siano gli indirizzi del Governo sulle opere citate in premessa;
quali siano gli impegni economici e i tempi previsti per la realizzazione dell'appalto e per il completamento dell'opera.
(5-00024)

Interrogazioni a risposta scritta:

BENAMATI, BELTRANDI, VASSALLO, ZAMPA, LENZI e LA FORGIA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nell'allegato G, denominato «Infrastrutture prioritarie», di cui all'Allegato relativo al «Programma delle infrastrutture» del Documento di Programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2008-2011 viene indicato il «nodo ferrostradale» di Casalecchio di Reno;
l'opera riveste un'importanza strategica nazionale poiché il comune di Casalecchio di Reno in provincia di Bologna è lo snodo di congiunzione tra l'A1 e l'A14 e l'imbocco del sistema Tangenziale di Bologna, è attraversato quindi dal traffico proveniente da sud e da Firenze e diretto o verso nord (Modena, il Brennero, Milano) o verso Bologna e la costa Adriatica. È lo snodo delle comunicazioni autostradali tra il nord e il sud del Paese e cerniera del Corridoio Europeo 1 Berlino Palermo;
il progetto stradale consiste in un tratto di variante della strada statale n. 64 «Porrettana» con un tracciato di circa 4 chilometri dei quali 2,8 chilometri sono in zona urbana e circa 990 metri sono in galleria, mentre il progetto ferroviario segue il progetto stradale in parallelo per 1,3 chilometri anch'esso in galleria per superare il passaggio a livello della centrale via Marconi e realizzare la Stazione Casalecchio di Reno Centro interrata;
la maggior parte del tracciato è previsto in trincea per ridurre l'impatto dell'opera sull'area più fortemente urbanizzata ed il progetto prevede inoltre la realizzazione di uno svincolo Casalecchio di Reno sud nella zona denominata Faianello;
il progetto preliminare è stato approvato con delibera CIPE n. 81 del 29 marzo 2006, nell'ambito delle procedure della legge obiettivo, e ha un costo previsto di 147,36 milioni di euro di cui 48,86 milioni di euro a carico di RFI;
nella primavera 2006 sono iniziati a Casalecchio di Reno i lavori per la realizzazione della terza corsia dell'A1 che dureranno 3 anni e avranno un notevole impatto sulla vivibilità e sulla viabilità del territorio comunale;
contemporaneamente nel marzo 2007 è stato ultimato e non ancora preso in carico da Anas il tratto Cinque Cerri-Borgonuovo nord nel Comune di Sasso Marconi della nuova strada statale Porrettana;
si verificherà quindi il paradosso di un'opera realizzata a monte e a valle dell'abitato di Casalecchio di Reno con le prevedibili conseguenze negative sulla viabilità locale trasformata in un vero e proprio imbuto. I circa 28.000 veicoli che giornalmente attraversano il comune sulla strada statale 64 Porrettana si riverseranno senza più ostacoli sulla viabilità ordinaria dopo l'uscita di Borgonuovo nord con prevedibili ingorghi e blocchi della circolazione, i quali saranno accentuati dalla presenza per almeno 3 anni dei cantieri della terza corsia dell'A1 che restringeranno il sottopasso della strada statale 64 Porrettana sotto l'autostrada;
a questo fine risulta indispensabile aprire un casello autostradale provvisorio di sola entrata a Borgonuovo di Sasso Marconi per mitigare gli effetti negativi della situazione che si sta determinando, per il quale Autostrade per l'Italia ha espresso la sua disponibilità e il 5 ottobre 2007, e l'Anas ha dato parere favorevole alla realizzazione del casello provvisorio;
nell'aprile 2008 il tavolo tecnico istituito presso la Regione Emilia-Romagna ha terminato i propri lavori per la predisposizione del progetto definitivo che ora attende l'approvazione da parte del CIPE nella prima seduta utile al fine di rendere concretamente realizzabile l'opera;

in seguito ad un incontro che si è tenuto al Ministero delle infrastrutture sull'intera strada statale Porrettana con i rappresentanti delle regioni interessate Emilia-Romagna e Toscana il 3 ottobre 2007 il Ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro ha inserito la realizzazione della componente stradale di competenza del nodo ferrostradale di Casalecchio di Reno nello schema di Convenzione Unica tra Anas e Autostrade per l'Italia del 12 ottobre 2007;
in base allo schema di Convenzione Unica al termine degli iter autorizzativi Anas potrà richiedere ad Autostrade per l'Italia l'inserimento di tale opera tra gli impegni di investimento, previa stipula di una convenzione per la realizzazione dell'intervento, con uno specifico piano di convalida per la copertura economica e finanziaria dell'intervento;
nel tratto montano la strada statale n. 64 Porrettana è interessata da un intervento di variante nel tratto Silla-Marano suddiviso in due stralci già interamente finanziati. Per lo stralcio 2 da Ca' dei Ladri a Marano l'Anas ha affidato l'8 novembre 2006 i lavori ad appalto integrato e allo stato è in corso di elaborazione il progetto esecutivo, mentre per lo stralcio 1 da Silla a Ca' dei Ladri il contratto di appalto dei lavori, già affidati ed iniziati, è stato risolto per inadempienza dell'impresa esecutrice;
nel medesimo incontro del 3 ottobre 2007, si è dato mandato ad Anas di riassegnare i lavori del primo stralcio nel più breve tempo possibile alla ditta che si è aggiudicata la realizzazione dei lavori del secondo stralcio;
l'apertura del nuovo casello autostradale Crespellano sulla tratta dell'A1 tra Bologna e Modena fa parte dei lavori in via di completamento per la riqualificazione degli svincoli, la sistemazione ambientale della tangenziale di Bologna e la terza corsia dinamica dell'autostrada citati nell'allegato infrastrutturale al DPEF 2008-2011;
l'apertura del casello riverserà nuovo traffico sulla viabilità ordinaria di quella zona destinata ad essere ulteriormente congestionata se non si provvederà a completare celermente la nuova strada provinciale Bazzanese realizzando il tratto compreso tra Ponte Ronca di Zola Predosa e Bazzano del costo previsto di 40 milioni di euro. Anche gli interventi relativi alla nuova Bazzanese sono stati inseriti nello schema di Convenzione Unica tra Anas ed Autostrade per l'Italia;
l'allegato infrastrutturale al DPEF 2008-2011, infine, cita il nodo di Rastignano per la realizzazione del quale si sta completando la procedura per la messa a punto del progetto definitivo e restano da reperire circa 50 milioni di euro che nel 2005 il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Pietro Lunardi si era impegnato a individuare nell'ambito dei finanziamenti della legge obiettivo previsti dalle leggi finanziarie annuali;
al nodo di Rastignano è collegato anche il completamento della complanare Est da San Lazzaro di Savena a Osteria Grande, di cui restano da realizzare il lotto 2 (lato nord Croce dell'Idice-San Lazzaro) e il lotto 3 (lato Sud Ozzano dell'Emilia-Osteria Grande e lato nord Osteria Grande Croce dell'Idice) per i quali il soggetto attuatore è Anas. Nei piani finanziari di Anas il finanziamento dell'intera opera è previsto per il 2011, mentre la Provincia è disponibile a farsi carico del progetto preliminare e propone che il finanziamento dell'opera sia anticipata al 2009 -:
quali iniziative intenda assumere il Governo per realizzare il complesso del programma di interventi di cui in premessa e, in particolare, per giungere alla firma della Convenzione Unica tra Anas e Autostrade per l'Italia secondo lo schema già predisposto dal Ministro delle infrastrutture del 12 ottobre 2007.
(4-00122)

BENAMATI, BELTRANDI, VASSALLO, ZAMPA, LENZI e LA FORGIA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nell'allegato G «Infrastrutture prioritarie» dell'Allegato 1 «Programma delle infrastrutture» al Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2008-2011 viene indicata la Metrotranvia di Bologna che prevede un'unica linea di 11,7 chilometri articolata in tre lotti;
con delibera CIPE del 29 luglio 2005 è stato approvato il progetto definitivo del 1o lotto «Fiera Michelino - Stazione FS» del costo complessivo previsto in quel momento di 185,47 milioni di euro, prevedendo uno stanziamento di 3,12 milioni di euro a valere sulla legge n. 166 del 2002 (Legge Obiettivo) ed a carico della Presidenza del Consiglio un impegno straordinario di 90 milioni di euro;
con la stessa delibera è stato approvato il progetto preliminare del 2 lotto suddiviso nelle due tratte «Stazione FS-Ospedale Maggiore» per un costo previsto di 299,26 milioni di euro e «Ospedale Maggiore-Capolinea Normandia Borgo Panigale» per un costo previsto di 102,97 milioni di euro;
l'ipotesi di ripartizione del finanziamento, conseguente alla delibera CIPE, prevede che lo Stato copra il 70 per cento del costo, mentre il rimanente 30 per cento è posto a carico della comunità locale;
nella seduta del 22 dicembre 2006, il CIPE ha deliberato l'assegnazione programmatica di un contributo di 87,5 milioni di euro a valere sulle disponibilità della legge obiettivo, in sostituzione del finanziamento già previsto dalla delibera n. 89/2005 a carico dei fondi della Presidenza del Consiglio dei ministri, non più disponibili;
il 28 gennaio 2008, il Comune di Bologna ha trasmesso al Ministero delle infrastrutture e al CIPE il progetto definitivo delle tratte Fiera Michelino-Stazione FS e Stazione FS-Ospedale Maggiore delle sole opere civili al grezzo, per la cui approvazione definitiva è necessario aprire la relativa Conferenza dei Servizi;
il CIPE, riunitosi il 31 gennaio 2008, ha assegnato un ulteriore finanziamento di 120 milioni di euro a titolo programmatico, a carico delle risorse destinate alla legge-obiettivo dalla Legge Finanziaria 2008, come cofinanziamento del 1 lotto funzionale Fiera Michelino-Stazione FS il cui costo è stato fissato dal progetto definitivo in 305,4 milioni di euro comprensivi del materiale rotabile;
l'Allegato infrastrutturale al DPEF 2008-2011 indica tra gli interventi prioritari di decongestionamento dei centri urbani italiani «le linee metropolitane di Milano, Torino, Bologna e Roma» -:
quali iniziative intenda assumere il Governo per la sollecita apertura della Conferenza dei servizi necessaria all'approvazione del progetto definitivo delle tratte Fiera Michelino-Stazione FS e Stazione FS-Ospedale Maggiore della Metrotranvia di Bologna, e per assicurare la continuità dei finanziamenti necessari alla sua realizzazione in quanto sono considerate prioritarie per il decongestionamento dei centri urbani «le linee metropolitane di Milano, Torino, Bologna e Roma».
(4-00123)

ZAMPA, BELTRANDI, BENAMATI, VASSALLO, LENZI e LA FORGIA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 19 giugno 2007 il Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, la Presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti, il Sindaco di Bologna Sergio Cofferati e l'Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato SpA Mauro Moretti hanno sottoscritto il nuovo Accordo per la completa realizzazione del

Sistema Ferroviario Metropolitano di Bologna a conclusione delle diverse intese per la nuova Stazione centrale;
il nuovo Accordo aggiorna l'intesa del luglio 1997 che finora è stata alla base della realizzazione dell'SFM;
le intese finora intercorse tra i vari soggetti interessati sono state attuate in larga parte per quanto riguarda le opere infrastrutturali per un costo stimato in circa 200 milioni di euro, mentre si avverte una forte carenza di materiale rotabile per raggiungere gli obiettivi di esercizio dell'SFM i quali ne fanno l'infrastruttura di trasporto potenzialmente più importante dell'intera area metropolitana bolognese;
la rete dell'SFM è di 350 chilometri, 280 dei quali nella Provincia di Bologna; a regime sono previste 86 fermate, di cui 73 nella Provincia di Bologna comprese le 16 ubicate nel territorio del Comune di Bologna; gli utenti giornalieri dell'SFM sono circa 68.000, potrebbero diventare in pochi anni 150.000 con importanti incrementi progressivi tenendo conto che l'87 per cento dell'intera popolazione residente nella provincia abita nel bacino potenziale delle fermate dell'SFM (in un raggio di 600 metri per chi si sposta a piedi e di 4 chilometri per l'interscambio auto-treno);
l'SFM prevede l'attivazione di cinque itinerari metropolitani: SFM 1 Porretta Tereme-Marzabotto-Bologna-Pianoro-San Benedetto Val di Sambro; SFM 2 Vignola-Crespellano-Bologna-Budrio-Portomaggio- re; SFM 3 Crevalcore-Bologna-San Ruffillo; SFM 4 San Pietro in Casale-Bologna-Castel San Pietro-Imola; SFM 5 Modena-Bologna;
il cadenzamento a regime è previsto a 15 minuti in prossimità del nodo di Bologna e sulle direttrici forti con la sovrapposizione di più relazioni, e a 30-60 minuti fuori dall'area urbana, con possibile intensificazione nelle ore di punta;
il nuovo Accordo prevede la realizzazione per fasi di 13 nuove fermate, di cui 6 nel Comune di Bologna. Le fermate di 1a fase sono Ozzano dell'Emilia, Rastignano, Funo, Casteldebole e Borgo Panigale, già realizzate ed attivate nel biennio 2003-2005, mentre quelle di 2a fase sono Caselle, San Vitale/Rimesse, Pian di Macina, Mazzini, Bargellino, Borgo Panigale Scala, Prati di Caprara e Zanardi, in parte già in corso di realizzazione;
il nuovo Accordo prevede inoltre la disponibilità completa della stazione di Bologna Centrale per i servizi metropolitani passanti, contestualmente all'attivazione della stazione sotterranea Alta Velocità/Alta Capacità di Bologna, prevista per il 2011;
in esso si individuano specifici modelli attuativi e modelli di esercizio con progressiva attivazione degli itinerari SFM per gli orari 2008-2009, 2011-2012 e 2015-2016;
il primo scenario di servizio 2008-2009 prevede l'attivazione dei seguenti itinerari e servizi: SFM 1 Marzabotto-Bologna Centrale 30' e 60' fino a Porretta Terme; SFM 2 Vignola-Bologna Centrale e Bologna Centrale-Portomaggiore, a 30'; SFM 4 San Pietro in Casale-Bologna-Castel San Pietro-Imola a 30'; SFM 5 Castelfranco Emilia-Bologna Centrale, 60' e 30' nelle ore di punta; il secondo scenario di servizio, denominato assetto base, è quello dell'attivazione a regime dell'SFM, previsto per il 2011, completo di tutti i passanti e del cadenzamento a 30' su tutte le relazioni corte ed a 60' su quelle lunghe, con intensificazione nelle ore di punta;
il terzo scenario previsto per il 2015 è relativo ad un assetto ulteriormente potenziato con servizi veloci, per il quale devono essere svolti ulteriori approfondimenti tecnici e devono essere individuate le relative risorse finanziarie necessarie;
la concreta attuazione dei contenuti dell'Accordo richiede un preciso impegno del Governo e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per l'indispensabile reperimento della parte di risorse finanziarie mancanti, pari a 31,150 milioni di euro per le infrastrutture, ad una parte

consistente del fabbisogno complessivo di circa 200 milioni di euro per il materiale rotabile nuovo da impiegare, e a 16,300 milioni di euro per i nuovi servizi da attivare al fine di raggiungere il livello di offerta di servizio prevista a regime;
in data 11 settembre 2007 il Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, la Presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti e il Sindaco di Bologna Sergio Cofferati hanno scritto una lettera ai Ministri Antonio Di Pietro e Alessandro Bianchi per ottenere l'adesione formale dei due Ministri all'Accordo necessariamente legata all'individuazione delle fonti di reperimento delle risorse finanziarie necessarie;
nella lettera si richiamano opportunamente due commi dell'articolo 1 della Legge Finanziaria 2007, il comma 1017 e il comma 1022, i quali non hanno avuto attuazione e si riferiscono entrambi al finanziamento di investimenti ferroviari;
il comma 1022 dell'articolo 1 della Legge Finanziaria 2007 si riferisce specificatamente «all'acquisto di materiale rotabile per servizi ferroviari regionali e metropolitani ed alla copertura dei costi di gestione dei servizi stessi», da effettuare con aggiornamento dei contratti di servizio con le imprese ferroviarie in seguito all'istituzione nello stato di previsione del Ministero delle Infrastrutture di un nuovo fondo «per contribuire al finanziamento di investimenti in infrastrutture ferroviarie» alimentato «dagli introiti derivanti da ulteriori sovraprezzi sui pedaggi autostradali da istituire per specifiche tratte della rete»;
le modalità attuative del comma 1022 dell'articolo 1 della Legge Finanziaria 2007 dovevano essere definite con decreto del Ministero delle Infrastrutture, di concerto con il Ministro dei Trasporti e sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano da adottare entro il 30 aprile 2007, il quale non risulta essere stato ancora emanato -:
quali iniziative intenda assumere il Governo per dare attuazione ai commi 1017 e 1022 dell'articolo 1 della Legge Finanziaria 2007 al fine di reperire le risorse necessarie al finanziamento dei servizi ferroviari metropolitani, e tra questi quello di Bologna, potendo così perfezionare, con la firma dei Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il nuovo Accordo per Servizio Metropolitano di Bologna sottoscritto il 19 giugno 2007.
(4-00124)

LENZI, BELTRANDI, BENAMATI, VASSALLO, ZAMPA e LA FORGIA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 27 luglio del 2005, è stato sottoscritto un accordo procedimentale tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Bologna e il Comune di Bologna per la realizzazione del «Passante autostradale nord»;
ilPassante autostradale nord di Bologna è una variante del tracciato dell'A 14 tra Lavino di Mezzo (Anzola dell'Emilia) ad ovest e Ponte Rizzoli (Ozzano dell'Emilia) a est della lunghezza di 40,7 chilometri, con quattro caselli (San Giovanni in Persiceto, Bologna Interporto, Granarolo, Budrio);
il Passante autostradale nord è un'opera fondamentale per decongestionare il nodo di Bologna, cerniera fondamentale del Corridoio Europeo 1 Berlino - Palermo e delle comunicazioni tra il nord e il sud dell'Italia, e per sostenere il previsto sviluppo insediativo e produttivo nell'area della pianura nord di Bologna;
quest'opera consentirà di spostare dal cuore urbano del comune capoluogo la pressione dei traffici autostradali nazionali e autostradali in attraversamento permettendo la realizzazione di un'unica piattaforma tangenziale a 4 corsie per senso di marcia, più corsia di emergenza, per il traffico metropolitano;

l'allegato G «Infrastrutture prioritarie» dell'Allegato 1 «Programma delle infrastrutture» al Documento di Programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2008-2011 indica il costo dell'opera in 1.450 milioni di euro che «può essere coperto attraverso il ricorso al projet financing, verificando l'importo dell'investimento e l'ipotesi di una sua totale copertura, in assenza di contributo pubblico»;
il 6 settembre 2007, ha avuto luogo un'incontro presso il Ministero delle infrastrutture con i rappresentanti della Regione Emilia-Romagna, degli enti locali interessati, dell'Anas, di Autostrade per l'Italia e della società Pizzarotti che aveva presentato un progetto per la realizzazione dell'opera in projet financing;
durante quell'incontro il Ministro Antonio Di Pietro ha dichiarato «irricevibile» il progetto presentato dalla società Pizzarotti, ha confermato la priorità nazionale dell'opera e si è impegnato al finanziamento della medesima attraverso Anas con l'istituzione di un apposito capitolo di bilancio da prevedersi nell'ambito della Legge Finanziaria 2008;
l'11 settembre 2007, il Sindaco di Bologna Sergio Cofferati, la Presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti, il Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani hanno scritto al Presidente del Consiglio Romano Prodi una lettera per sostenere la proposta del Ministro Antonio Di Pietro «attraverso un finanziamento totalmente o parzialmente pubblico e con l'intendimento di richiedere un apposito capitolo di bilancio da inserire nella prossima legge finanziaria per la realizzazione dell'opera»;
il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha risposto alla Presidente della Provincia Beatrice Draghetti con lettera del 18 ottobre 2007, che il Governo aveva deciso di presentare un emendamento alla Legge Finanziaria 2008 per consentire l'avvio della progettazione dell'opera, avviando nel frattempo la richiesta all'Unione Europea di considerare il Passante autostradale nord come una variante dell'attuale tracciato al fine di poterne affidare la realizzazione ad Autostrade per l'Italia in quanto concessionario del servizio;
l'articolo 256 della Legge Finanziaria 2008 prevede uno stanziamento di 5 milioni di euro per anno 2008 e di 4 milioni di euro per l'anno 2009 per la progettazione della realizzazione del Passante autostradale di Bologna, e nel mese di dicembre 2007 il Ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro ha inviato formalmente la richiesta al Commissario Europeo competente -:
quali iniziative intenda assumere il Governo per dare continuità alle azioni finora intraprese per ottenere l'autorizzazione da parte dell'Unione Europea ad affidare i lavori del Passante autostradale nord di Bologna, in quanto variante dell'attuale tracciato, ad Autostrade per l'Italia in quanto concessionario del servizio.
(4-00125)

COSTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
all'inizio dell'Estate 2006 l'orario della biglietteria della stazione ferroviaria di Ceva (Cuneo) è stato ridotto del 50 per cento con sportello aperto metà giornata;
Trenitalia, a domanda dei quadri direttivi di Ceva, sosteneva che tale provvedimento sarebbe stato temporaneo, in quanto dettato dalla necessità di agevolare le ferie del personale;
trascorso il periodo feriale l'orario di apertura completo non è ad oggi mai stato ripristinato, anzi vi e stata una ulteriore limitazione del servizio;
dal 1o marzo 2001 gli orari erano: dal lunedì a venerdì 6,20-19,30: sabato 6,20-13 e domenica 13-19,30, ridottisi dal 2 maggio 2006 a 6,20-13 da lunedì a sabato e 13-19,30 domenica; ulteriormente ridimensionati

dal 1o gennaio 2008 a 6,05-12,45 (da lunedì a sabato); sabato, domenica e festivi: chiuso;
a ciò si aggiunga che la macchina erogatrice dei biglietti è spesso guasta o malfunzionante;
il disagio è grande in quanto la stazione è posta alla confluenza della linea interregionale Torino-Savona con quella regionale Ceva-Ormea che serve la Val Tanaro, importante valle di valico tra Piemonte e Liguria;
il sindaco di Ceva, dr. Davide Alciati, ha segnalato il problema alla Regione (ente competente in ordine al trasporto pubblico regionale) ed a Trenitalia - Direzione trasporto regionale di Torino (fornitrice del servizio) -:
se il Ministro interrogato conosca tempi e modi di ripristino della biglietteria con l'orario in vigore fino al 2 maggio 2006;
quali provvedimenti di competenza intenda adottare per garantire alla popolazione interessata adeguato accesso ai servizi di biglietteria ferroviaria a Ceva e nelle aree limitrofe.
(4-00132)

TESTO AGGIORNATO AL 3 GIUGNO 2008

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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

DE TORRE, SARUBBI e QUARTIANI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
preoccupa seriamente che a sessanta anni dalla promulgazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo da parte dell'ONU e a settanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali nel nostro Paese si rinnovi in questi giorni un clima diffuso di intolleranza verso la popolazione rom e che il Governo assista senza intervenire secondo l'interrogante in modo appropriato per ricondurre le reazioni nell'ambito del diritto e preoccupa ancora di più che lo stesso Governo annunci provvedimenti straordinari verso cittadini per il solo fatto che essi appartengano ad un particolare gruppo etnico;
perseguire i reati è compito dello Stato ed è quindi compito dello Stato punire tutti i rom e i sinti che delinquono; questo non può significare, però, una condanna delle intere comunità rom e sinti;
una recente indagine dell'ISPO, a cura del ministero dell'Interno, evidenzia come solo un italiano su mille abbia sufficienti conoscenze sulle popolazioni rom e sinte e come il 47 per cento degli italiani ne abbia un'immagine fortemente negativa basata su pregiudizi. Su questa base, pronunciamenti politici - ed anche silenzi politici - nello svolgersi della recente campagna elettorale hanno contribuito ad accrescere il senso di paura e di insicurezza ed ora il Parlamento è carico di responsabilità verso il clima di antiziganismo che si va creando nel Paese. Ma più ampiamente vi è una grave responsabilità verso la cultura individualista e di avversità verso «l'altro diverso da me» che può ingenerare soprattutto nelle giovani generazioni, come recenti episodi confermano, catene di intolleranza che non possono non avere diffusi effetti negativi dentro tutta la società italiana;
comunità locali fino a tempo fa capaci di mutuo aiuto, pur in mezzo a quotidiane e talvolta grandi fatiche della vita, sono oggi disorientate e spaventate del futuro fino ad accendere pericolose guerre tra indigenti. Ciò è particolarmente pericoloso oggi poiché, nel tempo tumultuoso della globalizzazione e di crescenti incertezze provocate da scelte non avvedute di politica internazionale, energetica od economica (come guerre senza fine, disastri ecologici, mancanza di cibo per intere popolazioni), è di assoluta necessità vivere in città, quartieri o paesi sicuri nelle fondamenta, intrinsecamente: sicuri perché istituzioni e cittadini costruiscono ogni giorno legalità, relazioni e senso di comunità. Prima che sia troppo tardi lo Stato e

le realtà sociali, economiche e culturali, dunque, possono e debbono contribuire a recuperare il senso di solidarietà che è parte costitutiva della storia e della Costituzione della nostra Repubblica -:
quale sia stato l'esatto svolgersi dei fatti a Ponticelli e cioè: quale sia la storia dell'insediamento abusivo che la popolazione ha assalito e bruciato; della nazionalità e composizione del gruppo di persone che li vivevano; se, per il tramite nella prefettura il Governo sia a conoscenza dei progetti che il Comune di Napoli abbia sull'area in questione e quali siano lo stato dell'iter dei medesimi e tempi della loro realizzazione;
quali siano i dati in possesso della procura di Napoli in merito ad avvenuti o tentati rapimenti di minori negli ultimi venti anni e da parte di chi siano stati effettuati;
quali siano i dati in possesso delle Procure italiane sui rapimenti di minori commessi da rom, quanti processi vi siano stati a riguardo e quante condanne;
quale sia il ruolo che verrà assegnato ai commissari straordinari sui rom nelle città di Milano, Roma e Napoli;
quale sia l'indirizzo del Governo sulle politiche abitative, scolastiche, lavorative e di tutela dei diritti delle minoranze con riguardo alle popolazioni rom e sinti in Italia;
quale sia il quadro normativo in cui il Governo sta predisponendo i propri provvedimenti ed in particolare se e in quale forma tenga conto della legislazione internazionale (Dichiarazione della Conferenza mondiale su razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza ad esse correlate del 2001; Raccomandazione generale n. 27 sulla discriminazione contro i rom del Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale del 2000; Risoluzione del Consiglio economico e sociale n. 1992/65 sulla protezione dei rom e dei sinti del 1992; Risoluzione del Consiglio economico e sociale n. 1991/12 sulla protezione delle minoranze; raccomandazione della sottocommissione sulla prevenzione della discriminazione e la protezione delle minoranze n. 2/399, Studio sui diritti delle persone appartenenti a minoranze etniche, religiose e linguistiche del 1977), della legislazione europea (Direttiva 2000/78/CE del Consiglio, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro; Direttiva 2000/43/CE del Consiglio del 29 giugno 2000 che attiva il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica; Risoluzione del Consiglio dell'Unione europea e dei rappresentati dei governi degli Stati membri in sede di Consiglio del 23 ottobre 1995 sulla risposta dei sistemi scolastici ai problemi del razzismo e della xenofobia; Risoluzione del Consiglio dei Ministri dell'istruzione riuniti in sede di Consiglio n. 89/C 152/02 concernente la scolarizzazione dei figli degli zingari e dei girovaghi; Risoluzione del Consiglio e dei Ministri dell'istruzione riuniti in sede di Consiglio del 22 maggio 1989 concernente la scolarizzazione dei figli di genitori che esercitano professioni itineranti) e dei diritti garantiti a tutte le persone dalla nostra Costituzione.
(3-00006)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
vengono sequestrati in Piemonte numerosi documenti falsi da parte delle Forze dell'Ordine, soprattutto passaporti emessi da nazioni dell'Est europeo recentemente facenti parti dell'Unione europea ed utilizzati da persone non in regola con le leggi relative al soggiorno degli stranieri in Italia -:
se quanto sopra corrisponda a verità, quanti siano i documenti contraffatti oggetto di sequestro e di quali paesi, se il fenomeno sia effettivamente in aumento e in questo caso quali provvedimenti siano stati intrapresi per ridurre od eliminare il

fenomeno o quali iniziative si ritengano opportune.
(4-00120)

GIACHETTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di martedì 13 maggio l'Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive ha vietato, in accordo con la Questura e la Prefettura di Catania, la trasferta dei tifosi romanisti al Massimino, consentendo, di contro, ai supporters dell'Inter di seguire la squadra a Parma nell'ultima giornata di campionato di serie A, decisiva per l'assegnazione del titolo;
due giorni dopo, a seguito di ulteriori riunioni in un generale clima di dissenso per una scelta che appariva sancire disparità di trattamento tra i due club e le rispettive tifoserie, l'Osservatorio ha delegato la decisione finale direttamente al prefetto di Parma Paolo Scarpis, che in via definitiva ha vietato l'accesso al Tardini ai tifosi nerazzurri;
in base a quanto riportato su tutti i quotidiani nazionali e in virtù delle immagini televisive che ieri hanno mostrato non solo la presenza nella curva ospite del Tardini di migliaia di sostenitori dell'Inter, ma anche gli scontri tra ultras e forze dell'ordine avvenuti fuori dallo stadio prima dell'inizio della gara, appare evidente che il divieto stabilito sia stato chiaramente aggirato;
quanto avvenuto nei fatti appare aver determinato una evidente disparità di trattamento tra la tifoseria della Roma, che ha rispettato il divieto e non si è recata al Massimino, e quella dell'Inter che al contrario è arrivata al Tardini dividendosi tra l'esterno e l'interno dello stadio;
le scelte ed il ruolo stesso dell'Osservatorio che fa capo al Viminale si danno in un ottica di prevenzione di possibili episodi di violenza dentro e fuori gli stadi, ed in seguito alla tragica morte del tifoso Gabriele Sandri tale organismo si proponeva di adottare misure tese a vietare le trasferte dei violenti e rafforzare contestualmente il potere di prefetti e questori;
a distanza di alcuni mesi, i fatti avvenuti ieri all'esterno del Tardini e l'aggressione ai danni del pullman della Roma a Catania e di alcuni inviati del quotidiano La Repubblica circondati e malmenati da un gruppo di ultras etnei, sembrerebbero dimostrare che molti di questi buoni propositi siano rimasti sostanzialmente tali e non si siano convertiti in un'azione efficace per prevenire e reprimere episodi di violenza;
appare tanto evidente quanto elementare che nel momento in cui si adotta una decisione essa assume valore ed autorevolezza solo nel caso in cui gli organi preposti e competenti garantiscono e vigilano affinché venga rispettata -:
se le decisioni assunte dal Ministero dall'interno attraverso l'Osservatorio per le manifestazioni sportive e rese esecutive attraverso i Prefetti competenti siano state violate;
se non ritenga indispensabile e doveroso accertare le responsabilità di chi ha consentito comportamenti in aperto contrasto con quanto stabilito dagli organi preposti;
che cosa si intenda fare in futuro per impedire che tali violazioni possano ripetersi.
(4-00133)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 26 marzo 2008, un Consigliere comunale di Villa San Giovanni, non ricandidatosi, ha denunziato, all'autorità di Polizia, alcune irregolarità avvenute durante la presentazione delle liste per il rinnovo del civico consesso di quella città, alle elezioni del 13 e 14 aprile 2008;
nel citato esposto veniva denunziato che una persona si era ritrovata candidata nella lista «Io non ci sto» senza avere mai avuto la volontà di partecipare alla competizione elettorale; fatto confermato al

consigliere denunziante da un funzionario preposto all'Ufficio elettorale del Comune di Villa San Giovanni dal quale il candidato si era recato manifestando la volontà di ritirare la propria candidatura;
sempre nel citato esposto veniva, altresì, segnalato che i candidati della lista «Io non ci sto» avevano aggiunto alla prescritta documentazione la fotocopia di un documento di identità sulla quale era stata apposta la firma del candidato medesimo;
dalla connessione di tali situazioni, nel medesimo esposto viene avanzata la tesi che l'autentica della firma possa essere avvenuta in violazione delle norme che regolano la procedura di autentica, nel qual caso verrebbe meno la legittimità della partecipazione della lista «Io non ci sto» alla competizione elettorale;
peraltro, qualora la Commissione elettorale avesse preso atto della mancanza di volontà del candidato di partecipare alla competizione, la lista «Io non ci sto» avrebbe dovuto essere ricusata per carenza del numero minimo di candidati prescritto dalla legge;
il 18 aprile 2008 alcuni quotidiani calabresi hanno riportato la notizia di presunti «brogli elettorali» avvenuti nel corso delle elezioni amministrative del 13 e 14 aprile 2008 per il rinnovo del Consiglio Comunale di Villa San Giovanni;
tale allarmante notizia è stata ricondotta alla denuncia, presentata alle autorità di Polizia di Villa San Giovanni il 17 aprile precedente, da uno dei candidati in lizza per la carica di Sindaco;
in particolare, secondo quanto si legge sulla stampa, il citato candidato a Sindaco avrebbe denunciato «un intreccio politico» fra due liste in competizione, senza fornire ulteriori dettagli sull'argomento;
secondo una sommaria ricostruzione, possibile anche grazie ai successivi interventi effettuati sulla stampa locale dal medesimo candidato a Sindaco, non si tratterebbe di «brogli elettorali» in senso tecnico, bensì di gravi irregolarità commesse all'atto della presentazione delle liste e, in particolare, delle modalità di autentica delle firme dei sottoscrittori e delle accettazioni di candidatura; irregolarità asseritamente riconducibile - a detta di candidato - ad un assessore uscente, candidato nella lista risultata vincente il quale si sarebbe adoperato sulla base di una denunciata intesa, a favorire la presentazione della lista «Io non ci sto»;
premessa ogni perplessità dovuta al ritardo con cui il denunciante ha deciso di esporre tali fatti all'autorità di Polizia e, cioè solo all'esito del risultato elettorale, rimane il fatto che tale ultima denuncia sembra sovrapporsi ed integrare perfettamente le irregolarità denunciate nell'esposto che il consigliere comunale aveva depositato già all'indomani della presentazione delle liste e sulla quale quindi non vi possono essere dubbi di genuinità;
consigliere comunale che, non ricandidatosi, in data 26 aprile 2008 e sempre sulla stampa locale, a seguito delle notizie apparse nei giorni precedenti, conferma l'esistenza di un precedente esposto su cui si era ritenuto di dover mantenere il riserbo, sia per non turbare le operazioni di voto, sia per consentire agli organi inquirenti di poter effettuare tutti gli accertamenti del caso;
nello stesso articolo apparso il 26 aprile 2008, si legge che in merito ai fatti denunciati, il gruppo politico dell'ex consigliere comunale presenterà un esposto al Ministro dell'interno;
tale dovizia di particolari è dovuta al fatto che la gravità dei fatti denunciati e la concordanza di essi, indurrebbero a ritenere verosimile non tanto o non solo la veridicità dei fatti che, comunque, sarà compito della Magistratura accertare, quanto questa sorta di ipotetico pactum sceleris tra due liste (o tra esponenti di due liste) che avrebbero dovuto essere concorrenti nella competizione elettorale;

va, infatti, sottolineato che il sistema elettorale previsto per i Comuni al di sotto dei 15.000 abitanti, come Villa San Giovanni, esclude la possibilità del tollerato ricorso alle liste civetta, non essendo possibile alcun collegamento o apparentamento con altre liste in competizione;
a tali elementi, tutti concordanti, deve aggiungersi anche il contenuto di uno stampato di propaganda elettorale riconducibile alla lista «Io non ci sto» - ed a cui vengono ascritte le irregolarità denunciate - in cui tra l'altro viene espressamente affermato di avere chiesto ad «un gruppo esterno» (alla lista «Io non ci sto») di affiancarli per completare la rosa dei nomi da presentare in lista e che «grazie a loro, a soli cinque minuti dalla scadenza della presentazione» era stato possibile presentarsi alla competizione elettorale;
è di ogni evidenza, quindi, che il quadro entro il quale si sono estrinsecate le attività preparatorie della lista in questione, mostrando evidenti segni di ambiguità, necessiti certamente di approfondimenti che vanno ben oltre l'accertamento penale, il quale si limita al fatto-reato, e debba coinvolgere anche l'aspetto amministrativo al fine di verificare l'effettiva esistenza di una sorta di pactum sceleris tra liste apparentemente concorrenti e che potrebbe avere falsato il risultato elettorale anche attraverso un effetto psicologico sull'elettorato, dal momento che lo stampato di propaganda fatto circolare largamente, contiene critiche dirette in maniera esclusiva all'unica vera lista alternativa al raggruppamento di centrosinistra e che ha fatto registrare il miglior risultato elettorale;
l'ex consigliere comunale denunziante, sulla base dei tempi strettissimi entro il quale i reati in materia elettorale si prescrivono, in data 30 aprile 2008 ha richiesto alla Procura di Reggio Calabria di conoscere lo stato dell'accertamento e la cancelleria del Tribunale ha attestato, a norma dell'articolo 335, 3o comma del codice di procedura penale e 110-bis delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, che non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazione -:
se non ritenga di proporre iniziative normative tese a dare adeguate garanzie nei confronti di tutti coloro che partecipano alla competizione elettorale e comunque al fine di evitare che possano verificarsi nuovamente situazioni quali quelle descritte in premessa.
(4-00138)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

BOBBA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Costituzione, all'articolo 1, sancisce che «L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.», contemplando all'articolo 4 il diritto-dovere al lavoro da parte del cittadino e, allo stesso tempo, all'articolo 32 stabilisce che «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo...», riconoscendo la salute come un interesse superiore a cui lo Stato tende, il quale non può essere sacrificato nello svolgimento dell'attività lavorativa;
il lavoro, secondo il dettato costituzionale, è espressione della personalità umana e non può prescindere dalla sicurezza, dalla salute e dal rispetto della persona, quali peculiarità del diritto al lavoro;
in data 16 luglio 2007 il grave incidente avvenuto alla «Molino Cordero S.p.a.» di Fossano, provincia di Cuneo, provocava la morte di cinque persone;
i cinque morti del Molino Cordero a Fossano eguagliano la più grave tragedia del lavoro avvenuta nel 2006, relativa ai quattro morti dell'oleificio Umbria Olii di Campello sul Clitunno (Perugia) e quella

del 2007 della Thyssen Krupp, sebbene quest'ultima sia un colosso aziendale rispetto alla Molino Cordero;
il 21 dicembre 2007 il Consiglio regionale del Piemonte approvava la legge che istituisce un Fondo di solidarietà per le vittime degli incidenti sul lavoro: tale legge è stata votata con retroattività dal 1o gennaio 2007, anche in considerazione della drammaticità del caso di Fossano;
a seguito dell'esplosione alla Molino Cordero, l'azienda della famiglia Cordero, la cui sorte è stata pregiudicata dall'ingente danno economico provocato dall'incidente e dal conseguente fermo produttivo ai quali si è aggiunta la mancata accettazione della proposta transattiva da parte della Banca del Piemonte e, successivamente, della Banca di Credito Cooperativo di Cherasco, che hanno attivato le azioni legali con l'iscrizione di ipoteche giudiziali sui beni immobili di proprietà della società garante, chiedendo pertanto il rientro immediato dei crediti vantati, dichiarava fallimento;
le famiglie delle vittime, a seguito del fallimento dell'azienda Molino Cordero, difficilmente riceveranno l'integrale risarcimento dei danni morali e materiali subiti;
comunque, al di là della concessione di qualunque eventuale onorificenza, tali famiglie vivono quotidianamente la solitudine e l'abbandono che accompagna il silenzio delle istituzioni;
l'articolo 1 comma 1187, della Finanziaria 2007, istituiva il Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro, il quale è stato incrementato di 2,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 e di 10 milioni di euro a decorrere dal 2010, (articolo 2 comma 534), grazie alla legge finanziaria 2008;
il Governo Prodi ha varato il decreto attuativo delle norme sulla sicurezza del lavoro, con anticipo rispetto alla scadenza prevista dalla legge n. 123 del 2007, al fine di salvaguardare la salute dei lavoratori e delle loro famiglie, attraverso misure prevenzione e inasprimento delle pene -:
se e come il Ministro interrogato intenda intervenire al fine di rimediare allo stato di solitudine e di abbandono nella quale le famiglie delle vittime della «Molino Cordero» sono state lasciate.
(3-00007)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nell'ottobre del 2001 il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti sottopose agli iscritti dei diversi Ordini locali due quesiti sulla costituzione dell'Albo Unico tra Dottori Commercialisti e Ragionieri e il risultato del cosiddetto referendum fu inequivocabile, sancendo in via principale la volontà della stragrande maggioranza degli iscritti di prevedere la collocazione dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri P.C. in sezioni separate di un eventuale Albo Unico, a condizione di riconoscere ai primi particolari prerogative esclusive e ferma restando la non unificabilità delle casse di previdenza, in ossequio al principio di intangibilità dei diritti acquisiti o in corso di acquisizione; in via secondaria quasi la metà degli iscritti agli Ordini locali manifestò la volontà di mantenere lo status quo ante, con albi e ordinamenti professionali separati;
nonostante ciò si sta procedendo alla fusione delle professioni e, come se non bastasse, alla unificazione della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Dottori Commercialisti, anche con l'obiettivo di sanare la gestione fallimentare della Cassa dei Ragionieri -:
per quale motivo si voglia procedere alla fusione degli albi professionali e delle rispettive casse, in spregio alla volontà evidente di oltre 65.000 Dottori Commercialisti;

quali risultati abbia prodotto l'indagine parlamentare che ha preso avvio agli inizi di settembre 2007 ed avente ad oggetto la ricognizione dello stato della Cassa di Previdenza dei Ragionieri;
se un'eventuale fusione delle casse di previdenza dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri P.C. non possa cagionare una violazione o lesione di diritti patrimoniali acquisiti o in fase di acquisizione da parte dei soggetti aderenti alle casse suddette, dal momento che tali diritti di natura patrimoniale trovano tutela direttamente nella Costituzione della Repubblica Italiana;
per quale motivo, nonostante autorevoli pronunce in via giurisdizionale, il titolo di «Commercialista» venga utilizzato illegittimamente quale predicato da soggetti che non sembrano possedere i necessari requisiti previsti dall'articolo 33 della Costituzione della Repubblica italiana;
se anche per questi motivi non si ritenga opportuno, ferma restando la separazione dei titoli di «Dottore Commercialista» e «Ragioniere e P.C.», di disporre il differimento del decreto legislativo n. 139 del 2005 in considerazione del fatto che dopo l'emanazione del decreto suddetto è stata varata la «Riforma delle Professioni» cui tutti i soggetti debbono uniformarsi, ivi comprese le categorie summenzionate, secondo i titoli di provenienza.
(4-00121)

ZACCHERA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
è noto lo stato di sofferenza in cui versa la Iar Siltal di Casale Monferrato, che si trova in amministrazione controllata straordinaria, con 322 lavoratori in cassa integrazione dallo scorso 1o agosto;
il Governo nazionale ha provveduto alla nomina di tre commissari responsabili della procedura che - come pubblicato anche a mezzo stampa - percepirebbero, quale emolumento annuo, una somma pro capite assolutamente elevata;
l'Amministrazione Provinciale di Alessandria ha istituito un tavolo tecnico composto dalla stessa Provincia, dalle Organizzazioni sindacali, da Unione Industriale e Api per verificare l'anticipazione della cassa integrazione straordinaria guadagni ai lavoratori della Iar Siltal;
purtroppo, è emerso che la domanda inoltrata dai commissari, in cui si doveva necessariamente prevedere il versamento diretto ai lavoratori, è stata presentata con modalità tali da portare ad un versamento diretto all'azienda. Pertanto la richiesta non rientrerebbe nel protocollo d'intesa stipulato tra la Provincia di Alessandria e l'Inps e non sarebbe possibile provvedere all'erogazione dell'anticipo;
la stessa richiesta era stata rinviata per mesi, pur a fronte della disponibilità dichiarata della Provincia e nonostante il fatto che non fosse richiesto alcun esborso alla procedura;
la situazione economica per molte famiglie si è fatta insostenibile e, in attesa del decreto ministeriale e del versamento dell'INPS, l'anticipo della Provincia sarebbe stato per molte famiglie davvero provvidenziale ed avrebbe risolto parecchi problemi,
l'Ufficio del lavoro della Provincia aveva tra l'altro già predisposto la banca dati per procedere immediatamente all'erogazione dell'anticipo, con tutti i nominativi ed i numeri dei conti correnti dei lavoratori, trasmessi dall'amministrazione aziendale nei giorni scorsi, subito dopo la formulazione della domanda;
allo stato attuale, la situazione potrebbe ancora sbloccarsi, ma a questo punto la Iar Siltal dovrebbe offrire garanzie con una fideiussione pari alla cifra anticipata dalla Provincia, vale a dire un milione di euro -:
quali siano le cause che hanno determinato la predetta, presunta errata procedura da parte dei commissari;

quali interventi si abbia in animo di intraprendere per sveltire il più possibile l'iter del decreto di approvazione della cassa integrazione consentendo così all'INPS di procedere con l'erogazione delle indennità, bypassando gli anticipi;
quale sia la reale entità delle competenze annue dei tre commissari e come essa venga calcolata;
se siano già state corrisposte, con quali risorse e che tipo di verifiche vengono effettuate sull'efficacia del loro operato;
se, in quanto rappresentanti della pubblica amministrazione e dell'interesse collettivo, gli stessi commissari non debbano garantire la massima collaborazione con gli altri Enti pubblici.
(4-00130)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

PALOMBA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la produzione di alluminio rientra tra quei procedimenti che sono fortemente energivori;
a causa della mancata soluzione delle problematiche attinenti la fornitura di energia a condizioni sostenibili lo stabilimento Alcoa di Portovesme, che effettua il 75 per cento della produzione nazionale di alluminio primario, pur essendo una realtà tecnicamente ed economicamente sana, opera in una situazione di estrema difficoltà per quanto concerne sia l'attività corrente che le prospettive future;
la legge 80 del maggio 2005, finalizzata alla competitività del sistema industriale Italiano, riconosciuto l'imperfetto funzionamento del mercato dell'energia, ha previsto di prorogare sino al 2010 il regime tariffario esistente per gli stabilimenti di produzione di alluminio primario a suo tempo già approvato dalla Commissione EU;
nel luglio 2006, la Commissione ha aperto un'indagine sulla proroga nel presupposto che esso possa costituire un aiuto di Stato al funzionamento;
l'indagine della Commissione UE si avvia ormai alle fasi conclusive ed una decisione è attesa in tempi brevi. Da notizie assunte si è appreso che il Governo Italiano dovrebbe far pervenire alla C.E. una propria relazione entro il 15 maggio e la Commissione dovrebbe decidere entro il successivo 15 giugno (ma comunque i tempi sono assai ristretti);
l'effettiva applicazione del regime speciale è stata assoggettata dall'Autorità per l'energia elettrica ed il gas alla sottoscrizione di una garanzia (parent letter guarantee). Le condizioni della garanzia, definite dall'Ente erogatore della componente compensativa (la Cassa Conguaglio del Settore elettrico, COSE), sono particolarmente onerose e tali per cui l'erogazione è stata sospesa dal giugno 2007;
di fatto quindi, a fronte di una legge dello Stato (80/2005) che prevede il mantenimento di un regime tariffario speciale per l'alluminio senza condizione alcuna, Alcoa Trasformazioni da mesi non gode della tariffa speciale (il che rende la attività produttiva economicamente insostenibile);
dopo avere inutilmente richiesto di rivedere le condizioni di garanzia, recentemente Alcoa trasformazioni, nella necessità di ottenere la liberazione dell'ingente credito maturato, ha accettato quanto richiesto;
il ritiro dell'Alcoa per un insediamento più rassicurante sotto il profilo tariffario avrebbe effetti devastanti per il territorio del Sulcis, ove rappresenta il 13 per cento dell'economia complessiva -:
quali urgentissime iniziative intenda assumere perché, a fronte della disponibilità mostrata dalla Commissione a chiudere

positivamente il dossier, vengano poste in essere con convinzione e determinazione le azioni necessarie a concordare soluzioni compatibili con la fornitura di energia a condizioni internazionalmente competitive ed economicamente sostenibili, nonché a rendere possibile che la CCSE rapidamente disponga in merito all'erogazione del pregresso e voglia per il futuro riconoscere la obiettiva necessità di rivedere termini e condizioni della garanzia.
(4-00135)

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ERRATA CORRIGE

Mozione Evangelisti ed altri n. 1-00001, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n.1 del 29 aprile 2008.
Alla pagina n.5, seconda colonna, alla riga decima, dopo la parola «Formisano» aggiungere la parola «Aniello».