XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 27 maggio 2008

TESTO AGGIORNATO ALL'11 GIUGNO 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
come noto con l'approvazione della legge 24 dicembre 2007, n. 247 si è provveduto a dare attuazione al Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale;
tale obiettivo legislativo è stato il risultato di un lungo e complesso lavoro concertativo con le parti sociali e che ha visto il coinvolgimento attivo di milioni di lavoratori e pensionati, attraverso un'apposita consultazione;
l'equilibrio del Protocollo presuppone il varo delle norme necessarie alla sua attuazione integrale;
tra le misure per cui mancano ancora le norme attuative vi è il delicato tema dei così detti lavori usuranti, per il quale la citata legge n. 247 del 2007 prevede il conferimento di una delega legislativa, da esercitarsi entro il 31 maggio 2008;
il Governo Prodi, in fase di conclusione del suo mandato e dopo il vaglio della Ragioneria dello Stato, predisponendo nel mese di aprile 2008 lo schema di decreto legislativo per la disciplina sui lavori usuranti, ha consegnato al futuro Governo questo importante provvedimento a vantaggio dei lavoratori e delle imprese;
il termine per l'esercizio della suddetta delega risulta ormai scaduto,

impegna il Governo

ad adottare con la massima urgenza, ferme restando le prerogative del Parlamento, le iniziative normative volte a dare attuazione ai principi ed alle finalità previste, in materia di lavori usuranti, dal protocollo del 23 luglio 2007, così escludendo il rischio di vanificare un'importante conquista sociale.
(1-00006)
«Damiano, Letta, Soro, Bressa, Sereni, Quartiani, Giachetti, Bersani, Franceschini, Fassino, Giulietti, Agostini, Argentin, Barbato, Barbi, Baretta, Bellanova, Beltrandi, Benamati, Berretta, Bindi, Bobba, Boccia, Boccuzzi, Boffa, Bordo, Braga, Bratti, Bucchino, Calgaro, Calvisi, Cambursano, Capodicasa, Enzo Carra, Marco Carra, Castagnetti, Causi, Cavallaro, Cenni, Ciriello, Codurelli, Colombo, Concia, Corsini, Cuomo, D'Antoni, Dal Moro, D'Antona, De Micheli, De Pasquale, D'Incecco, Carella, Gianni Farina, Ferranti, Ferrari, Fiano, Fiorio, Fioroni, Fluvi, Fogliardi, Fontanelli, Gaglione, Garavini, Gasbarra, Gatti, Gentiloni Silveri, Ghizzoni, Giacomelli, Ginefra, Ginoble, Santagata, Grassi, Graziano, Laratta, Lenzi, Levi, Lolli, Lo Moro, Lovelli, Lucà, Luongo, Lusetti, Madia, Mantini, Marchi, Maran, Marantelli, Marchignoli, Marchioni, Margiotta, Cesare Marini, Marrocu, Martella, Pierdomenico Martino, Mattesini, Mazzarella, Mecacci, Melandri, Giorgio Merlo, Merloni, Meta, Migliavacca, Miglioli, Miotto, Misiani, Mogherini Rebesani, Mosella, Motta, Murer, Naccarato, Narducci, Nicolais, Andrea Orlando, Peluffo, Mario Pepe (Pd), Piccolo, Pizzetti, Pollastrini, Pompili, Porfidia, Porta, Rampi, Ria, Rosato, Rossomando, Rubinato, Samperi, Sani, Sarubbi, Sbrollini, Scarpetti, Schirru, Fedi, Servodio, Strizzolo, Tidei, Trappolino, Tullo, Vaccaro, Vannucci, Velo, Verini, Vernetti, Vico, Villecco Calipari, Viola, Zaccaria, Zampa, Zumino».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
dal 30 maggio al 1° di giugno 2008 è in programma la 4a mostra convegno ecotecnologica della cannabis medicinale e industriale «Cannabis tipo forte»;
l'evento si svolgerà a Bologna presso il Palanord di Bologna, una struttura comunale che ha già ospitato l'evento l'anno scorso;
visitando il sito internet dell'evento (www.cannabistipoforte2008.it) è facilmente intuibile lo spirito che accompagna questa fiera, che di scientifico ha veramente poco, definendo il progetto Cannabis tipo forte «un irresistibile mix di allegria, spensieratezza, follia e militanza cannabinica»;
risulta, inoltre, che Fabrizio Cinquini, medico chirurgo, ideatore dell'evento Cannabis tipo forte, sia agli arresti domiciliari, per la seconda volta, per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti;
in Italia coltivare, produrre e detenere sostanze stupefacenti è ancora un reato. La Corte di cassazione ha, recentissimamente, ribadito che l'attività di coltivazione di piante da cui possono ricavarsi sostanze stupefacenti, in base al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 73, comma 1, come modificato dalla legge 21 febbraio 2006, è «vietata e sanzionata penalmente anche qualora la finalità dell'agente sia di destinare il prodotto della coltivazione a consumo personale» (sentenza n. 871 del 10 gennaio 2008 e, prima, sentenza n. 20426 del 24 maggio 2007);
non si comprende per quali motivi l'amministrazione comunale abbia potuto mettere a disposizione spazi pubblici per lo svolgimento di manifestazioni che, celandosi sotto pretesi contenuti scientifici ed effetti terapeutici della cannabis, in realtà promuovono e favoriscono la cultura dello sballo e veicolano l'idea che drogarsi non solo non fa male ma è bello ingenerando nella collettività il convincimento che certe droghe, certi comportamenti possono essere tollerati e non fanno male. Per certo, non aiuta le famiglie e gli educatori a tenere lontani i nostri giovani dal consumo di sostanze stupefacenti;
a parere dell'interrogante, è necessario sensibilizzare l'amministrazione comunale di Bologna circa l'inopportunità di ospitare una fiera come questa -:
quali provvedimenti urgenti intenda adottare per verificare che questa manifestazione si svolga nel pieno rispetto della legge;
se non ritenga opportuno assumere iniziative educative volte a contrastare un messaggio diseducativo piuttosto che scientifico, promuove in realtà il marketing della droga (accettando espositori come i negozi Alkemico) e il business dello sballo.
(2-00018)«Galletti, Casini».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
in data 20 maggio il Presidente della Repubblica ha trasmesso alle Camere la petizione «Firma per un fisco a misura di famiglia» sottoscritta da più di un milione di cittadini;
nel testo della petizione si chiede di introdurre in Italia un sistema fiscale basato non solo sull'equità verticale ma anche sull'equità orizzontale;
il reddito imponibile, secondo la petizione, deve dunque essere calcolato non

solo in base al reddito percepito, ma anche in base al numero dei componenti della famiglia;
mantenere ed educare i propri figli è, per la famiglia, oltre che un obbligo morale e naturale anche un diritto-dovere costituzionale. Le famiglie sono fortemente penalizzate, perché non si tiene veramente conto dei carichi familiari;
quale primo passo verso una vera equità fiscale, si chiede un sistema di deduzioni dal reddito pari al reale costo di mantenimento di ogni soggetto carico, sulla base delle scale di equivalenza, indipendenti;
si tratta di sistema semplice, di immediata applicazione, che mantiene intatta la progressività del prelievo e può sostituire, migliorandolo, l'attuale complicato sistema di detrazioni;
nell'ambito di una futura, complessiva riforma del sistema fiscale, si prevede anche l'introduzione di strumenti, quale il quoziente familiare, che abbiano alla base, come soggetto imponibile, non più l'individuo ma il nucleo familiare;
nella lettera di invio, il presidente della Repubblica sottolinea la «necessità che il Parlamento affronti i temi delle politiche della famiglia, confidando che, in sede di programmazione dei lavori parlamentari, possa essere assicurato un esame tempestivo delle iniziative legislative che saranno presentate in materia»;
il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel «condividere pienamente» le considerazioni, ha ricordato di aver già comunicato al capo dello Stato che «la petizione sarà assegnata alle commissioni competenti, non appena costituite, e che i temi in oggetto della stessa saranno posti all'attenzione della conferenza dei presidenti di gruppo» -:
se, alla luce di quanto esposto e ferme restando le competenze riservate al Parlamento, non ritenga di inserire tra gli obiettivi prioritari del Governo, a partire dalla elaborazione del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, le proposte contenute nella citata petizione.
(2-00025)
«Casini, Cesa, Vietti, Volontè, Capitanio Santolini, Adornato, Bosi, Buttiglione, Cera, Ciccanti, Ciocchetti, Compagnon, De Poli, Delfino, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Naro, Occhiuto, Oppi, Pezzotta, Pionati, Pisacane, Poli, Rao, Romano, Ruggeri, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Zinzi».

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
nell'ambito del primo Consiglio dei ministri della legislatura, tenutosi lo scorso 21 maggio a Napoli, il Governo ha varato una serie di provvedimenti tra i quali l'abolizione totale dell'imposta comunale sugli immobili (ICI), imposta per la quale il precedente Governo aveva già disposto l'abbattimento totale per oltre il 40 per cento degli immobili adibiti ad abitazione principale;
tra i fondi reperiti per la relativa copertura finanziaria risulterebbero utilizzati quelli che il precedente Esecutivo, nell'ambito della legge finanziaria per il 2008, aveva assegnato a FINTECNA per la realizzazione di opere pubbliche primarie di infrastrutturazione stradale e ferroviaria in Calabria e in Sicilia;
in particolare tali risorse erano state destinate, tra le altre finalità, al completamento della strada Statale 106 - nei tratti compresi tra Crotone e Rossano e tra Firmo a Roseto Capo Spulico - e all'ammodernamento e potenziamento di alcune opere di viabilità secondarie, quali

la strada delle Serre, la tangenziale di Reggio Calabria ed il porto a sud di Villa San Giovanni;
tale situazione ha generato notevole preoccupazione ed incertezza in tutte le Amministrazioni locali interessate, che riponevano già completo affidamento sulla disponibilità di tali risorse, indispensabili per l'immediata esecuzione degli interventi necessari a ripristinare adeguati livelli di sicurezza per la viabilità primaria nella regione Calabria. Tale esigenza era stata ritenuta, d'altronde, prioritaria ed essenziale tanto dal precedente Esecutivo, quanto dal Parlamento che aveva approvato nel 2007 la legge finanziaria nel testo recante il citato stanziamento di risorse;
il taglio di queste risorse, inoltre, non solo produrrebbe un ingente danno alle amministrazioni interessate, ma determinerebbe un notevole aumento dei pericoli per i cittadini costretti a percorrere strade ormai ridotte a mulattiere. La necessità di non provvedere al taglio dei citati finanziamenti è anche giustificata dal fatto che tali strade risultano completamente inadeguate e insufficienti nel gestire flussi di traffico particolarmente intensi ed in costante aumento, soprattutto durante i mesi estivi, che tra l'altro detengono il triste primato delle strade più pericolose d'Italia, come hanno comprovato negli anni dai numerosi e tragici incidenti automobilistici -:
se non ritenga inopportuno e irragionevole che i fondi destinati allo sviluppo infrastrutturale di regioni particolarmente svantaggiate come la Calabria e la Sicilia siano destinati a misure eterogenee, incidenti indistintamente su tutto il territorio nazionale e in particolare, se non ritenga urgente e necessario intervenire affinché i suddetti finanziamenti vengano ripristinati e destinati in particolare alle opere di modernizzazione e di completamento in Calabria di quei tracciati stradali, che risultano ormai obiettivi irrinunciabili e prioritari per innescare i processi di sviluppo economico e produttivo dell'intero Mezzogiorno.
(2-00026)
«Oliverio, Lo Moro, Cesare Marini, Villecco Calipari, Laratta, Minniti».

Interrogazione a risposta orale:

BURTONE, BERRETTA e SAMPERI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'attività produttiva della CESAME di Catania è ferma dal 21 dicembre 2007 con i lavoratori che non percepiscono salario da ben 5 mesi;
le vicissitudini dell'azienda sono complesse essendo stata già in amministrazione straordinaria ai sensi della legge Prodi;
era stato attivato un tavolo ministeriale per affrontare una crisi di natura societaria e non di mercato;
la decisione di ricondurre la crisi in sede ministeriale è stata dovuta all'emergere di una serie di problemi di gestione dell'azienda e al mancato rispetto di una serie di impegni già assunti;
il periodo elettorale ha di fatto sospeso l'attività del tavolo;
le organizzazioni sindacali pochi giorni fa hanno rinnovato la richiesta di incontro al ministro Scajola alla luce del nuovo governo che si è insediato -:
quali iniziative intenda attivare il Governo nei prossimi giorni considerata la gravità della situazione che vive la Cesame al fine di promuovere un nuovo incontro tra le parti interessate e individuare le soluzioni più utili per la ripresa dell'attività di produzione e la salvaguardia dei livelli occupazionali.
(3-00012)

Interrogazioni a risposta scritta:

CAUSI e BERRETTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
come segnalato dagli organi di informazione e dalle locali amministrazioni, le operazioni di trivellazione per ricerche petrolifere, nel territorio della Provincia di Ragusa, suscitano notevoli e giustificate preoccupazioni, in ragione della vicinanza della sorgente Sciannacaporale, afferente al bacino principale del fiume Ippari, utilizzata sin dal 1929 per l'approvvigionamento idrico del Comune di Vittoria;
i 5 pozzi realizzati sulla sorgente Sciannacaporale garantiscono più del 70 per cento dell'approvvigionamento idrico della città di Vittoria;
le perforazioni in prossimità dei pozzi rischiano di creare danni incalcolabili sia per la diminuzione di portata della sorgente, a causa di un ulteriore abbassamento della falda, sia per il possibile inquinamento della stessa dai materiali usati per tali operazioni di trivellazione;
della vicenda è già stato investito il Prefetto di Ragusa che ha convocato un apposito incontro con le amministrazioni interessate;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 marzo 2008 è stato prorogato lo stato di emergenza in materia di bonifica e di risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati, nonché in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione nella regione siciliana -:
quali siano i dati a disposizione del Governo con riferimento alle possibili conseguenze delle suddette attività di trivellazione sulle falde acquifere utilizzate per l'approvvigionamento idrico del comune di Vittoria.
(4-00180)

RUGGHIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'Autorità nazionale per la sicurezza (ANS) riveste un ruolo determinante nell'attività di tutela delle informazioni protette dal «Segreto di Stato», nel senso di informazioni comunemente denominate «classificate»;
tale attività è regolata da una serie di Direttive della Presidenza del Consiglio che hanno recepito le indicazioni contenute nella Gazzetta Ufficiale n. 24 del 2006;
sono interessati al rispetto di tali disposizioni tutti gli enti pubblici e tutte le aziende private che operano nel settore della difesa, degli armamenti, e simili;
l'inosservanza di tali disposizioni comporta, a seconda dei livelli, compromissioni che possono avere anche rilevanza penale, ma principalmente provocano danni all'economia, alla difesa, al patrimonio di tecnologie dello Stato;
organo centrale di questa attività di controllo è il III Reparto del CESIS - Ufficio centrale per la sicurezza - che ha, fra gli altri compiti, anche quello del rilascio delle abilitazioni di sicurezza, nonché il controllo puntuale delle attività classificate esercitate dagli enti pubblici e dalle aziende;
uno strumento efficace di controllo è costituito dalle «relazioni semestrali» che tutti i soggetti interessati sono tenuti a compilare per comunicare i dettagli di tutte le lavorazioni classificate realizzate nel relativo periodo: ciò allo scopo di permettere all'ANS di effettuare controlli incrociati per assicurarsi del corretto flusso delle informazioni classificate;
la situazione di fatto, per quanto risulta all'interrogante, è molto differenziata e in particolare:
a) molti enti pubblici non osservano le disposizioni della normativa sopra indicata;
b) le aziende che sono in possesso della semplice «abilitazione preventiva» (quella che la normativa concede per la sola partecipazione a gare o trattative di

natura classificata) vengono autorizzate all'esecuzione dei lavori presso il cliente;
c) al di là delle discutibili motivazioni che hanno determinato questa situazione di fatto, con questo sistema le aziende non rispettano le direttive che impongono il possesso delle abilitazioni EAD e COMSEC, non compilano le relazioni semestrali sottraendosi così al controllo dell'ANS;
d) anche nell'ambito delle Forze armate, sembra diffusa la consuetudine di affidare realizzazioni di carattere militare a società o aziende che non sono in possesso delle abilitazioni prescritte; queste, poi, si rivolgono a ditte abilitate per tutte quelle lavorazioni a loro precluse, con il risultato che lo Stato subisce sempre un aumento dei costi, senza contare che invariabilmente, informazioni di natura riservata sono lasciate in possesso di soggetti che non hanno né le abilitazioni, né la cultura per garantire l'integrità e la riservatezza delle informazioni;
e) analoga interrogazione è stata dal sottoscritto presentata nella precedente legislatura senza ottenere alcuna risposta -:
quanti siano gli enti pubblici e le aziende che, gestendo informazioni classificate, sono in possesso delle prescritte abilitazioni;
quanti siano gli enti pubblici e le aziende che hanno aderito alle disposizioni della normativa che prescrive anche il possesso delle abilitazioni EAD e COMSEC;
quante siano le aziende che - in possesso della sola abilitazione preventiva - eseguono lavorazioni presso il cliente, evitando di richiedere l'abilitazione EAD e in questo contesto quante di esse comunichino puntualmente le lavorazioni effettuate, attraverso la relazione semestrale;
se vengano effettuati riscontri incrociati sulle relazioni semestrali per prevenire eventuali anomalie nel controllo delle attività classificate;
se intenda rendere nota al Parlamento l'identità delle aziende che hanno effettuato lavorazioni in ambienti militari negli ultimi quattro anni: lavori che hanno comportato anche realizzazioni nel settore COMSEC;
se intenda fornire elementi di conferma sulla effettuazione dei prescritti controlli sulle abilitazioni nei confronti delle aziende a cui sono state affidate a qualsiasi titolo realizzazioni nel settore COMSEC;
se intenda rendere noto al Parlamento quante e quali opere sono state realizzate o sono in corso di realizzazione con le modalità sopra descritte nell'ambito della III Regione Aerea.
(4-00187)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
sabato 17 e domenica 18 maggio 2008 la deputata europea ungherese di origine rom Viktri Mohacsi ha effettuato una visita in Italia per verificare di persona le condizioni di vita della popolazione rom dopo i drammatici fatti di intolleranza culminati nell'incendio di un campo rom a Ponticelli (Napoli) e gli sgomberi che ne sono seguiti;
sabato 17 maggio la summenzionata deputata europea ha visitato dapprima il campo nomadi di Castel Romano sito sulla via Pontina a 13 chilometri da Roma e, successivamente, quello di «Casilino 900» situato sulla via Casilina;
domenica 18 maggio, l'onorevole Viktri Mohacsi ha visitato il campo rom dato alle fiamme in Ponticelli (Napoli) e quello vicino sgomberato in fretta e furia sotto il cavalcavia vicino agli uffici della motorizzazione; subito dopo la delegazione da lei guidata si è recata nel campo sito nel quartiere Poggioreale di Napoli, dove alla

popolazione rom che lì vive da alcuni anni si sono aggiunte alcune decine di sfollati di Ponticelli;
l'origine rom della deputata europea le ha consentito di parlare a lungo e direttamente con la popolazione dei campi, grazie al particolare rapporto di fiducia stabilito con gli interlocutori;
fra le testimonianze raccolte a Napoli dall'onorevole Viktri Mohacsi - come riferito dalla stessa deputata europea nel corso della conferenza tenutasi il 19 maggio presso la sede del Partito Radicale in Roma - ci sono quelle di alcuni uomini che hanno raccontato come questi campi vengono regolarmente visitati dalla polizia, soprattutto nelle ore notturne. «In pratica, ha riferito la deputata, ci è stato detto che alcuni poliziotti si presentano verso mezzanotte in questi insediamenti, e prendono a botte i rom che ci vivono senza dire nulla». «Di solito - ha aggiunto - «dopo queste violenze che avvengono di fronte a tutti, la polizia porta con sé una ventina di persone che vengono arrestate per 48 ore e sottoposte ad altri maltrattamenti non solo fisici. I rom prelevati vengono poi rilasciati senza alcun documento o foglio in mano che ne dimostri la detenzione. Questi episodi si sono moltiplicati dopo il presunto rapimento di un bambino da parte di una ragazza rom»;
inoltre, la deputata europea, ha riferito di aver raccolto sempre a Napoli la testimonianza di un rom di 55 anni che afferma di essersi visto sottrarre due anni fa, da due poliziotti, i suoi bambini che molto probabilmente sono stati affidati dal Tribunale dei Minori a case-famiglia, ma dei quali non ha più potuto sapere alcunché: né come stiano, né dove si trovino; in tutto, ha precisato la deputata, sembra che i bambini scomparsi siano dodici;
come documentato dalle immagini e dalle interviste audio video di Radio Radicale e di Radioradicale.it, le condizioni dei campi nomadi visitati, in particolare quelli di Casilino 900 a Roma e di Poggioreale a Napoli, sono enormemente al di sotto di qualsiasi standard umano di vivibilità. Privi di acqua corrente e di luce, i campi siti su terreni sporchi e polverosi ospitano baracche fatiscenti i cui tetti sono formati da lastre di eternit, senza servizi igienici, senza un punto di ristoro, né un pronto soccorso; inoltre, la popolazione infantile che costituisce il 60 per cento della comunità non segue alcun programma di scolarizzazione e di controlli sanitari in particolare per quel che riguarda i programmi delle vaccinazioni;
il campo di Poggioreale, in particolare, sorge su una discarica di immondizia compattata ricoperta di terra ed è delimitato da cumuli di spazzatura; nel campo circolano indisturbati topi di ogni dimensione;
gli sgomberi senza alternative di alloggio sono vietati dal Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, ratificato dall'Italia con la legge n. 881 del 25 ottobre 1977 e che, per le decine di persone di etnia rom che sono state sgombrate dai campi rom di Ponticelli, non può certo essere considerata un'alternativa di alloggio quella di essere stati ospitati nel campo di Poggioreale che è nelle condizioni sopra descritte;
la Direttiva 2000/43/CE proibisce le discriminazioni basate su razza e origine etnica e chiede agli Stati membri di impegnarsi per assicurare alle minoranze etniche un livello adeguato di occupazione, qualità della vita e protezione sociale;
l'Unione Europea dispone di fondi strutturali utilizzabili per progetti di integrazione lanciati dagli Stati membri che non sarebbero mai stati richiesti dall'ltalia -:
quali misure si intendano adottare in relazione ai gravissimi fatti denunciati dall'europarlamentare Viktri Mohacsi;
quali interventi il Governo intenda intraprendere per monitorare la situazione dei campi rom sul territorio nazionale e per rimuovere le cause del degrado civile e umano in cui vivono le comunità rom ad esempio nei campi di Casilino 900 a Roma e di Poggioreale a Napoli;

quali iniziative si intendano prendere per richiedere ed utilizzare pienamente i fondi europei per l'integrazione dei Rom.
(4-00189)

BELTRANDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 23 maggio, il Corriere della Sera, a pagina 6, dà conto di un incontro del giorno precedente a Madrid tra l'onorevole Andrea Ronchi, Ministro per le politiche comunitarie, e il Segretario di Stato per le politiche comunitarie spagnolo Diego Lopez Garrido. In tale incontro il Ministro italiano avrebbe illustrato le misure decise dal Governo in tema di immigrazione, a seguito delle accuse di razzismo formulate dal Vice Premier spagnolo Maria Teresa Fernandez de La Vega e dal Ministro dell'immigrazione Celestino Corbacho. Incontro che si sarebbe concluso con la piena soddisfazione dell'onorevole Ronchi -:
se il Ministro Andrea Ronchi fosse autorizzato dal Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi a questa missione e - in caso affermativo - se si debba intendere che le funzioni del Ministro degli affari esteri siano svolte d'ora in poi dal Ministro delle politiche comunitarie, ovvero - in caso negativo - se il volo con cui il Ministro si è recato in Spagna fosse di Stato o un volo privato;
per quale ragione l'incidente diplomatico con la Spagna non è stato regolato come si fa usualmente tramite le ambasciate, anziché con una missione, in un Paese che è pari grado dell'Italia nell'ambito della Comunità europea.
(4-00192)

PROIETTI COSIMI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
a partire dal 1993, la Lottomatica svolge, per conto dello Stato, il servizio di automazione del «Gioco del Lotto»;
alla suddetta società concessionaria del servizio, aggiudicataria senza gara, sono state attribuite diverse competenze, tra le quali la conduzione delle estrazioni del «Gioco del Lotto» ed il pagamento delle vincite;
fino all'anno 2000, le spese pubblicitarie a sostegno del «Gioco del Lotto» erano sostenute dalla, società Lottomatica, e rimborsate dallo Stato ai sensi del decreto del Ministero delle finanze del 17 marzo 1993 e dell'articolo 21, comma 3, del decreto del Ministero delle finanze 8 novembre 1993;
con decreto del Ministero delle finanze del 15 novembre 2000, la struttura della convenzione originaria veniva modificata per quanto riguarda il meccanismo degli atti spettanti alla società, trasferendo contemporaneamente alla stessa gli oneri derivanti dagli investimenti pubblicitari;
per effetto di ciò, a partire dall'anno 2001, alla Lottomatica è stato concesso un considerevole incremento del compenso annuale (articoli 5 e 6 del succitato decreto), mentre l'articolo 8, comma 2, del decreto recita «la società Lottomatica sostiene gli investimenti per la promozione e pubblicità del gioco del lotto, successivi all'entrata in vigore del presente decreto in misura non inferiore al 7 per cento del compenso percepito dal concessionario per l'anno precedente»;
dopo l'approvazione del decreto ministeriale 15 novembre 2000, il bilancio della Lottomatica ha evidenziato l'incremento, nel movimento complessivo, dello 0,14 per cento delle entrate per quanto concerne il gioco del lotto, mentre i ricavi di Lottomatica derivanti dalla gestione del lotto mostravano un ancor più importante incremento nella misura del +9,14 per cento (in cifra assoluta da 382,2 milioni di euro a 417,3 milioni di euro) la Lottomatica ha beneficiato di un incremento di

compensi ampiamente superiore all'assunzione degli obblighi pubblicitari (maggiori ricavi per 35,1 milioni di euro meno maggiori costi per 26,7 milioni uguale maggior utile per 8,4 milioni di euro);
a partire dall'anno 2000, si è registrato un ricorso massiccio, da parte della società Lottomatica, all'utilizzo delle risorse pubblicitarie del «Gioco del Lotto» in abbinata alla promozione del proprio marchio;
la Lottomatica sponsorizza la squadra di basket di Roma «Virtus Roma», ma, in realtà, il marchio che appare sulle maglie è quello del gioco del lotto e ciò nonostante la squadra è sempre citata come Lottomatica;
fin dai tempi delle squadre di basket degli anni '60/'70 l'abbinamento tra la squadra e lo sponsor di maglia ha consentito di denominare le formazioni stesse con il marchio commerciale tanto per ricordare, sono esempi noti a tutti la «Ignis» di Varese o le cosiddette Scarpette Rosse della «Simmenthal» di Milano;
il caso della squadra di Roma è perciò del tutto anomalo, tanto da non potersi comprendere quali benefici possa ricevere il «Gioco del Lotto» dal comparire sulle maglie della formazione romana, senza godere nemmeno della popolarità riservata dai media allo sport;
la società Lottomatica sponsorizza da anni il «Palazzetto dello Sport» di Roma, che ha, addirittura assunto la denominazione «Pala Lottomatica» (curiosamente gli spalti e le tribune sono integralmente rivestite con il marchio del «Gioco del Lotto» che risulta, quindi, a tutti gli effetti il vero sponsor);
ad avviso degli interroganti è difficile comprendere quale sia il beneficio che ricava il gioco dei lotto da questo tipo di iniziative/sponsorizzazioni, ma è, invece, evidente come Lottomatica abbia utilizzato tali risorse pubblicitarie «obbligatorie» per introdursi in tali settori; infatti, possono annoverarsi numerosi esempi di sponsorizzazioni con il marchio «Gioco del lotto», come la casa del jazz di Roma, la casa del cinema di Roma, l'Accademia di S. Cecilia di Roma, le squadre di calcio S.S. Lazio e A.S. Roma;
ciò che accomuna queste iniziative è che sono tutte ubicate nella città di Roma e che la Lottomatica, attraverso le sue società partecipate ottiene lucrosi vantaggi sia in termini di immagine, che di attività complementare ma redditizia, quale la fornitura dei servizi di biglietteria;
parallelamente al descritto meccanismo degli investimenti pubblicitari, l'articolo 3, comma 83, della legge n. 662 del 23 dicembre 1996 (Finanziaria 1997), introduceva significative novità in materia di destinazione degli utili pubblici derivanti dal «Gioco del Lotto»;
in particolare, si prevedeva che le risorse erariali derivanti dalla seconda estrazione settimanale del «Gioco del lotto» fossero riservate in favore del Ministero dei beni culturali ed ambientali per una quota degli utili non superiore a 300 miliardi di lire, per il recupero e la conservazione dei beni culturali, archeologici, storici, artistici, archivistici e librari, nonché per interventi di restauro paesaggistici e per attività culturali;
non è dato sapere quale commissione di esperti abbia valutato le priorità degli interventi né le modalità con le quali si è giunti a definire l'entità degli stanziamenti per singola iniziativa. Ciò che risulta, invece, di tutta evidenza è che la Lottomatica rappresenta, di fatto, il gestore di tali fondi pubblici;
a conferma della notevole confusione di ruoli tra risorse pubblicitarie private della società Lottomatica, risorse pubblicitarie pubbliche destinate al «Gioco del lotto» e utilizzo dei fondi pubblici, ex legge Veltroni, vi sono le curiose dichiarazioni del Direttore Relazioniesterne della società Lottomatica che, in occasione della cerimonia di inaugurazione, svoltasi il 12 dicembre 2007 del teatro Biblioteca «Quarticciolo» a Roma, avrebbe affermato che si è trattato di una importante

operazione con la quale Lottomatica, attraverso il gioco del lotto, conferma la sua vocazione al sociale (il progetto reca infatti proprio la sponsorizzazione del «Gioco del Lotto») -:
se in questa dominante commistione di ruoli non vi sia, da parte della Società Lottomatica, un vero e proprio abuso della propria posizione nell'acquisizione di finanziamenti pubblici.
(4-00195)

CONTENTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riferito dai Comuni di Tramonti di Sopra e di Tramonti di Sotto (Pordenone), nel corso del prossimo futuro dovrebbe scadere una delle concessioni, rilasciate a suo tempo dal Demanio idrico, per lo sfruttamento a fini irrigui e elettrici di uno dei tre bacini presenti in valle;
pur essendo nel frattempo passate alla Regione Friuli Venezia Giulia le competenze circa il Demanio Idrico, i due Comuni chiedono al Governo Italiano di sostenere le loro legittime richieste avanti le imprese private che in futuro saranno chiamate a gestire gli invasi della zona;
in particolare, viene domandata un'azione forte del Governo affinché siano ascoltate le istanze della popolazione locale in merito ad una miglior gestione dei laghi (obbligo di manutenzione, ripristino delle sponde, contenimento di eventuali frane), visto il limitato potere d'azione attualmente riconosciuto in capo ai Comuni -:
quando scadranno i contratti di gestione dei tre bacini della Val Tramontina (rispettivamente ponte Racli, Cà Selva e Cà Zul);
se, prima del rilascio di nuove autorizzazioni allo sfruttamento, intenda convocare, anche mediante l'Ufficio Territoriale di Governo della Provincia di Pordenone, un tavolo di lavoro in seno al quale vengano fornite concrete risposte alle istanze della popolazione locale;
o se intenda comunque esercitare i poteri di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto legislativo n. 265 del 2001.
(4-00197)

BELTRANDI, ZAMPARUTTI, FARINA COSCIONI e MECACCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
il 19 maggio 2008, in un articolo pubblicato sul sito del Corriere della Sera, il neo Ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, ha dichiarato che non è orientata a dare il patrocinio ministeriale al Gay Pride nazionale, che quest'anno si svolgerà a Bologna il 28 giugno;
nello stesso articolo e sempre nel contesto del diniego del patrocinio al Gay Pride viene riportata una dichiarazione del Ministro Carfagna: «Io credo che l'omosessualità non sia più un problema. Perlomeno così come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella società esiste... ». Inoltre, con riferimento alla commissione per i diritti dei gay, delle lesbiche e dei trasgender, del Ministero per le pari opportunità, la Ministra afferma che: «Non ho ancora preso bene visione di cosa sia e a cosa possa servire... La verità è che una volta verificato a cosa serve credo che la userò per occuparmi anche di altro»;
il 20 maggio 2008 il Parlamento europeo approva - con 362 voti favorevoli, 262 contrari e 56 astensioni - un rapporto dell'Europarlamentare inglese Liz Lynne, Vice-presidente della Commissione europea del lavoro e degli affari sociali. Il rapporto approvato è finalizzato alla proposizione, da parte della Commissione europea, di una direttiva esaustiva che sanzioni la discriminazione nell'accesso ai

beni e sevizi nelle ipotesi previste dall'articolo 13 del Trattato che istituisce la Comunità europea, ed in particolare le discriminazioni nei confronti dei portatori di handicap, per ragioni di età, di religione o fede e di orientamento sessuale -:
se il Presidente del Consiglio dei ministri consideri propria del Governo la posizione espressa dal Ministro per le pari opportunità;
quali misure il Ministro per le pari opportunità intenda adottare nei confronti della commissione per i diritti dei gay, delle lesbiche e dei transgender, del Ministero per le pari opportunità;
se intendano assumere iniziative regolare, come già è stato fatto in molti paesi europei ed extra-europei, le convivenze delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender e tutelarne il trattamento nei casi di discriminazione, in conformità agli standard europei;
quale sia la posizione del Governo italiano rispetto alla futura direttiva antidiscriminazioni annunciata alla Commissione europea nel suo programma di lavoro per l'anno 2008 e relativa alla promozione dell'eguaglianza al di fuori del settore del lavoro, che sanzioni la discriminazione nell'accesso ai beni e servizi, nell'educazione e nella protezione sociale nelle ipotesi previste dall'articolo 13 del Trattato che istituisce la Comunità europea, ed in particolare le discriminazioni nei confronti dei portatori di handicap, per ragioni di età, di religione o fede e di orientamento sessuale.
(4-00199)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

NACCARATO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
giovedì 22 maggio 2008 il Giudice per le indagini preliminari della Procura della Repubblica di Padova ha disposto il sequestro preventivo del cantiere della Rocca di Monselice, in provincia di Padova, bloccando di fatto i lavori per la realizzazione dell'impianto di risalita del colle;
in questo modo vengono fermati i lavori per realizzare un impianto di risalita per l'accesso turistico alla passeggiata archeologica e al Museo del Mastio della Rocca;
la Giunta regionale del Veneto aveva stabilito di finanziare l'opera, avvalendosi anche di un contributo dell'Unione europea, per un costo di 3.000.000 di euro;
l'opera prevede un ascensore, interno al colle, che risalirà una galleria di 120 metri con una sezione di ben 25-30 metri quadri corrispondenti a circa 4.500 metri cubi di materiale da estrarre;
il colle della Rocca in passato è già stato fatto oggetto di estrazione di materiale lapideo e ulteriori escavazioni potrebbero comprometterne la consistenza;
il colle della Rocca di Monselice è situato all'interno del Parco dei Colli Euganei;
alla fine di settembre 2007, lo scrivente interrogava il Ministro dell'ambiente circa la legittimità della procedura intrapresa per la realizzazione dell'ascensore della Rocca e denunciava che gli interventi previsti nel progetto erano in contrasto con quanto previsto dal Piano Ambientale del Parco dei Colli Euganei;
nel provvedimento della Procura della Repubblica di Padova risultano indagate cinque persone: l'ex responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Monselice, il direttore del Parco dei Colli Euganei, il dirigente regionale ai Lavori pubblici, il direttore dei lavori, il titolare dell'impresa coinvolta;
i reati contestati sono in particolare il falso ideologico, la violazione della normativa edilizia, il deturpamento di beni

paesaggistici e nell'ordinanza si fa riferimento all'impatto ambientale e alla mancanza di autorizzazioni previste, nonché alla mancanza di un piano particolareggiato preliminare all'apertura del cantiere;
diverse associazioni ambientaliste e alcuni comitati di cittadini che, nel corso dello scorso anno, avevano denunciato la grave situazione di illegittimità, hanno espresso soddisfazione per l'intervento della Magistratura ma hanno espresso anche preoccupazione per la sorte del cantiere e per l'integrità del sito monumentale -:
se il Governo sia al corrente dei fatti sopra esposti, se non intenda il Ministro prendere atto delle perplessità manifestate già nel settembre scorso e disporre un riesame urgente dell'intera vicenda a partire dai finanziamenti europei impiegati per l'opera e quali altre iniziative di propria competenza intenda adottare il Ministro per verificare la legittimità della procedura e l'impatto ambientale dell'impianto di risalita intero al Colle e dei manufatti indicati;
quali iniziative intenda adottare per tutelare uno dei siti archeologici più importanti e significativi della provincia di Padova.
(4-00191)

...

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il livello professionale delle nostre forze armate ha raggiunto livelli di eccellenza, sicché non è retorico affermare che il nostro Paese può contare sull'apporto di professionisti seri che spesso dedicano la loro vita alla difesa dei diritti dell'uomo e della libertà dei più deboli;
il trattamento economico degli ufficiali delle forze armate, similmente a quanto accade per le forze di polizia, è legato sia al grado rivestito sia all'anzianità della nomina di ufficiale;
più in particolare nei primi tredici anni di carriera dell'ufficiale, quest'ultimo ha diritto ad un trattamento economico strettamente legato al grado rivestito; detto meccanismo stipendiale viene abbandonato al compimento del tredicesimo anno di servizio a far data dalla nomina ad ufficiale ovvero ad aspirante;
tale forma di omogeneizzazione stipendiale del personale ufficiale delle forze armate se da un lato si pone come il giusto riconoscimento della valorizzazione professionale della figura dell'ufficiale, dall'altra ha creato alcuni aspetti di particolare dissonanza la cui mancata correzione provoca a tutt'oggi aspetti di discriminazione paradossale;
il personale ufficiale, infatti, accede alla carriera militare del servizio permanente tramite gli istituti di Accademia o tramite concorsi riservati al personale Ufficiale in ferma prefissata; detto personale si arruola solitamente in un'età anagrafica che va a seconda dei casi dai 18 ai 22 anni. Tali ufficiali, in ragione del computo dei tredici anni imposto dall'istituto dell'omogenizzazione stipendiale (legge 8 agosto 1990, n. 231) percepiscono il trattamento economico da Colonnello prima dei trentacinque anni di età o ancora prima nel caso risultino vincitori dei concorsi riservati al personale proveniente dalle ferme prefissate;
le forze armate hanno però la necessità, in ragione della sempre maggiore professionalità, di arruolare figure di ufficiali ai quali è richiesto il requisito di base il diploma di laurea: è il caso di figure importanti come l'ufficiale medico, ingegnere, fisico o altro ancora;
in questi casi vengono banditi concorsi pubblici per la nomina diretta a tenente dei ruoli delle forze armate, il cui limite di età anagrafico è stabilito in anni 32 (dieci in più rispetto al limite di accesso all'accademia): anche a detto personale si

applica il criterio di omogeneizzazione stipendiale basato sul requisito dei tredici anni di carriera;
è evidente che per il personale laureato il criterio dei tredici anni dalla nomina ad ufficiale per il raggiungimento dell'omogenizzazione stipendiale appare come una discriminante fortemente negativa e penalizzante;
come evidenziato, oggetto della questione è la computabilità dei periodi indicati nel regio decreto 31 dicembre 1928, n. 3458 ai fini del raggiungimento del periodo minimo per l'attribuzione del beneficio economico dell'omogeneizzazione stipendiale. In forza di detta norma «Agli Ufficiali per la nomina dei quali è richiesta la laurea o titolo equipollente, per quelli nominati in seguito a speciale concorso per titoli di studi universitari, saranno riconosciuti, agli effetti del computo dell'anzianità di servizio da Ufficiale, gli anni di studio corrispondenti alla durata legale dei rispettivi corsi superiori, diminuiti di un anno»;
le doglianze degli ufficiali a nomina diretta nascono, come più sopra osservato, dalla circostanza che l'attuale sistema retributivo degli ufficiali delle forze armate favorisce e premia solo il personale che riesce ad acquisire in giovane età la qualifica di Aspirante o Sottotenente, a prescindere dall'iter propedeutico all'attribuzione di tale qualifica;
la Direzione Generale per il Personale Militare, argomentando una Circolare dell'Ufficio Centrale del Bilancio e degli Affari finanziari ha escluso dal computo per il raggiungimento dell'omogeneizzazione i periodi indicati dal regio decreto 3458/28: ad avviso di quest'ultima, infatti, la legge istitutiva dell'omogeneizzazione stipendiale richiede che si tratti di «servizio effettivamente prestato senza demerito». In particolare, la Circolare BL/19602/A. 7.1/11-1 del 7 dicembre 1990 precisa che «ai fini del servizio senza demerito si considerano esclusi dal computo i periodi nei quali l'ufficiale:
a) ha riportato la qualifica di inferiore alla media o insufficiente;
b) sia stato giudicato non idoneo all'avanzamento;
c) sia incorso nella sospensione disciplinare o penale del servizio»;
detta circolare, che peraltro non esclude i periodi di cui trattasi dal computo, ha fatto propendere la Direzione Generale per il Personale Militare per l'inapplicabilità dei periodi previsti dal citato regio decreto ai fini del computo per l'omogeneizzazione degli Ufficiali a nomina diretta delle FF.AA. sulla scorta dell'opinabile considerazione che l'effettività del servizio prestato senza demerito si ricollega alla «nozione di demerito indicata nella circolare»;
il Tribunale Amministrativo per la Campania, sede di Napoli, nella sentenza n. 18332 del 10 ottobre 2005, ha chiarito che l'effettività del servizio computata per fictio juris deve essere scevra dal presupposto della valutazione del demerito, ai fini del computo dei periodi per il conseguimento dell'omogeneizzazione stipendiale, poiché la valutazione del demerito afferisce alla sola previsione di raggiungimento dell'anzianità mediante la prestazione di servizio effettivo -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti e quali provvedimenti il Ministro intenda adottare al fine di addivenire ad una logica ed opportuna applicazione dell'articolo 10 del regio decreto n. 3458 del 1928, permettendo quindi che gli anni della durata legale del corso di laurea diminuiti di uno siano ritenuti utili per il raggiungimento del trattamento economico stipendiale del personale omogeneizzato.
(5-00039)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il

Ministro delle politiche agricole e forestali, per sapere - premesso che:
secondo alcune notizie pubblicate sui quotidiani nazionali e locali, il Governo, per far fronte alla copertura finanziaria dei provvedimenti adottati nel corso del Consiglio dei ministri di Napoli, avrebbe deciso di operare alcuni tagli nel settore agricolo e agroalimentare;
in particolare, sembrerebbe a rischio soprattutto l'avvio dell'Agenzia per la Sicurezza Alimentare con sede in Foggia, in quanto i 2,5 milioni di euro stanziati a suo tempo per l'avvio della attività dell'Agenzia, sarebbero stati revocati proprio per le citate esigenze di copertura;
secondo alcune indiscrezioni trapelate sui quotidiani, dietro a questa decisione vi sarebbe anche il tentativo del Ministro Zaia di spostare la sede dell'Authority da Foggia a Verona, che vanta una grandissima tradizione agricola oltre ad una maggior facilità di collegamento con l'Authority europea con sede a Parma;
è superfluo ricordare che la candidatura di Foggia a sede dell'Authority nazionale per la sicurezza alimentare è maturata su alcuni dati di fatto incontrovertibili quali la rilevante produzione agricola e agroalimentare e la presenza di importanti centri di formazione e di ricerca agricoli e agroalimentari -:
se tali notizie corrispondano a verità e, in tal caso, quando sia stata adottata tale decisione e se non ritengano di scongiurare il taglio dei fondi, già peraltro stanziati da una legge dello Stato, trovando risorse che evitino inutili penalizzazioni e non vanifichino le aspettative di un intero territorio;
se tale decisione non costituisca l'ennesimo episodio di una politica della componente leghista del Governo che, favorendo eccessivamente le regioni del nord, finisce col risultare penalizzante nei confronti del meridione.
(2-00024) «Cera, Cesa, Vietti».

TESTO AGGIORNATO AL 28 MAGGIO 2008

...

GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
il servizio di verbalizzazione e trascrizione degli atti processuali è regolato da norme di legge e da un contratto unico nazionale, effetto di un lotto di appalto aggiudicato al consorzio Astrea operante a partire dal novembre 2006;
la centralizzazione del servizio ha permesso l'omogeneizzazione e la regolarizzazione di un servizio in crisi oltre che notevoli risparmi di spesa;
detto servizio risulta sospeso in alcune sedi giudiziarie e il consorzio Astrea minaccia di sospenderlo in tutte le altre sedi a partire dal 21 maggio 2008 con evidente grave pregiudizio per la funzionalità degli uffici giudiziari e del sistema giustizia;
a partire dal 3 aprile 2008 risulta impegnata la spesa relativa al pagamento del primo periodo del servizio, anno 2008 -:
quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di assicurare la puntualità del servizio di stenotipia e trascrizione degli atti dibattimentali e quindi il regolare svolgimento delle udienze penali e in particolare se intenda provvedere con urgenza ai pagamenti dovuti in forma del contratto alle società del Consorzio che risultano aver regolarmente pagato gli stipendi e i contributi ai dipendenti.
(2-00023)
«Tenaglia, Ferranti, Quartiani, Samperi, Mariani, Motta».

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nella seconda metà degli anni novanta, nel pieno delle sue funzioni di magistrato addetto al Tribunale di Bologna, Libero Mancuso lavorò ad un pacchetto di proposte in tema di immigrazione e criminalità che l'allora sindaco di Bologna Vitali voleva proporre al Governo (come risulta da un intervista rilasciata dallo stesso al Resto del Carlino il 19 maggio 2008);
dopo queste dichiarazioni si pone ancora una volta il problema dell'autonomia della magistratura e la commistione della medesima con la politica, cosa sempre denunciata dall'interpellante, per il livello bolognese oltreché nazionale, stante i legami che ad avviso dell'interpellante, durano da diversi decenni fra alcuni settori estremamente ideologizzati della magistratura, degli enti locali e partiti di sinistra;
la gravità delle suddette affermazioni confermano secondo l'interpellante che alcuni magistrati, nonostante la delicata posizione e gli incarichi ricoperti, che dovrebbero porli al di sopra delle parti, hanno assunto in questi anni sempre di più un ruolo politico che di fatto delegittima la funzione giurisdizionale facendo venir meno la fiducia dei cittadini nell'amministrazione della giustizia;
da sempre la legge impone al magistrato di astenersi da qualsiasi posizione politica mentre, in questo caso, Mancuso ha personalmente dichiarato il suo coinvolgimento in un progetto squisitamente politico;
in precedenza il sottoscritto interpellò il Governo in riferimento alla posizione del Procuratore della Repubblica di Bologna che, in un comunicato apparso sui quotidiani locali il 3 giugno 2006, aveva dichiarato di far parte di un comitato per il no al referendum confermativo del 2006 assumendo così un comportamento obiettivamente esorbitante dalle proprie competenze. Anche in quell'occasione l'interpellante chiese al Governo, nell'ambito delle sue competenze, se esistessero i presupposti per promuovere un'azione disciplinare al fine di dimostrare all'opinione pubblica che l'imparzialità e obiettività nell'amministrazione della giustizia è un principio fondamentale della nostra legislazione e che il magistrato è tenuto in ogni circostanza ad un particolare dovere di sobrietà e riservatezza proprio per tutelare la dignità della sua alta funzione;
i casi summenzionati, a parere dell'interpellante, sono emblematici di una situazione generalizzata e molto più diffusa di quanto non appaia -:
se sussistano i presupposti per adottare iniziative ispettive, organi dell'esercizio di tutti i poteri di sua competenza;
se non intenda adottare iniziative normative per rafforzare l'indipendenza della magistratura, ristabilendo a tutti gli effetti con sanzioni precise il principio della apoliticità del magistrato.
(2-00017)«Garagnani».

Interrogazione a risposta scritta:

CIOCCHETTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Signor Luca D'Achille, assistente capo della polizia penitenziaria a Velletri, ed ivi in servizio presso la casa circondariale, è stato candidato nella lista «Moderati per Velletri» alle ultime elezioni amministrative;
l'articolo 81, secondo comma, della legge 121/81 e l'articolo 53 del decreto del Presidente della Repubblica 335/82 prevedono che gli appartenenti alle forze di polizia candidati ad elezioni politiche od amministrative sono posti in aspettativa dal momento della candidatura e per tutta la durata della campagna elettorale, e comunque non possono prestare servizio nell'ambito della circoscrizione nella quale

si sono presentati come candidati per un periodo di tre anni dalla data delle elezioni;
tuttavia, la direzione della casa circondariale di Velletri e il Provveditorato regionale del Lazio degli Istituti di prevenzione e pena non hanno comunicato la candidatura del D'Achille, nonostante ne fossero, quanto meno in via di fatto, a conoscenza, agli organi superiori, con il risultato che l'assistente capo risulta tutt'oggi in servizio presso il carcere di Velletri -:
se non ritenga opportuno verificare i fatti suesposti al fine di accertare se la direzione della casa circondariale di Velletri e il Provveditorato regionale del Lazio abbiano omesso di comunicare la candidatura di Luca D'Achille agli organi superiori, in difformità dalle previsioni della legge 121/81 sia il decreto del Presidente della Repubblica 335/82, e quali ne siano le ragioni.
(4-00190)

TESTO AGGIORNATO AL 29 MAGGIO 2008

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
l'Autostrada A7 Genova-Serravalle Scrivia è stata ripetutamente scenario di pericolosi incidenti causati dalla tortuosità del tracciato e dalla vetustà dell'infrastruttura che risale a più di 70 anni or sono, con vittime, feriti e anche con gravi rischi ambientali in occasione di incidenti ad automezzi che trasportano sostanze pericolose e inquinanti, finite nelle acque del sottostante torrente Scrivia che approvvigiona gli acquedotti di un bacino di oltre 70 mila abitanti;
in data 21 maggio 2008 si è verificato l'ennesimo incidente sul ponte dello Scrivia, in località «Nave» a Serravalle Scrivia, che ha coinvolto un autocarro, un'auto e una cisterna, nel quale ha perso la vita il conducente dell'autocisterna, mentre le sostanze trasportate sono finite in gran parte nel torrente, con conseguente immediata chiusura precauzionale delle prese di captazione dell'acquedotto ACOS che approvvigiona i Comuni a valle dell'incidente e con successiva ordinanza di non potabilità dell'acqua che ha causato una situazione di emergenza idrica nel Comune di Novi Ligure e in parte del Comune di Pozzolo Formigaro, risoltasi soltanto nella giornata di domenica 25 maggio;
nonostante i provvedimenti assunti nel corso della passata legislatura, anche a seguito di ripetute interrogazioni e interpellanze, per migliorare la sicurezza dell'autostrada, compresa l'installazione di un tutor nella tratta Busalla-Bolzaneto e l'intensificazione dei controlli della Polizia stradale, oltre ad altre manutenzioni della sede stradale, delle gallerie e della segnaletica stradale, la situazione risulta pertanto ancora ad alto livello di rischio, sia per la sicurezza del traffico, sia per la tutela della salute dei cittadini, come dimostra l'incidente in questione, e richiede, a questo punto, interventi risolutivi, oltre che sotto il profilo dei controlli, in particolare per il trasporto di sostanze pericolose per la salute, anche per il miglioramento dell'infrastruttura nei punti critici, dove sono ricorrenti incidenti con danni alle persone e all'ambiente;
i Sindaci di Novi Ligure e Serravalle Scrivia e gli Assessori ai trasporti delle Regioni Piemonte e Liguria hanno evidenziato immediatamente la situazione di criticità ed emergenza, rilevando in particolare l'esigenza di vietare il trasporto di sostanze pericolose in quel tronco autostradale, di intervenire con modifiche strutturali del tracciato per migliorare la sicurezza stradale, di valutare la criticità del nodo di Serravalle Scrivia, per il quale è allo studio anche una nuova tangenziale per il traffico ordinario e di esaminare la situazione infrastrutturale complessiva dell'area della Valle Scrivia, interessata dai traffici fra le aree metropolitane di Genova e Milano, dai flussi di merci diretti e

provenienti dai porti liguri, con progetti in corso che riguardano anche la viabilità stradale ordinaria, le ferrovie, le aree logistiche -:
quali iniziative il Governo intenda promuovere con la società Autostrade per l'Italia che gestisce la A7, anche in relazione agli obblighi convenzionali che fanno capo alla stessa, per realizzare interventi risolutivi atti a migliorare la percorribilità dell'autostrada, provvedendo in particolare a realizzare le opere necessarie per eliminare le situazioni di maggior criticità, soprattutto in corrispondenza di viadotti, ponti e curve pericolose disseminate in molti tratti dell'arteria;
quali provvedimenti intenda assumere in particolare affinché i trasporti di sostanze pericolose possano avvenire in condizioni di maggiore sicurezza, a tutela dell'ambiente e della salute della popolazione, valutando l'opportunità di vietarne il transito in quel tronco autostradale e di renderne obbligatorio il trasporto su rotaia;
se non ritenga utile convocare con urgenza un tavolo di concertazione locale con la società Autostrade per l'Italia e con gli enti locali e le regioni Piemonte e Liguria per assumere i provvedimenti conseguenti e per affrontare la situazione infrastrutturale dell'area interessata, anche alla luce dei progetti in atto in campo stradale, autostradale e ferroviario.
(2-00016)
«Lovelli, Fiorio, Martella, Rosato, Zucchi, Mariani, Marchi, Boccia, Froner, Antonino Russo, Scarpetti, Mosca, Baretta, Viola, Fluvi, Rossa, Bachelet, Velo, Marantelli, Rampi, Zunino, Murer, Motta, Coscia, Sbrollini, Servodio, Damiano, Pizzetti, De Biasi, Santagata, Levi, Bobba, Giorgio Merlo, Tullo».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la mobilità rappresenta un essenziale diritto di cittadinanza tutelato e promosso dai principi della Costituzione italiana;
un sistema di mobilità pubblica moderna ed efficiente rappresenta un obiettivo strategico per la costruzione di politiche tese a promuovere sviluppo sostenibile, strategie di crescita economica e di progresso sociale, migliori condizioni di tutela della salute dei cittadini nell'ottica e nel rispetto degli accordi del protocollo di Kyoto e del programma di riduzione di gas dannosi dell'Unione europea. Il trasporto su rotaia produce infatti il 92 per cento in meno di anidride carbonica rispetto alle automobili e l'88 per cento in meno rispetto all'aereo;
secondo i dati, resi noti dal Censis nel mese di marzo 2008, sono più di 13 milioni i pendolari in Italia (pari al 22,2 per cento della popolazione residente). Un dato cresciuto fra il 2001 e il 2007 del 35,8 per cento pari ad un incremento di 3,5 milioni di persone. Secondo l'indagine Istat il treno viene utilizzato dal 14,8 per cento dei pendolari, cioè più di 1,9 milioni di persone, per spostarsi in ambito locale e metropolitano, come unico mezzo di trasporto o in combinazione con altri mezzi;
l'offerta di servizi per i pendolari è basata essenzialmente sul trasporto pubblico regionale su ferro, finanziato dalle regioni, e dall'interazione con i treni intercity che, sulle lunghe percorrenze di carattere interregionale, rappresentano, per altro, l'unico mezzo disponibile presso molte stazioni capoluogo di provincia o con un bacino di area vasta anch'esso interregionale;
una eventuale rivisitazione della politica commerciale di Trenitalia, quanto mai opportuna, attesa e necessaria, se mossa in direzione dell'efficientamento dell'innalzamento della qualità del servizio, potrà orientarsi su esclusive logiche di mercato allorquando i servizi soppressi, in ragione delle perdite riportate, saranno sostituiti dalle regioni in cooperazione fra di loro;

la disponibilità, nel breve periodo, di nuove infrastrutture dedicate esclusivamente all'Alta velocità consentirà di liberare binari sui quali collocare servizi regionali ed interregionali, sostitutivi degli intercity che Trenitalia intende sopprimere;
in assenza di tali servizi stazioni come Arezzo, Chiusi, Siena, Grosseto, Livorno, Massa, Prato saranno fortemente penalizzate;
per molte di queste, il mantenimento dei servizi di lunga percorrenza è infatti in grado di garantire adeguati livelli di accessibilità alla rete nazionale e sovra regionale per il fatto che le relazioni a servizio di queste località ricadono a pieno titolo nel cosiddetto «servizio universale», da sostenere con risorse statali;
preso atto della volontà di Trenitalia di dismettere i treni Intercity e della necessità delle regioni interessate di concorrere, sul piano organizzativo e finanziario, alla erogazione di tali servizi è stato istituito un tavolo di concertazione con la presenza del Governo Prodi, di Trenitalia e delle stesse regioni. Sono state così esaminate numerose soluzioni e le regioni hanno avanzato proposte di compartecipazione finanziaria come la Toscana che sulla dorsale tirrenica si è dichiarata disposta ad investire 10 milioni in più rispetto ai 30 che già impegna annualmente sui treni regionali e parimenti sulla dorsale Milano-Firenze. Inoltre la regione Toscana ha ricordato di aver investito in questi anni ingenti risorse per il «Memorario»: il servizio, rivolto in particolar modo ai pendolari, che offre treni locali a cadenze regolari e coordinate e che ottimizzano ed ampliano l'offerta territoriale con quella nazionale e che ha fatto segnare un aumento sensibile dei viaggiatori;
proprio in virtù di questa fase necessaria ed ineludibile di riorganizzazione il Governo Prodi, al termine della XV legislatura, ha chiesto ed ottenuto da Trenitalia la sospensione dei tagli già previsti a partire dal 7 aprile ultimo scorso, al fine di mettere il nuovo Governo nella condizione di trovare una intesa al tavolo di concertazione affinché si addivenisse ad una soluzione definitiva che scongiurasse, pertanto, che gli stessi tagli venissero riproposti a partire dal 15 giugno;
a sostegno e copertura di tale fase di riorganizzazione, in data 8 aprile 2008, il Governo Prodi ha emanato il decreto-legge 8 aprile 2008, n. 60, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di trasporti ferroviari regionali;
il completamento del processo di riforma ha richiesto una definizione del fabbisogno effettivo attuale per la realizzazione dei servizi ferroviari regionali, in considerazione del fatto che i trasferimenti statali alle regioni e i corrispettivi erogati dalle stesse alla società Trenitalia Spa non sono stati aggiornati dal 2000, con riferimento sia alla crescita dei costi dei fattori produttivi, sia alla quantità e alla qualità dei servizi erogati;
il decreto già approvato da questa Assemblea ed in corso di esame al Senato, ha garantito con urgenza le risorse necessarie per assicurare la continuità dei servizi per i primi mesi del nuovo anno, pari a 80 milioni di euro, anche nelle more della stipula dei nuovi contratti di servizio tra le regioni e Trenitalia Spa, proprio in attesa del completamento dei lavori del tavolo tecnico interministeriale a tal fine costituito;
nonostante tutto ciò dal 15 giugno prossimo, secondo quanto annunciato dagli organi di stampa, saranno 20 i treni intercity ed Eurocity, soppressi in tutta la regione Toscana. I tagli riguarderanno, tra le altre, le stazioni di Chiusi, Arezzo, Prato, Firenze, Livorno e Grosseto ed interesseranno le direttrici nazionali Napoli-Milano, Roma-Torino e Roma-Genova;
la soppressione dei treni intercity ed Eurocity causerebbe inevitabilmente notevoli disagi nei confronti dei cittadini e dei pendolari e renderebbero conseguentemente inefficaci o insufficienti gli investimenti della regione Toscana in moltissime tratte locali;

la soppressione di tali treni si ripercuoterebbe inevitabilmente sulla viabilità dell'intero Centro Italia. Molte tratte e stazioni interessate dai tagli rivestono infatti un ruolo decisivo nei collegamenti nei confronti di un ampio e diversificato bacino territoriale che interessa le regioni Umbria, Lazio ed Emilia Romagna -:
se corrisponda al vero la notizia della soppressione dei 20 treni predisposta da Trenitalia a partire dal 15 giugno 2008 e quali iniziative urgenti intenda intraprendere per scongiurare tale soppressione, garantire il diritto alla mobilità ai cittadini ed ai pendolari interessati;
quando intenda convocare il tavolo di concertazione per individuare le linee di intervento che scongiurino i tagli dei treni previsti a partire dal 15 giugno o per definire tempi e modalità con le quali le regioni e Trenitalia saranno in grado di organizzare offerta alternativa agli Intercity che solo a quel punto potranno essere sostituiti.
(2-00022)
«Ceccuzzi, Bindi, Mattesini, Gatti, Sani, De Micheli, Scarpetti, Cenni, Misiani, De Pasquale, Mariani, Nannicini, Andrea Orlando, Fluvi, Agostini, Fontanelli, Enzo Carra, Velo, Verini, Bossa, Siragusa, Rossa, Migliori, De Torre, Bellanova, Minniti, Realacci, Coscia, Sbrollini, Concia, Lo Moro, Madia, Calvisi, Strizzolo, Beltrandi, Cuperlo, Lulli, Ventura, Pistelli, Evangelisti».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

LOVELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in sede di discussione della legge finanziaria per il 2007 fu presentato un ordine del giorno, accolto allora come raccomandazione, col quale si impegnava il governo a valutare l'opportunità, d'intesa con RFI, che lo scalo ferroviario di Novi Ligure-San Bovo (provincia di Alessandria) venisse utilizzato in modo ottimale per finalità di sviluppo del trasporto ferroviario delle merci, in particolare in connessione al sistema dei porti liguri, e che, a tal fine, potesse anche essere dato in concessione alla Regione Piemonte e al Comune di Novi Ligure;
in coerenza con la programmazione regionale e per iniziativa degli enti locali della provincia di Alessandria, è stato presentato nel corso del 2007 alla Regione Piemonte ed è già stato approvato dalla stessa, un dossier di candidatura per un piano territoriale integrato (PTI) della piana alessandrina, nel quale è inserita la valorizzazione dell'area comprendente i Comuni di Alessandria, Novi Ligure e Tortona a fini logistici e trasportistici in relazione in particolare al traffico delle merci legato al sistema dei porti liguri;
è stato nel frattempo sottoscritto un protocollo d'intesa con RFI spa, promosso da SLALA, una fondazione comprendente gli enti locali liguri e alessandrini, le Regioni Piemonte e Liguria, le autorità portuali liguri, altri enti e istituzioni, per la realizzazione ad Alessandria di un hub ferroviario e di un'area retroportuale, in grado di ricevere e smistare le merci dirette e provenienti dai porti liguri, nell'ambito del master plan per un sistema logistico integrato del Basso Piemonte elaborato dalla stessa SLALA;
è in corso di valutazione da parte di RFI un piano di riutilizzo e dismissione degli scali ferroviari di sua proprietà e, in tale contesto, dovranno essere assunte decisioni definitive in merito allo scalo ferroviario di Novi-San Bovo, tenendo conto del progetto sviluppato dal Comune di Novi Ligure nell'ambito del PTI della piana alessandrina e dell'interesse manifestato in proposito da aziende logistiche e di trasporto locali -:
quale sia l'orientamento del Governo in merito al piano di ristrutturazione degli scali ferroviari a cui sta lavorando RFI;
quale ritenga che sia il ruolo ottimale che possa essere attribuito allo scalo ferroviario

di Novi-San Bovo soprattutto in relazione allo sviluppo del sistema logistico alessandrino e del Basso Piemonte;
se non ritenga utile che lo Scalo ferroviario in questione possa essere oggetto di un piano di utilizzo e riqualificazione da realizzare direttamente da parte di RFI o da affidare al Comune di Novi Ligure e alla Regione Piemonte nell'ambito dei progetti di sviluppo promossi dagli stessi.
(5-00036)

ESPOSITO, BOCCUZZI, CALGARO, PORTAS, MARGIOTTA, BRAGA, MARIANI, MOTTA, MORASSUT, MARANTELLI, VIOLA, SERVODIO e VICO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale 16 marzo 2006 ha destinato la residua somma di euro 99.234.336,32, di cui all'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 27 maggio 2005, n. 86, convertito dalla legge 26 luglio 2005, n. 148, alla realizzazione di alloggi sperimentali e a progetti speciali per aumentare la disponibilità di alloggi di edilizia sociale da destinare prioritariamente ai conduttori assoggettati a procedure esecutive di rilascio, in possesso dei requisiti di cui all'articolo 1, comma 3, del richiamato decreto-legge 1o febbraio 2006, n. 23, convertito con la legge 3 marzo 2006, n. 86;
i comuni interessati sono: Torino, Milano, Venezia, Bologna, Genova, Roma, Bari, Napoli, Palermo, Messina, Catania, Cagliari e Trieste;
la disponibilità assegnata dallo Stato al Comune di Torino per tale finalità assomma ad euro 12.452.011,65;
l'articolo 4 del richiamato decreto ministeriale 16 marzo 2006 ha disposto che gli interventi di cui all'articolo 1 dello stesso decreto siano finanziati con un contributo statale del 50 per cento del costo complessivo degli stessi, mentre il restante 50 per cento del costo è posto a carico del Comune e/o della Regione e/o operatori pubblici o privati aderenti alle singole iniziative;
in data 5 aprile 2006 l'allora vice Ministro alle infrastrutture ed ai trasporti, On. Ugo Martinat, aveva sottoscritto l'impegno, con gli Assessori della Regione Piemonte e della Città di Torino, a definire, sollecitamente, gli adempimenti per la sottoscrizione del protocollo d'intesa per la realizzazione del progetto speciale di cui sopra;
la città di Torino nel novembre 2006 ha approvato l'acquisto, da effettuarsi entro il 30 giugno 2007, di n. 426 alloggi nell'ambito degli ex Villaggi Media, facendo espresso riferimento all'attuazione dei programmi per l'incremento del patrimonio di edilizia sociale di cui al decreto ministeriale 16 marzo 2006 ed inserendone il finanziamento nel relativo quadro finanziario;
con nota prot. 1957 in data 15 febbraio 2007 il Comune di Torino ha trasmesso al Ministero delle infrastrutture - Direzione generale per le politiche abitative ed urbane - la proposta di utilizzo delle risorse attribuite con il citato decreto ministeriale;
in data 30 aprile 2007 il Ministro in carica dottor Antonio Di Pietro si è recato a Torino per la sottoscrizione dell'accordo di programma che prevede l'erogazione del finanziamento in tempi brevi;
la città di Torino, per ragioni di sicurezza e di opportunità, ha acquisito il possesso ed ha sollecitamente assegnato gli alloggi di E.R.P.. provvedendo al pagamento del costo degli immobili per la propria quota ed all'anticipazione della quota di competenza del Ministero;
ad oggi non vi sono previsioni sui tempi entro i quali il finanziamento del Ministero delle infrastrutture verrà erogato; tale ritardo crea gravi difficoltà di cassa a danno della città di Torino che deve rispettare le norme sul tetto di stabilità imposte ai comuni -:

se intenda attivarsi, sollecitamente, anche presso i propri competenti uffici, affinché il finanziamento di euro 12.452.011,65 assegnato alla città di Torino, di cui all'accordo già sottoscritto in data 30 aprile 2007, così come alle altre città italiane, sia erogato entro il più breve tempo possibile;
quali siano i tempi entro i quali avverrà l'erogazione del finanziamento di cui trattasi ai comuni richiedenti.
(5-00038)

Interrogazioni a risposta scritta:

CONTENTO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da vario tempo in Val Tramontina (Pordenone) si registra un eccessivo accumulo di inerti lungo l'asta del torrente Meduna, il corso d'acqua che attraversa la zona in parola;
il fenomeno, che assume contorni preoccupanti soprattutto in determinati alvei congestionati di materiale ghiaioso, non trova un'adeguata soluzione a causa di una viabilità eccessivamente compromessa in direzione del fondovalle;
infatti, l'ex strada statale n. 552 «del passo del Monte Rest», dal 1° gennaio scorso Strada Regionale, risulta troppo stretta e datata per consentire un transito massiccio di tir;
alcuni limitati interventi di sghiaiamento sono falliti proprio a causa delle dimensioni della carreggiata, soprattutto all'altezza dell'abitato di Meduno (Pordenone);
ciò che preoccupa di più è che il torrente Meduna attraversa anche siti antropizzati e, quindi, soggetti a eventuali ondate di piena;
la situazione è stata più volte al centro di polemiche e di interventi da parte delle amministrazioni comunali di Tramonti di Sopra e di Sotto, preoccupate per lo stallo che, nel tempo, ha subito l'intero piano di sghiaiamento dell'asta del Meduna;
in passato era stata ipotizzata la costruzione di una strada esterna all'abitato di Meduno per consentire proprio il passaggio del traffico pesante, nonché la realizzazione di una teleferica che dalla Val Tramontina superasse l'ostacolo della diga di Redona e scendesse sino alla pianura di Cavasso Nuovo (Pordenone);
di tali progetti, però, nulla di concreto risulta, allo stato, esser stato compiuto;
una simile problematica presenta implicazioni economiche, infrastrutturali e ambientali tali da non poter non richiedere un intervento, quanto meno programmatico, di codesti Ministeri -:
se siano a conoscenza del grave problema che si registra in Val Tramontina (Pordenone) a causa del prolungato accumulo di materiale inerte lungo l'asta del torrente Meduna e dei suoi affluenti;
se la situazione di stallo che si constata sul tema a causa del nodo viario locale sia in qualche modo risolvibile e, se sì, quali giudizi diano dei progetti di realizzare una strada di by pass del centro urbano di Meduno piuttosto che di costruire una teleferica;
se e qualiinterventi intendano concordare con le autonomie locali interessate al fenomeno in premessa indicato per trovare un'adeguata soluzione, alla luce delle pressanti richieste rivolte in tal senso dalle amministrazioni comunali di Tramonti di Sopra e di Sotto.
(4-00182)

CATANOSO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'aeroporto internazionale di Catania-Fontanarossa è intitolato al meteorologo e fisico catanese Filippo Eredia;

Eredia, per chi non lo conoscesse, entrò nel 1905 all'Ufficio centrale meteorologico di Roma, dove rimase fino al 1926, raggiungendo la carica di geofisico capo, nominato direttore del Servizio geofisico dell'Aeronautica, partecipò alla spedizione polare Amundsen-Ellsworth col dirigibile Norge e, successivamente, alle crociere atlantiche del 1931 e 1933. Inoltre, fece parte dei più importanti organismi geofisici e meteorologici internazionali e fu insegnante all'Accademia aeronautica e alla scuola di guerra aerea;
dal 5 maggio 2007 l'aeroporto di Catania non sarà più intitolato a «Filippo Eredia» ma a «Vincenzo Bellini», grazie al geniale colpo di teatro degli attuali manager aeroportuali che, a giudizio dell'interrogante, stanno affondando l'aeroporto e soprattutto la città di Catania;
l'aeroporto era, è e sarà di proprietà dello Stato e quindi è di competenza degli organi statuali, Ministero dei trasporti ed Ente nazionale dell'aviazione civile, cambiare il nome dell'aeroporto;
ventimila cittadini catanesi si sono espressi, con una petizione, a favore della cointitolazione dello scalo ad Angelo D'Arrigo, epigono di Konrad Lorenz e di Leonardo Da Vinci;
nello stesso senso si sono espressi giornalisti come Candido Cannavò, Piero Angela, Tiberio Timperi e Puccio Corona, scienziati come Margherita Hack, Umberto Guidoni e Fulvio Frisone, noti personaggi della televisione e del mondo dello spettacolo come Adriano Celentano, Pippo Baudo e Licia Colò, esponenti dell'aeronautica italiana come Fausto Cereti, Giovanni Leoni, Fiorenza De Bernardi, prima donna pilota italiana, e Maria Fede Caproni;
a favore di Angelo D'Arrigo si sono espressi, inoltre, numerosi altri esponenti della comunità scientifica e culturale, alcune rappresentanze consolari straniere in Italia, gli ordini professionali provinciali degli ingegneri e degli avvocati, esponenti del mondo industriale;
in favore della cointitolazione si sono, inoltre, espressi la giunta provinciale di Catania, la giunta municipale di Catania e l'Assemblea regionale siciliana;
l'iter di intitolazione dell'aeroporto di Catania non ha visto coinvolto l'Enac né il Ministero dei trasporti, se non con una lettera ufficiale spedita quando era già partita la campagna pubblicitaria e centinaia di cartelloni pubblicitari erano già stati affissi con la denominazione «V. Bellini»;
l'Enac, in un comunicato stampa del 4 maggio, ha dichiarato di non aver mai emesso alcuna ordinanza di intitolazione, anzi fa sapere che è stata proprio la Sac con la deliberazione del suo Cda datata 30 gennaio 2007 ad aver intitolato lo scalo a «V. Bellini» smentendo pubblicamente quanto detto dall'amministratore delegato della Sac, Stefano Ridolfo -:
quali interventi intenda svolgere il ministro interrogato nei confronti degli amministratori della Sac che hanno deciso, in modo unilaterale, di intitolare l'aeroporto al musicista etneo;
se il ministro interrogato non pensi di invitare l'Enac a valutare l'ipotesi di una cointestazione ad Angelo D'Arrigo dello scalo aeroportuale di Catania.
(4-00183)

TOCCAFONDI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 3 marzo 1999, tramite l'istituto della Conferenza dei Servizi indetta dal Ministro dei trasporti, è stato approvato il progetto relativo al Nodo di Firenze compreso nella linea ferroviaria Milano-Napoli;
le conclusioni dell'iter istruttorio avviato nella suddetta Conferenza dei Servizi sono state recepite dall'Accordo Procedimentale firmato il 3 marzo 1999 tra il Ministero dell'ambiente, Ministero dei trasporti, Ferrovie dello Stato S.p.A., T.A.V. S.p.A., regione Toscana, provincia di Firenze

e comune di Firenze avente ad oggetto gli impegni e le procedure operative per la realizzazione delle opere necessarie alla realizzazione del «Nodo di Firenze», con particolare riferimento alla compatibilità ambientale delle opere nella fase costruttiva ed in quella di esercizio;
l'assessore comunale all'urbanistica del comune di Firenze architetto Biagi ad interrogazione comunale n. 192/08 ha risposto che «il bando dell'appalto integrato RFI prevedeva che fosse immediatamente eseguita la realizzazione della progettazione esecutiva dello scavalco e del sottoattraversamento con stazione, mentre per la realizzazione di quest'ultimo era riservata all'appaltante la facoltà di avvio fino ad un anno dalla data di affidamento. Tale clausola non rappresenta un'indiscrezione in quanto essendo contenuta in un bando di gara di tipo "europeo", ha avuto una pubblicizzazione di tipo internazionale ed è stata pubblicata anche sul Bollettino Ufficiale della Comunità Europea»;
l'assessore comunale rispondeva altresì che «sono state date assicurazioni che entro il corrente anno saranno affidati i lavori per la realizzazione della stazione»;
in base agli accordi sottoscritti dall'allora sindaco di Firenze Mario Primicerio, nel 1999 il cantiere relativo al passante e alla stazione AV avrebbe avuto una durata di almeno 9 anni, così come si evince dall'allegato n. 1 «programma attività»;
l'Alta Velocità Milano-Napoli risulta per tratti già operativa e per altri in fase di avanzata realizzazione, tanto che la tratta Milano-Bologna aprirà entro 200 giorni, mentre per il nodo fiorentino i lavori risultino ancora da iniziare;
già alcuni treni attualmente non fermano a Firenze, o non fermano alla stazione Firenze SMN, e che l'apertura dell'intera tratta AV, con esclusione del nodo fiorentino, rende concreto il rischio che Firenze sia sempre meno considerata una stazione di fermata -:
quando partiranno i lavori del nodo fiorentino, scavalco, sottoattraversamento e nuova stazione;
quanti anni serviranno per il completamento dell'opera;
dove fermeranno, durante il periodo dei lavori, i treni ad alta velocità a Firenze;
se esista il rischio che Firenze, in particolare Firenze SMN, non siano più stazioni di fermata dei treni ad Alta Velocità della tratta Milano-Napoli.
(4-00188)

TESTO AGGIORNATO AL 28 MAGGIO 2008

...

INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro per le pari opportunità, per sapere - premesso che:
lo scorso sabato 24 maggio, nella città di Roma, ed in particolare nel quartiere Pigneto, si sono consumati gravi episodi di violenza e intolleranza xenofoba e omofoba, che destano viva preoccupazione sul clima di convivenza civile e di rispetto per le minoranze;
dapprima, il raid di un gruppo di una decina di teppisti camuffati con caschi, cappucci e bandane e armati di spranghe e traverse di legno, nei confronti di tre esercizi commerciali - due negozi di alimentari e un call center - gestiti da cittadini extracomunitari, nel corso del quale è stato ferito un cliente del call center e sono stati devastati i tre negozi, frantumando porte vetrine ed oggetti;
dalle prime risultanze delle indagini, immediatamente avviate, i contorni e le motivazioni dell'episodio appaiono incerte in quanto, sebbene secondo la Questura di Roma sembrerebbe potersi ricondurre ad un atto di ritorsione per un piccolo furto, le modalità dell'azione, nonché diverse

testimonianze di cittadini del quartiere fanno direttamente riferimento ad una vera e propria spedizione di tipo squadristico, con finalità xenofobe;
successivamente, sempre nella sera di sabato 24 maggio 2008, si è verificato l'ennesimo atto di violenza ai danni di una persona omosessuale, Christian Floris di 24 anni, conduttore di punta del portale DeeGay.it, è stato aggredito mentre rincasava da due persone che gli hanno sbattuto la testa contro il muro, minacciandolo perché si occupa di tematiche legate al mondo dell'omosessualità, intimandogli di smettere tale attività ed impegno;
in quest'ultimo episodio date le dinamiche dei fatti, risulta di tutta evidenza la matrice omofobica e razzista, nonché discriminatoria ad esso sottesa;
tali fatti - registratisi peraltro in quartiere che sin'ora si era caratterizzato per un positivo e dinamico clima di convivenza ed integrazione - si configurano come ulteriori sintomi di quella sottocultura della violenza e dell'intolleranza che, negli ultimi tempi, sta segnando le cronache di molte realtà italiane e che, come magistralmente descritto da Claudio Magris sul Corriere della Sera in questi giorni, appaiono figli, da una parte, di una irenica azione di rimozione del disagio sociale e di un altrettanto inconcludente e superficiale giustificazionismo sociologico e, dall'altra, dell'irresponsabile criminalizzazione di interi gruppi etnici e minoranze, volta ad individuare facili capri espiatori di una condizione di incertezza e paura che hanno ben altre origini e cause;
con riferimento in particolare alle aggressioni a sfondo omofobico, drammaticamente sempre più frequenti, si segnala come il nostro paese - così come avviene in molti altri Stati europei e del mondo - non si sia ancora dotato, a tal fine integrando la così detta «legge Mancino», di specifiche ed efficaci norme antiomofobia e antitransfobia, per far fronte a tale situazione e al clima di insicurezza, alimentato da alcuni settori della società verso le persone omosessuali -:
se non ritenga di dover convocare con urgenza, attraverso la Prefettura, il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, al fine di valutare l'incidenza degli episodi sopra menzionati sull'ordine pubblico, nonché assumere le opportune iniziative per prevenire e contrastare crimini di natura xenofoba, omofoba e discriminatoria compiuti sul territorio;
quale sia, nel rispetto dei vincoli di autonomia e riservatezza delle indagini in corso, a conoscenza del Governo, la matrice degli episodi sopra riportati; in particolare se si possa escludere con certezza la presenza di una motivazione politica e l'azione di gruppi organizzati, anche non politicizzati, dietro le aggressioni compiute, nonché se si possa escludere un collegamento tra i due episodi;
quali politiche nazionali si intenda adottare per sostenere una cultura della convivenza e dell'integrazione tra cittadini italiani e popolazioni migranti, in quanto parte attiva della nostra vita sociale ed economica, nonché per sostenere un processo informativo e formativo per il rispetto dei diversi orientamenti sessuali ed identità di genere;
quale sistema di provvedimenti il Governo intenda assumere per contrastare l'ondata di odio omofobico in atto nel paese e se non ritenga di dover estendere l'efficacia delle disposizioni del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, la così detta Legge Mancino, integrando le fattispecie discriminatorie ivi sanzionate, includendovi quelle relative all'odio motivato dal differente orientamento sessuale della vittima ovvero dalla identità di genere.
(2-00019)
«Concia, Madia, Meta, Morassut, Verini, Bachelet, Argentin, Coscia, Sereni, Beltrandi, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Bernardini, Mecacci, Zamparutti, Pompili, Tocci, Causi, Giachetti».

Interrogazione a risposta orale:

VOLONTÈ. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la decisione del Governo di aprire uno dei siti per la raccolta di rifiuti nel

quartiere napoletano di Chiaiano ha scatenato la protesta dei residenti, nel corso della quale si sono verificati anche incidenti e scontri con le Forze dell'Ordine;
tra i partecipanti ai tumulti anti-discariche, si è registrata la presenza di personaggi legati ad ambienti della sinistra estrema e dei centri sociali come Oreste Scalzone e Francesco Caruso;
secondo quanto riportato dal Corriere della Sera del 26 maggio, l'ex leader storico di Autonomia Operaia temerebbe una evoluzione violenta della situazione e che «..o si piega la testa o si risponde con la guerra alla guerra» -:
se non ritenga di accertare il ruolo di «capipopolo» della protesta che si sono ritagliati i due esponenti dalla sinistra estrema e dei centri sociali, ed in particolare, di verificare se tale presenza sia collegabile ad un disegno estraneo alla rivolta e mirato ad iniziative contro lo Stato;
se abbia riscontrato la presenza di altri soggetti estranei alla protesta.
(3-00014)

Interrogazioni a risposta scritta:

BERTOLINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
mercoledì 21 maggio 2008 è apparsa, sui quotidiani modenesi, la preoccupante notizia secondo cui alcune lettere anonime, a scopo di estorsione, sarebbero state recapitate contemporaneamente a più di 15 professionisti della provincia di Modena;
queste missive, fatte pervenire ad avvocati, imprenditori e direttori di banca, contengono frasi dal tono inconfutabilmente estorsivo. I taglieggiatori, nei messaggi minatori, esordiscono con un avvertimento «leggi attentamente», seguito dalla descrizione delle abitudini di vita e di lavoro dei destinatari e delle loro famiglie; passano poi alla richiesta di pagamento di 10-20 mila euro e concludono con la frase «per il vostro bene»;
in alcuni casi, i malviventi hanno recapitato anche un secondo messaggio intimidatorio a chi non ha mostrato preoccupazione dopo l'arrivo del primo, descrivendo alle vittime quali sarebbero state le conseguenze di un eventuale rifiuto a pagare;
la Procura di Modena ha immediatamente aperto un fascicolo d'inchiesta contro ignoti, per comprendere la matrice ed i responsabili di queste intimidazioni inquietanti;
negli ultimi mesi il territorio modenese risulta essere preso di mira dalla malavita organizzata. Il 1o aprile 2008 le Forze dell'ordine hanno sgominato un'organizzazione di stampo camorristico che operava estorsioni ai danni di imprese edili -:
se siano a conoscenza dei fatti come sopraesposti e se vi siano ulteriori e nuove circostanze di cui ritengano opportuno mettere al corrente la Camera dei deputati;
se vi siano segnali di pericolose ramificazioni di criminalità organizzata nel territorio modenese, che è sempre stato immune da questo tipo di problema e, in caso affermativo, quali siano le iniziative del Governo per risolvere questo problema;
se il Ministro dell'interno abbia intenzione di incrementare il numero degli addetti alla pubblica sicurezza, operanti a Modena, in ossequio al patto per «Modena Sicura», stipulato tra il Comune e il precedente Governo, che però non ha tenuto fede ai propri impegni.
(4-00193)

OSVALDO NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da qualche tempo è invalsa l'abitudine, da parte di molti sindaci italiani, di partecipare a manifestazioni di protesta indossando la fascia tricolore;
abbiamo potuto assistere a questo uso improprio della fascia, diventato ormai una prassi, durante le varie manifestazioni NO-TAV, in quelle contro il nucleare e anche durante i cortei organizzati a Napoli per il problema rifiuti;
i sindaci sono i rappresentanti della Nazione a livello locale e ricevono, in virtù di questa loro rappresentanza, la fascia tricolore che è il simbolo dell'Istituzione e dei valori nazionali che essa rappresenta. Per questo essa non può essere utilizzata per imporre delle idee private e per fare opposizione ad altre istituzioni nazionali -:
se il Ministro in indirizzo non ritenga di ribadire la necessità di applicare correttamente le disposizioni che regolano l'utilizzo della fascia tricolore precisando altresì quando essa va utilizzata e quando ne è proibito l'uso, visto l'alto valore simbolico che essa rappresenta per la Nazione e i cittadini.
(4-00196)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
l'applicazione delle leggi concernenti il diritto allo studio nelle varie Regioni pur nella consapevolezza dell'autonomia delle medesime nel settore summenzionato, pone il problema del dovere dello Stato di garantire ai cittadini la fruizione di diritti essenziali quali vitto, alloggio, trasporti e libertà di scelta del percorso educativo non tanto dal punto di vista quantitativo ma in particolare nell'ottica di poter usufruire di un diritto essenziale che non può essere appannaggio degli abitanti di alcune regioni e non di altre;
esistono infatti Regioni come la Lombardia e il Veneto che hanno stanziato per l'anno scolastico 2007/08 cifre significative a favore delle famiglie che iscrivono i figli alle scuole paritarie, 46 e 20 milioni di euro rispettivamente, a fronte di altre, quali l'Emilia Romagna, che hanno stanziato poco più del 2 per cento su una cifra di 19 milioni di euro e altre ancora in cui non esiste alcun intervento in questa essenziale materia;
i cittadini e le famiglie che intendano ricorrere a strutture scolastiche ed educative non statali e non comunali devono sostenere in proprio i relativi costi, dopo avere peraltro contribuito a pagare, a beneficio altrui, i costi della scuola statale e comunale;
le leggi regionali approvate da alcune regioni, come sopra riportato, costituiscono finalmente un passo avanti nel riconoscimento del ruolo oggettivo di servizio pubblico svolto da strutture educative private mentre la normativa adottata recentemente in altre Regioni rimane ancorata ad una concezione pubblicistica e totalizzante della scuola muovendosi nel solco di una logica ormai superata che non si può e non si vuole abbandonare;
pur nel riconoscimento dell'autonomia piena delle regioni di regolamentare questo importante settore, occorre, a parere dell'interpellante, riconoscere che l'attuale situazione vede la convivenza di sistemi scolastici aperti al privato sociale o caratterizzati da un arroccamento sul ruolo del pubblico, determinando così situazioni di notevole disparità fra i cittadini di uno stesso Stato;
un sistema educativo così concepito non costituisce sicuramente una risposta alle legittime aspettative degli studenti e delle loro famiglie di poter contare su di un quadro normativo omogeneo con standard minimi uguali per tutti e quindi di potere scegliere in assoluta libertà;

l'interpellante rileva altresì che, se è vero comunque che un sistema come quello italiano imperniato sul primato del pubblico statale non può essere cambiato dall'oggi al domani, stante anche la dimensione quantitativa dei docenti statali (circa un milione), è altrettanto vero che possono essere intrapresi alcuni passi, aumentando con iniziative urgenti e tempestive i fondi per le scuole paritarie che, partendo dallo spirito della legge n. 62 del 2000 favoriscano il sorgere di una autentica parità scolastica basata sulla competizione di modelli formativi diversi, nell'ambito ovviamente dei principi stabiliti dall'ordinamento scolastico italiano e scelti dalle famiglie sulla base della qualità dell'insegnamento e dei valori trasmessi;
infine, a parere dell'interpellante, occorre che il Governo ripensi la sua politica scolastica favorendo un maggior pluralismo educativo nel sistema scolastico italiano finora ingessato in ottuso statalismo burocratizzato e spesso incapace, in mancanza di alternative, di dare serie prospettive di crescita culturale alle giovani generazioni -:
se non ritenga opportuno, senza ledere l'autonomia regionale, una qualche forma di intervento che definisca i livelli minimi essenziali validi per tutto il territorio, trattandosi del diritto allo studio riconosciuto diritto essenziale che deve essere garantito su tutto il territorio nazionale mentre, in alcune Regioni, come l'Emilia Romagna, secondo l'interpellante, i cittadini sono privi di ogni garanzia nel fruire di questo diritto.
(2-00020)«Garagnani».

Interrogazione a risposta in Commissione:

CAPARINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale 18 novembre 2005, n. 85 consente ai docenti non abilitati che abbiano prestato 360 giorni di servizio, entro il 6 giugno 2004, la frequenza di «corsi speciali» per il conseguimento dell'abilitazione o idoneità all'insegnamento;
detti «corsi», previsti per le classi di concorso, tabelle A e D del decreto ministeriale 39 del 1998 e per l'ambito disciplinare 3, sono istituiti dalle Università degli Studi e dalle Accademie delle Belle Arti;
l'iscrizione ai candidati è garantita con riserva alle graduatorie permanenti, la cui apertura è stata prevista alla fine dell'anno accademico 2005-2006;
la conclusione dei «corsi» è avvenuta nell'estate del 2007, in tempo utile per lo scioglimento della riserva, ai fini dell'inserimento a pieno titolo nella graduatoria permanente, in modo che i corsisti potessero essere potenziali destinatari di contratto a tempo indeterminato;
il bando per l'immatricolazione in Lombardia, uscito il 24 novembre 2006, aveva fissato il termine di detti corsi in date che oscillano fra novembre 2007 e giugno 2008, rispetto al termine che altre università, quali quella di Messina, Reggio Calabria, Bari, Genova, nonché le università Piemontesi, avevano fissato per giugno 2007;
i bandi istitutivi dei Corsi in parola presso le università della regione Lombardia, non hanno garantito a tutti la frequenza, lasciando esclusi, a tutt'oggi, la scuola dell'infanzia e la scuola primaria, nonché molte classi di concorso della scuola secondaria di I e II grado (ad esempio la A029 e la A030). Inoltre, i «corsi» sono concentrati in poche sedi decentrate (per esempio Milano-Pavia o Milano-Cremona), e in orari poco compatibili con l'attività lavorativa d'insegnamento, a meno di assentarsi ogni giorno dal servizio;
la tassa d'immatricolazione per la frequenza dei «corsi» in Lombardia è tra le più alte d'Italia, 2.600 euro rispetto ai 1.250 euro di Reggio Calabria, ai 1.400

euro della Campania, ai 1.750 euro di Messina, ai 1.900 euro delle Marche, ai 2000 euro di Perugia e Roma Tre;
alcune università lombarde non avrebbero dato luogo all'inizio delle lezioni dei «corsi», e taluni uffici scolastici provinciali, in deroga alla circolare del 30 agosto 2006 della direzione regionale Lombarda, avrebbero negato la concessione del nulla-osta a chi preferiva frequentare il «corso» in una regione limitrofa;
la frequenza dei corsi sarebbe stata comunque resa difficile o resa impossibile oltre che dalle suddette condizioni logistiche, anche dal rifiuto delle università Lombarde di tenere parte dei corsi in modalità on-line o in videoconferenza;
gli specializzandi delle citate regioni potranno quindi terminare in tempo utile il corso abilitante, ai fini del loro inserimento nelle graduatorie permanenti, con la chance di trasferirsi in Lombardia, assorbendo la quota delle nomine di ruolo, cui avrebbero potuto aspirare i corsisti lombardi -:
quali procedure intenda attivare per eliminare le gravi discriminazioni operate nei confronti dei corsisti lombardi in parola (attualmente in servizio nella scuola) rispetto ai corsisti di altre regioni d'Italia, anche al fine di ristabilire il principio d'eguaglianza.
(5-00037)

Interrogazione a risposta scritta:

DE POLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
prima della legge finanziaria 2007 gli uffici scolastici provinciali, ed in particolare il Centro Servizi Amministrativi Provinciale (C.S.A), disponevano il contributo per le spese di funzionamento degli Istituti Comprensivi in base al numero degli alunni, l'organico e la complessità dell'istituzione scolastica;
il suddetto contributo doveva servire a coprire:
a) le spese per il funzionamento con le quali la scuola provvede all'acquisto di carta, cancelleria, noleggio fotocopiatore, assistenza ai computer, assicurazione contro il furto, spese postali, spese bancarie eccetera (contributo in genere insufficiente a coprire tali spese);
b) le spese per il personale, che il C.S.A. provvedeva ad erogare, su richiesta mensile e trimestrale della scuola, secondo le seguenti voci: stipendi ai supplenti temporanei, oneri su stipendi a carico dell'Amministrazione, compensi accessori al personale, oneri su compensi accessori a carico dell'Amministrazione;
tutti questi finanziamenti provenivano dalla Direzione Regionale del Veneto e tramite i C.S.A., venivano distribuite alle scuole;
per ulteriori tipologie di spesa, come ad esempio la mensa gratuita dei docenti, la Direzione Regionale disponeva un monitoraggio su tutte le scuole per il successivo rimborso agli Enti locali di pertinenza;
si è riscontrato che negli ultimi anni i contributi che le scuole ricevevano dalla Direzione attraverso i C.S.A. erano spesso insufficienti alle reali esigenze e non corrispondevano alle spese effettivamente sostenute;
con l'entrata in vigore della Legge Finanziaria 2007 il sistema di erogazione dei Finanziamenti è cambiato;
il Ministero attribuisce direttamente alle istituzioni scolastiche le risorse finanziarie per la gestione amministrativa e didattica e non più tramite le Direzioni Regionali e i C.S.A.;
la dotazione per l'anno 2007 è stata determinata sulla base dei criteri stabiliti dal decreto ministeriale n. 21 del 2007 che tiene conto dei seguenti dati dimensionali e di struttura della scuola:
a) tipologia di istituto;
b) sedi aggiuntive;
c) popolazione scolastica;

d) numero di alunni diversamente abili;
e) supplenze brevi e saltuarie;
f) compensi al personale per il miglioramento dell'offerta formativa;
i finanziamenti ministeriali provengono da due fondi:
a) fondo per le competenze dovute al personale delle istituzioni scolastiche (supplenze temporanee), con esclusione delle spese per stipendi del personale a tempo indeterminato e determinato;
b) fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche;
questo nuovo sistema solleva notevoli problemi:
a) per quanto riguarda il finanziamento degli stipendi, il Ministero, prima di rimborsare alla scuola le somme anticipate, effettua un monitoraggio e solo a seguito di tale monitoraggio vengono liquidati all'istituzione scolastica gli importi richiesti, ma nel frattempo la scuola deve assicurare lo stipendio ai dipendenti e pagare le ritenute entro i termini di legge per non incorrere in sanzioni. I finanziamenti ministeriali vengono erogati in quattro rate e pertanto la scuola deve fronteggiare le spese con anticipo di cassa. Questo genera notevoli disagi operativi (costante ricerca delle risorse necessarie ed oggettiva difficoltà a garantire i servizi) e consistenti spese bancarie;
b) a ciò si aggiunge che il budget ministeriale è insufficiente e non soddisfa le reali esigenze della scuola, soprattutto per quanto riguarda le spese di funzionamento che incidono notevolmente sul bilancio della scuola ma che sono sicuramente indispensabili per garantire il buon andamento dell'Istituzione scolastica -:
se e come il Governo intenda rivedere il meccanismo di erogazione dei finanziamenti agli Istituti Comprensivi, per evitare che una procedura farraginosa e burocratica comporti pesanti disagi operativi alle istituzioni scolastiche, con conseguente riduzione della capacità di erogare servizi, causando, inoltre, consistenti spese supplementari che alla fine ricadono sui cittadini, a solo vantaggio degli istituti bancari;
se e come intenda aumentare le risorse a disposizione degli Istituti Comprensivi, affinché coprano i reali costi da essi sostenuti, evitando che siano costretti a chiedere contributi ai genitori ed agli Enti Locali per coprire spese di funzionamento che sono a carico dell'Amministrazione statale e che, quindi, i cittadini hanno già pagato.
(4-00181)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministro delle politiche agricole e forestali, per sapere - premesso che:
ad ottobre del 2005 è stato ultimato il trasferimento della sede dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) da Bruxelles a Parma, città individuata dal Consiglio europeo quale sede permanente dell'organismo scientifico destinato a fornire pareri scientifici indipendenti relativamente alle questioni inerenti la sicurezza alimentare;
il regolamento istitutivo, approvato il 28 gennaio 2002 dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo, stabilisce i principi ed i requisiti di base del diritto alimentare e assegna all'EFSA il compito di costruire e coordinare una rete in grado di realizzare una stretta collaborazione con le autorità nazionali che operano nello stesso campo;
da ciò è discesa la necessità di attivare le procedure per la costituzione di una Autorità per la sicurezza alimentare

in Italia, organismo scientifico indipendente, sebbene funzionalmente collegato al Ministero della salute;
nei primi mesi del 2005 è stato costituito a Foggia il Comitato tecnico-istituzionale per la strutturazione e il sostegno della candidatura del capoluogo della Capitanata a sede dell'Autorità stessa. Coordinati dalla Provincia di Foggia, ne fanno parte o ne condividono l'operato: l'Università degli studi di Foggia, la Camera di commercio di Foggia, tutti gli enti locali, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e gli enti di ricerca che operano nel territorio foggiano;
nel maggio del 2005 è stato costituito il Comitato scientifico incaricato di strutturare la proposta del territorio al Governo, proposta ufficializzata il 13 settembre 2005 nel corso di un incontro tra i rappresentanti delle istituzioni locali e l'allora ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali, onorevole Gianni Alemanno;
con il decreto interministeriale 26 luglio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 231 del 4 ottobre 2007, l'allora Ministro della salute, Livia Turco, d'intesa con l'allora Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, ha istituito, presso il Ministero della salute, il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare: organo tecnico consultivo, destinato ad agire in stretta collaborazione con l'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), cui è affidato il compito di offrire la propria consulenza tecnico-scientifica alle Amministrazioni che si occupano di gestione del rischio in materia di sicurezza alimentare ed a formulare pareri scientifici, su richiesta del Comitato strategico di indirizzo, delle amministrazioni centrali e delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano;
l'articolo 2, comma 356, della legge finanziaria per il 2008 prevede che il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare assuma la denominazione «Autorità nazionale per la sicurezza alimentare» e si avvalga di una sede referente operante nella città di Foggia;
per lo svolgimento delle attività e il funzionamento della sede di Foggia, la stessa legge finanziaria autorizza lo stanziamento, a favore del Ministero della salute, di un contributo di 2,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 e di 1,5 milioni di euro per l'anno 2010;
l'articolo 11 del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, (cosiddetto «milleproroghe») prevede che la predetta Autorità nazionale per la sicurezza alimentare, a decorrere dal 15 gennaio 2008, si trasformi in Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, con sede in Foggia, fermo restando lo stanziamento di 2,5 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009 e di 1,5 milioni di euro per l'anno 2010;
lo stesso articolo 11 rinviava ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, la definizione delle norme per l'organizzazione, il funzionamento e l'amministrazione dell'Agenzia;
la candidatura di Foggia a sede dell'Authority nazionale per la sicurezza alimentare è fondata su alcuni pilastri: la rilevanza della produzione agricola e agroalimentare; la presenza di centri di formazione e di ricerca di eccellenza che operano nel settore agricolo e agroalimentare;
la produzione agricola foggiana è pari a quella dell'intero Molise o dell'intera Basilicata;
sul fronte agroalimentare, Foggia ospita il più importante pastificio del gruppo Barilla, dopo quello storico di Parma, e si appresta ad ospitare il piú grande impianto di trasformazione di pomodoro del Sud dell'Italia;
lo sviluppo della filiera agricola è stato sollecitato o assecondato dai centri di

ricerca, alcuni dei quali storici, presenti nel territorio provinciale: l'Istituto sperimentate per la cerealicoltura, l'istituto per le colture foraggere, l'istituto sperimentale per la zootecnia, l'Istituto zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basificata, il Lachimer (laboratorio chimico merceologico della Camera di commercio), l'Istituto per lo studio degli ecosistemi costieri del CNR di Lesina; il Servizio igiene e prevenzione dell'Asl FG/3;
all'interno dell'Università di Foggia, grazie, anche alla presenza della Facoltà di agraria, si sono inoltre sviluppate strutture di assoluto rilievo in campo scientifico: il Biopolo dauno e il Centro di ricerca interdisciplinare Bioagromed;
la Regione Puglia ha individuato nella provincia di Foggia la sede ideale per il Distretto agroalimentare regionale, destinato alla promozione dell'innovazione in agricoltura;
a seguito della recente adozione, da parte del Consiglio dei ministri, del decreto recante misure urgenti in materia fiscale, a parere del Ministro dell'economia, Giulio Tremonti, si profila la necessità di operare tagli agli stanziamenti previsti dalla legge finanziaria per il 2008 e dal decreto «milleproroghe» per garantire la copertura di spesa, in particolare, alla riduzione dell'imposta comunale sugli immobili -:
se il Governo intenda confermare l'istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare;
se i Ministri interpellati intendano confermare l'indicazione di Foggia quale sede dell'Agenzia stessa;
se sia vero che le risorse finanziarie, destinate dal Governo Prodi per il funzionamento dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare con sede a Foggia, sono state destinate ad assicurare la copertura di spesa prevista per il decreto recante misure urgenti in materia fiscale, emanato dal Governo Berlusconi.
(2-00021)
«Bordo, Antonino Russo, Berretta, Causi, Gianni Farina, Siragusa, Bossa, Picierno, Graziano, De Biasi, Lo Moro, Bindi, Miotto, Servodio, Melandri, Duilio, Leoluca Orlando, Giulietti, Messina, Piffari, Scilipoti, Zazzera, Di Giuseppe, Pisicchio, Schirru, Rampi, Bellanova, Giorgio Merlo, D'Antoni, Realacci, De Micheli, Capodicasa, Zampa, Bocci, Brandolini, Gozi, Margiotta, Giovanelli, Iannuzzi».

Interrogazioni a risposta scritta:

ANNA TERESA FORMISANO, CIOCCHETTI e RAO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
con una comunicazione del 17 dicembre 2007, il Direttore Generale della Fondazione Santa Lucia - Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), Ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione per la riabilitazione neuromotoria, evidenziava «la situazione di estremo disagio della Fondazione stessa, a causa della ormai cronica inadempienza della Giunta Regionale del Lazio, nei rimborsi per i ricoveri e le prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate in convenzione nell'ultimo triennio»;
nel triennio 2005-2007 sono state decurtate all'IRCCS Fondazione Santa Lucia 19 milioni di euro, equiparando, di fatto, l'istituto a carattere scientifico ad una casa di cura privata convenzionata mettendo cosi a repentaglio non solo i livelli occupazionali, ma anche la stessa sopravvivenza della struttura con grave pregiudizio per l'offerta di assistenza ai cittadini;
la Fondazione Santa Lucia - IRCCS, è classificata come struttura ad alta specializzazione assistenziale «CODICE 75», di fatto e di diritto equiparata alle strutture

pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale come ribadito da una sentenza della Corte Costituzionale e da una decisione del Consiglio di Stato ed è una struttura di eccellenza nel campo della neuro-riabilitazione in Italia ed un centro di rilievo internazionale per la ricerca scientifica nel campo delle neuroscienze;
il ruolo e la funzionalità della sanità pubblica devono essere privilegiati, puntando sull'integrazione funzionale, da un lato fra strutture pubbliche e quelle ad esse equiparate (IRCCS, ospedali classificati), come nel caso dell'IRCCS Fondazione Santa Lucia, e dall'altro quelle private accreditate;
l'Assemblea dei lavoratori della Fondazione Santa Lucia e le organizzazioni sindacali RSA Fp Cgil, Cisl Fp. un Fpl, ADONP, RSM e CIMOP, hanno denunciato nel corso di una Assemblea il 5 febbraio 2008, il grave stato di crisi economica in cui versa l'IRCCS Fondazione Santa Lucia, auspicando da parte delle autorità preposte un atteggiamento improntato al mantenimento degli abituali livelli di assistenza che storicamente la struttura garantisce alla particolare utenza, fortemente bisognosa di cure e riabilitazione in tempi e modalità certe e qualitativamente adeguate;
i vertici ed i rappresentanti sindacali dell'IRCCS Fondazione Santa Lucia sono stati ricevuti ed ascoltati più volte dai competenti organi regionali, anche dallo stesso Presidente della Regione Lazio, e da ultimo, il 12 maggio 2008, dall'Assessore alla Sanità, ricevendo negli svariati incontri continue rassicurazioni per la soluzione tempestiva delle problematiche economiche e finanziarie dell'IRCCS, che invece ad oggi hanno trovato solo un limitato e parziale riscontro;
il 13 maggio 2008 i vertici ed i rappresentanti sindacali dell'IRCCS Fondazione Santa Lucia sono stati ascoltati, anche dal Presidente della Commissione Consiliare Sanità della Regione Lazio e dal Presidente del Consiglio Regionale che hanno manifestato la propria solidarietà e di tutti i commissari presenti e preso un impegno, anche con iniziative straordinarie presso l'assessorato alla Sanità, per onorare gli impegni presi dalla Commissione e suffragati dalla volontà politica unanime di maggioranza e opposizione;
l'articolo 32 della Costituzione definisce la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, ed ancora, il dettato costituzionale, all'articolo 117, comma 2, lettera m), attribuisce alla competenza legislativa esclusiva dello Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, e al comma 3, attribuisce alla competenza legislativa concorrente la tutela della salute;
la legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006, articolo 1, comma 796, lettera a) ed il nuovo «Patto per la salute» firmato il 22 settembre 2006 tra Governo-Regioni-Province autonome di Trento e Bolzano (punto 1.1) hanno avuto come obiettivo quello di «controllare» la spesa sanitaria e «sostenere» azioni necessarie a sviluppare la qualità delle prestazioni sanitarie, provvedendo altresì a finanziare l'intero sistema nazionale con importi annualmente ripartiti tra le Regioni;
per il triennio 2007-2009 è stato istituito un «Fondo transitorio» riservato alle Regioni con disavanzo pari o superiore al 7 per cento e che abbiano sottoscritto un accordo con il Ministero della salute e con il Ministero dell'economia e delle finanze che contenga: un piano di rientro del deficit sanitario regionale finalizzato al raggiungimento entro il 2010 dell'equilibrio economico e finanziario;
la legge finanziaria del 2007, articolo 1, comma 796, lettera b), ultimo periodo, e comma 878, disciplina l'attività di affiancamento delle Regioni impegnate nei piani di rientro dalle situazioni di disavanzo strutturale per ciascuna delle quali è previsto un Nucleo di affiancamento, composto da un rappresentante del Ministero della salute, un rappresentante del

Ministero dell'economia e delle finanze e un rappresentante della Conferenza delle regioni;
l'accordo sul ripianamento del debito nella sanità tra Governo e Regione Lazio firmato il 28 febbraio 2007 prevede 2,3 miliardi di euro a fondo perduto oltre a un prestito trentennale a interessi zero con rate di 310 milioni di euro l'anno per coprire il grande deficit sanitario, prevedendo così un aiuto cospicuo a favore di una regione in difficoltà. Inoltre, tale contributo dello Stato è stato subordinato alla realizzazione del Piano, così come la verifica dell'attuazione del Patto per la salute è stata attribuita all'attività del «nucleo di affiancamento»;
nonostante ciò, si registrano sul territorio nazionale situazioni di estremo disagio, analoghe a quelle denunciate dalla Fondazione Santa Lucia, a causa di inadempienze da parte di alcune Regioni nei rimborsi per prestazioni e ricoveri;
inoltre la delibera della Giunta Regionale del Lazio, n. 1050 del 28 dicembre 2007, recante il «riparto tra le Aziende Sanitarie Locali del Lazio delle risorse disponibili a valere sul Fondo Sanitario Regionale per l'anno 2008» evidenzia l'assegnazione dei finanziamenti alle strutture private per gli interroganti senza l'adozione di criteri di qualità ed escludendo da tale riparto la Fondazione Santa Lucia i cui finanziamenti risultano di gran lunga inferiori rispetto a quelli erogati a strutture di riabilitazione e degenza meno attrezzate e qualificate;
un intervento sarebbe pertanto necessario anche al fine di evitare un aumento del contenzioso legale sia in sede amministrativa che civile, che potrebbe discendere anche da tale delibera -:
quali urgenti iniziative intendano adottare al fine di tutelare il diritto dei pazienti ad essere curati in una struttura specializzata per il trattamento di gravi e complesse patologie, garantendo alla Fondazione Santa Lucia, quale istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e punto di eccellenza nella riabilitazione neuromotoria, il riconoscimento di una tariffa di remunerazione in funzione della sua qualificazione nonché ad i suoi maggiori requisiti, strutturali, tecnologici, organizzativi e di ricerca;
se non ritengano opportuno intervenire in tempi rapidi per salvaguardare l'equilibrio economico e finanziario della Fondazione Santa Lucia a garanzia dei livelli di assistenza e di cura dei cittadini, nonché a garanzia dei livelli occupazionali dell'Istituto.
(4-00186)

BERTOLINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la regione Emilia Romagna, in riferimento alla campagna vaccinale in corso per la prevenzione del Papilloma Virus, responsabile dell'insorgenza del tumore al collo dell'utero, avrebbe optato per la somministrazione, a tutte le bambine nate nel 1997, del vaccino bivalente, anziché per la somministrazione del vaccino tetravalente, come previsto dal Ministero della salute;
tale decisione della regione Emilia Romagna sarebbe legata al fatto che la ditta fornitrice del vaccino bivalente avrebbe vinto la gara d'appalto indetta dalla regione stessa;
il vaccino bivalente, come conferma la lettera inviata a tutte le famiglie delle ragazze residenti in Emilia Romagna e nate nel 1997, agirebbe nei confronti di due soli sierotipi di Papilloma Virus;
il vaccino tetravalente agirebbe invece contro 4 ceppi di virus e contro i condilomi, malattia sessualmente trasmessa benigna, ma di difficile risoluzione;
all'inizio della campagna vaccinale il Ministro della salute Livia Turco aveva provveduto a spedire una lettera informativa alle bambine nate nel 1997, in cui informava che sarebbe stata offerta la vaccinazione contro il Papilloma Virus, usando il vaccino tetravalente;

in tutti i Paesi europei sarebbe stato adottato il vaccino trivalente;
il vaccino tetravalente costerebbe 188 euro e il bivalente 155 euro e verrebbe fornito gratuitamente alla fascia di popolazione avente diritto;
sembra evidente come la decisione della regione Emilia Romagna contrasti con gli indirizzi assunti dal Ministero della salute, con la prassi adottata a livello europeo e ponga, di fatto, una parte della popolazione alla quale è stato somministrato il vaccino bivalente, in condizione di minore copertura rispetto alle ragazze alle quali viene somministrato il vaccino tetravalente;
appare grave e preoccupante il fatto che la regione Emilia Romagna abbia optato per la somministrazione del vaccino bivalente, anziché per quella del vaccino tetravalente;
risulta assolutamente necessario ed opportuno sottoporre tutte le giovani che ne hanno diritto alla somministrazione del vaccino trivalente;
nell'Ausl di Modena la vaccinazione è iniziata il 5 maggio scorso e risulta all'interrogante che da tale data ad oggi sarebbero state notate reazioni avverse, tra cui febbre elevata e cefalea, solitamente non previste;
il tumore al collo dell'utero colpisce ogni anno migliaia di donne in Italia e circa 200 donne all'anno in Emilia-Romagna -:
se il Ministro sia a conoscenza del fatto che la campagna di vaccinazione in corso quest'anno per la prevenzione del Papilloma Virus, organizzata dalla regione Emilia Romagna a seguito dell'intesa fra Stato e regioni, preveda la somministrazione del vaccino bivalente anziché di quello tetravalente e, in caso affermativo, se risultino le ragioni alla base di tale scelta;
se possa confermare che la decisione della regione Emilia Romagna sia in contrasto con gli indirizzi ministeriali e dunque esponga potenzialmente tutte le ragazze nate nel 1996 e nel 1997, e coinvolte quest'anno nella campagna di vaccinazione, a maggiori rischi rispetto alle loro coetanee alle quali verrà somministrato il vaccino tetravalente;
quante siano le giovani emiliano-romagnole coinvolte quest'anno nella campagna di vaccinazione e a quante di queste sia già stato somministrato tale vaccino;
se sia a conoscenza delle anomale conseguenze riscontrate su numerosi soggetti sottoposti alla vaccinazione in provincia di Modena e se queste siano connesse alla somministrazione del vaccino bivalente;
quale sia il tipo di vaccino che viene somministrato nelle altre regioni d'Italia;
se, visto che l'asta per il vaccino viene indetta anno per anno, intenda in futuro assumere le necessarie iniziative, in particolare in sede di conferenza Stato-regioni affinché le regioni optino esclusivamente per la somministrazione del vaccino tetravalente.
(4-00194)

...

POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI

Interrogazione a risposta orale:

MIGLIORI. - Al Ministro delle politiche agricole e forestali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
è in atto sul piano mediatico internazionale una opera di disinformazione circa una inchiesta in corso da parte della Magistratura senese nei confronti del rispetto rigoroso dell'attuale disciplinare delle produzioni del vino Brunello di Montalcino con perniciose conseguenze per i produttori, l'agricoltura e la filiera commerciale connessa;
in particolare, si adombrano indirettamente insussistenti «adulterazioni» e «sofisticazioni» in parte all'origine della

ventilata volontà del Governo statunitense addirittura di bloccare in quel paese le esportazioni del Brunello -:
quali iniziative straordinarie di informazione e sostegno si intendano assumere in merito.
(3-00013)

Interrogazione a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
in data 7, 8 e 9 maggio 2008 si sono svolte a Roma le prove di concorso per il grado di «Vice-ispettore» del Corpo forestale dello Stato, concorso che non si teneva da ben 11 anni ed era molto atteso all'interno del Corpo;
hanno chiesto di partecipare al concorso circa 1.800 aspiranti - tutti già dipendenti del Corpo - ciascuno dei quali ha dovuto affrontare una prima prova consistente nella soluzione di 60 quiz le cui risposte dovevano essere fornite nel tempo massimo di 50 minuti;
per raggiungere il livello di «idoneità» alla prova successiva (livello raggiunto o superato da circa 700 concorrenti) occorreva ottenere il punteggio minimo di 21/30, ovvero rispondere in modo corretto a 42 risposte su 60;
il punteggio raggiunto nella prova dei quiz è sostanzialmente fondamentale per superare le prove successive dato che i posti in disponibilità sono soltanto 182;
da un esame dei 50 concorrenti che hanno raggiunto o superato il punteggio di 28/30 appaiono alcune anomalie, ovvero che ben 32 di essi hanno sede di lavoro in Roma, molti negli uffici dell'Ispettorato generale, mentre altri 8 hanno sede di lavoro in Calabria e solo dieci complessivamente hanno sede di lavoro nel resto d'Italia;
in particolare nessun candidato è stato selezionato con questa votazione in regioni intere come Lombardia, Piemonte, Emilia e Liguria;
appare invero singolare questo risultato (assurdo dal punto di vista della logica e della statistica) che infatti ha sollevato comprensibili proteste da parte di molti sindacati -:
se siano stati effettuati i dovuti controlli precedentemente e successivamente alla data del concorso per accertare che i testi dei quiz non sano stati resi pubblici a «nicchie» di personale, come apparirebbe dall'esame dei risultati;
se non si ritenga di dover sospendere il concorso per appurare il perché vi sia stato questo anomalo risultato delle prove;
perché - come già altre volte suggerito dall'interrogante - i posti disponibili non siano assegnati sulla base di concorsi regionali od interregionali al fine di garantire una equilibrata distribuzione del personale su tutta Italia tenuto anche conto del fenomeno successivo a concorsi di questo tipo ovvero la richiesta di continui trasferimenti di personale dalle sedi assegnate alle zone di residenza con conseguente carenza di personale in alcune regioni d'Italia ed inutile quanto costoso sovraffollamento in altre, come ben a conoscenza di codesto Ministero.
(4-00184)

...

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il 27 dicembre del 2000 veniva indetto un concorso per «Operatori del Corpo Forestale dello Stato»;
a seguito dei numerosi blocchi delle assunzioni stabiliti dal Ministero dell'economia

e delle finanze i vincitori, e non gli idonei, sono stati assunti fino al 2 novembre del 2005;
altri concorsi banditi dal Corpo Forestale dello Stato hanno visto gli idonei assunti nel corso degli anni a differenza di quello per Operatori;
il Corpo Forestale chiede regolarmente alla Funzione pubblica l'autorizzazione all'assunzione degli idonei, circa 166, stante la perdurante e cronica carenza di personale nel suddetto ruolo;
enti e istituzioni statali continuano a bandire nuovi concorsi per pari qualifiche e funzioni, e non si capisce la ragione economica e di bilancio che impedisce alla Funzione pubblica di autorizzare l'assunzione di questi idonei -:
se il Ministro interrogato intenda autorizzare l'assunzione degli idonei al concorso per Operatori del Corpo Forestale dello Stato.
(4-00179)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:

BURTONE, BERRETTA e SAMPERI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito del polo industriale ad alta tecnologia di Catania da tempo si attende l'avvio della produzione delle memorie flash su dimensione 12 pollici;
lo stabilimento, denominato M6, che doveva affiancare l'M5 della STM Microlectronics, avrebbe dovuto già essere in funzione;
si parla del 2010 come data di avvio della lavorazione;
l'ultimoincontro avuto tra sindacati e Numonyx, società costituita da STM, Intel e altri partner, che ha competenza per la realizzazione dello stabilimento M6, ha suscitato non poche preoccupazioni tra i lavoratori;
gli accordi tra sindacati e azienda del luglio scorso prevedevano che la nascita del Modulo 6 avrebbe dovuto sostituire alcune linee di produzione che la multinazionale sta spostando in Asia;
detti accordi prevedevano ben 1.000 posti di lavoro e il consolidamento dell'Etna Valley come polo tecnologico d'eccellenza mondiale considerate le produzioni ad alto contenuto d'innovazione;
questo clima d'incertezza sul futuro dell'M6 sta creando non poche preoccupazioni tra i lavoratori, gli operatori economici dell'indotto e il tessuto sociale del comprensorio catanese -:
se il Governo intenda attivare immediatamente un tavolo di ministeriale di confronto tra le parti al fine di tradurre operativamente gli accordi sottoscritti per l'M6;
quali altre misure di sostegno intenda varare per rafforzare il polo tecnologico di Catania.
(3-00011)

Interrogazioni a risposta scritta:

ANNA TERESA FORMISANO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
si apprende da notizie apparse sulla stampa che la Cartiera di Cassino rischia di chiudere se i soci industriali ed il socio bancario Unicredit non torneranno ad investire nella società che nel solo mese di gennaio valeva 52 milioni di euro di fatturato;
da circa un mese infatti lo stabilimento cartaio è in grave crisi di liquidità e la produzione è bloccata;
il 22 maggio è scaduto il termine entro il quale gli istituti di credito, a cominciare da Unicredit, dovrebbero esprimersi su una richiesta di «prestito ponte», mentre il 24 maggio prossimo si è

svolta un'assemblea straordinaria dei soci per decidere il futuro dei circa 1.400 lavoratori del gruppo cartaio Kartogroup, di cui fanno parte i 160 dello stabilimento di Cassino;
nel frattempo la società starebbe cercando nuovi acquirenti e la settimana scorsa si sarebbe concretizzato l'interessamento di un importante gruppo tedesco Wepa;
sarebbe altresì necessario che le banche permettano nuova liquidità, al fine di garantire una continuità della produzione ed evitare ricadute negative sui rapporti con i clienti e i costi di avviamento industriale;
risulterebbe che attualmente i dipendenti abbiano utilizzato tutte le ferie ed i permessi arretrati e siano impegnati nei lavori di pulizie -:
quali iniziative intenda adottare affinché possa essere evitato il blocco totale della produzione del Kartogroup, con la conseguente perdita dei clienti, chiusura degli stabilimenti e licenziamento dei dipendenti, compresi quelli della cartiera di Cassino.
(4-00185)

ZACCHERA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la ditta Cerutti Inox di Premosello Chiovenda (Verbania) ebbe a richiedere una agevolazione finanziaria ai sensi della legge 19 dicembre 1992, n. 488 (14o bando settore industria anno 2002);
essa ha ottenuto un decreto di concessione provvisoria alle agevolazioni n. 124760/23 giugno 2003, ha ultimato gli investimenti previsti il 29 novembre 2005, e ha subito nel 2006 favorevole visita ispettiva della Guardia di finanza;
le è stato concesso un finanziamento di 181.479 euro di cui 25.257 relativi a beni acquistati direttamente ed il resto per beni acquisiti tramite locazione finanziaria;
la ditta ha ricevuto alcuni acconti per un totale di 52.000 euro in più rate, l'ultima il 4 gennaio 2007;
sollecitata la banca concessionaria Italease sul perché della sospensione dei pagamenti, non si sono avute risposte certe se non la richiesta di altri documenti (camera di commercio - antimafia - DURC - copia libro matricola) richiesti e forniti ad inizio 2008;
non si hanno ulteriori notizie della pratica -:
per quali motivi i pagamenti siano stati sospesi considerando, in particolare, che - avendo l'azienda compiutamente adempiuto a tutto quanto le era stato richiesto - questa imprevista interruzione dei versamenti ha comportato evidenti problemi di carattere finanziario all'azienda;
quando si ritiene verranno ripresi i pagamenti;
chi siano i responsabili di tali ritardi.
(4-00198)

...

Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Laboccetta e altri n. 1-00005, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 maggio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Raisi.

Pubblicazione di un atto riformulato.

Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta in Commissione Causi n. 5-00035, già pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 8 del 22 maggio 2008.

CAUSI e BERRETTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
come segnalato dagli organi di informazione e dalle locali amministrazioni, le

operazioni di trivellazione per ricerche petrolifere, nel territorio della Provincia di Ragusa, suscitano notevoli e giustificate preoccupazioni, in ragione della vicinanza della sorgente Sciannacaporale, afferente al bacino principale del fiume Ippari, utilizzata sin dal 1929 per l'approvvigionamento idrico del Comune di Vittoria;
i 5 pozzi realizzati sulla sorgente Sciannacaporale garantiscono più del 70 per cento dell'approvvigionamento idrico della città di Vittoria;
le perforazioni in prossimità dei pozzi rischiano di creare danni incalcolabili sia per la diminuzione di portata della sorgente, a causa di un ulteriore abbassamento della falda, sia per il possibile inquinamento della stessa dai materiali usati per tali operazioni di trivellazione;
della vicenda è già stato investito il Prefetto di Ragusa che ha convocato un apposito incontro con le amministrazioni interessate;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 marzo 2008 è stato prorogato lo stato di emergenza in materia di bonifica e di risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati, nonché in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione nella regione siciliana -:
quali siano i dati a disposizione del Governo con riferimento alle possibili conseguenze delle suddette attività di trivellazione sulle falde acquifere utilizzate per l'approvvigionamento idrico del comune di Vittoria. (5-00035)

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta orale Galletti n. 3-00004 del 20 maggio 2008.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Causi e Berretta n. 5-00035 del 22 maggio 2008 in interrogazione a risposta scritta n. 4-00180.

...

ERRATA CORRIGE

L'interrogazione a risposta scritta Misiani e altri n. 4-00156 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 8 del 22 maggio 2008. Alla pagina 203, seconda colonna, alla riga diciannovesima, deve leggersi: «MISIANI, SANGA e MAURIZIO TURCO -» e non «MISIANI, SANGA e LIVIA TURCO», come stampato.