XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 15 di martedì 10 giugno 2008

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 9,35.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 giugno 2008.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Carfagna, Casero, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fallica, Fitto, Frattini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Meloni, Menia, Miccichè, Molgora, Mura, Osvaldo Napoli, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 9,38).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza contro le donne, anche in considerazione dell'azzeramento del fondo destinato ad un Piano contro la violenza alle donne a seguito del recente decreto-legge in materia fiscale - n. 2-00033)

PRESIDENTE. L'onorevole Lenzi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00033, concernente iniziative di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza contro le donne, anche in considerazione dell'azzeramento del fondo destinato ad un Piano contro la violenza alle donne a seguito del recente decreto-legge in materia fiscale (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

DONATA LENZI. Signor Presidente, l'interpellanza nasce dalla preoccupazione che si è creata intorno all'azzeramento del fondo che era stato destinato alla lotta contro il fenomeno, in continuo aumento, della violenza contro le donne. Ho avuto occasione di leggere la risposta che la Ministra ha dato al Senato nell'occasione in cui è stato trattato analogo argomento, la settimana scorsa, e quindi mi permetto di ricollegarmi a tale risposta, ritenendo che la questione vada affrontata tenendo presente anche quello che nella realtà è già successo.Pag. 2
Il taglio ad un fondo destinato, fin dal titolo, a quello scopo, toglie (pur essendoci la disponibilità di altri finanziamenti) trasparenza all'obiettivo che si voleva tutelare e chiarezza nell'utilizzo dei finanziamenti, e rende meno evidente l'impegno politico in una battaglia che ritengo tutte le donne che sono presenti in questa Aula e nel Parlamento (ciò vale anche per i colleghi) dovrebbero condividere. Si tratta di un fenomeno che sappiamo essere in aumento, che si verifica sia nei luoghi pubblici, sia soprattutto nei contesti familiari, e che presenta diversi aspetti.
Vedo che da parte del Ministro Carfagna vi è un impegno importante sulla questione dello stalking, che rientra comunque all'interno della generale categoria della violenza e della violenza sessuale contro le donne.
Quindi, pur sussistendo la disponibilità di altri finanziamenti, l'impegno che veniva affermato con la costituzione di un fondo ad hoc mi sembra fosse più rilevante e tale da segnare una maggiore assunzione di responsabilità. Una politica che si impegna contro la violenza sessuale nei confronti delle donne non può fermarsi alla pur importante fase della repressione del reato. È importante e necessario che tale fase ci sia, ma questa politica richiede sia interventi di prevenzione, che partono dall'ambito culturale, sia interventi successivi di sostegno nei confronti delle vittime della violenza. A tale riguardo vi è il ruolo dei centri anti-violenza, ai quali - per fortuna dico io - non si rivolge la totalità delle donne, perché nel momento in cui ci si rivolge a tali centri la situazione è particolarmente drammatica e vi è la necessità di tagliare i ponti con la propria vita, che non è più possibile condurre in condizioni di sicurezza. Vi è anche la necessità di garantire una serie di interventi sul piano sanitario, sul piano sociale e sul piano del sostegno giuridico, interventi che richiedono rilevanti investimenti. Anche su questo chiediamo la garanzia che l'impegno si traduca in atti concreti e in politiche concrete.
Sul piano poi della repressione di questi reati - oltre alle nuove proposte di legge - la cronaca degli ultimi giorni mi costringe ad un'ulteriore richiesta. Nell'ambito della prefigurazione di reati di categoria «A», quelli per i quali è possibile ricorrere a tutti gli strumenti di indagine, comprese le intercettazioni, e di reati di categoria «B», nei confronti dei quali il ricorso allo strumento delle intercettazioni è invece proibito, mi permetta di dire che, pur non condividendo questa divisione in generale, almeno si garantisca che nei confronti di stupri, molestie e stalking sia possibile usufruire - su questo chiedo un suo impegno diretto - di tutti gli strumenti di indagine oggi consentiti dalle tecnologie.
Su questo e sul complesso degli impegni che la Ministra vorrà assumere circa l'importante tema che oggi è posto alla sua attenzione, chiedo una risposta.

PRESIDENTE. Il Ministro per le pari opportunità, onorevole Maria Rosaria Carfagna, ha facoltà di rispondere.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per le pari opportunità. Signor Presidente, onorevoli colleghi, pur confermando che il decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, ha azzerato il Fondo specifico, pari a 20 milioni di euro, destinato al piano contro la violenza alle donne, va chiarito in premessa che tale dotazione finanziaria era aggiuntiva a quella del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Quest'ultimo Fondo - ribadisco - non è stato ridotto e ribadisco ancora che con esso è possibile realizzare un ampio spettro di politiche per i diritti e le pari opportunità tra cui, naturalmente, in primis, anche azioni di contrasto alla violenza sulle donne.
Al Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, la legge finanziaria per il 2007 ha assegnato, per gli anni 2007- 2008- 2009, 40 milioni di euro e ha espressamente previsto che una quota, per ciascuno degli anni, sia destinata dal Ministro per le pari opportunità ad un Fondo nazionale contro la violenza sessuale e di genere.
Le risorse del fondo sono pari, per il 2008, a 96,8 milioni di euro complessiviPag. 3(50 milioni di euro del 2008 più l'importo non speso nel 2007, pari a 46,8 milioni di euro, che è stato riassegnato al dipartimento per le pari opportunità). È importante avere i fondi, ma è ancora più importante spenderli in azioni di contrasto alla violenza sulle donne: cosa che, evidentemente, chi mi ha preceduto non ha fatto.
Le risorse nella piena disponibilità del Ministero, ad oggi, sono pari a ben 72 milioni di euro.
Rispetto ai 3 milioni di euro previsti dal decreto del Ministro Pollastrini, a fronte della complessiva disponibilità di 72 milioni di euro, lo stanziamento in favore delle azioni di contrasto alla violenza sessuale e di genere, potrà, e a mio avviso dovrà, essere notevolmente incrementato. Ciò dimostra che non esiste alcuna sottovalutazione dell'importanza della lotta alla violenza sulle donne, lotta alla quale contribuiscono attivamente e con un prezioso aiuto agli organi di giustizia i centri antiviolenza, che saranno oggetto di una seria riflessione, ovviamente con gli operatori del settore, al fine di migliorarne e potenziarne il funzionamento.
Prima di protestare per il taglio del Fondo aggiuntivo sarebbe opportuno preoccuparsi del fatto che chi mi ha preceduto non ha speso oltre 46 milioni di euro relativi allo scorso anno e che ha stanziato soltanto 3 milioni di euro per combattere la violenza sulle donne. Posso assicurarvi che i fondi non mancano e che su questo fronte investirò molto di più di quanto è stato investito negli ultimi due anni.
L'impegno del Ministero in azioni a favore delle donne è sempre più forte. Esso si manifesta attraverso l'operato dell'osservatorio pubblico nazionale contro le molestie gravi e la violenza alle donne, contro la violenza per orientamento sessuale e identità di genere; con il confronto costante tra istituzioni e società svolto presso il forum permanente contro le molestie gravi e la violenza alle donne; si manifesta, ancora, con il sostegno psicologico e giuridico alle donne vittime di violenza fornito dal servizio telefonico di pubblica utilità - introdotto dalla collega Prestigiacomo - con il numero 1522, multilingue e funzionante 24 ore su 24 per tutti i giorni dell'anno.
È mio intendimento proseguire l'azione già intrapresa per avviare campagne informative a tutela del diritto alla salute della donna, i programmi di assistenza a favore delle vittime della tratta di esseri umani, le azioni per la prevenzione delle mutilazioni genitali femminili.
Verrà proseguita, poi, la procedura già avviata mediante la pubblicazione di due bandi pubblici riguardanti il contrasto alla violenza di genere per il finanziamento della progettazione e il maggiore coinvolgimento a livello territoriale degli attori istituzionali coinvolti.
Sono, inoltre, di prossima presentazione in Consiglio dei Ministri, su mia proposta, due disegni di legge contenenti, rispettivamente, misure contro gli atti persecutori o molestie insistenti - il cosiddetto stalking - e misure contro la violenza sessuale.
Tale intervento legislativo, che segue e prende spunto dall'ampio dibattito già avviatosi nel corso della scorsa legislatura, risponde alla necessità di introdurre anche nel nostro ordinamento, così com'è avvenuto in molti altri Paesi europei ed extraeuropei, un'apposita ed autonoma previsione di reato per i casi di gravi molestie ed atti persecutori, per lo più nei confronti di donne, che provocano gravi sofferenze psicologiche e fisiche, annientando spesso le abitudini di vita della vittima e colpendola negli affetti più vicini.
Punire lo stalking equivale, molte volte, a prevenire delitti più gravi spesso conseguenza di ripetute molestie sottovalutate dalle istituzioni. Non vi è dubbio che la prevenzione, specie per questi casi di violenza, sia il mezzo di contrasto e di tutela delle donne più efficace. Ma, oltre che attraverso azioni di prevenzione, occorre intervenire anche attraverso misure di repressione di questo genere di reati.
Allo stesso modo, la violenza sessuale, individuale e di gruppo, pone grandi problemi non solo in ordine all'applicazionePag. 4di pene adeguate, ma anche in ordine all'accelerazione dei processi ed alla certezza della pena.
A queste istanze si propongono di rispondere le mie proposte legislative, con in primis le azioni di prevenzione del fenomeno della violenza sulle donne, sostenendo economicamente i centri di accoglienza per madri e bambini vittime della violenza familiare, con particolare riguardo a quei centri che aiutano le donne al recupero della loro dignità anche attraverso percorsi guidati di inserimento lavorativo; un sostegno anche ai centri che si occupano di aiuto ai bambini maltrattati ed alle loro famiglie. È di tutta evidenza che il Ministero per le pari opportunità è istituzionalmente preposto a rimuovere tutti quegli ostacoli che si frappongono per una piena realizzazione di una parità tra soggetti deboli.
Saranno finanziate, inoltre, campagne pubblicitarie rivolte alle donne vittime della violenza (sessuale o familiare) per renderle consapevoli dell'entità dei loro diritti violati e della possibilità, nonché della necessità, del loro ripristino. Si tratta di campagne rivolte naturalmente anche agli uomini al fine di sensibilizzare, anche e soprattutto, chi si rende responsabile di atti violenti, aggressivi e intimidatori. Dato il radicale mutamento del mondo della comunicazione, le campagne dovranno naturalmente utilizzare tutti i mezzi a disposizione, nessuno escluso: televisione, radio, Internet, sale cinematografiche, cartellonistica pubblicitaria.
Particolare attenzione verrà prestata al drammatico problema della prostituzione, con riguardo soprattutto a quella minorile. Tale emergenza non è stata mai affrontata in termini operativi, forse perché condizionati da una lettura della piaga della prostituzione fatta secondo vecchi schemi.
Per quanto riguarda il fenomeno delle baby prostitute, verranno sollecitati accordi bilaterali con i Paesi di provenienza per far sì che, una volta prelevate dalle forze dell'ordine, le prostitute che risulteranno minorenni (e che purtroppo sono la stragrande maggioranza), vengano riaffidate alle autorità consolari per la procedura del cosiddetto «rimpatrio assistito», figura studiata per i minori stranieri, privi di esercenti la potestà, in collaborazione con i servizi sociali del servizio sociale internazionale.
Verranno, poi, sostenute le iniziative in favore degli anziani, spesso dimenticati da una società che si rivolge quasi sempre ai giovani.
In conclusione, ritengo che tutte le misure e tutte le iniziative per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne - al vaglio del Governo e del Ministero per le pari opportunità - non verranno pregiudicate dal recente decreto-legge del Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole De Biasi, cofirmataria dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, signora Ministro intanto colgo l'occasione per augurarle buon lavoro.
Le premesse non sono soddisfacenti - mi duole doverlo dire - perché ritengo che la sua risposta non tocchi il problema principale. La nostra domanda concerne il motivo per cui vi è stato questo taglio, di 20 milioni di euro, alla prevenzione, agli osservatori, a tutte quelle strutture territoriali che suppliscono ad una carenza enorme, naturalmente non recente, ma storica, nel nostro Paese, sulla violenza alle donne. Perché questo taglio di 20 milioni? Lei non risponde, ci ha detto molte cose interessanti - avremo modo di verificare, poi, nel lavoro - e tuttavia mi corre l'obbligo di segnalarle alcuni problemi.
Innanzitutto sono lieta che lei abbia cambiato opinione sui centri antiviolenza rispetto alla risposta che ha dato al Senato dove ha dichiarato che si sarebbe aperta un'indagine poiché soltanto il 2,8 per cento delle donne italiane fa ricorso a questi centri. Sono lieta che lei abbia cambiato opinione perché, se non ci fossero i centri antiviolenza - la casa delle donne maltrattate, i centri di soccorso presso gli ospedali, penso al Mangiagalli di Milano - non ci sarebbe assolutamentePag. 5niente e queste donne si troverebbero nella solitudine più totale.
In secondo luogo, signora Ministro, voglio ricordare che amministrazioni di parte diversa dalla mia - penso a quella della mia città, Milano - hanno comunque finanziato e continuano a finanziare questi centri proprio per segnalare l'importanza dell'intervento comune, e non di parte, sui temi della violenza alle donne. Noi siamo naturalmente disponibili a fare un bilancio del lavoro di questi centri - tutto si può pensare -, ma mi pare che sia importante valorizzarli, non soltanto dal punto di vista finanziario, ma anche per ciò che sono, cioè l'unico presidio territoriale e l'unica alternativa all'ospedale o, peggio ancora, alla solitudine.
Questo taglio di 20 milioni di euro appare fra l'altro ancora più strano se si considera l'enfasi che il Governo ha posto sui temi della sicurezza. In proposito, anzi, mi permetta di dire che è singolare che un Ministro dichiari che i finanziamenti che ha sono sufficienti. L'universo delle pari opportunità richiede interventi sul lavoro, sulla famiglia, sulla comunicazione, sulla scuola, sulla violenza e sui diritti umani: sono contenta del fatto che lei riuscirà ad accontentarsi dei soldi che ha, ma mi sembra assai singolare, poiché penso che il Paese e le donne di questo Paese abbiano davvero bisogno di investimenti più cospicui.
Vedo, peraltro, che, in modo non molto corretto, lei enfatizza soltanto le scelte fatte dalla sua collega Prestigiacomo. Questo è un problema suo - ognuno ha il suo stile di Governo! -, mi permetta, però, di non essere soddisfatta.
A questo proposito, poiché non vi è stata una risposta, vorrei anche replicarle su un'affermazione che lei ha fatto non in quest'Aula, ma al Senato, circa lo sperpero di finanziamenti da parte del Ministero per la festa del cinema di Roma. Mi corre l'obbligo di segnalare che quei finanziamenti andavano ad una rassegna specifica e concordata con il Ministero delle pari opportunità in tema di diritti umani. Le ricordo anche che la Convenzione di Pechino, che è stata promossa dall'ONU, mette in evidenza esattamente questo aspetto: i diritti delle donne sono diritti umani e universali. Io non le ho sentito pronunciare sufficientemente queste parole e ciò mi preoccupa proprio nell'ottica della lotta alla violenza.
Mi chiedo inoltre - poiché lei non ha fatto menzione - che cosa sarà del lavoro iniziato con la polizia e le forze dell'ordine per la loro formazione per il primo intervento; così come mi chiedo cosa sarà della quotidianità pesante degli operatori e dei finanziamenti, che non verranno dati agli enti locali, proprio perché il vostro decreto penalizza ulteriormente la finanza locale, con rischi che mi pare saranno davvero molto consistenti.
Vorrei infine segnalarle che noi siamo naturalmente disponibilissime a svolgere un lavoro comune, anzi, ritengo che il Parlamento debba darsi uno strumento comune di lavoro poiché solo l'unità delle donne potrà consentire dei passi in avanti, in particolare sotto il profilo della legislazione (nella scorsa legislatura, abbiamo presentato diverse proposte di legge: innanzitutto sullo stalking e una più complessiva sulla violenza contro le donne e contro i minori). Partiamo dunque da una base molto ampia, poiché in Commissione si è svolto un dibattito molto importante e che ha visto una convergenza davvero straordinaria: penso che sarebbe il caso di proseguire su questa strada e non su quella della contrapposizione.
Infine, ognuno naturalmente farà le sue valutazioni, mi permetto però di chiederle, signora Ministro, di ripensare questo taglio di 20 milioni euro e di non accontentarsi di ciò che c'è, poiché la storia delle donne è fatta di grandi conquiste, ma anche di grandi miserie, e penso che tutti noi dobbiamo avere l'obiettivo di aumentare non soltanto il livello economico, ma anche e soprattutto la dignità umana del corpo e della psiche delle donne, che è stata così tanto provata.
Da questo punto di vista, signora Ministro, di questo taglio lei risponderà sicuramente al Parlamento con le sue proposte e, soprattutto, credo che dovrà risponderne alle donne di questo Paese, chePag. 6lottano quotidianamente per la loro libertà, per la loro responsabilità e per la loro dignità e per quella dei loro figli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Situazione industriale dell'impianto Sogefi di Mantova - n. 2-00032)

PRESIDENTE. L'onorevole Marco Carra ha facoltà di illustrare l'interpellanza urgente Lulli n. 2-00032, concernente la situazione industriale dell'impianto Sogefi di Mantova (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

MARCO CARRA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, siamo di fronte ad una vicenda particolarmente grave, che tocca la città di Mantova e alcuni comuni dell'hinterland del capoluogo. Nello specifico, questa triste ed assurda vicenda riguarda la prospettiva e il futuro di decine di famiglie. Infatti, nelle scorse settimane la Sogefi filter division (società del gruppo Cir della famiglia De Benedetti) ha deciso, nel bel mezzo del cambio di Governo - si stava appunto procedendo al passaggio dal Governo Prodi al Governo Berlusconi -, di chiudere l'impianto di Mantova, avviando in questo modo la procedura di mobilità per circa 230 dipendenti.
Per molti aspetti si è trattato di un fulmine a ciel sereno, in quanto ad inizio del mese di aprile l'azienda, le organizzazioni sindacali e le stesse RSU stavano confrontandosi per ricercare un accordo su - mi viene da dire - un'ordinaria riorganizzazione del sistema produttivo: in buona sostanza, tutto procedeva in modo normale.
Questa decisione dell'azienda - ricordo che si tratta di una multinazionale, partner dei maggiori produttori di automobili al mondo, con produzioni ad alto profilo tecnologico - porterà i dipendenti a perdere il loro posto di lavoro dai primi di agosto.
Credo che l'Aula debba manifestare piena solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori della Sogefi, perché dalla sera alla mattina si sono ritrovati - non enfatizzo - sull'orlo del baratro. All'improvviso hanno visto davvero l'oscurità nel loro futuro. Mi preme anche sottolineare, però, che questi lavoratori e queste lavoratrici non si sono fatti calpestare la dignità, né è venuto meno il loro alto senso di responsabilità.
Tutto ciò è accaduto non perché si sia di fronte al fallimento dell'azienda o ad un cambio di proprietà, ma perché probabilmente i dividendi degli azionisti - dei grandi azionisti, quelli che decidono - non erano più soddisfacenti. Questa è la prima ragione per la quale abbiamo interpellato il Governo, ossia comprendere, se è possibile compiutamente, la reale situazione finanziaria ed industriale di questa impresa nel contesto della competizione internazionale e, più in generale, di quelle operanti nei settori a più alto profilo tecnologico.
È proprio di oggi una lettera pubblicata sul quotidiano locale, La Gazzetta di Mantova, da parte dell'amministratore delegato della Sogefi filter division, nella quale l'amministratore delegato intende precisare - non so se la pubblicazione in data odierna sia frutto della casualità o, viceversa, sia legata alla discussione in Aula - che la Sogefi filter division è in gravi difficoltà finanziarie.
Al contrario, la Sogefi group è in una situazione tutto sommato solida, come ho appreso proprio poco fa attraverso l'organo di informazione locale.
È del tutto evidente che la vicenda Sogefi apre una serie di interrogativi di considerevole portata. Esiste un'etica dell'impresa? Esiste un capitalismo responsabile - così come ha sostenuto nei giorni scorsi sulla stampa nazionale, in modo egregio, il sindaco di Mantova ponendosi tali quesiti - o questi sono semplicemente argomenti per dotti convegni? Non siamo tra coloro i quali - né lo è il Partito Democratico - pensano evidentemente chePag. 7si debba fare di tutta un'erba un fascio, ma in questo caso specifico la risposta chiaramente è «no».
Non può esserci un'etica né un ruolo sociale dell'impresa quando si assumono simili decisioni. In tale quadro credo che emerga, in tutta evidenza, la debolezza e l'impotenza della politica, delle istituzioni e degli enti locali che di fronte a fatti simili non sanno davvero da dove iniziare.
Intorno ai dipendenti si è stretta una cintura di solidarietà e di iniziativa politica e sindacale. In sostanza, il loro dramma è diventato quello di un'intera comunità. Dal nostro punto di vista sono lodevolmente scese a fianco dei lavoratori non solo la CGIL, la CISL, la UIL e le RSU di molte altre aziende mantovane, ma anche le istituzioni mantovane. Ho già citato il comune capoluogo, ma anche l'amministrazione provinciale di Mantova e i comuni viciniori. La stessa curia vescovile, attraverso il vescovo di Mantova, monsignor Busti, ha inteso inviare molteplici messaggi di solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori. Lo stesso prefetto di Mantova, dottor Neri, si è fatto promotore di un'importante iniziativa nei confronti della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei Ministeri dello sviluppo economico, del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'interno.
Il 21 maggio scorso, su richiesta delle organizzazioni sindacali, delle RSU e degli enti locali si è tenuto un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico, al quale hanno partecipato la regione Lombardia - la quale ha manifestato grande sensibilità rispetto al problema - e una delegazione altamente qualificata e rappresentativa della Sogefi. L'esito dell'incontro, nonostante il tentativo prodotto dal Ministero, non è stato particolarmente positivo in quanto tutto è rimasto immutato.
Per tale motivo - ed è la seconda ragione che ci ha portato a presentare l'interpellanza urgente in esame -, chiediamo al Governo e al Ministro di assumere in prima persona la gestione di tale vicenda. Chiediamo di riconvocare urgentemente il tavolo tra le parti (organizzazioni sindacali, RSU, enti locali e regione Lombardia) per rimuovere le pregiudiziali presentate dall'azienda - ricordo ancora una volta che dall'articolo odierno relativo all'amministratore delegato sembra che tale intenzione non vi sia - per ricercare una soluzione industriale ed occupazionale per destinare ed utilizzare insieme alla regione Lombardia stessa le risorse finanziarie necessarie per un'eventuale riqualificazione del personale. In sostanza, dobbiamo dare nuovamente una prospettiva a tali famiglie cercando di uscire dalla seppur importante manifestazione di solidarietà attraverso la definizione di possibili atti concreti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Ugo Martinat, ha facoltà di rispondere.

UGO MARTINAT, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, come richiamato dagli onorevoli interpellanti lo scorso 21 maggio si è svolta presso il Ministero dello sviluppo economico una riunione riguardante la Sogefi filtration Spa alla quale hanno partecipato i rappresentanti della regione Lombardia, della provincia, del comune di Mantova, della Sogefi Spa, della associazione industriali di Mantova, nonché delle organizzazioni sindacali nazionali e provinciali.
La riunione è stata convocata su richiesta delle istituzioni locali e delle organizzazioni sindacali a seguito della decisione della Sogefi di cessare, dal prossimo 31 luglio, la produzione presso lo stabilimento di Mantova, con la conseguente messa in mobilità di tutti i lavoratori (249 unità). In particolare, nel corso della riunione le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali hanno evidenziato il grave impatto sociale che può derivare dalla gestione della Sogefi manifestando la disponibilità ad affrontare le ragioni che hanno indotto la direzione dell'azienda ad una scelta tanto drastica e inaspettata.
In tale sede i rappresentanti della Sogefi, illustrate le ragioni di mercato chePag. 8hanno indotto la scelta di chiusura dello stabilimento, hanno confermato la volontà di ricorrere alla procedura di mobilità nei tempi previsti.
Gli stessi, tuttavia, hanno espresso la disponibilità a valutare, negli incontri da tenere in sede locale nell'ambito della procedura di mobilità, la possibilità di attivare diversi ammortizzatori che permettano di ricercare un percorso finalizzato a limitare l'impatto sociale della chiusura dello stabilimento. Da informazioni assunte dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali si segnala che non sono pervenute, ad oggi, istanze di mobilità da parte di Sogefi.
Il Ministero dello sviluppo economico, nel prendere atto della volontà dell'azienda di non recedere dalla propria decisione di chiudere lo stabilimento di Mantova, ha auspicato che dagli incontri che si svolgeranno in sede locale possano emergere soluzioni condivise e ha dichiarato contestualmente la piena disponibilità ad attivarsi in ogni momento qualora le parti lo ritenessero necessario. Tale disponibilità è confermata dall'impegno alla riconvocazione del tavolo di intesa con la regione Lombardia.

PRESIDENTE. L'onorevole Marco Carra ha facoltà di replicare.

MARCO CARRA. Signor Presidente, mi dichiaro parzialmente soddisfatto...

PRESIDENTE. È già qualcosa...

MARCO CARRA. La ricostruzione del signor sottosegretario è corretta. Emerge, anche nei ragionamenti che egli ha proposto, il grave atteggiamento dell'azienda. Continuiamo ad essere convinti che sia possibile rilanciarla sapendo che, come già ricordava lo stesso sottosegretario, l'atteggiamento dei lavoratori e delle lavoratrici è davvero improntato ad un grande senso di responsabilità.
Credo, tuttavia - ed è per questo che ci reputiamo parzialmente soddisfatti - pur ringraziando il Ministero ed il sottosegretario, che il Ministero debba convocare le parti e che debba farlo urgentemente. Sarà mio compito sollecitare nuovamente gli enti locali mantovani e le stesse organizzazioni sindacali ad inoltrare nuovamente la richiesta - so che nei giorni scorsi stavano ragionando su questo ulteriore passaggio, che probabilmente hanno già compiuto -, ma credo che da parte del Ministero debba essere adottata una piena assunzione di responsabilità.
Continuerà, quindi, in termini incessanti la nostra azione di pungolo e di stimolo nei vostri confronti, affinché siano convocate le parti, perché non vogliamo rassegnarci all'idea che dalla sera alla mattina un'impresa chiuda e metta in gravissima difficoltà 249 famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente (ore 10,10).

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza, con lettera in data 5 giugno 2008, il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali):
S. 585 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 2008, n. 85, recante disposizioni urgenti per l'adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell'articolo 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 » (Approvato dal Senato) (1250) - Parere delle Commissioni II, V, VII, VIII, IX, X, XI, XII e XIII.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dall'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

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Integrazione nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito dell'ufficio di presidenza del medesimo gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Popolo della Libertà ha reso noto, con lettera pervenuta in data 6 giugno 2008, che sono stati nominati vicepresidenti del gruppo i deputati: Simone Baldelli, Carmelo Briguglio, Maurizio Bianconi, Domenico Di Virgilio, Enrico La Loggia, Chiara Moroni, Osvaldo Napoli, Marcello Taglialatela e Marino Zorzato.
È stato, inoltre, nominato il comitato direttivo che risulta così composto: Sabatino Aracu, Maria Tersa Armosino, Filippo Ascierto, Lucio Barani, Emerenzio Barbieri, Luca Bellotti, Isabella Bertolini, Michaela Biancofiore, Mariella Bocciardo, Giuseppe Calderisi, Giampiero Catone, Remigio Ceroni, Luigi Cesaro, Nunzia De Girolamo, Benedetto Della Vedova, Fabio Garagnani, Giorgio Holzmann, Amedeo Laboccetta, Pietro Laffranco, Luigi Lazzari, Beatrice Lorenzin, Giuseppe Francesco Maria Marinello, Marco Marsilio, Bruno Murgia, Antonio Palmieri, Massimo Parisi, Mauro Pili, Catia Polidori, Giuseppe Romele, Alessandro Ruben, Barbara Saltamartini, Gianfranco Sammarco, Giuseppe Scalera, Michele Scandroglio e Luigi Vitali. Nell'ambito del comitato direttivo i deputati Sabatino Aracu e Pietro Laffranco sono stati nominati segretari.
Comunico, infine, che con lettera pervenuta in data 6 giugno 2008, il presidente del medesimo gruppo ha reso noto che ai deputati Italo Bocchino, vicepresidente vicario, e Simone Baldelli, vicepresidente, è stato affidato l'esercizio dei poteri attribuiti, in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 10,30.

La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,30.

Informativa urgente del Governo riguardante interventi urgenti in relazione ai recenti eventi calamitosi verificatisi in Piemonte.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo riguardante interventi urgenti in relazione ai recenti eventi calamitosi verificatisi in Piemonte.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Tempi specifici sono attribuiti al gruppo Misto.

(Intervento del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Guido Bertolaso.

GUIDO BERTOLASO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevoli deputati, nei giorni fra il 29 il 30 maggio parte dei territori delle regioni Piemonte e Valle d'Aosta è stata interessata da eccezionali eventi meteorologici che si sono caratterizzati per precipitazioni intense e persistenti che hanno determinato l'innalzamento del livello idrometrico di fiumi e torrenti, provocando esondazioni, allagamenti, smottamenti e l'innesco di diffusi fenomeni franosi.
L'evento era stato preceduto nelle due settimane antecedenti da precipitazioni anche molto elevate a livello locale che avevano già determinato una situazione di saturazione del suolo e di innalzamento del livello idrometrico di base dei corsi d'acqua nel Piemonte e in Valle d'Aosta. Tutto questo era stato progressivamente previsto con sempre crescente probabilità, non solo relativamente alla struttura meteorologica, all'andamento delle temperature e all'intensità e distribuzione dei venti e delle precipitazioni, ma soprattutto - ePag. 10questo è importante per quello che riguarda le competenze della protezione civile - alla localizzazione spaziale e temporale degli scenari di danno e dei livelli di criticità idrogeologica e idraulica che erano attesi a partire dalle prime ore del 29 maggio scorso.
Infatti, alla luce di questa conoscenza e di questa competenza, già nella giornata del 29 maggio, e successivamente anche il 30 maggio, sia il dipartimento nazionale che i centri funzionali della regione Piemonte avevano segnalato la situazione di possibile criticità, indicando uno stato di allarme per quello che riguardava il rischio di quantitativi elevati, o localmente anche molto elevati, sui settori alpini piemontesi.
La situazione quindi si annunciava già particolarmente seria, e già dalle ore 18 del 29 maggio è stata attivata tutta una serie di iniziative (che adesso non descriverò) che riguardano proprio l'organizzazione e l'allertamento di tutto il sistema di protezione civile nazionale: la costituzione di un centro per il coordinamento dei soccorsi presso la prefettura di Torino; la mobilitazione del mondo del volontariato del Piemonte e dalla Valle d'Aosta; la messa a disposizione, tramite il comando operativo interforze dello Stato maggiore della difesa, di tutti gli elicotteri dotati di verricello e di abilitazione al volo notturno, che rappresentano ovviamente il mezzo migliore per garantire i soccorsi necessari.
Su richiesta della regione Piemonte, come dipartimento avevamo anche garantito l'applicazione dei benefici normativi a favore delle organizzazioni di volontariato da impiegare in caso di necessità. È utile ricordare che nell'ambito della regione Piemonte sono stati oltre 2.000 i volontari impiegati in quelle giornate, con un uso di oltre 300 mezzi tecnici per garantire i primi interventi; in Valle d'Aosta i volontari sono stati oltre 200; sono state attivate 1.000 unità fra vigili del fuoco, componenti delle forze dell'ordine e delle Forze armate, che hanno fornito la loro assistenza nel corso dei momenti di maggiore crisi.
Gli eventi dalle ore 3 del mattino del 29 maggio da un punto di vista meteorologico sono andati sempre peggiorando e le precipitazioni hanno raggiunto, cumulate totalmente, oltre i 200 millimetri in 18 ore in alcune zone, con un massimo di addirittura 500 millimetri in cinque giorni di sviluppo complessivo dell'evento. In particolare, alle 10 del 30 maggio a Bobbio Pellice, Colle Barant, sono stati raggiunti 511 millimetri di pioggia in 120 ore. I tempi di ritorno, quindi la probabilità che un evento del genere possa verificarsi, sono stimabili mediamente in 50 anni, e in alcune zone sono stati anche superiori ai 100 anni, come possibilità di ripetizione del fenomeno.
I corsi d'acqua che, come ho già detto, presentavano elevati riflussi di base per le piogge delle settimane precedenti, reagivano velocemente ai nuovi afflussi, raggiungendo quindi livelli di preallarme, e anche di allarme, nella giornata del 29.
Le onde di piena dei bacini Stura di Lanzo, Orco e Dora Baltea, si sommavano a quella formata nell'alto Po, determinata soprattutto dai contributi del Pellice e della Dora Riparia, il cui colmo di piena al limite del contenimento attraversava Torino nella notte tra il 29 e il 30 maggio. La piena del Po, invece, raggiungeva il colmo a Carignano, la mattina del 30 alle 12,30, e a Torino Murazzi 18 ore più tardi, con una portata pari a 1.200 metri cubi d'acqua al secondo. Tale portata è rilevante, ma voglio subito sottolineare che si tratta di un fenomeno inferiore rispetto a quello dell'alluvione del 2000, quando la portata fu di 2.350 metri cubi al secondo. Abbiamo potuto laminare la piena a valle di Torino, e quindi non vi sono state situazioni particolarmente drammatiche, sebbene a Isola Sant'Antonio, che è l'ultima stazione dove possiamo rilevare la portata nella regione Piemonte, il passaggio sia stato di 5.400 metri cubi al secondo. Il confronto con altri eventi storici simili degli ultimi cinquant'anni stima l'evento di cui parliamo paragonabile a quello che si è verificato fra il 12 e il 15 giugno 1957.Pag. 11
Alla luce di questa situazione, come ricordavo, numerosissimi sono stati gli interventi che le strutture di protezione civile hanno realizzato a livello locale, attraverso le procedure e le metodologie ormai standardizzate: sono stati chiusi i ponti, vi sono state interdizioni al traffico nelle zone più significative, nonché sorveglianze attive nei punti più a rischio degli argini. Inoltre, il dipartimento ha inviato un team di pronto intervento presso la prefettura di Torino per lavorare insieme alle autorità locali, sono state realizzate numerose altre attività, tra le quali anche la chiusura delle scuole, e sono stati adottati provvedimenti finalizzati a mettere in sicurezza gli abitanti delle zone che potevano essere interessate da possibili esondazioni.
Vorrei sottolineare un dato importante: i gestori degli invasi montani per la produzione idroelettrica hanno partecipato attivamente a questa emergenza, contribuendo ad una laminazione controllata e, quindi, ad evitare che le onde di piena dei fiumi interessati potessero peggiorare la situazione. Abbiamo messo in sicurezza i disabili a rischio e i dializzati e i Vigili del fuoco hanno svolto una serie di interventi urgenti. Abbiamo valutato che la situazione fosse seria, perciò abbiamo convocato il comitato operativo della protezione civile nell'ambito del dipartimento nazionale per coordinare tutti gli interventi che si stavano realizzando.
La situazione è stata gestita sicuramente in modo valido; tuttavia, purtroppo, come sapete, abbiamo dovuto registrare anche in questo caso delle vittime: quattro persone sono decedute a causa non di una vera frana, ma di una colata di fango, un debris flow, a Villar Pellice. La situazione poi è rapidamente rientrata, ed è stata tenuta comunque sotto controllo.
Per rispondere immediatamente alla situazione del Piemonte e della Valle d'Aosta, com'è noto, il 30 maggio il Consiglio dei ministri ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge n. 225 del 1992. Il giorno successivo abbiamo trasmesso alle regioni Piemonte e Valle d'Aosta una prima ipotesi di ordinanza di protezione civile, che viene firmata dal Presidente del Consiglio ed è finalizzata a disciplinare i primi interventi urgenti da porre in essere per superare la situazione di emergenza. Mi risulta che in queste ore stia arrivando l'intesa prevista dalla legge da parte delle due regioni, e ho quindi ragione di credere che nell'arco della giornata di oggi, o di domani al massimo, l'ordinanza sarà esecutiva.
Tale provvedimento prevede la nomina dei presidenti delle regioni a commissari delegati: si tratta di una prassi consolidata in tutte le situazioni emergenziali nel nostro Paese, perché sempre, tranne in casi assolutamente eccezionali, si affida al presidente della regione il ruolo di commissario. Ovviamente il compito che i commissari devono svolgere è innanzitutto l'individuazione dei comuni davvero danneggiati, nonché l'accertamento dei danni.
Ad una prima stima la presidente della regione Piemonte ci ha segnalato un'ipotesi di danni largamente superiore ai 500 milioni di euro. L'ordinanza prevede, quindi, la possibilità di adottare tutte le iniziative finalizzate a rimuovere le possibili situazioni di pericolo e ad assicurare l'indispensabile assistenza a tutte le popolazioni colpite dagli eventi alluvionali.
Tuttavia i commissari, come prevede l'ordinanza, possono avvalersi (in qualità di soggetti attuatori) sia dei sindaci, sia in particolare - data la competenza sul settore specifico del territorio - dei presidenti delle province, affidando loro specifici settori di intervento, sulla scorta di direttive ed indicazioni da concordare con il dipartimento.
La stessa ordinanza stabilisce che i commissari delegati predispongano un apposito programma di interventi per il ripristino in condizioni di sicurezza della viabilità (a partire da quella montana), degli impianti e delle infrastrutture pubbliche danneggiate (a tal proposito sapete che sono stati coinvolti molti ponti, tuttavia nessuno di quelli ricostruiti dopo l'alluvione del 2000), per la pulizia e la manutenzione straordinaria degli alberi, dei corsi d'acqua e delle opere di difesaPag. 12idraulica da attuare in via prioritaria, nonché ovviamente per la stabilizzazione dei versanti.
A ristoro dei danni subiti dalla popolazione interessata, nonché per favorire la ripresa delle attività produttive industriali, agricole, zootecniche, artigianali, commerciali e turistiche gravemente colpite è prevista anche la possibilità di una serie di contributi ed indennizzi. I commissari sono autorizzati ad erogare contributi per il danno subito da impianti, strutture, macchinari e attrezzature, indennizzi per merci deperibili, deperite o distrutte a causa degli eventi, non utilizzate e non più utilizzabili, nonché per il danno economico derivante dalla sospensione dell'attività e quantificato sulla base dei redditi prodotti dall'attività stessa, così come deve risultare dall'ultima dichiarazione dei redditi annuale presentata.
A tali benefici e a queste possibilità di intervento bisogna aggiungere anche la facoltà in capo ai commissari di concedere un contributo a favore dei proprietari di beni immobili (purché siano stati regolarmente registrati) distrutti o danneggiati, nonché somme in grado di coprire in parte gli oneri sostenuti per eventuali traslochi o i depositi cui sono stati costretti gli abitanti di immobili sgomberati.
L'ordinanza stabilisce anche l'assegnazione di contributi per l'autonoma sistemazione ai nuclei familiari la cui abitazione principale sia stata distrutta in tutto o parte, o sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle competenti autorità a causa degli eventi meteorologici, con la previsione di somme aggiuntive in presenza di persone di età superiore a 65 anni, oppure di portatori di handicap o disabili. Laddove non fosse possibile l'autonoma sistemazione dei nuclei familiari, i commissari, anche avvalendosi dei sindaci, sono autorizzati a disporre per il reperimento di una sistemazione alloggiativa alternativa. Infine, sono anche disciplinati gli interventi per la riparazione delle attività agricole e zootecniche, nonché appositi contributi per ciascuna unità abitativa distrutta e per la riparazione degli immobili la cui funzionalità sia ripristinabile in tempi rapidi.
Per avviare la realizzazione di tali interventi il provvedimento prevede anche lo stanziamento di una prima somma pari a 5 milioni di euro a carico del fondo della protezione civile, e segnalo che questo genere di stanziamenti ha luogo immediatamente dopo una situazione emergenziale. Per citare l'ultimo precedente, si tratta dello stesso stanziamento disposto due anni or sono in occasione dell'alluvione di Vibo Valentia.
Ovviamente ciò non toglie la necessità di ulteriori stanziamenti. A tale proposito, dopo un incontro con i presidenti della regione Piemonte e della Valle d'Aosta e con il sottosegretario Gianni Letta, abbiamo già scritto al Ministero dell'economia chiedendo l'assegnazione di altri stanziamenti per fronteggiare la situazione emergenziale nello specifico.
È ben evidente che il fondo nazionale della protezione civile, alla luce delle disposizioni delle precedenti leggi finanziarie, non può sopportare ulteriori detrazioni rispetto all'attuale disponibilità.
Vorrei segnalare, quindi, che le procedure di allertamento messe in atto da tutto il sistema - quello regionale e quello statale - hanno permesso l'adozione immediata e tempestiva di misure di prevenzione e contrasto in tempo reale degli effetti, nonché di informazione e salvaguardia della popolazione, nonostante l'entità dell'evento sia stata assai significativa e localmente eccezionale.
Purtroppo, ad una valutazione positiva della gestione dell'emergenza, dobbiamo ammettere, francamente, che le quattro vittime difficilmente potevano essere salvate, alla luce della dinamica specifica di una situazione estremamente localizzata (da un canalone si sono staccate colate di fango; in fondo ad esso vi erano due abitazioni e una macchina passava per la strada provinciale: ciò, purtroppo, ha provocato le conseguenze che conosciamo).
Tutto quanto ho affermato mette in evidenza, quindi, come, nelle aree montane, quali quelle colpite, sia necessario,Pag. 13per mitigare i danni ed evitare vittime, oltre a potenziare i metodi e gli strumenti che abbiamo in ordine alle attività di allertamento e di soccorso, continuare a intraprendere (e soprattutto finanziare), in modo sistematico e non occasionale, programmi di manutenzione ordinaria dei territori montani e delle aree boschive, nonché adottare adeguate e severe misure di governo urbanistico del territorio, al fine di diminuire o, comunque, non aggravare l'esposizione al rischio di territori che sono morfologicamente e geologicamente soggetti ad elevata pericolosità.
Rammento, infatti, sulla base dei dati delle Autorità di bacino, che, in Piemonte, nell'87 per cento dei comuni, e in Valle d'Aosta, nel 100 per cento dei comuni, sono presenti aree esposte a pericolosità elevata o molto elevata per rischio frane ed alluvioni: questo dato non è molto dissimile, tuttavia, da quello nazionale, pari all'80 per cento circa.
È evidente, quindi, che tale impegno, pur congiunto, è ben lontano dal soddisfare, anche parzialmente, gli obiettivi della messa in sicurezza del territorio; secondo le previsioni dei Piani di assetto idrogeologico (i cosiddetti PAI, redatti dall'Autorità di bacino e non dalla Protezione civile), occorrerebbero circa 27 miliardi di euro - per le sole regioni del centronord - per mettere in sicurezza tutti i nostri ambienti.
In tal senso, credo che debba essere perseguito anche un più stretto raccordo tra le attività proprie del Servizio nazionale di protezione civile (quali l'allertamento, il monitoraggio e la sorveglianza, come diciamo noi, «in tempo reale», e quindi con la possibilità di intervenire immediatamente), con quelle proprie, invece, della pianificazione e programmazione degli interventi strutturali di difesa del suolo, secondo la terminologia che usiamo del «tempo differito»: lavorare prima per evitare poi che, nel corso di situazioni di emergenza, la Protezione civile sia costretta a porre in essere tutte le iniziative necessarie (cosa che facciamo ma che, come sappiamo e come abbiamo visto, purtroppo non è sufficiente).
È quindi intenzione del Dipartimento della protezione civile, in occasione della predisposizione del prossimo disegno di legge finanziaria, proporre al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e agli altri Ministeri interessati, nonché alle regioni e alle province autonome, alle province e ai comuni, la destinazione di adeguate risorse per realizzare interventi strutturali di prevenzione e mitigazione dei numerosi rischi ai quali il nostro territorio è esposto, continuando a valorizzare la pianificazione e la programmazione di bacino, anche alla luce dell'organizzazione distrettuale del territorio, perseguita con i decreti legislativi degli ultimi anni.

(Interventi)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghiglia. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto rivolgo un ringraziamento al Governo e, in special modo, al sottosegretario Bertolaso, per la tempestività dell'intervento, per la celerità con la quale si è recato in Piemonte nei giorni dell'evento e per l'attenzione che il Governo ha immediatamente dimostrato nei confronti dell'ennesimo evento drammatico che ha colpito la regione Piemonte e, in particolar modo, le province di Torino e di Cuneo.
È un evento drammatico che ancora una volta ha portato con sé un bilancio doloroso di morti e che - ne discutevamo prima con il collega Costa, che viene dalla provincia di Cuneo - ci fa porre una domanda. La domanda è sempre la stessa e si ripropone ogni volta che si ripresenta un evento drammatico o vi è una tragedia: si poteva evitare?
Signor Presidente, la risposta potrebbe essere retorica quanto la domanda, fino a quando si vede che, nello stesso posto in cui vi sono stati morti, come dimostrano le testimonianze fotografiche, nel 1977 un altro straripamento del torrente aveva portato via tutta la parte vicina alla casa che è stata travolta dal torrente.Pag. 14
Allora, è evidente che non vi è stata una sufficiente attenzione al territorio, una sufficiente responsabilizzazione da parte di chi doveva vigilare e una sufficiente attenzione e perizia nell'elaborazione dei piani regolatori. Non sempre le tragedie dovute ad eventi naturali e alla forza degli elementi possono essere evitate, ma bisogna considerare che spesso il limite dell'imponderabile è l'incuria delle amministrazioni o la leggerezza e la superficialità, che portano al consumarsi di tragedie come quella che si è consumata nella provincia di Torino e in Val Pellice.
Sono state colpite molte aree (le ha ricordate prima il sottosegretario Bertolaso); l'impegno dello Stato è stato imponente e anche l'intervento delle amministrazioni locali è stato immediato ed efficace, a cominciare dalla regione Piemonte e dalle province di Torino e Cuneo. Inoltre, è stato encomiabile e immediato l'afflusso dei volontari nelle zone colpite.
Tuttavia, da questo ennesimo fatto drammatico, occorrerebbe trarre un insegnamento, che forse non risolverà i problemi per il futuro, ma potrebbe aiutarci ad affrontarli meglio. Anche in questo settore, è necessaria un'abbondante delegificazione e semplificazione delle normative: per il controllo del territorio occorre accentrare e concentrare le responsabilità in soggetti certi, evitare la frammentazione delle competenze, monitorare più attentamente e affidare, con deleghe specifiche, secondo un principio federalistico di sussidiarietà, agli enti più vicini al territorio il monitoraggio del territorio stesso, con una normativa più stringente che chiami in causa le responsabilità degli amministratori. Altrimenti, non saranno e non sarebbero sufficienti né i 27 miliardi ipotetici, né tutti i soldi che si potrebbero stanziare o che sono stati stanziati nel corso dei decenni.
Purtroppo, la nostra regione è a rischio da questo punto di vista e la migliore delle prevenzioni non potrà mai evitare le tragedie, come dicevamo prima, ma evidenziare meglio le responsabilità, capire chi deve fare cosa nell'immediato e chi deve gestire le situazioni e non solo portare il peso del dramma delle tragedie, sicuramente ci aiuterebbe a fare un passo avanti.
Bisogna dire basta al federalismo a metà ed essere risoluti e veloci nell'attuare una semplificazione che porti al territorio e sul territorio il controllo anche di queste dinamiche e delle leggi che regolamentano la tutela idrogeologica e la tutela del territorio stesso.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Bisogna poi superare - mi auguro che questo Governo lo farà con grande risolutezza - le frapposizioni di carattere ideologico, un «verdismo» superato e un ambientalismo manieristico, che spesso hanno impedito la pulizia dei boschi e degli alvei dei fiumi, causando poi tante tragedie in questo Paese.
Infine, anche nella richiesta dei fondi, occorre equilibrio e razionalità, per assicurare la copertura delle emergenze - il PdL farà la sua parte -, ma evitando di inserire in questo intervento straordinario qualsiasi tipo di richiesta che serva alla tutela del territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giorgio Merlo. Ne ha facoltà.

GIORGIO MERLO. Signor Presidente, vorrei esprimere un ringraziamento non formale al sottosegretario Bertolaso per la tempestività e l'efficacia del suo intervento e soprattutto per lo stretto rapporto che ha tenuto con il territorio, in particolare con la provincia di Torino, di Cuneo e la regione Piemonte tutta. Reputo che una forte coesione istituzionale sia l'unica risposta credibile per affrontare eventi drammatici come quello alluvionale.
Al di là degli impegni, degli annunci che ho condiviso e delle promesse che possano essere fatte, ritengo che siamo ad una svolta nella gestione e nel governo dei fenomeni alluvionali ormai sempre più frequenti - come lei ha bene ricordato -Pag. 15in una realtà come quella del Piemonte. Del resto lei conosce i danni che sono già stati stimati in Piemonte.
Ieri mattina, in un incontro convocato dalla presidente Bresso con i parlamentari, sono stati ricordati per l'ennesima volta questi danni e io li voglio rammentare anche in quest'Aula: 43 milioni di euro, già spesi, per la somma urgenza, 204 milioni per l'urgenza e ben 710 milioni quelli stimati per ripristinare la situazione preesistente all'alluvione.
Ritengo che serva un'azione energica da parte del Governo e del legislatore che non si limiti all'ordinaria amministrazione o a rincorrere l'emergenza e lei ha fatto bene a metterla in campo.
Dopo questa tragica, ennesima alluvione reputiamo decisiva l'azione che il Governo, di comune accordo con gli enti locali, mette in campo e da parte nostra, glielo posso assicurare, vi sarà una piena collaborazione. Credo che la sua esperienza e competenza - lo dico senza piaggeria - possano rappresentare oggi un valore aggiunto per declinare politiche efficaci, di reale e credibile prevenzione del territorio, di tutela del territorio e di incolumità dei cittadini.
Due sono le cose che voglio ricordare prima di concludere; si tratta di due obiettivi tra i molti possibili. Il primo - come lei ha già affermato - è la certezza dei finanziamenti che potremmo raggiungere grazie all'anticipazione della legge finanziaria a fine giugno. Il capitolo della somma urgenza e dell'urgenza non possono subire rinvii o essere condizionati da altre valutazioni. La somma indicata dalla regione Piemonte (710 milioni di euro) non è una somma strampalata o astratta ma è concreta, riceve la sua giustificazione dalle indicazioni fornite dall'amministrazione locali ed è indispensabile seppure scaglionata nel tempo. Anche su tale aspetto, però, non commettiamo gli errori dell'alluvione del 1994 (ricordiamo ancora gli eventi nel Piemonte, nell'alessandrino, nell'astigiano, dove gli stanziamenti vennero diminuiti nei lustri). Serve certezza nei finanziamenti anche per far capire che lo Stato è vicino così com'è avvenuto in questa drammatica circostanza.
La seconda questione - come lei ha ricordato ed è da noi condivisa - risiede nella necessità legislativa, altrettanto urgente, emersa anche ieri dall'incontro di parlamentari piemontesi con i vertici istituzionali della regione, di sciogliere il nodo delle varie competenze nel garantire alcune cose di buonsenso che sono all'origine di questi fatti: ordinaria manutenzione del territorio, pulizia degli alvei, messa in sicurezza dei torrenti, arginatura e così via.
Si tratta di questioni antiche ma ancora irrisolte che richiedono questa volta una risposta politica e legislativa altrettanto chiara ed efficace. È una richiesta che parte dai cittadini, dagli amministratori locali e dalle stesse istituzioni. Sotto questo aspetto riteniamo che le risorse economiche siano insufficienti; occorrono scelte precise, un'efficacia normativa per la difesa del suolo e del territorio che fornisca indirizzi chiari e definisca precisamente i compiti e i ruoli dei diversi enti, forse troppi, che operano sul territorio: Stato, regione, province, comuni AIPO, Autorità di bacino.
Questo groviglio di competenze è all'origine, a volte, della confusione tra i vari enti e giustifica probabilmente il nuovo intervento necessario. Vi è necessità di privilegiare l'attuazione di interventi strutturali di carattere sovracomunale piuttosto che di interventi di carattere locale, puntuali, frammentati e a pioggia. Serve una esaustiva e non frammentaria conoscenza del territorio, della sua vulnerabilità e dei rischi che su di esso insistono.
Negli ultimi dieci anni, sottosegretario Bertolaso, sono stati eseguiti molti studi dalla provincia di Torino, altri dalla regione, dall'AIPO, dall'Autorità di bacino del fiume Po, ma spesso tali materiali non hanno trovato utilizzi operativi. Serve soprattutto - concludo Presidente - una nuova generazione di strumenti di programmazione e di pianificazione efficaci e condivisi.Pag. 16
Credo che se riusciremo a garantire la certezza dei finanziamenti ed un'azione legislativa puntuale, capace di sciogliere queste competenze, potremo dare, tutti insieme, una risposta chiara, efficace e costruttiva nell'aggredire il problema e nel vincere una scommessa che è molto dura, perché - come lei ben sa e ce lo ha ricordato - il Piemonte è una regione a rischio, e vorremmo che sul campo della protezione ci sia un impegno preciso: noi siamo convinti che lei sia all'altezza del compito di rispondere a questa scommessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, per me è una triste ricorrenza intervenire in un'Assemblea legislativa per commentare un evento tragico come quello che si è verificato nella giornata di giovedì 29 maggio in Piemonte. Esprimo profondo cordoglio per i quattro morti causati dalla frana a Villar Pellice, per la piccola Annik, la mamma Erika, il nonno Carlo e il rumeno Marius Urzica. Si è purtroppo trattato di un evento imprevedibile che ci ha lasciato sgomenti per le perdite umane che ha provocato, ma che - stando a tutte le indicazioni ricevute dai tecnici in questi giorni - non è imputabile, almeno in parte, ad alcuna responsabilità umana.
Immediato e tempestivo è stato l'intervento del Governo, che ha firmato subito il decreto sullo stato di emergenza in tutta la regione Piemonte. Ringrazio l'intervento puntuale del sottosegretario Bertolaso, che già in passato abbiamo avuto modo di valutare e che ha realizzato importanti risultati, sia nella gestione dell'emergenza, sia nelle creazione di una rete di protezione civile. Colgo l'occasione per ringraziarlo anche per il fatto che nella regione Piemonte rappresenta un modello di riferimento per tutti, e lo ringrazio ancora per le sue parole, che saranno sicuramente di conforto alla popolazione colpita dall'alluvione.
Oltre alla questione delle cifre stanziate per la prima emergenza, per le zone di Torino e Cuneo (che mi auguro vengano incrementate), e non volendo entrare nel merito delle risorse da cui reperire fondi per il ripristino della normalità nelle valli piemontesi, mi permetto di segnalare alcune iniziative di carattere strutturale che evitano di ricorrere all'imposizione fiscale per reperire fondi necessari ad affrontare il ripristino della opere pubbliche e la ricollocazione di quelle private. Mi riferisco in particolare ai proventi, per circa 900 milioni, maturati dal bollo bancario imposto dalla legge n. 35 del 1995, soldi che, in origine, dovevano servire per la ricollocazione delle imprese, che sono però rimasti nel bilancio dello Stato e mai destinati alla regione Piemonte.
Chiediamo, quindi, di adottare una soluzione per provvedere al progressivo ripristino dei fondi non distribuiti. Inoltre, con l'attuazione della legge Bassanini le regioni hanno ottenuto il conferimento di nuove funzioni, tra cui la gestione del demanio idrico, e hanno altresì chiesto di poter mantenere gli introiti incamerati con le nuove competenze demaniali, ma così non è stato: in pratica le regioni sono state gravate dall'onere della gestione del demanio idrico senza avere alcun riscontro in termini di entrate aggiunte reali.
L'immediata priorità è però in questo momento la pulizia degli alvei intasati dalla piena, e per questo chiediamo che venga inserita nell'ordinanza la possibilità di autorizzare rapidamente, senza che i sindaci debbano ricorrere ad aste o a bandi, la vendita del materiale estratto al fine di velocizzare questa pratica assolutamente necessaria. Al Governo chiediamo anche di escludere dal patto di stabilità le spese cui dovranno far fronte le regioni, le province e i comuni, per il ripristino delle situazioni precedenti all'alluvione nelle province di Torino e di Cuneo.
Ciò nonostante credo che questo ennesimo episodio di alluvione riproponga ancora una volta, con urgenza e con drammaticità (visto che si è dolorosamente registrata la perdita di quattro vite umane) il problema del dissesto idrologico in cui versaPag. 17gran parte dell'Italia. Si tratta di un problema che rappresenta l'eredità avvelenata di decenni di insufficienza, e dell'insufficiente e spesso controproducente governo del territorio, che presenta aspetti particolari e problematici in una regione con caratteristiche morfologiche ed idrologiche come quelle del Piemonte.
Ritengo che, intanto, vadano salutate positivamente la rapidità e l'efficacia dimostrate nella gestione dell'emergenza dalle autorità regionali, provinciali e da quelle locali, dalla protezione civile, dai Vigili del fuoco e dalle centinaia di volontari che sono stati impegnati.
Soprattutto va ricordata l'efficacia dell'assessore provinciale alla protezione civile di Torino, Giorgio Giani, e l'ottimo lavoro svolto dall'assessore provinciale di Cuneo, Federico Gregorio, che con rapidità ed efficacia, certamente hanno contribuito a circoscrivere i danni alle persone.
È da ricordare che non rientra nella cultura di piemontesi chiedere ma, in questo momento, senza indugi, ci sentiamo in diritto di farlo, dopo esserci spesi tanto per emergenze dovute a cause in cui la mano umana era presente pesantemente, soprattutto in quelle regioni del sud che da decenni hanno i conti in rosso.
Siamo in questa sede per chiedere che vengano stanziati i fondi necessari per il ripristino della sicurezza nelle nostre valli, facendo un ulteriore sforzo di incremento dello stanziamento già assunto dallo Stato, con un sistema chiaro e trasparente, attribuendo i poteri, la competenza e i fondi - straordinariamente per l'evento - direttamente alle province, in modo tale che l'ente che ha più coscienza degli eventi in esame, si attivi senza indugio per la normalizzazione della popolazione.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Allasia.

STEFANO ALLASIA. Altrimenti, se così non sarà - ahimè - vedremo, come siamo abituati in questi casi, i soliti rallentamenti nelle opere. Chiediamo che, al limite, la regione abbia solo una competenza di coordinamento nei confronti delle province.
Concludendo, ritengo che nel contesto generale della valutazione delle attribuzioni delle competenze materiali e concorrenti, quando si affronterà - come mi auguro - il tema della rivisitazione e dell'aggiornamento dell'articolo 117 del Titolo V della Costituzione, forse anche le materie che riguardano la tutela del suolo e il comparto urbanistico potrebbero essere oggetto di una valutazione complessiva, proprio per evitare - come questa volta, ahimè, ancora succede - che non capendo bene chi è competente ad intervenire in un settore piuttosto che in un altro, l'intervento stesso non venga eseguito.
Non è stato questo il caso del Piemonte. Si consideri, tuttavia, che vi sono almeno tre enti competenti nella gestione dei fiumi, il Magistrato del Po, il Demanio regionale e il Ministero dell'ambiente del territorio e del mare a livello nazionale, oltre ai comuni, alle province e alle regioni.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Allasia.

STEFANO ALLASIA. Concludo, rivolgendo al Governo un appello corale da parte di tutto il Piemonte, affinché non abbandoni assolutamente le popolazioni locali colpite dall'alluvione. Infatti, non sarebbe un comportamento gradito alla popolazione, trattandosi di un popolo che ha dato molto a questo Paese e che sta avanzando una richiesta corale anche tramite noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, signor sottosegretario Bertolaso, onorevoli colleghi, desidero esprimere a nome del gruppo UdC l'apprezzamento per l'informativa ampia e puntuale svolta in questa sede dal Governo sull'emergenza nonché la necessità di un'azione costante di interventi preventivi.Pag. 18
Riconosciamo che la risposta del servizio di protezione civile è stata tempestiva e ciò ha consentito di evitare ulteriori morti e certamente danni maggiori.
Vogliamo ribadire l'espressione di un profondo ricordo, con il nostro cordoglio più sincero, a tutti i familiari, con la nostra viva solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite.
Anche noi ci associamo, con un profondo ringraziamento, a tutte le forze statali e locali di protezione civile, al volontariato, alle istituzioni locali, agli amministratori dei piccoli comuni, in particolare delle comunità montane che hanno dimostrato come la presenza di una rete di persone che rappresentino il territorio sia una salvaguardia non solo democratica ma anche una partecipazione più viva dei cittadini a queste emergenze.
Siamo convinti che, anche in questo caso, dobbiamo garantire, come già evidenziato lei, signor sottosegretario, una risposta seria, immediata e puntuale.
Riteniamo, sul piano delle proposte, che lo strumento dell'ordinanza - sia per le semplificazioni procedurali sia per la capacità di consentire di agire in modo rapido ed efficace - anche successiva, debba recare tutte le risorse immediatamente necessarie, non solo - come lei ha affermato - per rimuovere le situazioni di pericolo, ma per consentire un rapido ed efficace ripristino delle condizioni di agibilità delle infrastrutture pubbliche.
In secondo luogo, signor sottosegretario, onorevole Ministro Rotondi e rappresentanti del Governo tutti, riteniamo che il Parlamento e il Governo stesso, proprio per l'esperienza che già abbiamo maturato, in questa occasione debbano estendere tutte le normative già utilizzate, ahimè, in ormai consolidate esperienze drammatiche del passato, e che consentono di rispondere ai cittadini, alle imprese e alle famiglie.
Infatti, gli strumenti legislativi ormai perfezionati negli anni consentono a chi ha un'attività compromessa e a chi in questo momento si trova in difficoltà immediate di riattivare le proprie attività con il sostegno pubblico, con la solidarietà del Paese.
Vogliamo poi garantire che le spese dell'alluvione, come hanno già detto altri colleghi, non rientrino nel Patto di stabilità, perché ciò renderebbe molto difficile operare efficacemente; inoltre, vogliamo anche ricordare che sarà necessario probabilmente consentire, per queste drammatiche evenienze, anche deroghe per quanto riguarda la disponibilità del personale.
In ultimo, signor sottosegretario, a me pare che nella sua risposta sia già evidenziata l'esigenza di rilanciare un programma adeguato di interventi di prevenzione e di manutenzione ordinaria.
Mi domando perché, nel coacervo di competenze e nell'esigenza di chiarire meglio le competenze, la pulizia dei fiumi e la manutenzione ordinaria non potrebbero essere attuate attraverso magari anche qualche conferenza dei servizi - e concludo, signor Presidente - a livello locale, per fissare alcuni «paletti», sulla base di indirizzi nazionali.
Tuttavia, constatiamo - e certamente lo sa chi vive in queste zone, come il sottosegretario Davico - che se si potesse talvolta intervenire con il buonsenso, al di là della norma, come facevano i nostri vecchi, per dirla in termini molto semplici, probabilmente eviteremmo altre difficoltà e altre tragedie.
Concludo assicurando, anche da parte del gruppo che ho l'onore di rappresentare in questa occasione, che metteremo tutto l'impegno affinché nella prossima legge finanziaria, come lei ha ricordato, pur senza pensare di fare miracoli, ci sia però un'attenzione più forte, una decisione più convinta per dare risorse adeguate a quel Piano nazionale, che anche noi riteniamo indispensabile per la sicurezza dei cittadini e per la salvaguardia del nostro ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

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RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, anch'io mi associo ai ringraziamenti non formali al sottosegretario Bertolaso per il rapporto costante, continuo e immediato dimostrato anche in questa terribile occasione dell'alluvione del 29 e 30 maggio (ma che, per la verità, prosegue: le previsioni non sono ottimistiche neanche per i prossimi giorni) e per la pronta risposta più urgente che il Governo ha voluto fornire.
Mi associo anche ai ringraziamenti a tutte le forze dell'ordine, lei le ha elencate anche quantitativamente: le forze militari, i volontari, i vigili del fuoco.
Io sono stato amministratore locale, signor sottosegretario, e mi dissocio totalmente da alcune affermazioni che ho ascoltato in quest'Aula stamani, concernenti il tentativo di far ricadere sulle spalle degli amministratori locali, in particolare dei sindaci, le responsabilità che provengono o da lontano (e allora, semmai, possiamo recuperare i nostri avi, che hanno svolto questo ruolo) o da altre responsabilità.
Mi riferisco alla mancanza di risorse, di programmazione e soprattutto - me lo si consenta, direbbe qualcuno - quella dell'uso del territorio fatto in un modo davvero incivile. Mi riferisco alle costruzioni abusive, non autorizzate le seconde e non autorizzate le prime, in riva ai fiumi ed ai torrenti - anche recentemente - perché va detto, signori.
Allora cosa si è pensato di fare nei mesi e, soprattutto, negli anni scorsi? Si è pensato di condonare: il famoso colpo di spugna, l'importante è lavare, ma poi ci pensa l'alluvione a lavare davvero! Allora ecco che arrivano i morti ed anch'io mi associo, come ho fatto già giovedì scorso, non solo personalmente, ma anche come rappresentante dell'Italia dei Valori, al cordoglio ai familiari delle vittime ed all'augurio di pronta guarigione dei feriti. Tuttavia, assistere quasi annualmente, costantemente alla vista di paesi allagati, a fabbriche inagibili, a colture distrutte, a strade e ponti distrutti, ad alpeggi che non possono essere raggiunti, proprio in questi giorni, perché le vie d'accesso non sono percorribili, è qualcosa che non vorremmo più fare.
Allora ecco che riprendo - mi dispiace che il sottosegretario Bertolaso sia temporaneamente assente e mi rivolgo, quindi, all'altro sottosegretario alle infrastrutture, Giachino - quanto il sottosegretario Bertolaso richiamava a proposito dei tre punti del percorso da fare (ne aggiungo poi un quarto).
Il primo riguarda severe misure urbanistiche. È stato affermato dal sottosegretario Bertolaso, ed allora prendiamoci un impegno solenne, qui, oggi: mai più condoni di natura edilizia perché altrimenti si incentivano le forme illegali.
Il secondo prevede un testo unico che riscriva le norme ed elimini le sovrapposizioni, che semplifichi le procedure, che identifichi le mani certe ed i poteri certi e non rincorra invece - come spesso accade, anche ultimamente - chi fa e che cosa.
Ho letto anch'io, con grande disappunto - mi spiace dirlo in sua assenza - delle polemiche portate avanti sui giornali dal rappresentante del Popolo della Libertà con il rappresentante del Governo a livello provinciale torinese: non mette naturalmente in buona luce chi ha sollevato tali polemiche.
Il terzo punto riguarda i finanziamenti in modo sistematico per interventi strutturali. Da dare a chi e per fare che cosa? Da dare alle regioni e da queste - se davvero crediamo in un vero e concreto federalismo fiscale - alle province ed ai comuni, che sono quelli che stanno in trincea - i sindaci appunto - perché facciano una manutenzione costante e continua dell'alveo dei fiumi.
Signori sottosegretari (Giachino era presente ieri all'incontro con la presidente Bresso), vi pongo una domanda banale, ma è proprio l'esempio della banalità che dobbiamo superare: chi ha competenza sull'uso del materiale che viene estratto dagli alvei dopo, ma anche prima, l'alluvione? Oggi non si capisce; in base alla normativa vigente la competenza del demanio fluviale è passata alle regioni, ma i presidenti delle regioni non sanno se sonoPag. 20autorizzati a vendere o ad utilizzare diversamente questo materiale. Secondo: le spese sostenute in questi giorni, in queste settimane, ma anche nei prossimi mesi non vengono assolutamente conteggiate tra quelle complessive che le regioni e le province andranno ad affrontare quest'anno...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

RENATO CAMBURSANO... cioè quello che i colleghi hanno già chiesto come deroga al patto di stabilità interno. Altrimenti queste amministrazioni si troveranno a dover uscire dal patto di stabilità con tutti i danni che ne derivano.
Concludo, signor Presidente ed onorevoli sottosegretari, richiamando però alcune cifre. Ieri ci è stato detto dalla presidente Bresso, avallata anche dai due presidenti di provincia, uno rappresentante del Popolo della Libertà e l'altro del Partito Democratico...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

RENATO CAMBURSANO... quindi del centrosinistra e del centrodestra.
Urge un immediato trasferimento di 100 milioni di euro dallo Stato alla regione e alle province; servono ulteriori 204 milioni per interventi che vengono definiti non di somma urgenza (che sono i primi da compiere), ma di assoluta urgenza; è, infine, necessario il ripristino delle strade e dei ponti. L'insieme, come è stato ricordato, ammonta ad oltre 700 milioni di euro.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

RENATO CAMBURSANO. L'occasione per l'intervento c'è ed è quella del prossimo strumento finanziario che il Ministro dell'economia sta preparando. Siamo disponibili a collaborare per trovare le risorse; diamo, però, risposte definitive e, soprattutto, ragioniamo in termini di lungo periodo: se non vogliamo pagare prezzi molto più alti, dobbiamo trovare i famosi 27 miliardi per il centro-nord e quelli per il sud.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, signor sottosegretario Bertolaso, desidero rivolgerle un ringraziamento a nome del Movimento per l'Autonomia per la completa informativa che ha reso questa mattina, e per le proposte che ha anticipato e formulato per rassicurare il Parlamento sul fatto che vi sarà un'attenzione particolare per i problemi del dissesto idrogeologico nel nostro Paese. Ma mi auguro anche che quello che stiamo svolgendo non sia un rituale inutile: dovremo anzi a breve ritornare a parlare di questa tragedia per verificare ciò che sarà stato fatto e per evitare che questa tragedia si aggiunga a quelle dimenticate dal nostro Paese.
Onorevoli colleghi, ancora una volta il nostro Paese è costretto a pagare un prezzo troppo elevato in termini di vite umane a causa di eventi calamitosi che questa volta hanno colpito il Piemonte. Colgo questa occasione per esprimere il cordoglio di tutti i parlamentari del Movimento per l'Autonomia per i nostri concittadini che qualche settimana fa hanno perso la vita a causa delle esondazioni e degli smottamenti causati dal maltempo. Siamo vicini e solidali con i parenti delle vittime e con tutti i cittadini piemontesi colpiti in vario modo da questo disastro. Il nostro Paese è purtroppo abituato ad eventi del genere ed è davvero una triste coincidenza quella che ha voluto che quanto accaduto in Piemonte avvenisse a dieci anni dal disastro di Sarno, di Quindici e di Bracigliano, travolte da un fiume di fango che tolse la vita a ben 160 persone.
Quel 5 maggio del 1998 la gente cercò inutilmente riparo, ma la violenza di quella frana non diede scampo a tutti coloro che furono colti di sorpresa. Quella tragedia è ancora ben presente nella memoria dei cittadini, non solo per le tantePag. 21vite perse, ma anche per una ricostruzione ancora non portata a compimento.
Signor sottosegretario, cogliamo positivamente nella sua relazione un impegno ad affrontare con determinazione le questioni legate al disastro idrogeologico. Lei ha anche quantificato l'esigenza degli interventi che dovranno essere messi a regime e il Movimento per l'Autonomia le assicura, nell'opera che andrà a svolgere, il massimo appoggio e la massima solidarietà nelle Commissioni e in Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nicco. Ne ha facoltà, per due minuti.

ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Presidente, anche le Minoranze linguistiche esprimono apprezzamento al sottosegretario Bertolaso per la puntuale informativa e prendono atto degli impegni assunti dal Governo, di concerto con le regioni interessate.
Come è noto, la Valle d'Aosta (che rappresento in quest'Aula) nell'ottobre 2000 è stata sconvolta da una delle più terribili alluvioni della sua storia recente e devastata da un capo all'altro, con un tragico bilancio di vittime (diciassette) e danni gravissimi su tutto il territorio.
Dopo lo straordinario sforzo corale di tutta la comunità valdostana, nell'azione di ripristino è stata posta al centro dell'attenzione della regione l'opera per prevenire nuovi disastri: «prevenire» è diventata infatti per noi la parola chiave, la prima lezione di quei drammatici giorni. Occorre prevenire con un organico ed articolato intervento per la messa in sicurezza del territorio sull'asse centrale della Dora Baltea e su tutte le valli laterali, un intervento che è stato messo a dura prova proprio dagli eventi calamitosi di questi giorni e che è stato determinante per contenere i danni.
In questa direzione occorre dunque proseguire - regione e Stato centrale - con un'azione congiunta, sistematica e non occasionale - come giustamente ha detto il sottosegretario - per completare gli interventi da tempo in programma e procedere a quelli nuovi che già la regione Valle d'Aosta ha indicato al Governo.
Prevenire significa poi, in senso più generale, operare per mantenere la montagna viva e creare condizioni economiche e sociali affinché la popolazione rimanga a presidio del territorio sulla montagna, perché se la montagna è abbandonata, prima o poi la montagna scende a valle.
La seconda lezione dell'ottobre 2000 è la necessità assoluta di un coordinamento efficace di tutti gli operatori nel momento della crisi. Il coordinamento di tutte le forze è tema cui lei credo sia particolarmente sensibile, signor sottosegretario.

PRESIDENTE. Onorevole Nicco, la invito a concludere.

ROBERTO ROLANDO NICCO. Anche in questa direzione ci siamo mossi e si è mossa la regione Valle d'Aosta. È di questi giorni l'inaugurazione della centrale unica regionale di soccorso, che sarà pienamente operativa in autunno, in cui protezione civile, soccorso alpino, vigili del fuoco, professionisti, volontari, Corpo forestale e 118 siederanno fianco a fianco nella gestione delle emergenze.
In conclusione, prevenzione e coordinamento rappresentano dunque per noi gli obiettivi da perseguire con fermezza e determinazione.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12 con il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di trasporto aereo.

La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 12,10.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettere in data 9 giugno 2008, i deputatiPag. 22Daniela Melchiorre e Italo Tanoni, iscritti al gruppo parlamentare Popolo della Libertà, hanno chiesto di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risultano pertanto iscritti.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,11).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire subito, prima ancora che lei preannunzi i termini di preavviso previsti dal Regolamento di 5 e 20 minuti, perché, oltre che sull'ordine dei lavori, voglio svolgere anche un intervento per richiamo al Regolamento, in particolare all'articolo 8, che afferma che il Presidente rappresenta la Camera.
L'articolo 3, comma 1, della legge n. 140 del 2003 stabilisce testualmente che costituisce funzione parlamentare di cui la Presidenza della Camera è garante la presentazione di disegni o proposte di legge, emendamenti, ordini del giorno, mozioni e risoluzioni, interpellanze e interrogazioni, interventi nelle Assemblee e negli altri organi delle Camere e qualsiasi espressione di voto comunque formulata, ogni altro atto parlamentare e ogni altra attività di ispezione, di divulgazione, di critica o di denuncia politica connessa alla funzione di parlamentare espletata anche fuori dal Parlamento. Sottolineo l'inciso «connessa alla funzione di parlamentare, espletata anche fuori del Parlamento».
Perché ho compiuto questa lunga premessa? Nei giorni scorsi Trenitalia ha preannunziato una forte riduzione dei servizi e la soppressione di alcune biglietterie, fra le quali anche quella della stazione di Massa, la mia città, unico capoluogo della Toscana che avrebbe subito un così drastico ridimensionamento. Di conseguenza, mi sono fatto carico di raccogliere le istanze e le preoccupazioni dei lavoratori della stazione di Massa e dei miei concittadini e, perciò, ho garbatamente richiesto un incontro al Ministro delle infrastrutture, il senatore Altero Matteoli, che è anche sindaco di Orbetello (in un non sempre opportuno cumulo di cariche) in Toscana, come immagino lei saprà.
Dalla segreteria personale del Ministro mi era stato assicurato che, entro mercoledì della scorsa settimana, vi sarebbe stato sicuramente riscontro ed incontro. Nel frattempo, insieme ai colleghi onorevoli Rigoni e Misiti, coinvolti per un criterio di territorialità e per competenza specifica, ho presentato un'interrogazione in ordine a tale problema e noi tre parlamentari ci siamo anche fatti carico di avanzare una proposta di soluzione. Ancora venerdì scorso ho parlato de visu con il segretario particolare del Ministro, il signor Ezio Ronchieri, per sollecitare un incontro dichiarandomi disponibile a svolgerlo anche in maniera del tutto informale.
Nulla! Ieri mattina, mentre ero in viaggio per arrivare a Roma, ho letto testualmente sulla cronaca cittadina de La Nazione: «Nei giorni scorsi Matteoli ha ricevuto una delegazione dei dipendenti in servizio alla stazione di Massa accompagnati da Ezio Ronchieri, segretario del Ministro nonché noto esponente massese di Alleanza Nazionale e consigliere provinciale del Popolo della Libertà. Ai dipendenti Matteoli ha assicurato il proprio interessamento partendo, appunto, dalla volontà di evitare la chiusura della biglietteria di Massa».
Signor Presidente, subito dopo aver letto queste righe ho cercato di mettermi in contatto con il Ministro Matteoli. Ne fanno fede le quattro telefonate che ho effettuato attraverso la batteria del Viminale, parlando prima con la signora Annamaria, poi con la dottoressa Manna, poi per altre due volte con la signora Sofia e per ben tre volte di nuovo con il Ronchieri. Ad oggi attendo ancora un cortese riscontro dal Ministro, cui ho anche scritto una mia personale lettera esprimendo il rammarico per tale situazione.
Pertanto, mi sembra doveroso, signor Presidente, rivolgerle una domanda: non ritiene che il comportamento del MinistroPag. 23nel caso specifico sia stato quantomeno scorretto? Non crede che non solo involga il galateo istituzionale, ma finisca per incidere sull'effettiva possibilità per un deputato di svolgere il proprio mandato, come afferma la legge, anche fuori dal Parlamento? Non rileva anch'ella, signor Presidente, gli estremi di una violazione del principio di imparzialità dell'amministrazione dello Stato, di cui all'articolo 97 della Costituzione?
Signor Presidente, le assicuro che per me, nella modestia del mio parere, tale violazione è palese. Non voglio davvero fare alcuna polemica: avrei potuto scrivere sui giornali e intervenire pubblicamente, ma ho preferito rivolgere direttamente a lei la questione perché ci sono anche dei precedenti. Ad esempio, due legislature fa, il Presidente Casini intervenne per richiamare il Presidente del Consiglio sulla presenza al question time.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FABIO EVANGELISTI. Concludo. Nella precedente legislatura, ricordo l'intervento del Presidente Bertinotti a tutela del deputato Fitto.
In conclusione, le chiedo, signor Presidente, non ritiene di prendere formale posizione nei confronti del Ministro Matteoli? Gli scriva, gli parli, proceda come meglio ritiene. Occorre, tuttavia, che ella gli ricordi che la dignità del Parlamento è cosa seria e che lei, per primo, non tollera che essa venga calpestata (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, ho doverosamente ascoltato i suoi rilievi, ne prendo atto e sarà mia cura riferire al Ministro Matteoli quanto da lei testè affermato in Aula. Sommessamente le ricordo che, avendo ella presentato un atto di sindacato ispettivo, la discussione dell'interrogazione da lei presentata sarà la sede per valutazioni di natura politica circa il comportamento del Ministro dinanzi al Parlamento.

GIANCLAUDIO BRESSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, sul piano del rispetto delle regole e delle procedure questa legislatura appare destinata a riservarci più di una sorpresa, a causa di una reiterata confusione di ruoli e di funzioni.
L'ultimo incidente di percorso è capitato giovedì scorso e ha visto come protagonista il Ministro per i rapporti con il Parlamento, il quale ha affermato di ritenere impossibile procedere all'esame dei decreti-legge se non viene attuata la previsione regolamentare che permette di contingentare i tempi.
Si tratta di una dichiarazione molto pesante, attenuata da un inciso costituzionalmente insignificante e cioè che il Ministro si rimette al Parlamento. È evidente che il Ministro confonde il proprio ruolo attuale con quello che ha ricoperto fino a qualche mese fa: quello di capogruppo del principale gruppo di opposizione.
Ricordo, però, al Ministro Vito che da vicepresidente vicario del gruppo di Forza Italia, nell'ottobre del 1996, dichiarava solennemente dai banchi dell'opposizione: «riteniamo che le attuali norme debbano valere come sono previste nel Regolamento e che interpretazioni restrittive o nuove potranno essere adottate solo quando interverrà, come prescrive l'articolo 154, una nuova disciplina del procedimento di conversione dei decreti-legge».
Signor Presidente, il problema di assicurare il voto della Camera sui decreti-legge, come attestano i tanti precedenti parlamentari, è una responsabilità che compete al Presidente della Camera. Solo lei è responsabile dell'applicazione del Regolamento.
Non è, quindi, tollerabile una simile confusione di ruoli istituzionali, con dei ministri del Governo che dettano le regole al Parlamento. Il Presidente della Camera è il garante dei rapporti tra Governo e Parlamento ed esercita questa funzione a tutela non solo della funzione parlamentare, ma in particolare della funzione dell'opposizione.Pag. 24
Mi rivolgo a lei, pertanto, auspicando un suo intervento e ricordando al Ministro per i rapporti con il Parlamento che è la Giunta per il Regolamento l'organo titolato a discutere di questi temi e spero che ciò possa avvenire in un confronto sereno senza indebite interferenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Bressa, la ringrazio per aver ricordato, secondo verità, che è la Giunta per il Regolamento l'unico organo preposto alla valutazione del Regolamento della Camera e alla eventuale opportunità o possibilità di procedere a modifiche del Regolamento vigente.
Le posso garantire che il Presidente della Camera è ben cosciente di quanto scritto nei nostri Regolamenti ed è fermamente intenzionato a far rispettare i medesimi. Mi sembra, altresì, evidente che quella espressa dal Ministro Vito è un'opinione e come tale va considerata e che, in ogni caso, non altererà minimamente quanto da lei correttamente ricordato.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,18).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 4 - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (Approvato dal Senato) (A.C. 1094-A/R).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo.
Ricordo che nella seduta del 5 giugno scorso sono iniziate le votazioni sugli emendamenti ed è stato da ultimo votato l'emendamento Meta 1-bis.7.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1094-A/R)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 1094-A/R), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 1094-A-R).
Ricordo che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 1094-A/R).
Ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo dunque all'esame dell'emendamento Meta 1-bis.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, le norme che derogano alla legge n. 474 del 1994 e che conferiscono al Governo la discrezionalità nella scelta del compratore di Alitalia rappresentano una scelta grave. Infatti, non garantiscono la non discriminazione eventuale di soggetti interessati e si lede la trasparenza degli atti.
È molto negativo anche l'annuncio della scelta dell'advisor: esso faceva parte di una cordata avversa a quella di Air France e, per di più, al contempo ha anche la possibilità di fare parte, come finanziatore, della cordata acquirente. Ammesso che questa vi sia, il conflitto di interessi non solo è plateale, ma è addirittura promosso dal Governo e rischia di essere avallato dal Parlamento.
Questa annosa vicenda di Alitalia rischia di essere una parabola amara delPag. 25l'incapacità delle classi dirigenti di questo Paese, comprese le organizzazioni sindacali, di guidarlo verso la necessaria modernizzazione e qualificazione, che si devono fondare sul rispetto delle regole di trasparenza, sulla valorizzazione dei meriti di chi ha idee e di chi vuole rischiare, mettendo a frutto la propria capacità e il proprio patrimonio sul futuro dell'Italia, come un Paese aperto, europeo, che vive nello scenario mondiale e nella competizione, che ha bisogno di grandi capacità per essere combattuta e vinta.
Air France era una strada concreta e non provinciale. A tale proposito, vorrei sapere dal collega Reguzzoni, che sostiene che vi fossero clausole contrarie al mercato, in quale altra trattativa un acquirente non si garantisce che il portafoglio-ordini sia mantenuto. Non scherziamo su questo: non vorrei che poi, alla fine di questa vicenda, si determinasse una sommatoria di aziende indebitate, che in qualche modo rischiano davvero di far calare ancora di più la credibilità del nostro Paese.
D'altra parte, non si è mai visto un topolino, per di più molto appesantito, che cerca di mangiare un elefante, con la conseguenza di portare a fondo il nostro Paese e, soprattutto, la sua credibilità, le famiglie, i lavoratori e le professionalità, che pur tuttavia ancora Alitalia detiene.
Naturalmente, nella recente campagna elettorale si è giocato sulla pelle di tanti lavoratori e l'interesse generale del Paese non è stato considerato, non so se perché si è perseguito un pugno di voti in più o per obiettivi inconfessabili. È chiaro che in questa vicenda anche la Consob e la magistratura non si sono fatte sentire, in una situazione molto difficile che ha reso meno credibile sui mercati internazionali il nostro Paese.
Sta di fatto che oggi il prestito si trasforma in patrimonio netto di Alitalia e ciò significa buttare via 300 milioni di euro.
Si crea ulteriore debito pubblico, vale a dire si mettono le mani nelle tasche degli italiani: i pensionati pagheranno e continueranno a pagare il costo dei biglietti aerei agli uomini di affari!
Non solo, per coprire questo intervento si tolgono risorse ai provvedimenti di Industria 2015. Mi domando - non al Ministro Scajola, perché confesso la mia incompetenza in materia di santi - e mi rivolgo a Confindustria: perché non si solleva questo problema? È davvero prioritario l'impegno finanziario in Alitalia, per di più in una situazione di palese conflitto di interesse e con la contrarietà dell'Europa? Perché si è scelto di stare zitti e di non porre tale questione?

PRESIDENTE. La prego di concludere, il tempo a sua disposizione è terminato.

ANDREA LULLI. Sto concludendo. Così non va bene, per questo invito a votare l'emendamento in esame, per prevedere il mantenimento delle disposizioni urgenti in materia di trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, anche noi dell'Italia dei Valori sul comma 1 dell'articolo 1-bis condividiamo questa osservazione di fondo: non comprendiamo per quale motivo si debba prevedere una deroga a quanto disposto dall'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474. Non comprendiamo, anzi vorremmo che non si stabilisse questa deroga, ma proponiamo che il Consiglio dei ministri, come prevede l'emendamento in esame, sulla base dell'articolo 1 del decreto-legge n. 332 del 1994 possa assumere le sue decisioni e possa affidare ad uno o più soggetti qualificati, anche nell'interesse dell'Alitalia-Linee Aeree Italiane Spa, il compito di trovare in esclusiva (come prevede la norma) un possibile compratore; possiamo anche discuterePag. 26della questione dell'esclusiva, ma in ogni caso essi debbono promuovere la presentazione di un'offerta.
La cosa che evidentemente ci dispiace di più è che si introduca il principio che l'advisor possa proporre anche se stesso, come vedremo con i successivi emendamenti. A noi sembra veramente una previsione anomala, qualcuno lo chiama conflitto di interesse, probabilmente si tratta anche di questo. Tuttavia è evidente che per qualche ragione la deroga viene inserita. Se non si vuole far questo, se non si vuole scivolare nel conflitto di interesse, si rinunci alla deroga e si stabilisca che proprio in base alla legge n. 474 del 1994 il Consiglio dei ministri possa deliberare e svolgere il suo compito.
Oggi assistiamo a qualche manovra poco chiara. Vi è certamente una manovra che proviene dall'esterno: abbiamo avuto un'intromissione pesante di un gruppo di compagnie aeree capeggiate da British Airways.
Sappiamo quanto è stata nefasta l'intromissione di British Airways nel 1997, quando una ricapitalizzazione dell'Alitalia di 2.750 miliardi di euro è stata esaminata dal commissario Neil Kinnock - che, guarda caso, era stato anche consulente di British Airways - il quale ha fatto sì che la Commissione sbagliasse e che, in conseguenza del fatto che il finanziamento fu considerato come aiuto di Stato, si imponesse alla nostra compagnia di bandiera di mettere a terra almeno venti aeromobili che per tre anni hanno costituito la palla al piede della compagnia stessa, ed il crollo si è determinato anche per quella vicenda, ben prima del 2001 e dell'attentato alle Torri gemelle.
Nel 2000, tre anni dopo, la Corte di giustizia europea ha dato ragione ad Alitalia che, tuttavia, non poteva fare più niente, perché aveva perduto già parecchi quattrini e aveva messo a terra gli aerei. Fra qualche giorno la Corte di giustizia di Lussemburgo dovrà pronunciarsi: se darà ragione ad Alitalia le questioni si porranno in un altro modo e la nostra discussione potrebbe cambiare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, col presente intervento vogliamo ribadire che noi dell'Italia dei Valori non siamo contro l'Alitalia, siamo a favore dell'Alitalia. Anche a noi piace lo stemmino delle frecce tricolore che lei, signor Presidente, indossa spesso; anche noi vorremmo delle frecce tricolori civili, anche noi vorremmo una compagnia aerea nazionale, con tanto di tricolore sulla coda e sulla carlinga, ma basta leggere i numeri dell'Alitalia per capire che questo è un ulteriore spreco di denaro pubblico: 2.750 miliardi nel 1997, 893 nel 2000, 400 milioni di euro nel 2004 e 300 milioni di euro con quest'ultima manovra che ci apprestiamo a varare. Onorevole Presidente, in Alitalia volava solo il debito ...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Palagiano. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Favia. Ne ha facoltà, per un minuto.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, la proposta emendativa in esame, come è noto, tende ad eliminare dall'articolo 1-bis, inserito con il maxiemendamento del Governo, la possibilità che il Consiglio dei ministri con propria delibera individui dei soggetti, ovviamente qualificati, che possono promuovere in esclusiva, per conto di terzi o in proprio, la presentazione di un'offerta indirizzata all'acquisto di Alitalia, cioè alla costituzione della famosa cordata. Ebbene, a noi sembra che fare ciò in deroga al decreto-legge n. 332 del 1994 e in palese conflitto di interessi sia assolutamente negativo, non conforme agli interessi pubblici ....

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Favia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà, per un minuto.

Pag. 27

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, noi oggi ci troviamo ancora in quest'Aula a discutere del destino della compagnia di bandiera Alitalia, e il nostro è un atteggiamento che non vuole essere di ostruzionismo fine a se stesso, ma è volto ad invitare tutti voi, maggioranza compresa, a rendersi conto dell'importanza di questo momento. Il provvedimento in esame sta violando le regole di mercato, e le sta violando a tal punto che vi è stata l'apertura di una procedura d'infrazione nei confronti del nostro Paese e vi è una lettera pesantissima delle compagnie aeree concorrenti dell'Alitalia che mettono in evidenza quanto grave sia la situazione che si è determinata...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zazzera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà, per un minuto.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori non sta facendo ostruzionismo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)... assolutamente no, ma sta dicendo esattamente agli italiani di stare attenti a quello che sta facendo questo Governo, che sta mettendo le mani in tasca a tutti i cittadini privati, ma anche alle imprese, per prendere loro dei quattrini e per sovvenzionare un'azienda che in questo momento non è più salvabile.
Non rimane che una soluzione, quella prevista dal codice civile, ovvero che si nomini urgentemente un commissario e che sia immediatamente attivata la procedura prevista dalla legge Marzano. Solo così possiamo evitare di fare dei regali agli imprenditori che operano nel mondo delle autostrade (e non soltanto) e di portare a casa un'azienda ormai in default, pagarla quattro baiocchi e successivamente ripresentarla al pubblico perché se ne faccia carico con ulteriori finanziamenti pubblici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, noi dell'Italia dei Valori non siamo, come ha detto chi mi ha preceduto, sfavorevoli ad Alitalia, anzi, al contrario sembra che siamo gli unici a pensare di dover tutelare la compagnia di bandiera, e ciò significa adottare soluzioni vere.
Ho parlato anche con dirigenti dell'Alitalia: non sono interessati al prestito ponte, ovvero a un prestito che alla fine li salvaguarda per qualche settimana, che si pone in violazione della normativa sugli aiuti di Stato e che ha portato alla procedura di infrazione europea. Sono interessati, invece, ad un piano di ristrutturazione dell'azienda vero, che salvaguardi la compagnia e i lavoratori. Ciò è quello che il Governo non vuole e continua a rifiutarsi di dare.
I dirigenti sono interessati alla scelta di un advisor che non abbia un interesse particolare nella determinazione e nella scelta di chi deve intervenire, come nel caso che stiamo affrontando...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Messina.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, stamattina mi ha colpito un quotidiano in cui vi è quasi una mezza pagina di pubblicità dell'Alitalia che recita: acquista entro il 12 giugno per volare dal 14 giugno al 25 ottobre. Probabilmente i vertici e il management dell'Alitalia non stanno seguendo molto né il dibattito parlamentare, né il provvedimento messo in atto dal Governo. Come ho avuto modo di dire la settimana scorsa, il deficit adesso si aggira sui 3 milioni di euro al giorno, sui 100 milioni di euro al mese e con i 300 milioni di euro che stiamo per dare all'Alitalia probabilmente non andremo oltre luglio: il management Alitalia, dunque, è molto ottimista nel pubblicare un trafiletto pubblicitario di questo tipo.
Noi spereremmo che ci fosse un intervento strutturale per salvare la compagnia di bandiera e non un prestito ponte chePag. 28poi prestito non è, in quanto si tratta di una ricapitalizzazione. Siamo sempre in attesa che il Governo ci ripensi e si adoperi per il verso giusto, e non in questi termini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà, per un minuto.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, vorrei svolgere qualche riflessione sul fatto che uno dei miei colleghi del gruppo dell'Italia dei Valori poco fa ha affermato che noi non siamo per fare ostruzionismo: non stiamo facendo dell'ostruzionismo, ma stiamo cercando di capire alcuni passaggi fondamentali della vicenda Alitalia.
Lo Stato ha il 49,9 per cento e i privati il 50,1 per cento. Noi ci mettiamo dentro 300 milioni di euro, che potrebbero essere definiti come prestito ponte o come capitale sociale. Noi ci mettiamo 300 milioni di euro, ma gli altri che cosa ci mettono?
Inoltre, nel 1997 si è avuto un prestito di circa 2.750 miliardi di lire, sono stati versati...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Scilipoti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO MONAI. Signor Presidente, ribadisco, a titolo personale, la mia contrarietà all'approvazione del provvedimento in esame, soprattutto per la scelta - assai discutibile - di prelevare risorse fondamentali per lo sviluppo delle piccole e medie imprese a favore di questo intervento, in odore di illiceità comunitaria, che vede bruciare 300 milioni di euro senza un'effettiva prospettiva di riconversione industriale.
Allo stato, che io sappia, non vi è un progetto industriale che il Governo abbia prefigurato per salvare Alitalia. Vi è solo la certezza che questi 300 milioni di euro verranno tagliati - lo sono già stati - alle piccole e medie imprese, alla loro competitività e al sistema della finanza per l'impresa e saranno destinati alle casse già esangui di Alitalia.
Penso che l'Italia dei Valori abbia formulato una proposta molto più ragionevole, che vedeva nel taglio dei costi della politica un'alternativa forte ...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Monai.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, questo convoglio è partito in un modo - che, peraltro, era stato richiesto dal Presidente del Consiglio eletto, ma non ancora insediato - e, arrivato in stazione, è stato profondamente modificato. Non vi è dubbio che, rispetto alla previsione iniziale, vi è stato uno sconvolgimento totale, riguardante essenzialmente due aspetti: il primo è la trasformazione da prestito ponte a capitalizzazione, che scarica una tassa occulta sui cittadini italiani; il secondo è rappresentato dall'affidamento ad un solo advisor della valutazione sulla situazione di Alitalia, con possibilità di giocare anche per se stesso. Siamo veramente in una situazione di estremo conflitto di interessi, che non possiamo accettare.
Siamo assolutamente favorevoli, pertanto, all'emendamento Meta 1-bis.11, che introduce una strategia che in nessun contesto....

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Palomba.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, siamo stati occupati per molte ore, in quest'Aula, dal tema Alitalia, analizzando con particolare attenzione quanto richiesto dal Governo al Parlamento, ossia di sovvenzionare il volo della compagnia di bandiera.Pag. 29
Noi dell'Italia dei Valori vogliamo restare con i piedi per terra e con concretezza, a titolo personale, sottolineo i capitoli dai quali saranno attinti i fondi: 205 milioni di euro dal fondo competitività e sviluppo, 85 milioni dal fondo finanza di impresa. Credo che questo sia inaccettabile per gli imprenditori e per i cittadini e sia, obtorto collo, subito dalla maggioranza dei colleghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, il problema di Alitalia presenta diverse problematiche, che Italia dei Valori ha cercato di far capire e di evidenziare: in primis quella dei lavoratori della compagnia, che da mesi si trovano in una situazione di incertezza per quanto riguarda il futuro del loro lavoro; in secondo luogo, quella del rispetto delle regole del mercato. Vi è, inoltre, il problema dell'Unione europea, che ha dubbi sulla legittimità dell'operazione scelta dall'attuale Governo (sottolineo «attuale» perché in una precedente seduta è stata contestata l'espressione «di questo Governo»). Infine, vi è il problema dell'utilizzo del denaro degli italiani, che non è di poca importanza, perché, quando si tratta di tirare fuori denaro che poi non sarà neanche restituito, il problema diventa ancora più grave.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Di Giuseppe.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, al di là degli aspetti formali e sostanziali della formulazione dell'emendamento in discussione, una cosa è chiara e, credo, inequivocabile, ossia la prevalenza degli interessi di qualcuno a danno di altri. Si viola il principio del pluralismo, la libera concorrenza, la concorrenza di mercato e le regole. La cosa più grave è che ciò avvenga attraverso la legge.
Ormai è chiaro a tutti gli italiani, che purtroppo dovranno amaramente pagare, qual è il messaggio che si intende dare al Paese, cioè la mancanza di rispetto delle procedure. La mancanza di intervento della Consob la dice lunga su questo tema.
Signor Presidente, gli interessi in campo sono così pregnanti che non possono essere fatti giochi parlamentari. Certamente, gli interessi dei lavoratori e dell'Alitalia non possono essere trattati in questa maniera. Credo che le manovre poco chiare...

PRESIDENTE. Onorevole Paladini, ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà, per un minuto.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, un mio collega diceva che stiamo cercando di capire. Ritengo, invece, che stiamo cercando di far capire e, soprattutto, di far ragionare un Governo che non si rende conto di ciò che sta accadendo. Dalle statistiche, risulta che gli italiani, nonostante continuino a voler volare in aereo, non vogliono più salire sulla nostra compagnia bandiera. Questo è un grande momento di sconforto per gli stessi italiani. Succede, però, che il Governo continua a non prendere atto di tutto ciò.
La «cordata fantasma» non esiste, non viene presentato un piano industriale dal Governo, l'Unione europea inizia una procedura di infrazione che mette in grande difficoltà e preoccupazione gli italiani, perché saranno costretti a un esborso economico, e il Governo tace. Questo fatto ci fa riflettere ancora di più...

PRESIDENTE. Onorevole Porfidia, ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

Pag. 30

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, credo che la settimana scorsa in Aula si sia fatto un buon lavoro, grazie all'approfondimento consentito dagli interventi dei deputati dell'Italia dei Valori, ma grazie anche agli interventi di deputati di altri gruppi di opposizione.
Si è avuta la possibilità di mettere in evidenza i tanti punti di debolezza di questo provvedimento, che diventerebbero insuperabili nel caso in cui il nuovo testo elaborato dal Governo dovesse essere approvato.
L'attività svolta in Aula la settimana scorsa ci ha consentito anche di apprendere dell'imminente apertura di un procedimento di infrazione da parte dell'Unione europea e ci ha consentito anche di conoscere le reazioni legittime di compagnie aeree che operano in regime di concorrenza e di mercato, che considerano evidentemente intollerabili aiuti di Stato quali quelli che ci accingiamo ad erogare in favore di Alitalia. Mi auguro che in questa settimana il Governo e la maggioranza...

PRESIDENTE. Onorevole Costantini, ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta 1-bis.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti514
Votanti 512
Astenuti 2
Maggioranza 257
Hanno votato 240
Hanno votato no 272

(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo infine atto che la deputata Rossomando ha segnalato che non è riuscita a votare.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, per evitare di tornare indietro e poter andare avanti, la invito a prendere in considerazione una modestissima proposta a costo zero: faccia disabilitare le tessere che recano la fotografia dei deputati e utilizzare soltanto quelle che vengono abilitate, così i colleghi saranno in Aula almeno per prelevare la scheda. Questa è la prima proposta, mentre la seconda riguarda il momento della ripresa dei lavori a settembre: faccia in modo - è possibile dal punto di vista tecnico - che la postazione sia abilitata soltanto quando qualcuno di noi...

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, proprio per andare avanti come lei ha correttamente detto, la informo, ma dovrebbe saperlo, che già nell'Ufficio di Presidenza di oggi avremo modo di avviare il confronto e la discussione, onde garantire ciò che è doveroso, vale a dire l'esercizio regolare delle procedure di voto, perché - lo voglio ricordare a tutti i colleghi - è di solare evidenza che il voto può essere espresso unicamente dal deputato presente nel momento in cui si dichiara aperta la votazione.
Non sono ammesse altre forme di votazione per interposta persona. Come garantire il rispetto di questo elementare principio sarà oggetto di un primo confronto quest'oggi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoliPag. 31colleghi, l'emendamento Evangelisti 1-bis.5 è del tutto simile al precedente ma ci preme insistere sull'argomento perché si affronta una delle particolarità più negative di questo decreto-legge che ne presenta diverse.
Nell'articolo 1-bis si prevede che, in deroga al decreto-legge n 332, del 1994, convertito con modificazioni, il Consiglio dei Ministri può individuare uno o più soggetti qualificati che promuovano in esclusiva, per conto terzi ovvero anche in proprio, la costituzione della famosa «cordata» che dovrebbe salvare l'Alitalia.
Già in queste poche righe, che con l'emendamento in esame ci ripromettiamo di modificare, vengono commesse due scorrettezze che si sarebbero potute evitare: derogare la normativa sulle privatizzazioni e creare un consulente in conflitto di interessi. Ritengo che ciò sia figlio dell'approssimazione e della lentezza con cui questo Governo si è mosso nella realizzazione del decreto-legge - successivamente dirò perché - e nel tutelare un primario interesse pubblico.
Perché affermo tutto ciò? Perché se il Governo, che fin dalla campagna elettorale ben conosceva questo problema, avesse immediatamente intrapreso la procedura per la nomina del consulente, avrebbe potuto ben evitare di imporre con un decreto-legge una deroga che non è bella da presentare ai cittadini, perché tutto ciò che viola una normativa ha un sapore assolutamente negativo. Il Governo avrebbe ben potuto sostenere Alitalia evitando di bruciare 300 milioni di euro dato che ne avrebbe potuti investire molti meno rispettando il codice civile ovvero attendendo la procedura dell'articolo n. 2447. Nel frattempo, risolta la procedura dell'evidenza pubblica, quindi alla luce del sole, il Governo avrebbe potuto trovare il consulente e far conservare a questi denari che vengono bruciati la natura di prestito ponte riportandoli nelle casse dello Stato come correttamente era stato previsto dal Governo Prodi e come sarebbe stato se questo Governo, nella persona del suo Presidente del Consiglio, non avesse buttato a monte una trattativa che era assolutamente ben avviata.
Ci troviamo adesso con una palese violazione delle regole del mercato, con l'Unione europea che sta per aprire una procedura di infrazione e con sei compagnie aeree europee che sicuramente per motivi concorrenziali e di proprio interesse sono insorte motivatamente contro questo provvedimento che non rappresenta più un prestito ponte ma un indebito aiuto di Stato, che porta il Governo ad essere detentore del 100 per cento del capitale sociale in violazione delle norme di evidenza pubblica dettate, interpretate e attuate attraverso la Consob.
Ci troviamo con una Consob che ha dovuto sospendere il titolo proprio perché, al terzo comma dell'articolo aggiuntivo 1-bis del provvedimento in esame, si dispone che le attività comunque finalizzate alla preparazione dell'offerta stessa non danno luogo ad obblighi informativi ai sensi del Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria. Ci troviamo in una situazione di totale illegalità...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Favia, ha concluso il suo tempo a disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, dicevo nell'intervento precedente nel quale non sono riuscito a concludere il concetto, che in Alitalia malgrado tanti finanziamenti conferiti con una cadenza circa quadriennale, vola soltanto il debito. Se si analizza il debito dell'Alitalia dal 2005 ad oggi si nota che si è passati da 754 milioni di euro nel 2005 a 993 nel 2006, a 1160 nel 2007 e a 1351 nei primi tre mesi del 2008. Dei 300 milioni, che il Governo intende stanziare con questo provvedimento, più della metà servirà per pagare gli interessi dei debiti degli anni precedenti. Questa è la ragione per cui l'Italia dei Valori si oppone a questa forma di ulteriore esborso di denaro, che ovviamentePag. 32si andrà a ripercuotere sulle famiglie italiane.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà, per un minuto.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, noi ci opponiamo a questo di esborso di danaro che si ripercuote sulle piccole e medie aziende e sull'assistenza agli anziani. Avevamo dato un'indicazione al Governo - ancora c'è tempo per rimediare - ovverosia tagliare altre spese inutili e gli sprechi, e soprattutto volevamo collegare a questo provvedimento la riduzione dei costi della politica. In quel modo noi saremmo stati favorevoli all'investimento a favore di Alitalia.
Dobbiamo ricordare che il prestito ponte, così come era concepito all'inizio, è stato dai noi votato al Senato insieme alla maggioranza. Perciò credo che se si ristabilissero le linee originarie del provvedimento noi potremmo prendere in considerazione un altro atteggiamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, oggi continuiamo a discutere di una proposta che di fatto legalizza una vera e propria truffa al mercato. Con questo provvedimento il Governo intende ostacolare la concorrenza. Ovviamente il conferimento di 300 milioni di euro, non più a titolo di prestito ponte bensì a fondo perduto, rappresenta un danno per la finanza pubblica, ed un danno - è bene che lo sappiano - per i cittadini. Si tratta di 300 milioni che si trasformano in ricapitalizzazione sociale, in violazione della normativa della Comunità europea.
Pensate che negli ultimi dieci anni per Alitalia sono stati dispersi qualcosa come cinque miliardi di euro, ed evidentemente ciò rappresenta il segno di un'assenza di pianificazione e di programmazione, e di una politica vorace che ha distrutto i beni di questa azienda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo anch'io a titolo personale solo per tentare - ma temo inutilmente - di ripristinare un po' di verità sulle dichiarazioni e sui fatti avvenuti in questi mesi.
Il 20 marzo scorso il candidato alla Presidenza del Consiglio, Silvio Berlusconi, dichiarava testualmente: Air France si ritirerà dalla corsa verso Alitalia, e lo farà perché il Governo francese è un Governo amico e quindi, se glielo chiedo io, lo farà di sicuro. In effetti qualche giorno dopo Air France si è ritirata. Ma, guarda caso, un mese esatto dopo Silvio Berlusconi divenuto Presidente del Consiglio in pectore ha affermato: non è assolutamente vero, Air France non si è ritirata perché glielo ho chiesto io, ma per colpa del sindacato.
Signor Presidente, mi sa dire lei qual è il vero Berlusconi, qual è la vera verità che il Presidente del Consiglio...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato, onorevole Cambursano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, discutiamo ancora di questo finanziamento: 300 milioni in violazione delle norme sulla concorrenza e concessi al buio. E non è la prima volta. Non credo che questa sia una soluzione per Alitalia. Non è la prima volta perché anche in passato è accaduto e i risultati quali sono stati? Dopo tanto tempo siamo di nuovo qui a parlare di prestito ad Alitalia, anche questa volta al buio.
Diciamolo con franchezza: Alitalia ha problemi perché è stata male amministrata. È stata mal gestita in questi anni e non sarà certo il prestito ponte - che, poi, prestito non è ma è una nuova elargizione - a risolvere i problemi di Alitalia.Pag. 33
Che il Governo, dunque, fornisca una soluzione seria su Alitalia e, a quel punto, saremo favorevolissimi a finanziarla e a salvaguardare la società. Ma senza una soluzione, ancora una volta continuare con delle prebende riteniamo che non giovi a nessuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, riteniamo di essere in questa sede a discutere di un provvedimento serio, ma probabilmente per la maggioranza non è così. Meno male, però, che grazie alla trasmissione satellitare e alla radio la gente da casa ha la possibilità di seguire il dibattito e di farsi un'idea sulla questione che stiamo discutendo.
Volevamo che ci fosse un dibattito. Magari ci fosse un dibattito vero dove poter sentire la voce della maggioranza che ci illuminasse un po' sulla bontà della tesi che stanno perseguendo. Purtroppo ciò non accade, signor Presidente: molto probabilmente perché non hanno argomenti per spiegare qual è la bontà di questo provvedimento e quindi continuano a mantenere quest'Assemblea come fosse un «votificio», senza spiegare alla collettività qual è il motivo di questa scelta che noi continuiamo a ritenere scellerata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, spero di poter continuare il mio filo logico tra quel minuto che mi aveva concesso e quello attuale, cercando di svolgere un'altra riflessione. Vorrei chiedere, prima ancora di parlare dei 300 milioni di euro, come sono stati spesi 2.750 miliardi di lire. Vale a dire, l'amministratore delegato e il consiglio di amministrazione come hanno utilizzato questi soldi e come spererebbero di utilizzare i 300 milioni di questo prestito ponte?
Queste sono le domande che dovremmo porci e il Parlamento dovrebbe intervenire - ma, più del Parlamento, il Governo - per far valere la responsabilità sia dell'amministratore delegato sia di coloro i quali hanno esercitato l'attività di garantire lo sviluppo di questa società e non ne sono stati capaci.
Dunque, a questo punto, sarebbe opportuno chiedere loro spiegazioni e chiamarli alla propria responsabilità con una citazione per i danni che hanno comportato nei confronti dell'Alitalia, mettendola in queste condizioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, riprendo il discorso che avevo interrotto poco fa sull'opportunità che la maggioranza e il Governo rimedino alla scelta molto discutibile di destinare all'Alitalia i Fondi per la competitività delle piccole e medie imprese nonché i Fondi per la finanza all'impresa, necessari per le finalità per le quali tutti intendiamo spendere questi soldi, cioè per un settore che rappresenta l'ossatura economica soprattutto dell'Italia che lavora, le piccole e medie imprese, individuando invece in altri settori le risorse da cui attingere.
Da questo punto di vista vi è la questione dei rimborsi elettorali, dei costi della politica che incidono negativamente sulla burocrazia, delle comunità montane che possono essere in buona parte soppresse, della rimodulazione degli enti pubblici in enti inutili...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, naturalmente voteremo a favore dell'emendamento al nostro esame, perché tende ad incidere sull'articolo 1-bis, di cui non comprendiamo francamente la ratio.
Non si capisce perché, se si parte da una logica di mercato, debbano essere ilPag. 34Presidente del Consiglio dei ministri o il Consiglio dei ministri a individuare un soggetto che si inserisce in una logica di mercato, al fine di verificare la possibilità di offerte. Se questa possibilità di offerte c'è, si organizzino i soggetti del mercato, si mettano insieme, escano allo scoperto, si veda chi sono.
Non si capisce per quali ragioni debba essere il Consiglio dei ministri a individuare uno o più soggetti, tanto più che poi tali soggetti possono anche presentare in proprio delle offerte di acquisizione.
Dunque, ciò rappresenta una commistione grave di funzioni pubbliche e di interessi privati che non possiamo accettare.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palomba.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, ho avuto mandato di sedermi in quest'Aula - sono stato eletto in Lombardia - e ho il dovere di dare voce ai cittadini che, da più parti, ritengono inaccettabile la modalità «soldi all'aria» adottata da questo Governo.
Gli imprenditori - e non solo quelli del nord, che ben conosco - hanno bisogno di sostegno alle loro aziende, vogliono che vi sia una modalità meritocratica e non assistenziale di attenzione all'impresa. Invece, con questi 300 milioni di euro sottratti, gli imprenditori pagheranno l'incapacità di risolvere i problemi attraverso un non rilancio di Alitalia, privo di piano industriale.
I cittadini non capiscono e noi dell'Italia dei Valori cercheremo di non far passare sotto silenzio un atto che riteniamo inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente e onorevoli colleghi, non offendetevi se richiamo solo una parte di voi, però in questa sede una forza politica, la Lega Lombarda, ha combattuto una battaglia su un'altra grande impresa, a favore della quale lo Stato ha già versato 20 miliardi, cioè l'aeroporto di Malpensa.
I dati di aprile dimostrano un calo sui passeggeri del 31 per cento in quell'aeroporto. Il taglio dei voli che Alitalia ha prodotto, del 23 per cento, di fatto ha causato la diminuzione del 30 per cento dei passeggeri di Alitalia.
Noi qui stiamo finanziando un baraccone, violando in primo luogo le norme di autotutela che ci siamo posti con queste grandi aziende nel momento in cui entrano in crisi, in secondo luogo le normative europee.
Ma penso specialmente ai lombardi, con cui avevate assunto impegni ben precisi: basta sovvenzionare baracconi, ma utilizziamo queste risorse...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Piffari.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Le ricordo che per prassi i richiami al Regolamento vanno svolti al termine della seduta, a meno che non incidano sulle dichiarazioni di voto. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, incide sulle dichiarazioni di voto perché un collega è stato invitato, con un messaggio sul telefonino, a presentarsi in VIII Commissione per votare.
Credo che non vi sia bisogno di ricordare assolutamente nulla a lei, ma la pregherei di verificare se ciò corrisponda al vero.

PRESIDENTE. Va bene, grazie onorevole Borghesi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà, per un minuto.

Pag. 35

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo e onorevoli colleghi, credo che il provvedimento in esame, così come proposto, sia a sfavore di Alitalia e sia a sfavore dei lavoratori, del libero mercato, della trasparenza e dei cittadini, che saranno realmente poi coloro che dovranno mettere le mani in tasca.
È chiaro che il provvedimento in esame viola il libero mercato ed è per questo che l'Europa ha aperto una procedura di infrazione.
Con il provvedimento in esame si vogliono fare dei regali a qualcuno: se li volete fare, fateli, ma diteci però quali sono le soluzioni che intendete adottare e quelle che avete trovato, qual è il piano di ristrutturazione, che fine faranno i dipendenti; ma, soprattutto, diteci dei 300 mila euro che sono presi dal sociale e dalle piccole e medie imprese - che non sono naturalmente che una goccia nel mare - cosa dovranno fare cittadini.
Siamo di fronte a manovre poco chiare, provenienti...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, continuando il discorso che stavo facendo prima, rilevo che questo Governo è sordo a tutto quello che sta accadendo; la famosa cordata che doveva esserci non compare, non si presenta un piano industriale e la Comunità europea avvia una procedura di infrazione di fronte alla quale il Governo resta sordo.
Queste cose le avevamo già dette e si stanno verificando. Mi riferisco ad una segnalazione che fece l'allora Ministro Di Pietro quando Berlusconi chiese di erogare questo prestito ponte e che fu del seguente tenore: «Sono contrario all'utilizzo delle istituzioni per opere illegittime, credo che l'Unione europea ci sanzionerà» (e ciò è accaduto), «che la cordata non esiste» (e la cordata, infatti, non è comparsa), «ed alla fine avremo, oltre al danno, anche la beffa». La beffa, infatti, è arrivata perché questo prestito ponte oggi si è trasformato invece in un aiuto di Stato...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Porfidia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, per domani è attesa la decisione della Commissione europea rispetto all'eventualità di una procedura di infrazione contro l'Italia per questo provvedimento.
Credo che in nessun altro Paese europeo l'Assemblea legislativa si troverebbe a discutere di un provvedimento simile, ma soprattutto sono convinto che nessuna altra Assemblea legislativa in Europa proseguirebbe l'esame di questo testo senza sospendere i propri lavori ed attendere la decisione della Commissione europea di domani. Tale decisione potrebbe consentirci di individuare i punti di debolezza del provvedimento al nostro esame e di comprendere anche quali e quante soluzione adottare per operare una specie di correzione in corso.
Credo che, da parte di questa Assemblea, sia dovuta la sospensione dell'esame di questo provvedimento nell'attesa della giornata di domani per sapere se la Commissione europea avvierà un procedimento di infrazione e quali motivazioni saranno poste alla base di tale decisione. In tal modo, avremmo la possibilità di operare quei correttivi che secondo noi del gruppo dell'Italia dei Valori sono...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Costantini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi che non hanno ancora votato di raggiungere i loro posti.

Pag. 36

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 526
Votanti 523
Astenuti 3
Maggioranza 262
Hanno votato 247
Hanno votato no 276
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che la deputata Zamparutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto e che il deputato Fugatti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Meta 1-bis.21.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, utilizzerò questi cinque minuti per svolgere una dichiarazione di voto dei deputati radicali presenti nel gruppo del Partito Democratico. Noi voteremo contro questo provvedimento con convinzione. È nostra convinzione che Alitalia abbia da sempre bisogno di una gestione di carattere economico e di mercato, cioè l'esatto contrario di quello che è avvenuto in tutti questi anni in cui, per ragioni di sindacato e burocratiche e anche per ragioni partitiche, si è usata la compagnia in termini non economici.
Ebbene, il Governo Prodi è stato fino ad ora l'unico ad aver attivato una procedura per una soluzione di mercato per il caso Alitalia, in primo luogo con la decisione del dicembre 2006 della privatizzazione mediante procedura competitiva e, successivamente, con l'invito alla società al risanamento ed a trovare società che rilevassero la quota detenuta dal Ministero dell'economia.
Il prestito ponte di 300 milioni di euro di cui trattiamo nel decreto-legge in corso di conversione è una delle quattro condizioni a cui Air France ed Alitalia subordinavano l'efficacia del contratto sottoscritto.
Occorre, però, subito dire che oggi di questo prestito ponte non rimane alcuna traccia.
Ciò anzitutto perché il Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi e anche resistenze dei sindacati hanno spinto Air France a rinunciare all'acquisto di Alitalia; è venuta meno, quindi, la condizione essenziale per rendere legale, sia a livello italiano sia a livello comunitario, il prestito ponte: l'essere finalizzato ad un'operazione di risanamento e di vendita della compagnia ad un determinato soggetto.
Inoltre, quello che doveva essere un prestito ponte, con le modifiche introdotte al testo nel corso dell'iter legislativo, è diventato una sorta di capitale netto, in quanto la sua restituzione è rigidamente subordinata all'eventuale privatizzazione e la somma può essere utilizzata per far fronte alle perdite.
Questo rende certa, al di là di ogni dubbio, la sanzione dell'Unione europea, trattandosi di un aiuto di Stato illegittimo, considerato anche il carattere illegale del prestito per l'ordinamento italiano. Non si possono prestare denari dei contribuenti ad un'azienda che non produce utili, ma solo perdite. La copertura è fatta attingendo a fondi per l'innovazione tecnologica importanti per lo sviluppo economico del Paese; fondi che vengono così buttati nel buco nero di Alitalia.
Vi è poi la curiosa procedura per la quale è il Consiglio dei ministri che individua i soggetti che presenteranno l'offerta, in deroga anche agli obblighi di informazione dovuti al mercato secondo la Consob.
In caso di fallimento, gli atti di spesa compiuti da Alitalia dall'entrata in vigore del decreto-legge fino al 31 dicembre 2008 non sono soggetti a revocatoria, come invece normalmente avviene, e in questo modo i creditori, fra cui lo Stato, non sono sufficientemente tutelati.
Infine, ci auguriamo che la fantomatica cordata promessa da Silvio Berlusconi esista e si manifesti nell'interesse degli italiani, dei lavoratori di Alitalia e dei contribuenti, ma non ci si può chiedere di votare un testo frutto di una scelta politicaPag. 37pasticciata, sbagliata, onerosissima per i contribuenti italiani e per lo sviluppo dell'economia del Paese. È un testo ricco di misure emergenzialiste che aggraveranno i problemi esistenti, anziché risolverli.
In definitiva, siamo interessati solo ad un tipo di italianità: l'interesse dei contribuenti a non gettare ancora una volta il proprio denaro, l'interesse dei cittadini italiani a volare al minor costo possibile e l'interesse dei lavoratori di Alitalia. Tutto ciò viene disatteso da questo decreto-legge (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, fa un certo effetto, questa mattina, aprire i giornali nazionali e trovare la pubblicità di Alitalia, il cui slogan finale è: «Volare Alitalia fa volare l'Italia». Non ha aggiunto dove, perché, con una gestione come quella di questa compagnia, saremo certo volati, ma nel baratro, nel precipizio.
Il collega prima richiamava il problema di Malpensa, un aeroporto progettato in un modo pessimo; evidentemente, non si è pensato alle problematiche che avrebbe generato sul piano logistico, perché un aeroporto funziona se la gente ci arriva e lo fa facilmente. Ci sono stati enormi difetti ed errori di progettazione e questo è il risultato!
Pensate che a Malpensa c'erano hangar presi in affitto a 1,4 milioni di euro all'anno che per mesi non sono stati utilizzati. C'era un numero esorbitante di camere di albergo pagate ogni mese - si parla di un numero tra 11 e 14 mila, tutti i mesi - per gli equipaggi in trasferta, con casi anche paradossali, come quello di 60 camere con vista sul Lago Maggiore, che sono state pagate per tre mesi e che i piloti rifiutavano perché Stresa è triste in inverno.
Per un larghissimo tempo, Alitalia non era capace di far partire da Fiumicino i piloti che vivono a Roma e da Malpensa quelli che vivono in Lombardia.
Ciò ha generato dei costi spropositati, dovuti alle camere d'albergo (tra le 11 e le 14 mila) impegnate ogni mese a Milano per ospitare gli equipaggi con una spesa di circa 100 euro a persona per notte. Solo quindi per il pernottamento si spendevano 1,4 milioni di euro al mese, cui bisognava aggiungere 500 mila euro di diaria di missione (44 euro al giorno). Ma allora cosa si è fatto? Si è cercato di aumentare il numero dei piloti e delle hostess con sede in Lombardia, ma dopo un po' i piloti trasferiti in Lombardia sono stati riportati definitivamente a Roma, e così è ripresa la «rincorsa» dei piloti tra Roma e Malpensa per poter far viaggiare gli aerei.
Da questo punto di vista è pertanto evidente che con una gestione di questo tipo, come ricordavo, «Volare Alitalia fa volare l'Italia», ma nel baratro! D'altro lato, Bruxelles aprirà domani la procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia per quello che era un prestito ponte, e cioè per una soluzione che appariva tutto sommato ai più accettabile. Oggi ci troviamo, invece, a deliberare su un provvedimento che è completamente diverso e che non ha più neppure il significato del prestito ponte. Ma anche su questo - l'Unione europea scrive, dice o dirà - non ci si può appellare alla necessità di rimediare a danni provocati da calamità naturali o da altri eventi straordinari, dal momento che la misura di aiuto non costituisce un progetto importante di interesse europeo comune, non rimedia ad una perturbazione grave dell'economia italiana, non promuove neppure la cultura e non serve a facilitare lo sviluppo di attività particolari nel settore; inoltre, non è in gioco la copertura del servizio aereo in territori ultraperiferici, né vi è la necessità di garantire, per ragioni di ordine pubblico e continuità territoriale, il servizio pubblico assicurato.
Ma se, quindi, ci si accinge addirittura ad aprire una procedura di infrazione sul prestito ponte, immaginiamo cosa può succedere per la trasformazione di quel prestito in un qualcosa di ben diverso che sicuramente - su questo non vi è ombra di dubbio - configura un aiuto di Stato.Pag. 38
D'altronde è anche interessante notare ciò che dicono sul problema Alitalia i giornali stranieri e quelli dell'Unione europea (e quindi dei nostri partner), a partire dal Financial Times che titola «Au revoir Alitalia» e parlando del problema ricorda che dopo la rinuncia di Air France alla sua ipotesi di intervento il cielo è sgombro per il Premier Berlusconi, ma le sue chances di orchestrare il salvataggio del vettore di bandiera sono ridotte. La compagnia francese aveva condotto un lungo periodo di trattative...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borghesi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, con il mio intervento intendo ribadire che l'Italia dei valori non è contro la compagnia Alitalia, bensì contro questo ennesimo regalo a fondo perduto. E non mi riferisco al prestito, che abbiamo votato coerentemente nel precedente Governo, poiché l'impegno era quello di averne la restituzione da parte dei nuovi azionisti che sarebbero subentrati nella gestione di Alitalia. L'Italia dei valori invita, quindi, ancora adesso il Governo ad aiutare la compagnia, ma nel senso che il prestito sia tale e non costituisca l'ennesimo regalo fatto in un tritacarne, in un inceneritore che oramai ha bruciato decine di milioni di euro dal 1999 ad oggi.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Razzi, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, con riferimento a ciò che sta accadendo in Alitalia noi dell'Italia dei Valori, come ha detto il collega, non siamo contro la compagnia Alitalia, ma stiamo dalla parte dei cittadini, e ciò rispetto a quanto questo Governo sta facendo dal suo insediamento, ossia la politica del caimano (allargamento del patteggiamento, decreto «salva Retequattro», ed ora blocco delle intercettazioni).
Voglio ricordare a tutti che il rilancio dell'Alitalia è stato sacrificato sin dal 2004, quando alla guida del nostro Paese vi era il precedente Governo Berlusconi, che ha indicato come manager di Alitalia Giancarlo Cimoli.
La gestione di Cimoli, a detta di tutti, è stata fallimentare, dato che nel 2006 le perdite già ammontavano a 380 milioni di euro. La stessa Consob ha considerato il piano industriale di Cimoli fallimentare ...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zazzera, il suo tempo è terminato.
Avverto gli onorevoli colleghi che i lavori proseguiranno fino alle ore 14 e che, dopo la sospensione, riprenderanno alle ore 15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà per un minuto.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, per la verità alle 13,45 sono convocati gli uffici di presidenza delle Commissioni V e VI. Vorremmo capire cosa dobbiamo fare.

PRESIDENTE. La prego di proseguire, onorevole Cambursano.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, vorrei solo capire. Gli uffici di presidenza della V e della VI Commissione sono convocati alle ore 13,45: non avendo il dono dell'ubiquità, dove devo andare, in Aula o in Commissione?

PRESIDENTE. Il lavoro delle Commissioni, al pari dell'ufficio di presidenza, inizierà alle ore 14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

Pag. 39

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, l'onorevole Cambursano proseguirà in seguito il suo intervento, perché era intervenuto sull'ordine dei lavori. Mi pare un po' ridicolo togliergli la parola sulla vicenda Alitalia.
Ciò detto, ci troviamo a discutere, ancora una volta, un decreto-legge illegittimo, che non reca assolutamente alcun vantaggio ad Alitalia, ma la affossa ulteriormente e soprattutto spinge il Parlamento ad andare contro i dettami ordinari della legge. Ci accingiamo a violare le norme in materia di concorrenza, prestando un aiuto di Stato, quando tutte le altre compagnie aeree europee ed extra-europee stanno insorgendo. Stiamo scegliendo un advisor senza compiere in alcun modo una scelta ad evidenza pubblica, ma in modo diretto; soprattutto, è un advisor che si trova in palese di conflitto di interessi (ma siamo abituati a ciò) rispetto al lavoro che si appresta a compiere. Un prestito che non serve assolutamente a nulla ...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Messina.
Non avendo precedentemente l'onorevole Cambursano specificato che chiedeva di parlare sull'ordine dei lavori, si è generata un'errata interpretazione da parte della Presidenza. Pertanto, l'onorevole Cambursano ha facoltà di parlare per un minuto per dichiarazione di voto, a titolo personale, sull'emendamento Meta 1-bis.21.

RENATO CAMBURSANO. Rinunzio, Signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, si diceva che Air France era improponibile, che il piano di Air France era inaccettabile, che gli esuberi erano eccessivi e che, dunque, quella strada non era praticabile; adesso stiamo ricapitalizzando, stiamo versando 300 milioni di euro e concediamo al Governo ampia libertà di azione e di scelta dell'advisor.
Inoltre, deroghiamo alla disciplina sulle privatizzazioni e vi è la possibilità di accedere subito alle informazioni riservate della compagnia da parte dei concorrenti individuati dall'advisor. Pertanto, vi chiedo: qual è la finalità? Cosa si fa? Qual è il piano? Quanti saranno gli esuberi? Quando si discuterà di tali questioni nell'interesse degli italiani e della compagnia? Fateci sapere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà, per un minuto.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, mi dispiace svolgere un'altra riflessione che, per un minuto, non intendo dedicare all'argomento Alitalia.
Si presupponeva che nel Paese - lei mi scuserà per quanto vado affermando - vi fosse già l'idea di un Governo di regime che non concedesse la possibilità di intervenire e di parlare. La maggioranza sostiene i propri punti di vista, parla e chiede all'opposizione di essere responsabile per aprire un dialogo, un dibattito e per fare in modo che si costruisca un'Italia diversa, seria e in grado di progredire giorno dopo giorno.
Tuttavia, le ricordo che il suo atteggiamento - non solo ora, ma già il primo giorno - è stato quello di interrompere l'onorevole Di Pietro mentre parlava affermando: «dipende da quello che si dice». Questo è stato il primo momento di grande difficoltà del Parlamento. La rispetto, la conosco da tanti anni e so che è una persona stimabilissima e per bene, ma l'atteggiamento assunto quel giorno già ci portava verso...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Scilipoti.
Constato l'assenza dell'onorevole Monai, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.Pag. 40
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, voterò a favore dell'emendamento in esame, che tende a rivalutare il compito, le funzioni e il ruolo dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
L'emendamento sottende un dubbio che condivido pienamente e cioè che l'ipotesi che il Consiglio dei ministri nomini un advisor, che deve fare la due diligence e che è lo stesso soggetto che può promuovere una cordata o delle offerte di acquisizione di Alitalia, faccia sorgere il sospetto di una violazione delle regole del mercato a favore di chi svolge la doppia funzione di advisor e di soggetto interessato.
Ecco perché, signor Presidente, ritengo che l'emendamento in esame tenda a riequilibrare i rapporti tra i poteri dello Stato (poteri di decisione, di esecuzione ed anche di garanzia) e che per tali motivi debba essere accolto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, mi rendo conto che il nostro rispetto del Regolamento ed il nostro utilizzo del tempo concesso può essere avvertito da alcuni come fastidioso. Sono convinto, però, che molti colleghi - mi permetto di dire la maggior parte dei colleghi - siano concordi sul merito dei nostri interventi. Infatti, pur dovendo avallare l'emendamento del Governo, si concorda sulla necessità di sostenere la vera impresa, quella che assume i rischi, crea occupazione, paga le tasse, alla quale vengono tolti 290 dei 300 milioni destinati ad Alitalia.
Ebbene, molti colleghi intellettualmente onesti - sono certo la maggioranza dei presenti - comprendono la nostra azione e ci concedono la simpatia destinata a chi persegue, come noi, l'onesta utopia della meritocrazia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, rinunzio al mio intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che oggi dovremmo porci alcune domande in ordine all'opportunità di queste scelte opinabili: dove sono le cordate tanto paventate? Diteci quali sono i piani di ristrutturazione, i piani industriali e dov'è il risanamento. Lo vorremmo sapere veramente. Diteci, inoltre, come possiamo andare avanti in questo modo, senza sospendere questo provvedimento, considerato che domani la Commissione europea vaglierà le procedure di infrazione. Ormai il prestito ponte è diventato capitale netto, ossia un aiuto di Stato; non si sa dove sono finiti questi soldi. Lo Stato, in questo caso, non è stato assolutamente tutelato.
Il testo è ricco di misure assistenzialistiche e non fa gli interessi dei cittadini, dell'Alitalia, dei lavoratori...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Paladini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, pensavo che, tornando dal fine settimana, avrei trovato un Governo che, dopo i lunghi dibattiti svoltisi in questa Camera, si fosse reso conto di ciò che stava per fare: trasformare un prestito ponte di 300 milioni nella ricapitalizzazione di un'azienda che continua a perdere, ogni giorno, un milione di euro.
Tutto ciò va a danno dei cittadini, perché questo Governo ha imparato bene: da una parte, sembra che faccia entrare dei soldi nelle case dei cittadini e poi li fa uscire dalla finestra. Questo è il tipicoPag. 41esempio, perché togliere dei fondi alle politiche sociali, alle infrastrutture e ad alcune opere pubbliche, chiaramente va a danno dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, vorrei tornare sulle considerazioni svolte in precedenza, aggiungendo che per il 9 luglio è attesa dalla Corte di giustizia dell'Unione europea la decisione definitiva sugli aiuti di Stato che l'Italia avrebbe concesso negli anni passati ad Alitalia. Quindi, tra un mese circa avremo questa decisione e domani la Commissione europea deciderà sull'opportunità o la possibilità di avviare un procedimento di infrazione per il prestito ponte.
In un contesto come questo, anche per difendere il prestigio e la credibilità della nostra istituzione parlamentare nei confronti dell'Europa e delle società concorrenti (che hanno rivolto un esposto alla Commissione europea, che darà luogo, con ogni probabilità domani, all'apertura di una procedura di infrazione), ribadisco l'opportunità di sospendere ogni decisione, di interrompere l'esame di questo provvedimento, quanto meno per attendere domani le decisioni della Commissione europea. Avremo così la possibilità di comprendere quali sono le motivazioni che, ad avviso della Commissione europea, rendono illegittimo questo provvedimento e avremmo anche la possibilità di correggerlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta 1-bis.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 510
Votanti 508
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato 236
Hanno votato no 272
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Calgaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Passiamo alla votazione dell'emendamento Compagnon 1-bis.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, nel mio precedente intervento stavo illustrando le affermazioni fatte dai giornali stranieri a proposito della vicenda Alitalia. Avevo ricordato il Financial Times, che titolava «Au revoir Alitalia» e diceva: «Le chance di orchestrare il salvataggio di questo vettore sono ridotte. Air France aveva a lungo potuto, durante il periodo di trattativa in esclusiva, esaminare i conti in modo approfondito e chiunque abbia un minimo di buon senso - prosegue il giornalista - vorrà poter esaminare per bene quei libri prima di avanzare proposte. Così senza una due diligence a eventuali nuovi candidati è difficile che si creino opzioni e resta solo la via dell'amministrazione controllata». Ci troviamo in una situazione in cui queste preconizzazioni del Financial Times si sono già avverate, nel senso che, dopo ormai due mesi, non c'è neanche l'ombra di opzioni di nuovi candidati.
Ad esempio, un altro quotidiano inglese, The Indipendent, sostiene che questa è la prima crisi che il Premier Berlusconi deve affrontare, ma che «l'imminente crollo di Alitalia è proprio colpa di Berlusconi».
Sottolinea che l'accordo con Air France e Klm avrebbe permesso all'Italia di continuare a volare.
Il Guardian titola che i ministri uscenti hanno cercato di sostenere Alitalia e faPag. 42notare che il finanziamento potrebbe generare una crisi delle relazioni tra l'Unione europea e l'Italia. Questa preconizzazione si è ormai avverata, tanto è vero che domani - quasi certamente: è difficile che non succeda - l'Unione europea aprirà una procedura di infrazione. Immaginiamo cosa succederà dopo che questo decreto-legge sarà convertito: se precedentemente era comunque discutibile, è chiaro che con il decreto approvato in questi termini non ci sarà discussione sull'aiuto di Stato.
Anche The Times scrive che il futuro dell'Alitalia è molto in dubbio. Molta stampa francese, quando Air France si è tirata indietro (o meglio, quando è stata messa nelle condizioni di tirarsi indietro), ha addirittura avuto parole di sollievo. Per esempio, Les Echos ha scritto: «tendere la mano ad un uomo che sta per annegare può salvargli la vita, basta che non vi trascini con lui», con riferimento al pericolo che il giornale francese vedeva sulla vicenda Alitalia, se Air France avesse accettato quel contratto.
Altri sottolineano la difficoltà di convincere Bruxelles e, addirittura, qualcuno parla di prestito illegale: Le Figaro si domanda se non siamo in presenza di un prestito illegale e vede Alitalia sempre più sull'orlo di un precipizio.
Anche sul sito di Le Monde sono affrontate alcune questioni che riguardano Alitalia; vi si legge che con questa «spintarella» del Governo - si riferisce al prestito ponte, oggi la situazione è molto più negativa - Alitalia certo guadagna tempo, ma è sempre in cerca di un avvenire; le soluzioni ventilate da Berlusconi sono sempre in empasse.
Anche Libération interviene su questo tema e sostiene che il progetto della cordata italiana non esiste, non si è concretizzato. Il caso ha grande risalto anche su Le Nouvel Observateur e su France Soir, che titola addirittura: «Alitalia condannata a morire»...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghesi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, la nostra posizione rispetto a questo decreto-legge è sempre stata contraria con grande determinazione e chiarezza, per una serie di motivazioni che ci hanno portato anche a tenere un comportamento in Aula non certo ostruzionistico, ma determinato, con la presentazione di pochi emendamenti.
Quello in esame è il terzo ed ultimo emendamento che abbiamo presentato. Si tratta, al di là della posizione generale, di un emendamento soppressivo di una piccola parte relativa ad un aspetto legislativo che diventerebbe veramente pericoloso, oltre al fatto che potrebbe creare un precedente. Mi riferisco alla disposizione che permette all'advisor non solo di creare le condizioni per la ricerca di una cordata, che peraltro non si materializza, ma anche di poter fare tutto questo in proprio.
Tale emendamento dimostra che c'è una forzatura sostanziale, non solo, nel complesso, sulla questione del prestito, ma anche per il modo di legiferare, privilegiando qualcuno. Infatti, si compiono delle scelte che conducono qualcuno ad essere agevolato, mentre altri in diverse condizioni sono penalizzati o quanto meno, come sarebbe giusto, sono costretti a fare un percorso normale.
Ciò mi permette di fare un passo indietro e di tornare all'intervento, che non sono riuscito a terminare, che ho svolto nei giorni scorsi sul comma 3 dell'articolo 1 del provvedimento in esame: anche in quel caso evidenziavo una forzatura legislativa che andava a creare le condizioni di legge per permettere agli amministratori di Alitalia di eludere la vigente legge fallimentare, dando a tali amministratori una possibilità che ad altri, in situazioni simili o uguali, non potrà essere riconosciuta. Questa situazione è veramente preoccupante e non vorrei essere nei panni degli amministratori di Alitalia, chePag. 43sicuramente hanno fatto affidamento sulla conversione del decreto-legge in esame.
Queste forzature legislative che creano condizioni di sperequazione sono indubbiamente la dimostrazione che la scelta compiuta, pur nella sua complessità, a partire dal decreto-legge varato dal Governo Prodi, è sbagliata, perché non aiuta l'Alitalia né, soprattutto, il nostro Paese. Mi riferisco ai 300 milioni di euro dati in prestito ad una società che ne perdeva uno e mezzo (adesso tre) al giorno, quindi con l'impossibilità di restituirli, chiaramente promessi alla vigilia di una campagna elettorale, non con la serietà e serenità che si dovrebbe avere nei confronti dell'elettorato, ma finalizzati appunto alle elezioni, e seguiti da una presa di posizione del candidato Premier in pectore che, addirittura, ha trasformato i 300 milioni di euro da prestito a conto capitale. Ecco allora che riguardo alle due scelte verso le quali noi siamo stati contrari sin dall'inizio - la «scelta Prodi», di centrosinistra, e la «scelta Berlusconi» - si pone la questione della serietà della politica nei confronti dei problemi veri del nostro Paese.
Inoltre, se andiamo a considerare come e da dove questi fondi vengono reperiti ci preoccupiamo ancora di più: sviluppo della piccola e media impresa, finanza d'impresa ma, soprattutto, solidarietà sociale. La preoccupazione, dunque, non sta solo nel fatto che il decreto-legge in esame alla fine non salverà Alitalia e che non aiuteremo la compagnia di bandiera, ma nel fatto che butteremo via - letteralmente: butteremo via - 300 milioni di euro presi da settori che invece hanno un bisogno assoluto di essere considerati in termini di impegno finanziario da questo Governo e da questo Parlamento. Non vedo l'ora che termini l'esame di questo decreto-legge - tanto sappiamo come andrà a finire - per poter ricominciare a discutere di problemi veri, di sicurezza, di precarietà, di giovani e di famiglia, e per cercare di incanalare verso questi settori i migliori finanziamenti disponibili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo proprio a titolo personale: con il provvedimento in esame, che è un provvedimento da 300 milioni, credo di poter dire agli amici della Lega: questa l'è una gran palpada ala musina dei lombardi; l'è una gran legnada ala voia de lavurar. Voi fate i sordi, fate i ciechi e non volete rendervene conto: si sta parlando di 300 milioni di euro, non di regali, di orologi d'oro!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, io interverrò parlando italiano! Ovviamente questo è un Governo che, come l'Alitalia, vola versa il fallimento. Noi dell'Italia dei Valori siamo in quest'Aula per essere dalla parte dei cittadini e per spiegare loro che l'attuale Governo vuole mettere le mani nelle loro tasche, per sostenere un'operazione impresentabile e antieuropea. Questo Governo, che dice di essere liberale e di voler ridurre le tasse, assume decisioni che si contrappongono al mercato, alle Comunità europee e che vanno persino contro l'apertura di un procedimento di infrazione nei confronti del nostro Paese.
Dunque invito il Governo ad un maggior senso di responsabilità e ad attendere il procedimento d'infrazione...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zazzera.

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, intervengo brevemente, e non discetterò su questo, codesto e quello, perPag. 44ché tanto non capiscono. Vorrei sottolineare che i singoli deputati devono parlare al Presidente, e, cortesemente, io non intendo avere nessun colloquio, né discorsi che si riferiscono a me o al mio gruppo.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Cambursano, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale: si intende che vi abbia rinunciato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà, per un minuto.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, il Governo con il provvedimento in esame (ma già in precedenza con altri che è stato anche costretto a ritirare) sta dimostrando di volare veramente basso. Noi dell'Italia dei Valori sosteniamo con chiarezza che deve essere definito e chiarito a cosa serviranno questi 300 milioni di euro e, soprattutto, che deve essere chiarito cosa sarà di Alitalia, in quanto delle cordate di cui abbiamo sentito parlare alla fine, oggi, non vi è più nessuno: Air France, infatti, è scappata, e le altre compagnie aeree sono tutte insorte contro la manovra che il Governo italiano vuole attuare a vantaggio di Alitalia.
Credo che sia un fatto di buonsenso, non soltanto per noi dell'Italia dei Valori, ma per tutto il Parlamento conoscere in realtà il futuro di Alitalia: li daremo dopo i 300 milioni di euro, ma per favore fateci sapere prima che fine deve fare Alitalia, e dopo saremo favorevoli ad elargire il prestito!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà, per un minuto.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, mi rivolgo a lei, così esaudiamo il desiderio dell'amico Brigandì, ma anche io ho un desiderio, signor Presidente: spero che magari qualche collega della maggioranza, magari l'onorevole Brigandì, prenda la parola per spiegarci se abbiamo ragione noi, se hanno ragione le cinque compagnie aeree che si sono rivolte all'onorevole Tajani, o abbiamo torto.
Spero che qualcuno prenda la parola per spiegarci se si tratta di una ricapitalizzazione oppure no, e se il prestito da 300 milioni di euro serve: ma che lo spieghi agli italiani, non a me. Spero che qualcuno di voi, onorevoli colleghi, prenda la parola per spiegarci se abbiamo torto noi, e la Commissione europea nell'aprire la procedura di infrazione, o abbiamo ragione. Qualcuno ce lo spieghi, magari cambiamo idea e vi votiamo il decreto-legge in esame. Però spiegatecelo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, non so se ciò che sto per proporre sia possibile: potremmo avviare, a mio giudizio, un'indagine conoscitiva sulla gestione delle aziende di Stato, per individuare le responsabilità degli amministratori.
Infatti, prima ancora di andare a versare 300 milioni di euro, dovremmo - come dicevo poco fa - svolgere una riflessione su quello che è stato dato, sulla cattiva gestione e su un atto di responsabilità da parte del Governo e del Parlamento volto a far pagare coloro i quali hanno creato i danni, in modo particolare l'amministratore delegato e i vertici aziendali di Alitalia, che hanno creato il disastro e non sono stati in condizione di risanare e di realizzare ciò che avevano promesso cinque o sei anni fa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, riprendo l'invito del collega Porcino, che ha esposto il suo appello accorato, non retorico e non di maniera, al Governo, per ricevere delle delucidazioni operative sull'iniziativa a fondo perso di 300 milioni di euro destinati ad Alitalia, che sono giàPag. 45arrivati (che io sappia) alle casse di Alitalia il 2 maggio. Quindi, stiamo discutendo di soldi che sono già stati tolti dalle tasche dei cittadini e consegnati alla compagnia aerea, non si sa con quale prospettiva e con quale piano di ristrutturazione industriale. Dunque, la domanda non ha assolutamente una funzione dilatoria o di maniera.
Chiediamo espressamente al Governo che ci dica cosa ha intenzione di fare con questi soldi e qual è la prospettiva...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Monai.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, voterò a favore dell'emendamento Compagnon 1-bis.1. A pensare male si può fare peccato, ma spesso si ha ragione e si è nel giusto.
Noi parlamentari, in modo particolare, abbiamo la necessità di capire i provvedimenti che stiamo votando. L'emendamento in esame interviene su un comma di un articolo aggiuntivo che prevede la doppia veste di advisor - e quindi di soggetto che esercita la due diligence - e di soggetto che, eventualmente, può anche essere promotore di un'offerta di acquisto. Sono molto sensibile, come dovremmo essere tutti noi, alla distinzione dei ruoli. Se lei, signor Presidente, è proprietario di una casa e deve venderla, non ne affida la valutazione alla persona che può comprarla, perché la valutazione stessa potrebbe essere, molto probabilmente, addomesticata a favore di chi la effettua. Signor Presidente, bisogna distinguere ruoli: non si può affidare...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Palomba.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, chi ci porta in quest'Aula l'emendamento che impone alla maggioranza, anche alla sua componente vicina all'imprenditoria del nord (che però, purtroppo, considerate le espressioni dell'onorevole Brigandì, non vuole ascoltare) di ributtare altri 300 milioni nel pozzo senza fondo di Alitalia, chi ci porta verso un'altra infrazione che ci sarà contestata dalla Corte di giustizia delle Comunità europee, chi da anni ci dice che è il migliore e che ci insegna come essere buoni imprenditori, questa volta ha «toppato» e, senza riconoscere la responsabilità di aver optato per la propaganda elettorale anziché per il bene degli italiani, oggi ci chiede di mettere una pezza. I colleghi della maggioranza dovranno farlo, anche quelli che non lo condividono. Noi dell'Italia dei Valori continueremo a sostenere che è inaccettabile, e rimaniamo in attesa di un piano industriale per rilanciare Alitalia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, siamo di fronte ad un particolare libro dei sogni, perché gli interessi di qualcuno prevalgono sugli interessi di altri. Si tratta di un libro in cui gli aspetti sostanziali e formali sono optional ed i principi di trasparenza, di pluralismo e di libera concorrenza di mercato sono e rimangono parole. La beffa è rappresentata inoltre dal fatto che la situazione viene rappresentata attraverso la legge. Ormai è chiaro a tutti che si vuole proseguire con forzature legislative che creano sperequazioni e non aiutano gli italiani, l'Alitalia e i lavoratori. Non vi è serietà della politica di fronte a problemi veri e reali del nostro Paese. Questo decreto-legge non salverà l'Alitalia e butteremo via 300 milioni di euro, sottraendoli a chi ne ha veramente bisogno: il sociale, le piccole e medie imprese. Mi chiedo come farete a ridurre le tasse, contrapponendovi al libero mercato, soprattutto di fronte all'avvio della procedura d'infrazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 46
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Compagnon 1-bis.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 499
Votanti 496
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato 228
Hanno votato no 268
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con il seguito della discussione del provvedimento in esame.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aprea, Bonaiuti, Brugger, Brunetta, Buttiglione, Casero, Conte, Cota, Donadi, Gelmini, Menia, Pescante, Roccella, Rotondi, Soro, Stucchi, Urso, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1094-A/R)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Compagnon 1-bis.1.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, spero che dopo la discussione di questi giorni ci si avvii più rapidamente possibile verso la conclusione. La maggioranza ha respinto alcune proposte emendative che tendevano ad evitare una deroga alla legge n. 474 del 1994. Il decreto-legge in esame prevede, infatti, che il Consiglio dei ministri possa derogare a quella legge, individuando un advisor che può lavorare per conto terzi o, addirittura, per conto proprio. Siamo profondamente contrari a tutto ciò, e presentiamo l'emendamento Evangelisti 1-bis.28 proprio per ridurre le conseguenze negative che derivano dall'aver respinto le precedenti proposte emendative dell'opposizione. L'emendamento Evangelisti 1-bis.28 prevede che il Consiglio dei ministri individui, trascorso il termine stabilito, la proposta di un gruppo, di una cordata, di un ente in grado di presentare un'offerta per l'Alitalia. In altre parole, si prevede un termine trascorso il quale il Ministro dell'economia e delle finanze procede per la dismissione delle partecipazioni dello Stato al capitale di Alitalia-Linee aeree italiane Spa, secondo quanto disposto dal decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474.
Tale proposta tende a ridurre l'impatto negativo che si avrebbe sull'opinione pubblica approvando questo decreto-legge come proposto dalla maggioranza. I cittadini, infatti, non capiscono più cosa sta succedendo, e dicono: quelli fanno sempre le cose tra di loro, si dividono le torte, e così via. Addirittura l'advisor Banca Intesa, che era parte di una cordata, adesso può proporre altri oppure se stessa. È necessario fare chiarezza. Invito, quindi, anche la maggioranza a votare questo emendamento, che non comporta peraltro degliPag. 47esborsi ed anzi mira ad accelerare la privatizzazione.
Al termine di questo mio breve intervento illustrativo dell'emendamento Evangelisti 1-bis.28 torno sul punto fondamentale: noi possiamo anche arrivare a votare a favore dell'insieme del disegno di legge di conversione, qualora in queste ore che ci separano dal voto finale il Governo e la maggioranza ci dicano chiaramente che cosa vogliono fare dell'Alitalia: qual è il progetto industriale? Qual è la cordata? Quali sono i partner?
Non dico di arrivare all'individuazione del partner internazionale: certamente, visto che British Airways ha attaccato l'Alitalia - e, direi, addirittura l'Italia - e che le altre due grandi compagnie, la Lufthansa e l'Air France, non si sono pronunciate, i grandi vettori probabilmente sperano in futuro di gareggiare tra loro per divenire partner della nostra compagnia, qualora quest'ultima si risollevasse. Pertanto ritengo che il Governo e la maggioranza debbano almeno dirci qual è la cordata e qual è la composizione delle forze economiche e industriali che si mettono in campo per risollevare le sorti della nostra compagnia di bandiera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, torno sull'argomento dopo lo sforzo manifestato con la dichiarazione di voto dell'onorevole Misiti, che si è detto disponibile a rinunciare alla nostra posizione di richiamo alle regole e al rispetto del mercato e degli imprenditori. Tale disponibilità, in sede di voto, ad accettare e sostenere questo provvedimento può esserci purché vi sia almeno un piano industriale. Credo che bisogna assolutamente avere il coraggio di mettere questa azienda nelle mani di un liquidatore, di un commissario straordinario che sappia scegliere sia le società di advisor, sia quelle di controllo, sia quelle in grado di rilevare, anche parzialmente, dei rami d'azienda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, noi dell'Italia dei Valori in questi giorni siamo impegnati a difendere gli interessi dei cittadini. Siamo impegnati a difendere per davvero il destino dell'Alitalia. Non deve sembrare che questa posizione tenuta dall'Italia dei Valori voglia significare favorire il fallimento di Alitalia. Sappiamo che sono giorni difficili, in particolare per quanto riguarda l'economia internazionale e il costo del petrolio. Ecco perché l'occasione, tempo addietro, di far acquisire ad Air France il 100 per cento delle azioni di Alitalia è stata un'occasione persa: un'occasione persa voluta e costruita dall'attuale Presidente del Consiglio.
Non comprendiamo quindi il perché di questa partita giocata al buio e giocata sulla pelle dei cittadini, così come continuiamo a non comprendere il silenzio assordante della Lega Nord.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo ancora a titolo personale per sottolineare che certamente sarebbe opportuno, necessario e doveroso che il Presidente del Consiglio, visto quello che ci sta per arrivare da parte dell'Unione europea, si presentasse in Aula e spiegasse le vere ragioni del provvedimento in esame. Ma non potendolo fare lui, o non volendo presentare la propria faccia, sarebbe bene che almeno il Ministro dell'economia si facesse vedere e ci spiegasse le ragioni per le quali uno che si definisce il novello Robin Hood di fatto toglie dai portafogli dei cittadini e mette le mani in tasca ai cittadini per dare ad un'azienda che ormai è decotta.Pag. 48
Quindi, signor Presidente, le chiedo di farsi interprete di questa richiesta nei confronti del Presidente del Consiglio e del Ministro dell'economia e delle finanze, affinché vengano a sentire le nostre ragioni, che sono le ragioni dei cittadini italiani che non vogliono vedersi depauperare di milioni di euro che invece servono per l'economia e lo sviluppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, mi chiedo quando finirà l'ostruzionismo che il Governo sta facendo sull'Alitalia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori), perché non è pensabile che siamo qui a parlare dell'Alitalia avanzando delle richieste che veramente sono le più banali, ma anche le più utili per capire che sorte avranno i lavoratori dell'Alitalia, quale sarà il piano industriale, e chi, dopo il prestito 300 milioni, gestirà tutto questo.
A fronte di richieste così banali, alle quali basterebbe una risposta per coinvolgere tutti e salvare Alitalia, il Governo continua a stare zitto, in un silenzio eloquente: il silenzio di chi dice che, alla fine, non ha nessun interesse per Alitalia, ma ha interesse ad andare avanti con questo prestito, celando probabilmente cose che nessuno di noi deve o può sapere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, l'atteggiamento del Governo per noi, egoisticamente, è un vantaggio: non è un vantaggio per gli italiani, non è un vantaggio per i cittadini, ma per noi come gruppo egoisticamente è un vantaggio.
Noi stiamo dicendo agli italiani in tutte le salse e in tutti i modi possibili come la pensiamo su questo decreto-legge, quali sono i punti nodali che non vanno e quali sono le lacune. Il Governo si rifiuta di dare spiegazioni su tale questione, nessun amico della maggioranza vuole spiegarci qual è la bontà di questo provvedimento.
Ma non finisce qui. Voi avete la maggioranza, andremo al voto: lo approverete, noi voteremo contro. Dopodiché dovrete, comunque sia, spiegare agli italiani che fine faranno questi 300 milioni di euro sottratti dalle loro tasche e qual è la bontà del provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, ritorniamo sull'argomento di questa spesa di 300 milioni di euro, ma ritorniamo anche sulla riflessione circa i 2.750 miliardi di lire che sono stati impegnati precedentemente e non sono stati utilizzati con il criterio adeguato con il quale dovevano essere utilizzati.
L'uso delle risorse pubbliche è completamente distorto nel caso dell'Alitalia. Si continuano a bruciare centinaia di milioni di euro, dopo miliardi spesi nel decennio trascorso. L'affare Alitalia ha conseguenze disastrose sull'occupazione, con ricadute negative sull'intero comparto del trasporto aereo. Per questo esprimo la mia solidarietà a tutti i lavoratori del comparto aereo che vivono un momento di grande incertezza, in particolare a quei lavoratori della compagnia Meridiana che oggi hanno dato vita ad una manifestazione all'aeroporto Costa Smeralda di Olbia, nel corso della quale hanno contestato un gruppo di dirigenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che bisogna chiarire prima di tutto quale sia l'effettiva strategia che il Governo ha in mente al rispetto all'investimento di questi 300 milioni di euro.
La sensazione che aleggia un po' in quest'Aula, ma direi anche nel Paese, è che, in realtà, con questa operazione ilPag. 49Presidente del Consiglio voglia sotterrare, dissimulare, le sue responsabilità che sono derivate da una campagna elettorale che ha fatto di Alitalia una clava con cui combattere l'avversario politico.
Mi spiego: questa cordata di imprenditori che doveva essere capitanata da Berlusconi junior piuttosto che dal candidato Premier, dov'è? Quali sono i protagonisti? Quali sono le strategie? Cosa dice la Lega Nord rispetto a questo silenzioso...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Monai.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, se stiamo intervenendo così numerosi è perché non abbiamo ancora trovato risposta da parte del Governo a due interrogativi cruciali che abbiamo posto. Il primo riguarda la spiegazione che abbiamo chiesto sulla trasformazione del prestito ponte in una capitalizzazione che viene pagata da tutti i cittadini, come fosse una tassa occulta: se non ci viene data risposta possiamo legittimamente pensare che chi vuole comprare Alitalia la voglia comprare ripulita dai debiti, ma a spese dei cittadini.
La seconda domanda, alla quale non abbiamo ancora avuto risposta, è perché sia stato nominato un advisor il quale può anche lavorare per conto proprio. L'ulteriore sospetto è questo: che possa essere nominato un advisor che sta nelle stanze dei bottoni e che poi fa le valutazioni, compresa la due diligence, a proprio vantaggio.
Queste cose ci turbano profondamente...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Palomba.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, mi trovo un po' in imbarazzo, perché normalmente non sopporto la ridondanza: ho una naturale contrarietà e avversione per l'aria fritta, e cerco sempre di affrontare con concretezza le questioni che incontro sul mio percorso di vita, professionale e non.
Mi ritrovo, invece, ad utilizzare le parole cercando di riempire, con argomentazioni il più possibile accettabili, il nulla: il nulla costituito dal silenzio del Governo e il nulla evidenziato dalla totale mancanza di progetti o di piano industriale riferiti ad Alitalia; mi ritrovo a parlare col dovere di non cedere al vuoto che ci porterà sicuramente a tenere in aria ancora un po' gli aeromobili ma, prima o poi, a ritrovarci con i piedi per terra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, credo che oggi dovremmo porci delle domande in ordine all'opportunità di queste scelte discutibili. Vorremmo sapere dove sono queste cordate che sono state decantate: diteci quali sono i piani di riconversione, di risanamento, dove sono i piani industriali.
Credo che, dopo giorni di discussione in quest'Aula, ne abbiamo diritto e, soprattutto, diteci poi in quale maniera, senza gravare sui cittadini, intendete portare avanti il provvedimento in esame, anche perché, purtroppo, la Comunità europea ha aperto una procedura di infrazione nei nostri confronti; quindi, il decantato prestito ponte è diventato un capitale netto, è diventato un aiuto di Stato, e non si sa dove sono finiti questi soldi; lo Stato in questo caso non è stato tutelato.
Quindi, il provvedimento in esame non fa l'interesse né dei cittadini, né dell'Alitalia, né dei lavoratori, e non rende merito al Parlamento.
Questo è un regalo a fondo perduto e l'Italia...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Paladini. Passiamo ai voti.Pag. 50
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis. 28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi di raggiungere i loro posti e di votare. Onorevole Minasso, la prego di votare unicamente per se stesso.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 476
Votanti 474
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato 219
Hanno votato no 255
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Delfino e Gatti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fiano 1-bis. 8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, vogliamo insistere, perché con le proposte emendative precedenti, che sono state respinte, abbiamo voluto mettere in guardia il Governo dagli errori che si stanno compiendo.
Devo purtroppo constatare che non ci avete ascoltato e che avete voluto procedere a colpi di maggioranza, infilando una serie di passaggi sbagliati, che alla fine rischieremo di pagare duramente. Infatti, a seguito delle decisioni che il Governo ha assunto e che hanno portato a trasformare l'originario decreto-legge in un susseguirsi di provvedimenti che adesso vengono riassunti in un unico testo, che è alla nostra attenzione, abbiamo creato le condizioni affinché l'unico partner credibile per condurre in porto la privatizzazione di Alitalia non potesse mantenere la sua disponibilità.
Questo unico partner è fuggito e ha dichiarato, anche recentemente, che non intende più rendersi disponibile a trattare.
In secondo luogo, con il decreto-legge che oggi dovremmo convertire in legge, è stata inserita una deroga al decreto-legge n. 332 del 1994, cioè quello che dovrebbe servire a garantire la trasparenza delle gare per la dismissione delle quote di partecipazione dello Stato nelle aziende a prevalente capitale pubblico. La deroga inserita in questo decreto-legge fa prendere tutt'altra strada: la trasparenza nella gara non vi è più e si prende un percorso che porta ad individuare un'eventuale «cordata» - semmai alla fine venisse fuori - con una procedura al di fuori di quella stabilita normalmente dalla legge.
Infine, sempre nel contesto del comma 1 - sulla cui modifica ci apprestiamo a votare alla fine di questi interventi - viene prevista l'individuazione di un advisor che - com'è stato, ormai, ampiamente sottolineato - è in evidente conflitto d'interessi, determinando una situazione sbagliata dal punto di vista del mercato, perché non consente ad altri competitori interessati di partecipare sullo stesso piano e, nello stesso tempo, pone le condizioni affinché, in sede di chiusura della procedura, lo stesso advisor possa essere parte in causa nella decisione finale, cioè nell'acquisizione della partecipazione a quote di maggioranza della nostra compagnia di bandiera.
Con l'emendamento in esame, vogliamo evitare che possiate incorrere in questo sbaglio e proponiamo, quindi, di aggiungere in fondo al comma 1 il seguente periodo: «Il soggetto o i soggetti individuati dalla delibera di cui al presente comma non possono partecipare alla presentazione dell'offerta di acquisizione di Alitalia - Linee aeree italiane Spa». Se vi fosse tale ulteriore periodo, nonostante gli sbagli commessi nei passaggi precedenti, le questioni potrebbero avere una dimensione più credibile.
Si tratta di un suggerimento che poniamo all'attenzione del Governo e della maggioranza anche perché, come sappiamo, domani a Bruxelles verrà ufficializzataPag. 51la procedura d'infrazione. Nonostante l'onorevole Tajani sia stato indicato nella Commissione per assumere le deleghe sui trasporti (anche per favorire questa soluzione)...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARIO LOVELLI. ...il primo atto che compirà sarà quello di aprire una procedura d'infrazione. Vorremmo evitare che, a fronte dell'apertura di una procedura d'infrazione, vi siano conseguenze peggiori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, noi voteremo a favore dell'emendamento Fiano 1-bis.8, perché rientra in quella linea di collaborazione, nel tentativo di non far sbagliare il Governo, tesa a suggerire che venga meno il palese conflitto d'interessi del potenziale consulente.
L'articolo 1-bis, infatti, prevede che tale consulente - che, lo ricordiamo, viene nominato in spregio, cioè in deroga, della normativa prevista dal decreto-legge n. 332 del 1994 - non solo possa attivarsi per mettere in piedi la famosa «cordata», ma possa anche farne parte.
Questo ci sembra veramente scorretto, anche per quanto riguarda le più elementari norme di mercato. Voglio leggere ai colleghi dell'Assemblea un'intervista, pubblicata ieri su un giornale, ad un ex presidente dell'Alitalia per quanto riguarda l'intempestività - della quale ho già parlato in mattinata - del Governo, che avrebbe potuto intervenire molto prima, rispettando le regole e che così non ha fatto, mettendo a rischio la permanenza in vita dell'Alitalia, dopo avere mandato all'aria l'acquisto da parte di Air France.
In questa intervista si dice: «È passato un mese dall'arrivo del nuovo Governo e mi sembra che non si veda nulla all'orizzonte. Ogni mese che passa Alitalia perde un terzo del suo capitale; fra tre mesi Alitalia non c'è più». Si dice poi: «Una cosa è certa: qualunque sia la soluzione, la cura sarà più dura di quella proposta da Air France e, se gli esuberi saranno il doppio, i sindacati e il Governo dovranno assumersene la responsabilità».
Non condividiamo il discorso della responsabilità dei sindacati; crediamo che sia chi ha buttato per aria la trattativa a doversene assumere la responsabilità. Pensiamo che, come minimo, tornando all'emendamento in questione, sarebbe una cosa positiva tornare indietro, almeno da un punto di vista etico e morale, sull'autorizzazione per legge al conflitto di interessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, ancora una volta cerco di capire se da parte del Governo ci sia la volontà di rispondere agli appelli che le forze politiche, il Parlamento, ognuno di noi sta cercando di fare; se si voglia rispondere alle richieste del presidente della provincia di Milano, Penati, di convocare almeno il tavolo di Milano, di usare questi 300 milioni di euro per rilanciare la perdita di passeggeri sull'aeroporto di Malpensa; se ci sia la volontà di rispondere alla richiesta della forza politica della Lega di convocare il Consiglio dei ministri a Malpensa; se ci sia la volontà di rispondere con un progetto, con un qualcosa di industriale, con una bozza di un progetto industriale. Aspettiamo anche solo questo per interrompere la nostra posizione di ostruzionismo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, continuo a sentire un silenzio assordantePag. 52in quest'Aula parlamentare da parte del Governo e, in particolare, non comprendo affatto il silenzio assordante della Lega Nord, che in tempi... (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) Perfetto! Almeno vi sentiamo!
La Lega Nord, in tempi non sospetti, dichiarava di non voler regalare neppure un centesimo all'Alitalia. La Lega Nord diceva agli italiani di più, che bisognava portare i libri in tribunale, signor Presidente. Dov'è finita la «coerenza lombarda» della Lega?
Ma tanto, osservando i provvedimenti di questo Governo, ho l'impressione che vi stanno «fregando» anche sull'Alitalia, come sul reato della clandestinità e sulle intercettazioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, ha fatto bene il collega che mi ha preceduto a dare una sveglia - mi permetteranno gli amici della Lega Nord - perché i medesimi dovrebbero sapere quanti sono i soldi tolti dalle tasche dei cittadini che il Governo di centrodestra, nel corso degli anni, ha dato all'Alitalia. Voglio ricordarveli, perché è bene che vengano sempre ripetuti.
In questa operazione, cosiddetta «salva Alitalia», abbiamo già messo nel 2004, sotto forma di prestito ponte (anche questo doveva essere un «ponte», molto lungo, visto che siamo arrivati al 2008), 400 milioni; nel 2005 un aumento di capitale di un miliardo e 600 milioni; 300 milioni li mettiamo adesso. Totale: due miliardi e 300 milioni di euro, che, voglio ricordarle per fare un conto, sono 4 mila...

PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Messina, Porcino e Scilipoti, che avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbiano rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, l'esordio che il Governo e la maggioranza hanno mostrato in Parlamento non è improntato a quella volontà di integrazione europea per la quale abbiamo tanto auspicato e lavorato, non da ultimo con il Trattato di Lisbona del dicembre 2007. Infatti, sul decreto-legge «salva Retequattro», e adesso sulla proposta di questo finanziamento patrimonializzato dell'Alitalia incombeva e incombe la scure dell'Unione europea. E da questo punto di vista continuiamo imperterriti a fare la politica del piccolo cabotaggio, senza interessarci agli sviluppi negativi che avrà per il Paese questa violazione europea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, non essendoci state ancora esaurienti spiegazioni sulle due domande cruciali che abbiamo posto, e che io comunque ho posto, resta legittimata una sola spiegazione, e cioè (la espongo con molta chiarezza) che si sappia già chi vuole comprare l'Alitalia, e che chi vuole comprare l'Alitalia la voglia comprare a prezzo stracciato, senza dover pagare i debiti, possibilmente facendoli pagare ai cittadini italiani.
Sono costretto a considerare questa ipotesi perché non ho trovato spiegazioni contrarie. Allora, signor Presidente, il problema del conflitto di interessi è molto chiaro: c'è qualcuno che deve fare l'advisor ma può anche giocare in proprio. C'è una possibilità di risolvere il conflitto di interessi, propria di questo Governo e del Presidente del Consiglio, che è quella di eliminare la parola «conflitto» e di mantenere in campo gli interessi, naturalmente risolti...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

Pag. 53

IVAN ROTA. Signor Presidente, un amico, un carissimo amico, prima che sedessi in Aula, un'Aula che personalmente mi suscita emozione e che mi infonde forza e coraggio nella consapevolezza di dover essere servitore della polis, mi diceva: «Vedrai come sarà triste sederti in quella stanza sorda e grigia» (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Non capivo, non capivo cosa volesse dire, non capivo come l'Aula della Camera potesse derubricarsi a tanto. Oggi capisco, ma la responsabilità non è di questo luogo, che ha una sacralità sancita da anni di storia: la colpa è di un appiattimento sul pilota, quel pilota che rulla bene ma vola male, lasciando a terra gli italiani. Mi auguro di poter continuare ad esprimere un pensiero a favore degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, è da giorni che vi stiamo dicendo che state compiendo degli errori, è da giorni che cerchiamo di farvelo capire, ma soprattutto stiamo cercando di farlo capire agli italiani, che poi nella realtà saranno i veri perdenti di questa partita, perché dovranno mettere mano alle proprie tasche.
Ma, al di là degli aspetti formali e sostanziali, i 300 milioni sono stati sottratti dal sociale e dalle piccole e medie imprese. Vorremmo far capire questo agli italiani: state violando tutti i principi di trasparenza, di pluralismo, di libera concorrenza del mercato. Avete scelto la strada della forzatura legislativa, che crea sperequazioni.
Avete scelto la strada di affrontare i problemi veri con provvedimenti pasticciati che hanno portato addirittura la Comunità europea ad aprire una procedura di infrazione.
Non parliamo poi del tema del conflitto di interessi, che dovrebbe prevalere e costituire la preoccupazione fondamentale di questo Parlamento. Da giorni stiamo, quindi, cercando di farvi capire che state compiendo degli errori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fiano 1-bis. 8, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi di prendere posto e di votare. Per rendere possibile alla Presidenza la verifica della garanzia che ogni deputato voti unicamente per se stesso, prego i colleghi di sedersi. Onorevole Volontè dia l'esempio, la prego. Si segga, grazie.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 488
Votanti 486
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato 232
Hanno votato no 254
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che la deputata Pollastrini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis. 32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento in esame propone di modificare, anche se formalmente, l'ipotesi di assegnare solo all'advisor indicato dal decreto l'accesso ai dati sostituendolo con altri soggetti. È, infatti, assolutamente contrario ai principi di trasparenza e di economicità della pubblica amministrazione affidare ad uno dei più forti creditori di Alitalia il ruolo diPag. 54ricerca sul mercato di potenziali acquirenti, anche perché a questa ipotesi si affianca la stravagante alternativa che il contraente possa essere addirittura il soggetto delegato dal Governo alla ricerca di mercato medesima.
È come se il creditore che abbia prestato i suoi denari al debitore potesse diventare proprietario della cosa acquistata con quel denaro solo perché non gli viene restituito il conquibus. Ricordo che nel 324 d.C. l'imperatore Costantino sancì con una famosa costituzione il divieto del patto commissorio. È vero che l'economia da allora ha fatto passi da gigante e che abbiamo assistito alla finanza creativa del Ministro Tremonti, ma questo è un esempio innovativo di finanza distruttiva che porta il nostro Paese a finanziare con 300 milioni di euro una società che non ha in questo momento prospettive industriali credibili o quantomeno trasparenti, perché ancora oggi il Governo si sottrae al confronto sul tema vero di che cosa si voglia fare dei dipendenti dell'Alitalia, delle tratte aeree, dei velivoli e di tutto ciò che rappresenta il know how della società di bandiera. Ci si limita a lavorare sul quotidiano e a sperperare i soldi dei cittadini che sarebbero destinati alle piccole e medie imprese con una finalità che, come si diceva, potrebbe oggi essere interpretata solo come un discutibile tentativo di nascondere le responsabilità del Premier, che un paio di mesi fa su questi temi ha fatto tracollare la proposta di riconversione industriale che era già stata deliberata all'unanimità con due votazioni del consiglio di amministrazione di Alitalia e con un parere favorevole del Governo.
Oggi siamo qui a raccogliere i cocci di questa trattativa, ma il problema è che i cocci non li paga chi ha rotto il vaso di Pandora ma li pagano i nostri concittadini.
Di fronte a ciò il problema di individuare un advisor che sia creditore della società Alitalia crea una controindicazione assoluta, un conflitto di interessi eclatante che in altri settori del nostro diritto è sanzionato come illecito, come assolutamente controproducente e inopportuno e nella vicenda del salvataggio Alitalia troviamo anche una simile perla.
Si tratta di un decreto-legge che si contraddistingue per delle assolute stravaganze e novità nel sistema societario anche dal punto di vista normativo. Non ho mai visto (tengo a precisare che faccio l'avvocato) un provvedimento che disponga un finanziamento che diventa una sorta di aumento di capitale sociale senza però emissione di azioni e con la possibilità che possa essere anche restituito. Il tutto si sta verificando in una vicenda che è già sotto i riflettori dell'Unione europea e che non fa presagire nulla di buono per il Paese.
Pertanto, chiediamo una maggiore responsabilità da parte del Governo e soprattutto della maggioranza che lo sostiene, che è composita e che vede attenti interlocutori verso le istanze del territorio e della popolazione più debole ossia le persone che si alzano la mattina di buon'ora e si rimboccano le maniche, lavorando in maniera fattiva e a tale loro onore l'Assemblea deve rispondere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, purtroppo devo constatare che il Governo e la maggioranza continuano ad usare ed abusare dell'Europa. Peraltro, non si tratta dell'Europa di Prodi e di Monti, ma quella di Barroso e del vostro Tajani. Tuttavia, continuate imperterriti e ogni giorno che trascorre la procedura di infrazione si avvicina. Ieri è stata presa una decisione definitiva che verrà semplicemente formalizzata domani. A questo punto, il Governo ha un mese di tempo per poter fornire le proprie osservazioni.
Mi chiedo perché stiamo perdendo tempo a discutere in Assemblea un decreto-legge che è stato già dichiarato illegale e perché il Governo non è qui a fornirci le osservazioni con cui dovrà negoziare l'impossibile con la Commissione europea.
Come avevamo sostenuto, sono vari i punti (praticamente tutti) che verrannoPag. 55contestati. Il vostro provvedimento conferisce un indebito vantaggio con risorse dei contribuenti e falsa la concorrenza. Lo Stato italiano non si sta comportando come un investitore privato.
Sono esattamente i rilievi che abbiamo avanzato in Commissione e in quest'Aula la scorsa settimana. Dovreste spiegarci soprattutto come rispondere a tali rilievi perché, come si legge nel documento, la Commissione afferma che il recente interesse di imprenditori italiani non può essere considerato come una prospettiva reale di acquisto. Non solo non vi è il piano di privatizzazione, ma anche quello che, in maniera indiretta e tra le righe vorreste farci credere, è palesemente e nettamente smentito dalla istituzione con la quale dovete negoziare.
Lo Stato italiano non si sta comportando come un azionista avveduto che persegue una politica strutturale, guidato da prospettive di rendimento a più lungo termine. Mi chiedo di cosa avete bisogno per fermarvi. Forse avete bisogno dell'ultimo rilievo che la Commissione formalmente vi prospetterà domani. Dato che si tratta di aiuto di Stato - lo faccio presente ai rappresentanti del Governo - l'Italia non può mettere in atto le misure previste prima che la procedura sia conclusa. È esattamente il contrario di ciò che state disponendo e perciò continuate imperterriti ad affondare sempre di più nella infrazione.
Pertanto, la Commissione domani vi comunicherà ciò che già sapete e quanto abbiamo cercato di farvi capire durante tutto il dibattito, vale a dire che state operando in maniera illegale. Ogni giorno che passa si sta avverando ciò che avevamo sostenuto e ogni giorno state purtroppo dilapidando inutilmente, perché la vostra strategia non sarà utile a raggiungere l'obiettivo che state perseguendo, i soldi dei contribuenti italiani.
Avete citato, nel dibattito svoltosi la scorsa settimana, precedenti del tutto inesistenti perché non è mai stata autorizzata, in alcun Paese europeo, un'Aula parlamentare ad adottare un atto che si sa in precedenza essere illegale.
Vi sono stati alcuni negoziati con Bruxelles; avete citato l'esempio francese e il caso tedesco, ma in tali casi non lo si è fatto sulla base di atti considerati illegittimi sin dall'inizio. State negoziando sulla base di qualcosa che è già nettamente illegittimo. In questo modo state perdendo credibilità, influenza e provocando grandissimi danni al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento in esame, su cui preannunzio voto favorevole da parte del mio gruppo perché mira a mantenere un fondamentale elemento di correttezza che viene osservato non solo in tutti i processi di privatizzazione, ma anche in tutti i processi nei quali si procede alla vendita di una società privata.
Il soggetto individuato dalla delibera di cui al comma 1 dell'articolo 1-bis del provvedimento in esame - si tratta di quello che con brutta parola inglese si usa chiamare advisor - non può partecipare alla presentazione dell'offerta di acquisizione di Alitalia. L'advisor è una specie di confessore (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori), uno a cui si confidano tutti i problemi, le esigenze, le questioni relative alla vendita e che entra in tale processo per fare gli interessi del venditore e non quelli del compratore.
Come può un soggetto fare l'advisor in un affare nel quale egli stesso appare come compratore? In tutti i Paesi del mondo, compresa l'Italia, che è un Paese di grande civiltà del quale troppo spesso parliamo male, l'advisor che vuol fare il compratore presenta le dimissioni, si nomina un altro advisor e si riprende la trattativa con l'assistenza dell'altro advisor.
Come è possibile, in questo caso, dire che l'advisor possa diventare compratore? Le risparmio, signor Presidente, il fatto che l'advisor di cui si parla (direi conPag. 56certezza) è lo stesso che prima era il compratore. Si ha, pertanto, un soggetto che prima entra nel gioco come compratore, poi come advisor e una terza volta come compratore. Si tratta di una previsione che non rispetta i ruoli che devono essere mantenuti in una compravendita così importante.
La commistione di interessi, che si chiama (nuovamente con una brutta espressione inglese) insider trading, non configura un'ipotesi di reato che la magistratura deve accertare, ma è nella natura delle cose. Infatti, è evidente che chi svolge il ruolo di rappresentante del venditore avrà tutte le informazioni e le utilizzerà per favorire se stesso il giorno in cui deciderà di cambiare cappello e fare il compratore.
Signor Presidente, rischiamo di far precipitare il prestigio del Governo in una faccenda delicatissima nella quale sono in gioco anche i segnali che si danno al Paese. Si tratta del secondo provvedimento del Governo, e quindi di un atto in qualche misura esemplare, che esprime la linea che il Governo intende seguire.
Il non aver accettato l'emendamento in esame significa che il Governo non è sensibile a regole di correttezza fondamentali per il corretto funzionamento di un sistema di economia di mercato e che non gliene importa niente. In tal modo passa l'idea che purché si ottenga il risultato qualunque cosa è lecita e giusta. Tuttavia, questa non è la regola di uno Stato ben ordinato. Oso dire, signor Presidente, che non è nemmeno la regola di uno Stato di diritto.
Vorrei invitare a riflettere su questi argomenti. La norma in esame, oltretutto, lancia un pessimo messaggio a Bruxelles, anche se non tocca direttamente la materia comunitaria. Ho fatto un'affermazione e me ne sono subito quasi pentito perché non la tocca direttamente, ma indirettamente. Se, infatti, si vanno a vedere la direttiva sugli appalti e le regole sulle privatizzazioni tocca anche quelle e non tanto indirettamente. Comunque, si lancia un messaggio di poca credibilità del sistema Paese.
L'accettazione dell'emendamento in esame non incide sulla posizione fondamentale che il Governo vuole tenere in questa vicenda. Cosa gli costa accettarlo? Credo che sarebbe un bene accettarlo. Noi voteremo a favore di esso (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.

GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, pur tenendo in considerazione l'intervento dell'onorevole Buttiglione, non si possono però non fare alcune doverose considerazioni.
Onorevole Buttiglione, onorevoli colleghi, la trasparenza richiamata è stata davvero assolutamente assente nella fase che ha portato molto vicino al default della compagnia di bandiera. Quando si parla di trasparenza e di necessità di regole, non bisogna dimenticare che l'asta indetta dal Governo precedente è andata per ben due volte assolutamente fallita e deserta: non ha portato alcun compratore. Aveva delle regole per cui è stata richiamata, a causa dell'insufficienza delle stesse, da parte dell'Unione europea.
È stato decisamente favorito un unico potenziale acquirente, ovvero Air France. Addirittura, i conti di Alitalia non erano nella disponibilità di alcun altro potenziale acquirente fino all'insediamento del nuovo Governo. Sono state fatte tutta una serie di omissioni - mi si permetta la parola - di pasticci, di lacune, di mancanze, che nulla hanno a che fare con la trasparenza necessaria e con quanto richiesto dai mercati.
Onorevole Buttiglione, lei ben sa che durante la scorsa legislatura lo stesso Presidente del Consiglio Prodi ha più volte richiamato i ministri del Governo, sopratutto proprio il Ministro Bianchi, a non rilasciare ai mercati borsistici aperti continue e reiterate dichiarazioni che hanno più volte inciso sull'andamento del titolo. Lei sa bene che Air France ha avuto una corsia preferenziale nella gestione dell'astaPag. 57precedente, fino ad arrivare a pochi passi dalla chiusura dell'asta stessa. Tale corsia preferenziale è stata riconosciuta da tutti gli interlocutori, non solo da quelli politici, ma da tutti gli altri competitor, che hanno più volte denunciato come solamente Air France avesse davvero in mano e compiutamente i conti di Alitalia. Lei ben sa che alcune delle strategie scelte dal Governo precedente, per esempio quella che ha punito Malpensa, hanno portato alla riduzione del 31 per cento del traffico dello scalo milanese, mentre con Fiumicino si è recuperato soltanto l'11 per cento.
Credo che si possano sostenere tesi e che nessuno abbia torto o ragione: i mali di Alitalia sono antichi e atavici. Già nel 1997 vi era stato un intervento dello Stato per 2.750 miliardi di lire, nel 2004 di 400 milioni di euro. I mali sono dovuti a molti fattori, certamente ad un aggravio di costi, all'assenteismo del personale, forse all'eccessiva politicizzazione e sindacalizzazione della compagnia di bandiera. In quest'Aula tanti hanno torti, nessuno probabilmente ha tutte le ragioni. Tuttavia, trovo davvero originale sostenere - come viene fatto con continuità da una parte dell'Assemblea - che i demeriti sono tutti di questo Governo, che si è appena insediato e sta solamente cercando faticosamente di trovare dei mezzi, certamente emergenziali e anche criticabili, ma volti al salvataggio della compagnia di bandiera.
Onorevole Buttiglione, quando si richiama il rispetto delle regole e della trasparenza bisogna innanzitutto vedere cosa è stato fatto fino ad oggi. Mi creda: i mercati, la Consob, lo stesso Presidente del Consiglio, tutte le autorità estere, compresa l'Unione europea, hanno più volte richiamato il Governo precedente per avere indetto un'asta in modo scorretto, averla condotta in maniera decisamente poco efficiente e aver portato l'asta stessa a rimanere deserta, coi titoli di Alitalia che hanno subito pesanti oscillazioni in borsa, con gravissimo danno per il mercato e per tutti gli azionisti. Questa certamente non è la trasparenza che lei oggi richiede (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo in dissenso perché, a forza di tendere la mano al Governo, ci stiamo dimenticando che all'interno di Alitalia vi sono migliaia di piccoli risparmiatori, che hanno creduto al mercato e alle regole della borsa. Gli esempi di Parmalat e di Cirio ci insegnano che le grandi banche a volte dimenticano di essere dei soggetti che dovrebbero assolutamente utilizzare trasparenza e correttezza nel loro agire. Credo che con un'azione di questo tipo anche la credibilità internazionale allontani ancora di più i piccoli imprenditori, i piccoli o grandi investitori non solo italiani, ma anche del mercato europeo o internazionale. Credo che stiamo continuamente facendoci male. Occorre un segnale dal Governo.

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Zazzera, Cambursano, Messina, Porcino, Scilipoti, Palomba, Rota e Paladini che avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto hanno rinunciato ai loro interventi. Non vi sono quindi altre richieste di intervenire per dichiarazione di voto.
Passiamo dunque ai voti.
Prego gli onorevoli colleghi di prendere posto e di sedersi nei rispettivi banchi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 513
Votanti 511
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato 247
Hanno votato no 264
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Pag. 58

Prendo atto che l'onorevole Zamparutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, anche in questo caso l'Italia dei Valori non fa altro che cercare di correggere l'impostazione che il Governo e la maggioranza hanno dato a questa seconda parte del decreto-legge al nostro esame. Naturalmente, correggere quell'impostazione certamente non servirà ad evitare la procedura di infrazione, perché il commissario Tajani domani non potrà fare a meno di proporla alla Commissione stessa. Tuttavia, se ben corretta, la seconda parte del decreto-legge potrebbe evitare successive iniziative dell'Unione europea.
Noi non possiamo tradire la nostra collocazione: siamo per favorire sempre la concorrenza. Per questo motivo tentiamo di svolgere un lavoro di emendamento, altrimenti non saremmo qui ad impiegare tutto il nostro tempo in suggerimenti, sempre costruttivi. Ritengo che questa nostra iniziativa dovrà concludersi con l'impegno da parte del Governo, vedremo domani se ciò sarà possibile, magari attraverso gli ordini del giorno: che il Governo si impegni a far conoscere rapidamente al Parlamento le sue intenzioni sul futuro della compagnia di bandiera!
Poco fa ho ascoltato un intervento da parte di un collega della maggioranza che criticava l'iniziativa della scelta del partner, della società che dovrebbe comprare la nostra compagnia di bandiera, e diceva che, in fondo, era stata fatta una procedura non trasparente. Guardate, quella procedura aveva individuato il meglio del mercato europeo e mondiale. Il risultato è quello che conta, non tutto il resto. Quella procedura, proprio perché era trasparente, aveva evitato che si introducessero elementi estranei e che si scegliessero delle compagnie e delle forze economiche che non avevano un vero e proprio progetto industriale. Air France lo aveva.
Credo che non vada fatta una censura a quanto è avvenuto in precedenza. La censura va fatta a chi dopo, avendo detto «no» ad Air France, ancora non riesce ad ottenere un risultato positivo nella scelta della cosiddetta cordata.
Noi cerchiamo anche di prolungare i tempi, non certo per ostruzionismo, ma per trovare la soluzione migliore. Dobbiamo prevedere che la maggioranza e il Governo siano alla fine costretti a riferirci qualcosa di più in merito alla soluzione finale. Dobbiamo anche fare in modo che l'azionista attuale di maggioranza relativa si impegni a chiedere al consiglio di amministrazione Alitalia, quello attuale o quello futuro (si tratta peraltro di un consiglio di amministrazione per modo di dire, poiché risulta costituito da tre persone, tre reduci, aspetto che occorre considerare in questo momento delicato della gestione di Alitalia), quale piano industriale ha in mente per rilanciare la compagnia di bandiera, in quanto non vogliamo assolutamente affossare la compagnia di bandiera.
Stiano tranquilli i 20 mila dipendenti di Alitalia, in quanto nessuno dell'opposizione vuole andar contro gli interessi dei lavoratori, dei piloti, del personale di terra e di chiunque altro. Quindi, signori del Governo, maggioranza del Parlamento, ascoltate l'opposizione che, in questo caso, non può che fare il bene dell'Italia.
Lavoriamo in tal senso e svolgendo ora un buon lavoro riteniamo che potremmo contribuire alla soluzione più positiva per Alitalia (Applausi del deputato Lovelli).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, ho ascoltato poc'anzi un intervento proveniente dai banchi della maggioranza che intendeva riequilibrare a sfavore della maggioranza della scorsa legislatura le responsabilità per le quali la situazione diPag. 59Alitalia è quella che scorre sotto i nostri occhi.
Trovo difficile il teorema che il collega ha esposto. Presidente, noi tutti dell'opposizione stiamo criticando in profondità elementi del provvedimento all'esame della Camera e che riguardano scelte di questo Governo. Infatti è questo Governo che ha voluto trasformare un prestito ponte in un aumento di capitale; è questo Governo che chiede al Parlamento deroghe alle norme vigenti per permettere una trattativa privata, che tolga al mercato la disponibilità di conoscere le azioni in modo trasparente di una società quotata in borsa come Alitalia; è questo Governo che pone le condizioni per un conflitto di interesse palese con riferimento ad una banca, che al momento è advisor e forse anche creditrice della società che il Governo vuole privatizzare e che un domani potrebbe essere acquirente all'interno di una cordata della società di cui è creditrice e della quale oggi è consulente per decidere il percorso da compiere in ordine alla privatizzazione.
Queste scelte caratterizzano questa maggioranza e questo Governo. Nessuna traccia di queste scelte, che si pongono contro i principi di libertà e di concorrenza del mercato, si rinviene nello spirito della normativa europea. Tali scelte sono le vostre scelte che renderanno la privatizzazione opaca e difficile, provocheranno la contrarietà dell'Europa e per ora in quest'Aula determineranno l'opposizione totale di tutte le forze di opposizione presenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, sono prima di tutto debitore di una risposta a chi poco fa, con grande enfasi, affermava: «Ma come, Buttiglione, come puoi tu rimproverare queste nefandezze (che sono reali peraltro, non l'ha detto ma si capiva che pensava che le nefandezze che io attribuisco al Governo Berlusconi fossero reali), quando Prodi ha fatto di peggio?».
Cari amici, io posso perché la mia era un'opposizione al Governo Prodi ed è ora un'opposizione al Governo Berlusconi. Quindi, a suo tempo ho denunciato con grande energia le nefandezze del Governo Prodi, anche con riferimento al Governo Berlusconi di cui ho avuto l'onore di fare parte.
La storia per intero di Alitalia ha inizio nel 1997, quando, per effettuare un aumento di capitale come aiuto di Stato, si è voluto accettare un sistema di vincoli che hanno strangolato Alitalia: in Europa, infatti, dopo aver accettato l'aiuto di Stato, l'azienda non si può espandere.
Il mercato del trasporto aereo si è triplicato in dieci anni, mentre Alitalia è rimasta ferma: non poteva andare né in Cina - a causa del vincolo europeo accettato per quello «sciagurato» aiuto di Stato - né in India, per il medesimo vincolo. Alitalia non poteva entrare nel grande affare degli aeroporti che gli americani hanno lasciato liberi in Germania. Non ricordo chi governasse nel 1997, ma l'inizio dei guai si rinviene in quell'anno (o meglio, ogni inizio ha un inizio precedente): comunque, nel 1997 comincia l'ultima tranche dei guai per Alitalia. Noi del Governo Berlusconi (quello precedente, non quello in carica) abbiamo responsabilità gravissime, ma allora abbiamo fatto una cosa giusta: il prestito dell'azionista, concesso una volta - che doveva essere l'ultima - con un programma di ristrutturazione, che era giusto e che non abbiamo applicato. Abbiamo avuto paura di applicarlo e abbiamo «traccheggiato» fino alla fine della legislatura.
Responsabilità ancora più gravi ha il Governo Prodi, che ha avuto un malato moribondo e, invece di operare subito, ha perso un anno e mezzo con una gara che tutti sapevano sarebbe andata deserta. Proprio per questo motivo, se prevale la logica del «tu non puoi parlare perché hai fatto anche tu i tuoi errori», Alitalia è condannata a morte! Di cosa stiamo parlando? La vogliamo salvare o vogliamo farla affondare e poi rimproverarci l'unPag. 60l'altro e «palleggiarci» la colpa di chi ha fatto di più per affossarla? (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
Per mantenere il buon costume - che dovrebbe essere preservato - di parlare sugli emendamenti per i quali si chiede la parola, vorrei far osservare che è molto diverso dire «al soggetto individuato o a soggetti dallo stesso (...)» invece di «ai soggetti individuati». Qual è la differenza? Sembra una parola, ma non è una parola pretestuosa, perché i presentatori dell'emendamento (che io sposo) vogliono mantenere un minimo di pluralismo e di evidenza pubblica nella procedura di assegnazione. Qui si «tocca» la normativa europea: essendo già stata espletata una gara che è andata deserta, la normativa europea non ci chiede di espletarne un'altra, ma di osservare qualche regola minima, secondo la quale la procedura non sia segreta - ma di evidenza pubblica - e che vi sia una competizione (magari poco controllata, ma un minimo di competizione).
La normativa europea, quindi, ci chiede di individuare non un soggetto, ma una pluralità di soggetti che partecipano alla gara. Il non tenerne conto rischia di aprire un nuovo fronte! Cosa costa al Governo individuare, in una prima fase, una pluralità di soggetti, che in seguito, naturalmente, si ridurranno ad uno? Qual è il motivo per il quale si vuole avere a tutti i costi una mano libera, totale e assoluta (della quale mi auguro non farete veramente uso, perché sarebbe scandaloso)? Cosa costa dire: «Ammettiamo una pluralità di soggetti e poi la selezione avrà luogo con le modalità che sono d'uso in tutti i casi in cui si procede ad alienazioni di questo tipo». Niente advisor: un solo soggetto.
Colleghi, stiamo uscendo non solo dalla normativa europea, ma da qualunque regola corretta che riguarda le società per azioni, che non sono nella disponibilità del Governo, ma sono una cosa seria e hanno loro regole. Le procedure di privatizzazione in Europa, inoltre, sono anch'esse una cosa seria: si può discutere sulle regole, «tirando» un po' di qua e un po' di là, ma poi l'elastico si spezza (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari, per un minuto. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, ritorno sull'argomento della difesa dei piccoli investitori. Crede nella Borsa chi crede di poter investire il proprio risparmio nelle imprese, attraverso un sistema di raccolta degli investimenti che attraversa proprio questo sistema bancario. Nel caso dell'istituto individuato, si tratta di un istituto che ha preso posizione in diverse fasi in questa azienda, probabilmente anche con prestiti diretti a sostenere l'azione dell'impresa Alitalia.
Vi è un totale conflitto di interessi che renderebbe necessario, almeno da parte del Governo, un segnale in base al quale si possa andare anche all'estero a cercare imprese capaci di fare i supervisori in questo momento. Invece, continuiamo a crogiolarci all'interno degli interessi di piccoli imprenditori, anche se con grandi capitali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, dai banchi della maggioranza ho sentito una lezione sulla trasparenza e la mancanza di opacità. Credo che sia stato utile ascoltarla, perché, secondo me, una cosa sta diventando più chiara e sta uscendo dall'opacità: la forza del partito del fallimento - lo chiamo così -, che abbiamo visto in azione per far fallire l'asta pubblica, senza presentare alcuna offerta alternativa credibile a quella di Air France.
Se di questo partito fanno parte, e finché ne fanno parte, gruppi industriali e finanziari, va tutto bene, ma, se a questo partito si iscrive l'azionista di maggioranza, credo che questo Parlamento debba saperlo subito. Credo che perdere giorni ePag. 61mesi, come stiamo facendo, nella speranza che si avvicini il giorno in cui quella sarà l'unica strada possibile, possa essere fatto solo in maniera chiara e trasparente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, vorrei fare una similitudine: ho letto che la Continental Airlines, negli Stati Uniti, deve tagliare 3 mila posti di lavoro e vendere sessantasette aerei, perché è in grosse difficoltà, più o meno come l'Alitalia. Vi è, però, una differenza: negli Stati Uniti, l'amministratore delegato e il presidente hanno rinunciato al loro stipendio e non prendono soldi neanche con i premi fino alla fine dell'anno. Mi piacerebbe che anche in Alitalia, invece di avere personaggi che prendono comunque un sacco di soldi e portano al disastro la compagnia, si facesse la stessa cosa. Altrimenti mio figlio, che ha cinque anni, potrebbe fare la stessa cosa con molti meno soldi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare al collega che parlava di poca trasparenza che, nell'accordo con Air France-Klm veniva specificato che: «gli impegni assunti non saranno vincolanti nel caso in cui uno o più soggetti lancino un'offerta pubblica concorrente migliorativa e il Ministero l'accetti». Allora, è evidente che una clausola di questo tipo pone fine a qualunque ragionamento svolto prima dal collega, perché lascia impregiudicata la possibilità di intervenire a chi è in grado di far meglio, così come avviene quando il mercato funziona e c'è concorrenza. Invece, la soluzione che il Governo ci propone oggi permette a Banca Intesa, con un pieno conflitto di interessi, di essere prima consulente e poi attore dell'operazione. A me sembra che sia tutt'altro: qui vi è mancanza di trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, onorevole Buonanno, sono assolutamente d'accordo con la sua proposta. Se fosse ancora possibile, potrebbe presentare un emendamento al provvedimento del Governo, che è ormai azionista unico di Alitalia, perché gli emolumenti vengano azzerati almeno fino alla fine dell'anno, poi se ne riparlerà.
Agli amici della Lega Nord chiedo, però, quali siano le vere ragioni politiche che li spingono a sostenere il provvedimento in esame. Alitalia ha lasciato Malpensa prima che fallisse la trattativa con Air France, anzi addirittura prima che iniziasse e quindi prima che si chiudesse. Alitalia, quindi, ha tradito gli interessi del nord ed ora anche voi, così come i colleghi del Popolo della Libertà, le date 300 milioni, che vengono buttati alle ortiche, sottraendoli al sistema produttivo del nord e mettendo le mani in tasca ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, ancora una volta bisogna rilevare il comportamento della maggioranza che continua ad essere silente rispetto al problema dell'Alitalia e a non chiarire le questioni più importanti come chi andrà a gestire i soldi. I 300 milioni di euro non servono certamente a salvare l'Alitalia; vorremmo, quindi, sapere chi sarà a gestirli dopo la scelta fatta dell'advisor e se quest'ultimo sceglierà per sé stesso o per altri. Fateci sapere prima a cosa serviranno questi 300 milioni di euro e chi li gestirà, dopodiché, ne riparleremo.Pag. 62
Io propongo una conferenza stampa per tutti gli appartenenti alla maggioranza per fare in modo che almeno ai giornali spieghino qual è il piano industriale dell'Alitalia, visto che non lo vogliono spiegare al Parlamento. In questo modo, almeno nelle televisioni, avremo chiarito dove andranno a finire i soldi e chi dovrà gestirli

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, oggi, al ristorante, durante l'intervallo dei lavori dell'Assemblea, un collega onorevole mi ha fatto una battuta: voi siete il gruppo dell'Italia dei Valori, ma, in questa circostanza, vi potremmo definire anche il gruppo dell'Alitalia dei valori. In effetti è così: forse, siamo gli unici che vogliamo dare valore a questa azienda, i soli a voler dare valore alla compagnia di bandiera, a voler discutere di interventi strutturali e non tampone, nonché di piani industriali e occupazionali. (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Forse tanti si sono dimenticati che migliaia di nostri cittadini lavorano nella compagnia di bandiera. Vorremmo parlare del problema vero, discutere seriamente di questa azienda, dare valore all'azienda e non distruggerla come sia sta tentando di fare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, in un'Italia dove tutti affermiamo che esistono degli sperperi, che vengono consumati dei soldi e non si riesce a capire il perché, la riflessione è dovuta ed è semplice: chiedo ai colleghi parlamentari e al Governo come mai l'amministratore delegato dell'Alitalia, che ha uno stipendio annuale di svariati milioni di euro, non riesce ad amministrare una società e a liberarla dalle passività? Non capisco come mai ancora continuiamo a discutere di un decreto-legge illegale che prevede un prestito di 300 milioni di euro. Non riesco a capire ancora come da parte del Governo e del Parlamento non si chieda a chi è responsabile di questo atteggiamento che ne dia le dovute...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scilipoti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, approfitto di quello che è stato un assist della Lega Nord che ha parlato prima per bocca di un suo autorevole rappresentante, l'onorevole Buonanno. Mi domando se su questo proposta che prevede di fare emergere le responsabilità di una gestione che ha determinato lo stato di «decottura», di decozione dell'Alitalia non sia il caso di sospendere i lavori dell'Assemblea per consentire al presidente della Commissione, piuttosto che al relatore della maggioranza o al rappresentante del Governo, di presentare una proposta emendativa che ricalchi la proposta Buonanno. Annuncio fin d'ora che non solo io ma molti dei miei colleghi che hanno applaudito la proposta saranno disposti a sostenerla e a condividerla. Potrebbe essere un segnale trasversale che ricuce lo strappo di queste settimane (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, voterò a favore dell'emendamento Evangelisti 1-bis.30 che va nella linea di quelle due questioni cruciali che stiamo insistentemente ponendo e di fronte alle quali il Governo non ha dato nessuna risposta; non comprendiamo il perché di questo atteggiamento ma se non avremo una risposta continueremo così.
Da parte dell'Assemblea vi è stata una «fiammata» di interventi tanto che sonoPag. 63intervenuti quasi tutti i gruppi politici compreso quello del Popolo della Libertà. Non è intervenuto per farci conoscere la sua opinione soltanto il gruppo della Lega Nord Padania nei confronti del quale abbiamo rispetto. Possiamo capire che possano votare con la maggioranza, però vorremo sapere se hanno rinunciato alle questioni di principio, al rispetto delle regole del mercato, alla regola per la quale i soldi pubblici non devono essere sperperati per assistere aziende decotte (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, intendo ritornare alla questione del mercato, di quel mercato che ogni giorno vede impegnati milioni di cittadini, imprenditori e non, nella salvaguardia del proprio lavoro. Come? Attraverso l'individuazione di una strategia imprenditoriale, attraverso il miglioramento del prodotto, attraverso l'ottimizzazione delle risorse e il contenimento dei costi, in altre parole facendo quadrare il conto economico. Da giorni invece di cosa stiamo parlando? Di una società, l'Alitalia, senza un piano industriale, con un prodotto fuori mercato, con forti esuberi d'organico e con costi fuori controllo. Ne stiamo parlando per un mero fine di Governo, ovverosia quello di tamponare il danno causato da una inutile e inopportuna trovata pubblicitaria elettorale. Allora si ammetta l'errore e si chieda a tutti noi di contribuire ad una soluzione definitiva in linea con le direttive europee. Registro con piacere che vi sono anche dei fatti che dovremmo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rota, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, l'approssimazione in cui ci si sta muovendo è chiara, come sono chiare le bugie annunciate sui piani industriali e sulle varie ristrutturazioni. In questa Aula però non si possono fare dei giochi parlamentari contro gli interessi dei lavoratori della stessa Alitalia e soprattutto degli italiani, per non parlare di quelli dei risparmiatori che hanno investito sulle azioni Alitalia. Chiediamo maggiore responsabilità da parte del Governo, e chiediamo che si provi a discutere un decreto già dichiarato illegale. Quindi come si fa a discuterlo? Al di là di questi aspetti formali, sostanziali e materiali e del modo in cui è stato formulato, il provvedimento in esame dimostra un fatto chiaro e inequivocabile, cioè la prevalenza di interessi di qualcuno a danno di qualcun altro. Qua si viola il principio della trasparenza, dell'equità e del pluralismo, si incide sulla libera concorrenza di mercato, si violano le regole e l'aspetto più grave è che si violano attraverso...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paladini, il tempo a sua disposizione è terminato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis. 30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi di prendere posto.

ANTONIO DI PIETRO. Possiamo fare le foto?

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Anche qua!

PRESIDENTE. Onorevole Calderisi, si segga al suo posto per favore!

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 524
Votanti 520
Astenuti 4
Maggioranza 261
Hanno votato 255
Hanno votato no 265
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Pag. 64

Passiamo all'emendamento Evangelisti 1-bis.34.
Ha chiesto di parlare, immagino sull'ordine dei lavori, l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, chiedo che sulla questione delle votazioni si ponga una soluzione definitiva e seria, perché per pochi voti, anche questa volta, si è determinato un certo risultato. In realtà molti di noi - io sono sicuramente tra questi - possono provare che ci sono stati molti voti espressi a due mani (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Non è, Presidente, una cosa semplicemente politica. Piaccia o non piaccia... (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di ascoltare l'onorevole Di Pietro.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente la prego, almeno questa volta, di lasciarmi il diritto di parlare!

PRESIDENTE. Prego, prosegua onorevole Di Pietro.

ANTONIO DI PIETRO. Credo che una persona che voti per due persone commetta anche una truffa aggravata perché concorre... (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego!

ANTONIO DI PIETRO. ...perché concorre, insieme a colui che è titolare di questa tessera di votazione, a far ottenere la diaria, il rimborso, come se fosse presente (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Rispetto a questo fatto, lei che è pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) - piaccia o non piaccia, signor Presidente - se non provvede, lei commette reato di omissione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Per favore, mi permetta, onorevole Di Pietro, pregherei i colleghi che sono nell'emiciclo, alla mia destra, di astenersi dall'esprimere manifestazioni di dissenso o di consenso per l'oratore che sta parlando. Prego, onorevole Di Pietro, prosegua.

ANTONIO DI PIETRO. Per questo motivo, le chiedo formalmente di fare ciò che il dovere le impone di fare. Per prima cosa, acquisire le generalità di coloro che commettono il reato di truffa (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Seconda cosa, trasmettere alla competente autorità la denuncia di tentata truffa aggravata, quando vengono sorpresi, e di truffa consumata, quando commettono il reato, nei confronti di coloro che sono colpevoli. Signor Presidente, lei sorride ma se lei non fa il suo dovere, è più colpevole di loro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, la inviterei soltanto a non dare valenza di alcun genere a quella che può essere un'espressione del volto.
Le ricordo, onorevole Di Pietro, e sono certo che il capogruppo dell'Italia dei Valori, onorevole Donadi, l'avrà informata di quanto mi accingo a dirle - ma è noto ai colleghi - le ricordo che l'Ufficio di Presidenza, convocato per oggi alle ore 17, ha già deciso nella sua precedente riunione di porre all'attenzione dei membri dell'Ufficio di Presidenza la necessità - che è una necessità regolamentare, una necessità politica, una necessità relativa al buon nome della nostra istituzione e al rispetto che ogni parlamentare deve avere nei confronti di se stesso e nei confronti degli elettori - di affrontare la questionePag. 65che lei ha sollevato, vale a dire la necessità tassativa che ogni deputato voti esclusivamente nel banco che gli è stato assegnato e con la tessera di cui è titolare: il voto per interposta persona o per delega non è in alcun modo ammesso dal nostro Regolamento.
Lei sa, altresì, onorevole Di Pietro, che su questa questione - ahimè annosa - vi è stata in passato una lunga discussione ed è certamente necessario riprendere quella discussione per individuare, qualora necessario, le misure atte a garantire la salvaguardia di questo elementare principio.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per dirle che già nella scorsa seduta avevo chiesto che lei in qualche modo si facesse carico di quanto stava accadendo. Non c'è dubbio, signor Presidente, che questo è un argomento che ci accompagna da parecchio tempo. Mi consenta di dirle che la mia preoccupazione su quanto lei ci dice è ancora più grande perché il sistema e il rimedio è da tanto tempo sempre lo stesso: riuniremo l'Ufficio di Presidenza che se ne occuperà. Credo che il Presidente Casini abbia avuto almeno dodici proposte per il voto addirittura con l'impronta digitale e, nonostante questo, siamo fermi.
Le vorrei solo rammentare, signor Presidente, che qualcuno ha detto che io voglio dire come si vota. Non è così, ma le offro un suggerimento, se lei - in attesa che l'Ufficio di Presidenza venga informato, discuta, e così via - vuole davvero garantirsi l'obiettivo di sapere qual è un modo attraverso il quale esser certi se si sta votando per una o per due persone.
Tale modo è il seguente: invece di dichiarare chiusa la votazione, signor Presidente, si lascia acceso il tabellone e si verifica se di fronte a ciascuna persona vi è l'espressione di un voto. È palese che chi è seduto con la luce vicina accesa ma non ha il compagno seduto vicino, ha avuto la «manina» che ha colpito.
Poiché, signor Presidente, è sempre un fatto grave quando si vota per due ma, se consentite, è ancor più grave quando si falsa il risultato di una votazione, perché sei deputati cambiano l'esito della votazione e, quindi, anche la sostanza lo provvedimento.
Credo che di ciò lei, in qualche modo, attraverso gli strumenti che riterrà più opportuni, si debba però fare carico. Infatti, non si può continuare così, anche alla luce degli appelli che ci ripete ogni settimana, per la necessità di lavorare di più.
Lei è stato eletto da una maggioranza: magari se cominciasse a dire ai deputati della maggioranza di venire in aula a votare ci farebbe una cortesia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, il dovere di essere presenti riguarda tutti i deputati, della maggioranza quanto dell'opposizione.

ROBERTO GIACHETTI. Infatti, noi ci siamo!

PRESIDENTE. La ringrazio per il riferimento che ha fatto alle possibilità di verificare la correttezza delle operazioni di voto. Ricordo a lei e ai colleghi che l'Ufficio di Presidenza non si riunisce in modo rituale e tanto per dare risposta ai quesiti che vengono posti, ma per valutare se esistano ulteriori modifiche a quanto attualmente in vigore, onde garantire il rispetto di un sacrosanto principio. La proposta che lei ha avanzato non è certamente nuova, come lei ben sa, ed è una proposta che, se necessario, sarà indispensabile adottare.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

Pag. 66

ANTONIO DI PIETRO. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, lei mi ha richiamato al dovere di far rispettare il Regolamento. Mi permetta di richiamarla a quanto è scritto nel Regolamento: se chiede di parlare sull'ordine dei lavori per intervenire sulla questione di cui abbiamo già discusso, non le posso dare la parola. Se mi chiede di parlare sull'ordine dei lavori, dovrei darle la parola al termine della seduta. Queste sono le nostre regole.

ANTONIO DI PIETRO. Se vuole parlo al termine della seduta.

PRESIDENTE. La ringrazio.

ANTONIO DI PIETRO. Valuti lei quando posso parlare, non al termine della seduta, ma al termine della discussione. È un problema di fondo, signor Presidente (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Vi prego, onorevoli colleghi!

ANTONIO DI PIETRO. Abbiate pazienza.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, credo che il presidente Di Pietro abbia perfettamente inteso quanto gli ho detto. Onorevole di Pietro, intende parlare per richiamo al Regolamento?

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, le ho chiesto semplicemente di fare il suo dovere e di accertare i fatti.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, le ho posto una domanda: lei chiede di parlare per richiamo al Regolamento o sull'emendamento in esame?

ANTONIO DI PIETRO. Certamente chiedo di parlare per richiamo al Regolamento, ma anche alla legge.

PRESIDENTE. Allora le ricordo che per il richiamo al Regolamento le darò la parola al termine della seduta.
Torniamo all'esame degli emendamenti (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo perché dobbiamo aiutarci e non creare precedenti: l'intervento per richiamo al Regolamento ha la priorità su qualunque argomento all'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Quindi, se lei non dà la parola all'onorevole Di Pietro sull'ordine dei lavori sul medesimo argomento è un discorso, ma non diciamo che non diamo la parola per richiamo al Regolamento se non a fine seduta, perché non sta né in cielo né in terra.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la ringrazio per aver sollecitato una precisazione ovvia quanto - credo - esplicita già nel mio intervento. Lei sa perfettamente che il richiamo al Regolamento è prioritario rispetto ad altre questioni, a meno che, come ho chiesto all'onorevole Di Pietro, l'oratore non intenda riferirsi all'argomento che è stato testè discusso con richiamo al Regolamento, che è esattamente ciò che è accaduto.
Comunque grazie della precisazione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Proseguiamo, dunque, e passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis 34.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo e onorevoli colleghi, credo che il richiamo che finora è stato fatto al rispetto dei principiPag. 67di legalità afferenti il nostro Regolamento, sia un richiamo estremamente importante, che possa valere anche per i richiami che stiamo facendo, ormai dalla scorsa settimana, al rispetto delle leggi generali (che certamente altre leggi, fino alla censura di costituzionalità, possono modificare, ma che cozzano comunque col buon senso comune).
L'emendamento del collega Evangelisti, che mira a sopprimere il comma 3 dell'articolo 1-bis, s'inquadra perfettamente in questo filone di richiamo alla legalità, come finora prevista dalle leggi e come comunemente intesa: si tratta di principi che con tale normativa si tende in più punti ad accantonare. Il comma del quale stiamo discutendo, ad esempio, ha causato la sospensione del titolo in Borsa da parte della Consob: attraverso di esso si consente, in spregio alla normativa vigente, di cessare le comunicazioni relative alle attività comunque finalizzate alla preparazione dell'offerta stessa, cioè alla costituzione di questa famosa «cordata», alla quale non crede più nessuno e che, qualora vi sia, vi è la certezza che sicuramente otterrà per l'Alitalia e per i suoi dipendenti condizioni di molto peggiori, rispetto a quelle che si sarebbero avute con la trattativa con Air France.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 16,40)

DAVID FAVIA. Abbiamo riscontrato moltissime lesioni dei comuni principi e delle norme di legalità previsti in altre leggi, che vengono con troppa disinvoltura e con troppa superficialità sospesi. Sono sospese le informazioni richieste dalla normativa della Consob; è sospesa l'applicazione della previsione contenuta nel decreto-legge n. 332 del 1994, relativa alla pubblica gara per la scelta del consulente; è sospesa la normale normativa che prevede che non debba esservi conflitto di interessi, nelle attività che comunemente si svolgono, tanto che si consente abusivamente (cioè, in deroga) che il consulente sia in conflitto d'interessi; si va incontro ad un'infrazione della normativa europea, perché si consente un aiuto di Stato, proibito dalla normativa comunitaria; si dilapidano 300 milioni di euro; si va incontro ad una sorte peggiorativa per l'Alitalia, perché non vi è stata la tempestività di svolgere la gara, di scegliere il consulente e di rispettare la normativa prevista dal codice civile. Si bruciano 300 milioni di euro, a carico dei fondi del Ministero della solidarietà sociale e di quelli per la piccola e media impresa.
In meno di cinque minuti, abbiamo esposto una panoramica di sospensioni di leggi veramente spaventosa. Credo che un gesto di resipiscenza da parte della maggioranza, accogliendo qualcuno degli emendamenti che ci sforziamo di portare avanti per far conoscere, oltre che alla maggioranza al popolo italiano, cosa si sta configurando contro gli interessi dell'Italia con questo provvedimento (e come già è stato con altri), sarebbe ben accolto nell'interesse della nostra nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, ritengo che l'emendamento alla nostra attenzione sia importante, perché nell'analisi dell'articolo 1-bis, procedendo nel nostro lavoro di approfondimento parlamentare, ci rendiamo conto di come ogni passo che facciamo, che porta verso un'approvazione forzata da parte della maggioranza, metta tutti noi in condizione di assumerci responsabilità gravi.
Basta leggere il contenuto di questo comma per renderci conto che, come sta avvenendo nel contesto complessivo del provvedimento, continuiamo a operare con una legislazione emergenziale e derogatoria alla normativa vigente che rischia di metterci di fronte a gravi responsabilità, che, naturalmente, ricadono prima di tutto in capo al Governo, ma che, per quanto riguarda la gestione, potrebbero causare serie preoccupazioni a chi ha incarichi societari e responsabilità specifiche nella gestione attuale di questa società, perchéPag. 68in questo caso siamo di fronte ad un testo che fa in modo che nel periodo intermedio vengano derogate tutte le norme di comunicazione al mercato e alla Consob.
Non solo viene meno, quindi, la trasparenza di quello che sta avvenendo oggi riguardo Alitalia nei confronti dell'opinione pubblica, che da mesi, ormai, segue una vicenda strumentalizzata in campagna elettorale, senza rendersi conto esattamente di dove stiamo andando, ma vengono meno anche i legittimi interessi a conoscere le vicende da parte degli azionisti della società, che possono subire danni evidenti da questa situazione di deroga alle comunicazioni ufficiali.
È chiaro, quindi, che un emendamento che sopprima questo comma è un emendamento responsabile, che anche noi appoggiamo, perché intende dare un aiuto, in qualche modo, alla maggioranza e al Governo per confezionare un provvedimento che, alla fine del percorso, sia il meno negativo possibile.
Ma vorrei approfittare anche di questo intervento e delle considerazioni suggerite dall'emendamento in esame per fare un'altra osservazione. In realtà questo provvedimento, nell'iter che ha avuto, ha anche modificato in corso d'opera la copertura finanziaria del decreto-legge, perché l'originario decreto previsto dal Governo Prodi prevedeva la possibilità di far ricorso a fondi rotativi, in particolare al Fondo rotativo per l'innovazione tecnologica. Si trattava, in sostanza, di risorse che, all'occorrenza, potevano tranquillamente essere reintegrate e il cui utilizzo transitorio non avrebbe avuto particolari ricadute.
Invece, con il nuovo decreto-legge, che chiamerei «decreto Berlusconi-Tremonti», i 300 milioni vengono quasi esclusivamente attinti, per 290 milioni, dal Fondo per la competitività e lo sviluppo e dal Fondo per la finanza d'impresa; incide, quindi, sui fondi istituiti da «Industria 2015», mettendo in forse progetti di sviluppo d'impresa e d'innovazione in campo industriale che sono fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese.
Da una parte si fa un provvedimento che rischia di affossare la società Alitalia, dall'altra si penalizza l'impresa e l'industria nazionale, togliendo fondi per la sua competitività.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, mi rivolgo al Governo. Oggi ho ricevuto almeno una buona notizia: i dati della pagella di mio figlio.
Sono un povero pellegrino delle Alpi. Chiedo al Governo di darmi almeno un segnale positivo: la convocazione o la disponibilità a convocare il tavolo per Milano, un tavolo che anche col precedente Governo ha dato ottimi risultati. La presidenza della regione Lombardia con Formigoni, la città di Milano, la provincia di Milano, le province della Lombardia hanno sempre risposto in modo positivo a questo tavolo. Credo che, se non si vuol tenere il Consiglio dei ministri a Milano su questa materia, almeno si dia la disponibilità a rispondere, a confrontarsi, a proporre o ad accogliere le proposte che dalla Lombardia arrivano e che non sono politicamente solo dalla nostra parte.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Barbato, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, il 23 aprile di quest'anno i dirigenti della Lega Nord hanno dichiarato testualmente, ripreso da tutte le agenzie e dai quotidiani di quei giorni: «A questo punto non vale più la pena salvare la compagnia di bandiera: su Malpensa ce la caveremo da soli. Meglio lasciare che Alitalia fallisca». È vero, era il 23 aprile, cioè cinquanta giorni fa, non cinquant'anni fa. Addirittura al Senato il rappresentante della Lega Nord si è dichiarato favorevole al prestito ponte (l'abbiamo fatto anchePag. 69noi dell'Italia dei Valori), ma solo al prestito, e a condizione che entro pochissimi giorni uscisse fuori una cordata, altrimenti - sempre parole del rappresentante della Lega Nord - meglio il fallimento.
Noi dell'Italia dei Valori non siamo per il fallimento, ma per il commissariamento della società, perché si avviino le procedure previste dalla legge vigente, la cosiddetta Marzano-Prodi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà, per un minuto.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, l'Alitalia, a guardare i bilanci degli anni trascorsi, ha perso 495 milioni nel 2007 e già più di 200 nel 2008 e, quindi, 300 milioni di euro di prestito, che poi più che un prestito sono un'elargizione, non servono certamente - non ci vuole un grande economista per capirlo - a risolvere i problemi di Alitalia.
Allora non si comprende per quale motivo bisogna dare 300 milioni al buio, non si comprende perché bisogna dare 300 milioni che non hanno come obiettivo la tutela dei lavoratori di Alitalia, a cui non interessa assolutamente niente dei 300 milioni avendo bisogno di sapere domani chi li gestirà e qual sia il piano industriale per fare in modo che l'azienda possa risollevarsi.
A tutte queste problematiche, che sono poi l'essenza della questione che stiamo affrontando, il Governo continua a non rispondere, e non si capisce per quale motivo non voglia rispondere. Probabilmente perché sa già chi gestirà i 300 milioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà, per un minuto.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, volevo riproporre all'attenzione dell'Aula il principio di non contraddizione di Aristotele, o del terzo escluso, meglio conosciuto come tertium non datur, per dire (e ripropongo quanto avevamo già detto io e altri colleghi in altri interventi) che in questo caso non possono avere ragione in due: o ha ragione la Commissione europea, per cui il provvedimento è illegittimo, o ho ragione il Governo.
Continuo a chiedere: è possibile mai che dobbiamo discutere su un provvedimento senza sapere quali siano le motivazioni che inducono il Governo ad approvarlo? E agli amici della Lega Nord, che pongono sempre la questione settentrionale e che in campagna elettorale non fanno altro che dire che il nord produce e Roma sperpera, la «Roma ladrona», chiedo: come giustificate ai vostri elettori che stiamo buttando via 300 milioni di euro sottratti alle imprese...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Porcino: oltre un minuto non datur.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà, per un minuto.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, colleghi, continuiamo a ripetere che la problematica riguardante i 300 milioni è il problema dell'Alitalia, ed è importante sottolinearlo - e continuare a sottolinearlo - in un'ampia dialettica di democrazia e di rispetto tra opposizione e maggioranza. Poco fa è stata svolta una riflessione forte: è importante la dialettica tra maggioranza e minoranza, ma è altrettanto importante non «barare» sul risultato. Ciò, infatti, significherebbe non avere rispetto della minoranza e il rispetto per se stessi in un atteggiamento che dovrebbe essere prioritario nel modo di comportarsi e di gestire se si vuole essere punti di riferimento all'interno del Parlamento (dal momento che altri ci stanno guardando). L'atteggiamento che utilizziamo dovrebbe essere di correttezza e porsi quale punto di riferimento di una società di giustizia e di democrazia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà, per un minuto.

Pag. 70

CARLO MONAI. Signor Presidente, mi viene in mente un breve commento che ho letto su la Repubblica di qualche settimana fa, nel quale il famoso giornalista Sebastiano Messina, già vincitore del premio Flaiano di Pescara, ha ribattezzato il Presidente del Consiglio come il «caimaleonte», così mescolando l'animale caimano (che a suo tempo qualche altro comico aveva ipotizzato come similitudine del nostro Presidente del Consiglio) al camaleonte (con riferimento alla capacità di mutare atteggiamento politico all'esordio di questa legislatura).
Ebbene, con il decreto-legge in esame il «caimaleonte» ha partorito un animale molto stravagante, se è vero che al centro di questo provvedimento non vi è né un prestito né un patrimonio netto, bensì un animale strano che ha le sembianze di un Minotauro, di un animale che appunto appartiene a due specie contrapposte ed assolutamente inconciliabili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, l'emendamento Evangelisti 1-bis. 34 è un ottimo emendamento, a differenza - devo dirlo agli amici dell'Italia dei Valori - di quello precedente (non si possono infatti proporre emendamenti meramente ostruzionistici). L'emendamento precedente chiedeva di rinunciare agli obblighi di riservatezza mentre la trattativa è in corso. Ciò sarebbe stato un venir meno a regole fondamentali di correttezza per le quali giustamente vi siete battuti in tutti gli altri emendamenti, compreso l'emendamento Evangelisti 1-bis. 34, che sostanzialmente chiede di sopprimere il comma 3.
Perché l'Aula abbia contezza di che cosa si tratta, occorre riandare al comma 3, il quale prevede che «nel periodo intercorrente tra l'individuazione del soggetto e la presentazione dell'offerta di cui al comma 1, le attività comunque finalizzate alla preparazione dell'offerta stessa non danno luogo ad obblighi informativi ai sensi del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria». Noi, così, creiamo una norma di eccezione per la quale tutte queste attività preliminari sono sottratte agli obblighi di informazione che, invece, sono previsti nella normalità di una transazione di questo tipo. Stiamo cioè creando, ancora volta, una norma eccezionale che viene meno ai principi generali che regolano la necessaria trasparenza di tale tipo di operazioni.
Abbiamo un advisor che, però, è anche un potenziale compratore (e prima era un compratore che è diventato advisor) e, per di più, nelle sue attività non è nemmeno soggetto a quel minimo di controllo che deriva dagli obblighi informativi che la legislazione prevede in linea generale.
Mi auguro che il risultato sia buono per il Paese - anche se ne dubito -, ma certamente esso dà l'impressione di volersi sottrarre al controllo dell'opinione pubblica e dell'authority competente nei controlli, prefigurando un'area nella quale tutta la normativa viene abolita o viene comunque piegata, o diventa interpretabile ad usum Delphini per ottenere un risultato politicamente predeterminato ed imposto al mercato. Ciò non è accettabile, ed è per tale motivo che voteremo a favore dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà, per un minuto.

IVAN ROTA. Signor Presidente, ritengo opportuno ritornare al merito della questione: è giusto sostenere una società per azioni con soldi pubblici, contro ogni regola di mercato, contro le norme europee e contro il parere diffuso dei cittadini, opponendo un ottuso silenzio alle argomentazioni portate da molti colleghi e certamente da quanti siedono nei banchi dell'Italia dei Valori?
Proprio tale circostanziata, oggettiva, rispettosa e determinata presa di posizione ci è riconosciuta dai cittadini italiani che capiscono come, ancora una volta, lo Stato mette la mano nelle loro tasche per attingere fondiPag. 71da buttare nel vento. Credo sia opportuno prima di arrivare al termine della discussione in Aula capire dal Governo quale sia il piano per rimettere in volo Alitalia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, nessuno può prendere provvedimenti ritenuti illegittimi e oltretutto anche forzati e così l'Europa, ancora una volta, sarà costretta a sanzionarci. I trecento milioni di euro sono certamente un aiuto di Stato.
Penso che per due motivi non salveremo l'Alitalia: perché abbiamo perso il partner Air France e perché abbiamo avanzato l'idea della cordata italiana, in realtà inesistente. Alla fine perderemo anche i trecento milioni di euro, alla faccia degli italiani.
Inoltre, ricordo anche che ha ragione l'onorevole Di Pietro quando sostiene che l'espressione del voto è una faccenda seria e che pertanto richiede maggiore vigilanza. È inutile poi rispondere con un dissenso da stadio. Infatti, dobbiamo dar conto anche ai nostri elettori del comportamento in Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà, per un minuto.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, è proprio il caso di affermare che anche per oggi non si vola, come diceva un famoso titolo di qualche decennio fa e si fa una politica dell'aria «terra terra». Si prendono soldi da capitolo di spesa dove potrebbero essere usati utilmente e si buttano in una situazione senza futuro.
Resto però sorpreso da un gruppo di colleghi, in genere molto attenti allo sperpero «romano» del pubblico denaro e anche - per dire la verità - in genere poco affezionati alla bandiera, l'unica che dovrebbe essere difesa, e che in realtà si spendono fino in fondo a difendere la bandiera decotta della compagnia di bandiera in modo da affossarla sempre di più. Penso che forse un esame di coscienza sui riferimenti alla bandiera sarebbe utile.

PRESIDENTE. Prima di passare al voto, informo l'Assemblea che sono presenti alcuni amministratori e cittadini di Polverara, in provincia di Padova, cui va il saluto dell'Assemblea (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 504
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato
235
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che le deputate Laura Molteni e Dal Lago hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario e che il deputato Casini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, stavo riflettendo che stiamo discutendo da un po' di tempo sulla questione delle modifiche alle regole dei procedimenti di privatizzazione e perciò di modifiche che, varate per la vicenda in esame, sono finalizzate a eliminare le regole. Pertanto, si può dire che in realtà vengono meno i principi di trasparenza che sarebbero necessari allorché si compiono operazioni come quella in esame.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 17,04)

ANTONIO BORGHESI. È interessante leggere cosa dicono i personaggi coinvoltiPag. 72dagli articoli di cui stiamo discutendo. Ad esempio Intesa-San Paolo che ora ha ricevuto l'incarico di advisor si augura un mandato pieno che si concretizzerà con una relazione sulla situazione patrimoniale e finanziaria della compagnia aerea per l'assemblea dei soci fissata a fine giugno.
E, quando fanno questi ragionamenti, sentono il bisogno di dire che, per ora, è escluso l'ingresso diretto in capitale Alitalia, per ora. Allora qui sta il punto. Abbiamo, in nuce, un conflitto di interessi enorme di un soggetto che ha già partecipato ad ipotesi precedenti, quelle formulate a suo tempo dal Governo Prodi e che, pertanto, avrebbe potuto tranquillamente attivare quel passaggio, quella clausola che prevedeva che, comunque, poteva essere fatta una offerta migliorativa della situazione Air France. Non l'ha fatta e non si capisce come improvvisamente adesso possa avere elementi che permettano, addirittura, di fare un'operazione ancora più pesante entrando nel capitale. Per ora è escluso l'ingresso diretto in capitale.
Nello stesso giorno, però, si anticipa il fatto che già in passato Intesa San Paolo è stata a fianco di aziende industriali in difficoltà come Fiat e ora ha accettato l'incarico in qualità di advisor di Alitalia. È interessante notare un'uscita, nello stesso giorno, di un tale Ennio Doris. Può darsi che in quest'Aula molti non sappiano chi sia Ennio Doris: è l'amministratore delegato di Mediolanum. Egli dichiara: «Mediolanum non è interessata al rilancio di Alitalia». Siccome poteva non interessare ad alcuno un'affermazione di questo genere, come si dice in questi casi, excusatio non petita, accusatio manifesta.
Quindi è evidente che, ancora una volta, torna fuori la questione del conflitto di interessi che lega il nostro Presidente del Consiglio a molte attività industriali. D'altronde, quando si pensa che ad organizzare o tentare di organizzare queste attività è un consulente di nome Ermolli, che è pure consulente del Premier, si vede che siamo, ancora una volta, dentro fino al collo agli affari di famiglia.
D'altronde la società, come ben sappiamo, vive una situazione drammatica, anche a causa di un certo tipo di gestione. Prima ricordavo alcune cose fantastiche: 14 mila camere al mese pagate con una spesa di 100 euro a persona per ospitare gli equipaggi a Milano per un totale di 1,4 milioni di euro al mese solo a questo scopo; 500 mila euro di diaria di missione per queste persone, tentativi non riusciti come un hangar gigantesco a Malpensa per riparare i veicoli, anche questo costato 1,4 milioni di euro dal 1o gennaio 2005 più addirittura circa 230 mila euro di assicurazione, progettato secondo le richieste di Alitalia e mai di fatto utilizzato.
Qui sta la questione. Questa non è un'impresa, come ho detto in un'altra occasione, era ormai un'azienda di erogazione; è ormai un'azienda di erogazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Velo, per cinque minuti. Ne ha facoltà.

SILVIA VELO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, da giorni contestiamo l'impostazione che avete dato all'intera vicenda. Si tratta di un'impostazione dannosa per Alitalia, per le risorse pubbliche e quindi per il Paese. È un'impostazione che ha fatto perdere tre mesi di tempo e capitale ad un'azienda pubblica e, quindi, ai cittadini italiani. Ha fatto perdere l'unico possibile partner internazionale, Air France, che in questa vicenda ricopre un ruolo strategico, di cui nessuno parla più. Soprattutto, abbiamo perso denaro pubblico, tempo e alleanze senza intravedere alcuna soluzione possibile nemmeno a fronte di un esborso di 300 milioni di euro di risorse pubbliche.
Abbiamo contestato la vostra impostazione, prima di tutto per quanto riguarda la trasformazione di un prestito-ponte da restituire in un aumento di capitale cui non fa fronte nessuna garanzia di restituzione. Vi abbiamo contestato poi la scelta di una procedura di privatizzazione impostata in spregio a qualsiasi più elementarePag. 73norma di trasparenza, proprio in materia di privatizzazione. Il vostro Governo è l'unico ad averlo fatto. Anzi, lo fa per la seconda volta dopo averlo fatto sulle concessioni TAV, sulle quali continuiamo a pagare sanzioni con i soldi dei cittadini italiani.
Vi abbiamo contestato anche la decisione di aver scelto l'advisor senza una procedura di gara. Per tali motivi, non vi possiamo seguire su questa impostazione e purtroppo crediamo che soprattutto tale impostazione non porterà una soluzione per Alitalia, ma costituirà un ulteriore danno per la nostra collettività.
Preso atto della vostra intenzione di andare avanti, come opposizione (sia come gruppo del Partito Democratico, che come gruppo dell'Italia dei Valori) abbiamo presentato varie proposte emendative. Tali proposte avevano come obiettivo contestare in radice questa procedura. Inoltre, altri emendamenti - come quello attualmente in discussione, a firma dell'onorevole Evangelisti - tentano almeno di correggere in parte le storture più macroscopiche contenute in questa procedura.
In tal caso, in particolare, tra le altre forzature, all'interno di questa nuova anomala procedura di privatizzazione, si prevede di venire meno anche agli obblighi informativi ai sensi del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria. Anche questo è un elemento che incide negativamente su qualsiasi idea di trasparenza. È una forzatura eccessiva cui vi chiediamo di porre rimedio con l'approvazione dell'emendamento in esame. Con questo emendamento non si andrebbe ad inficiare l'intera procedura da voi impostata, ma almeno si introdurrebbe un minimo elemento di trasparenza.
Vi sfidiamo a spiegarci perché vi opponete anche a questo e a dare conto agli italiani del perché non si vuole sottostare alle norme di comunicazione cui sono soggette tutte le procedure di vendita azionaria. Accettando questo emendamento, invece, dareste un segnale positivo e importante non tanto e non solo a questa opposizione parlamentare, ma un segnale positivo al Paese, all'Europa, che bene farebbe a noi e anche alla vostra credibilità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, vorrei tornare sulla questione del danno non solo ambientale, ma anche economico, che questa mancanza di indicazioni da parte del Governo sta arrecando all'aeroporto di Malpensa. La corsa del consiglio di amministrazione di Alitalia a cercare di giustificare il calo dei passeggeri in funzione della scelta di spostare i voli su Fiumicino e, quindi, di rinunciare all'hub di Malpensa è una parte minima della loro giustificazione. Infatti, in realtà il calo dei passeggeri è inferiore al numero dei voli. Credo che da parte del Governo sia assolutamente indispensabile dirci quanto meno se ritiene che Malpensa sia ancora un hub dello Stato italiano, dell'Europa meridionale o se sia un aeroporto periferico o, ancora, se dobbiamo farci il parcheggio delle carrozze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, durante questo «rodaggio» parlamentare sto imparando come sia facile da parte della maggioranza del Parlamento e del Governo Berlusconi far perdere anche di credibilità al Parlamento.
Nel corso della discussione corrente abbiamo appurato che è stata avviata una procedura di infrazione su Alitalia. Ebbene, benché ci sia questa iniziativa, il Governo e la maggioranza continuano imperterriti su questa strada, fregandosene.
Qual è l'esempio che si sta dando al Paese? Il Parlamento perderà anche di credibilità se si muove in questa direzione. È come se una macchina stesse andandoPag. 74contro senso, il vigile la fermasse, ma essa continuasse imperterrita ad andare avanti, contro senso. State facendo perdere credibilità al Parlamento con queste iniziative.
La settimana scorsa dicevate che io insultavo il Parlamento...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, il tempo a sua disposizione è terminato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 486
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato
230
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che l'onorevole Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Evangelisti 1-bis.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, l'emendamento Evangelisti 1-bis.20 intende sopprimere il comma 4 dell'articolo 1-bis. È chiaro che il comma 4 è condizionato da ciò che è stato esaminato in precedenza; in altri termini, le nostre proposte emendative, respinte, sul comma 3 condizionano il nostro giudizio sul comma 4. Esso recita: «Le successive determinazioni in ordine alla cessione del controllo, alle eventuali operazioni straordinarie o strumentali al perfezionamento dell'operazione, alle eventuali indennità e manleve da rilasciarsi o agli impegni da assumersi in relazione alla situazione della società, comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, sono assunte con delibera del Consiglio dei ministri avendo prioritariamente riguardo alla salvaguardia degli interessi pubblici coinvolti rispetto ai termini economici e finanziari complessivi dell'offerta presentata, in deroga a quanto previsto dall'articolo 80, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni».
È chiaro che questo comma è un po' ipocrita. Intanto, prevede che il Consiglio dei ministri con una semplice delibera può decidere ciò che successivamente deve fare l'assemblea dell'Alitalia. Oddio, i 300 milioni possono coprire forse tutto il capitale, però mi sembra che ci siano anche altri azionisti, mentre qui viene tutto ricondotto al Consiglio dei ministri. Tuttavia quando si prevede che il Consiglio dei ministri fa queste deliberazioni «avendo prioritariamente riguardo alla salvaguardia degli interessi pubblici», si dice una bugia: si dice: «senza ulteriori nuovi o maggiori oneri», «eventuali indennità», «eventuali operazioni». In questo comma si parla soltanto di ipotesi: eventuale questo, eventuale quell'altro. Non c'è nulla di certo e di preciso e tuttavia il Consiglio dei ministri si assume la responsabilità di approvare una delibera «a costo zero». Io non ci ho mai creduto a queste delibere «a costo zero» e ritengo che costituiscano delle ipocrisie.
È chiaro che noi, per chiarezza, non possiamo che sostenere l'inutilità di questo comma, quindi abroghiamolo, così almeno non ci saranno tutte le conseguenze negative del comma 3 che abbiamo esaminato prima.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, torno al pensiero di quegli imprenditori che hanno come esempio, in questo momento, il fatto che il ParlamentoPag. 75è sovrano e può decidere di violare qualsiasi norma europea, italiana, del buon governo e dell'amministrare in modo corretto le proprie aziende.
Si stanno fornendo delle indicazioni chiare ai nostri imprenditori: fregatevene delle direttive europee e del mercato, in quanto chi ha il potere può fare ciò che vuole. Noi stiamo dando questo segnale e spero che il Governo batta un colpo e ci risponda con un segnale positivo.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Meta, per cinque minuti, rivolgo un saluto al sindaco e ai cittadini di Polverara che stanno assistendo numerosi ai nostri lavori dalle tribune: è la seconda delegazione, prima abbiamo salutato il primo gruppo (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meta. Ne ha facoltà.

MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, l'onorevole Misiti ha spiegato il contenuto e la ratio del provvedimento in esame. Noi li rincontreremo esaminando il mio emendamento 1-bis.6, in quanto quest'ultimo pone la problematica delle prerogative del Governo a conclusione di una procedura che abbiamo contestato nel metodo e nel merito. Nel merito, in quanto «impapocchia» tutto il percorso e mi pare che l'abbondanza degli atti prodotti dal Governo abbia aggiunto ulteriore confusione.
Nell'atto conclusivo noi chiediamo al Governo innanzitutto di recuperare il ruolo dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, in quanto non sì può essere controllori e controllati. Facciamo notare che vi è un'azionista di riferimento che controlla, decide e si controlla da solo. Ciò non va bene, in quanto viviamo in un paese civile, ci sono norme nazionali ed europee che obbligherebbero, nonostante tale sorta di legislazione speciale, a garantire ciò che si è sempre fatto prima e si fa altrove.
Inoltre, segnaliamo a proposito dello strumento della delibera, il problema della tutela e della difesa dei 20 mila lavoratori Alitalia. È un problema su cui abbiamo sollecitato più volte la maggioranza e il Governo a fornire garanzie, a rispondere e a farci capire cosa pensano, ma su tale aspetto il silenzio del Governo è assordante.
Non voglio riferire delle informazioni che ci sono state dette nel corso di trattative informali con i rappresentanti del Governo, ma mi sembra che con tale procedura i lavoratori finiscono, ancora una volta, per essere i soggetti più indeboliti e non assolutamente tutelati da questi provvedimenti, né da quelli successivi.
Sappiamo che con questa iniziativa non solo abbiamo già incassato i richiami, i rilievi e le procedure di infrazione europee, ma rischiamo di far fallire l'insieme dell'operazione. Ripeto, infatti, che a perdere non sarete solo voi e a collezionare una brutta figuraccia non sarà solamente il Governo e la maggioranza, ma le conseguenze più pesanti (Commenti)...

PRESIDENTE. Onorevole Meta le chiedo scusa. Colleghi, scusate ma vi è un brusio in Aula. Può anche non interessare a tutti quello che sta dicendo l'onorevole Meta, tuttavia se ciascuno si trattiene dal parlare con il vicino riusciamo tutti ad ascoltare e forse a lavorare meglio.

MICHELE POMPEO META. Grazie, signor Presidente. Dicevo che, in definitiva, in sede di delibera, recuperiamo un'attenzione rispetto ai destini di ventimila addetti. Ripeto, non siamo assolutamente soddisfatti della risposta che il Governo ci ha anticipato in Commissione. Un emendamento specifico del nostro gruppo potrebbe essere trasfuso in un ordine del giorno, ma non ci basta. Non si può giocare sulla pelle e sui destini di ventimila persone, al di là di quello che paga l'intero «sistema Paese» e delle contraddizioni che già ci ha fatto rilevare l'Europa.
Penso che, a conclusione di questo confronto durato diverse sedute, dobbiamo sollecitare la presenza del Governo in Parlamento. L'Esecutivo è presente in varie forme, come era presente nel dibattito elettorale, ma non mi sembra che né iPag. 76rappresentanti del Ministero dei trasporti, né tanto meno quelli del Ministero dell'economia e delle finanze - che è il vennero azionista di riferimento di Alitalia - abbiano mai preso la parola in quest'Aula.
Così come facevamo nella precedente legislatura su tali questioni, dunque, sollecito il Governo a venire a riferire in Aula sull'andamento della trattativa, sulle cordate e sulle strategie. Lo deve fare al più presto, perché non c'è un secondo tempo e perché le strategie di corto respiro messe in campo da questo Governo, purtroppo, a nostro avviso rischiano di far fallire subito dopo l'estate la compagnia di bandiera, uno dei più grandi vettori a livello europeo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, spero di non venir censurato se dichiaro e affermo che questa maggioranza fa perdere credibilità al Parlamento, perché si avvia a legiferare su Alitalia quando sa benissimo che è sub iudice e sta operando e legiferando in una direzione completamente opposta rispetto a ciò che ci ha detto un ordine legislativo superiore.
Ebbene, non posso essere censurato se voi, per Alitalia, fate spendere agli italiani 300 milioni di euro in più (e tutto il resto che deriverà dalla procedura di infrazione che è stata avviata). Così come non posso essere censurato se in questo Parlamento, la settimana scorsa, vi ho indicato parlamentari che la mattina stanno a Montecitorio e la sera «armeggiano» con i camorristi, perché sono loro che svergognano il Parlamento (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Non sono io che lo insulto, ma sono loro che portano giù il Parlamento! Noi invece siamo l'Italia dei Valori...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, non si comprende - almeno per un neofita - il motivo per cui ci si indigni per le parole del collega Barbato, mentre non ci si indigni davanti allo spreco che si sta portando avanti con l'elargizione di 300 milioni di euro ad Alitalia; non si comprende nemmeno come non ci si indigni nel non sapere cosa si voglia fare di questi 300 milioni di euro, somme prelevate dalle tasche degli italiani e della piccola e media impresa (che probabilmente le investirebbe un po' meglio e che, probabilmente, non riuscirà mai ad avere questi contributi). Lo attendono tutti: gli italiani e i lavoratori di Alitalia vogliono saperlo, perché non hanno alcun interesse ad avere i 300 milioni che il Governo vuole elargire, ma hanno interesse a sapere quale sia il loro futuro. Il Governo non può nascondersi e deve rispondere una volte per tutte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà, per un minuto.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, vorrei fare un annuncio, sperando che i colleghi della Lega siano felici: annuncio che sono d'accordo con loro.
Mi associo a ciò che loro affermano, ma non ai loro riti apotropaici e divinatori che fanno sulle rive del Po (con le varie ampolle), bensì ai loro slogan della campagna elettorale, in cui parlano del nord laborioso, solerte, alacre, produttivo e di Roma sperperona. Sono d'accordo con loro, la penso così. Stavolta, però, per gli amici della Lega l'unico problema è che questo sperpero viene avallato dai loro deputati. Questo dovete spiegarlo sul territorio. Io sono a Torino insieme a voi e vi seguo con piacere, ma voglio vedere quando andrete sul territorio a spiegare l'approvazione dello stanziamento di questi 300 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Pag. 77

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, continuiamo sempre a fare riflessioni e a parlare di Alitalia, ma non vogliamo renderci conto che l'atteggiamento utilizzato dalla maggioranza e dal Governo è irresponsabile, perché è stato detto e sostenuto più volte in quest'Aula parlamentare che l'utilizzo dei 300 milioni di euro è illegale e illegittimo. Perciò, da parte della maggioranza, sarebbe opportuno prendere coscienza di questo, fare una riflessione e modificare il testo del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, temo che in quest'Aula si stia un po' falsando la regola del gioco che vuole che l'opposizione eserciti il diritto-dovere di controllo e di stimolo e che la maggioranza abbia l'onere dell'attività di Governo, della proposta politica e dei contenuti. Ebbene, oggi stiamo discutendo - anche la settimana scorsa ci siamo soffermati su questo provvedimento del Governo - non sui contenuti e sui progetti, ma sugli strumenti finanziari che palesano tutte le loro controindicazioni comunitarie ed economiche, sulle cui prospettive cala il silenzio; il sipario rimane celato e non si capisce chi sia il burattinaio, o meglio lo si intuisce. Vorremmo svelare all'Italia e a tutti noi quali sono i giochi che ci aspettano, perché se questi giochi non sono svelati o non ci sono, e la cosa ci preoccupa, o ci sono, ma non volete dircelo, e la preoccupazione aumenta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, dico tristemente grazie a questo Governo che, in questi giorni, si è chiuso a riccio, infastidito dalle espressioni di dissenso sulle due sole questioni poste in quest'Aula: Retequattro e Alitalia. Dico tristemente, perché i cittadini sono ancora una volta presi in giro da chi si presenta come difensore del mercato e, all'atto pratico, li impoverisce di 300 milioni, oltre le sanzioni che verranno comminate. Grazie per la possibilità offerta a noi dell'Italia dei Valori di parlare agli italiani e grazie per la possibilità di meritarci la fiducia di tanti cittadini. Non volevamo questo; avremmo preferito registrare azioni risolutive e lungimiranti. Attendere prego!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, è da tempo che volevo dirle che mi fa veramente piacere vedere una donna alla Vicepresidenza della Camera, soprattutto una donna competente come lei (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Grazie.

ANITA DI GIUSEPPE. Torniamo a noi. L'Alitalia, nonostante il prestito ponte, non volerà molto in alto, ma sicuramente verso il disastro, perché la nostra compagnia di bandiera da tempo sta vivendo una situazione molto difficile: i conti sono allo sfacelo, i passeggeri sono sempre di meno e con questa operazione sicuramente si andrà a violare ogni regola del mercato. Noi dell'Italia dei Valori vogliamo una soluzione al problema dell'Alitalia, ma nel rispetto delle regole. Non si può volare soltanto con la fantasia e con un prestito ponte, ma occorre maggiore concretezza e, quindi, maggiori strategie, che il Governo deve presentare qui alla Camera.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 78
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 513
Astenuti 3
Maggioranza 257
Hanno votato
244
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che i deputati Testoni, Ruben e Lehner hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, sono testimone che quel signore laggiù ha votato con due mani (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Signor Presidente, le formulo e le consegno un'accusa precisa e lei, nella qualità di pubblico ufficiale, ha il dovere di procedere. Quel signore laggiù teneva due mani su due postazioni. Quel signore laggiù è un truffatore e la prego di procedere come d'ufficio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Chiedo che sia sospesa la seduta e si proceda per un reato commesso in Aula: una truffa aggravata ai danni dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Vivi commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PIETRO LAFFRANCO. Ma piantala!

MAURIZIO BIANCONI. Ma che dice?

LUIGI VITALI. Qui non siamo in tribunale!

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, la prego.

ANTONIO DI PIETRO. No, signor Presidente. Lei ha il dovere di procedere, quel signore ha votato due volte. Vorrei sapere chi è quella persona con il cui tesserino ha votato quel signore (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole di Pietro, le assicuro che nella votazione successiva verrà prestata la massima attenzione da parte della Presidenza (Commenti del deputato Di Pietro). Mi faccia concludere, onorevole Di Pietro. Per Regolamento, come lei sa perfettamente, avrebbe dovuto segnalarmi queste irregolarità durante il procedimento della votazione e saremmo stati in grado, nel momento in cui avessimo colto la possibilità, di annullare la votazione o di procedere.

Sull'ordine dei lavori (ore 17,40).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata definita la seguente organizzazione dei lavori.
Nel pomeriggio di oggi si procederà, con eventuale prosecuzione notturna, (con votazioni), all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno relativi al disegno di legge n. 1094-A/R - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n.80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (Approvato dal Senato - scadenza: 23 giugno 2008).
Ove questa fase si concluda nella giornata odierna, domani (antimeridiana) (con votazioni) si procederà, a partire dalle ore 10, con le dichiarazioni di voto finale (con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componentiPag. 79politiche del gruppo Misto) ed il voto finale del disegno di legge di conversione.
Nella seduta odierna, al termine delle votazioni sul disegno di legge di conversione del decreto-legge, avrà luogo la votazione a scrutinio segreto delle dimissioni del deputato Alemanno.
Nel pomeriggio di domani, a partire dalle 15, avrà luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time), al termine del quale si procederà allo svolgimento di interpellanze urgenti.

TESTO AGGIORNATO AL 11 GIUGNO 2008

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1094-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.42.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, sono nuovo di questa Aula, ma posso affermare che si fa fatica a lavorare in questo modo. Sono sbalordito che i lavori seri che portiamo avanti come lo studio e la formulazione delle proposte emendative vengano vanificati dalle irregolarità del voto di questa Assemblea. Abbiamo prestato attenzione al fatto che molti emendamenti importanti sono stati respinti per pochi voti e uno per appena sette voti.
Sicuramente più di sette erano i voti «truffaldini», tanto per usare un'espressione buona (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Non proprio.

DAVID FAVIA. Come Presidente?

PRESIDENTE. Prego, può proseguire onorevole Favia.

DAVID FAVIA. Auspico che veramente le intenzioni sia della Vicepresidente Bindi sia del Presidente Fini di questa mattina e del primo pomeriggio portino ad una soluzione perché, per chi come noi fa parte per la prima volta dell'Assemblea e per chi segue questi avvenimenti dalla cosiddetta società civile, non è un bel vedere che il lavoro dei rappresentanti del popolo venga vanificato da una prassi - così ci è stato detto - che, purtroppo, consente a colleghi parlamentari di votare per colleghi assenti sino a giungere alle conseguenze che il presidente del nostro partito, l'onorevole Di Pietro, ha ben rappresentato in quest'aula. Credo che un'autodisciplina da parte di questa Assemblea farebbe bene alla dignità della politica. Non è possibile continuare a vedere colleghi onorevoli che votano per colleghi assenti, realizzando così un'illegittimità, sia dal punto di vista del voto sia dal punto di vista della loro falsa presenza in aula, che consente loro di incassare il rimborso dovuto alla presenza.
Rimane purtroppo un'illegittimità che, in sé, non riguarda quanto disposto con questo decreto-legge, perché, fino alla censura di incostituzionalità, ovviamente le leggi sono tutte valide e in vigore. Tuttavia, è palese il comportamento, per così dire, leggero di chi sta cercando di portare fino in fondo l'approvazione di questa normativa che deroga praticamente a tutto, e ci aspettiamo soltanto che deroghi anche a se stessa. Con l'emendamento in esame intendiamo dare, non al Consiglio dei Ministri, ma ai Ministeri interessati la facoltà di provvedere con decreto, previo coinvolgimento del Parlamento e della Camera dei deputati (attraverso le competenti Commissioni), in relazione agli adempimenti del comma 4 dell'articolo 1-bis che - guarda caso - anche esso prevede una normativa in deroga, come se la questione Alitalia, come altre pur importanti, non possa essere trattata secondo le ordinarie norme previste dal codice civile, nonché dalle altre nostre leggi. Nello stesso modo - torno al punto iniziale del mio intervento - sembra incredibile che il Parlamento e la Camera dei deputati (l'organoPag. 80che produce le leggi) non sia in grado di rispettare il proprio Regolamento quando esprime il proprio voto. Mi consenta Presidente: è veramente triste.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questi giorni, ascoltando l'interessante dibattito sulla questione, ho sentito il bisogno di ragionare su alcuni aspetti che penso siano condivisibili da tutti noi. Ho pensato a quanto segue. In genere, il futuro di una azienda da salvare, da ristrutturare e da riorganizzare ha bisogno di un soggetto industriale e a questo soggetto industriale gli si chiede un piano. Si tratta di un piano industriale attraverso il quale quel soggetto chiede agli azionisti i fondi e spesso chiede ai lavoratori dei sacrifici.
Così accade nel nostro Paese. In verità, accade così sull'intero nostro pianeta. Ho avuto l'impressione che noi, da un po' di giorni, stiamo ragionando in senso contrario. Contrario in che senso? Contrario nel senso che stiamo ragionando di un prestito ad un'azienda che è da salvare e della quale ci è ignoto, al momento, chi dovrà salvarla. Quando alcuni mesi fa il Governo Prodi ci ha offerto la soluzione di Air France, badate - non me ne si voglia - che nel Mezzogiorno, come spero nel resto del Paese, questa soluzione è stata in qualche modo accolta anche con interesse maggiore di quanto fosse la discussione nell'intero Paese. Infatti, ci sembrava che in quel momento venisse offerto un piano industriale con un solo hub, che la dimensione dell'investitore fosse all'altezza della situazione, che l'interesse della compagnia di bandiera fosse corrispondente agli interessi generali. Di cosa, onorevoli colleghi? Mi permetto di suggerire, in un dibattito che sembra ormai fuori tempo in queste ore, che, forse, il centro dei traffici e le quote di mercato sul piano globale, forse, passano attraverso il Mediterraneo. Quante volte il Mediterraneo viene attraversato dagli aerei e dalle navi e, forse, l'idea che i traffici si spostino verso altra direzione che non è solo la Mitteleuropa, già sufficientemente organizzata nella dimensione generale, forse, questo avrebbe dovuto suggerirci che gli scambi, il commercio, i traffici - insisto - le quote di mercato (sì, perché di questo si tratta) avessero bisogno di investitori la cui dimensione fosse della stessa dimensione competitiva della competizione globale attuale.
Ora siamo punto e a capo, colleghi, perché, ripeto, ricominciamo dalla trasformazione del prestito ponte in patrimonio, che ha lo scopo evidente di prendere tempo, di evitare, come il Partito Democratico in tanti interventi in queste giornate ha detto, la immediata liquidazione di Alitalia ai sensi del codice civile. Resta da capire cos'è questo strano animale di un debito che diventa patrimonio. E resta da capire quale valutazione potrà dare l'Unione europea ad un aiuto da parte dello Stato che non è di salvataggio e non è neppure di ristrutturazione, vale a dire che non è connesso ad alcun piano industriale di alcun soggetto industriale in campo.
Questa è una riflessione: pensate che sia fuori tempo? No, è nel tempo giusto nel quale questo Parlamento possa giungere a delle conclusioni, come il Partito Democratico le ha suggerite fino ad ora in questo dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, insisto sul richiamare il Governo ad esprimere una volontà di andare incontro alle imprese al nord.
Ricordo che la proprietà di Malpensa, in capo ad imprenditori e ad enti pubblici territoriali della Lombardia, ha chiesto ad Alitalia un danno di un miliardo e 200 milioni di euro. Se non rispondiamo a tali enti, a tali economie, a tali risorse del territorio, questi si chiuderanno su sePag. 81stessi e continueranno sulla strada di pretendere da Alitalia il miliardo e 200 milioni di euro.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Piffari.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Ricordo che dopo questo aumento il capitale di 300 milioni, il Governo sarà l'unico proprietario e risponderà quindi anche dei debiti di Alitalia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Prendo atto che rinuncia ad intervenire.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, capisco che talvolta, quando si parla in termini di legalità, diventa difficile comprendersi, ma quando si sottolinea la necessità che ognuno, all'interno del Parlamento e senza la necessità di un carabiniere che controlli, voti per sé stesso e non per gli altri, ciò rappresenta un fatto importantissimo di democrazia e di rispetto delle leggi.
Infatti, non rispettando le leggi all'interno del Parlamento si crea confusione all'interno del Paese e, conseguentemente, tutti coloro i quali dovrebbero credere in una democrazia non credono e vi è un'immediata risposta, da parte del popolo e dei cittadini, di ribellione ad un Parlamento che non rispetta le regole del gioco!
Quella di votare per sé e per gli altri è una truffa, sotto tutti i profili, un atto indegno (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Volevo sottolineare che l'Ufficio di Presidenza, in questo momento, è riunito avendo all'ordine del giorno anche un approfondimento relativo proprio al tema sul quale sono state sollevate giustamente alcune eccezioni durante la seduta in corso.
Proprio perché si deve applicare il rispetto pieno e totale del Regolamento e ciascuno deve votare per sé, l'Ufficio di Presidenza sta approfondendo - e successivamente lo stesso Presidente verrà a dare comunicazione delle eventuali determinazioni - le modalità in base alle quali assicurare davvero che ciascun deputato voti per sé e non voti per altri, atteso che ciò prescrive il Regolamento della Camera, pur non profilandosi, evidentemente, alcuna forma di reato, essendo il nostro, come gli onorevoli sanno, un regime di autodichia.
Nessun altro chiedendo di parlare per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis. 42, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Prego i colleghi di votare ciascuno per sé. Invito anche i deputati segretari ad aiutarmi nella verifica.
(Segue la votazione).

ANTONINO LO PRESTI. Da quella parte! Presidente, guardi da quella parte!

ANTONIO BORGHESI. Di là! Di là!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
229
Hanno votato
no 263).

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, vorrei che mi chiarisse per quale ragione, scusi l'ignoranza (Applausi polemiciPag. 82dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)... Poi vediamo, onorevoli colleghi, chi è più ignorante!

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

ANTONIO DI PIETRO. Vorrei che lei mi spiegasse da quale norma desume che, stante il principio di autodichia, all'interno dell'aula si possono commettere reati (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). In particolare, intendo far presente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)... Signor Presidente, mi faccia parlare per favore!

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, le concedo la parola volentieri, ma le faccio anche notare che ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori: lei sa, quindi, che tali interventi si dovrebbero svolgere alla fine della seduta (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Le do ugualmente la parola, molto volentieri, ma la prego anche di contenersi nei tempi.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, svolgere questi interventi alla fine della seduta, è come intervenire quando «c'è già scappato il morto»! È necessario farlo prima! (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). In secondo luogo, signor Presidente, dico solo questo: se dovesse valere il principio secondo cui quando in quest'Aula viene commesso un reato, in nome dell'autodichia, non si procede, allora se qui qualcuno ammazzasse un collega o gli portasse via il portafoglio non dovrebbe essere reato (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, fate terminare l'onorevole Di Pietro.

ANTONIO DI PIETRO. Io credo, invece che, per il principio di autodichia, si debba applicare la seguente regola: decide l'organo costituzionale in ordine ai reati commessi. Ma decide e non ignora di decidere! Pertanto, chiedo e rinnovo formalmente...

MAURIZIO BIANCONI. Basta!

GIANPAOLO DOZZO. Piantala!

ANTONIO DI PIETRO. ...la richiesta di procedere nei confronti di chi ha commesso - e di chi ogni volta commette - un reato! Neanche in questo Parlamento si possono commettere i reati, perché, altrimenti, anche il reato di omicidio, seguendo tale ordine, qui potrebbe essere possibile (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Chiedo, pertanto, che su questo tema mi venga data una risposta! In base, cioè, a quale articolo di legge o di Costituzione, il Presidente della Camera ritenga che in quest'Aula si possano commettere reati e non possano essere giudicati dall'organo di autogoverno di questa Camera!

PIERLUIGI MANTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, interverrò molto brevemente per dire che non solo io - almeno credo - condivido la preoccupazione che anima il collega Di Pietro -, conseguentemente l'etica pubblica e la correttezza dei nostri lavori sono principi fondamentali; tuttavia, vorrei anche ricordare che a quest'Aula non si applicano le norme dell'ordinamento generale nell'esercizio delle funzioni (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Non è il caso di parlare di truffa ai sensi dell'articolo 640 del codice penale. Bisogna parlare di irregolarità (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà) e, quindi, poiché le parole hanno un loro peso - e, naturalmente, nessuno viene assolto per questo - parliamo in modo appropriato dei comportamenti, anche di quelli sconvenienti che avvengono in Aula. La Corte costituzionale più volte ha sentenziatoPag. 83che le irregolarità commesse nell'esercizio delle funzioni parlamentari sono soggette alla sola giurisdizione di quest'Aula (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Hanno chiesto di parlare sia l'onorevole Osvaldo Napoli sia l'onorevole Consolo, che appartengono allo stesso gruppo. Mi scuso con l'onorevole Consolo ma avendo chiesto l'onorevole Osvaldo Napoli di parlare prima di lei, do a lui la parola. Prego, onorevole Osvaldo Napoli, ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, ritengo che l'atteggiamento dell'onorevole Di Pietro certamente non faccia onore a quest'Aula né alle istituzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Anche l'atteggiamento che ha tenuto l'amico Mantini pochi minuti or sono, come anche l'atteggiamento in Aula nei confronti degli interventi di Di Pietro da parte del centrosinistra, fanno pensare di aver ragione.
Il suo è un metodo presuntuoso, arrogante e maleducato nei confronti della Presidenza: quando si ritiene di accusare la Presidenza di aver commesso reati e truffe, ebbene, questi sono comportamenti che davanti all'opinione pubblica causano sfiducia nei confronti del Parlamento e delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Mi rivolgo all'ex Ministro Di Pietro: forse può ritornare a fare il pubblico ministero (Dai banchi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania si grida: «No!), ma non diventerà più Ministro sicuramente; l'onorevole Di Pietro, allora, deve tornare - ma ci auguriamo di no - a fare il «questurino».
Mi permetta un'altra considerazione: lei certamente non fa onore a tutti noi. Le dico anche un'altra cosa, ex Ministro Di Pietro: non accettiamo comportamenti di scuola morale nei nostri confronti da chi, invece, di morale ha sempre dato una rappresentanza più che mai negativa nei propri comportamenti!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Osvaldo Napoli.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, il nostro gruppo sopporta ormai da giorni una serie di insulti e di provocazioni con senso di responsabilità. Credo però che lei, onorevole Di Pietro, che ha fatto questo mestiere, se ha un'accusa...

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, si rivolga al Presidente quando parla in Aula. Evitate i dialoghi tra di voi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. La ringrazio, signor Presidente. Sa, sono nuovo.

PRESIDENTE. Allora, glielo ricordo io.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Ne approfitto per dire che bisogna, se c'è un'accusa, rivolgerla in maniera specifica e non coinvolgere tutto il Parlamento, soprattutto quelli che sono qui ad ascoltare degli interventi che sono dei pretesti e il vostro ostruzionismo ormai da giorni.
Seconda cosa, signor Presidente: mi permetto di farle un richiamo al rispetto del Regolamento, perché se l'onorevole Di Pietro ha diritto di prendere la parola alla fine dei lavori, gli si dia la parola alla fine dei lavori e non sempre e comunque quando ne ha voglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Hanno chiesto di parlare altri colleghi, anche del Partito Democratico, come l'onorevole Colombo e altri.
Non do la parola, perché ha già parlato l'onorevole Mantini per il Partito Democratico, come non ho dato la parola all'onorevole Consolo.

Pag. 84

FURIO COLOMBO. Ma non può non dare la parola!

PRESIDENTE. Desidero invece leggere un passaggio della sentenza n. 379 del 1996 della Corte costituzionale in merito alla questione che ci ha tenuti occupati in quest'ultima mezz'ora.

MANUELA DAL LAGO. Alla fine dei lavori, signor Presidente!

PRESIDENTE. Penso che sia opportuna questa lettura, perché, salvo l'impegno della Presidenza al quale ho prima fatto riferimento, che non solo intende vigilare sull'osservanza del Regolamento, ma cercare anche nuove modalità e nuovi strumenti per assicurare che ciascun deputato voti per sé e solo per sé, voglio anche ricordare, in merito alle questione sollevate, alcuni passaggi della sentenza della Corte costituzionale n. 379 del 1996.
La decisione fu emanata a seguito di un conflitto di attribuzione sollevato dalla Camera dei deputati con riferimento ad un procedimento penale iniziato a carico di due deputati per aver assertivamente votato in luogo di altri parlamentari. A tale riguardo, la Corte affermò che: «Quando i comportamenti dei membri delle Camere trovino nel diritto parlamentare la loro esaustiva qualificazione, nel senso che non esista alcun elemento del fatto che si sottragga alla capacità qualificatoria del Regolamento, non possono venire in considerazione qualificazioni legislative diverse, interferenti o concorrenti, anche se da queste possa risultare il rafforzamento di un giudizio di disvalore già desumibile dalla stessa disciplina regolamentare; non può pertanto essere ammesso, in simili casi, un sindacato esterno da parte dell'autorità giudiziaria».
Sulla base di questi presupposti, la Consulta ha dichiarato che non spettava all'autorità giudiziaria procedere nei confronti degli ex deputati per l'asserita contestazione relativa alle modalità di votazione (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Dichiaro conclusa questa fase della discussione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis. 40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, riprendo il mio ultimo intervento, che riguardava il problema della trasparenza nella procedura di vendita e di privatizzazione, impedita dal Governo, con conseguenti difficoltà particolarmente rilevanti alla prosecuzione di questo tentativo di salvataggio, destinato purtroppo prevedibilmente a non finire bene. Tant'è che, come già segnalavo, stiamo perdendo credibilità a livello internazionale.
Ho segnalato già oggi nel mio intervento i numerosi giornali dell'Unione europea, in Francia, in Spagna, in Inghilterra e in Germania, che hanno stigmatizzato il comportamento sin qui tenuto, il quale ha causato anche l'applicazione di una procedura di infrazione da parte dell'Unione europea, che sarà determinata domani. Non so se ne avremo notizia prima o dopo il voto finale, ma certo la sollecitazione che è venuta dal collega prima, sospendere la seduta e attendere le decisioni dell'Unione europea, a me pareva una decisione saggia. Se già infatti con la questione...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. C'è troppo brusio in Aula; evitiamo i capannelli per cortesia. Prego, onorevole Borghesi.

ANTONIO BORGHESI. Se già con la questione del prestito ponte ci troviamo di fronte a problemi di quel genere, immaginiamoci dopo che avremo votato che cosa succederà.
Stavo appunto descrivendo anche le vicende che hanno riguardato il rapporto di Alitalia con Malpensa. Malpensa è stato un aeroporto progettato malissimo, né più e né meno come certe cattedrali nel deserto, per le quali non si è fatto quanto era necessario fare prima dell'avvio dei lavori.Pag. 85Si è preteso soprattutto che venisse subito impiegato, per motivi che adesso è difficile precisare, ma che penso siano stati motivi di rappresentatività, in quel caso della regione Lombardia, che a i tutti costi ha imposto che immediatamente si utilizzasse un hub che non poteva essere usato, perché mancante delle caratteristiche necessarie, in particolare, per raccogliere i passeggeri di un'area abbastanza vasta.
Ciò ha portato alla sciagurata idea di poter mantenere due hub contemporaneamente, cosa che nessun Paese di una data dimensione ha fatto. Non faccio riferimento a Paesi piccoli come l'Olanda o il Belgio o la Svizzera, ma certamente la Francia, che pure ha una dimensione complessiva non dissimile dalla nostra, si è ben guardata dall'immaginare un hub a nord e un hub a sud. E d'altronde tutto ciò ha portato, come dicevo, a situazioni incresciose, come le 14 mila camere, per 1,4 milioni di euro, impiegate da Alitalia tutti i mesi per ospitare i piloti o gli hangar affittati e mai utilizzati, anche quelli pagati 1,4 milioni di euro all'anno (anche in questo momento Alitalia sta pagando questi hangar, anche se ha ridotto fortemente la sua presenza su Malpensa, passando da 160 a 50 voli) o il fatto che un MD-80 tutte le mattina trasportasse il personale Alitalia da Roma a Malpensa, avanti e indietro, con costi che possiamo immaginare.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANTONIO BORGHESI. Così non si capisce come abbia potuto gestire piloti che vivevano in Lombardia, facendoli arrivare dopo il volo a Roma e viceversa, con risultati assolutamente onerosi in termini di costi. Per questo vogliamo evitare che i 300 milioni di euro vengano prelevati dalle tasche dei cittadini a vuoto, a perdere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, per non perdere il senso concreto della ferma ma costruttiva opposizione che stiamo conducendo come gruppo del Partito Democratico vorrei ricordare ai colleghi che l'emendamento che sosteniamo propone una modifica limitata, ma di assoluto buonsenso. Il comma 4 dell'articolo 1-bis affida ad una delibera del Consiglio dei ministri tutte le determinazioni in ordine alla cessione del controllo e alle eventuali operazioni strumentali. Noi proponiamo di procedere a questa delibera previo parere delle competenti Commissioni parlamentari. Credo che dinanzi a una vicenda complessa e dai molti risvolti ed interessi - quale è quella di Alitalia - ascoltare prima il parere del Parlamento sia un fatto assolutamente utile e razionale.
Temo però che anche a questo emendamento risponderete non rispondendo, e cioè non solo votando contro, ma con un arroccamento silente ed arrogante.
Mi preoccupa allora il fatto che dinanzi ad un provvedimento di questa natura che, come è stato più volte detto dai colleghi, si preoccupa di mettere le mani in tasca agli italiani per 300 milioni tagliando assistenza, cooperazione e via dicendo, si preoccupa di formalizzare un aiuto di Stato in evidente contrasto con l'Europa e di esaltare un trionfale conflitto di interessi (quello di Banca Intesa, o meglio di «Sant'Intesa» e San Paolo come ha detto icasticamente Scajola), ma soprattutto si pone contro il mercato, contro l'Europa e direi anche contro gli interessi concreti dei cittadini e non sembra vedere all'orizzonte la famosa cordata italiana, non vi sia dialogo, ma solo l'arroccamento anche sugli emendamenti di assoluto buonsenso.
Non è mio costume richiamare le agenzie di stampa in Aula, ma ho letto un'agenzia di pochi minuti fa, circa un'ora, in cui l'onorevole Cicchitto ricorda al Partito Democratico, quasi come velata minaccia, che la stagione delle riforme potrebbe anche non decollare dinanzi ad una condotta ferma da parte dell'opposizione su questi banchi.
Insomma, credo che noi abbiamo a cuore il dialogo tra le forze politiche nell'interesse del Paese e che siamo figli ed esponenti di una cultura parlamentare.Pag. 86Tuttavia, deve essere chiaro che, se si procede da un arroccamento all'altro nonché a colpi di provvedimenti basati sull'arroganza da parte della maggioranza e sulla mancanza di dialogo - che si tratti di Alitalia, che si tratti dei voti con cui sono state respinte due ore fa in Commissione ambiente tutte le nostre proposte cautamente migliorative del decreto-legge sui rifiuti o che si tratti delle provocazioni del Premier Berlusconi sulle intercettazioni (perché è evidente che l'ipotesi di restringere l'uso delle intercettazioni solo ai reati di terrorismo e di mafia è un grande favore alla criminalità che creerebbe una lacerazione nei rapporti con l'opposizione) -, la stagione delle riforme basate sulla cultura del dialogo viene minata sì, ma da questi comportamenti.
Vorrei che l'onorevole Cicchitto e i colleghi della maggioranza ne avessero consapevolezza, perché noi siamo attenti da questi banchi a fare il dovere dell'opposizione con spirito costruttivo e leale, ma vorremmo che il dialogo non avvenisse, diciamo così, gratuitamente, bensì fosse il frutto di un impegno comune nell'interesse del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbareschi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Signor Presidente, per un neofita come me è sconcertante vedere quanto tempo continuiamo a perdere su ogni proposta emendativa ripetendo da parte degli appartenenti al partito di Di Pietro gli stessi concetti. Ho ascoltato - forse a differenza di molti miei colleghi non mi sono ancora alzato da questa mattina - le stesse affermazioni ad ogni intervento. Ovviamente lo scopo è puramente strumentale ad ottenere pubblicità e volto a svolgere una sorta di opposizione, visto che è l'unico ruolo che vi rimane in questo momento.
Gli insulti di Di Pietro, che mi colpiscono personalmente, forse sarebbero da querela nei suoi confronti visto che egli afferma di voler denunciare. Sono disposto a querelarlo perché non accetto tali insulti da una persona che dovrebbe riflettere sul proprio atteggiamento dall'epoca di Tangentopoli in poi. Tale atteggiamento «forcaiolo» ha portato scarsi risultati nel nostro Paese e forse chi è senza peccato deve scagliare la prima pietra, ma per chi ha peccato è forse meglio non dare esempi che non sono graditi alla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ciò detto, la maggioranza ha elaborato delle strategie, ha lavorato su degli emendamenti, ha una maggioranza e sta tentando di risolvere il problema dell'Alitalia, per quanto voi ne possiate dire. Pertanto, lasciateci lavorare, non fatevi ridere dietro dal resto degli italiani (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori) e lasciateci andare avanti. Giudicherete in seguito, dopo aver visto i risultati.
Grazie Di Pietro, mi fa molto piacere vederla ridere dopo che ogni volta svolge dei finti interventi accorati in cui simula di essere arrabbiato. Poi spegne il microfono e si mette a ridere. Questa commedia è fantastica, glielo assicuro, ma per un teorico dello spettacolo lei è un pessimo attore (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Barbareschi, mi lasci ricordare che le opinioni espresse dai parlamentari nell'esercizio delle loro funzioni sono insindacabili ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole di Pietro, se intende intervenire per fatto personale le concederò la parola a fine seduta.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 87

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, i colleghi della maggioranza (mi riferisco in particolare - spero di poterlo chiamare così - all'amico Napoli, persona squisita e amabile, e spero di poter dire lo stesso del collega Barbareschi) nei giorni scorsi si sono ripetutamente risentiti e riscaldati per il fatto che da questa parte dell'Aula fossero stati citati articoli di giornale, testi di sentenze, libri e quant'altro perché contenevano, a loro dire, espressioni calunniose e diffamatorie nei confronti di un loro, anzi di un nostro collega.
Ebbene, oggi non hanno esitato a esprimersi nello stesso modo nei confronti dell'onorevole Di Pietro. Pertanto, facciano quanto meno ammenda se non vogliono vergognarsi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, in Aula sono presenti tanti colleghi che svolgono anche l'attività di amministratori nei propri enti territoriali (comuni, comunità montane, province) e esercitano la loro attività attraverso provvedimenti collegiali (atti di consigli comunali, provinciali, giunte, giunte provinciali). Non credo che all'interno di tali organi collegiali votino per coloro che sono assenti. Non credo che affrontino questioni che poi portano a scelte che possono incidere sui cittadini attraverso una modalità che nelle amministrazioni locali è chiamata falso in atto pubblico, emanando provvedimenti che vengono revocati e che i cittadini possono impugnare e chiedere anche il risarcimento dei danni dovuti proprio a tale modo di comportarsi.
Qui, invece, pare che noi siamo sopra ogni cosa e che possiamo esercitare lo strumento della truffa, della furberia - chiamiamolo come vogliamo - solo per sostenere il provvedimento finale: 300 milioni che si tolgono dalle tasche degli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, sarà pure la stessa «musica», però la risposta dall'altra parte rimane uguale: una non risposta. Sarebbe opportuno, se veramente si vogliono fare gli interessi del Paese e dell'Alitalia, come qualcuno dice, darci una risposta ed evitare di scandalizzarsi, signor Presidente, per le affermazioni del collega, che ha denunziato uno sconcio che in Aula si sta perpetrando e che non dà un bell'esempio al Paese: il modo in cui il voto viene effettuato da più parti.
Il Parlamento è stato più volte messo in discussione - alcuni di noi non c'erano - e se ne sono viste di tutti i colori; è stato oltraggiato da sputi e dall'esposizione di fette di mortadella, gesti mai compiuti dai deputati dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
L'Italia dei Valori sta difendendo il diritto dei cittadini italiani di essere rappresentati. Infatti, se un deputato è presente rappresenta i cittadini; se non c'è non li può rappresentare, perché falsa un risultato che va a discapito degli altri.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, le rivolgo ancora una volta un invito perché è tutto collegato, il voto corretto e le sorti dell'Alitalia. Bisogna stare attenti e assumerne la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Prendo atto che vi rinunzia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, da parte mia auspico che l'invito molto rigoroso che l'onorevole Di Pietro ha rivoltoPag. 88all'Ufficio di Presidenza, affinché si evitino in futuro i cosiddetti pianisti, sia preso nella debita considerazione.
Ovviamente, dobbiamo riconoscere che, al di fuori di questo palazzo, i nostri connazionali osservano con molta apprensione i comportamenti che vediamo in quest'Aula, soprattutto quando fanno riferimento a quella casta nella quale oggi tutti vorremmo evitare di essere considerati.
Se è vero che c'è un meccanismo regolamentare che stabilisce che le nostre indennità vengano parametrate in funzione del voto, ebbene, è auspicabile che l'Ufficio di Presidenza adotti, come regola di contrappasso dantesco, quanto meno la sanzione di una decurtazione dell'indennità al pianista che, di volta in volta, si trova a votare per il collega.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARLO MONAI. In questo modo è auspicabile che quanto meno si introducano degli elementi di sanzione pecuniaria che portino ad una...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, evidentemente non c'erano posti sufficienti per presentatori e qualcuno viene a fare proclami in questa sede rivangando il passato. Noi dobbiamo rivendicare il ruolo di «difensori creativi della libera minoranza». Infatti, onorevoli colleghi, il lavoro che stiamo svolgendo fa onore a quanti di noi esprimono, nei sessanta secondi concessi, una difficoltà evidente, quella di capire perché il Governo vuole buttare via soldi. Siamo «difensori» perché quanto sta accadendo in merito all'emendamento Alitalia è ingiusto e contrario alle regole di mercato nazionali e non, «creativi» per lo sforzo di dare contenuto e originalità agli interventi che stiamo facendo, «della libera minoranza» perché il ruolo che i costituenti hanno affidato alla componente minoritaria del Parlamento è un ruolo non asservito al Governo, che ci porta a dire «no» con forza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, la questione Alitalia, per rimanere in tema, è diventata una commedia, prima perché in campagna elettorale si è sostenuto che le condizioni poste dai francesi erano offensive e poi perché si è tornati ad ipotizzare Air France nel futuro dell'Alitalia.
L'impressione è che si stia trattando l'argomento con tanta superficialità. Il gruppo Italia dei Valori continuerà con i suoi interventi, ma veramente non vi è peggior sordo di chi non vuole intendere e pare che il Governo non voglia intendere.
Prima ho sentito parlare di atteggiamento errato, di disonestà. Tuttavia, credo che l'atteggiamento errato sia soprattutto di chi allunga la dolce manina, votando per gli altri. Non vogliamo capire che dobbiamo votare esprimendo il nostro voto personale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Per favore, colleghi, ognuno voti per sè!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 498
Votanti 495
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato 228
Hanno votato no 267
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Pag. 89

Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà, per cinque minuti (Commenti). Invito i colleghi a fare silenzio.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, passiamo all'esame di questo emendamento dopo che è stato respinto il precedente, Evangelisti 1-bis.40. Si è così voluto impedire che, anziché la delibera del Consiglio dei Ministri, ci fosse il decreto del Presidente del Consiglio, previo parere obbligatorio delle competenti commissioni parlamentari. È stata così eliminata l'obbligatorietà del parere delle competenti commissioni parlamentari. Mi domando come - in una questione così importante come quella concernente la nostra compagnia di bandiera - sia possibile non far seguire al Parlamento le questioni che riguardano tale aspetto fondamentale.
Prevedere il parere delle competenti Commissioni parlamentari è il minimo che si possa fare in un caso di questo genere, anche perché sappiamo che in passato si è sempre proceduto con iniziative del Ministro, prima del tesoro, adesso dell'economia, senza che tale alta carica dello Stato mettesse al corrente - se non aver assunto le decisioni - il Parlamento stesso con qualche informativa sporadica e alternante.
Debbo dare atto all'ex Ministro Padoa Schioppa, al Ministro pro tempore Tremonti, che hanno ripetutamente fatto visita alle Commissioni parlamentari, senza averne l'obbligo. Quelle relazioni erano sacrosante e giuste, ma non impedivano al Ministro stesso di agire come se fosse un azionista privato, senza dar conto al proprio azionista, ovvero il Parlamento, cioè senza riferire all'organo legislativo.
Allora, noi vorremmo prevedere che al posto di una delibera si parli di decreto del Presidente del Consiglio, non di una delibera qualsiasi del Consiglio dei ministri.
In più, vorremmo che su questo decreto-legge si esprimessero le Commissioni parlamentari per maggiore trasparenza nei confronti del pubblico, dato che la questione della compagnia di bandiera riguarda anche i cittadini, non solo i dipendenti che effettivamente sono migliaia e migliaia di persone; tuttavia oltre a loro, ci sono anche i cittadini interessati a che una compagnia di bandiera italiana si possa affermare nel territorio nazionale, in quello europeo e in campo globale.
L'opera che noi stiamo facendo è di allargamento della partecipazione, di allargamento dei controlli. E quale controllo è più importante, incisivo e migliore di quello delle competenti Commissioni parlamentari? Ritengo che la maggioranza su questo punto dovrebbe riflettere, ricordando quanto affermavano i loro rappresentanti negli ultimi due anni su questo punto: essi pretendevano sempre il controllo delle Commissioni parlamentari, ad ogni piè sospinto. In questo caso - un caso importantissimo - riteniamo che la maggioranza debba riflettere e indurre anche il Governo a cambiare questo aspetto.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

AURELIO SALVATORE MISITI. Mi riservo di continuare il discorso in occasione della discussione degli emendamenti successivi, perché ritengo che continuando ad insistere alla fine ci dovrebbe essere un'apertura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tidei. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

PIETRO TIDEI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per cinque anni, nella XIV legislatura, mi sono occupato di trasporto aereo e francamente dopo sei o sette anni gli argomenti usati dalla maggioranza sono gli stessi; soltanto che dopo sei o sette anni dobbiamo dire che la situazione di Alitalia è drammaticamente precipitata. Allora, mi chiedo come fa un partito, una coalizione, una maggioranza dopo sei, sette anni ad insistere su una linea dopo che, per responsabilità precisa di questa maggioranza, la situazione di Alitalia è drammaticamentePag. 90precipitata, visto che ormai dobbiamo dire che siamo ad una situazione pre-fallimentare, anzi fallimentare.
Vorrei semplicemente ricordare che quando in Commissione e in Aula noi dell'opposizione proponevamo già da allora accordi per entrare comunque in alleanze che si sono rese necessarie non solo dopo l'11 settembre, ma anche dopo la crisi generale del trasporto aereo che ha visto scomparire dal mercato decine di compagnie ben più forti di Alitalia e una riorganizzazione complessiva del sistema del trasporto aereo, in maniera sorda e con una pervicacia incredibile, non si è aderito all'idea che noi più volte avevamo già da allora presentato.
Basti pensare che un'azione di Air France valeva tre azioni di Alitalia; oggi non bastano trenta azioni di Alitalia per avere in cambio un'azione di Air France! KLM, che si trovava in una situazione addirittura peggiore di Alitalia, ebbe l'accortezza, a suo tempo, di entrare in Sky Team e nell'alleanza con Air France, con una fusione per scambio di azioni. Ebbene, oggi Air France e quel gruppo sono diventati uno dei gruppi più potenti del mondo, non solo d'Europa: hanno conquistato fette di mercato, sono una compagnia che porta business ed utile a fine anno, mentre noi ci stiamo preoccupando di come non far fallire una nostra compagnia di bandiera che inevitabilmente è sull'orlo del precipizio.
In pochi anni la nostra compagnia di bandiera si è deprezzata dell'oltre 80 per cento. Mi chiedo come si fa a non capire quando sul mercato la nostra compagnia non controlla più il mercato domestico perché i low cost oggi sono entrati prepotentemente sul mercato del trasporto aereo, quando costantemente perdiamo pezzi di mercato e quando soprattutto la nostra compagnia ha ben 9 famiglie di aeromobili, quando sappiamo viceversa che ormai si va verso un'omogeneizzazione delle famiglie di aeromobili e ciò va soltanto e soprattutto per quanto riguarda le manutenzioni ed altro.
Quindi, e concludo Presidente, mi chiedo come sia possibile che questi anni non abbiano insegnato niente alla maggioranza e come sia possibile che la maggioranza si intestardisca ancora a proporre soluzioni che non ci sono, in quanto abbiamo un Governo ormai sordo, insensibile, che continua a proporre soluzioni immediate che non ci saranno, che continua ad aspettare miracoli che non avverranno e nel frattempo abbiamo non solo i lavoratori (che sono importanti), ma anche il sistema Paese che si deprezza e che di fronte ad una situazione del genere appare anche ridicolo nei confronti del mondo economico e non solo.
Allora, è possibile che anche su un piccolo emendamento, su emendamenti migliorativi, ci sia una totale sordità, resistenza, pervicacia e ostinazione a non ricevere nemmeno la possibilità di un contributo utile e modesto come quello che l'opposizione vorrebbe dare?
Credo francamente che anche su questo aspetto - e lo diceva il collega Misiti sull'emendamento in esame - proporre un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri - quindi senza togliere nulla - e soprattutto avvalersi anche di una competenza come le Commissioni parlamentari, credo che ciò sia il minimo su cui coinvolgere il Parlamento. Credo che sia importante e decisivo un atto di resipiscenza, nell'interesse dell'Alitalia e del sistema Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, si torna con questo emendamento a discutere di chi deve effettuare il controllo e di chi può verificare se esista un progetto. Ricordo che l'aeroporto di Malpensa sta subendo un danno, in quanto oggi mettiamo fuori dal mercato una serie di slot e di voli che portano gli italiani e gli europei all'estero, ma anche stranieri in Italia.
Non siamo in grado di affrontare il mercato con tutti gli strumenti che oggiPag. 91potremmo usare. Credo di poter affermare, in nome e per conto di un popolo che rappresento, che ancora una volta, oltre ad avere la Padania gabellata, con voi al Governo abbiamo ancora la Padania gabbata.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Porcino, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi rinuncia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, la protesta di questi giorni delle sei compagnie aeree contro il prestito-finanziamento di 300 milioni di euro ad Alitalia, lascia intravedere la possibilità reale che la vicenda Alitalia si trasferisca nelle aule di tribunale, trascinandosi in modo non opportuno e in un binario non giusto per i prossimi quindici anni.
Ciò sarebbe una sconfitta per l'intero Paese, in quanto non si può concepire come la quinta potenza industriale non sia riuscita a risanare una propria azienda. Voglio aggiungere che se dovessimo avere il prestito-ponte di 300 milioni di euro (che dovrebbe servire per il rilancio della compagnia di bandiera), potremmo anche essere disponibili a votare il decreto-legge in esame.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Monai, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, non capisco la ratio e non mi adeguo alla forza. Non capisco quale sia il fine ultimo del Governo e del suo massimo esponente che, dopo avere fatto sfumare l'unica opportunità concreta rappresentata dall'accordo Air France-Klm per interessi elettorali, ora ci chiede l'ennesima trasfusione a favore di Alitalia.
Non capisco la ratio di questa previsione, ma, considerato che riconosco agli esponenti di questo Governo la predisposizione al business, forse dobbiamo aspettarci una prossima svendita pre-vacanziera? Non mi adeguo, però, alla prova di forza che questa maggioranza sta esercitando. Non è giusto! I cittadini stanno aprendo gli occhi, anche grazie ai lavori di quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presente, l'11 giugno, ossia domani, la Commissione europea aprirà una procedura di infrazione contro l'Italia sul prestito-ponte da 300 milioni di euro erogato per salvare Alitalia. Intanto, vi è una grande confusione sulla questione Alitalia, la cui situazione diventa sempre più grave; nel frattempo, vi sono le condizioni per mettere a rischio proprio la nostra compagnia di bandiera. Vi è poca chiarezza, e forse a chiarirsi le idee dovrebbe essere proprio il Governo, che insiste nel trasformare questo prestito-ponte in patrimonio. In questa situazione, però, di quale patrimonio vogliamo parlare, in fondo, considerato che Alitalia è una società che boccheggia?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.41, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 486
Votanti 483
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato 225
Hanno votato no 258
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Pag. 92

Prendo atto che il deputato Fiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Iannarilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.45.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, anche l'emendamento Evangelisti 1-bis.45 è volto a cercare di aiutare il Parlamento a modificare e a migliorare quello che la maggioranza e il Governo hanno fatto. Chiediamo di modificare in molti punti il comma 4 dell'articolo 1-bis del decreto-legge in esame, perché esso rappresenta veramente un esempio non brillante del tipo di legislazione che il Parlamento licenzia e riguarda troppi aspetti eventuali e nebulosi, troppi «forse» e troppi «se» (Commenti)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore, se volete uscire dall'Aula, fatelo in silenzio.

AURELIO SALVATORE MISITI. Noi, comunque, non solo vorremmo che il Parlamento si interessasse delle questioni fondamentali del Paese, ma vorremmo anche ricordare alla maggioranza che è indubbio che la questione della salvaguardia degli interessi pubblici coinvolti debba essere esperita fino in fondo, cosa che non avviene, complessivamente, con il decreto-legge in esame: se si pensa al fatto che il prestito-ponte - che abbiamo approvato in Senato e votato insieme alla maggioranza - è in seguito divenuto una parte del patrimonio (sembra poi che si sia ipotizzato che, a un certo punto, esso possa diventare di nuovo prestito ed essere certamente restituito), sarà difficile che la nuova situazione societaria possa consentire la restituzione ai cittadini italiani - ossia allo Stato - di questo prestito. Dobbiamo quindi cautelarci, mettere un paletto e salvaguardare prima di tutto gli interessi pubblici coinvolti, perché sono coinvolti i cittadini e i lavoratori di Alitalia ed è coinvolta l'immagine del nostro Paese in Europa e nel mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, l'emendamento tende a mettere in luce la prevalenza assoluta di ciò che il firmatario vuole sottolineare: la difesa degli interessi che devono essere iscritti nel provvedimento in discussione. Al comma 4 dell'articolo 1-bis del decreto-legge, come modificato dalla Commissione, si prevede che la salvaguardia degli interessi pubblici coinvolti sia prioritaria e, quindi, non unica e che ciò avvenga in deroga a quanto previsto dall'articolo 80 della legge n. 289 del 2002. Noi vogliamo restringere il campo unicamente al fatto che venga difeso l'interesse pubblico coinvolto. È questo il cuore del problema che ci interessa ed è per tale motivo che difendiamo il senso di questo emendamento e vorremmo che l'Assemblea lo approvasse. Non vi possono essere altri ragionamenti e altri interessi da difendere. L'interesse pubblico coinvolto non è sorretto dalla procedura che il Governo ha presentato a questo Parlamento e che istruisce il processo di privatizzazione di Alitalia, perché non sono salvaguardate le procedure di trasparenza nel processo di privatizzazione; non è salvaguardato il diritto all'accesso del pubblico alle notizie riguardanti, come prevede lo stesso comma 4, le operazioni straordinarie e strumentali al perfezionamento dell'operazione, le eventuali indennità e manleve da rilasciarsi o gli impegni da assumersi in relazione alla situazione della società, perché tutte le notizie che riguardano argomenti di questo tipo, in deroga alla normativa prevista per le società quotate in borsa, non saranno nella disponibilità del pubblico. Si contraddice così un principio di mercato, che vuole che si conoscano le notizie riguardanti le società quotate, come la modifica dei loro assetti societari o della loro governance, che vi sia un esercizio di democraziaPag. 93economica che permetta al pubblico di giudicare se l'operazione che si sta compiendo sia giusta o meno, per esempio, partecipando o meno all'acquisto di azioni di una società quotata in borsa.
Noi all'interno di questo processo abbiamo scelto, per esempio appoggiando questo emendamento, di sottolineare ciò che consideriamo prioritario: l'interesse pubblico che, nel caso della privatizzazione di Alitalia, non può essere garantito con l'aumento di capitale di una società, il cui capitale è già stato aumentato troppe volte, senza che il Parlamento venga messo nella condizione di conoscere il piano industriale che sottende tale aumento di capitale e senza che il pubblico conosca con trasparenza le operazioni che riguardano le modifiche societarie di Alitalia, società quotata in borsa.
Per questa ragione, consideriamo giusto l'emendamento in esame, che modifica il testo del decreto-legge comprendente le modificazioni apportate dalla Commissione, e per questo voteremo a favore della modifica al comma 4 prevista in questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.45, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 465
Votanti 462
Astenuti 3
Maggioranza 232
Hanno votato 206
Hanno votato no 256
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Mastromauro hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che i deputati Pini e Laura Molteni hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Meta 1-bis.6.

MICHELE POMPEO META. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, intervengono per annunciare il ritiro dell'emendamento 1-bis.6, di cui sono primo firmatario, per trasfonderlo in un ordine del giorno. Avremmo preferito, così come avvenuto in Commissione, una discussione di merito e un'apertura da parte del Governo che non vi è stata, nonostante i passi in avanti riscontrati proprio in Commissione. Mi sembra che una chiusura pregiudiziale metta a rischio il destino di 20 mila lavoratori dell'Alitalia. Un ordine del giorno, quindi, è utile, soprattutto perché, attraverso quest'ultimo, chiederemo che il Governo venga immediatamente a discutere di ciò e dell'insieme della vertenza.

PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento Meta 1-bis.6 è pertanto ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.36.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, vorrei continuare a sviluppare il ragionamento, sperando nel ravvedimento di coloro che pensano di poter derogare alle norme fondamentali del nostro ordinamento. Noi insistiamo con delle proposte emendative intelligenti che tendono a riportare la legalità tradizionale.
Nell'emendamento Evangelisti 1-bis.36 si prevede, al comma 4, di sopprimere le parole: «in deroga a quanto previsto dall'articolo 80, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 e successive modificazioni». Perché derogare anche a ciò? Ritengo che se si sopprime questo inciso, non cambia la sostanza; si può fare, perPag. 94ché le norme in vigore non ritardano l'attuazione di quanto può fare un Governo, la Presidenza del Consiglio o il Ministro dell'economia e delle finanze ovvero colui che detiene, a nome del Governo, a nome dello Stato, la maggioranza relativa delle azioni dell'Alitalia. È necessario insistere su questa linea; vogliamo che si arrivi presto alla normalizzazione della situazione.
Colleghi, se continuiamo in questo modo, con una maggioranza che sostiene il Governo, che, sebbene così ampia (quasi 100 deputati), continua ad andare avanti a forza di decreti-legge, ripeteremo gli errori commessi nel recente passato. Si ridurrà la possibilità per i parlamentari, anche per quelli della maggioranza, di incidere sulle decisioni. La facoltà di legiferare si trasferirà da quest'Aula a Palazzo Chigi: questo è il pericolo che io intravedo. Tutto ciò va bene per i primi provvedimenti ma, subito dopo, non potete portare una «scarica» di decreti-legge che ci consentiranno soltanto di esprimere le nostre posizioni, ma mai di poterle far approvare, dato che la maggioranza non può che essere blindata. Peraltro, la stessa maggioranza ritiene che alcune delle nostre proposte emendative potrebbero essere accolte, tanto è vero che molteplici ordini del giorno si preannunzia saranno approvati. È chiaro che lo stesso Governo si rende conto che ciò che affermiamo, ciò che vorremmo fosse presente in questa legge è ragionevole e giusto.
Ecco perché io vi dico che la maggioranza deve riflettere e che il Governo ci deve ripensare. Facciamo ancora in tempo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente penso sia utile leggere con attenzione il contenuto dell'emendamento in esame, anche per avere coscienza del voto che dobbiamo esprimere. Con questa proposta emendativa si propone di sopprimere il passaggio del testo dell'articolo 1-bis nel quale si fa riferimento alla deroga a quanto previsto dall'articolo 80, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni.
Cosa prevede esattamente il comma 7 dell'articolo 80 citato nell'emendamento? Tale disposizione - la leggo - è la seguente: «Le operazioni di alienazione delle partecipazioni di cui al comma 1 dell'articolo 1 del decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474», ossia le partecipazioni azionarie dello Stato in società pubbliche, «qualora i relativi titoli siano già negoziati in mercati finanziari regolamentati, sono effettuate ad un prezzo determinato, facendo riferimento al valore dei titoli riscontrato su tali mercati nel periodo dell'alienazione stessa e tenendo conto dell'esigenza di incentivare la domanda di titoli, al fine di assicurare il buon esito dell'operazione, anche qualora tale valore risulti inferiore al prezzo al quale si sono completate offerte precedenti dei medesimi titoli. La congruità del prezzo di cui al primo periodo è attestata da un consulente finanziario terzo (...)».
È questo il contenuto del comma 7 dell'articolo 80 della legge n. 289 del 2002, rispetto alla quale nel provvedimento in esame si dispone che dovremmo operare in deroga.
Pertanto, voi capite l'importanza di questo emendamento, anche perché è l'ennesimo passaggio di un testo normativo, sottoposto alla nostra attenzione, che propone di derogare a disposizioni vigenti in materia di trasparenza delle procedure di dismissione di quote azionarie pubbliche - quindi di trasparenza dei mercati - e di fatto rappresenta una deroga che non consente di attivare meccanismi di concorrenza reali.
Il comma in questione, che aveva ed ha l'obiettivo di massimizzare il risultato nell'interesse generale, nonché di avere la copertura, attraverso un consulente finanziario terzo, sulla congruità del prezzo, viene accantonato con il testo che noi oggi dovremmo approvare. Quindi, ancora una volta invito l'Assemblea a riflettere, perchéPag. 95che garanzie abbiamo, dopo questo ulteriore passaggio, rispetto alla conduzione di questa trattativa? Perché volete proseguire fino in fondo in questa direzione? Anche questo emendamento è indirizzato all'attenzione del Governo - ammesso che il Governo abbia voglia di ascoltarci - perché si segua una procedura aperta, limpida e trasparente, diversa da quella che voi state proponendo all'Assemblea; una procedura che quindi ci consenta di fare gli interessi generali del Paese. Così non sta avvenendo e ne prendiamo atto, ma ancora una volta vi proponiamo un emendamento che vi può servire a cambiare strada (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Barbareschi. Ne ha facoltà.

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Signor Presidente, vorrei velocemente dire che ho fatto un calcolo di quanto costino alla Camera al giorno tutti questi ritardi e questa continua opposizione: moltiplicato per venti giorni, sia arriva a due o tre milioni di euro. Perciò, forse, conviene procedere alla votazione. Forse, anche ponendo la questione di fiducia si farebbe prima (Commenti dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Barbareschi, lei è nuovo di quest'aula ed io sono nuova di questa funzione. Probabilmente, non so se posso permettermi ciò che sto per dire, ma non riesco a trattenermi: ritengo che sia giusto che un Paese sostenga i costi della democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, ritengo che dei propri emolumenti che ognuno di noi percepisce, in propria coscienza, ciascuno, se non ritiene di averli guadagnati onestamente, può pensare di utilizzarli in forme diverse e, anziché concedere l'otto per mille allo Stato, concedere tutto ciò di cui beneficiamo, stando qui.
Ritorno ad un problema. Da parte della maggioranza è stato dato un segnale. Hanno detto: lasciateci lavorare, perché risolveremo il problema di Alitalia. Diteci qualcosa! Perché il Governo non risponde e non ci spiega cosa intende fare per risolvere la questione Alitalia?
Per adesso l'unica cosa che è stata fatta è troncare settanta voli su Malpensa, togliere il 31 per cento dei viaggi da un aeroporto, un'azienda che produce ed ha utili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, mi consenta di farle i miei più vivi complimenti, anzitutto per il suo modo risoluto ma garbato nel dirigere i lavori dell'aula e, inoltre, perché vedo che lei è una delle poche in quest'aula che segue con attenzione gli interventi dei colleghi e ciò che si dice.
Visto che il collega Barbareschi me ne dà spunto, vorrei cogliere l'occasione - così stemperiamo un po' i toni - per svolgere una considerazione: vorrei proporre ai colleghi dell'Assemblea una colletta per rifondere il costo dell'intervento dell'onorevole Barbareschi a carico degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Sono ancora molto perplesso per questa assenza di giustificazioni, che abbiamo più volte invocato per chiarire quali siano le reali intenzioni del Governo e della maggioranza rispetto a questo intervento economico molto discutibile che ci espone alle censure delPag. 96l'Unione europea, le quali già si allineano all'orizzonte con molta sinistra prospettiva.
Non abbiamo notizie di trattative concrete per un piano di riconversione industriale di Alitalia; stiamo brancolando nel buio e mi meraviglia che l'insistente richiesta, proveniente dai banchi dell'opposizione, di avere qualche delucidazione su questo argomento strategico, ci venga sistematicamente negata.
Lo negate non solo a noi, ma al Paese e questo, secondo me, vi investe di una forte responsabilità: in democrazia la responsabilità va pagata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, ho svolto alcuni interventi, rispettoso del ruolo di deputato della Repubblica.
È un po' di tempo che non mi rivolgo ai miei conterranei per riflettere insieme a loro su cosa stanno avallando i loro più nutriti rappresentati che qui siedono, coloro che hanno raccolto voti, promettendo di difendere le loro tasche, le tasche del popolo della Padania, dove non vorrei mai sentirmi extracomunitario. Troppo semplice raccogliere consenso, a colpi di slogan.
«Roma ladrona» si dice: stiamo tutti vedendo come Roma utilizzi i soldi dei cittadini per tenere in piedi una società dai meccanismi romani. «Basta tasse»: dove vengono presi i soldi, se non dalle tasche di chi le tasse le paga? «Padroni a casa nostra»: ma quando mai? Abbiamo un aeroporto che forse andrebbe salvaguardato anche attraverso soluzioni diverse da questa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, quello dell'Alitalia sicuramente non è un problema finanziario, ma di piano industriale. Fin quando non si vedrà poi un partner industriale con spalle molto larghe, Alitalia non avrà un futuro sicuro, cordata o meno.
Lo Stato forse doveva intervenire prima sulla gestione di Alitalia, anche in concomitanza dei vari prestiti effettuati per dare respiro alla compagnia. Oggi, con questo prestito ponte, Alitalia sopravvivrebbe per cinque o sei mesi. Ma il futuro di questa benedetta Alitalia qual è? Quale sarà il destino della nostra compagnia di bandiera?
Risparmiare sulla politica, facendo economia sulle sedute che stiamo svolgendo, significherebbe eliminare l'opposizione, o meglio dare uno schiaffo alla libera opinione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, durante il mio primo mese e mezzo di attività parlamentare, mi ero fatto l'idea che il centrodestra si fosse confezionato il suo «abito per la domenica»- cioè l'abito per le grandi occasioni, l'abito per le cerimonie - che pensavamo fosse la Lega. Era l'abito che tirava fuori quando doveva dare dimostrazione e immagine di legalità, di buongoverno, di «fare bene». Invece, su Alitalia abbiamo visto come la Lega non è più neanche l'abito della domenica, perché ha fregato anche le piccole e medie imprese, ha fregato anche quel suo elettorato, è diventata proprio un socio di riferimento della «Berlusconi Spa», sono diventati uguali al loro amministratore unico, sono diventati identici (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Fregano gli italiani, hanno fregato tutti, hanno fregato anche le piccole e medie imprese (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Fregano gli italiani, questa è la «Berlusconi Spa» all'opera (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni)!

Pag. 97

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà. Ci affidiamo al suo buonsenso, onorevole.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, la tentazione però è forte, è molto forte. Ad esempio, la tentazione sarebbe quella di inviarle una preghiera, affinché potesse dire all'onorevole Barbareschi che non siamo alla serata dei «Telegatti», stiamo cercando di lavorare seriamente per far risparmiare al nostro Paese qualche milione di euro, che domani, con tutta probabilità, la Commissione europea ci imporrà quale sanzione per un'ennesima infrazione.
Quindi, siamo qui e stiamo combattendo la nostra battaglia per denunciare, in Parlamento e nel Paese, i rischi che corre l'Italia nella vicenda Alitalia, esattamente come abbiamo fatto una settimana fa riguardo a Retequattro, a causa della quale, dal primo gennaio 2009, pagheremo multe di diversi milioni di euro, grazie all'attuale Governo.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, intervengo solo per pregarla di richiamare il collega Barbato al decoro di questa aula e a non usare un linguaggio da trivio, come egli fa abitualmente.
È una provocazione che cerca ogni volta che interviene: io insisterò continuamente, con ogni membro della Presidenza, affinché il collega Barbato capisca il decoro del Parlamento.

PRESIDENTE. Grazie onorevole, credo che non siano mancati in altre occasioni i richiami della Presidenza, ai quali mi associo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, noi sappiamo esattamente cosa vuole fare il Governo con questo provvedimento, vuole fare un disastro: vuole buttare al vento 300 milioni di euro degli italiani, prelevarli dalle tasche dei contribuenti e delle imprese, sottrarli ai settori produttivi e alla solidarietà sociale; vuole fare, fondamentalmente, un disastro.
Non sappiamo, però, per la pervicace posizione della maggioranza che non ci consente di conoscere le ragioni ed i fondamenti del provvedimento in esame, perché vuole approvare tale provvedimento e, soprattutto, non sappiamo per chi vuole assumerlo. Sono due o tre giorni che discutiamo e che mettiamo in evidenza i punti di debolezza di tale provvedimento.
Domani, la Commissione europea, con ogni probabilità, avvierà un procedimento di infrazione; abbiamo dichiarato anche la nostra disponibilità a tornare indietro, se solo si tornasse al prestito ponte. Il Governo tace, non ci dice nulla, come la maggioranza. Perché viene adottato questo provvedimento? E, soprattutto, per chi si è voluto?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, vi sono alcuni dati di cui non possiamo non tener conto circa il problema dell'Alitalia: prenotazioni in calo del 15 per cento, il carburante ormai costa 130 euro al barile, il numero dei voli di aprile del 2006, confrontati con quelli del 2007, sono calati del 25 per cento, vi sono le conseguenze su Malpensa con il 31 per cento in meno di passeggeri, il 70 per cento dei voli dell'Alitalia cancellati e l'83 per cento dei passeggeri in meno.
Abbiamo avuto quattro finanziamenti con una cadenza circa quadriennale, per cui tanti soldi degli italiani sono stati sperperati in questo tritacarne che è il «carrozzone» dell'Alitalia.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

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ANTONIO PALAGIANO. Oggi si chiede un altro sacrificio agli italiani, che adesso il Governo Berlusconi, dopo il fantomatico risparmio sulle tasse con l'ICI, farà gravare sulle tasche degli italiani, attraverso tale prestito insensato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi sembrava interessante leggere in quest'occasione le dichiarazioni che l'onorevole Romani - che prima vedevo in Aula, ma che ora non è più al banco del Governo - rese il 2 aprile, quando vi fu un'audizione dell'allora Ministro Padoa Schioppa sulla questione Alitalia. Tali dichiarazioni sono curiose e sorprendenti: egli, per esempio, diceva che non è vero che Alitalia ha perduto il connotato costitutivo dell'impresa e che, in senso tecnico, dovremmo definirla come un'azienda di consumo. Non è possibile dare una definizione così apodittica su uno dei patrimoni più grandi del nostro Paese. Eccola qua, l'Alitalia due mesi dopo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 516
Votanti 513
Astenuti 3
Maggioranza 257
Hanno votato 242
Hanno votato no 271

(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.46.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà, per cinque muniti.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, l'emendamento 1-bis.46 del collega Evangelisti propone di sopprimere il comma 5 dell'articolo 1-bis. Mi verrebbe da dire che sarebbe stato opportuno presentare un emendamento per sopprimere proprio questo provvedimento, perché siamo alla fine del dibattito.
Dicevo prima ai miei colleghi che ogni volta che intervengo e rianalizzo i termini di questo provvedimento mi spavento sempre di più. È un provvedimento completamente illegittimo! Questo in esame è un comma banale, che prevede di estendere gli incarichi di consulenza senza oneri aggiuntivi. È veramente un comma ridicolo in un contesto in cui si vanno a bruciare 600 miliardi delle vecchie lire senza un progetto, senza un costrutto, sottraendoli al fondo del Ministero della solidarietà sociale e al Fondo per gli aiuti agli investimenti delle piccole e medie imprese. Addirittura, pensate che la maggioranza di quest'Aula non ha preso nemmeno in considerazione l'ipotesi di cambiare la natura della provvista con cui finanziare questo provvedimento. Fra i tanti suggerimenti di buonsenso, pur essendo contrari al complesso del provvedimento, avevamo proposto e indicato la strada di come limitare il danno economico. Nemmeno su questo c'è stato dialogo! Alla faccia del dialogo che è stato offerto dal Presidente del Consiglio nel discorso di investitura con cui ha chiesto la fiducia delle Camere!
È un provvedimento che sospende tutto. Non vorremmo trovarci davanti ad altre sospensioni, magari delle garanzie costituzionali o di non so cos'altro, visto che in questa sede abbiamo anche assistito al tentativo di zittire più volte legittimi interventi di componenti di quest'Assemblea.
Non è stata fatta una gara; è stato sospeso il titolo; il consulente è in conflitto di interessi; c'è una procedura di infrazione;Pag. 99siamo attaccati da tutta Europa. Insomma, nessuno ha avuto la coscienza di pensare che forse qualcosa, un emendamento, poteva essere approvato, e che qualcosa non andava bene (per non parlare del clima che si è venuto a creare in quest'Aula).
Voglio solo ricordare una cosa: è stato detto all'onorevole Di Pietro, come se fosse un'offesa, che sarebbe degno di tornare a fare il questurino. Credo che fare il questurino sia un onore e voglio ricordare tutti quelli che fanno i questurini e ci proteggono dalla mattina alla sera e tutti quelli che sono morti per proteggerci e per darci quella sicurezza che questo Governo non è in grado di garantirci (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.

SILVIA VELO. Signor Presidente, siamo nella fase finale di una discussione che ci vede impegnati da diversi giorni e credo che possiamo già fare un bilancio di carattere generale.
Si è assistito, infatti, in quest'Aula, e gli italiani hanno assistito, ad una singolare inversione di ruoli tra i principi portati avanti dal centrodestra e quelli portati avanti dal centrosinistra. Noi del centrosinistra abbiamo parlato e stiamo parlando da giorni in difesa del libero mercato, della concorrenza; noi del centrosinistra ci siamo detti contrari all'utilizzo di risorse pubbliche per sostenere un'azienda che, invece, dovrebbe trovare la sua strada per operare nel mercato. Invece, in una strana inversione di ruoli, voi del centrodestra avete proposto e state proponendo una procedura in cui lo Stato si fa soggetto che opera in deroga alla regolamentazione obbligatoria per tutti gli altri che operano nel mercato. Questo è quello che sta emergendo da questa discussione!
Il Partito Democratico non si è opposto in maniera pregiudiziale all'idea di mettere in campo una procedura diversa per Alitalia da quella impostata dal precedente Governo. Eravamo disponibili a discutere, purché questa procedura rispettasse alcuni principi elementari: innanzitutto fosse idonea alla salvaguardia dell'azienda Alitalia; e poi, che seguisse le leggi del libero mercato, le leggi vigenti e non ci esponesse alle sanzioni ormai in atto dell'Unione europea.
E invece tutto questo non è stato rispettato, questi principi sono stati elusi in maniera plateale; soprattutto ci è parso - dalla discussione, dai contenuti del decreto-legge - che aveste solo in mente un tentativo maldestro di porre una pezza al comportamento irresponsabile che il Presidente del Consiglio ha tenuto durante la campagna elettorale. Un comportamento gravissimo, che ha portato, senza il minimo senso di responsabilità, al fallimento di una procedura avviata che aveva come prospettiva non solo il salvataggio della compagnia di bandiera, ma anche e soprattutto - ci tengo a ricordarlo anche in questa occasione - l'avvio e lo sbocco per Alitalia di una partnership internazionale, che è l'unica vera opzione strategica di cui ad oggi il Governo ancora non parla.
Perciò siamo preoccupati, perciò ci opponiamo a questo tentativo; e perciò cerchiamo, oltre ad opporci a questo tentativo, di correggerne le storture più macroscopiche. L'emendamento in esame, proposto dal collega Evangelisti dell'Italia dei Valori, ci convince perché propone la soppressione del comma 5 dell'articolo 1-bis: un comma in cui si dispone di prorogare tutti gli incarichi di consulenza affidati dal Ministero all'interno di Alitalia. Quale utilità può avere per l'azienda la proroga ulteriore di questi incarichi? Quale utilità questa forzatura al fine del salvataggio di Alitalia? È forse l'incarico, di cui non capiamo a tutt'oggi l'origine, al dottor Ermolli a rientrare in questa fattispecie? Se così fosse, noi lo vorremmo sapere, tutto il Parlamento lo dovrebbe sapere: perché continuiamo a ritenere inaccettabile che un privato cittadino, non si sa bene a quale titolo, vada in giro ad occuparsi della vendita di un'azienda pubblica, che come tale è di tutti gli italiani, e sulla quale tutti i parlamentari avrebberoPag. 100il dovere di porre l'attenzione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, voglio riallacciarmi ai precedenti interventi, in dissenso dal voto del gruppo.
Ci si propone finalmente di fare economia in un'azienda che è stata leader nei costi dei rimborsi ai consigli amministrazione, ai dirigenti, negli incarichi dati a «go go» (così si può dire), senza nessuna analisi di mercato o selezione di personale efficiente. E noi, cari colleghi, caro collega Barbareschi, continuiamo in questo modo non so fino a quando; ed è da dieci-quindici anni che Alitalia è un pozzo a fondo perduto. E non abbiamo il coraggio, non di togliergli 300 milioni, ma neanche quelle piccole fette di benefit che si portano a casa anche in un momento di agonia. In un'altra azienda questa si chiamerebbe bancarotta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà, per un minuto.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, capisco che quella del filibustering sia una pratica un po' fastidiosa per i colleghi della maggioranza, che devono stare inchiodati in Aula a sentire i nostri interventi. Però per certi versi, se ci pensano, gli stiamo facendo un favore, perché allungando i tempi a dismisura diamo un'ulteriore possibilità al Governo per avere una crisi di resipiscenza e per ritirare il provvedimento in esame. Se non lo faranno, il danno non sarà per noi; anzi, noi oggettivamente come partiti di opposizione avremo di sicuro un vantaggio. Il danno purtroppo sarà per gli italiani, che un'ulteriore volta dovranno sborsare, senza nessuna riscontro, perché sarà una bombola ad ossigeno che non servirà, 300 milioni di euro a fondo perduto.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Monai, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, abbiamo speso fiumi di parole in questi giorni, ma non sono state parole al vento. Abbiamo usato espressioni rivolte ai cittadini, i quali comprendono quanto ci sta a cuore - a noi dell'Italia dei Valori - la legalità, la giustizia, la trasparenza e la meritocrazia come prerequisiti di una sana politica al servizio della collettività. Abbiamo tenuta viva l'attenzione su Alitalia, mentre dai banchi della maggioranza in questi giorni si sono ascoltati pochi sterili interventi (spesso senza nessuno che ne avesse scritto il palinsesto) e da altri colleghi è venuta una memoria di «Mani pulite» che ha tacciato l'onorevole Di Pietro di chissà quali colpe: ricordo ad Alleanza Nazionale ed alla Lega che in quei giorni, nel 1992, erano in piazza a sostegno dei magistrati di «Mani pulite» (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, dietro le poche righe della relazione con la quale il Governo spiega la scelta di assistere e finanziare ancora una volta Alitalia, in barba anche alle raccomandazioni di Bruxelles, sta una verità molto semplice da dire, e cioè che non si vede traccia di quella cordata per salvare Alitalia di cui tanto si era parlato.
Lo Stato quindi regala altri 300 milioni alla compagnia: in una parola, è l'ennesimoPag. 101rinvio del problema. Il prestito, secondo il Governo, fornisce ad Alitalia i mezzi finanziari e patrimoniali necessari a verificare le possibili soluzioni alternative per il risanamento della società escludendo, sempre in tale lasso temporale, ogni ricorso a ipotesi di liquidazione e di applicazione di procedure concorsuali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, leggo un'agenzia recente che riporta una dichiarazione dell'amministratore delegato dell'advisor, il quale dichiara che vale la pena impegnarsi a fondo per trovare le soluzioni per Alitalia.
Ora, dovremmo chiederci quali sono le ragioni che spingono l'advisor ad impegnarsi a fondo. Si vuole impegnare a fondo - prima soluzione - perché ha a cuore gli interessi degli italiani? Si vuole impegnare a fondo perché vuole curare i propri interessi, considerato che come advisor ha anche la possibilità di acquistarla in proprio? Oppure, si vuole impegnare a fondo perché ha crediti nei confronti di Alitalia e considera conveniente per i propri interessi recuperare questi crediti? O forse, infine, si vuole impegnare a fondo perché aveva partecipato ad una gara d'appalto ma probabilmente non gli è andato giù di perdere, e quindi vuole riproporre la cordata?
La situazione clamorosa di conflitto di interessi nella quale ci ha posto il Governo non ci consente di capire perché l'advisor si vuole impegnare a fondo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, come parlamentare al primo mandato sto assistendo veramente con sgomento a questo monologo dell'Italia dei Valori nei confronti di tutte le aree del Parlamento: stiamo discutendo di impiego di soldi dei cittadini italiani, ma assisto ad un silenzio surreale di tutte le altre parti di questo Parlamento, del Governo, della maggioranza e, in particolare, della Lega che, come ha sostenuto l'onorevole Barbato, con quell'ardore che è proprio di noi napoletani, si è sempre vantata di essere la sentinella delle popolazioni del nord nei confronti di «Roma ladrona». Ma perché anche da voi della Lega non è venuto nessun intervento di dissenso, ci vuole forse coraggio? L'appartenenza ad un determinato gruppo politico non deve passare al di sopra degli interessi dei cittadini!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo rapidamente per sottolineare una questione. Visto che da questa mattina - o meglio, ormai da un po'di giorni - non facciamo altro che parlare di Alitalia, credo che sia necessario evidenziare il fatto che stiamo «assistendo» una realtà che non «assiste»: vi sono molte persone con disabilità che hanno difficoltà a trovare una posizione sugli schienali degli aerei, che attualmente per viaggiare devono acquistare quattro posti ed arrivare accompagnati dalla Croce rossa, altrimenti non possono accedere.
Visto che loro non vogliono essere «assistiti» ma vogliono un percorso progettuale di programmazione, anch'io chiedo che non vengano «assistiti» non perché non voglio rendermi conto dei problemi delle centinaia di migliaia di lavoratori ma perché merita attenzione il sociale e in ciò mi può essere garante l'ex Ministro Lunardi che nel precedente Governo Berlusconi si è confrontato con me sulla questione.
Ricordo che attualmente le persone che hanno difficoltà con patologie molto gravi sono obbligate ad acquistare quattro posti aerei, lo ripeto, e sono costrette ad arrivare all'aereo in autoambulanza perché non si è previsto, in nessun modo, di avvicinarsi con un pulmino attrezzatoPag. 102come avviene in tutti i Paesi del mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.46, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 510
Votanti 508
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato 240
Hanno votato no 268.

(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà per cinque minuti.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, potrei anche rimettermi al discorso svolto in precedenza però voglio aggiungere che l'emendamento in esame riguarda il comma 5 dell'articolo 1-bis che dispone che, al fine di assicurare la continuità e l'economicità dell'azione amministrativa, gli incarichi di consulenza già assegnati possono essere prolungati a costo zero.
Mi sembra, ancora una volta, che tale comma avrebbe dovuto essere abrogato. Tuttavia, non riuscendo ad abrogare tutto il comma almeno con l'accoglimento dell'emendamento in esame potremmo essere più chiari e trasparenti, perché quando si afferma che, per migliorare e assicurare la continuità dell'azione amministrativa si deve ancora fare ricorso ai consulenti, senza aggravio per le spese dell'erario, mi sembra si faccia un'affermazione del tutto ridicola. Infatti, se tali consulenti hanno un contratto e se si prolunga la sua durata, al contempo non si può non estendere anche gli oneri finanziaria del contratto. O si tratta di una bugia o di un errore.
Inoltre, non si afferma perentoriamente il prolungamento dei contratti ma si dispone che i contratti si possano eventualmente prolungare. Ricordo che ci accingiamo ad approvare una legge, non una relazione ad un consiglio di amministrazione. Stiamo approvando una legge dello Stato e perciò dobbiamo essere sicuri di quanto affermiamo.
Pertanto, accogliamo l'emendamento in esame che almeno elimina l'affermazione al fine di assicurare la continuità dell'azione della pubblica amministrazione e stabiliamo chiaramente che, al fine di continuare il lavoro intrapreso dal Ministero, il contratto si estende. Auspico, tuttavia, che si elimini l'inciso «senza ulteriori costi per la pubblica amministrazione», perché si tratta chiaramente di una falsa affermazione. Ciò non è possibile ed è anche impedito dalle norme, perché chi lavora deve essere remunerato e non vedo l'utilità di tale sorta di ipocrisia.
Non ci prendete in giro. Eliminate, quindi, questa prima frase; così avrete accolto almeno uno degli emendamenti più ragionevoli che va a vostro favore e non certo dell'opposizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, anche oggi si sta discutendo, come avviene da diversi giorni, dell'Alitalia. Ciò avviene senza che il Governo dia alcun segnale di aver compreso di essere sulla strada sbagliata. Lo ha già detto la Commissione europea quando ha anticipato la notizia che è stata avviata, al proprio interno, una procedura di infrazione.
Qualche giorno fa, come è noto, si è conclusa, infatti, la procedura interna ai servizi amministrativi, la cosiddetta interservizi. Il collegio confermerà certamentePag. 103la posizione negativa della Commissione sul provvedimento, in quanto configura un aiuto di Stato. Quando l'Europa va in questa direzione esercita un dovere importante ed è bene ricordarlo; tutela, infatti, l'interesse dei cittadini. È questo che i nostri cittadini e tutti gli italiani debbono sapere.
Il provvedimento Alitalia sarà pagato, infatti, dalla collettività, da questo Paese. Sono 300 milioni di euro che non serviranno, purtroppo, a salvare l'azienda, perché Alitalia, per essere salvata, ha bisogno di un serio piano industriale e di imprenditori che sappiano fare il proprio mestiere.
Perché il Governo Berlusconi non dice con chiarezza che questo tentativo di salvataggio è solo una perdita di tempo e di denaro, perché il vero traguardo al quale si vuole arrivare è il fallimento dell'Alitalia? Dov'è la cordata all'insegna dell'italianità che era stata promessa dal Premier, l'allora candidato alle politiche, Berlusconi? Perché è stata lasciata cadere l'unica, seria possibilità di salvare Alitalia, facendo saltare la trattativa con Air France?
Tutti sanno che era l'unica, vera e seria trattativa per dare all'azienda, ai suoi lavoratori e alle loro famiglie una via di salvezza. È a queste domande che il Governo deve ancora dare una risposta, una risposta che dovrà fornire agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari per un minuto. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, in questi mesi abbiamo avuto una gradita notizia in Lombardia, dettata da un lavoro di concertazione da parte di tutti (Governo, regione, enti locali, la provincia e il comune di Milano, le associazioni di categoria e gli imprenditori stessi che nel mondo hanno fatto da ambasciatori): a Milano è stata assegnata Expo 2015.
Da più parti, dagli imprenditori e dagli enti locali, si richiama questo grande avvenimento con la richiesta di risorse da investire sulle metropolitane, sui tram, sugli autobus, sui collegamenti aeroportuali da Chiari a Bergamo, a Orio al Serio, a Linate, a Milano Malpensa.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Ebbene, credo che, invece, stiamo dando dei segnali completamente opposti che consistono nel togliere risorse proprio a questa terra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, ho voluto fare un piccolo calcolo aritmetico per capire quale sia l'incidenza di questo contributo a fondo perduto che il Governo ha già accreditato nelle casse di Alitalia.
300 milioni di euro equivalgono a 580 miliardi 881 milioni di vecchie lire. Tale somma - divisa per l'attuale popolazione dell'Italia - costituisce un balzello di 9.756 lire a testa, dall'infante, che dell'aereo si occuperà solo tra qualche decina d'anni, agli anziani, che magari oggi non possono più beneficiarne. Quindi, non è una tassa sulla salute, ma sull'aviazione civile, che viene imposta senza alcuna logica. Infatti, non vi è un presupposto fiscale per il quali si debba pagare questo balzello. Non sappiamo quale sia la sua finalità e interpelliamo ancora il Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, vivo in una realtà particolarmente provata da un mercato da troppi anni in sofferenza. Ho raccolto, oltre che vissuto, le difficoltà di una piccola e media impresa della Lombardia (ma so che è quanto vivono tutti gli imprenditori, nessuno escluso) che non chiede elemosina, ma attenzione, opportunità e azione lungimirante da parte dellaPag. 104politica. Negli ultimi giorni si susseguono incontri e assemblee di categoria. Vorrei sapere cosa rispondiamo loro. Rispondiamo che i fondi (205 milioni dal Fondo competitività e sviluppo e 85 milioni dal Fondo finanza per l'impresa) se ne stanno andando un'altra volta? Che questi fondi saranno destinati come aiuto di Stato ad Alitalia? Che per questo continueremo e continueranno a pagare? Non credo che riusciremo a convincerli che ciò sia giusto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, il Governo precisa ancora che il prestito ponte stabilito dal decreto-legge in esame deve essere individuato come trasferimento in conto capitale, con pari effetto sull'indebitamento della pubblica amministrazione per l'anno 2008. Le coperture, che a tutti gli effetti sono un regalo ad Alitalia, sono state così individuate: 205 milioni dal Fondo per la competitività e lo sviluppo, 85 milioni dal Fondo per la finanza d'impresa e 10 milioni dal Fondo speciale di parte corrente del Ministero dell'economia e delle finanze. In realtà, vorrei sapere quali sono le soluzioni alternative. Il Governo continua a tacere. Signor Presidente, è il caso di dire: «E, interrogato, il morto non rispose».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, credo che l'emendamento Evangelisti 1-bis.51 serva quantomeno ad eliminare un paradosso. Infatti, nel comma 5 dell'articolo 1-bis è espresso l'auspicio di assicurare la continuità e l'economicità dell'azione amministrativa. Credo che questa Assemblea possa augurarsi tutto, fuorché di consentire che Alitalia prosegua la sua azione amministrativa così come è stata lasciata. Quindi, anche sul piano formale, esprimere nel comma 5 l'auspicio di garantire continuità ed economicità all'azione amministrativa, credo che sia un errore.
Mi auguro che la maggioranza prenda in considerazione l'emendamento e, quantomeno, elimini dal testo l'auspicio di garantire continuità ad un'azione amministrativa che, fino ad ora, ha prodotto solo disastri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, vorrei continuare il ragionamento che ho iniziato prima, quando mi riferivo alla Lega Nord Padania come «sentinella» delle popolazioni del nord. Credo che i colleghi del gruppo Lega Nord Padania con questo atteggiamento stiano un po' trasferendo sul gruppo Italia dei Valori, l'unico che si sta battendo in difesa dei cittadini, quella medaglia che li ha contraddistinti sul territorio, ovvero il controllo delle spese di questa «Roma ladrona», come l'avete definita.
Oggi non sento una risposta, né una soluzione proposta da parte vostra. Dobbiamo rispondere ai cittadini italiani su quali siano le strategie che giustificano un esborso di denaro pubblico così elevato, su come contenere i costi, che ad oggi ammontano ad un milione 200 mila euro al giorno e su come aiutare i dipendenti, se vorrete farlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 505
Votanti 503
Astenuti 2
Maggioranza 252
Hanno votato 235
Hanno votato no 268
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).Pag. 105
Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1-bis.47.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, le chiedo una conferma: questo è l'ultimo emendamento in esame?

PRESIDENTE. Sì, onorevole Evangelisti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, con quest'ultimo emendamento si chiede di inserire al comma 5, dopo la parola «continuità», la parola «trasparenza». Come direbbero i latini, in cauda venenum. Sembra quasi una beffa, ma sarebbe bello che l'espressione «trasparenza», anche se con questo provvedimento non c'entra niente, vi trovasse accoglienza, perché trasparente questo provvedimento assolutamente non è.
Ci sono decreti-legge chiamati «mille proroghe», questo lo chiamerei «mille deroghe». Le deroghe fanno a pugni con il concetto di trasparenza. Per mettere le mani su Alitalia - e non sappiamo con quale progetto e con quale finalità - per bruciare 600 miliardi, il Governo, senza trasparenza, sospende con un provvedimento pasticciato il decreto-legge n. 332 del 1994, nomina un consulente in conflitto di interesse senza gara, sospende l'informativa alla Consob, causando la sospensione del titolo dalle contrattazioni di borsa, rimedia una procedura di infrazione e attacchi da tutta Europa: tutto questo per togliere danaro alla solidarietà sociale ed alle imprese.
Credo che, in coscienza, inserire il termine trasparenza in un brutto provvedimento come questo sarebbe il minimo. Ma non ho fiducia che ciò avverrà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meta. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, noi siamo a sostegno della proposta sottoscritta dai colleghi dell'Italia dei Valori, perché tutta la procedura non ci ha convinto. Accogliere la proposta dell'Italia dei Valori sul terreno della trasparenza sarebbe un gesto di apertura e anche una sottolineatura rispetto ad un impianto che non solo è contestato dalle opposizioni, ma viene fortemente messo in discussione dalle autorità europee.
Noi ci saremo anche limitati a sottolineare l'esigenza che alla fine di questa procedura (in cui si è derogato rispetto a molte cose), prima della delibera conclusiva del Consiglio dei ministri gli atti fossero stati inviati all'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Neanche questo si è voluto fare. Per questa ragione, lo ripeto, siamo perplessi non solo per quanto concerne la sostanza dell'operazione, ma anche per quanto concerne la procedura.
Si torna indietro e si torna ai tempi della TAV e del general contractor. Il Parlamento sa cosa ha dovuto subire per quanto concerne le infrazioni europee e le misure comminate da tali organismi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà, per un minuto.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, alla fine del dibattito vorrei effettivamente richiamare l'attenzione su due aspetti. Il primo è relativo ai contenuti che noi abbiamo cercato di inserire nel decreto-legge e che sono stati respinti dalla maggioranza ed evidentemente ciò non fa onore, almeno per alcuni di questi contenuti. Inoltre, ritengo che bisognerebbe fare un appello alla stampa affinché segua i nostri lavori più sui contenuti chePag. 106sulla forma. Oggi leggo decine di flash delle agenzie che parlano solo della forma e non della sostanza.
Tuttavia, ho preso la parola per fare un appello al presidente della commissione - che non vedo in Aula - per raccogliere il contenuto dell'intervento dell'onorevole Argentin, la quale richiamava l'attenzione sulla necessità di assicurare la piena mobilità per tutti all'interno degli aerei, senza maggiorazione di spesa per i diversamente abili. Quindi, credo che in sede di Commissione dobbiamo attuare ciò con un ordine del giorno oppure con una risposta del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, riprendo la questione dell'Expo 2015. Si prevede l'arrivo di 30 milioni di utenti per questo grande evento. Pensavamo di accoglierli con tutta l'efficienza degli aeroporti di Malpensa e dintorni, ma in realtà oggi si hanno molte ombre su questo grande avvenimento. Ho visto altri grandi aeroporti internazionali crescere velocemente e confermare l'appuntamento con gli eventi che a loro erano legati. L'ultimo aeroporto in serie che abbiamo visto è quello di Pechino, che per loro era il quarto, ma in realtà è un aeroporto in grado di accogliere 60 milioni di passeggeri. Noi stiamo perdendo questa grande occasione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo per molto meno tempo, solo per dire che siamo arrivati alla conclusione, almeno per quanto riguarda l'articolato del decreto-legge in esame. Quest'ultimo emendamento chiede forse la cosa minore, ma come gli altri non sarà approvato.
Credo che a questo punto sia giusto così, ovvero che la maggioranza non abbia accolto per scelta politica nulla di ciò che è stato proposto, al di là del contenuto, in termini di emendamenti. Ritengo, inoltre, che di ciò (nel bene e nel male) ne risponderà all'elettorato, ai cittadini italiani, nonché ad Alitalia.
Tuttavia, il mio intervento soprattutto voleva riprendere l'ultimo intervento di Misiti, in quanto l'intervento della collega Argentin ci ha riportati sicuramente ai problemi veri, che noi abbiamo davanti, se pur legati al contesto Alitalia, ma che sono i problemi veramente difficili a cui forse troppe volte in Parlamento si dedica del tempo insufficiente.
Mi pare anche di aver colto, nella sensibilità del presidente della Commissione, tutta la disponibilità a trovare un accordo per una risoluzione in Commissione. Credo che su tale aspetto non ci sarà la possibilità di opposizioni diversificate.
Con questo spirito mi auguro che anche in futuro, per quanto attiene ai dibattiti che si svolgeranno in Aula, ci sia un po' più di equilibrio e di responsabilità da parte di tutti, in quanto alla fine il muro contro muro non porta assolutamente da nessuna parte.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Porcino, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, vedo qualche affinità tra la vicenda che ci occupa in questo momento - contraddistinta dalla pervicace rottura di una trattativa per un'iniziativa esterna rispetto a quella pur caldeggiata dal Governo in carica e dalla società interessata - rispetto a quanto avvenne in passato sulla vicenda Mondadori. Se ricordate, anche allora vi fu un'operazione di acquisizione che venne contrastata e che portò ad una vicenda di cui abbiamo lamentato tutti i contorni legali. Anche in questa vicenda ci vorrebbePag. 107maggiore trasparenza. Questa opacità di ruoli, di denari e di prospettive meriterebbe una luce...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Monai.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, Italia dei Valori ha fatto ciò che poteva fare. Non ci si venga a dire che abbiamo fatto ostruzionismo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Non ci si venga a dire che siamo costati ai cittadini. Siamo pagati per stare in Aula e non per stare fuori a fare i nostri comodi! Abbiamo profuso tempo ed energie per assolvere il nostro ruolo. Forse, la nostra azione è stata accolta da alcuni in quest'Aula con fastidio e sufficienza. Fuori di qui, invece, i nostri interventi sono stati compresi ed apprezzati, perché circostanziati e giusti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, questo è l'ultimo emendamento che esaminiamo: noi dell'Italia dei Valori ce l'abbiamo messa tutta per far rinsavire il Governo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Abbiamo addotto tutte le motivazioni possibili, siamo stati ripetitivi e forse, per alcuni, anche noiosi, ma non saremo di certo corresponsabili di questo uso poco chiaro e poco proficuo di denaro pubblico! Ringraziamo il Governo per la partecipazione attiva dimostrata nel corso delle sedute attinenti la questione Alitalia e ci auguriamo che i problemi inerenti la nostra compagnia di bandiera non vengano trattati con la stessa insofferenza e la stessa indifferenza dimostrate in Aula dai rappresentanti del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, vorrei affrontare molto brevemente due aspetti: innanzitutto, non comprendo le ragioni per le quali la maggioranza non vuole inserire la parola «trasparenza» per vincolare l'attività dei consulenti. Credo che l'attività dei consulenti debba comunque essere ispirata alla trasparenza; davvero non comprendo, quindi, le ragioni per le quali la maggioranza non intende approvare l'emendamento in esame. Vi è, poi, un'altra considerazione: il Governo si propone di assicurare continuità ed economicità all'azione amministrativa e per questo prolunga gli incarichi di consulenza già conferiti dal Ministero dell'economia e delle finanze nell'ambito della procedura di privatizzazione di Alitalia. Si proroga, quindi, l'incarico dei precedenti consulenti nominati in una procedura di privatizzazione diversa, in presenza di una scelta diversa del Governo, che ha scelto di privatizzare in un altro modo, ha nominato un advisor e, di fatto, ha messo una pietra tombale sulla precedente procedura. Anche sul piano logico, quindi, non riesco a comprendere le ragioni per le quali debbano essere prorogati i contratti di consulenza legati ad una procedura di privatizzazione ormai abbandonata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, concludendo il ragionamento che avevo iniziato precedentemente, rivendico in quest'Aula, con orgoglio, che siamo rimasti solo noi dell'Italia dei Valori a difendere i cittadini, non più, questa volta, dalle spese di «Roma ladrona», ma da quelle di «Arcore ladrona». Altro che Robin Hood! Qui si vogliono tassare i cittadini, non solo con i 300 milioni di euro che pagheremo, ma anche con la multa che ci verrà comminata dalla Comunità europea. Si preleveranno i soldiPag. 108dalle tasche dei cittadini italiani per favorire i soliti amici e gli amici degli amici, che approfitteranno di un recupero di Alitalia (speriamo che ci sia), dei prezzi di svendita stracciati e del regalo che questo Governo si appresta a dare loro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis. 47, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, blocchi i pianisti per favore.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore ciascuno voti per sé, dall'una e dall'altra parte!

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 492
Votanti 491
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato 228
Hanno votato no 263
(La Camera respinge - Vedi votazionia - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1094-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1094-A/R).
Avverto che l'ordine del giorno Palagiano n. 9/1024-A/R/24 è stato pubblicato in una nuova formulazione.
Invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Misiti n. 9/1094-A-R/1, purché riformulato sostituendo le parole «entro trenta giorni dalla data di approvazione della legge di conversione del presente decreto» con le seguenti «entro breve tempo»; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Cota n. 9/1094-A-R/2 e Nastri n. 9/1094-A-R/3; accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Fiano n. 9/1094-A-R/5 e Costantini n. 9/1094-A-R/6; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/1094-A-R/7, purché riformulato sopprimendo, nel dispositivo, le parole «ad adottare ulteriori iniziative volte a ristabilire una situazione di equità» e sostituendo la parola «cercando» con la seguente «a cercare»; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pisicchio n. 9/1094-A-R/8 limitatamente al dispositivo, purché riformulato aggiungendo dopo le parole «per tutelare» le seguenti «nel rispetto di un piano industriale che garantisca un equilibrio economico patrimoniale»; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Palomba n. 9/1094-A-R/9 limitatamente alla parte del dispositivo che prevede «a perseguire l'obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro in aeroporto»; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Porfidia n. 9/1094-A-R/10, limitatamente alla parte del dispositivo che prevede «affinché a Malpensa o Fiumicino vengano assegnate nuove destinazioni intercontinentali utilizzando come criterio il minor tempo di volo»; accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Donadi n. 9/1094-A-R/11 e Borghesi n. 9/1094-A-R/12; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Volontè n. 9/1094-A-R/13 limitatamente al dispositivo, purché riformulato sostituendo, nell'ultimo capoverso, le parole «entro 90 giorni» con le seguenti «entro 180 giorni»; non accetta gli ordini del giorno Monai n. 9/1094-A-R/14 e Porcino n. 9/1094-A-R/15; accoglie come racPag. 109comandazione l'ordine del giorno Cambursano n. 9/1094-A-R/16, limitatamente al dispositivo.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Leoluca Orlando n. 9/1094-A-R/17, Messina n. 9/1094-A-R/18, Paladini n. 9/1094-A-R/19, Barbato n. 9/1094-A-R/20, Giulietti n. 9/1094-A-R/21, Zazzera n. 9/1094-A-R/22 e Piffari n. 9/1094-A-R/23, poiché si tratta di ordini del giorno simili che chiedono di potenziare il collegamento tra vari aeroporti italiani.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Palagiano n. 9/1094-A-R/24 (Nuova formulazione) e Mura n. 9/1094-A-R/25.
Il Governo, come i precedenti, accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Scilipoti n. 9/1094-A-R/26, Cimadoro n. 9/1094-A-R/27 e Favia n. 9/1094-A-R/28.
Il Governo, inoltre, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1094-A-R/29, a condizione che sia modificato il dispositivo come segue: «ad adottare le iniziative di propria competenza volte a garantire a tutte le decine di migliaia di dipendenti Alitalia l'eventuale necessario sostegno al reddito» (quindi espungendo la parola «indotto». Accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Razzi n. 9/1094-A-R/30, Touadi n. 9/1094-A-R/31.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/1094-A-R/32.
Il Governo, infine, accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Rota n. 9/1094-A-R/33, Di Pietro n. 9/1094-A-R/34 e Meta n. 9/1094-A-R/35.

PRESIDENTE. Il parere del Governo sull'ordine del giorno Tassone n. 9/1094-A-R/36?

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tassone n. 9/1094-A-R/36.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Misiti accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1094-A-R/1.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Cota n. 9/1094-A-R/2 e Nastri n. 9/1094-A-R/3, accolti dal Governo come raccomandazione, e che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fiano n. 9/1094-A-R/5 e Costantini n. 9/1094-A-R/6, accolti dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo. Prendo altresì atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione, rispettivamente degli ordini del giorno Aniello Formisano n. 9/1094-A-R/7, Pisicchio n. 9/1094-A-R/8, Palomba n. 9/1094-A-R/9 e Porfidia n. 9/1094-A-R/10, accolti dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, purché riformulati. Prendo atto, inoltre, che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno, Donadi n. 9/1094-A-R/11 e Borghesi n. 9/1094/-A-R/12, accolti dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
Onorevole Volontè accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1094-A-R/13 o insiste per la votazione?

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, chiedo al Governo se può trasformare l'accoglimento come raccomandazione in un'accettazione piena. Affermo ciò perché sul tema del piano nazionale aeroportuale così come sul tema dell'aeroporto di Malpensa si è già svolta una discussione interessante: le due mozioni presentate nella scorsa legislatura dal gruppo della Lega Nord Padania e dal gruppo dell'UDC insieme a quella del Partito Democratico. A quella discussione partecipò anche il Ministro dell'economia e delle finanze tesoro e non vorrei ricordare i tanti interventi dei colleghi che siedono nei banchi della maggioranza, dell'opposizione odierna, come del Governo, che avevano stigmatizzato la mancanza di impegni e diPag. 110una discussione seria da parte del Ministro Padoa Schioppa.
Mi sembra che esista l'opportunità di valutare positivamente un ordine del giorno che alla fine non fa che riprendere anche molte delle argomentazioni che sono state svolte dai gruppi parlamentari nella scorsa legislatura. Erano raccomandazioni che evidentemente si trovano all'interno dei documenti sia della sinistra, che del centro, che della destra.
Mi sembra che sia corretto ripresentarle nella forma odierna anche oggi e ritengo, inoltre, che il Governo possa, nel limite del possibile, valutare positivamente questo ordine del giorno. Ciò non rappresenterebbe un premio per un gruppo parlamentare bensì per una discussione che si è svolta in maniera approfondita fin dalla scorsa legislatura.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. L'onorevole Volontè sa benissimo che, in questa fase, accogliendo gli ordini del giorno come raccomandazioni - vi era un impegno ad accogliere tutti gli ordini del giorno favorevoli come raccomandazione - si eviterebbe di porli in votazione. Pertanto, noi possiamo accogliere l'ordine del giorno in esame come raccomandazione, ma nel caso in cui si insista per la votazione il Governo esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Volontè se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1094-A-R/13.

LUCA VOLONTÈ. Si, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Volontè n. 9/1094-A-R/13, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 492
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
229
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Laffranco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo all'onorevole Monai se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1094-A-R/14, non accettato dal Governo.

CARLO MONAI. Si, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, effettivamente il mio ordine del giorno si differenzia da molti altri per la sua articolata esposizione. Infatti, mi sono soffermato a valutare quale sia lo stato dell'arte della mobilità nel nostro Paese. Sono partito dalla constatazione che abbiamo forti limiti infrastrutturali che riguardano sia le ferrovie sia il sistema autostradale, ormai reso asfittico, soprattutto nel nordest come ogni giorno è documentato dalle cronache nere (per gli incidenti, gli ingorghi e le file chilometriche che bloccano e paralizzano l'attività economica dei cittadini del nordest). In questo contesto piuttosto arretrato, che necessita di forte innovazione e che richiede importanti investimenti, anche l'aviazione civile riveste un ruolo strategico. Essa teoricamente dovrebbe anche supplire alle carenze infrastrutturali citate, provvedendo a rendere più connettibile il sistema Paese, non solo per quanto riguarda i due aeroporti principali (Malpensa di Milano e Fiumicino di Roma) ma anche per tanti altri aeroporti, di non così grande importanza, ma significativi (come Cagliari, Catania, Palermo e Bari) e anchePag. 111per tanti piccoli aeroporti quali sono quelli delle località più marginali, che, grazie al trasporto aereo, possono essere facilmente raggiungibili, consentendo quindi all'economia di implementarsi ed al turismo di crescere.
Da questo punto di vista ho presentato una proposta al Governo - a questo punto la propongo anche all'Assemblea - attraverso la quale si condiziona l'azione dell'Esecutivo che si concretizza in questo finanziamento molto ambiguo - di cui abbiamo tanto discusso - con delle precise indicazioni tese al potenziamento delle linee guida in materia industriale dell'aviazione civile che il Governo dovrebbe dare all'Alitalia, per fare in modo che questa crisi, in cui attualmente è costretta la compagnia aerea di bandiera, si risolva con un colpo d'ala che riporti al Paese una maggiore garanzia di interconnessione nazionale, e per fare in modo che si guardi anche alle valenze del trasporto aereo internazionale in una logica di sistema.
Quindi, a questo punto, visto che il Governo ha ritenuto di non accogliere nemmeno come raccomandazione queste indicazioni di principio che hanno una valenza programmatica forte, chiedo all'Assemblea di sostenere il mio ordine del giorno n. 9/1094-A-R/14.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Monai n. 9/1094-A-R/14, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 496
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato
227
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo all'onorevole Porcino se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1094-A-R/15, non accettato dal Governo.

GAETANO PORCINO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, ritengo che questo atteggiamento del Governo sia molto grave. Il fatto che l'ordine del giorno da me presentato non sia accolto neanche come raccomandazione, aggrava ancora di più la posizione del Governo ed è il segnale di questo Governo.
Voglio riassumere, prima di tutto per gli italiani che ci ascoltano, perché è giusto che gli italiani sappiano. Inoltre volevo riassumere per i colleghi del Popolo della Libertà perché probabilmente non hanno letto il contenuto di questo ordine del giorno e allora lo riassumo brevemente per far sapere prima di votarlo, su cosa state votando.
In questo mio ordine del giorno n. 9/1094-A-R/15 affermo, signor Presidente, che vi è un decreto-legge che prevede un contributo di 300 milioni di euro. Tale decreto-legge, come abbiamo ampiamente detto in questi giorni, con molta probabilità ci condurrà a subire una sanzione. Quindi, nel caso in cui vi fosse questa sanzione, sarebbe bene che il Governo provvedesse a reperire le somme per pagare la sanzione con una riduzione dei costi della politica. In particolare, con una riduzione delle spese di funzionamento degli uffici di diretta collaborazione dei membri del Governo e, in particolare, con una revisione dei meccanismi di rimborso delle spese elettorali ai partiti. Il Governo dice di «no», non lo prende neanche in considerazione, lo respinge.
Spero che, prima o poi, così come sta facendo per la pubblica amministrazione ilPag. 112Ministro Brunetta, questa proposta ritorni in quest'aula parlamentare. Infatti, ritengo, che in un momento contingente come questo, dove la gente non arriva più alla quarta settimana del mese ed ora alla terza settimana, dove tutti, per riempirsi la bocca, in modo demagogico parlano di riduzione dei costi della politica, con una procedura di infrazione e una sanzione voluta dal Governo, chiedo che nel caso sciagurato in cui ciò avvenisse - ma non è un'ipotesi tanto remota perché avverrà - che si possa sopperire con una riduzione dei costi della politica. Il Governo dice di «no».
Complimenti, colleghi, accomodatevi a votarlo. È bene che gli italiani sappiano su cosa state votando «no» (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Porcino n. 9/1094-A-R/15, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 478
Astenuti 9
Maggioranza 240
Hanno votato
206
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che il deputato Lehner ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Cambursano n. 9/1094-A-R/16, Leoluca Orlando n. 9/1094-A-R/17, Messina n. 9/1094-A-R/18, Paladini n. 9/1094-A-R/19, Barbato n. 9/1094-A-R/20, Giulietti n. 9/1094-A-R/21, Zazzera n. 9/1094-A-R/22 e Piffari 9/1094-A-R/23, accolti dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che l'onorevole Palagiano non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1094-A-R/24 (Nuova formulazione), accolto come raccomandazione, limitatamente al dispositivo. Prendo atto, altresì, che l'onorevole Mura non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1094-A-R/25, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Scilipoti n. 9/1094-A-R/26, Cimadoro n. 9/1094-A-R/27 e Favia n. 9/1094-A-R/28, accolti dal Governo come raccomandazione. Preciso, inoltre, che questi ultimi ordini del giorno - Scilipoti n. 9/1094-A-R/26, Cimadoro n. 9/1094-A-R/27 e Favia n. 9/1094-A-R/28 - sono stati accolti dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che l'onorevole Evangelisti accetta la riformulazione del dispositivo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1094-A-R/29, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Razzi n. 9/1094-A-R/30 e Touadi n. 9/1094-A-R/31, accolti dal Governo come raccomandazione.
Onorevole Di Giuseppe, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1094-A-R/32, non accettato dal Governo?

ANITA DI GIUSEPPE. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, continuo a non capire. Poiché il Governo ha deciso di dotarsi di strumenti che assicurino, in modo efficace, l'individuazione di un soggetto che abbia la possibilità di acquisire il controllo di Alitalia e le risorse per un forte e credibilePag. 113piano di rilancio, con l'ordine del giorno in esame si impegna il Governo ad adottare le iniziative volte ad escludere dall'acquisizione di Alitalia le banche o i finanzieri che non hanno alcun interesse a rilanciare la compagnia aerea, ma a speculare nel mercato, a danno dei lavoratori (e ve ne potrebbero essere, con i tempi che corrono). Ciononostante, il Governo non lo accetta.
L'ordine del giorno in esame mira ad una maggiore trasparenza, per garantire Alitalia.
Veramente, a questo punto, mi auguro un futuro migliore per la nostra compagnia, ma nutro forti dubbi: sinceramente non riesco a capire perché l'ordine del giorno in esame non sia stato accettato dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/1094-A-R/32, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 485
Astenuti 9
Maggioranza 243
Hanno votato
218
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che la deputata Zampa ha segnalto che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Rota n. 9/1094-A-R/33, Di Pietro ed altri n. 9/1094-A-R/34 e Meta ed altri n. 9/1094-A-R/35, accolti dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
Chiedo all'onorevole Tassone se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1094-A-R/36, accolto come raccomandazione dal Governo.

MARIO TASSONE. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, volevo richiamare l'attenzione del sottosegretario. Signor Presidente, il sottosegretario è occupato con un funzionario.

PRESIDENTE. Ha ragione. Prego, onorevole Tassone.

MARIO TASSONE. Volevo richiamare l'attenzione del sottosegretario perché so che gli ordini del giorno, questi atti di indirizzo parlamentare, hanno un valore affievolito, non hanno una grande significazione, ma a mio avviso, se ce ne occupiamo, una qualche valutazione in più ci dovrebbe essere, da parte del sottosegretario o del Governo.
Ho visto che il sottosegretario ama moltissimo esprimersi sul terreno della raccomandazione, perciò accoglie gli ordini del giorno come raccomandazione.
Tuttavia, voglio fare rilevare al sottosegretario che la parte dispositiva, ma anche la parte illustrativa del mio ordine del giorno, fa riferimento ad una riforma sul trasporto aereo che abbiamo varato nel corso della XIV legislatura, riguardante i requisiti di sistema, il sistema aeroportuale e anche la gerarchia degli aeroporti, quelli di interesse nazionale e quelli di interesse regionale.
Ho evitato di includere nel mio ordine del giorno il problema degli slot, perché non era contenuto in quella riforma, anche se rimane un problema grosso e importante per sottrarre la concessione degli slot alla Assoclerance, che è un'associazione tra i vettori, e quindi per dare questo tipo di incombenza molto importante e significativa a strutture pubbliche, o all'ENAC o all'ENAV. Non ho aggiuntoPag. 114ciò, però ho riportato semplicemente quanto era contenuto in una legge dello Stato, votata dalla maggioranza del Governo e, in questo caso, da parte e su iniziativa dell'allora Governo Berlusconi.
Voglio fare riconsiderare al sottosegretario questo dato e questo aspetto e voglio che il sottosegretario rilegga il dispositivo: se il sottosegretario accoglie come raccomandazione il mio ordine del giorno, non sono assolutamente soddisfatto. Invito ovviamente l'Assemblea e soprattutto in particolare una parte di essa a votare a favore dell'ordine del giorno in esame.
Pertanto, signor Presidente, insisto per la votazione, visto che l'Assemblea si è interessata di tanti argomenti e considerato che avrebbe dovuto soffermarsi soprattutto sulla crisi del trasporto aereo, poiché la crisi dell'Alitalia è una conseguenza di tali disfunzioni.
Abbiamo parlato di Regolamento della Camera, di Costituzione, di un possibile approfondimento da parte di una struttura formativa per il Regolamento della Camera (per alcuni colleghi, che non lo conoscono, sarebbe anche utile ed opportuno).
Ritengo che qui siamo al dato cruciale e ritengo che l'ordine del giorno in esame sia importante. Se il Governo lo nega, significa che non ho capito nulla io e certamente il dato sarebbe ovviamente offensivo nei confronti del Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, chiede di porre in votazione il suo ordine del giorno?

MARIO TASSONE. Signor Presidente, vi era un inciso con il quale ovviamente chiedevo la votazione, perché su questo si basava tutto il mio ragionamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tassone n. 9/1094-A/R/36, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 473
Astenuti 7
Maggioranza 237
Hanno votato
221
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, c'è ancora un voto da esprimere e, pertanto, vi chiedo di restare in Aula. Prego, sottosegretario Casero, ha facoltà di parlare.

Testo sostituito con l'errata corrige del 11 GIUGNO 2008 LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, una brevissima precisazione in riferimento all'ordine del giorno Cota n. 9/1094-A-R/2: l'accoglimento riguarda non solo il dispositivo, ma anche la premessa. LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, una brevissima precisazione in riferimento all'ordine del giorno Cota n. 9/1094-A-R/2: il parere favorevole riguarda non solo il dispositivo, ma anche la premessa.

PRESIDENTE. Sta bene.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, l'ordine del giorno in oggetto è tutto accolto come raccomandazione? O lo è il dispositivo? Perché sarei felice in entrambi i casi e, quindi, rispetto all'ordine del giorno in oggetto, non avrei bisogno di avvicinarmi al banco del Governo per chiedere alcunché.
Vorrei solo capire se la mia felicitazione nei confronti dei colleghi della Lega Nord deve riguardare l'accoglimento come raccomandazione oppure - mi farebbe ancora più piacere - se si devono intendere incluse anche le premesse perché, inPag. 115qualche modo, esse riprendono quel dibattito di cui ho parlato, di cui la Lega Nord è stata protagonista nella scorsa legislatura e che, rispetto al nostro ordine del giorno, non ha visto un'approvazione completa da parte dell'Aula.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Volontè.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Come già comunicato all'Assemblea, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di oggi, le dichiarazioni di voto ed il voto finale avranno luogo domani mattina.
Il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani.

Dimissioni del deputato Giovanni Alemanno (ore 20,25).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le dimissioni del deputato Giovanni Alemanno.
Comunico che, in data 26 maggio 2008, è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera del deputato Giovanni Alemanno:

«Egregio Presidente, con la presente, essendo stato eletto sindaco di Roma e a tale ufficio proclamato in data 30 aprile 2008, comunico la decisione di dimettermi dalla carica di deputato cui sono stato proclamato lo scorso 22 aprile. Firmato: il sindaco Giovanni Alemanno».
Anche alla luce della più recente giurisprudenza parlamentare, fondata sull'assenza nell'ordinamento di un'espressa previsione normativa d'incompatibilità della carica di sindaco di comune con popolazione superiore ai 20 mila abitanti, le dimissioni del deputato Alemanno non saranno oggetto di una mera presa d'atto ai sensi dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento della Camera, ma dovranno essere sottoposte al voto dell'Assemblea.
Avverto che, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del Regolamento, la votazione sull'accettazione delle dimissioni del deputato Alemanno avrà luogo a scrutinio segreto mediante procedimento elettronico.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, chiedo scusa ai colleghi se, dopo una giornata faticosa, li trattengo ancora per qualche minuto - cinque minuti - ma avverto il dovere di rimettere all'Aula una riflessione ad alta voce, in merito al modo singolare in cui, in assenza di esplicita disciplina - come lei ricordava, signora Presidente - questa Camera si regoli in caso di dimissioni di un proprio componente. Singolare, signora Presidente, non è il procedimento, che è sempre uguale e consiste nel subordinare l'efficacia delle dimissioni alla presa d'atto dell'Assemblea; singolare, invece, è il fatto che ognuna delle due Camere, volta per volta, anche su uno stesso caso, deliberi in forme molto differenti e, alcune volte, anche in maniera addirittura opposta.
Credo, quindi che quest'Aula abbia il dovere di porsi il problema di dare chiarezza alla disciplina delle dimissioni. Ai sensi della normativa vigente, è riservata alla Camera di appartenenza la facoltà di ricevere ed accettare le dimissioni di un parlamentare.
L'accettazione delle dimissioni, tuttavia, risulta del tutto aleatoria in quanto non solo dipende dalla votazione in Assemblea, ma, poiché riguarda persone, viene effettuata a scrutinio segreto. Tale procedura trova la sua fonte nella prassi e deriva da una concezione ormai arcaica del diritto parlamentare, secondo cui la riserva di Assemblea rappresentava uno strumento di tutela del singolo parlamentare nei confronti di eventuali pressioni esterne. È evidente che oggi tale impostazione non può più trovare alcuna ragione d'essere, sia sotto il profilo procedurale sia, soprattutto, sotto l'aspetto motivazionale.
Un procedimento tanto complesso, dunque, non può più considerarsi vero strumento di garanzia della libertà del parlamentare, come in altri momenti e contesti può aver rappresentato. A riprovaPag. 116di ciò, la recente normativa sugli amministratori locali impone che le dimissioni dei consiglieri comunali e provinciali diventino immediatamente efficaci all'atto della loro presentazione e, conseguentemente, irrevocabili.
Allo stesso modo, il regolamento del Parlamento europeo prevede che delle dimissioni dei propri membri venga informata...(Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

LORENZO RIA..... l'Assemblea per una mera presa d'atto, senza alcuna votazione al riguardo.
È altresì evidente come l'istituto delle dimissioni volontarie, connesse all'accettazione da parte dell'Aula con voto segreto, incida sullo status del parlamentare, oltre che sull'organo camerale nel suo complesso. Non si comprendono, quindi, le ragioni di diversità procedurali così rilevanti...(Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ria. Scusate, non riesco a capire questi ululati di insofferenza, che non mi sembrano degni di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Onorevole Ria, prosegua.

LORENZO RIA. Signor Presidente, sono comprensibili, come dicevo all'inizio; penso, però, di dover rimettere questa riflessione all'Aula. Sto per concludere, comunque.
Dicevo che non si comprendono le ragioni di diversità procedurali così rilevanti tra le dimissioni di un parlamentare italiano, quelle degli amministratori locali e, soprattutto, quelle dei parlamentari europei. L'aggravio procedimentale determinato dal passaggio delle dimissioni in Aula può paradossalmente costituire una premessa per dimissioni strumentali, strategiche o, più sottilmente, di convenienza. È aperto nel Popolo della Libertà il dibattito sulle dimissioni di sottosegretari o ministri (Applausi di deputati del gruppo Italia dei Valori).
Le dimissioni, pertanto, non solo debbono necessariamente rendersi ammissibili, ma anche soggette alla facoltà del singolo e non alla disponibilità del voto segreto dell'Aula parlamentare di appartenenza. Le scelte assai differenziate e assai spesso non motivate finora effettuate, anche in quest'Aula, così come al Senato, in occasione del voto di dimissioni di colleghi parlamentari, ci suggeriscono di individuare strumenti e percorsi, disciplinando in modo univoco gli effetti dell'istituto delle dimissioni volontarie ed eliminando così, nel modo più rapido, le possibili situazioni di ambiguità.
In questo senso, signor Presidente - suo tramite rivolgo e chiedo una riflessione da parte del Presidente Fini - chiedo un suo particolare approfondimento della questione, attivando una semplice procedura di modifica regolamentare, da realizzarsi con ampio consenso.
Per le ragioni che ho illustrato, pertanto, annuncio il voto favorevole alla presa d'atto delle dimissioni dell'onorevole Alemanno, al quale auguro, avendo egli origini salentine, da salentino, buon lavoro per la funzione di sindaco (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Ria, prendo atto delle sue osservazioni che riferirò al Presidente della Camera, e che potranno essere oggetto di approfondimento nelle sedi adeguate, sia della Giunta per il Regolamento sia della Giunta delle elezioni; le ricordo inoltre, onorevole, che lei stesso può farsi promotore di eventuali modifiche del Regolamento. E ricordo anche ai colleghi, che avevano qualche gesto di insofferenza, che per questo intervento il Regolamento prevede non cinque ma dieci minuti e l'onorevole Ria ne ha utilizzati soltanto sei.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lehner. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, sarò molto breve e sarò molto sobrio. Mi associo anch'io, ed esprimo il mio parere favorevole alle dimissioni; ePag. 117vorrei aggiungere che faccio questo perché voglio bene al sindaco Alemanno, e voglio bene a tutti gli amici che sono qui in aula. E voglio bene anche - attenzione - all'onorevole Ministro Frattini, il quale il 29 aprile scorso si era dimesso e un mese dopo ha revocato le sue dimissioni (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). A questo punto io, se ne avessi l'autorità (purtroppo non ce l'ho), accetterei la volontà da lui espressa il 29 aprile: si dimetta, onorevole Ministro Frattini, farà più bella figura (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulle dimissioni del deputato Alemanno.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 450
Votanti 436
Astenuti 14
Maggioranza 219
Voti favorevoli 230
Voti contrari 206
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Sanga ha segnalato che non è riuscito a votare.

Avverto che l'accertamento del candidato subentrante, ai fini della sua proclamazione a deputato, sarà effettuato dalla Giunta delle elezioni.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 11 giugno 2008, alle 9,45:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 4 - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (Approvato dal Senato). (1094-A/R)

- Relatore: Valducci.

(ore 15)

2. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

3. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20,40.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. ddl 1094-A/R - em. 1-bis.11 514 512 2 257 240 272 41 Resp.
2 Nom. em. 1-bis.5 526 523 3 262 247 276 40 Resp.
3 Nom. em. 1-bis.21 510 508 2 255 236 272 40 Resp.
4 Nom. em. 1-bis.1 499 496 3 249 228 268 41 Resp.
5 Nom. em. 1-bis.28 476 474 2 238 219 255 51 Resp.
6 Nom. em. 1-bis.8 488 486 2 244 232 254 47 Resp.
7 Nom. em. 1-bis.32 513 511 2 256 247 264 47 Resp.
8 Nom. em. 1-bis.30 524 520 4 261 255 265 46 Resp.
9 Nom. em. 1-bis.34 507 504 3 253 235 269 45 Resp.
10 Nom. em. 1-bis.33 489 486 3 244 230 256 45 Resp.
11 Nom. em. 1-bis.20 516 513 3 257 244 269 45 Resp.
12 Nom. em. 1-bis.42 495 492 3 247 229 263 43 Resp.
13 Nom. em. 1-bis.40 498 495 3 248 228 267 44 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 25
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1-bis.41 486 483 3 242 225 258 44 Resp.
15 Nom. em. 1-bis.45 465 462 3 232 206 256 44 Resp.
16 Nom. em. 1-bis.36 516 513 3 257 242 271 42 Resp.
17 Nom. em. 1-bis.46 510 508 2 255 240 268 42 Resp.
18 Nom. em. 1-bis.51 505 503 2 252 235 268 42 Resp.
19 Nom. em. 1-bis.47 492 491 1 246 228 263 42 Resp.
20 Nom. odg 9/1094-A/R/13 494 492 2 247 229 263 42 Resp.
21 Nom. odg 9/1094-A/R/14 499 496 3 249 227 269 42 Resp.
22 Nom. odg 9/1094-A/R/15 487 478 9 240 206 272 42 Resp.
23 Nom. odg 9/1094-A/R/32 494 485 9 243 218 267 42 Resp.
24 Nom. odg 9/1094-A/R/36 480 473 7 237 221 252 42 Resp.
25 Segr Dimissioni del deputato Alemanno 450 436 14 219 230 206 43 Appr.