XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 11 giugno 2008

TESTO AGGIORNATO AL 17 GIUGNO 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:

La Camera,
premesso che:
il Governo Prodi, in fase di conclusione del suo mandato e dopo aver proceduto ad una consultazione parziale delle parti sociali, ha predisposto uno schema di decreto legislativo per la tutela previdenziale dei lavori usuranti in attuazione di quanto disposto in materia dalla legge 24 dicembre 2007, n. 247;
lo schema di decreto non ha potuto ottenere il parere di entrambe le Commissioni permanenti competenti;
si rendono necessari alcuni approfondimenti di taluni aspetti del decreto (in particolare per quanto riguarda la definizione del lavoro notturno e la conclusione del regime transitorio nonché le procedure per l'accertamento dell'esposizione ad attività usuranti) in quanto la formulazione proposta dal Governo Prodi sembra dar luogo, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, ad un eccesso di potere nell'esercizio della delega;
non è stato possibile effettuare, per le note ragioni, tali approfondimenti prima della scadenza della delega lo scorso 31 maggio;
va preso atto dell'impegno del ministro Maurizio Sacconi per ottenere una proroga dell'esercizio della delega in materia di lavori usuranti onde poter emanare il decreto entro il corrente anno;

impegna il Governo

ferme restando le prerogative del Parlamento, a predisporre al più presto gli strumenti legislativi necessari e ad attuare ogni utile procedura e confronto per dare soluzione, entro il tempo indicato, ad un tema tanto delicato ed importante secondo una impostazione che sappia coniugare la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e le esigenze di equilibrio finanziario.
(1-00012)
«Cazzola, Saglia, Cicchitto, Cota, Bocchino, Baldelli, La Loggia, Antonino Foti, Caparini, Saltamartini, Pelino, Di Biagio, Giacomoni, Della Vedova, Formichella, Mariarosaria Rossi, Mottola, Mannucci, Fedriga, Munerato».

La Camera,
premesso che:
la legge n. 247 del 2007, «Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale», delega il Governo ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi, al fine di concedere ai lavoratori dipendenti impegnati in particolari lavori o attività e che maturano i requisiti per l'accesso al pensionamento a decorrere dal 1o gennaio 2008, la possibilità di conseguire, su domanda, il diritto al pensionamento anticipato con requisiti inferiori a quelli previsti per la generalità dei lavoratori dipendenti;
le categorie interessate sono i lavoratori notturni, quelli addetti alla catena di montaggio, i conducenti di veicoli con capienza non inferiore ai nove posti e potrebbero essere interessate ulteriori categorie, per le quali sarebbe necessario un ulteriore approfondimento;
il Governo Prodi, dopo aver proceduto ad una consultazione parziale delle parti sociali, ha predisposto uno schema di decreto legislativo per la tutela previdenziale dei lavori usuranti, in attuazione di quanto disposto dalla legge suddetta;
lo schema di decreto non ha potuto ottenere il parere di entrambe le commissioni permanenti competenti;
erano necessari specifici approfondimenti di importanti aspetti del decreto ed era necessario ridefinire la nozione di lavoro notturno e la parte riguardante la conclusione del regime transitorio, unitamente alle procedure per l'accertamento dell'esposizione ad attività usuranti;
lo scioglimento anticipato delle Camere ha reso difficile effettuare gli approfondimenti necessari prima della scadenza della delega il 31 maggio 2008;

il Ministro Maurizio Sacconi si è impegnato a portare nel primo Consiglio dei ministri utile la proroga dell'esercizio della delega in materia di lavori usuranti, onde poter emanare il decreto entro il 2008,

impegna il Governo

a predisporre, ferme restando le prerogative del Parlamento, adeguate procedure e gli strumenti legislativi appropriati tali da far sì che la delega possa essere esercitata entro il 31 dicembre 2008, nel rispetto della tutela dei diritti dei lavoratori in conformità ai principi dell'equilibrio finanziario del sistema.
(1-00013)
(Nuova formulazione) «Delfino, Poli, Cesa, Adornato, Bosi, Buttiglione, Capitanio Santolini, Casini, Cera, Ciccanti, Ciocchetti, Compagnon, De Poli, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Naro, Occhiuto, Oppi, Pezzotta, Pionati, Pisacane, Rao, Romano, Ruggeri, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Vietti, Volontè, Zinzi».
(11 giugno 2008)

Risoluzioni in Commissione:

La III Commissione,
premesso che:
dalla sua costruzione alla fine dell'Ottocento, la galleria stradale di valico del Col di Tenda che collega direttamente la valle Vermenagna in Piemonte a quella della Roya in Provenza-Alpi-Costa Azzurra ha rappresentato uno dei principali valichi attraverso la barriera naturale delle Alpi del Sud;
il notevole incremento verificatosi negli ultimi due decenni nell'interscambio commerciale ha altresì determinato il raggiungimento di volumi di traffico automobilistico non compatibili con le caratteristiche tecniche e costruttive del tunnel, rendendo di conseguenza elevato il rischio dovuto a incidenti in fase di attraversamento;
il mantenimento efficiente di un collegamento stradale permanente nelle Alpi del Sud tramite il tunnel del Col di Tenda è da considerare fondamentale alla luce dei consolidati rapporti commerciali tra la provincia di Cuneo e la Francia (1,8 miliardi di euro tra import ed export nel 2005) e rende necessaria l'esecuzione di nuove opere consistenti nella costruzione di una nuova canna nonché nell'ammodernamento e allargamento del tunnel esistente, con interventi che impiegheranno sette-otto anni di lavori;
a causa dell'inadeguatezza del tunnel al volume del traffico, i lavori richiesti andranno avviati quanto prima, anche alla luce del prevedibile sviluppo dei trasporti in un'area di ottimo sviluppo socio-economico e del tempo che intercorrerà prima del loro effettivo completamento. È per questo che la costruzione di una nuova galleria (seconda canna) ed il successivo ammodernamento ed allargamento della sagoma del tunnel esistente si impongono con estrema urgenza;
la realizzazione dell'opera appare altrettanto prioritaria e quindi urgente nell'ottica della tutela della sicurezza e ciò anche alla luce dei noti incidenti verificatisi all'interno dei trafori del Monte Bianco e del Frejus nel recente passato, nonché nel rispetto della direttiva europea 2004/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio,

del 29 aprile 2004, relativa ai requisiti minimi di sicurezza per le gallerie della rete stradale transeuropea;
a tal fine, il 12 marzo 2007, i Governi dell'Italia e della Francia hanno sottoscritto, a Parigi, l'Accordo relativo alla gestione unificata del tunnel di Tenda ed alla costruzione di un nuovo tunnel;
da parte francese, il decorso parlamentare dell'Accordo ha avuto una procedura di straordinaria celerità, tanto da essere ratificato già lo scorso 11 ottobre 2007 ai sensi della legge 2007-1485 del 18 ottobre 2007 formalizzato con comunicazione ufficiale alla Repubblica italiana il 10 gennaio 2008;
nella scorsa legislatura il Senato approvò, in prima lettura, nella seduta del 27 febbraio 2007, il relativo provvedimento di ratifica predisposto dal Governo Prodi e solo il termine anticipato della legislatura ha impedito il perfezionamento della procedura di ratifica da parte italiana; in particolare l'Accordo prevede, in linea con quanto previsto dalla normativa europea di riferimento (direttiva 2004/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004), di introdurre la gestione unificata del tunnel di Tenda, in alternativa all'attuale gestione, caratterizzata dalla presenza di due enti gestori stradali, quali l'Ente nazionale per le strade (ANAS) Piemonte e la Direction départementale de l'Équipement des Alpes-Maritimes (DDE 06), che svolgono attività di manutenzione e gestione sulla sezione del tunnel che ricade sul territorio di rispettiva competenza;
l'Accordo ha l'obiettivo di garantire il mantenimento del collegamento stradale permanente tra Italia e Francia tramite il tunnel del Col di Tenda in condizioni di efficienza e sicurezza in linea con le normative nazionali ed europee, ed è stato sviluppato dal gruppo di lavoro giuridico insediato nell'ambito della Commissione intergovernativa italo-francese per il miglioramento dei collegamenti italo-francesi nelle Alpi del Sud, la quale ha sottolineato, più volte, che «la sicurezza del tunnel stradale del Tenda rappresenta una priorità assoluta»,

impegna il Governo

a favorire, per quanto di sua competenza, anche attraverso l'approntamento delle relative risorse finanziarie, la celere approvazione della legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica francese relativo all'attuazione di una gestione unificata del tunnel di Tenda e alla costruzione di un nuovo tunnel, fatto a Parigi il 12 marzo 2007.
(7-00011)
«Barbi, Lovelli, Damiano, Fiorio, Bobba, Rampi».

L'VIII Commissione,
premesso che:
la questione dello smaltimento dei rifiuti è materia che, se trascurata, può portare a danni incalcolabili, come quelli occorsi nella città di Napoli e nella Regione Campania, che ha subito dalla cattiva gestione dello smaltimento degli stessi danni incalcolabili sia dal punto di vista economico sia da quello della salute dei cittadini;
il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, potrebbe portare a problematiche relative al funzionamento dei cosiddetti «ecocentri», che attualmente svolgono il servizio di raccolta di particolari categorie di rifiuti speciali, tra cui quelli di origine agricola;
l'articolo 195 del suddetto decreto legislativo, in cui si fissano le competenze dello Stato per ciò che concerne lo smaltimento dei rifiuti;
onde evitare ostacoli che si frappongano ad un puntuale svolgimento dell'attività di raccolta è opportuno che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare preveda che, nelle more dell'approvazione del decreto ministeriale di attuazione dell'articolo 195 della disposizione suddetta, rimangano efficaci,

in via transitoria, gli accordi di programma in materia di rifiuti già sottoscritti nelle realtà locali, con le semplificazioni ivi previste, anche in deroga della normativa vigente, purchè nel rispetto delle norme comunitarie;

impegna il Governo

ad inserire nel decreto ministeriale di attuazione dell'articolo 195 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 la previsione di un'efficacia transitoria per gli accordi di programma in materia di rifiuti già sottoscritti nelle realtà locali, con le semplificazioni ivi previste, anche in deroga della normativa vigente, purchè nel rispetto delle norme comunitarie onde scongiurare eventuali problematiche nell'attività dei cosiddetti «ecocentri».
(7-00010)«Ghiglia, Bellotti».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

BIANCOFIORE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
molti cittadini di Bressanone, comune della Provincia autonoma di Bolzano, segnalano la mancata esposizione del vessillo italiano ed europeo da parte del sindaco anche in occasione dello svolgimento del consiglio;
il sindaco appartiene al partito politico di maggioranza tedesca che spesso in maniera simbolica prende le distanze dal tricolore italiano, ritenendosi partito di raccolta della minoranza austriaca in Italia e che ha segnato i confini apponendo i soli vessilli della Provincia nei rifugi alpini;
egli, espone solo ed esclusivamente il vessillo della città di Bressanone, quello bianco/rosso della Provincia di Bolzano e un terzo vessillo bianco/verde non meglio identificato;
l'obbligo di esporre la bandiera italiana, tanto più importante in una zona di confine come quella altoatesina, è prevista dalla legge 5 febbraio 1998, n. 22, dal regolamento recante disciplina dell'uso delle bandiere della Repubblica italiana e dell'Unione europea da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici, emanato con decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n. 121, e anche dal decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, recante l'approvazione dello Statuto d'autonomia -:
che cosa intenda fare il Governo italiano per far rispettare le suddette leggi dello Stato anche al fine della salvaguardia e del rispetto dell'identità nazionale che chiediamo ai cittadini immigrati e che dovrebbe essere rispettata innanzitutto dagli amministratori pubblici italiani.
(4-00314)

CONTENTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da tempo in quel di Fiume Veneto (Pordenone) si discute della fattibilità di un'eventuale lottizzazione a fini immobiliari dell'isola del fiume Fiume, ovvero di un appezzamento di terreno formatosi in prossimità dell'omonimo corso d'acqua;
la questione, attesa la delicatezza delle considerazioni che suscita in tema di edificabilità e di sicurezza del sito, non può non risultare d'interesse di codesto Governo e, nello specifico, del Ministero

competente in materia di vincoli ambientali e idrogeologici -:
se siano a conoscenza del progetto di rendere edificabile l'isola del fiume Fiume, in Comune di Fiume Veneto (Pordenone);
se l'area in parola risulti soggetta a vincoli ambientali o idraulici e idrogeologici, previsti dalla normativa vigente e, in caso di risposta affermativa, quali e con quali limitazioni circa eventuali interventi edilizi ed urbanistici;
se il sito prescelto per l'esecuzione di un tale progetto rientri nel piano di assetto idrogeologico (PAI) redatto dalla competente Autorità di bacino e, in caso di risposta affermativa, se quest'ultima Autorità abbia già espresso un proprio parere in merito alla proposta lottizzazione urbana dell'isola e con quali esiti;
se la Protezione civile sia mai intervenuta in loco o nelle zone limitrofe per la messa in sicurezza, anche parziale, del sito o per la mitigazione del rischio di esondazioni del fiume o, ancora, per lavori di altra natura e, in caso affermativo, con che tipo di iniziative e con quali risultati.
(4-00315)

GRIMOLDI, ALLASIA, VOLPI, MACCANTI e REGUZZONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in seguito agli attentati londinesi del 7 e 21 luglio 2005, il 27 luglio seguente il Governo approvò il decreto-legge n. 144 recante misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale, poi convertito con modificazioni dalla legge n. 155 del 31 luglio 2005;
nel corso del procedimento di conversione, venne presentato un emendamento finalizzato ad inasprire le sanzioni per coloro che avessero indossato il burqa o qualsiasi altro indumento fosse idoneo a celare l'identità della persona o comunque ne rendesse meno agevole l'accertamento;
tale emendamento venne accolto dal Senato della Repubblica ed ora figura all'interno del decreto-legge n. 144 del 2005, all'articolo 10, significativamente intitolato «Nuove norme sull'identificazione personale», come comma 4-bis, dove si legge: «Il secondo comma dell'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, è sostituito dal seguente: «Il contravventore è punito con l'arresto da uno a due anni e con l'ammenda da 1.000 a 2.000 euro»;
il burqa risulta essere stato utilizzato come strumento di celamento dell'identità anche da alcuni dei terroristi entrati in azione nel luglio del 2005 a Londra -:
per quali ragioni il divieto di indossare in pubblico il burqa e qualsiasi altro indumento possa servire a celare l'identità personale non venga fatto osservare.
(4-00320)

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AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'otto giugno 2008 una forte scossa di terremoto ha colpito il Peloponneso causando due morti e 227 feriti oltre ad una notevole serie di crolli e danni a cose ed abitazioni;
l'Istituto Geodinamico di Atene ha definito probabile una nuova scossa tra il 5 e i 6 gradi della scala Richter entro i prossimi 6 o 7 giorni;
tali scosse hanno comunque anche riguardato o possono comunque riguardare anche le nostre Regioni Adriatiche -:
quali sostegni ed attività di soccorso siano state organizzate a favore delle popolazioni greche colpite dal sisma dell'8 giugno scorso;

quali misure siano state adottate per preavvertire le Regioni Adriatiche circa la possibilità di nuovo sisma nel vicino Peloponneso;
se siano comunque da escludere fenomeni di tsunami per le nostre coste derivanti da tali eventi sismici.
(4-00333)

BIANCOFIORE, BERTOLINI e COSTA. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'interno, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
qualche mese fa già il settimanale tedesco Der Spiegel aveva scoperto che la Repubblica federale tedesca fra il 1969 e il 1976 ha versato il pari di odierni 10 milioni di euro per una non ben definita «causa dei fratelli sudtirolesi»;
è probabile che altri finanziamenti, sempre del Governo federale di Bonn, vengano fuori non appena verranno resi pubblici i nuovi atti ministeriali che di norma vengono rivelati a trent'anni dalla loro redazione;
di recente il settimanale altoatesino in lingua tedesca FF ha svolto un'inchiesta in Austria sulla ripartizione ministeriale creata ad hoc, alla metà degli anni cinquanta, presso il Ministero federale austriaco dell'istruzione e cultura, per occuparsi delle sovvenzioni ai cugini del Tirolo meridionale;
l'ammontare dei finanziamenti sarebbe quantificabile addirittura in 417.134.990 euro e a questi andrebbero aggiunti altri denari provenienti dai vari governi regionali per un totale di circa mezzo miliardo di euro ai quali andrebbero aggiunti quelli garantiti dallo Stato italiano sulla base dell'accordo De Gasperi-Gruber e dai derivanti statuti d'autonomia del 1948 e del 1972 (90 per cento delle tasse versate);
il settimanale altoatesino, ripreso dal quotidiano italiano Alto Adige, parla di un inaccettabile «cosiddetto decimo Land austriaco» riferendosi al territorio dell'Alto Adige italiano;
il flusso di denaro dal Governo centrale austriaco cominciò nel 1956, toccò il record delle erogazioni nel 1973, quindi ad un anno dall'emanazione del secondo statuto d'autonomia e nel momento stesso in cui il Governo italiano aveva già approvato le prime norme di attuazione del Pacchetto;
addirittura, nel 1960, furono erogati fondi pari a 27 mila scellini per l'appello sudtirolese alle Nazioni Unite;
ancora nel 2003 a distanza di 11 anni dalla cosiddetta «Quietanza liberatoria» da parte dell'Austria e nonostante un bilancio provinciale di 5 miliardi di euro garantiti dallo Stato italiano alla Provincia autonoma di Bolzano, sono stati rinvenuti dati di finanziamento da parte dell'Austria;
le risposte ad interrogazioni da parte di parlamentari austriaci circa la destinazione di questi denari pubblici e le motivazioni, sono risultate evasive e piccate -:
se si ritenga che da parte austriaca, con questo cordone ombelicale economico mai reciso, vi sia stata una indiretta violazione dei Trattati di Pace del 1918 che hanno annesso l'Alto Adige all'Italia e una violazione dell'accordo De Gasperi-Gruber;
come sia accettabile una tale e continua intromissione da parte di un'istituzione di uno Stato straniero nelle «questioni interne» dello Stato italiano - così come venne definita la questione altoatesina dalla stessa Segreteria generale della Farnesina;
se nel comportamento della Repubblica federale austriaca e di quella tedesca, non si ravvisino violazioni di principi di trattati dell'Unione europea che si basano sul reciproco rispetto degli Stati nazionali;
su quale base giuridica si siano potuti effettuare tali finanziamenti e a chi siano stati indirizzati e in base a quali criteri;
se al Governo risulti noto se tali finanziamenti, al di là delle voci riportate e considerati gli anni dei flussi, non siano

serviti a scopi diversi da quelli ufficiali riportati nel carteggio della ripartizione ministeriale austriaca;
se al Governo sia noto quale motivazione avesse, a differenza della nazione austriaca, il Governo federale di Bonn, per far affluire denari alla minoranza austriaca in Italia;
se ritengano, stante una autonomia amministrativa della provincia autonoma di Bolzano così pronunciata e tale da aver dato vita ad una minoranza territoriale italiana all'interno del territorio altoatesino, che sia ipotizzabile una medesima ripartizione presso il Dipartimento degli affari regionali per l'erogazione di fondi speciali, sull'esempio di quelli destinati in passato per le zone di confine, destinati alla comunità italiana altoatesina che si trova in condizioni di svantaggio numerico ed economico rispetto alla maggioranza tedesca e ladina che governa la Provincia autonoma.
(4-00340)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

MUSSOLINI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
i territori del Cilento, Golfo di Policastro, Alburni e Vallo di Diano sono da tempo terra di conquista per i politici a vario titolo;
il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano ricade nell'area dell'obiettivo n. 1 della Comunità europea, con epifenomeni di spopolamento dei piccoli centri, bassi redditi pro capite, disoccupazione di lunga durata che investe soprattutto le donne, caduta dei servizi pubblici, emigrazione, devastazioni ambientali per lo squilibrio nel rapporto attività umane e fauna selvatica e flora, precariato e saltuarietà occupazionale;
a parere dell'interrogante, per favorire i processi di valorizzazione e promozione delle risorse agricole, ambientali, economiche e di sviluppo della zona, è urgente che la Presidenza dell'ente Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano venga affidata a soggetto profondamente radicato su detto territorio per garantire quel patrimonio di conoscenza indispensabile per bene operare a favore del territorio stesso e della comunità ivi residente -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per affidare la Presidenza del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano a soggetto professionalmente idoneo a ricoprire tale prestigioso e autorevole incarico, determinante per favorire i processi di valorizzazione e promozione delle risorse agricole, ambientali, economiche e di sviluppo della zona, dotato in più dell'indiscutibile valore di essere espressione del territorio.
(4-00341)

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DIFESA

Interrogazione a risposta orale:

ASCIERTO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nella recente «ristrutturazione» dell'assetto degli Enti Addestrativi, si è deciso, per poter razionalizzare le risorse, di rinunciare ad alimentare quegli Enti che, per capacità e posizione geografica, non giustificano un così oneroso e gravoso ricorso a risorse economiche che potrebbero quindi essere impiegate per altri scopi;
attualmente la ricezione e il primo addestramento dei volontari in ferma prefissata avviene presso sei Enti Addestrativi essendo stati soppressi nel marzo scorso quelli di Trieste e di Firenze;
considerando che le chiamate dei nuovi arrivi sono oggi 14.300 per il 2008 suddivisi in quattro blocchi di 3.500 circa

se ne deduce che mantenere aperte tutte queste strutture risulta alquanto antieconomico e troppo costoso per la forza armata; non trova quindi giustificazione mantenere aperte strutture che possono ospitare numeri esigui di volontari (vedi il 57o Btg. «Abruzzi» di Sulmona con 250 posti max, il 91o Rgt. «Lucania» di Potenza 250 posti max, il 123o Rgt «Chieti» con 460 posti max, e l'80o Rgt. «Roma» a Cassino 500 posti max); senza considerare poi l'infelice posizione geografica ed il fatto che altri Enti vicini (vedesi Capua il 17o Rgt. «Acqui» e il 47o Rgt. «Ferrara» per il meridione) attualmente vengono sottoalimentati;
si scorpora dai numeri totali l'afflusso volontario femminile, che avviene completamente assorbito dal R.A.V. di Ascoli Piceno (550 posti di capienza massima), possiamo infine stabilire che due grosse scuole (ovvero le strutture di Capua e Verona) soddisferebbero in pieno ogni esigenza relativa agli incorpori. Infatti presso i R.A.V. di Capua possono trovare alloggiamento 1400 allievi mentre 1250 presso l'85o R.A.V. di Verona;
la soluzione potrebbe essere di individuare 3 centri uno al nord (Verona), uno al sud (Capua) ed uno al centro (Ascoli);
ciò permetterebbe di poter rinunciare definitivamente a quegli Enti di ridotte capacità ricettive consentendo un notevole risparmio economico per la forza armata e potendo impiegare queste preziose risorse umane presso altri Enti e Reparti dislocati in zona;
oltretutto la suddivisione territoriale in zona nord e zona sud ripartirebbe in eguali parti una distribuzione più equa e funzionale. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che al centro nord si sviluppa ancora una percentuale notevole di Reparti Operativi e sarebbe assurdo addestrare giovani allievi al sud per poi trasferirli al nord, al contempo risulterebbe assurdo trasferire giovani del nord per addestrarli al sud e ritrasferirli nei Reparti Operativi del nord -:
se il Ministro interrogato non reputi opportuno il mantenimento di tre Enti Addestrativi uno al nord, uno al centro e uno al sud come soluzione ideale per il futuro della forza armata, assicurando così una equilibrata distribuzione delle forze.
(3-00039)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BELTRANDI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
secondo le notizie riportate nel servizio pubblicato sul Sole 24 ore dell'11 novembre 2007, pag. 11, dal titolo «Settantamila precari di serie B. Sono i vincitori di concorso ancora senza posto. La sanatoria alimenta i ricorsi», e secondo le notizie diffuse dal «Comitato vincitori non assunti della Pubblica Amministrazione» attraverso il sito internet www.vincitori-non-assunti.org, sono circa 70.000 i cittadini che risultano essere vincitori e/o idonei di concorsi pubblici e che, ciononostante, sono ancora - nella maggior parte dei casi, da anni - in attesa di assunzione. Tra questi, molte centinaia di casi riguardano i vincitori di concorsi presso il Ministero della Difesa;
la situazione si è ulteriormente aggravata con le leggi finanziarie 2007 e 2008, in quanto le misure per la stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione hanno finito per penalizzare - dando vita, di fatto, ad una guerra tra poveri - proprio i vincitori di concorso, nonostante quanto disposto dall'articolo 97 della Costituzione, a norma del quale «agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvi i casi stabiliti dalla legge»: in tal modo l'eccezione ha soppiantato la regola, e quest'ultima è divenuta eccezione;
a titolo puramente esemplificativo, si possono assumere i seguenti casi, segnalati dal «Comitato vincitori non assunti»: a) circa 500 vincitori di concorso presso il

Ministero della Difesa in attesa di assunzione, anch'essi sostituiti da precari; b) nonostante l'esistenza di un concorso del Ministero della Difesa, con regolari vincitori, del 2004 per il profilo professionale n. 0008 di Collaboratore tecnico del settore n. 0600 elettrotecnico ed elettromeccanico, area funzionale C, posizione economica C1, i cui vincitori non sono mai stati assunti, alla fine di luglio del corrente anno è stato emesso identico concorso;
dalla data di approvazione della graduatoria dei concorsi, ogni tentativo di ottenere notizie dai Ministeri di riferimento dei concorsi in merito alle date di assunzione si sono risolti in un nulla di fatto: continua ad essere addotta la «motivazione» della mancanza di autorizzazione dalla Funzione Pubblica, a causa del blocco delle assunzioni -:
per quale ragione vengano banditi concorsi i vincitori dei quali non vengono assunti;
quali iniziative il Ministro intenda assumere a tutela dei vincitori di pubblici concorsi, al fine di garantire loro la dovuta assunzione, ponendo rimedio ad una situazione assolutamente insostenibile;
quali provvedimenti il Ministro intenda adottare affinché, in presenza di vincitori e/o idonei di concorso non assunti nell'ambito di validità temporale dello stesso, il Ministero della Difesa non bandisca nuovi concorsi per le stesse mansioni e/o posizioni fino a quando si sia provveduto alle assunzioni dei precedenti vincitori;
come il Ministro intenda operare per eliminare le evidenti iniquità conseguenti al ricorso indiscriminato al precariato da parte del Ministero della Difesa, per cui si premia con l'occupazione, seppur precaria e in quanto tale con tutele assolutamente insufficienti, chi non ha mai sostenuto una selezione qualitativa;
quali provvedimenti il Ministro intenda adottare per evitare che in futuro la situazione in oggetto si presenti nuovamente;
a quali rischi - anche dal punto di vista dell'esborso di denaro pubblico - il Ministero della Difesa vada incontro nel caso di vertenze da parte dei cittadini vincitori di concorso (compresa, eventualmente, la class action).
(5-00110)

Interrogazione a risposta scritta:

ASCIERTO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il problema della stabilizzazione, ossia la conversione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro, degli Ufficiali in ferma prefissata dell'Arma dei Carabinieri è stato trattato e analizzato già dal 2006 con una serie di provvedimenti normativi, attraverso i quali il legislatore è intervenuto con la finalità di sanare situazioni che si protraggono da lungo tempo e che hanno disatteso il sistema di provvista di personale nelle pubbliche amministrazioni;
in particolare, la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), all'articolo 1, comma 519, prevedeva, per l'anno 2007, la stabilizzazione a domanda del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni e la legge 24 dicembre2007, n. 244, (legge finanziaria 2008) prevedeva il collocamento in soprannumero rispetto all'organico dei ruoli;
la circolare n. 7 del 2007 del Ministero della funzione pubblica contemplava la possibilità per le pubbliche amministrazioni di procedere alla stabilizzazione del personale utilizzato con contratti di natura temporanea, ma con riferimento a fabbisogni permanenti dell'amministrazione e il decreto del Presidente della Repubblica del 29 dicembre 2007 autorizzava la stabilizzazione mediante l'assunzione a tempo indeterminato di 719 unità di personale;
ma, a fronte di tale precisa volontà parlamentare di risolvere la situazione del personale in servizio continuativo, mediante l'assunzione a tempo indeterminato,

supportata, oltretutto, da cospicui stanziamenti di fondi, ancora oggi non si è giunti ad alcun concreto risultato;
tale incomprensibile ritardo provoca all'Arma dei Carabinieri, com'è logico, innumerevoli disservizi e paradossi, tanto maggiori soprattutto se si considera la particolare situazione attuale che il Paese sta attraversando, in cui la popolazione invoca una sempre maggiore sicurezza;
tale questione non riguarda solo la posizione amministrativa degli ufficiali, ma anche le loro possibilità di impiego; infatti, a fronte della loro posizione di incertezza, che dura da un anno e mezzo, detti ufficiali non possono essere impiegati per ricoprire le numerose vacanze organiche presenti nei quadri direttivi dei carabinieri -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali provvedimenti ritenga opportuno adottare affinché si ponga fine a questa situazione di incertezza dovuta ad un ritardo di natura amministrativa posto in essere dal precedente Governo.
(4-00330)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con il decreto-legge n. 93 del 2008 il Governo ha inteso dare immediata attuazione ad uno degli impegni elettorali assunti: la detassazione del lavoro straordinario;
l'articolo 2 del citato decreto, infatti, prevede, in via sperimentale, con riferimento al periodo 1o luglio 2008-31 dicembre 2008 e limitatamente ai lavoratori dipendenti del settore privato con reddito non superiore nel 2007 a 30.000 euro, la riduzione dell'imposizione fiscale per le prestazioni di lavoro straordinario;
in questa delicata fase di crescita esponenziale di episodi di microcriminalità e «macro» viene chiesto alle Forze di polizia un accresciuto impegno per fronteggiare la situazione;
peraltro, proprio nel pacchetto sicurezza di recente varato dal Governo viene chiesto alle Forze dell'Ordine un'ulteriore sforzo nella lotta e nel contrasto all'immigrazione clandestina;
gli operatori di polizia sono ancora più penalizzati, rispetto a tutti i dipendenti privati e pubblici, in quanto il costo di un ora di lavoro straordinario è inferiore al costo dell'ora ordinaria -:
se, esaurita positivamente la sperimentazione di questo nuovo strumento normativo, non intenda assumere iniziative normative urgenti al fine di estendere tale strumento anche agli appartenenti alle forze dell'ordine.
(4-00324)

VANNUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
ai sensi del decreto legge n. 248 del 2007 articolo 36 commi 2-bis e 2-ter e dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973, le imprese possono ottenere dagli agenti della riscossione la ripartizione del pagamento delle somme iscritte a ruolo fino ad un massimo di settantadue rate mensili;
se l'importo iscritto al ruolo è superiore a cinquantamila euro, però, il riconoscimento di tale beneficio è subordinato alla presentazione di idonea garanzia mediante polizza fidejussoria o fidejussione bancaria;
appare evidente che le imprese in difficoltà economica, sia pure momentanea, non hanno i requisiti per ottenere il rilascio della polizza fidejussoria o fidejussone bancaria. Ed in via generale la fidejussione

rappresenta un costo elevato ed un appesantimento della capacità di accedere al credito;
secondo le stime effettuate da Il Sole 24 Ore la somma complessiva per la quale le imprese hanno fatto richiesta agli agenti della riscossione di pagare il debito in settantadue rate ammonta a circa un miliardo di euro;
ci troviamo di fronte ad un fenomeno di vasta portata che dovrebbe impegnare il Governo e il Parlamento;
perdurando l'obbligo della fidejussione molte imprese sono costrette ad interrompere la propria attività mentre le imprese che continuerebbero la loro attività manterrebbero il livello occupazionale, evitando eventuali spese per ammortizzatori sociali;
l'erario escludendo la fidejussione non correrebbe alcun rischio di perdere i propri diritti sui crediti vantati nei confronti delle imprese debitrici perché ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, articolo 19, l'agente della riscossione in caso di mancato pagamento della prima rata o, successivamente di due rate, il debitore decade automaticamente dal beneficio della rateizzazione e l'intero importo iscritto a ruolo ancora dovuto è immediatamente ed automaticamente riscuotibile in un'unica soluzione;
le imprese che saranno in grado di continuare la propria attività produrranno un reddito sul quale l'Erario incasserà le relative imposte e che potrà anche contribuire a migliorare il tenore di vita delle famiglie mettendo in moto un maggior volume di affari vantaggio di tutti i gli altri settori merceologici che in questi ultimi tempi, a causa delle ristrettezze economiche generali, hanno realizzato redditi sempre più ridotti -:
quali iniziative intenda assumere per affrontare la problematica esposta valutando l'opportunità della eliminazione della fidejussione con previsione di forme alternative di garanzia per l'erario, che non incidano sulla operatività delle aziende.
(4-00335)

TESTO AGGIORNATO AL 24 GIUGNO 2008

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:

CHIAPPORI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nell'aprile 1995, a seguito della segnalazione effettuata dal primario della clinica pediatrica dell'ospedale di Perugia (professore Vaccaro) circa la situazione psicologica della signora Luisa Romani e fisica del neonato T.R., il Tribunale dei minori di Perugia ha disposto il trattenimento del neonato in ospedale. Il neonato non poteva essere consegnato neanche al padre (Marco Romani) in quanto sulla base una relazione dei servizi sociali al Tribunale si sarebbe evidenziata la pericolosità del padre (Marco Romani) che avrebbe somministrato al neonato T. una sostanza venefica, rilevatasi successivamente, una sostanza omeopatica;
a seguito ditali vicende il Tribunale dei minori ha disposto l'affido del neonato ai servizi sociali, ordinando agli stessi di trovare una famiglia affidataria. Analoga disposizione è stata rivolta per il fratello del neonato H.R. Tale situazione ha influito negativamente sulla psicologia dei genitori e soprattutto della madre già segnata da una depressione post partum, che nel luglio 1995 ha tentato il suicidio;
per due anni i genitori dei minori affidati non sono riusciti a visitare i figli, nonostante che a tal fine siano stati programmati appositi incontri con i Servizi Sociali;
nel marzo del 1997 la signora Luisa Romani ha presentato due istanze presso il Tribunale dei Minori per incontrare i figli, sulle quali il citato Tribunale ha espresso una valutazione del tutto negativa.

Tale decisione è stata basata su una segnalazione dei Servizi sociali che ritenevano la signora Luisa ancora non idonea ad avere rapporti con i propri figli, malgrado fosse stata inserita in un programma terapeutico e socio-riabilitativo stabilito dagli stessi servizi in un'apposita struttura;
con sentenza 3 del 16 luglio 2002 il Tribunale dei Minori ha respinto l'opposizione proposta dai coniugi Romani avverso il decreto 22 del 29 dicembre 2000 con il quale lo stesso Tribunale ha dichiarato lo stato di adottabilità per H.R., rimasto fino ad allora con la famiglia affidataria, in conseguenza di una presunta condotta omissiva dei genitori nel periodo agosto 1997-dicembre 2000;
contro il richiamato decreto di adottabilità, nell'ottobre 2002 i coniugi Romani hanno presentano ricorso alla Corte d'Appello di Perugia che, con sentenza n. 4300 del 4 dicembre 2003, ha accolto il ricorso in questione, revocando lo stato di adottabilità del minore T., e disponendo ai servizi sociali di adoperarsi per il reinserimento del bimbo nella famiglia naturale, evidenziando anche rilevanti criticità circa i presupposti della decisione assunta dello stesso Tribunale;
al riguardo, a seguito di ulteriori perizie, la Corte ha rilevato l'inesistenza della condotta omissiva dei genitori; l'incoerenza tra la mancanza di attenzione della signora Romani verso il figlio T., ed i divieti di contatti tra i due imposti dallo stesso Tribunale; la trascuratezza che i servizi sociali hanno posto ai disturbi della signora Romani e all'invito a dimostrare la loro capacità e sensibilità aiutando i genitori ed i figli verso il reinserimento; il travisamento delle finalità dell'affidamento etero familiare; la capacità del signor Romani ad educare il figlio più grande;
la Corte di Cassazione con sentenza del luglio 2004 ha dichiarato l'improcedibilità e l'inammissibilità di due ricorsi presentati nel gennaio e nel febbraio del 2004 dalla Procura Generale di Perugia, ai sensi rispettivamente, dell'articolo 17 della legge n. 184 del 1983, e dell'articolo 373 del Cpc;
nel novembre del 2004 il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia ha deciso per l'archiviazione di una denuncia-querela presentata dai coniugi Romani nei confronti delle operatrici della ASL 2 di Perugia che avrebbero dichiarato di aver commesso involontari errori di valutazione in merito alla capacita genitoriale dei coniugi Romani;
ad oggi i figli dei coniugi Romani non sono ancora tornati in famiglia e continuano di fatto ad essere affidati a terzi, nonostante la pronuncia della Corte d'Appello che prescriveva il reinserimento nella sua famiglia originario il percorso-:
se non ritengano inaccettabile che, a distanza di circa 4 anni dalla sentenza della Corte d'Appello di Perugia, l'intricata vicenda della famiglia Romani, più volte ripresa anche dai media, sia ancora ben lontana dall'essere conclusa e che, in sostanza, la sentenza definitiva sia tuttora disapplicata -:
se il Ministro della giustizia intenda assumere le opportune iniziative ispettive presso il Tribunale dei minori al fine di un eventuale esercizio dell'azione disciplinare in ragione dell'assoluta gravità della vicenda descritta in premessa;
se, alla luce dei fatti sopra esposti, non ritengano opportuno intervenire per accertare, nei limiti delle proprie competenze, come sia stato possibile che i servizi sociali della ASL 2 di Perugia abbiano potuto agire con quello che all'interrogante appare un gravissimo livello di approssimazione;
se non intendano intervenire anche mediante iniziative normative affinché ai coniugi che si trovano in situazioni come quella descritta in premessa sia riconosciuto in via amministrativa un adeguato indennizzo per il gravissimo danno morale ed esistenziale sofferto e per le ingenti spese sopportate.
(3-00040)

Interrogazione a risposta scritta:

GRIMOLDI, ALLASIA, VOLPI e MACCANTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto «Bersani» (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 4 agosto 2006) ha imposto l'obbligo di mandare all'anagrafe tributaria l'elenco dei clienti e fornitori, esteso a tutti i professionisti, e quindi anche a medici, psicologi ed altri operatori sanitari;
questa imposizione si trasforma in una sorta di «schedatura di massa» della popolazione, costringendo, psicologi e psichiatri a portare lo Stato a conoscenza delle persone che si rivolgono a queste figure professionali;
la comunicazione di detti dati sensibili espone, anche in virtù della scarsa sicurezza degli archivi informatici, qualunque cliente/paziente di psicologi o psichiatri allo sguardo indiscreto di chi ha interesse ad avere informazioni sul suo conto;
detta «schedatura» non giova nemmeno al paziente con problematiche sanitarie più o meno sensibili, quali malattie oncologiche, andrologiche, mediche e fisioterapiche;
la SIPAP (società italiana psicologi area professionale) della Lombardia si sarebbe rivolta invano al Garante della privacy, per avere chiarimenti circa la procedura in parola che obbliga i citati professionisti a violare il segreto professionale e una serie di regole di sicurezza, imposte da leggi civili e penali;
i professionisti in parola hanno inviato la lista dei clienti con partita Iva in cura nel 2006, e a partire dal 2008, dovranno denunciare di fatto i relativi «pazienti» in cura nell'anno in corso;
paradossalmente, questa misura «contro l'evasione fiscale» potrebbe rivelarsi un boomerang per lo Stato, perché il paziente che volesse tutelare la propria riservatezza, potrebbe pretendere dal professionista sanitario l'omissione del rilascio della fattura, optando per il pagamento a «nero» -:
quali iniziative intendano intraprendere per evitare che operatori del settore medico-sanitario siano obbligati a comunicare dati sensibili, violando secondo gli interroganti il segreto professionale ed esponendo i pazienti al rischio di intromissioni nella loro privacy.
(4-00321)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

BARBARESCHI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
dal 1o giugno la società Ustica Lines ha soppresso la maggior parte dei collegamenti marittimi con le isole Eolie;
tale decisione, che, a quanto risulta, conseguirebbe alla riduzione dei finanziamenti concessi per tali servizi dalla regione Sicilia, determina una grave limitazione alle possibilità dei cittadini di raggiungere le isole stesse;
la situazione appare particolarmente preoccupante, con l'approssimarsi della stagione estiva, per le ricadute negative che può provocare sul turismo, che costituisce una delle principali risorse di tali località;
la soppressione dei collegamenti prefigura inoltre pesanti conseguenze occupazionali, considerato che la società Ustica Lines ha già preannunciato il probabile licenziamento di 87 lavoratori -:
quali urgenti iniziative intenda assumere, nell'ambito delle sue competenze, d'intesa con la regione Sicilia, al fine di

garantire il ripristino dei collegamenti della Ustica Lines con le isole Eolie.
(5-00108)

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in una fase difficile per l'economia turistica, la società concessionaria di servizio pubblico Toremar ha deliberato un ulteriore significativo aumento del biglietto dei trasporti via mare tra il continente e l'Isola d'Elba per i non residenti;
tale decisione appare immotivata nelle dimensioni e comunque inopportuna nel merito e nel momento in cui essa viene a collocarsi, stanti gli effetti negativi che può determinare nel movimento turistico verso l'Elba-:
quali iniziative si intendano assumere nei confronti di Toremar affinché sia rivista una decisione che può risultare lesiva della vocazione turistica dell'economia elbana.
(4-00316)

MIGLIORI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'ammodernamento complessivo della strada statale n. 67 in provincia di Firenze risulta indispensabile sia per la sicurezza del notevole traffico veicolare che per garantire vivibilità ai diversi centri abitati lungo tale via di comunicazione;
soprattutto per quanto concerne il tratto San Francesco-Dicomano si è da tempo in attesa della progettazione definitiva che l'Anas ha incaricato di svolgere alla Provincia di Firenze previa specifica stipula di accordo -:
quali siano i motivi dei ritardi che la Provincia di Firenze sta accumulando in merito, a quanto corrisponda la cifra che Anas ha devoluto in merito alla Provincia di Firenze, quali iniziative urgenti si intendano assumere in merito onde concretizzare celermente una indispensabile modernizzazione della rete viaria Toscana.
(4-00317)

GRIMOLDI, ALLASIA, VOLPI e MACCANTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'autodromo nazionale di Monza, che rappresenta il più importante complesso sportivo motoristico d'Italia, gode di una grande fama a livello mondiale avendo ospitato il Gran Premio d'Italia della «Formula 1» quasi ininterrottamente dal 1922;
oltre alle attività motoristiche l'impianto viene sempre più utilizzato come grande centro per lo svolgimento di attività legate al tempo libero, alla cultura e allo sport, attirando l'attenzione del turismo proveniente sia dall'Italia, sia dall'estero;
l'autodromo di Monza conferisce un'immagine di lustro a tutto il sistema Paese anche grazie al particolare contesto ambientale in cui è inserito e cioè il parco di Monza, il quale ha permesso di rappresentare le specifiche realtà locali del territorio in tutto il mondo;
molti Paesi emergenti come Cina, India e Corea hanno investito sui propri circuiti nazionali di «Formula 1», che sono divenuti vere vetrine di promozione del Paese, anche incentivando la promozione di eventi sportivi e culturali legati alla presenza dell'autodromo;
l'autodromo di Monza non ha mai ricevuto contributi governativi, almeno dal 1956 ad oggi, nonostante lo stesso sorga all'interno di uno dei parchi cintati più grandi d'Europa, le cui caratteristiche ambientali e monumentali avrebbero potuto facilitare la promozione turistica di eventi sportivi e culturali;
relativamente al circuito di Monza, la pista necessita di risorse necessarie per

l'ammodernamento e la messa in sicurezza di tale circuito, che rappresenta il palcoscenico nazionale della «Formula 1» -:
se sia nelle intenzioni del Governo concedere all'autodromo nazionale di Monza un finanziamento reperendo nel tempo più breve possibile le risorse idonee al rilancio dell'autodromo data la rilevanza che tale struttura riveste nello sport automobilistico mondiale.
(4-00319)

CERA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel mese di agosto del 2007 si è operato nel comune di Trani (BAT) il sequestro del passaggio a livello 660+820 come misura preparatoria allo svolgimento dei lavori di realizzazione di un sottopasso veicolare e pedonale nell'area in questione;
allo stato attuale i lavori in questione non risultano ancora iniziati mentre notevoli disagi vengono avvertiti dai cittadini costretti ad utilizzare percorsi alternativi che conducono ad attraversamenti inadeguati;
il passaggio a livello è ubicato in una centralissima area del comune di Trani e in particolar modo nella zona del quartiere Stadio «Alberolongo», che annovera circa 8.000 residenti e una significativa presenza di istituti scolastici e di attività commerciali, tra cui un affollatissimo mercato rionale settimanale;
oltre ai disagi logistici sopraesposti gli operatori commerciali denunciano una considerevole perdita delle vendite con conseguenti ricadute negative sull'intera economia cittadina;
numerose sono state recentemente le iniziative promosse dai comitati cittadini e autorità locali per richiedere l'intervento deciso da parte degli organi preposti per far fronte alla risoluzione della problematica, individuando misure alternative temporanee fino alla completa realizzazione del sottopasso;
il 5 luglio 2007 il prefetto comunicava di aver richiesto ulteriori notizie al sindaco e alla direzione delle ferrovie -:
se sia a conoscenza della questione sopraesposta, quale sia lo stato dell'iter dei lavori e se non intenda attivarsi con ogni strumento in suo potere per la risoluzione della problematica in questione, che reca notevoli disagi all'intera cittadinanza di Trani.
(4-00336)

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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

FARINONE, MOSCA, DE BIASI, FIANO e DUILIO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge 11 giugno 2004, n. 146, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 138 del 15 giugno 2004, istituisce la Provincia di Monza e Brianza;
l'attuale provincia comprende 50 comuni nei quali risiedono circa 800.000 cittadini;
la legge istitutiva, al comma 4 dell'articolo 2, prevede che le prime elezioni degli organi elettivi della provincia di Monza e Brianza avranno luogo «in concomitanza con il primo turno utile delle consultazioni elettorali per il rinnovo degli organi elettivi della provincia di Milano», ovvero nel 2009;
la stessa legge prevede gli stanziamenti necessari all'attuazione della neoprovincia e, ad oggi, sono stati impegnati dal Commissario di Governo circa 46 milioni di euro, per la realizzazione degli uffici periferici dello Stato in Provincia di Monza e Brianza, quali Questura, Prefettura, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco;
in data 23 luglio 2007 è diventata operativa la Camera di Commercio della

Provincia di Monza e Brianza, per rispondere alle esigenze economiche del territorio;
la Provincia di Milano ha già provveduto al reperimento dell'immobile, quale sede degli uffici operativi della neoprovincia;
in data 10 febbraio 2006, il Consiglio dei ministri, su proposta dell'allora Ministro dei Trasporti, Piero Lunardi, ha approvato un regolamento che modifica il Codice della strada con la previsione delle sigle di identificazione delle nuove province istituite nel 2004, assegnando «MB» come targa per la Provincia di Monza e Brianza;
i cittadini del territorio brianzolo da anni attendono la concretizzazione del distaccamento dell'area metropolitana milanese, al fine di raggiungere una indipendenza e una autonomia organizzativa e territoriale;
nel quarto anniversario dell'approvazione della legge autorevoli organi di informazione hanno riferito circa le intenzioni del Governo di voler inserire nella prossima legge finanziaria un provvedimento atto ad abolire le province istituite nel 2004, tra cui quella di Monza e Brianza;
tale manovra finanziaria, secondo dette fonti, consterebbe di un risparmio complessivo di poco meno di 30 milioni di euro, a fronte dei 46 milioni ormai impegnati per la sola Provincia di Monza e Brianza;
la comunità brianzola, le realtà economiche e sociali della stessa hanno creduto e si sono impegnate per la realizzazione della nuova provincia -:
se i Ministri in indirizzo intendano confermare l'ipotesi di abolizione, di congelamento e/o di sospensione di detta provincia, secondo quanto si è edotto dagli organi televisivi e di stampa, tenuto conto che l'iter di attuazione della realizzazione della Provincia di Monza e Brianza è oramai di fatto concluso.
(3-00038)

Interrogazioni a risposta scritta:

ASCIERTO. - Al Ministro dell'interno. - Per conoscere - premesso che:
l'Associazione «Vittime del Dovere» Onlus, si prefigge di rendere onore e preservare la memoria dei caduti in servizio delle Forze dell'ordine e delle Forze armate, ossia di coloro che, vittime di azioni criminose o impiegate in servizio d'ordine pubblico e di soccorso, hanno sacrificato la loro vita per servire lo Stato;
tale associazione costituita prevalentemente dai familiari delle vittime, in particolare vedove, orfani, genitori ed invalidi, ha pubblicamente espresso il proprio disagio e malessere in quanto i benefici previsti per questa particolare categoria non risultano ad oggi pienamente applicati;
i familiari dei caduti e gli invalidi versano, in molte circostanze, in condizioni, sia morali che economiche, di grave necessità;
per sanare le posizioni ancora sospese occorrerebbe un deciso impulso allo smaltimento delle pratiche di assegnazione dei benefìci previsti dalla legge n. 266 del 2005 ad oggi non ancora completate ed ancora giacenti presso il Ministero dell'interno;
le suddette norme sono state approvate in Parlamento grazie all'apporto trasversale di tutte le forze politiche nelle precedenti legislature;
occorre procedere ad attribuire concretamente le provvidenze, previste dalle recenti normative (stimolate in particolare dall'associazione Vittime del Dovere e divenute legge con l'ultima finanziaria), incomprensibilmente interpretate in modo parziale e riduttivo da parte degli uffici ministeriali preposti alla lavorazione delle pratiche;
gli stessi uffici inoltre, dislocati in varie strutture e facenti capo a più ministeri, non sono coordinati tra loro e di

conseguenza applicano in modo disomogeneo e differente le provvidenze previste alle vittime -:
se il Ministro interrogato voglia chiarire quali siano i tempi previsti per l'effettiva applicazione delle leggi in favore delle Vittime del Dovere, approvate con le ultime leggi finanziarie, in particolare la legge 266/2005, il decreto del Presidente della Repubblica 243/2006, parzialmente applicati, e le leggi 222/2007 e 244/2007, i cui benefìci sembrano ad oggi inspiegabilmente oggetto di dubbi interpretativi e che di fatto non sono stati ancora attribuiti alle famiglie;
se il Ministro interrogato voglia intervenire per una rapida definizione del testo unico per le Vittime del Dovere, allo scopo di semplificare la normativa e renderla chiara e soprattutto applicabile, possibilmente da un unico organo di controllo che coordini l'assistenza a tutte le Vittime del Dovere;
se il Ministero dell'interno voglia favorire la pubblicazione e diffusione di informazioni chiare verso gli altri dicasteri, circa i reali benefìci spettanti alle vittime e delle relative modalità di richiesta presso tutte le amministrazioni dello Stato (Prefetture, Questure Comandi generali dei vari Corpi dello Stato, Ministeri ed uffici pubblici) che si occupano di attivare o dare corso alle istanze delle Vittime del Dovere, al fine di attuare un'univoca e trasparente applicazione di tutta la normativa riguardante le speciali elargizioni, gli assegni vitalizi, il trattamento pensionistico con applicazione dei relativi benefici, le borse di studio, l'assistenza sanitaria e farmaceutica, le assunzioni obbligatorie nelle pubbliche amministrazioni, la rivalutazione delle invalidità in considerazione del riconoscimento del danno biologico e morale oltre che dell'aggravamento ed infine tutte le particolari previsioni assistenziali disposte dal decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 7 luglio 2006, ancora mai attuate.
(4-00325)

GRIMOLDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 14 febbraio 2006, con una petizione sottoscritta da 1.303 residenti, i cittadini del quarto municipio monzese, corrispondente a San Fruttuoso, per meglio fronteggiare l'emergente microcriminalità locale hanno chiesto - con una petizione diretta al Sindaco di Monza ed al Prefetto di Milano - di procedere al rafforzamento delle attività di presidio territoriale da parte delle forze dell'ordine, in particolare attivando i cosiddetti poliziotti e carabinieri di quartiere;
il 5 giugno 2006, la Prefettura ha risposto positivamente all'istanza, senza tuttavia precisare la data di avvio del servizio richiesto;
si è successivamente appreso da fonti ufficiose che si prevedeva di attivare i poliziotti e carabinieri di quartiere a San Fruttuoso al principio del 2007, senza che a queste indiscrezioni seguissero tuttavia i fatti;
il 12 marzo 2007, una nuova lettera-appello è stata conseguentemente inoltrata al Sottosegretario all'interno allora in carica Marco Minniti ed, in copia, al Sindaco di Monza ed al Prefetto di Milano, sempre per chiedere l'invio di poliziotti e carabinieri di quartiere a San Fruttuoso, tuttora senza risposta;
San Fruttuoso continua ad essere interessato da episodi di criminalità, e lungo viale Lombardia dalla presenza di malavita organizzata finalizzata allo sfruttamento della prostituzione -:
quali siano gli intendimenti del Governo in merito all'istanza rappresentata dai cittadini del Municipio monzese di San Fruttuoso.
(4-00326)

PELINO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sempre più allarmante è la situazione della violenza perpetrata a danni di donne e di minori come attestano i dati ISTAT

del 2007 sul fenomeno della violenza fisica e sessuale contro le donne, indagine iniziata 10 anni fa su mandato del Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri ed i tragici fatti di cronaca tra cui l'ultimo a Milano qualche giorno fa;
detto crimine è avvenuto davanti ad una scuola dove una ragazza minore marocchina è stata adescata da un pregiudicato e stuprata con tragiche conseguenze per la bambina, rimasta incinta e poi costretta ad abortire;
purtroppo le menti criminali vedono nelle giovani vittime elementi su cui sfogare nefasti istinti, adescandole nei pressi delle scuole, sino a commettere crimini aberranti che allarmano l'opinione pubblica e le famiglie degli studenti;
occorre garantire che le sanzioni previste dall'ordinamento vengano applicate e che i criminali vengano assicurati alla Giustizia ma, ancor più, occorre prevenire detti crimini tramite l'ausilio delle Forze dell'ordine che sorveglino le scuole per una maggior tutela dei minori -:
quali misure intenda adottare il Governo per rafforzare la lotta contro la violenza sessuale e, in generale, per prevenire i crimini a danni di minori e rafforzare la tutela degli stessi nei pressi degli istituti scolastici, con la maggior presenza delle forze dell'ordine a sorvegliare le scuole.
(4-00327)

BERNARDINI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 2 giugno 2008, Festa della Repubblica, le interroganti hanno visitato, insieme all'esponente di Rifondazione Comunista Elettra Deiana, il Centro di permanenza temporanea e assistenza (oggi Centro di identificazione ed espulsione) di Ponte Galeria (Roma);
attualmente il Centro di Ponte Galeria «ospita» circa 243 persone;
all'interno della predetta struttura vi sono situazioni molto diverse tra loro: immigrati che hanno già espiato delle condanne, altri che semplicemente non sono in regola con il permesso di soggiorno e che pertanto non hanno commesso alcun reato, altri ancora che, seppur espulsi, risultano essere anche richiedenti asilo politico, perfino cittadini comunitari. Tutti, senza alcuna distinzione, vengono «allocati» negli stessi spazi, il che, com'è facile immaginare, finisce col penalizzare le persone più deboli e vulnerabili nonché tutti coloro che non hanno commesso alcun reato;
in particolare, sono cinque i richiedenti lo status di rifugiato la cui presenza è stata da noi riscontrata nel Centro di Ponte Galeria: tre afghani (Pardes Khushal, Khan Gul e Zahir Mohammad), un iracheno (Zwyir Ali) ed un palestinese (Abdelatif Ibrahim Fatayer). Costoro, oltre ad essere, come detto, alloggiati nella stessa struttura ed in condizioni identiche a quelle di chi è trattenuto in attesa di identificazione od espulsione, non risultano avere un adeguato accesso a servizi di orientamento, informazione e tutela;
durante la medesima visita, inoltre, le interroganti hanno potuto riscontrare l'assenza di condizioni minime di vivibilità causata da alcuni, gravi, disservizi, tra cui: problemi di idraulica ed igienico-sanitari; cibo scarso e di pessima qualità; scarsità di arredi sia nelle camere che nelle cosiddette «sale per la ricreazione» (dove manca addirittura il televisore); bagni in condizioni igieniche precarie; servizio sanitario insufficiente ed inadeguato al numero degli stranieri trattenuti; attività per l'impiego del tempo e spazi per l'ascolto e la socializzazione del tutto carenti; pulizie effettuate in modo approssimativo e superficiale;
sempre all'interno della predetta struttura i vari spazi destinati all'alloggio ed ai servizi interni (quali la mensa ed i luoghi destinati alle attività ricreative) risultano essere rigidamente separati tra loro attraverso vere e proprie recinzioni

interne, il che determina una situazione di totale passività ed inattività nella vita quotidiana degli stranieri ivi trattenuti, contribuendo in modo significativo ad innalzare la tensione interna al Centro;
a tutt'oggi, pertanto, le condizioni di vita all'interno del C.i.e. di Roma sono per certi aspetti peggiori di quelle di natura carceraria, posto che le stesse non garantiscono gli standard minimi di sicurezza e vivibilità e non consentono al personale di operare in condizioni normali;
inoltre il predetto Centro risulta essere gestito da un «ente gestore» sulla base di una convenzione stipulata tra lo stesso ente gestore (associazione, cooperativa eccetera) e la prefettura territorialmente responsabile;
sulla base di questa convenzione vengono erogati all'ente gestore i fondi necessari alla gestione della struttura;
per quanto riguarda i costi di gestione non esistono tabelle tariffarie uniche, e di conseguenza ogni convenzione riporta un'erogazione di fondi differenti rispetto alle altre;
spetta al Prefetto territorialmente competente e/o al ministero dell'interno vigilare affinché si tenga alto il livello dei servizi prestati all'interno dei Centri di identificazione ed espulsione e perché ci sia omogeneità nell'erogazione degli stessi su tutto il territorio nazionale;
se all'interno del Centro di identificazione ed espulsione di Roma vengono garantiti i diritti minimi essenziali ed il rispetto delle persone che vi sono rinchiuse, con particolare riferimento ai richiedenti asilo politico;
se il Ministro interrogato non ritenga utile spostare i richiedenti asilo presso strutture più idonee;
quale convenzione sia stata attualmente stipulata per il C.i.e di Ponte Galeria con l'ente gestore;
a quanto ammontino i costi di gestione e quali rette vengano erogate per ogni singolo trattenuto nella predetta struttura;
se il livello dei servizi sia adeguato alle esigenze del Centro e se l'erogazione degli stessi risulti omogenea a quella degli altri Centri di identificazione ed espulsione presenti sul territorio nazionale.
(4-00329)

GRIMOLDI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la legge 11 giugno 2004, n. 146 ha istituito la nuova Provincia di Monza e Brianza, che costituirà materialmente i propri organi amministrativi e di autogoverno nella primavera del 2009;
in vista di tale scadenza, l'Amministrazione provinciale di Milano ha già iniziato a provvedere al distacco del necessario personale;
non si ha ancora notizia dei passi che verranno intrapresi dal Ministero dell'Interno e da quello della Difesa in relazione all'eventuale potenziamento delle dotazioni delle Forze di Polizia nel territorio della nuova Provincia, a dispetto degli oneri aggiuntivi di controllo del territorio che conseguiranno alla materiale attivazione della Provincia di Monza e Brianza -:
di quali dotazioni operative e strumentali, incluse quelle informatiche, verranno dotati i comandi territorialmente competenti per la futura Provincia di Monza e Brianza della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri.
(4-00331)

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
particolare sconcerto ed orrore si è registrato a Firenze a causa della inchiesta della locale Procura della Repubblica per

l'omicidio avvenuto anni fa di una giovane prostituta ad opera di un gruppo satanico al termine di un rito di magia nera;
per tale omicidio e successiva distruzione di cadavere sono indagati quattro giovani e le notizie in questione derivano dal rinvenimento di un diario che chiarisce gli incredibili ed agghiaccianti contorni «culturali» delle attività sataniche;
risultano drammaticamente in ascesa i casi di reati legati ad attività genericamente definibili «sataniche»;
per la particolarità ditale ritualità ed il proliferare delle stesse risulta essenziale una attività adeguata di contrasto in grado di comprendere compiutamente motivazioni e metodi di «reclutamento» per reprimere le attività criminali non certo lontanamente assimilabili ad alcun tipo di pratica religiosa -:
se non si reputi necessario istituire in sede nazionale un centro di coordinamento e divulgazione di notizie e misure, così come organizzato per altre tipologie di specificità di reato, di esame e contrasto delle attività sataniste in Italia.
(4-00334)

ANTONIO PEPE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 24 luglio 2007 il Gargano ed in particolare la zona compresa tra Peschici e Vieste è stata oggetto di un incendio che ha avuto effetti devastanti sull'intero territorio del promontorio dauno;
le zone interessate della calamità sono tra le più belle e ricche dell'intera Regione da un punto di vista ambientale e paesaggistico e sono costituite da secolari foreste che declinano verso il mare fino a diventare vegetazione tipicamente mediterranea intervallata da spiagge e rocce;
l'attività economica prevalente della zona garganica è il turismo, un settore che vede impiegati migliaia di addetti e si articola in infrastrutture di grande pregio quali numerosi alberghi, camping, residence e strutture ricettive prevalentemente localizzate nei dintorni di Peschici e di Vieste;
l'intera zona interessata dall'incendio è parte del Parco Nazionale del Gargano, una istituzione molto apprezzata dai cittadini residenti e dai turisti per la sua azione in difesa del territorio e della salvaguardia della fauna e della flora locale;
encomiabile è stata la popolazione locale che con generosità materiale e d'animo ha fronteggiato la emergenza, mitigandone gli effetti dannosi, attingendo alle risorse proprie, dando sostegno agli oltre 4.000 tra sfollati, turisti in fuga ed a quanti in questa grave situazione avevano perso beni ed averi;
altrettanto importante è stato il lavoro dei pompieri, delle guardie forestali e dei volontari nell'immane sforzo di contenere l'avanzata del fuoco, e nei giorni successivi ai fatti, dei magistrati del Tribunale di Lucera che hanno in pochi giorni iniziato le indagini per scoprire cause ed esecutori materiali di un gesto che non trova qualificazioni -:
se non ritenga di poter avviare la procedura per la concessione del riconoscimento delle alte onoreficienze al valore o al merito civile per il comune di Peschici, esempio di civico senso di solidarietà.
(4-00339)

EVANGELISTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Governo sta attuando una «politica dell'annuncio» che sempre meno corrisponde alla realtà;
il tema principale su cui questa politica si esercita è quello della sicurezza;
dal giorno dopo le elezioni politiche si sarebbe dovuto assistere all'opera alacre di Ministri e Sottosegretari intenti a trovare

modi e procedure per rispondere al bisogno di sicurezza e pubblica tranquillità dei cittadini;
nulla di tutto questo, in verità. Anzi, i reati di sangue si susseguono senza sosta: l'imprenditore Michele Orsi a Casal di Principe; il carabiniere Marco Pittone nel corso di una rapina vicino Salerno; il curatore fallimentare Costanzo Iorio a Foggia: tutti uccisi a colpi di pistola;
i giornali riportano che la 'ndrangheta di fatto controlla gli appalti della Calabria, compresi quelli delle opere di interesse nazionale come l'autostrada Salerno-Reggio;
in questo panorama le priorità del Governo sono gli immigrati (nessuno dei quali è colpevole dei fatti appena citati) e le intercettazioni telefoniche, strumento di cui privare gli investigatori -:
che cosa intenda effettivamente il Governo per «sicurezza» e quali siano le priorità del Governo in materia;
se non sia invece più giusto assumere iniziative per ampliare le facoltà investigative di magistratura e polizia;
se non ritenga di far cessare la politica dell'annuncio e adoperarsi più concretamente.
(4-00343)

MUSSOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sabato 7 giugno 2008 a Roma si è svolta una manifestazione con corteo, organizzata per sensibilizzare l'opinione pubblica sui diritti degli omosessuali, chiamata Gay Pride;
nella stessa giornata di sabato 7 giugno 2008 sempre a Roma alle ore 18,00 circa si stava per celebrare un matrimonio tra due ragazzi - meglio, tra un ragazzo e una ragazza - appartenenti alla Associazione di promozione sociale «Casa Pound» nella chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, sita al Campidoglio sopra il Carcere mamertino e adiacente al percorso del corteo;
preliminarmente alla funzione religiosa da via dei Fori imperiali, mentre stava affluendo verso il Campidoglio una mezza dozzina d'invitati, al transitare del corteo una quarantina di attivisti dell'ultrasinistra che sfilava riconosceva qualcuno degli invitati come avversario politico e dava l'assalto;
malgrado il rapporto numerico fosse favorevolissimo agli aggressori di sinistra e nonostante avessero bastoni e bottiglie, grazie al senso di responsabilità degli aggrediti tutto si è concluso senza degenerare;
incredibilmente, l'Arcigay inviava un comunicato in cui lamentava senza alcun fondamento una aggressione fascista al Gay Pride, comunicato ripreso il giorno dopo, con enfasi, dai maggiori quotidiani nazionali senza nemmeno provare a domandare a carabinieri o polizia cosa fosse in realtà accaduto;
in particolare, in articoli pieni di calunnie e fandonie si è letto di «tentativi di aggressione di un gruppo di fascisti» e ancora «Erano una ventina, raccontano alcuni partecipanti, vestiti in giacca e cravatta, sbucati fuori da via dei Fori imperiali. C'è chi dice di aver visto le lame di coltelli, chi bandiere nere con croci celtiche, ci hanno detto: vi accoltelliamo tutti. Qualche attimo di paura, spinte e niente più, e il gruppo viene fermato dalle forze dell'ordine»;
di fronte ad una così impressionante sequela di notizie infondate ed allarmistiche, che hanno il solo scopo di gettare benzina sul fuoco dell'odio e della violenza, è necessario un importante e urgente intervento del Governo a fini di rettifica -:
se possa fornire una ricostruzione dei fatti corretta e veritiera sulla base delle informazioni in possesso delle forze dell'ordine.
(4-00344)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ANTONINO RUSSO, GHIZZONI, BACHELET, COSCIA, DE BIASI, DE PASQUALE, DE TORRE, GINEFRA, LEVI, LOLLI, MAZZARELLA, NICOLAIS, PES, PICIERNO, ROSSA e SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il problema del precariato della scuola mortifica il ruolo degli insegnanti, impedisce la continuità del lavoro della scuola, la sua capacità progettuale e mette seriamente in discussione la qualità della didattica, oltre a rappresentare un danno per il futuro lavorativo di tanti giovani;
l'azione del Governo Prodi nel corso della XV legislatura ha approvato, attraverso le due leggi finanziarie, provvedimenti importanti, volti a risolvere il problema della precarietà degli insegnanti;
come noto, la legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007), ha autorizzato l'immissione in ruolo di 150.000 docenti e di 20 mila unità di personale tecnico ausiliare (Ata) nel triennio 2007, 2008 e 2009, inoltre, la legge n. 244 del 2007 (finanziaria 2008) ha previsto la stabilizzazione di circa 17 mila insegnanti di sostegno e di ulteriori 10 mila unità di personale tecnico ausiliare nel triennio 2008, 2009 e 2010;
secondo fonti ministeriali, il piano di assunzioni, così come previsto dalle suddette leggi finanziarie del precedente Governo Prodi, ha già avviato, nel giugno 2006, la stabilizzazione di 20 mila docenti e di 3.500 unità di personale tecnico ausiliare (Ata) e nel maggio 2007 la stabilizzazione di 50 mila docenti e di 10 mila unità di personale tecnico ausiliare (Ata) -:
se il Ministro interrogato intenda, per portare a compimento il piano di stabilizzazione avviato dal Governo Prodi nella scorsa legislatura, rispettare il piano di assunzioni previsto dalle suddette leggi.
(5-00109)

BOCCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
a seguito di un forte impegno di un gruppo di parlamentari, il Governo Prodi aveva stanziato due milioni di euro da suddividere tra le cinque Accademie storiche italiane, tra cui l'Accademia di Belle Arti Vannucci di Perugia;
il Governo Berlusconi, per reperire i fondi necessari all'abolizione dell'Ici e alla detassazione degli straordinari, ha tagliato senza preavviso queste risorse, 400.000 euro indispensabili ad assicurare la normale attività didattica di un'istituzione antica e blasonata come l'Accademia Vannucci;
in questa situazione l'Accademia rischia, in conseguenza secondo l'interrogante di superficialità e del mancato approfondimento della questione da parte del ministero dell'economia, la compromissione anche della semplice attività ordinaria senza comunque avere la possibilità di fare progetti e programmi a più lunga scadenza;
l'Accademia Vannucci accoglie 250 studenti di quattordici regioni italiane, quattordici Paesi di tre continenti e di trentacinque comuni dell'Umbria, una realtà estremamente composita e dal respiro internazionale, che vive sul filo di lana di risorse già risicate che oggi rischiano l'azzeramento;
questi studenti hanno lo stesso diritto allo studio di quelli universitari, dato che il titolo è equivalente -:
quali iniziative il Ministro intenda intraprendere per ripristinare le risorse già previste dal precedente Governo e garantire il funzionamento di un fiore all'occhiello della cultura e dell'arte italiana quale l'Accademia di Belle Arti di Perugia.
(5-00111)

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, ZAMPARUTTI, BELTRANDI, MECACCI e BERNARDINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nel corso del 43o congresso nazionale della SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica) è stato presentato il «Progetto censimento» relativo alle Tecnologie Sanitarie e Sistemi Informatici (RIS-PACS) in uso presso le Unità Operative ed inoltre alle risorse umane impiegate (Medici Radiologi ed altre figure professionali coinvolte) che verrà interamente sviluppato in un arco di 4 anni, su 1.550 strutture (950 pubbliche e 600 private). I dati rilevati, costituiranno la base per una programmazione necessaria al continuo adeguamento strutturale dell'offerta sanitaria alle esigenze emergenti, sia rispetto ai bacini di utenza sia rispetto alla coerenza con un quadro di sostenibilità finanziaria;
dal novembre 2007 ad oggi sono state censite le strutture delle prime sei Regioni e Province Autonome (Marche, Toscana, Sicilia, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, Regione Autonoma della Valle d'Aosta). I dati, sono relativi a 175 strutture pubbliche (di ricovero e ambulatoriali), per un totale di 193 Unità Operative. Presso le strutture censite nelle sei aree geografiche coinvolte sono state erogate, nel 2006, oltre 8 milioni di prestazioni radiologiche. Complessivamente, il 44 per cento delle apparecchiature installate ha meno di 5 anni, mentre il 23 per cento ha oltre 10 anni. La vetustà è invece maggiore negli apparecchi di RX tradizionale (oltre il 40 per cento degli apparecchi ha più di 10 anni, ma alcune arrivano ad averne oltre 40);
a detta del Professor Roberto Lagalla, Ordinario di diagnostica per immagini e radioterapia all'Università di Palermo ed ex assessore regionale alla Sanità in Sicilia e presidente uscente della Sirm «il censimento in corso conferma le preoccupazioni in merito alla vetustà delle attrezzature radiologiche installate in Italia: solo il 44 per cento di esse ha un'età inferiore a 5 anni (limite di obsolescenza tecnologica) mentre il 23 per cento ha più di 10 anni, con punte di oltre 40 anni per alcuni impianti di radiologia tradizionale. In realtà non dovrebbero esistere rischi di esposizione incongrua alle radiazioni in quanto le apparecchiature vengono sottoposte a periodici controlli fisici e dosimetrici, piuttosto delle perplessità insorgono in merito alla capacità di idoneità diagnostica delle attrezzature più datate, con particolare riferimento ai mammografi (utilizzati per lo screening del carcinoma mammario): solo il 35 per cento di questi ultimi può essere considerato di avanzata generazione (meno di 5 anni)». Inoltre, rileva il Professor Lagalla, «In Italia si osserva una crescita esponenziale della domanda di esami diagnostici che utilizzano radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, alla quale è pressoché impossibile fornire una tempestiva risposta, nonostante gli sforzi di adeguamento delle risorse umane, tecnologiche e dei modelli organizzativi in radiologia» con la conseguenza di una «lievitazione incontrollata della spesa sanitaria, l'allungamento delle liste d'attesa, l'incremento delle prestazioni diagnostiche rese in ambienti sanitari non sempre qualificati e con attrezzature adeguate, il possibile incremento della dose radiante alla popolazione, la saturazione professionale degli specialisti e il prevedibile innalzamento del rischio di errore diagnostico» -:
se e quali iniziative intenda adottare ovvero se intenda dare seguito alle proposte del Professor Lagalla e della SIRM che, tra l'altro, propongono:
a) promozione del principio di «giustificazione clinica» delle prestazioni;
b) informazione ed educazione sanitaria

sugli effetti indesiderati delle radiazioni ionizzanti;
c) un colloquio continuo con le istituzioni per promuovere il potenziamento delle risorse umane e tecnologiche e l'aggiornamento professionale continuo dei radiologi.
(4-00318)

FARINA COSCIONI, MECACCI, BERNARDINI, ZAMPARUTTI, BELTRANDI e GIULIETTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nel 2003 l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) decideva di sperimentare sull'uomo un vaccino anti-AIDS basato sulla proteina ricombinante HIV-1 TAT, responsabile la dottoresa Barbara Ensoli nella sua qualità di direttrice del reparto AIDS dell'ISS;
la TAT è una proteina regolatoria «chiave» del virus HIV-1, prodotta in fase precoce, subito dopo l'infezione, indispensabile per la successiva espressione dei geni virali, per la trasmissione del virus da cellula a cellula e per la progressione della malattia. L'efficacia di un vaccino anti-AIDS basato sulla proteina regolatoria TAT di HIV-1 aveva precedentemente dimostrato di indurre una risposta in grado di controllare l'infezione da HIV-1 nel modello della scimmia;
nel 2003 furono avviati due protocolli di sperimentazione sull'uomo: P-001 che prevedeva l'arruolamento complessivo di 32 volontari adulti sani non infettati da virus HIV-1 e T-001 che prevedeva l'arruolamento complessivo 56 volontari adulti infettati dal virus HIV-1. La durata di ciascun studio doveva essere di 24 settimane (6 mesi) e per entrambi vigeva l'obbligo del doppio cieco (nella Procedura denominata doppio cieco entrambi, il medico che somministra e il paziente che assume il farmaco, non conoscono il trattamento applicato. Ciò al fine di evitare che i risultati della ricerca vengano influenzati dalla consapevolezza del trattamento assegnato o ricevuto. Tale modalità, evitando che sia noto se si è assunto o somministrato un farmaco piuttosto che un placebo, costituisce il livello di neutralità più rigoroso);
in un verbale dell'11 luglio 2005, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) incaricata dell'ispezione sugli studi clinici svolti dichiarava che durante l'ispezione erano state riscontrate 7 deviazioni critiche e 3 deviazioni maggiori, tutte di competenza del promotore della sperimentazione ossia l'ISS;
in particolare due deviazioni critiche riguardavano l'interruzione dell'arruolamento dei soggetti in sperimentazione - in totale furono arruolati solo 47 volontari su 88 - senza aver acquisito il parere del Comitato etico. Inoltre, altre due deviazioni critiche sempre relative ad entrambi i protocolli più due deviazioni maggiori riguardavano la mancanza presso il centro sperimentale dei dati originali di alcune analisi previste dal protocollo e fondamentali per lo studio. Altre deviazioni riguardavano la produzione dell'importazione del vaccino stesso. Il verbale si concludeva richiamando l'attenzione sulla necessità che l'interruzione anticipata dell'arruolamento dei volontari fosse connotata come emendamento sostanziale e come tale andava sottoposto alla valutazione del Comitato etico;
inoltre nel verbale risultava l'impossibilità da parte dei sanitari dello Spallanzani di inoculare nel 70 per cento dei volontari sani e nel 100 per cento dei volontari con infezione da HIV la dose prevista del vaccino pari ad 1 ml, pertanto gli sperimentatori non sono in grado ora di stabilire che il vaccino non sia tossico alle dosi inoculate in quanto esse non sono precisamente note. Si rileva da detto verbale che la difficoltà alla inoculazione del vaccino è stata attribuita ad un difetto della produzione e non ai medici sperimentatori;
in risposta ad una lettera del dottor Nello Martini (Direttore generale dell'AIFA), datata 26 luglio 2005, il professor

Fernando Aiuti, immunologo all'Università La Sapienza nonché membro dell'équipe di sperimentatori del vaccino in questione, scrisse tra gli altri al dott. Martini, al professor Garaci (Presidente dell'ISS) per conoscenza alla dottoressa Barbara Ensoli per ribadire alcuni rilievi del verbale dell'AlFA, in particolare l'interruzione anzi tempo della sperimentazione che aveva portato al dimezzamento dei soggetti volontari arruolati rispetto ai protocolli;
inoltre, accanto alle deviazioni riscontrate dall'AlFA il professor Aiuti rilevava personalmente che l'interruzione era avvenuta perché erano trascorsi i mesi previsti dallo studio senza che si fosse riusciti a raggiungere l'obiettivo prefissato di 88 volontari: il primo volontario era stato arruolato il 5 aprile 2004 per il protocollo P-001 e il 23 marzo 2004 per il protocollo T-001, entrambi gli studi dovevano durare 6 mesi, ma il 5 novembre 2004 l'arruolamento si fermò a 20 soggetti su 32 previsti per il protocollo P-001 e il 3 dicembre 2004 l'arruolamento si fermò a 26/56 soggetti per il protocollo T-001;
in più, dal momento che, al contrario, la dottoressa Ensoli sosteneva che gli obiettivi della sperimentazione erano stati raggiunti (a dispetto di quanto documentato dall'AIFA) ciò doveva interpretarsi come una violazione dell'obbligo del doppio cieco perché quando erano stati diffusi i risultati sulla sicurezza e immunogenicità l'ISS non doveva aver aperto il cieco perché non c'era stata alcuna approvazione etica né statistica dell'emendamento relativo all'interruzione dell'arruolamento in entrambi gli studi ovvero i risultati erano stati letti prima del termine previsto per la sperimentazione;
secondo il professor Aiuti la diminuzione del numero dei soggetti arruolati ed in particolare quella dei soggetti con infezione HIV-1 avrebbe alterato profondamente ogni interpretazione statistica pertanto chiedeva ai responsabili dell'AIFA e ai responsabili statistici dell'ISS se riducendo del 50 per cento il numero dei soggetti arruolati si potessero ritenere validi i dati sulla sicurezza. Quanto descritto dal professor Aiuti risulta anche da una recente dichiarazione del professor Ferdinando Dianzani, attuale Presidente del Comitato Etico dell'IRCS Spallanzani ed allora anche Presidente della Commissione Nazionale per la lotta contro l'AIDS del Ministero della Salute;
con riferimento alla fase II della sperimentazione, prevista in Sud Africa, sempre nella sua lettera il professor Aiuti chiedeva quale Comitato etico avrebbe autorizzato un'ulteriore sperimentazione nel continente africano, dati anche, tra gli altri, alcuni problemi tecnici di preparazione, conservazione e inoculazione del vaccino come descritti nella lettera sopra menzionata;
nonostante tali deviazioni e rilievi espressi a voce e per iscritto tanto in fase di ispezione che di dibattito scientifico, l'ISS ha autorizzato comunque la dottoressa Ensoli a passare alla fase II in Sud Africa;
quanto agli effetti collaterali, secondo lo stesso scopritore del virus dell'AIDS, Robert Gallo, la Tat attiva usata dall'ISS è potenzialmente tossica (si legga intervista comparsa sull'Espresso del 22 novembre 2007). Inoltre, lo stesso Espresso denuncia che i risultati della sperimentazione non sono mai stati pubblicati su una rivista di rilievo scientifico internazionale, mentre si sarebbero verificati effetti collaterali gravissimi quali un caso di paresi facciale e un altro problema muscolare importante, come rivelato da Ferdinando Dianzani, presidente del Comitato etico dello Spallanzani di Roma, uno dei quattro centri dove si è svolta la sperimentazione;
le critiche non sono state effettuate soltanto dall'AlFA e dal professor Aiuti, ma anche da altri scienziati che hanno partecipato alla sperimentazione in fase I come il professor Adriano Lazzarin, direttore della Divisione Malattie Infettive dell'IRCS San Raffele di Milano. Tanto il professor Lazzarin che il professor Wigzell, scienziato svedese di fama internazionale, hanno dichiarato che la dottoressa

Ensoli ha risposto alle critiche scientifiche mosse in convegni internazionali ed ha addirittura minacciato di querelare il professor Aiuti se avesse fatto domande, cosa che poi è avvenuta nel maggio 2007;
quanto ai fondi, secondo varie fonti, tra cui la prestigiosa rivista scientifica Science (volume 317 del 10 agosto 2007), in tutto sarebbero stati stanziati dal Governo italiano 52 milioni di euro, di cui 21 milioni di euro dal Ministero della Sanità per la sperimentazione in Italia e 31 milioni per un programma generale contro l'AIDS in Sud Africa, programma che include appunto anche la fase II della sperimentazione. Nessuno dei due fondi è stato sottoposto al sistema di peer-review che prevede la valutazione dei progetti da parte di referees/revisori anonimi, competenti nella materia scientifica del progetto e indipendenti dal proponente del progetto stesso. Grazie a questo metodo si assicura il buon uso delle risorse pubbliche, salvaguardando tanto la qualità e competitività scientifica (migliore scienza), quanto ovvi principi economici (miglior uso del denaro, miglior aspettativa di ricadute applicative), politici (pari opportunità, libertà della ricerca, trasparenza, sottrazione della pubblica amministrazione da pressioni indebite e conflitti di interesse), e di sviluppo e valorizzazione umana e sociale (tutte le cose precedenti insieme);
sul Sole 24 Ore di domenica 11 novembre 2007 si fa riferimento a quanto scritto nella rivista Science e allo stanziamento di 21 milioni di euro e di altri 31 per l'avvio della sperimentazione di Fase 2 del vaccino TAT. Il 18 novembre, Enrico Garaci, presidente dell'ISS, sempre dalla pagine dello stesso quotidiano, replicando all'articolo dell'11 novembre, con una lettera ha dichiarato che: «le cifre meritano un'analisi e non una strumentalizzazione. Intanto i soldi stanziati finora sono stati sette milioni che verranno utilizzati per portare avanti la sperimentazione vaccinale di fase 2 in Italia e in Sudafrica, mentre un budget totale di circa 30 milioni di euro riguarda il «Programma di sostegno al Ministero della Sanità del Sudafrica per la realizzazione del programma Nazionale di risposta globale all'HIV/AIDS nelle zone di confine tra Sudafrica e Paesi circostanti e in regioni di sviluppo selezionate» -:
se i ministri interrogati non ritengano opportuno nel rispetto del principio di trasparenza ed equità spiegare:
a) per quale motivo è stato deciso di passare alla fase II della sperimentazione del vaccino TAT contro l'AIDS, nonostante siano state rilevate numerose deviazioni nonché in più sedi sia stata espressa preoccupazione sul rigore scientifico ed etico del progetto della dottoressa Ensoli e della sperimentazione in fase II;
b) quale sia l'esatto ammontare dei fondi stanziati per tale progetto: quindi 52 milioni di euro come scritto da Science (vol. 317 del 10 agosto 2007) e su Il Sole 24 Ore (11 novembre 2007) o 37 milioni come affermato da Garaci nella lettera pubblicata sempre su Il Sole 24 Ore il 18 novembre e quale sia il decreto con cui sono stati disposti questi finanziamenti;
c) riguardo le dichiarazioni del professor Enrico Garaci, contenute sempre nella lettera del 18 novembre, in cui dichiara che una parte dei fondi serviranno a «costituire uno stabilimento per la produzione del vaccino HIV», se non si ritenga di chiarire nei termini precisi quale sia la parte di fondi destinata alla sperimentazione del vaccino in fase II e su quali dati si possa programmare la costruzione di uno stabilimento di produzione del vaccino HIV prima ancora di avere i risultati che il vaccino funzioni e che abbia superato le fasi II e III;
se la sperimentazione di un vaccino anti-AIDS in Africa rientri tra i progetti finanziabili con fondi del Ministero degli Esteri per la cooperazione allo sviluppo;
se non sia comunque necessario sottoporre progetti di questa entità scientifica, etica e finanziaria al sistema della peer review, coinvolgendo nella valutazione

dei progetti finanziati eminenti ricercatori internazionali e indipendenti allo stesso ISS.
(4-00322)

FARINA COSCIONI, MECACCI, BELTRANDI, BERNARDINI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in un articolo apparso il 10 giugno su Repubblica.it dal titolo «Milano, clinica dell'orrore. Oggi i primi interrogatori» si legge tra l'altro che «Più che una clinica, la struttura situata nel centro di Milano, negli ultimi due anni sembra essere stato un vero e proprio laboratorio di mostruosità. Il comune obiettivo di tutti i reparti era quello di operare il più possibile, anche dove non c'era necessità, pur di raccattare soldi dal Servizio sanitario nazionale. Il nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha preso in esame due anni di cartelle cliniche, quattromila a campione, su un totale di cinquantacinquemila. Avrebbero fruttato un profitto illecito di oltre 2,5 milioni di euro. (...) Le accuse vanno dalla truffa al falso per finire alle lesioni e all'omicidio, aggravato dalla crudeltà. Secondo la convinzione dei pubblici ministeri Grazia Pradella e Tiziana Siciliano, 88 pazienti avrebbero subito un intervento inutile, lesioni gravissime, anche su malati terminali. Altri cinque sarebbero addirittura morti in seguito a un'operazione fatta esclusivamente per far lievitare i conti da presentare al Servizio sanitario nazionale»;
il sistema dei DRG o ROD (Diagnosis-related group, Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi) è un sistema di classificazione dei pazienti ospedalieri finalizzato al contenimento della spesa sanitaria. Il principio è quello di erogare da parte dello Stato un certo quantitativo di risorse definite alla fine di una determinata diagnosi. Il DRG viene attribuito ad ogni paziente tramite un software DRG-grouper a seguito del rilascio della scheda di dimissione ospedaliera (SDO). Si basa su un sistema di classi di malattie compreso tra 0 e 492, a loro volta incluse in macrocategorie simili per consumo di risorse, profilo clinico e durata della degenza;
il sistema dei DRG o ROD è stato introdotto in Italia circa 15 anni fa come metodo di rimborso delle prestazioni ospedaliere: ogni ospedale viene remunerato sulla base del valore della prestazione (esame diagnostico, intervento, terapia) per tipo di patologia, invece che per i giorni di ricovero. È dunque in sé un ottimo strumento, perché ha azzerato i tempi di ricovero inutile e ha messo fine al concetto dell'ospedale come «parcheggio» per quei malati (soprattutto quelli più anziani) che necessitano più di assistenza amorevole che di terapie. Tuttavia - sostiene l'ex Ministro della Sanità Umberto Veronesi - «poiché esistono tabelle di riferimento ben precise per i rimborsi, può accadere che gli ospedali decidano i trattamenti per il paziente più sulla base di ciò che conviene economicamente che su quello che conviene alla guarigione del malato. L'aggravante è che qualche chirurgo può sentirsi tentato a eseguire interventi non strettamente necessari per includere la prestazione nelle fatidiche tabelle. Ad esempio, nel campo del tumore al seno, succede che vengono operati noduli benigni che non hanno necessità di essere asportati; lo stesso succede per molte formazioni di natura benigna dell'utero o di altri organi. Va detto che in medicina esistono casi-limite, vale a dire situazioni in cui la decisione se operare o non operare non ha parametri certi. L'aiuto al medico in questi casi dovrebbe venire dalle linee guida, che sono indicazioni a procedere universalmente riconosciute e condivise dalla medicina e che da qualche anno hanno sostituito i "protocolli" (che davano istruzioni chiare ma rigide su ogni caso). Nelle linee guida è molto difficile essere perentori, quindi il medico si trova di fronte a orientamenti più che a regole precise e molto spazio

viene lasciato alla sua discrezionalità e alla sua etica» -:
se intenda procedere ad revisione periodica e sistematica delle tabelle dei Drg, perché siano effettivamente allineate agli ultimi progressi della medicina e della chirurgia;
se intenda procedere all'aggiornamento delle linee guida, in modo che obblighino moralmente il chirurgo a osservare i limiti all'intervento medico imposti dal rispetto della dignità e della globalità della persona malata;
se intenda procedere a rafforzare l'obbligatorietà dell'aggiornamento dei medici.
(4-00323)

FARINA COSCIONI, MECACCI, BERNARDINI, ZAMPARUTTI, BELTRANDI e GIULIETTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nel novembre 2001 il Ministero della Salute istituiva, presso l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) la Commissione nazionale cellule staminali, presieduta da Enrico Garaci, presidente dell'ISS. Come diffuso nel comunicato numero 442, la Commissione risultava composta da 12 membri e per tre anni avrebbe dovuto «decidere la destinazione ai diversi progetti di ricerca del finanziamento annuale di 5 miliardi stanziato dalla legge 23 dicembre 2000 per ciascuno dei tre anni (2001, 2002, 2003), al fine di attuare un programma di ricerche sperimentali e cliniche sulle cellule staminali». Si parla quindi di 5 miliardi di lire per anno pari a circa 2,5 milioni di euro, totali 7,5 milioni sui tre anni;
l'assegnazione dei fondi avrebbe dovuto avvenire sulla base di progetti della durata di un biennio presentati a seguito di tre bandi pubblici;
come peraltro dichiarato in una precedente interrogazione n. 5-00014 al primo bando che fu pubblicato solo nel 2003 - e non nel 2001 come programmato - molti dei progetti giudicati e finanziati dalla commissione nazionale cellule staminali risultavano sottoposti dagli stessi membri della commissione;
in seguito all'attribuzione dei fondi è emersa la poca trasparenza con cui questi sono stati assegnati e l'evidente conflitto d'interesse esistente tra la composizione della commissione e la presentazione di progetti avvenuta da parte degli stessi membri della commissione e da singoli ricercatori da loro diretti;
la poca trasparenza è stata confermata dalle risposte date a due interrogazioni. In particolare con riferimento all'interrogazione n. 5-00014: «Procedure per l'aggiudicazione da parte della Commissione sulle cellule staminali, istituita presso l'Istituto Superiore di Sanità», il Ministero della Salute ha affermato: «L'Istituto precisa che la Commissione ha promosso un primo bando per progetti di ricerca biennali, finanziati per oltre 11 milioni di euro nel 2003. Su un totale di 137 progetti presentati ne sono stati finanziati 82. In questa occasione 7 progetti risultano presentati dai membri della Commissione e ciascun componente della Commissione ne ha presentato solo uno; come da regolamento, taluni membri della Commissione hanno collaborato ad un secondo progetto presentato da un altro ricercatore indipendente; questo ricercatore era titolare e responsabile del progetto, mentre il membro della Commissione svolgeva un ruolo ancillare del tutto secondario»;
su un'ANSA del 26 novembre 2007 si legge che: «Il consuntivo, definito dall'ISS «quanto mai lusinghiero e positivo», è il risultato del Programma nazionale da 17 milioni, gestito dalla Commissione nazionale sulle cellule staminali, nominata dal Ministro della Salute, presieduta dal presidente dell'ISS e composta da esperti italiani del settore. Gli 82 progetti, prosegue l'ISS, sono selezionati dai 137 presentati e finanziati in seguito al bando pubblico per i progetti di ricerca biennali (2003-05)»;
lo scorso novembre 2007 sul sito ISS, alla pagina http://www.iss.it/pres/primlcont.php?id=800&lang=1&tipo=6

vennero inseriti gli elenchi dei destinatari dei finanziamenti senza peraltro indicare l'ammontare assegnato a ciascun gruppo-unità operativa;
in relazione a questo elenco dei prodotti ottenuti con il primo bando, si fa notare che sono stati inseriti, come prodotti del finanziamento erogato dalla Commissione 2001 presieduta dall'ISS, anche: (a) risultati pubblicati prima che il finanziamento stesso diventasse operativo (sono stati inclusi nel conteggio articoli pubblicati nel 2003, quando il finanziamento decorreva dal 17 dicembre 2003); (b) risultati (manoscritti) non finanziati da ISS, come riscontrabile nelle stesse pubblicazioni; (c) pubblicazioni che risultavano finanziate da almeno 5-6 enti differenti (oltre a ISS). Ciò risulta ancor più anomalo se si considera che l'ISS con suo comunicato del 26 novembre 2007 dichiarava che era stato raggiunto lo straordinario risultato di 261 pubblicazioni con impact factor cumulativo pari a 1.773 mentre a una più attenta analisi da parte di esperti risultano solo 126 articoli imputabili ai progetti finanziati con fondi ISS, con un impact factor totale di 167;
quanto al secondo bando per i progetti 2005 - e non il 2002 come inizialmente previsto - in assenza di notizie certe e di un'adeguata pubblicità, negli ambienti scientifici italiani si pensava solo che la scadenza sarebbe stata novembre 2004, con approvazione prevista per marzo-aprile 2005. Sul sito dell'ISS comparve un documento che nessuno è mai stato in grado di aprire;
in risposta alla seconda interrogazione, n. 5-01349: «Attività della Commissione nazionale sulle cellule staminali», il Ministero della Salute affermava che: «Al primo bando ha fatto seguito un secondo bando. Tale bando verteva sullo "Sviluppo di uno o più prototipi strutturali, organizzativi e gestionali di banche di cellule staminali umane". Nel 2003 detto bando è stato vinto dal Centro-prototipo dell'Ospedale Maggiore di Milano, che è il più qualificato in Italia per il bancaggio delle cellule staminali. Anche il secondo progetto è concluso. Non risulta invece l'esistenza di un terzo bando, che non è stato mai proposto né discusso dalla Commissione nazionale. In effetti, dopo il secondo bando, i fondi a disposizione della Commissione erano esauriti» -:
quanti soldi pubblici siano stati erogati in tutto dalla decaduta Commissione nazionale cellule staminali: 7,5, 11 o 17 milioni di euro?;
nel caso siano stati erogati più di 7,5 milioni di euro, quali siano i decreti che hanno aumentato la cifra inizialmente programmata e in base a quali considerazioni;
quale ammontare di finanziamento sia stato ricevuto da ciascun gruppo/unità operativa per i progetti presentati al primo bando, come da tabella pubblicata lo scorso novembre 2007 sul sito ISS e quale ammontare di finanziamento sia stato assegnato ai gruppi che applicavano come «Co-responsabile» di un progetto assegnato ad un ricercatore «Responsabile»;
che cosa ne sia stato del secondo bando e quindi quali ricercatori afferenti «al Centro-prototipo dell'Ospedale Maggiore di Milano» siano stati finanziati, con quale entità del finanziamento, su quale progetto di ricerca specifico e con quali prodotti scientifici finali;
quanti fondi siano stati distribuiti con il primo bando e quanti con il secondo bando posto che inizialmente i fondi avrebbero dovuto essere distribuiti in base a tre bandi, mentre essi sono stati erogati totalmente su due soli bandi.
(4-00337)

FARINA COSCIONI, MECACCI, BERNARDINI, ZAMPARUTTI e BELTRANDI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che il direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Nello Martini, e una

dirigente dell'ufficio autorizzazioni al commercio dell'Agenzia, Caterina Gualano, hanno ricevuto un avviso di garanzia, nell'ambito dell'inchiesta sui test falsificati partita dalla Procura di Torino e poi allargatasi a quella di Roma. Le ipotesi di reato della maxi-inchiesta sono: ricerche e sperimentazioni falsificate sui farmaci; funzionari pubblici corrotti; informazioni mai arrivate, o date con molto ritardo, sugli effetti collaterali di alcune medicine, grazie all'appoggio interessato di chi avrebbe dovuto vigilare;
secondo l'inchiesta, guidata dal giudice Guariniello e dai carabinieri dei Nas di Torino, tra le decine i farmaci di cui potrebbe essere stato alterato l'iter di autorizzazione è compreso l'Aulin;
l'Aulin è un noto anti-infiammatorio contenente la molecola nimesulide di cui l'Italia è il Paese con il più alto consumo in Europa. Nonostante sia venduto nelle farmacie italiane anche come farmaco generico, non è stato mai approvato in Giappone o negli Stati uniti, mentre è stato sospeso nel 2002 in Spagna ed in Finlandia dopo 66 casi di danni epatici ed un decesso, e nel 2007 in Irlanda dopo che 6 pazienti subirono un trapianto di fegato. In Italia nessun effetto hanno invece ottenuto i vari allarmi tra cui quello lanciato nel maggio 2007 dal Convegno dei Medici Internisti Italiani e dal presidente della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, dopo i numerosi episodi di pazienti con danni al fegato e all'apparato gastroenterico causati dalla molecola nimesulide;
il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha immediatamente disposto la «costituzione di una Commissione d'indagine tecnico-amministrativa sull'Aifa in relazione ai profili della tutela della salute dei cittadini e a quelli dell'efficienza del sistema interno di procedure e controlli con particolare attenzione alle tipologie di atti oggetto di indagine» e che dovrà fornire le prime valutazioni nel tempo di una settimana ed un più completo rapporto entro il 31 luglio 2008 -:
se per l'immediato non ritenga che sia opportuno, in via precauzionale, sospendere almeno la commercializzazione dei prodotti contenenti la molecola nimesulide e rendere immediatamente disponibili le prime valutazioni della Commissione d'indagine tecnico-amministrativa sull'AIFA;
se, a prescindere dalle indagini giudiziarie, non sia comunque necessario garantire maggiore trasparenza nei procedimenti di approvazione dei farmaci.
(4-00338)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
è ormai da dieci giorni in atto una massiccia e preoccupante protesta da parte dei pescatori italiani nei confronti dei prezzi esorbitanti del gasolio ed a favore di misure in grado di rendere più remunerativa e competitiva l'attività in questione;
tale protesta coinvolge ormai l'intera economia turistica in un periodo quale quello estivo fondamentale per ristoranti ed alberghi situati in zone balneari quali Viareggio e la Versilia ove ormai il blocco dei pescherecci è totale-:
quali iniziative immediate si intendano assumere - anche di concerto con l'UE - per addivenire rapidamente ad una soluzione delle problematiche essenziali della pesca così clamorosamente emerse.
(4-00328)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

TOCCAFONDI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa sulle valutazioni attribuite dal Comune di Firenze a: dirigenti, posizioni organizzative e dipendenti per la corresponsione del premio incentivante previsto dalla contrattazione decentrata, su 4469 dipendenti esaminati solo 264 sono stati esclusi dalla percezione del premio incentivante a seguito di valutazioni negative o per aver compiuto assenze in numero elevato;
i lavoratori di ruolo presso il Comune di Firenze sono 5.165 e dopo alcune esclusioni a norma di contratto (dirigenti, posizioni organizzative, dipendenti scolastici e addetti alle segreterie degli assessori e dei gruppi consiliari), il premio incentivante spetta a 4.418 di loro e contando anche i dipendenti che sono andati in pensione nel corso dell'anno, il numero sale a 4.469, per un premio complessivo di cinque milioni e centomila euro;
il premio di produttività dell'ente Comune di Firenze fa parte del salario accessorio e risulta strutturato: per il 20 per cento assegnato sulla base della produttività di sistema, cioè al raggiungimento degli obiettivi generali della macchina comunale e per l'80 per cento è legato a obiettivi specifici, quelli che all'inizio dell'anno vengono stabiliti nel Peg, il piano economico di gestione, dai dirigenti;
per come è stato calcolato al premio, non ha diritto chi non ha lavorato in un anno almeno settanta giorni. È poi necessario, per la quantificazione del premio, superare una «valutazione» che viene fatta dal dirigente del settore e dalle Posizioni organizzative che tengono conto di almeno quattro campi di valutazione. Capacità di rapporto con l'utenza. Aggiornamenti eseguiti. Valutazione sulla assunzione di responsabilità nello svolgimento del lavoro. E alla fine i "voti" possibili sono quattro: Limitato, Sufficiente, Buono e Ottimo. Dei 4.205 dipendenti esaminati, 6 sono stati classificati come «limitati», 23 si sono dimostrati «sufficienti», 140 devono accontentarsi di un dignitoso «buono» e in 4.036 si sono invece assicurati un bell'«ottimo»;
fra coloro che hanno preso ottimo ci sono 91 impiegati dalla categoria A (gli addetti ai servizi generali), per loro il premio sarà di 980 euro lordi (con una percentuale di tasse abbastanza alta), poi ci sono 329 appartenenti alla categoria B1 (gli esecutivi polivalenti) che in busta paga avranno 1.029 euro. Poi ci sono 524 impiegati B3 (addetti amministrativi) e per loro il premio sarà di 1.174 euro. Nella categoria C (la prima fascia tecnica, i diplomati) in 890 avranno 1.296 euro. I laureati da premio nella categoria D1 sono 856 e avranno in busta 1.500 euro. In fine i 30 funzionari (D3), per loro fra le voci dello stipendio ci sono 1.912 euro -:
se esistono linee guida nazionali alle quali gli enti locali sono tenuti ad attenersi per la valutazione dei dipendenti e la corresponsione dei premi incentivanti;
se le valutazioni e i criteri adottati dal Comune di Firenze per il premio incentivante previsto dalla contrattazione decentrata siano in linea con tali linee guida.
(4-00342)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Governo Prodi concluse positivamente un accordo col Governo Algerino per la fornitura di gas tramite un gasdotto gestito dal Consorzio Sonatrach che, nonostante l'approdo continentale di tale gasdotto sia previsto in Piombino, non prevede alcuna partecipazione toscana a tale consorzio connotando tale regione come semplice territorio di transito estraneo ai relativi benefici energetici;

rilevasi che il presidente della Regione Toscana Claudio Martini chiede oggi, nell'ambito di dieci questioni da sottoporre al Governo sotto l'egida Pacchetto Toscana, che la Toscana sia comunque inserita all'interno del Consorzio Sonatrach -:
quali decisioni in materia, correttive delle scelte che all'interrogante appaiono contrarie agli interessi della Toscana precedentemente assunte dal Governo Prodi, si intendano assumere per permettere alla Toscana non solo di essere semplice sede di transito del gasdotto algerino bensì anche beneficiari.
(4-00332)

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Apposizione di firme a risoluzioni.

La risoluzione in Commissione Laboccetta ed altri n. 7-00004, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 maggio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Savino.

La risoluzione in Commissione Sani ed altri n. 7-00009, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 giugno 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Di Giuseppe, Favia, Rota.

Pubblicazione di un atto riformulato.

Si pubblica il testo riformulato della mozione Damiano n. 1-00006, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 9 del 27 maggio 2008.

La Camera,
premesso che:
come noto con l'approvazione della legge 24 dicembre 2007, n. 247 si è provveduto a dare attuazione al Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale;
tale obiettivo legislativo è stato il risultato di un lungo e complesso lavoro concertativo con le parti sociali e che ha visto il coinvolgimento attivo di milioni di lavoratori e pensionati, attraverso un'apposita consultazione;
l'equilibrio del Protocollo presuppone il varo delle norme necessarie alla sua attuazione integrale;
tra le misure per cui mancano ancora le norme attuative vi è il delicato tema dei così detti lavori usuranti, per il quale la citata legge n. 247 del 2007 prevede il conferimento di una delega legislativa, da esercitarsi entro il 31 maggio 2008;
il Governo Prodi, in fase di conclusione del suo mandato e dopo il vaglio della Ragioneria dello Stato, predisponendo nel mese di aprile 2008 lo schema di decreto legislativo per la disciplina sui lavori usuranti, ha consegnato al futuro Governo questo importante provvedimento a vantaggio dei lavoratori e delle imprese;
il termine per l'esercizio della suddetta delega risulta ormai scaduto,

impegna il Governo

ad adottare con la massima urgenza, ferme restando le prerogative del Parlamento, le iniziative normative volte a dare attuazione ai principi ed alle finalità previste, in materia di lavori usuranti, dal protocollo del 23 luglio 2007, così escludendo il rischio di vanificare un'importante conquista sociale.
(1-00006)
«Damiano, Letta, Soro, Bressa, Sereni, Quartiani, Giachetti, Bersani, Franceschini, Fassino, Giulietti, Agostini, Argentin, Barbato, Barbi, Baretta, Bellanova, Beltrandi, Benamati, Berretta, Bindi, Bobba, Boccia, Boccuzzi, Boffa, Bordo, Braga, Bratti, Bucchino, Calgaro, Calvisi,

Cambursano, Capodicasa, Enzo Carra, Marco Carra, Castagnetti, Causi, Cavallaro, Cenni, Ciriello, Codurelli, Colombo, Concia, Corsini, Cuomo, D'Antoni, Dal Moro, D'Antona, De Micheli, De Pasquale, D'Incecco, Carella, Gianni Farina, Ferranti, Ferrari, Fiano, Fiorio, Fioroni, Fluvi, Fogliardi, Fontanelli, Gaglione, Garavini, Gasbarra, Gatti, Gentiloni Silveri, Ghizzoni, Giacomelli, Ginefra, Ginoble, Santagata, Grassi, Graziano, Laratta, Lenzi, Levi, Lolli, Lo Moro, Lovelli, Lucà, Luongo, Lusetti, Madia, Mantini, Marchi, Maran, Marantelli, Marchignoli, Marchioni, Margiotta, Cesare Marini, Marrocu, Martella, Pierdomenico Martino, Mattesini, Mazzarella, Mecacci, Melandri, Giorgio Merlo, Merloni, Meta, Migliavacca, Miglioli, Miotto, Misiani, Mogherini Rebesani, Mosella, Motta, Murer, Naccarato, Narducci, Nicolais, Andrea Orlando, Peluffo, Mario Pepe (Pd), Piccolo, Pizzetti, Pollastrini, Pompili, Porfidia, Porta, Rampi, Ria, Rosato, Rossomando, Rubinato, Samperi, Sani, Sarubbi, Sbrollini, Scarpetti, Schirru, Fedi, Servodio, Strizzolo, Tidei, Trappolino, Tullo, Vaccaro, Vannucci, Velo, Verini, Vernetti, Vico, Villecco Calipari, Viola, Zaccaria, Zampa, Zumino».

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: Interrogazione a risposta orale Barbareschi n. 3-00032 del 10 giugno 2008 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00108.

...

ERRATA CORRIGE

Interpellanza urgente Verini ed altri n. 2-00046 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 15 del 10 giugno 2008.

Alla pagine n. 484, secondo colonna, alla riga quindicesima, si intendono aggiunte le seguenti firme: «Nicolais, Mogherini Rebesani, Bocci, Causi e Trappolino».