XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 24 giugno 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La X Commissione,
premesso che:
il Governo Prodi, senza nessuna preventiva consultazione con gli organismi rappresentativi delle categorie interessate, ha disposto che anche per i programmi di sviluppo e per i progetti industriali già finanziati e realizzati in particolar modo attraverso lo strumento della legge n. 488 del 1992 fossero ridotti da sette a tre anni i termini per la perenzione amministrativa delle somme impegnate su tali progetti;
per effetto di tale provvedimento, inserito all'interno della legge finanziaria per il 2008, vengono meno tutte le somme iscritte nel bilancio dello Stato per il finanziamento dei programmi di investimento sopracitati di competenza del 2004 e degli anni precedenti;
le associazioni di categoria hanno da subito sollecitato una profonda revisione della norma, preso atto delle conseguenze che questa genera sul tessuto produttivo del Paese agendo in maniera indiscriminata anche su programmi di investimenti già in fase avanzata di realizzazione e con forte esposizione verso il sistema bancario;
gli effetti che deriveranno sul PIL del Paese, con l'aumento del divario tra le diverse aree del Paese saranno peggiori di quelli attesi dal Governo Prodi in tema di riduzione della spesa, agendo indiscriminatamente sul fronte dei residui passivi senza una attenta valutazione di tale azione sul quadro macroeconomico del Paese e sulla tenuta del suo sistema produttivo ed imprenditoriale;
gli uffici competenti del Ministero dello sviluppo economico, guidati dalla precedente amministrazione, si sono da tempo attivati disponendo presso le banche concessionarie il blocco delle richieste di erogazione per le pratiche rientranti nella perenzione amministrativa;
una parte dei ritardi comunque gravanti sul sistema delle imprese sono dovuti alle condizioni di grave disagio in cui i processi di riorganizzazione del ministero competente voluti dalla precedente amministrazione hanno portato gli uffici aumentando in termini esponenziali l'arretrato da evadere a scapito della celerità delle domande di erogazione presentate dalle imprese e incrementando i tempi amministrativi necessari per l'emanazione dei vari provvedimenti autorizzativi,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative normative dirette a una revisione della norma in questione che permetta, nell'ambito delle politiche di equilibrio di bilancio, di salvaguardare gli investimenti comunque realizzati e le imprese beneficiarie dei diversi strumenti di agevolazione finanziati con i fondi disimpegnati, permettendone, nel rispetto della normativa vigente, la regolare erogazione;
ad assumere le necessarie iniziative per la urgente assegnazione delle risorse decadute in forza del provvedimento di cui all'articolo 3, comma 36, della legge n. 244 del 2007 e per il loro tempestivo impegno, ove ancora non ritenesse opportuno disporre, con un'iniziativa legislativa urgente, il superamento complessivo della norma in oggetto.
(7-00018) «Galati, Lazzari».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il

ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
con decreto del Ministro della salute del 21 dicembre 2007 è stata istituita la Commissione incaricata di svolgere un'indagine conoscitiva finalizzata a verificare la qualità dell'assistenza prestata dal servizio sanitario della Regione Calabria, nonché l'effettiva garanzia dell'erogazione, secondo criteri di efficienza ed appropriatezza, dei livelli essenziali di assistenza;
l'istituzione della citata Commissione è stata decretata in conseguenza della dichiarazione dello stato di emergenza socio-economico-sanitaria nel territorio della Regione Calabria (di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri datato 11 dicembre 2007);
la dichiarazione dello stato di emergenza socio-economico-sanitaria è stata adottata anche in relazione ai fatti luttuosi, causati dalla malasanità, che hanno portato al decesso di giovanissime vittime;
ancora oggi non è dato conoscere i responsabili della morte della sedicenne Federica Monteleone, avvenuta il 26 gennaio 2007 dopo un intervento di appendicectomia presso il P.O. di Vibo Valentia, né della morte del dodicenne Flavio Scutellà, avvenuta il 31 ottobre 2007 nel P.O. di Reggio Calabria a causa del ritardato trasporto in ambulanza, né della morte della sedicenne Eva Ruscio, avvenuta il 5 dicembre 2007 sempre presso il P.O. di Vibo Valentia durante un intervento di tracheotomia, né del piccolo Andrea Bonanno, morto ci soli sette anni, nell'ottobre 2006, dopo 25 giorni di sofferenza a causa di una ingessatura troppo stretta;
risultano lente o ferme le indagini ed i relativi procedimenti giudiziari di tutti i quattro casi;
l'indagine della Commissione ministeriale ha evidenziato, per i citati casi di malasanità, l'intervenuta violazione o la non corretta esecuzione dei doveri professionali e il fatto che le aziende non hanno adottato, in alcuno dei casi sottoposti all'attenzione, gli adempimenti previsti dall'articolo 93 del vigente CCNL;
buona pare della relazione predisposta dalla citata Commissione ministeriale è stata pubblicata sulla stampa regionale calabrese in data 24 aprile 2008 ed il contenuto evidenzia allarmanti punti di criticità interni al sistema sanitario di quella Regione;
tra le criticità nella relazione la Commissione ministeriale evidenzia: il mancato controllo della regione sulla spesa sanitaria, la mancata approvazione del piano sanitario regionale, l'impunità di chi ha commesso errori ed ha responsabilità accertate, la presenza in numerosi P.O. di Pronto soccorsi «disastrosi», pesanti condizioni igenico-sanitarie e problemi strutturali degli edifici, esorbitante spesa ai privati, dirigenti senza responsabilità;
anche la Corte dei conti regionale, nel marzo del 2008, ha bocciato la sanità calabrese, sottolineando, tra l'altro, «la sovraesposizione di finanziamento a fronte di indici di attività e prestazioni sottomedia, che evidenziano l'esigenza di interventi intesi a restituire alla Regione un livello di prestazioni ospedaliere capace di corrispondere a un più elevato indice di appropriatezza»;
la relazione della Commissione ministeriale evidenzia che la Calabria ha investito in sanità una quota di PIL molto maggiore rispetto alle altre regioni (8,77 per cento PIL Calabria - 4,66 per cento PIL Lombardia);
ed ancora, l'analisi sistematica dei bilanci prodotti da alcune delle aziende sanitarie, unitamente ai verbali del collegio dei revisori, ha evidenziato, talvolta, carenze anche rispetto alle norme basilari del codice civile, incompletezze ed incoerenze fra le loro diverse parti, il che determina una scarsa trasparenza rispetto all'effettivo stato delle aziende e una profonda incertezza sull'effettiva situazione finanziaria delle singole aziende e del sistema sanitario regionale nel suo complesso;

in data 19 marzo 2008 è stata sciolta l'azienda sanitaria Provinciale di Reggio Calabria a causa di accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata ed il nominato Commissario, Prefetto Massimo Cetola, ha trovato una sanità sommersa dai debiti, per ben 500 milioni di euro;
è noto come la Calabria sia una terra a forte presenza di criminalità organizzata che fa del condizionamento ambientale una delle sue armi più insidiose e dove la sanità, secondo la relazione della Commissione antimafia della XV legislatura, rappresenta il vero «affare» della regione;
l'esame dei curricula dei direttori generali ha suscitato, nella Commissione ministeriale, perplessità sul possesso dei requisiti previsti dalla legge con particolare riferimento alla mancanza dell'esperienza dirigenziale, alla mancata protrazione della stessa per cinque anni, alla mancanza del certificato di frequenza del corso di formazione richiesto, anche a distanza di più di diciotto mesi dalla nomina;
situazioni analoghe sono state rilevate per alcuni direttori sanitari e direttori amministrativi, per i quali i riferimenti normativi sono sempre il decreto legislativo n. 229 del 1999 ed i decreti del Presidente della Repubblica n. 484 del 1997;
la Commissione ministeriale nella sua relazione ha, pertanto, proposto l'istituzione di un Organismo di verifica chiamato, entro 7 giorni dalla proposta di nomina, ad esprimere il parere di legittimità sul possesso dei titoli previsti dalla legge per direttori generali, direttori amministrativi e direttori sanitari;
all'interpellante appare davvero grave che la Regione Calabria, benché la relazione della Commissione ministeriale sia stata depositata nei primi giorni del mese di maggio 2008, non abbia ancora provveduto alla istituzione del citato Organismo di verifica e, quindi, che la Calabria non sia ancora a conoscenza della vera legittimità sul possesso dei titoli previsti dalla legge per direttori generali, direttori amministrativi e direttori sanitari delle varie ASP;
è solo di oggi la notizia delle dimissioni da attuale direttore generale della Fondazione Campanella, creata per la gestione del polo oncologico di Catanzaro, del dottor Francesco Talarico coinvolto dalla vicenda giudiziaria per la morte della giovane Federica Monteleone, nella sua qualità di ex direttore generale del tempo dell'ASP di Vibo Valentia;
l'interpellante trova assurdo che le dimissioni del dottor Talarico vengano date solo nel giorno in cui il Ministro della giustizia, accogliendo l'appello, incontrerà i genitori delle giovani vittime calabresi dei casi di malasanità -:
quali urgenti iniziative intendano assumere, per le parti di competenza, anche nell'ambito del dichiarato stato di emergenza socio-economico-sanitaria (di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 dicembre 2007), al fine di rompere il quadro allarmante del sistema sanitario calabrese.
(2-00061) «Angela Napoli».

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in conseguenza delle forti piogge della prima metà di giugno, si sono verificati importanti dissesti su alcune strade comunali nel Comune di Bettola per le quali l'ente non possiede né i mezzi né le risorse finanziarie per farvi fronte. In particolare:
a) sulla Strada dal Passo del Cerro per le località Vaio-Leggio-Calenzano si registra la formazione di un rilevante movimento franoso innescatosi a monte del percorso stradale, circa al Km 2 + 200,

che determina grandi spostamenti sia orizzontali che verticali di un tratto del corpo stradale per una lunghezza di circa 100 metri fino ad interessare l'adiacente ponte di pietrame. Il movimento franoso è tuttora in atto e costituisce serio pericolo per il mantenimento in sicurezza del ponticello presente a scavalcare il corso d'acqua. La situazione ha determinato la chiusura al transito della strada che fungeva da collegamento ad una zona abitata da circa 200 residenti, oltre a numerose seconde case, dotata di esercizi commerciali (agriturismi); la strada viene inoltre regolarmente percorsa da autoservizio di linea. Il percorso alternativo (attraverso la strada di Verogna) aumenta di circa 10 chilometri il tragitto per raggiungere il Comune di Bettola, oltre a costituire un tragitto molto più difficoltoso;
b) sulla Strada di Ebbio in località Buca della Rocca si registra un cedimento franoso che interessa la strada che collega Ebbio alla strada provinciale n. 39 del Cerro in località Buca della Rocca. Il cedimento, progressivo, rischia di determinare l'erosione della carreggiata stradale determinando, vista l'esigua larghezza del passaggio, la possibile interruzione al transito degli automezzi;
c) sulla Strada per Case Furelli in località Boffalora si registra un cedimento franoso che interessa la strada che si stacca dalla cosiddetta strada di Olza che collega Bettola a Murlo-Missano, e conduce a Case Furelli. In prossimità della località Boffalora, inoltre, il cedimento stradale va ad interessare anche la sottostante strada per Murlo -:
se e quali urgenti iniziative siano state assunte dagli organi competenti, anche in relazione all'applicazione delle disposizioni di cui al decreto legislativo 1010/48.
(5-00148)

TESTO AGGIORNATO ALL'8 OTTOBRE 2008

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI e GHIGLIA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con precedente atto di sindacato ispettivo 4/31426 presentato nella XIII Legislatura l'interrogante rilevava come l'omessa emanazione dei decreti attuativi della legge 26 ottobre 1995, n. 447, rendeva - di fatto - inapplicabili le norme relative al contenimento e all'abbattimento dell'inquinamento acustico lamentato da coloro che vivono in abitazioni attigue o contigue alla rete autostradale;
nel lasso di tempo intercorso dall'avvenuta presentazione del predetto atto di sindacato ispettivo, alcune concessionarie autostradali hanno assunto lodevoli iniziative, lungo le tratte dalle stesse gestite, volte a soddisfare le legittime richieste di coloro che, vivendo quotidianamente a contatto con il rumore derivante da volumi di traffico su gomma sempre più notevoli, sollecitano l'attivazione di iniziative - anche minimali - di riduzione dell'inquinamento acustico determinatosi;
rimane, tra gli altri, invece irrisolto il caso lamentato dagli abitanti della frazione La Bonina (Comune di Calendasco, in provincia di Piacenza) le abitazioni dei quali sono attigue all'autostrada Torino-Piacenza -:
se e quali iniziative intendano sollecitare alla Società Autostrade Torino-Piacenza, al fine di vedere soddisfatte le richieste d'intervento che, ormai da anni, gli abitanti della zona La Bonina reclamano.
(5-00146)

Interrogazione a risposta scritta:

DONADI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'inceneritore di Padova, entrato in funzione nel 1962, brucia attualmente 70.000 tonnellate all'anno di rifiuti urbani ed ospedalieri il progetto di ampliamento prevede di aumentarne la potenzialità sino a 170.000 tonnellate-anno;
le emissioni di un inceneritore, seppur rispettose dei limiti previsti, generano, comunque, una quantità di inquinanti che risultano pericolosi per la salute dei cittadini e, quindi, la terza linea dell'inceneritore di Padova, incrementando di 100.000 tonnellate all'anno l'attuale potenzialità, inevitabilmente, aumenterà il contenuto di inquinante emesso in atmosfera rischiando di creare un maggior rischio per la salute stessa dei cittadini residenti nel Comune di Padova ed in quelli limitrofi;
secondo uno studio commissionato dalla Regione Veneto all'Istituto Oncologico Veneto si evidenzia che nella popolazione residente nelle vicinanze di impianti del genere risulta esserci un significativo eccesso di rischio di sarcoma (tumore maligno) correlato sia alla durata che all'intensità dell'esposizione agli inceneritori;
l'indagine sopracitata avvalora l'ipotesi che per lo smaltimento dei rifiuti si possano seguire percorsi alternativi a quello dell'incenerimento, dal momento che quest'ultimo si rende responsabile della dispersione in atmosfera di cancerogeni che sono in grado di agire per effetto di una bio-accumulazione: un fenomeno difficilmente evitabile da misure di prevenzione basate sul solo contenimento delle concentrazioni di inquinante ammesse per singole fonti di emissione in atmosfera;
esisterebbe, dunque, la possibilità, che la diossina, nociva e non solo viene respirata, possa rientrare anche nella catena alimentare quando ricade al suolo;
adottando le misure necessarie i rifiuti possono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente;
con una corretta raccolta porta a porta, il riciclaggio, il compostaggio, e la divisione dei materiali residui non vi è necessità degli inceneritori ma purtroppo la raccolta differenziata dei rifiuti mentre in alcuni comuni raggiunge il 70 per cento in altri non arriva neanche al 50 per cento;
si ritiene opportuno che l'incremento delle quantità di inquinanti prodotti sia sempre quantificato attraverso una valutazione d'impatto ambientale;
va, poi, considerato che il costo del potenziamento della raccolta differenziata appare inferiore alla costruzione della terza linea dell'inceneritore -:
come il Governo intenda procedere per continuare a garantire la salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini e per potenziare lo sviluppo di altri tipi di smaltimento dei rifiuti e per rendere operativo un sistema di controlli, che tenga conto dell'effetto di bioaccumulo, cioè del processo attraverso cui sostanze tossiche persistenti (ad esempio DDT, diossine o furani) si accumulano all'interno di un organismo in concentrazioni crescenti man mano che si sale nella catena alimentare.
(4-00465)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali,

il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
eminenti studiosi, associazioni culturali ed ambientaliste hanno preso da tempo posizione sulla eccezionale rilevanza storico-archeologica e pertanto sulla necessità di una rigorosa tutela del Colle di Tuvixeddu a Cagliari, sito che, malgrado gli scempi del passato, costituisce uno dei più rari e straordinari esempi di paesaggio antico, in cui insistono la più grande necropoli fenicio-punica del Mediterraneo, rilevanti sepolcri romani, uno straordinario habitat rupestre, villini liberty, in un insieme ottimale che si presta a realizzare un Parco archeologico ambientale di sicura valenza internazionale;
il 21 febbraio 2007 la Commissione regionale per il paesaggio ha pronunciato una Dichiarazione di notevole interesse pubblico in relazione all'intero contesto;
in conseguenza la Regione sarda ha adottato recentemente un provvedimento che blocca un progetto edificatorio di ben 273 mila metri cubi nonché la devastante realizzazione di una strada a ridosso della necropoli, come previsto in un contestato accordo di programma del 2000;
il Tar della Sardegna, in data 8 febbraio 2008, accogliendo il ricorso avverso tale provvedimento presentato dal Comune di Cagliari e da varie imprese costruttrici, ha annullato i vincoli posti dalla Regione;
la delibera del Tar è a sua volta stata impugnata dalla Regione sarda davanti al Consiglio di Stato VI sezione, la cui pronuncia si prevede imminente;
rispetto alla decisione del Tar Sardegna dell'8 febbraio 2008 la situazione di fatto in loco si presenta oggi radicalmente cambiata, per essere divenuto di pubblico dominio il rinvenimento di un gran numero di sepolture (oltre 1.000), di enorme rilevanza scientifica, anche oltre i confini dell'area a suo tempo sottoposto a vincolo;
pertanto è oggi più che mai incombente il rischio, con i progetti in corso, di compromettere irreparabilmente il più importante complesso archeologico della città di Cagliari e tra i più rilevanti del Mediterraneo sotto il profilo monumentale, paesaggistico, culturale e identitario;
occorre dunque provvedere con urgenza alla conferma e all'allargamento del vincolo precedentemente posto, estendendolo anzi anche ad aree sinora non interessate, e ciò alla luce delle recenti scoperte archeologiche e alla legittima previsione che altre, di altrettanto elevato interesse scientifico, possano seguirle -:
quali siano i provvedimenti che i Ministeri competenti intendano assumere ai sensi del «Codice Urbani» per sostenere l'azione degli organi regionali in particolare per il rispetto del vincolo paesaggistico già apposto dalla Regione Sardegna nell'area di Tuvixeddu e Tuvumannu nel 1997 e ribadito col Piano Paesaggistico Regionale del 2006 e per la tutela delle aree di scavo di nuova individuazione.
(2-00058)
«Schirru, Pes, Melis, Calvisi, Marrocu, Fadda, Arturo Mario Luigi Parisi, Soro, Ghizzoni, Corsini, Rampi, De Biasi, Concia, Capano, Ferranti, Zucchi, Viola, Rosato, Strizzolo, Laratta, Braga, Bellanova, Quartiani, Duilio, Damiano, Bossa, Sbrollini, Cardinale, Murer, Siragusa, Agostini, Berretta, Burtone, Coscia, Farinone, Peluffo, Rubinato, Samperi, Sanga, Tempestini, Tenaglia, Tocci, Vico, Villecco Calipari».

DIFESA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
accogliendo una richiesta di sospensiva avanzata dal Codacons e dai comitati del «No Dal Molin», la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale del Veneto ha bloccato i lavori di ampliamento della nuova base militare americana denominata Ederle 2;
le argomentazioni che hanno motivato l'ordinanza firmata dal Presidente Bruno Amoroso alcuni giorni fa, attengono alla valutazione dell'impatto ambientale, alla mancanza di una consultazione della popolazione interessata e ad alcuni profili riguardanti la redazione del bando di gara per la realizzazione dei lavori;
nell'ordinanza del TAR Veneto, tuttavia, si legge anche che «non è dato riscontrare alcuna traccia documentale di supporto» all'autorizzazione «come si evince dai documenti prodotti dall'Avvocatura di Stato» che «menziona un atto di consenso prestato dal Governo italiano a quello degli Stati Uniti d'America espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali»;
tale consenso, espresso oralmente e, sembrerebbe, da un dirigente del Ministero della difesa, si configura extra ordinem, estraneo ad ogni regola inerente l'attività amministrativa e quindi non compatibile con l'importanza della materia trattata;
la decisione cli allargare la base aerea dell'aeroporto Dal Molin, dove è dislocata parte della 173o Brigata già impegnata in operazioni militari in Iraq e in Afghanistan, è stata adottata dal Governo Berlusconi e confermata in seguito dal Governo Prodi -:
come intenda procedere rispetto ad una vicenda che potrebbe comportare la decisione degli Stati Uniti di ricongiungere in Germania parte della 173o Brigata di stanza a Vicenza, nonostante l'ambasciatore USA, Ronald Spogli, abbia ribadito l'importanza logistica attribuita alla base Dal Molin e le assicurazioni fornite in tal senso da due Governi in tempi successivi.
(2-00060)
«Bosi, Pisacane, Adornato, Buttiglione, Casini, Cera, Cesa, Ciccanti, Ciocchetti, Compagnon, De Poli, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Naro, Occhiuto, Oppi, Pezzotta, Pionati, Rao, Romano, Ruggeri, Ruvolo, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Vietti, Zinzi».

Interrogazione a risposta orale:

ASCIERTO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in questi ultimi anni sono sempre più aumentate le carenze organiche delle forze dell'ordine;
nell'Arma dei Carabinieri tale carenza è di circa 7.400 unità di cui circa alcune centinaia di Marescialli;
le cause che hanno generato tali carenze organiche sono dovute soprattutto ai vari blocchi delle assunzioni ed ai tagli dei fondi per Difesa e Interni;
appare chiaro che di fronte all'emergenza criminalità e a un'immigrazione clandestina da fronteggiare ci sia la necessità di assumere urgentemente alcune migliaia di nuovi appartenenti alle Forze dell'Ordine;
mentre in quest'ultima finanziaria, ed anche di recente, sono state previste nuove assunzioni, per quanto concerne invece il ruolo dei Marescialli-Ispettori

permane la criticità e la carenza di numerose unità tanto che, per poter sopperire alle varie esigenze, ad esempio all'Arma dei Carabinieri, occorrerebbero immediatamente almeno 1.000 unità -:
se il Ministro interrogato intenda disporre un ampliamento dei numeri di posti nel prossimo corso biennale marescialli almeno fino a 600 unità.
(3-00057)

Interrogazioni a risposta scritta:

ASCIERTO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
a causa dei tagli effettuati nelle ultime Finanziarie al bilancio del Ministero degli Interni dal precedente Governo Prodi, nelle Forze dell'ordine sono state assunte solo poche unità di personale, tant'è che ad oggi tra Polizia e Carabinieri le carenze organiche superano le 15 mila unità;
le nuove assunzioni non potranno essere operative prima della metà del 2009;
nei prossimi mesi sarà quindi difficile disporre di più uomini delle Forze dell'Ordine per aumentare il controllo del territorio e fronteggiare la criminalità e l'emergenza legata all'immigrazione clandestina;
pertanto l'idea del Ministro La Russa di mettere a disposizioni 3.000 militari per sostenere l'azione delle Forze di Polizia appare quanto mai necessaria;
i militari sono presenti in molte città italiane e soprattutto al Nord, svolgono attività interna alle caserme sia di addestramento che burocratica e solo una parte è impiegata nelle missioni internazionali di pace;
molti di loro sarebbero felici di poter effettuare una attività esterna alla loro caserma, nelle città, in aiuto alle popolazioni afflitte dalla criminalità anche fosse solo per aumentare la presenza dello Stato nelle zone più sensibili e degradate;
l'ipotesi di conferire all'Esercito le stesse funzioni della missione «Vespri Siciliani» è positiva, però oltre ai 3.000 militari che dovrebbero essere impiegati fuori sede, si potrebbero prendere in considerazione anche quelle forze già disponibili in loco, cioè già di stanza impiegate nelle stesse città, al fine di contenere sia le spese logistiche che quelle di missione;
nella città di Padova vi è un'immigrazione clandestina sempre più aggressiva, dedita allo spaccio degli stupefacenti, che occupa, di fatto, interi quartieri generando uno stato di paura nei cittadini che, recentemente, si sono dovuti organizzare tra loro per «riprendere» possesso dei luoghi e sottrarli dal dominio della criminalità;
la città di Padova è tra le prime dieci in Italia per il numero di reati, nonostante le forze dell'ordine svolgano una encomiabile attività;
per risolvere il problema, ad esempio, si potrebbe pensare di impiegare i militari che sono presenti nelle diverse caserme cittadine; e con la sola loro presenza nelle strade, articolate per turni, potrebbero raggiungere due obiettivi: il primo di ridare autorità allo Stato, il secondo di allontanare immediatamente quanti bivaccano e spacciano nelle strade -:
se il Ministro interrogato voglia prendere in considerazione, oltre all'impiego dei militari previsti anche quelli già disponibili nelle maggiori caserme delle città italiane impiegandoli ove necessario;
se nella pianificazione degli interventi sia inserita la città di Padova.
(4-00454)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il prossimo 2 luglio, 43 ufficiali in ferma prefissata dell'Arma dei Carabinieri appartenenti al sesto e settimo corso AUFP, terminata l'iniziale ferma di 30 mesi, ultimeranno l'ulteriore ferma annuale

ottenuta a seguito di apposito concorso, raggiungendo così 42 mesi di servizio continuativo;
avendo prestato più di tre anni di servizio, già a partire dallo scorso gennaio, i predetti hanno presentato all'amministrazione di appartenenza istanza di stabilizzazione, al fine di ottenere l'assunzione a tempo indeterminato, così come previsto sia dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), all'articolo 1, comma 519, sia dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244, (legge finanziaria 2008);
la richiamata normativa impone, inoltre, alle amministrazioni di continuare ad avvalersi di detto personale nelle more delle procedure per la stabilizzazione;
a pochi giorni dalla scadenza della ferma, e quindi dal congedo, nessun trattenimento in servizio di detti ufficiali è stato ancora disposto -:
se e quali iniziative intenda assumere al riguardo.
(4-00462)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

MISIANI e MIGLIOLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria per il 2006 (legge n. 266 del 2005) aveva previsto, all'articolo 1, comma 485, una proroga di dieci anni delle grandi concessioni di derivazione idroelettrica ed, al comma successivo, il versamento a carico del titolare della concessione di un canone aggiuntivo, per 4 anni (2006-2009), di 3.600 euro per ogni MW di potenza nominale installata, per un ammontare annuo di 60 milioni di euro, di cui 50 spettanti allo Stato e 10 ai comuni interessati. Sostanzialmente, i comuni avrebbero beneficiato di 10 milioni di euro l'anno per 4 anni;
il pagamento è stato regolarmente effettuato per il 2006 ed il 2007. La Corte costituzionale, con sentenza n. 1 del 2008, ha annullato le suddette disposizioni. Per ciascuno degli anni 2008 e 2009, i comuni avranno quindi minori introiti per complessivi 10 milioni;
in realtà, visto che sono in corso le richieste di rimborso di quanto pagato per il 2005 ed il 2006, al sistema-comuni mancheranno, nel 2008, 30 milioni (i 10 in meno del 2008 ed i 20 da restituire per il 2005 ed il 2006);
gli effetti di questa sentenza, se non saranno oggetto di un adeguato provvedimento, rischiano di aggravare ancora di più la già difficile situazione di bilancio dei comuni montani -:
se il Governo intenda adottare idonee iniziative azioni in merito a queste problematiche.
(5-00144)

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria per il 2006 (legge n. 266 del 2005) prevedeva, all'articolo 1, comma 485, una proroga di 10 anni delle grandi concessioni di derivazione idroelettrica ed al comma 486 il versamento a carico del titolare della concessione di un canone aggiuntivo, per 4 anni (2006-2009), di 3.600 euro per ogni MW di potenza nominale installata, per un ammontare annuo di 60 milioni di euro, di cui 50 spettanti allo Stato e 10 ai comuni interessati. Pagamenti regolarmente effettuati per l'anno 2006 e 2007;
la Corte costituzionale, con sentenza 1/2008, ha dichiarato costituzionalmente illegittime le suddette disposizioni;
in conseguenza, sono in corso le richieste di rimborso di quanto pagato -:
quali iniziative urgenti si intendano assumere in relazione agli effetti di questa

sentenza, affinché non si aggravi ancora di più la già difficile situazione di bilancio dei comuni interessati.
(4-00452)

CASSINELLI e SCANDROGLIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 9, comma 2 della legge n. 448 del 2001 (Finanziaria 2002) ha introdotto il beneficio della detrazione del 36 per cento del valore della ristrutturazione sostenuto per l'acquisto, da imprese di costruzione e/o cooperative di alloggi ristrutturati, di immobili ristrutturati nell'anno 2002;
l'articolo 1, commi 387-388 della legge n. 296 del 2006 (Finanziaria 2007) ha escluso il beneficio relativo all'acquisto di immobili ristrutturati per l'anno 2007, mantenendo l'agevolazione per le sole opere di recupero edilizio;
l'articolo 1, comma 17, lettera B della legge n. 244 del 2007 (Finanziaria 2008) ha riesteso il beneficio sopramenzionato agli immobili ristrutturati per gli anni 2008-2010, senza precisare, peraltro, se lo stesso compete anche per gli immobili la cui ristrutturazione sia iniziata prima del 1o gennaio 2007 e termini successivamente al 1o gennaio 2008;
le disposizioni di legge summenzionate sono state interpretate nel senso di escludere dal beneficio fiscale l'acquisto di unità immobiliari i cui interventi di recupero siano stati avviati e/o ultimati precedentemente al 1o gennaio 2008, visto che l'agevolazione non è stata prorogata per l'anno 2007 ed è stata, successivamente, reintrodotta solo per le ristrutturazioni edilizie eseguite dal 1o gennaio 2008 al 31 dicembre 2010;
alla luce della normativa sopra citata e della sua interpretazione, un significativo numero di soggetti che hanno acquistato immobili in fase di ristrutturazione ante 1o gennaio 2007 - con l'aspettativa, quindi, del beneficio della detrazione del 36 per cento del valore della ristrutturazione, ma non hanno ad oggi stipulato il relativo rogito non essendo ancora terminata la predetta ristrutturazione per cause ad essi non imputabili, vedono del tutto frustrata la sopra citata legittima aspettativa, restando esclusi dal beneficio fiscale con una evidente disparità di trattamento -:
alla luce delle sopra esposte osservazioni, se il Governo ritenga opportuno - al fine di ripristinare la par condicio -, di estendere il beneficio della detrazione fiscale del 36 per cento del valore della ristrutturazione anche agli acquisti di immobili i cui interventi di recupero siano stati avviati e/o ultimati anteriormente al 1o gennaio 2008.
(4-00460)

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

NICOLA MOLTENI e RIVOLTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
alcuni recenti articoli apparsi sui quotidiani locali riportano la notizia che un importante processo, sul cosiddetto «disastro di Carlazzo», è stato rinviato a data imprecisata in ragione del fatto che le carenze di organico del Tribunale di Como rendono impossibile la contemporanea composizione di più collegi di Corte d'Assise, dato che l'unico collegio attualmente composto è impegnato nella trattazione di altri processi;
il Presidente del collegio dottor Francesco Angiolini, ha palesato il rischio concreto che le attuali carenze di organico, oltre a provocare un rallentamento nella celebrazione dei riti collegiali, possano successivamente avere ripercussioni sulla celebrazione dei riti monocratici;
la vicenda riporta urgentemente alla ribalta il problema della lentezza dei processi dovuta a carenze di organico, prova

inconfutabile per certificare la crisi della giustizia italiana;
attualmente la condizione complessiva del tribunale di Como, nonché delle sezioni distaccate di Cantù, Erba e Menaggio, registra 3 posti vacanti per la magistratura togata a fronte dei 29 posti previsti dalla pianta organica, mentre per la magistratura onoraria risultano vacanti 6 posti a fronte dei 15 previsti in organico;
le rilevanti carenze di organico si attestano ben oltre il 20 per cento della dotazione complessiva, ma ciò nonostante la struttura mantiene una buona capacità di smaltimento del lavoro in rapporto ai dati nazionali grazie alla laboriosità del personale amministrativo e giudiziario;
appare di tutta evidenza che difficilmente si potrà mantenere un alto livello di operosità degli uffici giudiziari se permangono le carenze di organico;
oltre quanto segnalato si aggiunge il fatto che il Tribunale serve un territorio piuttosto esteso, con forte densità abitativa, rilevanti attività economiche e, quindi, un elevato contenzioso, che imporrebbero un ampliamento della pianta organica;
in relazione a quanto sopra evidenziato, è necessario provvedere quantomeno alla integrale copertura degli organici, anche con riguardo ai giudici onorari dove si registra il maggior numero di posti vacanti, onde garantire entro canoni di efficienza e celerità l'amministrazione della giustizia del Tribunale di Como, nonché delle rispettive sezioni distaccate di Cantù, Erba, Menaggio -:
quali iniziative di propria competenza il Ministro intenda assumere per risolvere i problemi rilevati nelle carenze di copertura degli organici al fine di mantenere gli uffici giudiziari in buone condizioni di funzionalità.
(5-00147)

Interrogazioni a risposta scritta:

GIULIETTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
lo storico siciliano Carlo Ruta è stato condannato penalmente, per «stampa clandestina», per aver gestito un sito di documentazione storica e sociale www.accadeinsicilia.net, in sostanza un blog, di cui peraltro era stata comprovata, dalla polizia postale di Catania, cui era stato conferito l'incarico degli accertamenti, la non regolare periodicità negli aggiornamenti;
la sentenza di condanna, a una pena pecuniaria e al pagamento delle spese processuali, è stata emessa l'8 maggio 2008 dal giudice Patricia Di Marco, presso il tribunale di Modica, sezione penale, dietro denuncia presentata in data 10 dicembre 2004, dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ragusa Agostino Fera. In tale denuncia, il magistrato asseriva che «il sito www-accadeinsicilia.net risulta immesso e mantenuto in rete in palese violazione e contrasto con la normativa vigente, ai sensi dell'articolo 1 della legge 7 marzo 2001». Precisava altresì: Non può nutrirsi dubbio alcuno... che il sito in questione, per le caratteristiche di periodicità delle pubblicazioni ivi contenute e per il carattere prevalentemente informativo che lo connota, sia da ritenersi per intero assoggettato alla vigente legge sull'editoria e, come tale, allo stato di fatto, contrastante con le norme di cui alla legge 8 febbraio 1998 n. 47;
il dott. Carlo Ruta attraverso il sito sopra detto, oscurato d'autorità, oltre che con vari libri d'inchiesta, negli anni recenti ha passato al vaglio e documentato fatti storici di indubbia rilevanza, come quello di Portella della Ginestra, ma anche temi scottanti e insoluti giudiziari del nostro paese. E in tale quadro d'investigazione ha contribuito a riportare all'evidenza pubblica il caso del giornalista siciliano de L'Ora Giovanni Spampinato, ucciso a Ragusa nel 1972, pubblicando e rendendo

disponibili documenti giudiziari che per trent'anni erano stati inaccessibili all'informazione (in parte presenti oggi sul sito www.leinchieste.com);
tale sentenza, unica in Italia e in tutta Europa, sta creando allarme nell'opinione pubblica nazionale e in particolare nel mondo della comunicazione, per gli effetti devastanti che potrà avere sul terreno dei diritti di critica e delle libertà riconosciute nel nostro paese, tenuto conto che, secondo la logica prevalsa, la quasi totalità dei siti web italiani, per il solo fatto di esistere, potrebbero essere considerati fuorilegge, in quanto appunto «stampa clandestina», e ciò, secondo l'interrogante, in spregio a ogni regola della democrazia;
nel nostro paese la libertà di espressione è garantita dalla Carta Costituzionale e la libertà sul web è inscindibile dalle libertà e dai diritti che sono propri di un paese democratico;
per la prima volta è stato varcato un limite, che non può lasciare indifferenti le istituzioni democratiche del nostro paese -:
se intenda assumere iniziative normative per definire adeguatamente la disciplina della materia.
(4-00458)

ZACCHERA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da fonte sindacale e da un documento sottoscritto in data 24 giugno 2008 da tutte le sigle sindacali si apprende che nella giornata del 21 giugno un agente della Polizia penitenziaria sarebbe stato aggredito da un detenuto, intorno alle ore 20, all'interno della la casa di reclusione di Alessandria-San Michele;
l'agente avrebbe subito un trauma cranico e contusioni all'addome ed al ginocchio sinistro;
l'episodio si inserisce in una situazione di tensione all'interno dell'Istituto di pena alessandrino dove - secondo le fonti sindacali - ci sarebbe una cronica mancanza di personale tra i ruoli della Polizia penitenziaria valutabile in circa 80 unità rispetto agli organici;
la situazione sarebbe stata più volte segnalata al Provveditore regionale senza però ottenere iniziative e risposte adeguate -:
quale sia la situazione all'interno della Casa di pena di Alessandria-San Michele;
se risponda al vero che vi sia una così grave carenza degli organici;
come si siano svolti i fatti denunciati e se, conseguentemente, siano state prese dal Provveditorato regionale iniziative adeguate per fronteggiare la situazione.
(4-00459)

CASSINELLI e SCANDROGLIO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 7, comma 4, del decreto legislativo n. 546 del 1992 statuisce che nel processo tributario «non sono ammessi il giuramento e la prova testimoniale»;
l'articolo 51, comma secondo, n. 4, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, prevede che l'Amministrazione finanziaria, in corso di verifica, può «invitare qualsiasi soggetto ad esibire o trasmettere, anche in copia fotostatica, documenti e fatture relativi a determinate cessioni di beni o prestazioni di servizi ricevute ed a fornire ogni informazione relativa alle operazioni stesse»;
l'articolo 32, comma primo, n. 8-bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973 consente all'amministrazione finanziaria «di invitare ogni altro soggetto ad esibire o trasmettere, anche copia fotostatica, atti o documenti fiscalmente rilevanti concernenti specifici rapporti intrattenuti con il contribuente e a fornire chiarimenti relativi»;

la sentenza n. 18 del 2000 della Corte costituzionale ha dichiarato che l'articolo 7, comma 4, del decreto legislativo n. 546 del 1992 non contrasta con gli articoli 3, 24 e 53 della Costituzione, precisando che il divieto ivi contemplato non comporta l'inutilizzabilità, in sede processuale, delle dichiarazioni di terzi eventualmente raccolte dall'amministrazione nella fase procedimentale, riconoscendo a dette dichiarazioni il «valore proprio degli elementi indiziari». Del pari, la Corte ha espressamente riconosciuto anche al contribuente la possibilità di introdurre dichiarazioni rese da terzi in sede extraprocessuale, attribuendo alle stesse il medesimo valore indiziario. La Corte ha, altresì, precisato che il giudice tributario, ove non ritenga che l'accertamento sia adeguatamente provato, «potrà e dovrà far uso degli ampi poteri inquisitori risonosciutigli dal comma 1 dell'articolo 7 del decreto legislativo n. 546 del 1992, rinnovando e, eventualmente, integrando - secondo le indicazioni delle parti e con garanzia d'imparzialità - l'attività istruttoria svolta dall'uffico»;
il costante orientamento della Suprema Corte di cassazione (recentemente, sentenze n. 9958 del 16 aprile 2008 e n. 10261 del 21 aprile 2008) conferma la valenza di meri elementi indiziari, inidonei di per sé stessi a costituire prova dei fatti rappresentati, alle dichiarazioni portate in giudizio sia dall'amministrazione finanziaria sia dal contribuente -:
se, al fine di garantire un corretto accertamento della sussistenza o meno della pretesa erariale, consentendo all'amministrazione finanziaria ed al contribuente la parità processuale e la pienezza dei mezzi probatori indispensabili per garantire i fondamentali principi del contraddittorio e del diritto di difesa (cui deve certamente uniformarsi il giudizio tributario), il Governo voglia valutare l'opportunità di assumere iniziative normative volte ad abrogare e/o emendare l'articolo 7, comma 4, del decreto legislativo n. 546 del 1992, ammettendo e disciplinando la prova testimoniale nel processo tributario.
(4-00461)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:

BITONCI, LANZARIN, MONTAGNOLI, DOZZO, GOISIS, GIDONI, FORCOLIN, LUCIANO DUSSIN e CALLEGARI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
notizie provenienti dal territorio ci informano come Trenitalia stia predisponendo un piano di riassetto delle stazioni presenti in tutto il nordest del Pese;
risulta dai piani dell'azienda come le biglietterie delle stazioni di Adria, Bassano del Grappa, Belluno, Calalzo, Camposampiero, Castelfranco Veneto, Cittadella, Cornuda, Feltre, Legnago, Mogliano, Monselice, Montebelluna, Noale, San Donà, San Bonifacio, Schio, Terme Euganee, Thiene, Vittorio Veneto stiano per chiudere, con notevoli disagi per gli utenti;
si legge sul Gazzettino del 25 maggio 2008: «Trenitalia ancora sotto accusa a Nordest. E questa volta giudici del "processo" sono i pendolari assieme ai commercianti che gestiscono le edicole delle principali stazioni ferroviarie del Veneto. Oggetto del contendere, le biglietterie e i tagliandi chilometrici. Questi ultimi, infatti, ormai sono quasi introvabili nelle edicole e negli altri punti vendita delle stazioni venete, soprattutto dopo la riduzione dei margini di guadagno per gli esercenti. Così sul piede di guerra insieme ai commercianti scendono i pendolari, i quali denunciano anche la grande difficoltà di ottenere il resto dalle "macchinette" automatiche presenti nelle stazioni. E dicono no al piano di ristrutturazione di Trenitalia che a Nordest prevede la chiusura di una serie di biglietterie. La penuria

di ticket negli esercizi commerciali è ancora più pesante se si considera che la stragrande maggioranza degli scali ferroviari del Veneto sono sprovviste di biglietteria. In Veneto anzi, su 164 stazioni, una ventina in realtà sono "fermate" in piccoli comuni, sprovviste di qualunque servizio; in pratica la fermata si riduce a una pensilina o poco più. Mentre le stazioni con biglietteria sono solo 32» -:
se il Ministro interrogato, essendo a conoscenza della situazione, intenda intervenire sollecitando Trenitalia ad una riorganizzazione che tenga conto dei disagi e delle problematiche dei cittadini e degli esercenti che loro malgrado rischiano di diventare un anello in questa catena di disservizi.
(4-00455)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
si è tenuto recentemente un primo incontro del tavolo tecnico di confronto tra le associazioni e il Governo per cercare di trovare soluzioni idonee atte ad evitare l'effettuazione del fermo dei servizi di trasporto proclamato dalle associazioni stesse a far data dal prossimo trenta giugno;
soprattutto in ragione dell'esponenziale aumento del costo del gasolio le condizioni delle imprese operanti nel settore già in difficoltà per il mancato mantenimento degli impegni assunti nel passato, sono notevolmente peggiorate;
in Europa, recenti improvvise iniziative di protesta indette dalle associazioni dell'autotrasporto hanno fatto registrare momenti di fortissima tensione sicché non può che essere positivamente valutata la responsabile decisione delle associazioni italiane dell'autotrasporto che hanno deciso di prevedere l'effettuazione del fermo dei servizi di trasporto a partire dal 30 giugno 2008;
dette associazioni per evitare di dovere dare corso al proclamato fermo, hanno, tuttavia, posto il termine del 24 giugno per ottenere le attese risposte;
se nel Paese dovessero prendere l'avvio le azioni preannunciate si determineranno danni per i cittadini e per l'intero sistema economico con il rischio che responsabilità saranno attribuite al dicastero delle infrastrutture e alla stessa Presidenza del Consiglio -:
se e quali proposte risolutive intenda presentare, al fine di accogliere da una parte le richieste più urgenti presentate dalle associazioni nazionali degli autotrasportatori e dall'altra di evitare ai cittadini e all'economia di dovere subire le conseguenze derivanti dall'effettuazione dell'annunciato fermo dei servizi di trasporto.
(4-00464)

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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

ASCIERTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ci sono voluti 34 anni per affiggere la lapide che ricorda il primo omicidio delle Brigate Rosse presso la Federazione Provinciale di Padova dell'allora Movimento Sociale Italiano;
nel corso della cerimonia tenutasi a Padova il 17 giugno 2008, per ricordare l'uccisione di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, la figlia di quest'ultimo ha lanciato l'idea che in tutti i Comuni d'Italia, lì dove ancora non sia stato fatto, possa essere apposta una targa o una stele commemorativa di tutti i tragici eventi legati al terrorismo;
l'Italia - ha scritto Mario Calabresi - è punteggiata di steli e targhe che ricordano morti della Resistenza e persino del Risorgimento. In generale i cittadini passano e non le vedono, ma c'è sempre qualcuno che si ferma e legge;

sembrerebbe che ci sono casi in cui non c'è nessun tipo di ricordo specifico per coloro che sono stati uccisi e che non appartenevano alle Istituzioni, come ad esempio i militanti del MSI, anche perché lungo è stato il percorso che ha portato al loro pieno riconoscimento come vittime innocenti della violenza eversiva-:
se intenda, il Ministro interrogato, sensibilizzare le Amministrazioni Locali affinché, attraverso l'apposizione di targhe o steli commemorative, esse contribuiscano a tenere vivo il ricordo di quei tragici avvenimenti e a non abbassare la guardia nei confronti di chi anche oggi, pensa di imporre con la violenza le proprie idee.
(3-00058)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CONTENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 47 del decreto legislativo n. 267 del 2000 prevede che gli assessori comunali siano nominati fra i cittadini in possesso dei requisiti di candidabilità, eleggibilità e compatibilità alla carica di consigliere comunale;
in alcuni casi, di fronte all'esercizio dell'azione popolare prevista dall'articolo 70 del decreto legislativo n. 267 del 2000, il ricorso promosso da qualche cittadino elettore per fare accertare la incompatibilità di un assessore comunale, è stato dichiarato inammissibile dal tribunale competente, sulla base della considerazione che l'articolo 70 ricordato non annovera espressamente la decadenza dalla carica di assessore tra quelle per cui è consentito il ricorso alla medesima azione popolare -:
se ritenga coerente con il sistema delle disposizioni che disciplinano gli enti locali tale conclusione e, comunque, quali opportune iniziative intenda adottare con urgenza per permettere di ricorrere all'azione popolare anche per i casi di decadenza alla carica di assessore comunale.
(5-00145)

CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sarà opportuno che il Governo del Popolo delle libertà ponga freno a taluni effetti indesiderati che si manifestano nell'ambito dell'autonomia impositiva degli enti locali, prima ancora che il processo che porterà al federalismo fiscale sia compiuto; è necessario infatti garantire la parità di trattamento fiscale per tutti i cittadini, salvo situazioni eccezionali, in qualunque ente territoriale essi siano residenti;
caso esemplificativo di quanto detto è quanto si sta verificando presso il comune di Trani, dove, sulla base di una serie di delibere di giunta, mai passate per il Consiglio, l'ufficio tecnico comunale, alla luce del nuovo Piano urbanistico generale, ha determinato a livelli abnormi i valori delle aree;
individuato nel 7 per mille il livello dell'imposta, l'ufficio ha valutato in 140 euro a mq il valore dell'area residenziale A1, in 900 euro quello dell'area residenziale di completamento B, dell'area residenziale semintensiva e dell'area speciale ad alta densità, in 100 euro il valore dell'area estensiva ed in 70 euro il valore delle aree produttive;
è evidente l'intento di rivalersi delle entrate perse con la soppressione dell'ICI per la prima casa, nonostante la legge preveda la restituzione delle mancate entrate, ipervalutando il valore base sul quale è calcolato l'ICI, per tutte le altre situazioni;
tale decisione ha prodotto la reazione di imprese edili, costruttori e proprietari delle aree interessate, che stanno valutando se non sia opportuno procedere giudizialmente contro le abnormi ed unilaterali decisioni della giunta comunale -:
se non ritenga opportuno impedire che la soppressione dell'ICI per la prima casa non si risolva nell'iper tassazione di tutte le situazioni diverse;

se non ritenga opportuno, come è previsto per l'ICI, porre dei limiti massimi alla valutazione delle aree catastali, cioè del fattore che sta alla base della determinazione dell'imposta.
(5-00149)

Interrogazioni a risposta scritta:

GARAVINI, BUCCHINO, GIANNI FARINA, FEDI, NARDUCCI e PORTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in alcuni Paesi, come la Germania, la Gran Bretagna o la Francia, la normativa locale permette di attribuire ai figli il cognome del padre, della madre o di entrambi e in altri, come la Spagna e diversi Paesi dell'America latina, la legge consente l'attribuzione del doppio cognome, paterno e materno;
nel momento dell'iscrizione all'AIRE dei figli di cittadini italiani (iscrizione richiesta dalla legge vigente) i comuni, in base ad una circolare del Ministero dell'Interno del 2004, provvedono a rettificare l'eventuale cognome materno trasmesso ai figli in quello paterno;
la diversa denominazione, in Italia e all'estero, della stessa persona, che in genere si muove frequentemente tra i due contesti sociali e culturali, è fonte di numerose e fastidiose complicazioni burocratiche per le famiglie e per gli stessi portatori dei doppi cognomi;
lo stesso Consiglio di Stato, sollecitato ad esprimersi sulla possibilità di superare l'obbligatorietà dell'iscrizione del cognome paterno, non si è ancora pronunciato sulla questione, con la conseguenza che l'unica strada percorribile resta quella, lunga e dispendiosa, del cambiamento del cognome ai sensi degli articoli 84 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica n. 396;
la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, all'articolo 7, prevede che lo stesso sia registrato immediatamente all'atto della nascita e da quel momento consegua il diritto al nome da esercitare in conformità con la legislazione dei Paesi aderenti;
la Commission International de l'État Civil (Ciéc), di cui l'Italia fa parte, il 16 settembre 2005 ha adottato ad Antalya, in Turchia, la Convenzione sul riconoscimento dei nomi, che prevede di preservare il nome attribuito nello Stato del luogo di nascita e impegna gli Stati firmatari della Convenzione a riconoscere il nome dato al bambino nello Stato di nascita;
in Parlamento anche in questa legislatura, come in quella precedente, si stanno accumulando diversi progetti di legge volti a modificare le norme del Codice civile relative all'attribuzione del cognome ai figli -:
se non intenda porre fine al ritardo nella ratifica della Convenzione adottata dalla Ciéc, disponendo la firma della stessa e consentendo, di conseguenza, comportamenti amministrativi conformi in tutti gli adempimenti di stato civile, compreso quello relativo all'AIRE;
se il Governo non intenda impegnarsi, in sede di discussione dei testi riguardanti la modifica del Codice civile in materia di cognome dei figli, a sostenere, anche nel nostro ordinamento, la possibilità di scelta nell'attribuzione del cognome, favorendo in tal modo il principio di eguaglianza non solo dei coniugi tra loro, ma anche rispetto ai figli.
(4-00453)

SPECIALE, LUCIANO ROSSI e GIRLANDA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la recente operazione anticrimine condotta dalle Forze di polizia sotto la direzione della procura della Repubblica di Perugia, conclusa con l'emissione di provvedimenti restrittivi della libertà personale a carico di 35 soggetti, ha di fatto rivelato un sistema di affari e potere riconducibile a dirigenti e funzionari pubblici

della provincia di Perugia, del comune di Perugia e della regione Umbria, nonché dell'ANAS;
siffatto sodalizio ha permesso alle persone coinvolte di incassare svariati milioni di euro con la sospetta irregolare gestione e aggiudicazione di gare d'appalto o conducendo lavori in sottrazione alla prescritta giusta e libera concorrenza tra aziende, in quanto eseguiti in forza di trattativa privata, palesante mancanza di presupposti di fatto e di diritto;
in Umbria tale operazione ha creato diffuso sconcerto in quanto la vicenda vede il coinvolgimento di noti imprenditori del territorio umbro, alcuni dei quali attualmente ricoprono ruoli istituzionali;
le indicazioni rivelate dagli organi di stampa confermerebbero la bontà delle deduzioni svolte dalla magistratura inquirente e le condotte accusate di illecito oltre ad essere reiterate da tempo non presenterebbero profili di illegalità a dire di alcuni indagati, pensando gli stessi «che era meglio che prendessero i lavori le imprese dell'Umbria invece che quelle di fuori»;
pur nella presunzione di innocenza degli indagati fino all'ultimo grado di giudizio, si vanno accentuando anche in Umbria i segnali preoccupanti di tentativi di infiltrazione perpetrati da soggetti legati a taluni gruppi economici che sono interessati all'acquisizione diretta o indiretta di grosse commesse pubbliche anche tramite appalti truccati, senza disdegnare l'investimento di grosse somme di denaro di dubbia provenienza in attività commerciali e turistiche in zone ad alto valore ambientale;
occorre finanche sottolineare che la grave vicenda giudiziaria in argomento denuncia di fatto un inquietante status quo socio-politico-economico in Umbria che indebolisce il generale tessuto produttivo e stringe in una morsa la gran parte degli imprenditori locali che, quali vere e proprie vittime, sono sovente costretti ad adeguarsi al sistema così delineato pur di sopravvivere -:
se i Ministri interessati e, in particolare il Ministro dell'interno anche ai sensi dell'articolo 14 del decreto-legge n. 152 del 1991 (convertito in legge dalla legge n. 203 del 1991), non ritengano, nell'ambito delle prerogative normativamente previste in capo ad essi, di avviare indagini a campione mirate a verificare la regolarità degli appalti concessi dagli enti citati in premessa, nonché di disporre specifici accertamenti volti a individuare ulteriori possibili anomalie nella gestione degli appalti;
se non si intenda verificare se sussistano i presupposti per segnalare alla Corte dei conti eventuali ipotesi di danno erariale;
se il Ministro dell'interno non intenda accertare se sussistano i presupposti per la sospensione degli organi elettivi degli enti pubblici citati in premessa, e comunque se non si intendano assumere iniziative al fine di verificare il funzionamento dei sistemi di controllo istituzionale, nonché al fine di garantire la regolare prosecuzione dei lavori in corso di esecuzione, anche in considerazione della necessità di evitare ricadute occupazionali che lederebbero l'interesse dei lavoratori;
se non si intenda infine informare gli enti interessati degli elementi acquisiti perché siano verificati i presupposti per l'eventuale rimozione dai loro incarichi di quelli che, tra i soggetti coinvolti, rappresentano le istituzioni all'interno delle società a partecipazione pubblica, perseguendo la gestione di iniziative e l'esercizio di funzioni di pubblico interesse.
(4-00456)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:

LO PRESTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 ha previsto l'indizione di un corso-concorso selettivo di formazione per il reclutamento, nell'ambito dell'amministrazione scolastica periferica di dirigenti scolastici dei ruoli regionali per la scuola primaria e secondaria di primo grado, per la scuola secondaria e per le istituzioni educative, riservato al solo personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche statali che ha maturato, dopo la nomina in ruolo, un servizio effettivamente prestato di almeno sette anni con il possesso di laurea o titolo equiparato;
l'articolo 22, ai commi 8, 9 e 10 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, ha previsto che, nel primo corso concorso, di cui all'articolo 29, comma 3, del citato decreto legislativo n. 165 del 2001, il reclutamento dei presidi incaricati si svolgesse sulla base di una indizione separata, effettuata con bando del competente direttore generale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca attraverso l'esame di ammissione loro riservato nonché con il periodo di formazione e l'esame finale previsti dal medesimo articolo ed era finalizzato alla copertura del 50 per cento dei posti disponibili;
con D.D.G. del 22 novembre 2004, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, 4a Serie speciale, del 26 novembre 2004, il Direttore Generale per il Personale della Scuola e dell'Amministrazione dei M.I.U.R., ha bandito il corso concorso selettivo di formazione per il reclutamento di 1.500 Dirigenti scolastici per la scuola primaria e secondaria di primo grado, per la scuola secondaria superiore e per gli istituti educativi;
tale procedura concorsuale a livello regionale, ai sensi dell'articolo 3 del bando di concorso, era articolata nel modo seguente: a) selezione per titoli; b) concorso di ammissione; c) periodo di formazione; d) esame finale;
ai sensi dell'articolo 17 del medesimo bando di concorso, l'esame finale, successivo al periodo di formazione, si articolava in una prova scritta e in una prova orale ed era finalizzato ad accertare il possesso delle competenze richieste per l'esercizio del ruolo di dirigente scolastico;
con il decreto ministeriale della pubblica istruzione del 3 ottobre 2006 è stato bandito il corso concorso selettivo di formazione per il reclutamento di dirigenti scolastici per la scuola primaria e secondaria di primo grado, per la scuola secondaria superiore e per gli istituti educativi, riservato a coloro che avevano ricoperto la funzione di Preside incaricato per almeno un anno, ai sensi dell'articolo 1-sexies legge 31/372005, n. 43 e dell'articolo 3-bis legge 17 agosto 2005, n. 168;
anche per questo corso concorso riservato, ai sensi dell'articolo 3 del bando di concorso, la procedura concorsuale a livello regionale era articolata nel modo seguente: a) esame di ammissione; b) valutazione dei titoli culturali, professionali e dell'anzianità di servizio maturata quale preside incaricato; c) periodo di formazione; d) esame finale;
ai sensi dell'articolo 16 del medesimo bando di concorso riservato, l'esame finale, successivo al periodo di formazione, si articolava in una prova scritta della durata di 6 ore e in una prova orale della durata di regola di 45 minuti ed era finalizzato ad accertare il possesso delle competenze richieste per l'esercizio del ruolo di dirigente scolastico;
l'articolo 619 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Legge finanziaria 2007), in

attesa dell'emanazione di un regolamento che definisse le modalità delle procedure concorsuali per il reclutamento dei dirigenti, scolastici, ha espressamente disposto che si debba procedere alla nomina sui posti previsti dal bando di concorso ordinario a dirigente scolastico, compresi i posti vacanti e disponibili relativi agli anni scolastici 2007/08 e 2008/09, in favore soltanto dei candidati del citato concorso ordinario, «compresi i candidati in possesso dei prescritti requisiti ammessi con riserva a seguito di provvedimento cautelare in sede giurisdizionale o amministrativa, che abbiano superato le prove di esame propedeutiche alla fase della formazione con la produzione da parte degli stessi di una relazione finale e il rilascio di un attestato positivo da parte dei direttore del corso, senza effettuazione dell'esame finale previsto dal bando medesimo;
tale norma è stata emanata esclusivamente in favore dei candidati del concorso ordinario per dirigenti scolastici, con esclusione soltanto dei candidati del concorso per dirigenti scolastici, riservato ai presidi incaricati che, dopo avere concluso positivamente il periodo di formazione con la relazione finale, tuttavia sono stati costretti a sostenere gli esami finali articolati in una prova scritta ed in una prova orale -:
quali iniziative urgenti voglia adottare per consentire anche ai candidati del concorso per dirigenti scolastici, riservato ai presidi incaricati, di usufruire del medesimo beneficio che l'articolo 619 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 ha concesso soltanto ai candidati del concorso ordinario, creando, in tal modo, una grave disparità di trattamento fra i candidati delle due procedure concorsuali, in violazione secondo l'interrogante con l'articolo 3 della Costituzione.
(4-00457)

TESTO AGGIORNATO AL 25 GIUGNO 2008

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la legge Finanziaria 2006 ha introdotto, in via sperimentale, l'istituto del cinque per mille, attraverso il quale il cittadino può scegliere a quale associazione o ente, avente le caratteristiche previste dalla stessa legge e dalle successive modificazioni, destinare la quota del cinque per mille, in sede di dichiarazione dei redditi;
il cinque per mille rappresenta un'applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale, poiché promuove la libera iniziativa dei privati, organizzazioni no profit, enti di ricerca, università, associazioni di volontariato, nello svolgimento di attività di interesse generale;
nelle successive leggi finanziarie questo istituto è stato riconfermato pur senza occupare una voce permanente nei capitoli di spesa del bilancio dello Stato;
anche la Finanziaria 2008, legge 24 dicembre 2007, n. 244, articolo 3, commi da 5 a 11, ha riproposto la possibilità per i contribuenti di destinare il 5 per mille dell'Irpef a finalità di interesse sociale;
il cosiddetto decreto «milleproroghe» ha integrato e modificato la Finanziaria, estendendo la possibilità di accedere al beneficio anche alle fondazioni nazionali di carattere culturale e alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI, decreto-legge 31 dicembre 2007 n. 248 articolo 45, comma 1, convertito nella legge n. 31 del 2008;

tra le novità più rilevanti, introdotte dalla Legge Finanziaria per il 2008 vi è l'obbligo, per gli enti che hanno ricevuto il contributo del 5 per mille, di redigere un apposito e separato rendiconto, corredato da una relazione illustrativa, nel quale essi devono indicare, in modo chiaro e trasparente, quale sia stata la destinazione delle somme percepite e la redazione di questo documento dovrà essere effettuata entro un anno dalla ricezione del contributo;
ammonterebbe a circa 345 milioni di euro il totale dei fondi raccolti con la prima edizione del 5 per mille per l'anno 2006;
detto istituto ha ottenuto una forte adesione da parte dei cittadini, come dimostrano i dati della denuncia dei redditi 2006, dove in 15.854.201 hanno deciso di vincolare il 5 per mille dell'Irpef, su un totale di 26.391.936 dichiarazioni;
nelle dichiarazioni dei redditi del 2007, circa 14,7 milioni di contribuenti, più del 55 per cento del totale, hanno destinato il 5 per mille dell'Irpef alle organizzazioni di volontariato, agli enti di ricerca scientifica e sanitaria, ad associazioni ambientaliste e di promozione sociale;
la legge di riferimento prevede che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, relativo alla disciplina di tempi e modalità di iscrizione degli enti per poter concorrere al 5 per mille, debba essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il 31 marzo dello stesso anno per cui lo si destina;
quest'anno l'Agenzia delle Entrate aveva previsto un sistema che sembrava efficiente e moderno, il quale contemplava l'invio telematico delle coordinate bancarie da parte delle associazioni, al fine di poter procedere ai pagamenti in tempi più rapidi;
a poche settimane da questa indicazione l'Agenzia delle Entrate ha cominciato a telefonare alle associazioni, aventi diritto, per farsi indicare le coordinate bancarie per poter erogare la quota spettante, nonostante le stesse associazioni avessero inviato via internet tali dati;
intorno alla seconda metà di maggio sono iniziati i pagamenti del 5 per mille 2006, ma solo per un'ottantina di enti con finalità di ricerca scientifica;
in data 21 marzo 2008 l'Agenzia delle Entrate rendeva noto che, con le medesime modalità, nel secondo semestre di quest'anno, saranno avviati anche i pagamenti delle somme del 5 per mille per l'anno 2007, non appena verranno determinati gli importi e resi disponibili i fondi, grazie a un accordo di durata biennale dell'allora Ministero della solidarietà sociale e la stessa Agenzia;
la legge istitutiva prevede l'anonimato del donatore e per le associazioni o enti, destinatarie del 5 per mille, è impossibile conoscere l'identità di coloro che utilizzano questo strumento;
è evidente la lesione all'equità distributiva tra gli enti di ricerca e il resto dei soggetti beneficiari, in termini di erogazioni dei fondi destinati dal cinque per mille;
la legge n. 241 del 1990 sancisce che la Pubblica Amministrazione non può richiedere al cittadino informazioni che sono già in suo possesso, tuttavia l'Agenzia delle Entrate, al fine di essere ammessi al beneficio del cinque per mille, richiedeva documenti che comprovassero lo status di onlus, l'indirizzo, o altre specifiche che la stessa Agenzia poteva rintracciare altrimenti;
a seguito di tale richiesta, sono circa 12.000 le associazioni escluse per motivi formali, le quali hanno provveduto a depositare ricorso presso i TAR competenti;
le prime sentenze, dei Tribunali Amministrativi Regionali aditi, respingono le richieste dei ricorrenti a causa di difetto di giurisdizione dello stesso giudice in quanto, così come si evince dal testo di una delle sentenze, «la situazione giuridica degli aspiranti al riparto riveste i caratteri del vero e proprio diritto soggettivo»,

e non configura, quindi, una lesione dell'interesse legittimo, per cui esulerebbe la competenza del TAR;
il Ministro Sacconi ha, di recente, confermato l'impegno di stabilizzare il 5 per mille in grado di definire la platea dei destinatari «ripensando in termini di disciplina generale i beneficiari e concentrando la sua destinazione verso soggetti realmente portati verso il bene comune»;
sussiste una differenza sostanziale tra il riconoscimento di una vera libertà di scelta e di iniziativa e la mera concessione di risorse pubbliche, in questo senso un cinque per mille precario, così concepito, e limitato assomiglia, secondo gli interpellanti, ad una sorta di obolo da parte dello Stato, snaturando il principio di sussidiarietà fiscale, svilita dall'applicazione concreta del cinque per mille -:
se i Ministri in indirizzo non intendano, visto l'aumento della domanda sociale, emanare un provvedimento legislativo che stabilizzi l'istituto del 5 per mille, eliminando detto istituto dallo status di comma finanziario per assumere criteri chiari e trasparenti, attraverso una legge ad hoc, che renda detto istituto un diritto permanente del cittadino e un dovere per lo Stato;
se gli stessi Ministri non ritengano opportuno dichiarare in questa sede l'esatta tempistica entro cui si concluderà l'iter di erogazione e quindi, si liquideranno, tutte le associazioni e gli enti aventi diritto alla destinazione del cinque per mille, relativo agli anni 2006 e 2007, in modo da dare un segnale chiaro e trasparente sia ai cittadini, sia alle stesse associazioni e enti;
se non si intraveda la opportunità di riammettere al beneficio, quei soggetti esclusi dalla destinazione del cinque per mille, per l'esercizio finanziario in corso, in virtù di una legislazione, secondo gli interpellanti, approssimativa, la cui attuazione è demandata a circolari e a criteri dell'Agenzia delle Entrate, di volta in volta posti in essere, a seconda del ritardo accumulato nell'emanare i provvedimenti prescritti dalla legge;
se non si intraveda la possibilità di coinvolgere ed interpellare le associazioni interessate, al fine di costruire un dialogo costruttivo e concretizzare un sistema che sia davvero espressione della volontà dei cittadini.
(2-00059)
«Bobba, Binetti, Calgaro, Ria, Mosella, Baretta, Sarubbi, Volontè, Porcino, Sposetti, Damiano, Lolli, Touadi, Miglioli, Sereni, Bachelet, Enzo Carra, Rosato, Corsini, Viola, Lovelli, Cavallaro, Rubinato, Delfino, Giachetti, Schirru, Mantini, Duilio, Fiorio, Barbi, Fiano, Pierdomenico Martino, Lusetti, De Torre, Rossomando, Giorgio Merlo, Boccuzzi, Servodio, Oliverio, Bocci, Cesario, Tabacci, Rampi, Poli, Vassallo, Capitanio Santolini, Evangelisti, Colombo, Letta, Rossa, Narducci, Albonetti, Bersani, Bindi, Capodicasa, Carella, Marco Carra, Colaninno, Ferrari, Lanzillotta, Lucà, Martella, Minniti, Zaccaria, Pionati, Mannino, Palomba, Paladini, Ciccanti, Pezzotta, Galletti, Grassi, Losacco, Realacci».

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la signora Rossella Musile Tanzi, vedova del sovrintendente del Corpo forestale dello Stato Marchetti Antonello, presentava in data 22 novembre 2001 ricorso

straordinario al Presidente della Repubblica avverso il decreto 25 gennaio 2001 del Direttore generale delle risorse forestali, montane e idriche del Ministero delle politiche agricole e forestali, con cui veniva respinta l'istanza di riconoscimento della dipendenza da causa di servizio dell'infermità «arresto cardiaco in I.M.A.», che aveva provocato la morte del sopra menzionato sovrintendente Marchetti Antonello;
detto ricorso straordinario veniva accolto in data 6 maggio 2005 e, per l'effetto, risultava annullato il decreto in premessa evocato;
ciò nonostante non risultano adottati successivamente all'accoglimento del detto ricorso gli atti conseguenti, sicché a tutt'oggi solo in giudizio, ma non oltre, la signora Rossella Musile Tanzi ha visto riconosciute le proprie ragioni -:
se e quali iniziative intenda assumere affinché, con l'urgenza che il caso conclama, considerato anche che la vicenda in questione ha comunque avuto inizio nel 2001 e che il giudizio inappellabile risale a tre anni fa, si dia immediato seguito - ad ogni effetto - all'avvenuto riconoscimento della dipendenza da causa di servizio dell'infermità che provocò la morte del sovrintendente Marchetti Antonello.
(4-00463)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il Ministro Claudio Scajola ha annunciato il ritorno al programma di produzione di energia nucleare nel nostro Paese, indicando la fine dell'attuale legislatura quale orizzonte entro il quale verrebbe posta la prima pietra per la costruzione di un gruppo di centrali di nuova generazione;
anche in ragione del recente allarme destato dall'incidente nella centrale di Krsko (Slovenia), la notizia riapre, con una forte eco, il tema della utilità e della sicurezza dell'energia nucleare, dibattito sostanzialmente fermo a partire dall'esito del referendum del 1987;
le misure da ultimo annunciate dal Governo non paiono dipanare in maniera esaustiva le questioni più controverse connesse allo sviluppo del programma nucleare;
per la sua natura, la questione nucleare è un tema da affrontare con estrema cautela e per il quale sarebbe opportuno condividere con chiarezza - tanto in sede parlamentare come nella pubblica opinione - gli indirizzi e le determinazioni fondamentali che corrispondono ai punti più sensibili del programma, con particolare riguardo alla individuazione dei siti, alle misure per la messa in sicurezza delle scorie di ogni livello, alle risorse per realizzare gli impianti;
l'Italia necessita di una politica energetica in grado di assistere i processi di sviluppo economico nel Paese, garantendo, al tempo stesso, la tutela dell'ambiente e la sicurezza e l'economicità degli approvvigionamenti, tanto ai privati cittadini quanto alle imprese;
a sollecitare, in chiave domestica, una simile impostazione è la stessa Ue che, tra i suoi obiettivi, ha posto l'elaborazione di una politica energetica ed ambientale integrata, basata su indirizzi chiari e su un calendario di impegni volto alla riduzione dell'impiego dei combustibili fossili, alla promozione del risparmio energetico e allo sviluppo delle fonti energetiche alternative -:
quali siano gli elementi caratterizzanti il piano di sviluppo delle centrali nucleari nel nostro Paese, con particolare riguardo alla individuazione dei siti, alla

messa in sicurezza delle scorie e al reperimento delle risorse per finanziare il progetto;
quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla elaborazione di una organica politica energetica nazionale che sia a servizio dello sviluppo del Paese e che prenda in considerazione l'utilizzo dei combustibili fossili ma, soprattutto, lo sfruttamento delle fonti rinnovabili di cui l'Italia potrebbe avvalersi;
se non sia il caso di promuovere e di sostenere programmi di alta ricerca al fine di acquisire le conoscenze scientifiche idonee a sviluppare fonti energetiche pulite, sicure e competitive.
(2-00057) «Mosella».

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Apposizione di firme a risoluzioni.

La risoluzione in Commissione Nola e Beccalossi n. 7-00012, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 giugno 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Faenzi, Gottardo, Nastri, Biava, D'Ippolito Vitale, Romele, Taddei, De Camillis, Di Caterina, Dima, Bonciani, Fogliato, Rainieri, Bellotti, Iannarilli.

La risoluzione in Commissione Fogliato e altri n. 7-00015, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 giugno 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Nastri.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Grimoldi n. 4-00321, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 16 dell'11 giugno 2008.

GRIMOLDI, ALLASIA, VOLPI e MACCANTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto «Bersani» (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 4 agosto 2006) ha imposto l'obbligo di mandare all'anagrafe tributaria l'elenco dei clienti e fornitori, esteso a tutti i professionisti, e quindi anche a medici, psicologi ed altri operatori sanitari;
questa imposizione si trasforma in una sorta di «schedatura di massa» della popolazione, costringendo, psicologi e psichiatri a portare lo Stato a conoscenza delle persone che si rivolgono a queste figure professionali;
la comunicazione di detti dati sensibili espone, anche in virtù della scarsa sicurezza degli archivi informatici, qualunque cliente/paziente di psicologi o psichiatri allo sguardo indiscreto di chi ha interesse ad avere informazioni sul suo conto;
detta «schedatura» non giova nemmeno al paziente con problematiche sanitarie più o meno sensibili, quali malattie oncologiche, andrologiche, mediche e fisioterapiche;
la SIPAP (società italiana psicologi area professionale) della Lombardia si sarebbe rivolta invano al Garante della privacy, per avere chiarimenti circa la procedura in parola che obbliga i citati professionisti a violare il segreto professionale e una serie di regole di sicurezza, imposte da leggi civili e penali;
i professionisti in parola hanno inviato la lista dei clienti con partita Iva in cura nel 2006, e a partire dal 2008, dovranno denunciare di fatto i relativi «pazienti» in cura nell'anno in corso;
paradossalmente, questa misura «contro l'evasione fiscale» potrebbe rivelarsi

un boomerang per lo Stato, perché il paziente che volesse tutelare la propria riservatezza, potrebbe pretendere dal professionista sanitario l'omissione del rilascio della fattura, optando per il pagamento a «nero» -:
quali iniziative intendano intraprendere per evitare che operatori del settore medico-sanitario siano obbligati a comunicare dati sensibili, violando secondo gli interroganti il segreto professionale ed esponendo i pazienti al rischio di intromissioni nella loro privacy. (4-00321)

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ERRATA CORRIGE

Risoluzione in Commissione Renato Farina e Paolo Russo n. 7-00017 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 21 del 23 giugno 2008.
Alla pagina n. 659, prima colonna, alla riga ventottesima, dopo la parola «vini», deve aggiungersi «oli».
Alla pagina n. 659, seconda colonna, alla riga seconda, dopo la parola «vini,», deve aggiungersi «oli».