XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 26 giugno 2008

TESTO AGGIORNATO AL 9 LUGLIO 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
si valuta con grande preoccupazione la perdurante situazione in cui versa Ingrid Betancourt, da sei anni prigioniera e sottoposta a gravi umiliazioni da parte del gruppo terrorista narco-comunista delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia;
si rileva la sostanziale inefficacia fino ad oggi registrata di tutte le iniziative che, ad ogni livello, i Governi e le organizzazioni sociali e civili, a nome dell'opinione pubblica e della comunità internazionale, hanno messo in atto al fine di ottenere la liberazione di Ingrid Betancourt;
si considera l'esigenza di rafforzare l'isolamento politico delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia;
si auspica che Ingrid Betancourt possa essere insignita del premio Nobel per la pace come monito e solenne espressione dello sdegno e della volontà dell'opinione pubblica mondiale, e che Ingrid Betancourt sia subito riconsegnata ai suoi familiari ed alla libertà,

impegna il Governo

a porre in essere ogni tipo di collaborazione politico-economica che di concerto con il Governo colombiano contribuisca all'isolamento morale e politico delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia e della loro azione criminale.
(1-00017)
«Biancofiore, Dozzo, Cicchitto, Antonione, Migliori, Malgieri, Nirenstein, Baldelli, Repetti, Carlucci, Nizzi».

Risoluzioni in Commissione:

La III Commissione,
premesso che:
si richiama l'approvazione, lo scorso 10 aprile, da parte di un'amplissima maggioranza del Parlamento europeo, di una risoluzione sulla situazione in Tibet;
lo scorso marzo, in occasione del 49° anniversario dell'insurrezione nazionale tibetana contro l'amministrazione cinese, vi sono state manifestazioni di massa nella regione autonoma del Tibet e in regioni limitrofe da parte di cittadini di etnia tibetana;
le autorità cinesi hanno represso con la violenza tali manifestazioni impedendo l'esercizio della libertà di manifestazione;
secondo i dati forniti dal Governo tibetano in esilio la repressione delle autorità cinesi avrebbe provocato oltre 200 morti, oltre 1.000 feriti e migliaia di arrestati, mentre secondo le autorità cinesi i morti sarebbero solo 20 e provocati dai manifestanti tibetani;
Sua Santità il Dalai Lama, in reazione a questi eventi, pur condannando il comportamento del Governo cinese, ha continuato ad appellarsi ai tibetani invitandoli «a praticare la non violenza e a non deviare da tale via, per quanto grave possa essere la situazione»;
Sua Santità il Dalai Lama ha ribadito in ogni occasione di essere contrario all'indipendenza nazionale e quindi alla secessione del Tibet dalla Cina, e invece di essere a favore di una soluzione politica che garantisca un'autentica autonomia culturale, politica e religiosa ai cittadini tibetani, e che ciò debba valere per tutti i cittadini cinesi;
a più riprese, sia il Parlamento europeo, che il Ministro D'Alema nel mese di marzo che, più di recente, il Ministro Frattini, ed altri esponenti politici europei, hanno auspicato la definizione di una tale posizione su questo tema;

in occasione del Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell'UE svoltosi a Bruxelles non è stata discussa l'assunzione di una posizione comune da parte dei leader europei sulla partecipazione alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi e che nessun cenno a tale questione si trova nelle Conclusioni adottate dal Consiglio;
alcuni leader europei a partire dal Primo Ministro inglese Gordon Brown, hanno annunciato di non avere intenzione, o hanno espresso forti perplessità rispetto alla partecipazione alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi;
l'avvenuta ripresa dei colloqui tra le autorità cinesi e i rappresentanti del Governo tibetano in esilio è un fatto positivo che il Governo e il Parlamento italiano sostengono, ma che al momento non ha prodotto alcun progresso concreto;
le autorità cinesi hanno finora impedito l'accesso a osservatori indipendenti nella regione autonoma del Tibet e nelle regioni limitrofe, come a più riprese chiesto dall'Ufficio dell'Alto Commissario ONU per i diritti umani e dal Parlamento Europeo;
si è convinti che l'organizzazione dei Giochi olimpici a Pechino rappresenti per la Cina una straordinaria opportunità di aprirsi al mondo e viceversa, e che rappresenti un'opportunità di mantenere le promesse fatte al Comitato olimpico internazionale riguardo alla promozione dei diritti fondamentali per tutti i cinesi senza distinzione, in occasione del conferimento del compito di organizzare questo importante appuntamento internazionale;
va condannata fermamente la brutale repressione dei dimostranti tibetani avvenuta lo scorso marzo da parte delle forze di sicurezza cinesi e tutti gli atti di violenza avvenuti nelle strade di Lhasa e altrove in Tibet e si chiede la garanzia dei diritti fondamentali nei confronti di tutti i detenuti tibetani;
si invita la Cina a rispettare i propri impegni pubblici in materia di diritti umani e delle minoranze, democrazia e Stato di diritto come annunciato nella decisione del Comitato olimpico internazionale che ha consentito alla Cina di organizzare i Giochi olimpici;

impegna il Governo:

a reiterare al Governo cinese le richieste del Parlamento europeo e dell'Ufficio dell'Alto Commissario ONU per i diritti umani a favore dell'apertura di un'indagine indipendente sui tumulti e la repressione in Tibet, da svolgere sotto gli auspici delle Nazioni Unite, e a sollecitare le autorità cinesi a rivolgere un invito permanente all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo e ad altri organi delle Nazioni Unite a visitare il Tibet per monitorare il rispetto dei diritti umani;
a non partecipare con i massimi rappresentanti politici del Governo alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi, ritenendo che tale decisione debba essere rivista solo in presenza di progressi effettivi e verificabili, anche dal Parlamento, del rispetto dei diritti umani in Cina e nella regione del Tibet, e di fronte a dei passi avanti nella definizione di una soluzione politica tra il Governo cinese e il Governo tibetano in esilio.
(7-00021) «Mecacci, Zacchera, Siragusa, Motta, Vernetti, Leoluca Orlando, Castagnetti».

La IX Commissione,
premesso che:
l'articolo 28 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503, «Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici», ha introdotto una disciplina volta ad assicurare il venire meno, sia nell'ambito delle strutture aeroportuali che negli aeromobili, degli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;

in particolare, si è, tra l'altro, disposto che:
a) ogni aeroporto deve essere dotato di appositi sistemi per consentire un percorso continuo e senza ostacoli dall'aerostazione all'interno dell'aereo o viceversa e, qualora non siano presenti pontili di imbarco, l'accesso all'aeromobile va assicurato per mezzo di un elevatore a cabina chiusa;
b) le strutture esterne connesse agli edifici devono prevedere spazi pedonali caratterizzati da almeno un percorso accessibile, e quindi in grado di consentire l'uso dei servizi, le relazioni sociali e la fruizione ambientale anche alle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale e aree di parcheggio nel cui ambito sia consentito il passaggio di una persona su sedia a ruote tra un veicolo e l'altro, consentendo altresì la circolazione e la sosta del veicolo allo specifico servizio delle persone con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta in possesso dello speciale contrassegno di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495;
c) le strutture interne degli edifici aperti al movimento dei passeggeri debbono prevedere che le scale, le rampe, le unità ambientali e la segnaletica siano conformi alla speciale normativa dettata dal decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236;
d) all'interno del mezzo aereo deve essere prevista la dotazione di sedie a ruota per garantire, per quanto possibile, l'autonoma circolazione del passeggero disabile;
a distanza di dieci anni, la predetta normativa nazionale è stata integrata, dal Regolamento (CE) n. 1107/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo ai diritti delle persone con disabilità e delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo;
nell'ambito di tale normativa comunitaria, l'articolo 3 ha disposto, come principio generale, che un vettore aereo, con riferimento a un volo in partenza o in arrivo in un aeroporto di uno Stato membro, non possa rifiutarsi di accettare prenotazioni o imbarcare una persona con disabilità o mobilità ridotta, purché questi sia in possesso di un biglietto valido;
le uniche eccezioni a tale regola sono previste, a norma dell'articolo 4, ai fini del rispetto degli obblighi di sicurezza e nei casi in cui la dimensione dell'aeromobile o dei suoi portelloni rendano fisicamente impossibile l'imbarco o il trasporto della persona con disabilità o a mobilità ridotta;
ove ciò abbia a verificarsi, il vettore deve comunque informare immediatamente il passeggero sulle motivazioni del rifiuto e, su richiesta della persona interessata, ha l'obbligo di formalizzarle per iscritto, entro cinque giorni lavorativi, fermo restando, comunque, che al passeggero con disabilità o a mobilità ridotta cui sia stato rifiutato l'imbarco e all'eventuale accompagnatore lo stesso vettore è tenuto a garantire il rimborso del biglietto o un volo alternativo;
le predette disposizioni sono già direttamente applicabili in tutti gli Stati membri a far data dal 26 luglio 2007, mentre è stata differita al 26 luglio 2008 l'entrata in vigore delle altre norme recate dal Regolamento n. 1107/2006, tra le quali gli articoli 8, 9 e 10, concernenti l'assistenza da prestare in aeroporto e sugli aeromobili alla persona con disabilità o a mobilità ridotta;
a tale particolare proposito, la normativa comunitaria dispone che, fatta salva la presentazione della relativa richiesta almeno quarantotto ore prima dell'ora di partenza del volo, i compiti di assistenza in aeroporto (di cui all'allegato I del Regolamento) competono al gestore aeroportuale, che è peraltro tenuto a stabilire apposite norme di qualità per l'erogazione del servizio, mentre è rimessa ai vettori aerei l'assistenza a bordo degli aeromobili alla persona con disabilità o a mobilità ridotta (nei termini di cui all'allegato II dello stesso Regolamento);

sul piano strettamente attuativo, ogni Stato membro è tenuto a:
a) designare uno o più organismi responsabili dell'applicazione delle disposizioni recate dal Regolamento n. 1107/2006;
b) adottare le opportune iniziative al fine di informare le persone disabili e a mobilità ridotta sia in ordine ai diritti previsti in loro favore dalla nuova disciplina comunitaria e sia con riguardo alle modalità per la presentazione di reclami;
c) introdurre un apparato sanzionatorio, efficace, proporzionato e dissuasivo, applicabile in caso di infrazioni delle disposizioni recate dal predetto Regolamento;
in applicazione di quanto disposto dall'articolo 14, paragrafo 1, primo periodo, del Regolamento n. 1107/2006, il Ministro dei trasporti, tenuto conto che destinatari degli obblighi derivanti dalla predetta normativa comunitaria già citato sono i vettori aerei ed i gestori aeroportuali, assoggettati alla regolazione tecnica, alla certificazione, alla vigilanza ed al controllo dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), ha disposto, con decreto del 24 luglio 2007, che sia proprio tale ente a svolgere le funzioni di organismo responsabile del rispetto dei diritti del passeggero con disabilità o a mobilità ridotta;
nello svolgimento di tale compito, all'ENAC è altresì richiesto di inviare al Ministero dei trasporti, con cadenza semestrale, una relazione in ordine all'applicazione del Regolamento n. 1107/2006, fermo restando che lo stesso dicastero, nell'esercizio della sua attività di vigilanza, può disporre, al medesimo fine, apposite ispezioni;
deve tuttavia rilevarsi come, sul piano applicativo, siano allo stato riscontrabili alcuni ritardi, atteso che:
a) non sono state ancora introdotte nell'ordinamento le sanzioni da applicare in caso di violazione delle prescrizioni dettate dal Regolamento n. 1107/2006, in esecuzione di quanto prescritto dall'articolo 16;
b) non risulta essere stata ancora emanata, da parte dell'ENAC, la circolare applicativa dello stesso Regolamento n. 1107/2006;
c) deve essere resa effettiva la disposizione che impone l'assunzione di ogni opportuna iniziativa informativa in favore delle persone affette da disabilità o a mobilità ridotta circa i nuovi diritti loro riconosciuti dalla normativa europea,

impegna il Governo:

a) ad adottare, in tempi ravvicinati, iniziative normative volte ad introdurre nell'ordinamento le sanzioni da applicare in caso di violazione delle prescrizioni dettate dal «Regolamento relativo ai diritti delle persone con disabilità e delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo», in attuazione di quanto all'uopo ivi disposto dall'articolo 16;
b) ad adoperarsi, nell'ambito della sua attività di vigilanza, affinché l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) proceda tempestivamente ad emanare la circolare applicativa del Regolamento n. 1107/2006, secondo quanto disposto dall'articolo 14, paragrafo 1, secondo periodo, del predetto atto comunitario e come da tempo preannunciato;
c) a promuovere un'apposita campagna di comunicazione istituzionale affinché le persone affette da disabilità o a mobilità ridotta siano adeguatamente informate in ordine ai nuovi diritti loro riconosciuti dalla normativa europea sia in ambito aeroportuale che a bordo degli aeromobili.
(7-00020)
«Valducci, Meta, Biasotti, Misiti, Montagnoli, Nicco, Drago».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il CdA dell'Università di Bologna nel dicembre 2007 avrebbe attivato un nuovo incarico dirigenziale assegnato alla dottoressa Cristina Bertuzzi, già direttrice della Scuola superiore della Pubblica Amministrazione sede di Bologna, alla quale sarebbe stata concessa l'aspettativa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per i tre anni della durata del contratto. L'incarico sarebbe stato assegnato senza Bando di selezione dell'Ateneo;
in seguito a questo la dottoressa Bertuzzi, in qualità di dirigente a contratto, sarebbe stata comandata dall'Ateneo presso la fondazione Alma Mater che aveva manifestato il bisogno di un secondo dirigente;
il compenso previsto per l'incarico ammonterebbe a 95.000 euro lordi, nei fatti a carico dell'università in quanto le entrate della Fondazione provengono quasi esclusivamente da fondi trasferiti dall'Ateneo:
l'assegnazione di suddetto incarico, che si sarebbe basata sull'ex articolo 1 comma 580 della legge Finanziaria 2007 che istituiva l'Agenzia per la Formazione, avrebbe trovato forti perplessità da parte di alcuni membri del CDA in quanto:
non veniva ravvisata la necessità di un secondo dirigente nell'organico dell'Ateneo comandato presso la Fondazione;
l'incarico assegnato alla Bertuzzi, dipendente pubblico, in assenza di bando, presentava aspetti di illegittimità, infatti la Fondazione Alma Mater non è un organo ufficiale dell'Università di Bologna ma è una srl alla quale aderiscono 15 soci costituiti da istituzioni, enti e società e l'ateneo è socio fondatore -:
se, in sede di concessione dell'aspettativa da parte della Presidenza del Consiglio sia stata valutata la conformità alla normativa vigente dell'incarico assegnato al dirigente in questione.
(2-00071) «Garagnani».

...

AFFARI ESTERI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
Ian Wilmut, lo scienziato scozzese padre della pecora «Dolly» ha deciso da tempo di abbandonare le sue ricerche sulla clonazione e la sperimentazione sugli embrioni umani;
già nel 2004, lo scienziato italiano Angelo Vescovi aveva affermato che esistono alternative per produrre cellule embrionali staminali senza produrre e distruggere embrioni;
due recenti studi convergenti, uno giapponese e uno statunitense, hanno rivoluzionato il settore della ricerca sulle staminali aprendo prospettive di ricerca totalmente nuove;
secondo la nuova tecnica, infatti, è possibile riprogrammare le cellule adulte per ottenere cellule con le stesse caratteristiche simili;
fino ad oggi nessuna staminale embrionale è mai stata prodotta con la tecnica della clonazione, oltre al fatto che proprio la virtù principale di queste cellule,

la totipotenza, le rende difficili da controllare e propense a generare tumori;
è auspicabile che il Governo italiano contribuisca alla ricostruzione di un'intesa in sede europea (dopo la nefasta decisione dell'allora Ministro dell'università e della ricerca scientifica, Mussi, di togliere la firma di adesione dell'Italia dalla cosiddetta minoranza di blocco) che ponga fine alla ricerca che comporta la distruzione di embrioni umani;
questo sarebbe un segnale di grande significato culturale e politico;
alla luce dei nuovi sviluppi scientifici, a parere degli interpellanti i finanziamenti dei progetti di ricerca sulle cellule staminali risultano pertanto inutili, motivati solo da un preciso indirizzo ideologico o per soddisfare le ambizioni personali di singoli scienziati e di singoli Paesi favorendo la frode e lo spreco di ingenti risorse economiche;
l'articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, afferma il diritto alla vita di ogni essere umano;
il Preambolo della Dichiarazione dei diritti del fanciullo, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1959, afferma che il fanciullo ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali, compresa una adeguata protezione giuridica, sia prima che dopo la nascita;
l'articolo 6, comma 1, del Patto internazionale sui diritti civili e politici, adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 16 dicembre 1966, ratificato dall'Italia il 15 settembre 1978 in seguito ad autorizzazione disposta con la legge del 25 ottobre 1977, n. 881, afferma il diritto alla vita della persona umana e il principio in base al quale nessuno può essere arbitrariamente privato della vita, impegnando gli Stati a proteggere tale diritto;
l'articolo 6 della Convenzione sui diritti dei fanciullo, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1990, ratificata dall'Italia il 5 settembre 1991 in seguito ad autorizzazione disposta con la legge del 27 maggio 1991, n. 176, obbliga gli Stati parti a riconoscere il diritto alla vita di ogni fanciullo e ad assicurare in tutta la misura del possibile la sua sopravvivenza e il suo sviluppo;
nell'articolo 1 della legge n. 194 del 1978 si afferma che «l'interruzione volontaria di gravidanza di cui alla presente legge non è mezzo per il controllo delle nascite»;
si va diffondendo nel mondo la pratica dell'aborto selettivo a danno prevalentemente delle concepite di sesso femminile che va provocando in alcune aree geografiche un forte squilibrio fra i sessi;
esistono legislazioni che attivamente promuovono l'aborto come strumento di controllo demografico e di politiche che colpiscono con sanzioni di vario genere le donne che rifiutano l'aborto;
nel rendiconto economico del Report 2007 dell'UNFPA, United Nation Population Fund, l'agenzia che si occupa della popolazione nel mondo, il 38 per cento degli impegni economici sono stanziati per «l'assistenza ai diritti riproduttivi», termine con cui si suole indicare l'insieme di pratiche che puntano alla «riduzione della natalità»;
nel predetto Report, inoltre, la parola «aborto» viene citata una sola volta, quando si invoca il «controllo delle nascite per ridurre il numero di aborti insicuri», termine che sta per «illegale», prospettando, quindi, un appoggio indiretto alla promozione della legalizzazione dell'interruzione di gravidanza per abbassare il numero di donne che muoiono durante aborti illegali;
l'UNFPA risulterebbe, infine, con un sostegno di 50.000 dollari nel 2006, tra i maggiori finanziatori del Center for Reproductive Rights, una organizzazione che

attua una pressante attività di lobbying in favore della legalizzazione dell'aborto nel mondo -:
se non ritengano di promuovere presso le sedi europee una moratoria che consenta di sospendere per un congruo periodo di anni la distruzione di embrioni umani a fini di ricerca, consentendo nel frattempo ai laboratori e agli scienziati del settore di poter usare le linee cellulari staminali embrionali già esistenti senza dover interrompere gli studi già avanzati;
se non ritengano altresì di farsi promotori per l'adozione di una risoluzione delle Nazioni Unite che condanni l'uso dell'aborto come strumento di controllo demografico ed affermi il diritto di ogni donna a non essere costretta ad abortire.
(2-00069)
«Volontè, Capitanio Santolini, Buttiglione, Vietti».

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
è sempre più grave la situazione in Zimbabwe, dove le prossime elezioni presidenziali di ballottaggio sembrano sempre di più una preannunciata farsa a favore del presidente uscente Robert Mugabe che in questi ultimi mesi - anche attraverso violenze ed azioni repressive - ha pesantemente condizionato la campagna elettorale dell'oppositore Morgan Tsvangirai, costretto anche nei giorni a rifugiarsi nell'ambasciata olandese temendo per la propria stessa vita;
decine di militanti dell'opposizione sono stati uccisi dalla polizia nelle ultime settimane e appare evidente come le prossime elezioni non siano minimamente libere né rappresentative;
mentre precipita la situazione politica, gravissima è in Zimbabwe anche la situazione economica del paese, con l'inflazione ormai fuori da ogni controllo, l'incapacità del presidente Mugabe a dare una minima risposta ai problemi della popolazione che in questi anni si sono andati moltiplicando, mentre un numero impressionante di profughi ha lasciato lo Zimbabwe verso i paesi vicini, causando instabilità e scontri in tutta l'area e soprattutto in Sudafrica;
sono stati lanciati appelli alle autorità politiche mondiali sia per non riconoscere il risultato elettorale - che appare comunque una farsa, visti anche gli eclatanti episodi di brogli elettorali nelle precedenti consultazioni - sia per mettere in mora il regime di Mugabe che in questi decenni ha progressivamente distrutto il paese -:
quale posizione abbia tenuto ed intenda tenere l'Italia in questo contesto, quali iniziative si ritenga di dover appoggiare sia a livello umanitario che di politica internazionale e se il Governo italiano sia favorevole alla partecipazione ad una missione umanitaria in Zimbabwe che permetta un qualche ritorno alla normalità in questo martoriato paese.
(5-00158)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il Piano rifiuti adottato dall'allora Commissario delegato per l'Emergenza Rifiuti in Puglia, Raffaele Fitto, prevedeva la realizzazione nel territorio della regione di tre termovalorizzatori, uno dei quali a Trani;
nel 2004, la gara per l'aggiudicazione della costruzione del termovalorizzatore di Trani, fu vinta dalla società REA di Trani, associazione temporanea di imprese a maggioranza pubblica (con una partecipazione al 51 per cento di AMET Trani) con

la previsione di un investimento complessivo di circa 97 milioni di euro, di cui solo 5 sotto forma di cofinanziamento regionale, tramite il POR Puglia, e il resto a carico dell'azienda aggiudicataria;
tuttavia, nel dicembre 2005, il nuovo Commissario delegato per l'Emergenza Rifiuti, Nichi Vendola, con l'adozione dell'atto di aggiornamento, completamento e modifica del Piano regionale di gestione dei rifiuti ha espresso la contrarietà della nuova gestione commissariale alla realizzazione di termovalorizzatori sul territorio pugliese, e, nel giugno 2006, ha revocato l'aggiudicazione della gara per la costruzione del termovalorizzatore di Trani;
di conseguenza, la società aggiudicataria dell'appalto ha chiesto un risarcimento danni quantificato tra 180 e 190 milioni di euro che, se riconosciuto, comporterebbe per la Regione Puglia un aggravio di spesa maggiore di ben 38 volte rispetto alla spesa di cinque milioni di euro prevista per la realizzazione dell'impianto;
la contrarietà del nuovo Commissario alla realizzazione dei termovalorizzatori, inoltre, troverebbe la propria giustificazione nell'ipotesi che la Puglia possa raggiungere entro il 2010 la quota del 55 per cento di raccolta differenziata, un dato del tutto irrealistico se si considera che attualmente questa percentuale è ferma all'11 per cento e che negli ultimi tre anni è aumentata di appena l'1 per cento;
appare, quindi, del tutto evidente ed improrogabile la necessità di avviare la costruzione del termovalorizzatore di Trani e degli altri due previsti a Bari e Brindisi, al fine di garantire alla Regione un adeguato sistema di smaltimento di rifiuti che la metta al riparo da un eventuale «rischio Campania» -:
quali iniziative intenda assumere, nell'ambito dei propri poteri, affinché sul territorio della Regione Puglia possano essere portate a completamento quanto prima le opere necessarie a garantire un adeguato ed efficiente sistema di smaltimento dei rifiuti.
(2-00067)
«Carlucci, Di Cagno Abbrescia, Distaso, Osvaldo Napoli, Scalera, Murgia, Tortoli, Garagnani, Stradella, Biasotti, Bergamini, Armosino, Mannucci, Minardo, Centemero, Aracri, Mondello, Speciale, Mazzoni, Moles, Luciano Rossi, Lainati, Giulio Marini, Holzmann, Cicu, Soglia, Petrenga, Barba, Ascierto, Bertolini, De Nichilo Rizzoli, De Luca».

Interrogazione a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in Comune di Rossano Veneto (Vicenza) è ubicata la fonderia «Rossano Fond» la cui attività sorta nel 1958 copriva inizialmente un'area produttiva di poche centinaia di metri quadrati, oggi metri quadrati 18.000 di cui 14.000 coperti;
l'azienda è classificata attività insalubre di II classe;
il piano regolatore del Comune di Rossano definisce la «Rossano Fond» attività da trasferire e pertanto non risulta possibile eseguire opere di manutenzione straordinaria;
l'azienda non possiede autorizzazione per le emissioni in atmosfera come risulta dal decreto Arpav n. 203/88. Inoltre con verbale n. 154708 del 30 novembre 2006 venivano rilevate irregolarità nella richiesta di autorizzazione per modifica sostanziale nell'impianto di aspirazione con impianti non autorizzati, per cui venne emessa una prima diffida provinciale n. 79 della Provincia di Vicenza e poi la n. 25 del 19 gennaio 2007;

la Provincia di Vicenza con provvedimento del 20 agosto 2007 ordinava la sospensione delle attività provocanti qualunque emissione in atmosfera;
il provvedimento veniva impugnato davanti al T.A.R. di Venezia, che in data 27 agosto 2007 annullava il provvedimento provinciale del 20 agosto 2007 relativo alla sospensione dell'attività, ribadendo la necessità di effettuare continui controlli da parte degli Enti;
si rileva inoltre la mancanza di autorizzazioni per lo smaltimento delle acque industriali, come confermato della Provincia di Vicenza al protocollo n. 72468/AMB e nella conferenza istruttoria dei servizi del 23 luglio 2007. Fin dal 7 dicembre 2001 era stato notificato alla ditta il provvedimento di diniego dell'autorizzazione allo scarico in corso d'acqua superficiale della acque meteoriche e produttive visto un fenomeno di inquinamento da idrocarburi;
secondo il rapporto Arpav del 21 maggio 2007 nei registri MUD relativi agli anni 2003-2004-2005 non risulta alcun trattamento di rifiuti industriali, nonostante l'azienda ricada nelle prescrizioni del «bacino scolante della laguna di Venezia»;
a seguito di sopralluogo in data 27 marzo 2007 i Carabinieri del NOE hanno proposto istanza di sequestro delle condotte interrate alla Procura di Bassano del Grappa, che fino ad oggi non risulta averlo autorizzato;
si fa presente inoltre la forte rumorosità degli impianti e il fatto che mai ad oggi sono state effettuate misurazioni valide a norma di legge mentre sussistono gravi disagi per la popolazione, sia diurni che notturni;
la Rossano Fond sta eseguendo opere non autorizzate come la pavimentazione di nuova esecuzione nel piazzale ovest, per la quale esiste parere contrario della Provincia, della Regione e del Comune, è in discussione anche la nuova stazione filtrante;
la Provincia sottolinea che l'azienda potrebbe prolungare la sua permanenza in sito aggiungendo di volta in volta con soluzioni precarie e provvisorie le singole emergenze che sopraggiungono;
la Rossano Fond ha presentato il 17 novembre 2006 alla Provincia di Vicenza una richiesta di nuova autorizzazione per le emissioni in atmosfera ed una richiesta di una autorizzazione integrata ambientale;
da un verbale dell'Arpav regionale del 21 febbraio 2006 emerge un fatto di assoluta gravità e cioè che presso l'Amministratore Provinciale di Vicenza - Dipartimento Ambiente il fascicolo relativo alla ditta Rossano Fond SpA è risultato irreperibile;
nonostante i problemi suddetti e la mancanza di analisi si sta delineando la possibilità di rilascio di una nuova autorizzazione;
data la complessità dei problemi coinvolti, la Asl ha chiesto la collaborazione tecnico-scientifica dell'Istituto superiore di sanità -:
quali siano le risultanze dell'attività di analisi circa la Rossano Fond.
(4-00487)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
a partire dai primi mesi del 2006 il livello di efficienza della Agenzia delle entrate di Catania è drammaticamente peggiorato, anche a causa dell'avvio delle procedure di recupero dei tributi sospesi per effetto dei provvedimenti agevolativi legati al sisma che colpì, nel dicembre dell'anno 1990, le province di Siracusa, Ragusa e Catania;

tale situazione ha determinato, e determina tuttora, sconcerto, disorientamento e gravissimo disagio per tutti i contribuenti della provincia, i quali, anche a causa dei disservizi dell'Agenzia (che non provvede per tempo agli sgravi delle imposte non dovute) si vedono esposti alle incisive misure cautelari poste in essere dall'agente della riscossione Serit Sicilia Spa;
tale situazione di vero e proprio allarme sociale è stata più volte denunciata da singoli contribuenti, associazioni di tutela dei consumatori ed associazioni professionali, ed ha trovato evidenza anche sulla stampa locale, ove, lo scorso 8 agosto 2007, è stata riportata la notizia che, nella sola provincia di Catania, l'agente della riscossione Serit Sicilia Spa ha iscritto, nel triennio 2004-2007, circa 60.000 ipoteche, su altrettante unità immobiliari;
la lamentata illegittimità delle indiscriminate iscrizioni a ruolo e delle relative misure cautelari ha determinato un vertiginoso aumento del contenzioso innanzi alla Commissione tributaria provinciale, la quale, nel periodo dal 1° giugno 2007 al 30 giugno 2007, è stata letteralmente sommersa da oltre 17.000 ricorsi (fonte: Relazione del Presidente G. Giallombardo sull'amministrazione della giustizia tributaria nella Regione siciliana - 1° marzo 2008 -). Per avere un'idea della enormità della cifra si consideri che, nello stesso periodo di tempo, alla Commissione provinciale di Palermo sono stati presentanti 6.335 ricorsi, a Messina 6.760, a Siracusa 6.623;
l'eccessivo carico di lavoro della Commissione provinciale ha determinato una paurosa dilatazione dei tempi di trattazione delle istanze di sospensione, oggi attestati intorno ai sette-otto mesi dalla data di presentazione del ricorso contro le illegittime iscrizioni a ruolo;
pertanto il contribuente residente nella provincia di Catania, destinatario di una cartella di pagamento, oggi non può fare affidamento sulla giustizia tributaria, giacché la tutela cautelare, quando viene concessa, interviene ben oltre il termine dilatorio di sessanta giorni (dalla notifica della cartella), e quindi in un tempo in cui sono già stati avviati dall'agente della riscossione gli atti esecutivi e/o sono già state prese le incisive misure di garanzia previste dalla legge (fermo di beni mobili registrati, iscrizione ipotecaria, pignoramenti, blocco dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni);
si ha notizia del fatto che l'associazione professionale Camera degli avvocati tributaristi della Provincia di Catania ha denunciato tale situazione, presentando in data 21 novembre 2007, un dettagliato esposto al Garante del contribuente per la Sicilia;
il 28 marzo 2008 il Garante del contribuente per la Sicilia, dopo aver interpellato gli uffici interessati, ha concluso il procedimento avviato a seguito del predetto esposto, inviando alla Agenzia delle entrate in Roma ed al Ministero dell'economia e delle finanze dipartimento politiche fiscali una dettagliata relazione, nella quale ha evidenziato la gravità dei disservizi segnalati e le pesanti ripercussioni di tale situazione sui contribuenti catanesi, i cui diritti, a parere degli interroganti, vengono quotidianamente conculcati;
nell'ambito di tale relazione l'ufficio del Garante ha altresì prospettato le soluzioni ritenute opportune al fine di assicurare all'utenza catanese un livello minimo di efficienza dell'amministrazione tributaria, segnalando, inter alia, l'esigenza di istituire a Catania, oltre a quello già esistente, un secondo ufficio locale delle entrate;
l'istituzione di un secondo ufficio a Catania appare agli interroganti un provvedimento coerente con le dimensioni del bacino di utenza della provincia di Catania -:
come valuti la situazione di grave disagio funzionale ed economico che si è venuto a determinare per i contribuenti della Provincia di Catania che, per di più, sta compromettendo l'operatività della

Commissione tributaria provinciale, oltre che la credibilità dell'intera amministrazione fiscale;
quali provvedimenti urgenti il Governo intenda adottare in ordine ai fatti sopra esposti, confermati dalla segnalazione che degli stessi è stata fatta dal Garante del contribuente per la Sicilia e dalle relative soluzioni prospettate, al fine di un rapido superamento della situazione di emergenza che si è venuta a determinare, anche attraverso una diversa e più ampia strutturazione degli Uffici destinati ad operare nel territorio della provincia di Catania.
(2-00068)
« Berretta, Causi, Samperi, Burtone».

Interrogazione a risposta orale:

BARBIERI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel 2006, il signor Alessandro Cuoghi, titolare della rivendita di generi di monopolio n. 52 e ricevitoria lotto n. 1159, ubicate a Modena, in via Vignolese 324, ha dovuto lasciare la disponibilità dei locali dove svolgeva la propria attività, a seguito di un'azione giudiziale promossa dalla proprietà per rientrarne in possesso;
il 19 gennaio 2007 l'Amministrazione autonoma dei monopoli dello Stato, ha contestato l'abbandono del servizio di tabaccheria e di ricevitoria, comunicando altresì l'inizio di un procedimento disciplinare per la revoca delle concessioni ai sensi dell'articolo 34 della legge 1293 del 1957;
il titolare ha immediatamente intrapreso le ricerche per individuare una nuova sede dove trasferire la propria attività commerciale: per ben tre volte è stato proposto all'Amministrazione autonoma dei monopoli il trasferimento dell'attività in alcuni locali disponibili e per ben tre volte è stata negata l'autorizzazione al trasferimento«per mancanza dei requisiti di legge e per motivi di opportunità circa l'invasione di influenza commerciale»;
il 7 giugno 2007 è stato chiesto un ulteriore trasferimento dell'esercizio commerciale dalla sede originaria di via Vignolese 324 a quella di via Moreali 200, posta a breve distanza e soprattutto nella medesima zona di influenza commerciale;
il 2 luglio 2007 l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha ritenuto, ancora una volta, non sussistenti i requisiti di legge per autorizzare il trasferimento, in quanto la nuova sede si troverebbe fuori della zona di influenza commerciale della sede originaria;
il titolare nel controdedurre alle censure dell'Amministrazione autonoma dei monopoli in merito all'effettivo possesso di tutti i requisiti per ottenere il trasferimento nella nuova sede di via Moreali 200, ha contestato la regolarità della istruttoria, effettuata senza il necessario interpello degli organi consultivi previsti;
a seguito di ciò il 9 agosto 2007 l'Amministrazione ha comunicato l'inizio di una nuova istruttoria, onde verificare se la natura del trasferimento fosse da considerarsi «in zona» ovvero «fuori zona»;
il 18 gennaio 2008 l'Amministrazione autonoma dei monopoli respinge definitivamente la richiesta di trasferimento della rivendita n. 52 e della ricevitoria Lotto n. 1159 dalla originaria sede di via Vignolese 324 a quella di via Moreali n. 200;
dalla rappresentazione planimetrica dei luoghi appare all'interrogante palesemente ingiustificata e infondata la classificazione del trasferimento disposta dall'Amministrazione Autonoma dei monopoli, laddove afferma che «trattasi di diversa zona commerciale del locale proposto, rispetto all'attuale della Riv. n. 52 in Modena e di invasione della sfera di influenza della clientela della Riv. n. 118 di Modena», poiché lo spostamento tra l'originaria sede della tabaccheria e quella nuova è minimo ed avviene quasi alla medesima altezza della strada parallela,

rimanendo altresì invariato il quartiere all'interno del quale ricadono i due locali, non sussistendo quindi, alcun netto spostamento dell'area territoriale di influenza commerciale della rivendita interessata;
il trasferimento richiesto non implica nemmeno una modifica sostanziale e rilevante dell'assetto della rete distributiva, poiché le tre rivendite più vicine rimangono le medesime anche considerando la nuova ubicazione;
a supporto di ciò esiste il parere positivo rilasciato nel corso dell'istruttoria dalla Federazione Italiana Tabaccai che sulla questione ha testualmente dichiarato: «Trattasi di un trasferimento in zona. Si evidenzia che lo spostamento non comporta nessun scavalcamento di rivendite e che il quartiere rimane lo stesso, pertanto non si crea a nostro avviso una sostanziale e rilevante modifica dell'attuale area di influenza commerciale. La zona rimane altamente abitativa e con diversi negozi commerciali. La distanza dalla rivendita vicina rimane nella norma, pertanto si ritiene di poter esprimere un parere positivo al trasferimento medesimo»;
tale parere non è stato invece minimamente preso in considerazione dall'Amministrazione che ha classificato il trasferimento come «fuori zona» e ha respinto l'istanza di trasferimento per mancanza dei requisisti previsti dalla legge, in particolare per mancanza del requisito reddituale prescritto dalla circolare ministeriale n. 04/63406;
ai sensi della predetta circolare, il rilascio dell'autorizzazione al trasferimento delle rivendite all'interno della propria zona di influenza commerciale è subordinato al solo rispetto delle distanze previste per le nuove istituzioni, palesandosi quindi la circostanza che se il trasferimento proposto fosse stato correttamente qualificato come «in zona» esso sarebbe stato senza dubbio autorizzato, poiché la distanza tra la nuova sede (via Moreali 200) e la rivendita più vicina (via Valdrighi 71) è di 301 metri, abbondantemente entro i limiti imposti dalla circolare ministeriale, che impone una distanza minima di 200 metri dalla rivendita più vicina -:
se non ritenga di dover sottoporre a verifica la ampia discrezionalità di cui gode l'Amministrazione autonoma in sede di rilascio delle autorizzazioni al trasferimento delle rivendite;
quali iniziative intenda assumere, perché la decisione assunta dall'Amministrazione autonoma appare altresì gravemente lesiva del principio fondamentale di iniziativa economica e commerciale del privato che, in tal modo, si è visto depauperato del diritto alla prosecuzione dell'attività lavorativa, con conseguente impossibilità di garantire un reddito per sé e la propria famiglia;
se non ritenga, in altri termini, di intervenire per riconsiderare che uno spostamento minimo dal punto di vista logistico di una rivendita di generi di monopolio, nell'ambito dello stesso quartiere residenziale/commerciale e senza «scavalcamento» delle rivendite vicine che rimangono le medesime rispetto all'originaria ubicazione, debba essere inquadrato come trasferimento «in zona», cioè all'interno della medesima area di influenza commerciale della originaria rivendita.
(3-00062)

Interrogazioni a risposta scritta:

PORTA, GARAVINI, BUCCHINO, GIANNI FARINA, FEDI e NARDUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con la finanziaria 2006, all'articolo 1, comma 343, è stato costituito, a decorrere dall'anno 2006 un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, volto a indennizzare i risparmiatori che, investendo sul mercato finanziario, sono rimasti vittime di frodi finanziarie subendo un danno non altrimenti risarcito;
il legislatore ha stabilito di alimentare detto fondo con gli importi prelevati

dai conti correnti e dai rapporti bancari definiti come «dormienti» all'interno del sistema bancario nonché del comparto assicurativo e finanziario, intendendo per depositi dormienti quelli non movimentati da almeno dieci anni dalla libera disponibilità delle somme e con saldo superiore ad euro 100;
con decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2007, n. 116 recante «Regolamento di attuazione dell'articolo 1, comma 345, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, in materia di depositi dormienti», all'articolo 3, comma unico, recante «Obblighi dell'intermediario» è stato espressamente previsto il termine di 180 giorni che decorre dalla data di ricezione della raccomandata A.R. da parte dell'intermediario affinché il titolare del libretto impartisca idonee disposizioni in merito ai propri risparmi;
detto termine semestrale coincide, nei Paesi europei e in alcuni Paesi extra europei, con il periodo di ferie e non risulta, allo stato attuale, che gli «intermediari», individuati dall'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 116 del 2007, abbiano ottemperato all'obbligo di comunicazione previsto dall'articolo 3 del citato decreto del Presidente della Repubblica non assolvendo, pertanto, ad un preciso obbligo legislativo;
a seguito della mancata comunicazione da parte dell'intermediario, nonostante l'impegno di Consolati, Comites e Patronati di informare quante più persone possibili, ne conseguirebbe un innegabile danno per gli italiani residenti all'estero i quali, pur titolari di libretti di risparmio postale e bancario, trascorso il suddetto termine si vedrebbero privati di propri risparmi per incuria dell'intermediario preposto-:
se non intenda dare disposizioni volte a:
a) posticipare il termine di 180 giorni previsto dal citato articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 116 del 2007, per dar modo ai titolari dei libretti di deposito di essere informati, come richiesto dalla legge, da parte degli intermediari;
b) prevedere che gli «intermediari» dimostrino, prima di destinare il cosiddetto «deposito dormiente» al fondo di cui all'articolo 1, comma 343 della legge n. 266 del 2005, di avere ottemperato all'obbligo di comunicazione previsto dal citato articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 116 del 2007, pena la nullità del trasferimento.
(4-00482)

CIMADORO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 79 del 28 marzo 1997 (convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140), al comma 1 dell'articolo 12 contenente «Disposizioni per il potenziamento dell'amministrazione finanziaria e delle attività di contrasto dell'evasione fiscale», fissa al 2 per cento la misura «dei compensi incentivanti al personale dell'amministrazione finanziaria» da applicare su «tutte le somme riscosse in via definitiva a seguito dell'attività di accertamento tributario»;
le somme derivanti dall'applicazione del suddetto comma 1 «affluiscono ad apposito fondo, da costituire nello stato di previsione del Ministero delle finanze, destinato al personale dell'amministrazione finanziaria in servizio negli uffici che hanno conseguito gli obiettivi di produttività definiti, anche su base monetaria, in attuazione delle direttive impartite dal Ministro delle finanze ai sensi degli articoli 3, comma 1, e 14, comma 1, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29»;
con decreto del ministro dell'economia e finanze, «previa contrattazione con le organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti collettivi nazionali di lavoro di comparto, sono stabiliti i tempi e le modalità di erogazione del fondo, commisurando le risorse finanziarie da assegnare a

ciascun ufficio all'apporto recato dall'ufficio medesimo all'attività di controllo fiscale»;
nella Finanziaria 2003, l'allora ministro dell'economia Giulio Tremonti include nella distribuzione dei soldi, accanto ai funzionari del fisco, anche i funzionari del Tesoro. Il comma 165 dell'articolo 3 della legge n. 350 del 2003 recita, infatti: «all'articolo 12 del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il comma 1 è sostituito dal seguente: «1. Il Ministro dell'economia e delle finanze, sulla base delle somme riscosse in via definitiva correlabili ad attività di controllo fiscale, delle maggiori entrate realizzate con la vendita degli immobili dello Stato effettuata ai sensi dell'articolo 3, comma 99, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, nonché sulla base dei risparmi di spesa per interessi, calcolati rispetto alle previsioni definitive di bilancio e connessi con la gestione della tesoreria e del debito pubblico e con l'attività di controllo e di monitoraggio dell'andamento della finanza pubblica e dei flussi di bilancio per il perseguimento degli obiettivi programmatici, determina con proprio decreto le misure percentuali da applicare su ciascuna di tali risorse, con effetto dall'anno 2004, per le finalità di cui al comma 2 e per il potenziamento dell'Amministrazione economica e finanziaria, in misura tale da garantire la neutralità finanziaria rispetto al previgente sistema»;
da dieci anni tutti i ministri dell'economia e finanze applicano queste norme con decreti;
i soldi di quest'anno, come tutti gli anni, erano stati quantificati con un decreto firmato dal ministro uscente Tommaso Padoa Schioppa il 21 aprile 2008;
il suo successore Giulio Tremonti il 27 maggio 2008 ha deciso di ritirare il decreto cosiddetto delle «cartolarizzazioni» e, quindi, bloccare l'erogazione dei premi di produttività (in genere un paio di mensilità di stipendio aggiuntive) per i dipendenti del MEF e delle agenzie fiscali -:
quali siano le reali motivazioni per le quali il ministro Tremonti ha ritenuto opportuno di ritirare il suddetto decreto firmato dal ministro uscente Padoa Schioppa e di conseguenza bloccare l'erogazione di questi incentivi;
se intenda in futuro continuare a riconoscere ai dipendenti del MEF e delle agenzie fiscali (Entrate, Dogane, Territorio) gratifiche economiche come riconoscimento di un reale impegno ed obbiettivi raggiunti.
(4-00488)

LEHNER. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Inpdap utilizza la procedura dell'appalto-concorso al fine di individuare i contraenti che dovranno organizzare i soggiorni studio e le vacanze tematiche dei figli degli iscritti;
l'Accademia Britannica srl negli anni 2007-2008 si è aggiudicata tale appalto grazie al ribasso effettuato con l'esclusione dell'IVA dal prezzo proposto, ritenendo che le prestazioni fossero esenti dall'imposta ex articolo 10, comma 1, n. 20 del decreto del Presidente della Repubblica 633/1972;
l'Agenzia delle Entrate ha chiarito con nota prot. n. 909-11473/2007 che, ai sensi della sentenza 13 ottobre 2005 resa dalla Corte di Giustizia nella causa C/200/04, il particolare regime dell'IVA previsto dall'articolo 74 del decreto del Presidente della Repubblica 633/1972 per le agenzie di viaggio torna applicabile ai cosiddetti «viaggi studio» allorquando le prestazioni didattiche sono inserite all'interno del «pacchetto turistico»;
l'Accademia Britannica srl, pur essendo obbligata alla presentazione della dichiarazione IVA ed al versamento dell'imposta

relativa alla vendita dei pacchetti turistici, non pare abbia ottemperato a tali obblighi -:
quali azioni siano state avviate dagli uffici territorialmente competenti dell'Agenzia delle Entrate, già da tempo a conoscenza della questione, per recuperare l'imposta evasa e comminare le relative sanzioni, ripristinando così la corretta concorrenza economica rispetto alle altre società che sono state escluse dall'appalto-concorso.
(4-00491)

...

GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
il giorno 21 maggio 2008 il quotidiano messinese Gazzetta del Sud ha dato notizia che il giorno prima la competente commissione del Consiglio superiore della Magistratura, con voto unanime, aveva proposto il dottor Antonio Franco Cassata per ricoprire il posto, che sarà lasciato scoperto a breve per il pensionamento del dottor Ennio D'Amico, di Procuratore generale presso la Corte di appello di Messina;
su tale nomina il Ministro della Giustizia è ora chiamato ad esprimere il proprio concerto;
il dottor Antonio Franco Cassata è ininterrottamente in servizio alla Procura generale di Messina, con funzioni di sostituto, dal 1989 ma non è solo la permanenza pressoché vitalizia, con l'assunzione della guida dell'ufficio, di quel magistrato alla Procura generale di Messina, di guisa che ne apparirebbe quasi proprietario, a suscitare nell'interpellante insopprimibili perplessità sulla proposta avanzata;
del dottor Antonio Franco Cassata il Consiglio superiore della magistratura ebbe ad occuparsi in un procedimento avviato a carico di quel magistrato ai sensi dell'articolo 2 del regio decreto-legge 31 maggio 1946, n. 511, definito dal plenum del Consiglio, con voto a maggioranza, con l'archiviazione su conforme proposta della Prima commissione; nell'ambito di tale procedimento, tuttavia, erano emerse sul conto del dottor Antonio Franco Cassata circostanze che, pur ritenute allora inidonee al trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale, non possono che destare apprensione;
il boss incontrastato della mafia barcellonese Giuseppe Gullotti, al momento in cui si rese responsabile, quale mandante (come, riconosciuto con sentenza passata in giudicato), dell'omicidio del giornalista Beppe Alfano, avvenuto a Barcellona Pozzo di Gotto l'8 gennaio 1993, era socio e frequentatore del circolo culturale Corda fratres, del quale il dottor Cassata, già presidente, era per sua stessa ammissione il principale animatore;
dello stesso circolo Corda fratres, insieme a numerosi esponenti della massoneria barcellonese, era socio il noto Rosario Cattafi, già indagato dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta nell'indagine sui mandanti occulti delle stragi di Capaci e via D'Amelio e, soprattutto, destinatario nel 2000 della misura di prevenzione antimafia della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, irrogatagli dal Tribunale di Messina, con provvedimento definitivo, per i suoi accertati legami con boss del calibro di Benedetto Santapaola, Pietro Rampulla, Angelo Epaminonda, Giuseppe Gullotti ed altri ancora;
durante la latitanza di Giuseppe Gullotti, sottrattosi ad una misura cautelare emessa nel procedimento relativo all'omicidio Alfano, il dottor Cassata nel settembre 1994 era stato avvistato da due carabinieri mentre conversava in strada con Venera Rugolo, figlia del vecchio boss barcellonese Francesco Rugolo e soprattutto

moglie di Giuseppe Gullotti. Nei giorni successivi il dottor Cassata, presso il proprio ufficio, aveva esercitato pressioni nei confronti di uno dei due carabinieri, che avevano redatto al riguardo apposita relazione di servizio, perché la relazione di servizio venisse soppressa, lamentandosi del comportamento dei militari. Innanzi al Consiglio superiore della magistratura il dottor Cassata ammise l'incontro con la moglie di Gullotti, adducendone l'occasionalità e giustificando di essersi fermato con la donna per fare una carezza al neonato, figlio del boss Gullotti e della signora, che si trovava nella carrozzina. Senonché, dall'audizione dei due militari che avevano redatto la relazione di servizio, sentiti sia dal Consiglio superiore della magistratura sia dall'Autorità giudiziaria, era emerso che il dottor Cassata e la moglie di Gullotti colloquiavano da soli e che non era presente alcuna carrozzina né, tanto meno, alcun infante;
nel 1974 il dottor Cassata era stato protagonista di un viaggio in auto a Milano in compagnia del boss Giuseppe Chiofalo. Tale circostanza, allora segnalata al Consiglio superiore della magistratura da un esposto del senatore barcellonese Carmelo Santalco, è stata confermata dallo stesso Chiofalo nel corso della deposizione da lui resa il 20 febbraio 2004 innanzi al Tribunale di Catania, prima sezione penale, nel processo a carico, fra gli altri, di alcuni magistrati messinesi (i dottori Giovanni Lembo e Marcello Mondello) e del boss messinese Luigi Sparacio; il dottor Antonio Franco Cassata gestisce a Barcellona Pozzo di Gotto un museo etno-antropologico che riceve considerevoli finanziamenti dalla Regione siciliana e da enti locali, quali il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto e la Provincia regionale di Messina, che operano nel territorio del proprio ufficio giudiziario;
il dottor Cassata nel 1998 aveva esercitato pressioni nei confronti di un magistrato allora in servizio al Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, il dottor Daniele Cappuccio, affinché questi rinviasse la trattazione dell'udienza preliminare di un processo a carico, fra gli altri, del consigliere comunale Giuseppe Cannata, al fine di consentire l'elezione di Cannata a vicepresidente del consiglio comunale di Barcellona Pozzo di Gotto prima dell'eventuale rinvio a giudizio dello stesso per gravi reati;
il dottor Cassata nel 1997 intervenne anche, come risultò dall'intercettazione di una conversazione che coinvolgeva personalmente il magistrato, in una vicenda giudiziaria che riguardava un carabiniere che al tempo gli faceva da autista. Il dottor Cassata cercò di frenare le iniziative dell'ufficiale dei carabinieri che conduceva le indagini e interloquì anche con un complice del proprio autista, al quale prospettò la necessità di intimidire la denunciante, proposito poi effettivamente praticato dal suo interlocutore, che venne processato, e patteggiò la pena, per il reato di minaccia nei confronti della denunciante di quella vicenda;
il 21 maggio 2002 il dottor Cassata produsse al Consiglio superiore della magistratura un articolo della Gazzetta del Sud di quel giorno dal titolo: «Gullotti voleva la morte del Procuratore Generale Cassata», riportante le dichiarazioni spontanee rese il giorno prima al Tribunale di Catania da Luigi Sparacio, che aveva affermato che il dottor Cassata era inavvicinabile e per questo Gullotti nel 1990 lo voleva uccidere. Sennonché nel prosieguo dello stesso processo, Luigi Sparacio, sottoponendosi ad esame, riferì che le dichiarazioni spontanee precedentemente rese nel processo, a carico, fra gli altri, del magistrato Giovanni Lembo, amico del dottor Cassata e dallo stesso dottor Cassata assistito in sede disciplinare innanzi al Consiglio superiore della magistratura, erano false ed evidentemente, ad avviso dell'interpellante, mirate a destituire di fondamento l'impostazione accusatoria di quel processo (queste le testuali parole di Sparacio, nel corso dell'esame reso all'udienza del 5 novembre 2004: «se ho fatto quelle dichiarazioni è per mandare dei messaggi»);

come detto, il Consiglio superiore della magistratura nel 2003 archiviò il procedimento ex articolo 2 del regio decreto-legge 31 maggio 1946 n. 511 a carico del dottor Cassata, rinvenendo in quelle condotte soltanto «un atteggiamento "interventista" del dottor Cassata in situazioni nelle quali le regole deontologiche avrebbero dovuto consigliargli di astenersi mantenendo un contegno consono alla funzione professionale svolta che impone riserbo e rispetto delle altrui sfere di competenza e libera determinazione». Occorre rilevare, peraltro, che il Consiglio superiore della magistratura non ebbe contezza dei riscontri, sopra succintamente indicati, emersi solo successivamente alle proprie determinazioni (viaggio a Milano in compagnia del mafioso Pino Chiofalo; false dichiarazioni di Luigi Sparacio circa un inesistente proposito del boss Gullotti di attentare alla vita del dottor Cassata);
va poi tenuto conto di una allarmante vicenda riportata, ormai molti mesi orsono, sul numero 6/2007 del periodico Micromega. Su tale rivista, nel corpo di un articolo titolato «Dialogo tra una cittadina informata e un ministro al di sopra di ogni sospetto», imperniato su un «dialogo» tra Sonia Alfano (figlia del giornalista ucciso a Barcellona Pozzo di Gotto l'8 gennaio 1993) e l'allora Ministro della giustizia Clemente Mastella, si leggeva: «Vorrei ad esempio segnalare il caso di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. Qualche anno fa un giovane sostituto procuratore, De Feis, in servizio proprio a Barcellona ha condotto insieme ai carabinieri un'indagine grazie alla quale sono state scoperte le intime frequentazioni tra il pubblico ministero di Barcellona, Olindo Canali, e il dottor Salvatore Rugolo, cognato del capomafia - attualmente in carcere - Giuseppe Gullotti. Nel corso dell'indagine, mentre emergeva sempre più nitido un quadro di allarmante contiguità tra apparati investigativi e personaggi legati alla criminalità, il pubblico ministero e i carabinieri ricevettero delle pressioni da parte di Franco Cassata, sostituto procuratore generale della Corte di assise e d'appello di Messina, da parte di Rocco Sisci, procuratore capo del tribunale di Barcellona, e dallo stesso Olindo Canali, affinché le indagini venissero stoppate. Dopo due anni di quell'indagine non si sa più nulla, nonostante sia ancora argomento quotidiano di discussione sia al Palazzo di giustizia, sia nella città. Una cosa è certa: il titolare dell'indagine, De Feis, non è più a Barcellona, così come è stato trasferito il capitano dei carabinieri Cristaldi, mentre sono ancora al loro posto sia il sostituto procuratore generale Franco Cassata sia Rocco Sisci e Olindo Canali». Quanto sopra riportato dalla rivista Micromega non è mai stato, fino ad oggi, smentito da alcuno degli interessati -:
se, nell'esprimere il proprio concerto, non intenda valutare adeguatamente tutti gli elementi segnalati in premessa;
se, una volta verificata la veridicità di quanto sopra riportato, non ritenga doverosa l'adozione di attività ispettiva presso gli uffici giudiziari suddetti, al fine di poter assumere le eventuali necessarie determinazioni in materia disciplinare.
(2-00070)«Di Pietro, Donadi».

Interrogazione a risposta in Commissione:

MIGLIOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nelle scorse settimane sulla stampa locale modenese sono apparsi articoli in cui si ipotizza, nuovamente, la soppressione della sede distaccata del Tribunale di Sassuolo;
come noto Sassuolo è al centro del distretto italiano delle ceramiche, polo di interesse nazionale e internazionale, e dunque tale notizia ha creato perplessità nell'opinione pubblica e allarme negli operatori economici e sociali;
l'amministrazione comunale si è da sempre prodigata, in questi anni, per garantire il funzionamento del Tribunale, tra l'altro con il distacco di personale, ritenendo

che la sede distaccata sia un servizio per l'intera comunità che oltre a Sassuolo comprende importanti altri comuni come Maranello e Fiorano;
in data 10 dicembre 2007 rispondendo a una identica interrogazione, del sottoscritto interrogante (4-04322), l'allora Ministro della giustizia Clemente Mastella affermava: «si fa preliminarmente presente che l'articolo 48-ter del regio decreto 30 gennaio 1941 n. 12, introdotto dal decreto legislativo n. 51 del 1998 prevede che all'istituzione, alla soppressione e alla modifica delle sezioni distaccate del Tribunale si provveda con decreto motivato del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro del tesoro, previo parere del Consiglio superiore della magistratura. Tutto ciò premesso si rassicura il deputato interrogante che, allo stato non sono all'esame ipotesi di modifica o soppressione del Tribunale in questione»;
nonostante queste rassicurazioni la sede distaccata del Tribunale di Sassuolo a seguito del trasferimento dell'unico cancelliere è di fatto completamente priva di personale mentre la pianta organica prevede sei persone e funziona solo grazie al personale della sede centrale e al distacco del dipendente del Comune di Sassuolo, con contratti che scadranno il prossimo 30 giugno e ciò nonostante continua, come risulterebbe da una recente ispezione dello stesso Ministero, a svolgere e ottemperare proficuamente alla propria funzione -:
quali azioni intenda intraprendere al fine di garantire la continuazione dell'attività della sede distaccata del Tribunale di Sassuolo.
(5-00161)

Interrogazione a risposta scritta:

GIULIETTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
viene segnalato dall'unione nazionale cronisti italiani, assieme al Gruppo cronisti Piemonte, che colleghi del settimanale locale La Voce del Canavese sono stati condannati, con una decisione abnorme, a sei mesi di detenzione più 6 mesi di pena accessoria con sospensione dalla professione, provvedimenti sospesi con la condizionale. Il giudice Claudio Passerini del Tribunale di Biella, dopo aver ritenuto i giornalisti responsabili di diffamazione ha ritenuto di applicare la pena accessoria della sospensione dalla professione;
ad avviso dell'interrogante, un provvedimento abnorme e che in questi termini non ha precedenti perché priva dei professionisti del loro ruolo e dello stipendio per una responsabilità del tutto marginale. I colleghi non sono dei criminali, ma dei giornalisti che hanno riferito in buona fede ciò che è accaduto. L'articolo 30 del codice penale fa riferimento a chi esercita una professione in base ad un'autorizzazione. Il diritto di scrivere non è dato da un'autorizzazione. È semmai regolamentato dall'ordine dei giornalisti di autogoverno;
la legge n. 69 del 3 febbraio 1963, che disciplina la professione giornalistica, attribuisce la possibilità di infliggere la sanzione della sospensione esclusivamente al Consiglio dell'Ordine dei giornalisti, mentre spetta eventualmente alla magistratura l'interdizione dai pubblici uffici: e questa indicazione è sempre stata rispettata;
l'interpretazione data dal giudice Passerini all'articolo 30 del, Codice Penale appare quindi sbagliata, fuorviante e in contrasto con la tutela costituzionale della libertà di stampa che non può essere oggetto di autorizzazioni o censure;
Unci e Cronisti piemontesi ribadiscono la solidarietà ai colleghi coinvolti e al loro direttore che, per protesta, ha deciso di far uscire il prossimo numero del suo settimanale con la prima pagina completamente bianca -:
se non intenda assumere le opportune iniziative ispettive, ai fini dell'eventuale esercizio di tutti i poteri di sua competenza.
(4-00493)

TESTO AGGIORNATO AL 3 LUGLIO 2008

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MARCO CARRA e META. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la strada statale «Goitese» n. 236 è la principale arteria di collegamento tra Mantova e Brescia;
è quotidianamente attraversata da oltre 20.000 automezzi leggeri e pesanti;
tale strada attraversa alcuni centri urbani, tra i quali Marmirolo, Goito e Guidizzolo (in provincia di Mantova);
se per Marmirolo e Guidizzolo sono già stati previsti interventi di risoluzione del problema attraverso la realizzazione di tangenziali, per quanto riguarda Goito, nulla è in previsione (pur in presenza del progetto) -:
se intenda assumere una decisione relativa alla realizzazione della Tangenziale di Goito.
(5-00159)

MARCO CARRA e FIANO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 14 giugno 2008, è stato definitivamente soppresso il treno IC plus 577 Scaligero che collegava Verona a Roma;
conseguentemente, anche il collegamento ferroviario tra Roma e Verona, attraverso il treno IC plus 596 Scaligero, è stato soppresso;
tale collegamento prevedeva una fermata a Mantova (sia in andata che in ritorno);
questo treno rappresentava l'unica opportunità di collegamento tra Mantova e Roma;
dopo la soppressione, avvenuta anni fa, dell'Eurostar che collegava le due città di cui sopra, ancora una volta Mantova risulta essere fortemente penalizzata dalle scelte di RF1-:
quali iniziative intenda assumere per ripristinare il collegamento tra Mantova e Roma.
(5-00160)

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Superstrada Firenze-Siena necessita da tempo di ingenti opere di modernizzazione e messa in sicurezza;
da tempo sono previste opere ed interventi di manutenzione e di realizzazione di nuove piazzole di sosta e di rifacimento di parte di manti stradali ormai del tutto fuori norma-:
se corrisponda a verità che per tutto il 2007, da parte del Governo Prodi, è stato devoluto per le spese di manutenzione dell'intera Superstrada Firenze-Siena una risibile cifra assolutamente insoddisfacente;
quali iniziative urgenti, anche d'ordine finanziario, si intendano assumere al fine di assicurare all'Anas le necessarie condizioni di intervento indispensabile all'ammodernamento e messa in sicurezza della Superstrada Firenze-Siena.
(4-00484)

TASSONE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la stampa locale, come ad esempio la Gazzetta del Mezzogiorno dei giorni 31 maggio, 1o e 3 giugno, e La Repubblica, si sta continuamente interessando dell'attività portata avanti dal Presidente dell'Autorità portuale di Bari ed, in particolare, delle sue decisioni gestionali che hanno creato diffuse perplessità, come l'acquisto con trattativa privata di un pontone galleggiante usato e che, per un anno non è entrato mai in funzione. Si pongono, altresì, forti interrogativi sulla gestione del settore crocieristico, dove il principio del pluralismo sembra aver lasciato il posto all'affidamento a due sole compagnie bypassando lo stesso territorio pugliese;
è oscura anche la vicenda di «Marisabella» per la quale sarebbero state rilasciate autorizzazioni anziché regolari concessioni con contestuale pagamento dei canoni;
secondo gli operatori portuali, siamo in presenza, nel porto di Bari, di una gestione, per alcuni versi, senza regole, personalistica e disinvolta. Tutto questo crea un diffuso malessere ed innesca un processo di oggettivo indebolimento del ruolo del Porto di Bari, che ha delle potenzialità di sviluppo e che, in questo contesto si rischia di disperdere con ricadute negative -:
quali iniziative si intendano assumere, al fine di normalizzare una situazione che è diventata oltremodo pesante, atteso che preme ribadire che quanto esposto è soltanto una parte delle azioni discutibili poste in essere dal Presidente dell'Autorità Portuale di Bari Sig. Francesco Palmiro Mariani.
(4-00492)

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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

NACCARATO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi i quotidiani locali hanno annunciato la volontà del Governo di realizzare un nuovo centro di identificazione ed espulsione per il controllo degli immigrati clandestini (di seguito denominato Cie) nella frazione di Giarre del Comune di Abano Terme, in provincia di Padova, utilizzando una ex caserma dell'aeronautica militare attualmente in disuso;
la località di Abano Terme è nota a livello nazionale per le proprie strutture termali che attirano ogni anno un gran numero di turisti italiani e stranieri i quali, con la loro presenza, contribuiscono positivamente all'economia della città, del Comune capoluogo e di tutta la provincia di Padova;
l'ipotesi di apertura del Cie nel sito della frazione di Giarre, creerebbe un grave danno economico e di immagine alla città e all'intero bacino termale euganeo oltre a creare un forte allarme sociale nella cittadinanza aponense;
non vi è stato alcun coinvolgimento, come affermato esplicitamente dallo stesso Sindaco della città termale, delle amministrazioni comunale e provinciale nella discussione relativa alla localizzazione del Cie che il Governo intenderebbe realizzare ad Abano Terme;
l'amministrazione comunale, utilizzando gli strumenti introdotti dalle ultime

leggi finanziarie, aveva manifestato l'interesse ad acquistare l'area militare, attualmente affidata all'Agenzia delle entrate per conto del Ministro della difesa per essere ceduta attraverso una procedura d'asta, con l'obiettivo di riqualificarla urbanisticamente -:
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti sopra esposti, quali siano i criteri principali per la scelta della localizzazione dei Centri di identificazione ed espulsione assunti dal Governo;
quali misure intendano assumere i Ministri competenti per assicurare un reale coinvolgimento delle amministrazioni locali nelle discussioni relative alla localizzazione dei centri di identificazione ed espulsione previsti nel territorio della Regione Veneto.
(4-00483)

DE BIASI, PIZZETTI e FIANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel Parco Nord di Milano, sul territorio del Comune di Sesto San Giovanni, è stato eretto alcuni anni orsono un monumento in onore e a ricordo di tutti i lavoratori deportati durante la dittatura nazi-fascista nel Mauthausen Ring (Gusen, Ebensee e Melk), nell'ambito della repressione degli scioperi politici del marzo 1944;
il monumento, opera degli architetti Lodovico e Bico Belgioioso, raccoglie in sei teche, di forte valore simbolico, le ceneri dei crematori del Mauthausen Ring e indica i nomi dei campi nei quali sono stati uccisi con atroci torture, dal gas alle iniezioni al cuore, l'80 per cento dei deportati, tanto che tale tale struttura è stata ufficialmente qualificata come un vero e proprio campo di sterminio;
il 13 giugno ultimo scorso tale monumento è stato profanato con la distruzione delle teche contenente le ceneri;
l'ANED (Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti), con il suo Presidente nazionale, Gianfranco Maris, ha organizzato per il 29 giugno 2008 una cerimonia di fronte al monumento profanato per manifestare lo sdegno di tutte le cittadine e i cittadini italiani che si riconoscono nell'antifascismo e nell'antinazismo, come valori fondanti della nostra democrazia e assunti con la Resistenza dal dettato costituzionale -:
se intenda comunicare alla Camera le notizie in suo possesso e quali provvedimenti abbia preso o intenda prendere per restituire al monumento e ai valori che rappresenta la dignità vigliaccamente ferita.
(4-00486)

PALADINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a tutti i militari volontari in ferma breve i quali abbiano portato a compimento i tre anni di servizio senza note di demerito viene da sempre garantito l'incorporamento nelle forze di Polizia ad ordinamento civile e militare nonché nel corpo nazionale dei vigili del fuoco;
a causa della carenza di organico sempre crescente nel corpo nazionale dei vigili del fuoco, di recente il Ministero dell'interno ha richiesto al Ministero della Difesa l'inserimento non solo delle unità vincitrici di concorso ma anche di quelle unità che risultano fuori da qualsiasi graduatoria concorsuale;
in tal modo è stata data attuazione a quanto disposto dalle leggi vigenti in materia che prevedono chiaramente come il 40 per cento delle assunzioni debbano essere riservate al personale proveniente dalla carriera militare volontaria;
tutto il contingente VFB dei vigili del fuoco è stato peraltro sottoposto, fra gennaio e ottobre del 2007, alle visite mediche specialistiche previste dall'articolo 10, comma 3 del decreto del Presidente della

Repubblica n. 332 del 1997, atte a confermare il mantenimento dei prescritti requisiti psico-fisici;
la legge finanziaria per il 2007 aveva previsto l'assunzione, per le dotazioni organiche dei vigili del fuoco, di 600 unità cui, nel luglio 2007, sono stati aggiunti i primi 52 classificati VFB del 5o Concorso - 3o bando;
restano esclusi 36 VFB del 5o corso - 3o bando e ulteriori 36 VFB del 6o corso - 3o bando, nonostante si tratti di persone che hanno comunque prestato servizio per 3 anni lontano dalle rispettive famiglie, assumendo ruoli e funzioni delicate e spesso pericolose e che sono state ritenute idonee al servizio;
c'è da aggiungere che a fine luglio 2007 il Ministro dell'interno ha firmato il decreto di stabilizzazione del precariato (vigili discontinui) che stabilisce come requisito minimo l'aver prestato almeno 120 giorni di servizio;
per i VFB però tale condizione non è realizzabile dal momento che, pur essendo gran parte delle unità del 5o e 6o concorso iscritte nei quadri vigili discontinui, nel periodo della ferma breve non è loro consentito prestare servizio da vigile discontinuo -:
quale siano gli intendimenti del Governo circa i fatti descritti in premessa e quali provvedimenti il Governo intenda adottare allo scopo di porre fine ad una situazione di palese ed ingiustificata disparità di trattamento, consentendo così ai militari volontari che abbiano terminato il periodo di ferma senza alcun demerito e che siano stati dichiarati idonei dalla commissione sanitaria competente, di entrare a far parte integrante del corpo nazionale vigili del fuoco.
(4-00490)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

DE CAMILLIS. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
circa 500 lavoratori molisani della scuola (settore ausiliario, tecnico e amministrativo - ATA) sono transitati dagli enti locali allo Stato dal 1o gennaio 2000, ai sensi dell'articolo 8, comma 2, della legge n. 124 del 1999, che prevedeva il trasferimento degli ATA alle dipendenze dell'amministrazione statale e garantiva agli stessi il mantenimento dell'anzianità maturata presso l'ente locale ai fini giuridici ed economici;
gli stessi, per godere di questo diritto, hanno espletato numerosi ricorsi sia presso il Tribunale del lavoro sia presso la Corte di appello e la Corte di cassazione, seguiti da centinaia di sentenze che hanno riconosciuto la legittimità delle richieste. La Corte di cassazione ne ha emesse con precisione sette a favore dei lavoratori;
per effetto della sentenza della Corte costituzionale (n. 234 del 2007 - depositata il 26 giugno 2007), in merito al giudizio di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 218, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006) alcuni lavoratori subiranno una retrocessione economica e dovranno restituire quanto percepito (circa 1.200 euro l'anno), con effetti devastanti sui loro bilanci familiari;
l'articolo 3, comma 147, della legge finanziaria per il 2008 recita testualmente: «in sede di rinnovo contrattuale del personale della scuola relativo al biennio economico 2008-2009 viene esaminata anche la posizione del personale ausiliario,

tecnico e amministrativo trasferito dagli enti locali allo Stato, in attuazione della legge 3 maggio 1999, n. 124» -:
quali iniziative intenda assumere per la sospensione di ogni richiesta di ripetizione delle somme già percepite dal personale, anche in applicazione delle sentenze a loro favorevoli.
(3-00063)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOCCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il complesso delle classi di scuola materna-elementare e media funzionanti presso l'Istituto «Serafico» di Assisi per ciechi pluriminorati è riconosciuto dal 1977, con decreto del Ministero della pubblica istruzione, come istituzione speciale sperimentale con le seguenti finalità: «attuare programmi educativo-didattici ed interventi riabilitativi adeguati alle esigenze degli alunni non vedenti con alterazioni psicofisiche, attraverso un'organizzazione scolastica che preveda la costituzione di gruppi non superiori a quattro alunni secondo modalità che consentano interventi individualizzati; ...»;
la presenza dell'Istituzione scolastica consentiva al Serafico di ottemperare all'obbligo scolastico (doveroso per legge e convenzione con la ASL), potendo con su una struttura di personale statale che garantiva il tempo pieno e, quindi, faceva risparmiare all'ente parte degli onerosi costi diretti di assistenza;
in cambio, il Serafico doveva garantire tutta una serie di beni e servizi, sanciti da un'apposita convenzione in vigore dal 1972. Anche in essa veniva ribadito «l'assolvimento dell'obbligo scolastico da parte dei fanciulli ciechi ...e gli istituti (13 e tutti per ciechi, che ivi erano riconosciuti come il Serafico), si obbligavano «a fornire i locali occorrenti e a provvedere, oltreché ad ogni arredamento scolastico, ai vari servizi, alle spese di manutenzione e al funzionamento dei relativi internati ...»;
la convenzione, approvata dal Ministero, prevedeva che l'ente facesse rivalsa economica per i costi nei confronti delle «Amministrazioni o Enti tenuti all'adempimento di obblighi, nei confronti dei ciechi, derivanti dalle vigenti norme di legge» (prima le Province, poi le ASL);
dopo 30 anni la sperimentazione va rinnovata, in quanto l'attuale scuola non è più in grado di rispondere alle mutate esigenze degli alunni pluridisabili (sempre più gravi) ricoverati presso il Serafico e provenienti da ogni parte d'Italia;
per non depauperare troppo l'organico scolastico, causato dalla riduzione di bambini in età scolare, la scuola ha cominciato ad inserire alunni disabili (gravi) provenienti del territorio (esterni), in maggioranza vedenti;
ciò modifica non solo la tipologia della disabilità prevista ma, soprattutto, va a caricare il Serafico di responsabilità e costi che non sono ovviamente di sua competenza (per gli interni, si ripete, c'è l'affidamento da parte di un ente pubblico che, quindi, ne sostiene l'onere) -:
quali iniziative, in quali tempi e modalità, il Ministro intenda adottare, in base alle mutate condizioni della scuola, per garantire le risorse economiche necessarie per il funzionamento di una scuola statale annessa ad un ente privato qual è il Serafico.
(5-00156)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

BOCCUZZI, PORTAS, MOSCA, GATTI, MATTESINI, RAMPI e MADIA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Gruppo Michelin, leader mondiale nella produzione di pneumatici per autoveicoli

e motoveicoli, è presente in Italia con 4 stabilimenti produttivi dislocati nella regione Piemonte a Stura (Torino), Alessandria, Fossano (Cuneo) e Cuneo e occupa in Italia, attraverso la società SAMI Italia, 5600 dipendenti, di cui 1000 nella fabbrica di Torino Stura, ove è anche collocata la sede centrale;
lo stabilimento della Michelin di Stura negli ultimi anni ha subito un processo di ridimensionamento, accompagnato da vari accordi pattuiti con le organizzazioni sindacali;
secondo fonti sindacali, lo stabilimento della Michelin di Stura, finora considerato uno dei più efficienti del gruppo, si trova di fronte ad una situazione preoccupante, con segnali di una sua possibile prossima chiusura;
nel mese di aprile 2008, le rappresentanze sindacali dello stabilimento Michelin di Stura in un incontro con l'amministratore delegato di Michelin Italia hanno avuto conferma che gli obiettivi di produttività, fissati lo scorso anno con un accordo siglato in sede istituzionale, sono stati pienamente raggiunti nonostante la riduzione dei turni lavorativi da 18 a 15;
nello stesso incontro, tuttavia, i dirigenti dell'azienda hanno profilato una situazione economica e finanziaria del Gruppo Michelin assai pessimistica, a causa di problemi di competitività internazionale e di congiuntura economica, sulla base della quale non potevano essere date ulteriori garanzie ai lavoratori in relazione alla continuità operativa di tutti gli stabilimenti;
lo stabilimento di Stura, nel pieno degli accordi sindacali siglati nel corso degli ultimi dieci anni, ha già ridotto il proprio personale di 400 dipendenti e alla luce delle mancate garanzie da parte dell'azienda, sono ora a rischio circa 980 posti di lavoro;
va considerata come preminente la necessità di preservare i numerosi posti di lavoro nello stabilimento di Torino Stura, e di rilanciare in maniera qualificata ed innovativa l'attività produttiva nello stesso effettuata -:
quali iniziative intenda adottare al fine di evitare la chiusura dello stabilimento Michelin di Stura, che avrebbe ricadute negative non soltanto per le centinaia di lavoratori dipendenti ma anche sull'indotto che opera a stretto contatto con lo stabilimento;
se non ritenga opportuno convocare con urgenza le parti sindacali e datoriali al fine di fare chiarezza sulla reale situazione dello stabilimento, sulle prospettive future della produzione e sulla situazione dei lavoratori dipendenti;
se intenda richiedere alla Michelin Italia la conferma degli impegni sottoscritti con l'accordo siglato nel 2007 presso il Ministero delle attività produttive.
(3-00060)

Interrogazione a risposta in Commissione:

PEDOTO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il caldo record di questi giorni sta arrecando un grave disagio alla popolazione anziana e a quella in età pediatrica;
è necessario supportare e sostenere l'azione dei Comuni sul piano della prevenzione e del pronto intervento;
vi è in larga parte della popolazione anziana uno stato di solitudine, soprattutto nelle aree metropolitane, con difficoltà - a causa del caldo - a muoversi e, a volte, persino a comunicare;
i tagli che si abbatteranno sul bilanci dei Comuni e il mancato reintegro determinato dall'abolizione dell'Ici sulla prima casa rischiano di rendere impossibile la certezza di risorse per fronteggiare questa emergenza da parte dei Comuni -:
quali risorse intenda mettere a disposizione per prevenire e fronteggiare l'emergenza e quale piano nazionale di

intervento coordinato con le autonomie locali intenda predisporre.
(5-00157)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:

BELLANOVA. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 296 del 27 dicembre 2006 e la legge n. 244 del 24 dicembre 2007 hanno previsto la possibilità per le pubbliche amministrazioni di predisporre dei piani di stabilizzazione del precariato, aventi natura risarcitoria per un uso improprio delle forme di lavoro flessibile e autonomo, nell'ambito della programmazione dei fabbisogni per gli anni 2008, 2009, 2010;
il consiglio di amministrazione dell'Università del Salento, in data 29 aprile 2008, con deliberazione n. 164 ha espresso la volontà di attivare un percorso di stabilizzazione del personale a tempo determinato e dei titolari di collaborazione coordinata e continuativa, ai sensi dell'articolo 3, comma 94, lettere a) e b), della citata legge n. 244 del 2007;
nell'Università del Salento vi è da anni una perdurante carenza di personale tecnico-amministrativo, oggi quantificabile in oltre duecentoventi unità, corrispondenti alla differenza tra Pianta Organica prevista e forza lavoro;
a questa carenza di personale l'Università del Salento ha sopperito, anche a seguito del blocco delle assunzioni, con personale a cui sono stati conferiti contratti di prestazione professionale o di collaborazione coordinata e continuativa per lo svolgimento di mansioni ordinarie, che non avevano e non hanno il carattere della temporaneità, ma che altresì rientrano nel novero delle esigenze permanenti;
questi contratti di lavoro sono stati ripetutamente prorogati o rinnovati ad unità di personale che, pertanto, risultano in servizio presso l'Ateneo salentino anche da sette otto anni, in alcuni casi, senza soluzione di continuità nell'attività lavorativa, pur essendo i contratti di lavoro non sempre continuativi;
nell'ambito della programmazione triennale del fabbisogno di personale, si è preso atto della vacanza in organico di n. 112 unità di personale tecnico-amministrativo, di cui 20 posti finanziati con risorse da individuare sui bilanci del 2009 e del 2010;
gran parte dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa conferiti ai 112 lavoratori precari, aventi titolo alla stabilizzazione, sono già scaduti e di questi solo alcuni sono stati prorogati, mentre per almeno 50 lavoratori è stato interrotto il rapporto di collaborazione con il conseguente abbattimento dei livelli occupazionali presso l'Università del Salento;
il Collegio dei revisori dei conti dell'Università del Salento, con parere rilasciato il 13 maggio 2008 ha invitato l'Amministrazione Universitaria a «trovare e perseguire la via migliore sul piano istituzionale per l'attuazione dell'interesse pubblico e delle finalità dell'Università del Salento, al fine di superare il problema del precariato» ricordando inoltre che «il legislatore ha ritenuto di risolvere situazioni di fatto che ormai si protraggono da diverso tempo, per ricondurre il sistema delle assunzioni in un binario di correttezza e regolarità»;
il Ministero dell'economia e delle finanze, nello specifico il Dipartimento della ragioneria generale dello Stato, con parere rilasciato il 7 aprile 2008, precisa che le amministrazioni possono continuare ad avvalersi dei possibili stabilizzandi, anche

co.co.co., nel rispetto dei vincoli finanziari e di bilancio e previa attivazione di specifiche procedure concorsuali;
la necessità di stabilizzare i precari dell'università è avvertita con particolare forza, si pensi oltre a quello dell'Università del Salento, ai casi dell'Università statale di Milano, dell'Università Magna Grecia di Catanzaro, dell'Università di Bari, dell'Università di Torino, solo per nominarne alcune, mentre da alcuni giorni si fanno sempre più insistenti le voci di un blocco del processo di stabilizzazione da parte del Governo attraverso un atto normativo che verrebbe adottato senza alcun confronto con i sindacati;
in numerosi casi la normativa concernente la stabilizzazione dei precari, fortemente voluta dal precedente Governo, benché fosse orientata al raggiungimento di fini meritevoli e condivisibili, non ha sortito gli esiti auspicati al momento della sua applicazione concreta da parte delle pubbliche amministrazioni interessate. Ciò, a parere dell'interrogante, richiede l'assunzione di ulteriori iniziative e misure sul piano nazionale che consentono di rendere pienamente efficace l'opera di stabilizzazione del precariato, per poter finalmente voltare pagina -:
se, nell'ambito delle misure tese a risolvere la questione della stabilizzazione dei precari delle pubbliche amministrazioni, non si intenda assumere iniziative destinate in particolare al personale delle università.
(5-00162)

TESTO AGGIORNATO AL 2 AGOSTO 2010

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta orale:

POLLEDRI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 di attuazione dell'articolo 1, della legge 3 agosto 2007, n. 123 interviene in materia di tutela della salute e sicurezza dei luoghi di lavoro;
l'articolo 71, al fine di ridurre al minimo i rischi connessi all'uso di attrezzature di lavoro non idonee, prevede diversi obblighi per il datore di lavoro tra i quali quello di sottoporre le suddette attrezzature a verifiche periodiche;
il citato articolo, prevedendo che la prima verifica debba essere effettuata dall'ISPESL, e le successive dalle ASL, solleva alcune perplessità circa il ruolo riconosciuto al suddetto ente nella duplice veste di organismo notificato e controllore;
in ordine alle modalità per l'effettuazione delle verifiche periodiche, l'articolo 71 del decreto legislativo, rimanda all'adozione di un decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale e del Ministro della salute, escludendo qualsiasi coinvolgimento da parte del Ministro dello sviluppo economico nella materia;
con il recepimento della direttiva 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione, che riconosce ai singoli stati membri il potere di individuare gli organismi per il controllo delle attrezzature stesse, viene di fatto mantenuta l'applicazione del regolamento di cui al decreto regio 12 maggio 1927, n. 824;
il decreto regio 12 maggio 1927, n. 824 contrasta con la sopraggiunta normativa comunitaria e nazionale in materia di individuazione degli organismi addetti alle verifiche delle macchine a pressione -:
se è nelle intenzioni del Ministro adottare opportune misure per la revisione dell'articolo 71 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 al fine di:
a) prevedere, nei termini dell'articolo 13 del suddetto decreto legislativo, che le verifiche e la riqualificazione periodica delle attrezzature di lavoro possano essere affidate a soggetti privati riconosciuti,

fermo restando l'esercizio di funzioni di controllo da parte dell'ISPESL e delle ASL;
b) ribadire le competenze del Ministro dello sviluppo economico con riferimento all'emanazione del decreto ministeriale per le modalità di effettuazione delle verifiche sulle attrezzature di lavoro;
c) abrogare il regolamento di cui al decreto al regio decreto 12 maggio 1927, n. 824 e successive modificazioni.
(3-00061)

BARBIERI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
i commi da 143 a 149 dell'articolo 2 della finanziaria 2008 hanno introdotto un innovativo e semplice sistema di incentivi che riconosce tariffe onnicomprensive per impianti a fonti rinnovabili di piccola potenza;
tuttavia per rendere operative le tariffe il comma 150 della Finanziaria 2008 stabilisce che «Con decreti del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono stabilite le direttive per l'attuazione di quanto disposto dai commi da 143 a 149... (omissis)»;
la perdurante assenza di tali decreti sta penalizzando tutti gli impianti ad energia rinnovabile di piccola taglia e, in particolare, il minieolico;
a seguito di tale ritardo numerose aziende non sono in grado di avviare nuovi programmi di investimento che sviluppino il potenziale tecnologico e di mercato di questa fonte energetica, con conseguenze negative in termini industriali ed occupazionali;
anche la comunità scientifica internazionale ha riconosciuto l'importanza del contributo che i piccoli sistemi eolici possono dare alle reti elettriche di bassa tensione, in particolare rurali, sia in termini di riduzione delle perdite che di miglioramento del livello di tensione elettrica -:
se non ritengano di procedere in tempi rapidi all'emanazione dei citati decreti, soprattutto alla luce della crescita esponenziale del greggio.
(3-00064)

Interrogazioni a risposta scritta:

COSTA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nella Borgata Lunetta del Comune di Mombarcaro (Cuneo), sino dagli anni '60, la ricezione dei canali televisivi della RAI è pessima e spesso nulla;
i cittadini hanno dovuto, anche se con risultati modesti, dotarsi di impianti satellitari costosi e con pesanti limitazioni: spesso trasmissioni di rilevante interesse si riescono a captare su canali televisivi esteri;
nonostante il disservizio la RAI ha sempre preteso il regolare pagamento del canone di abbonamento, senza tenere conto delle molteplici richieste di riduzione -:
se non ritenga di intervenire presso la RAI, che è a perfetta conoscenza del problema, per sollecitare una rapida soluzione del caso con l'installazione di ripetitori idonei a potenziare la ricezione del segnale televisivo oggi, come detto in premessa, scarso e spesso addirittura nullo.
(4-00485)

POLLEDRI e STUCCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
numerosi comitati di Regolamentazione della Commissione e dei gruppi di lavoro del Consiglio dell'Unione europea nel settore industriale e dell'energia hanno il compito di definire proposte di direttiva, attuazione di regolamenti e di direttive, specifiche tecniche di marchi e prodotti;
in numerose circostanze si verifica, anche per carenza di fondi, un'insufficiente copertura dell'attività di tali comitati da parte dei rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico;
una segnalazione di marcatura CE impropria di un prodotto italiano può dar luogo direttamente all'emanazione di una clausola di salvaguardia senza che nessun rappresentante del nostro Paese abbia avuto modo di verificarne l'effettiva fondatezza e correttezza delle verifiche eseguite -:
se sia nelle intenzioni del Ministro in indirizzo:
a) assicurare la presenza continua ed effettiva del Ministero dello sviluppo economico a tutti i comitati e le riunioni tecniche europee a garanzia della tutela delle imprese italiane;
b) stabilire adeguati stanziamenti in favore di tali attività di importanza strategica;

c) associare, ove necessario, tale è il comportamento di tutti i Governi europei che operano a Bruxelles, esperti e tecnici in grado di supportare adeguatamente i dirigenti del Ministro in tali attività.
(4-00489)

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Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Polledri ed altri n. 1-00008, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 maggio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Delfino, Anna Teresa Formisano.

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Laboccetta ed altri n. 7-00004, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 maggio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Proietti Cosimi.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Carlucci n. 4-00434 del 23 giugno 2008.

Ritiro di una firma da una mozione.

Dalla mozione Evangelisti ed altri n. 1-00001, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 aprile 2008, è stata ritirata la firma del deputato Carlucci.