XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 17 settembre 2008

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
il 30 agosto scorso il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il Colonnello Muhammar Gheddafi hanno firmato nella città di Bengasi in Libia un Trattato di «amicizia, partenariato e cooperazione» tra Italia e Libia;
ad oggi, 16 settembre, al Parlamento oltre che all'opinione pubblica non è dato conoscere le linee generaliné tantomeno i termini precisi di detto trattato né meglio comprendere quali saranno i tempi e i passaggi istituzionali per la necessaria ratifica del documento da parte dei due rami del Parlamento, l'intera vicenda restando avvolta da un incomprensibile alone di mistero;
secondo quanto riportato da varie agenzie di stampa e dal sito www.governo.it, al centro del trattato vi dovrebbe essere la corresponsione, sotto forma di investimenti in progetti infrastrutturali in Libia, di una cifra di 5 (cinque) miliardi di dollari, per un periodo di 25 (venticinque) o 20 (venti) anni come compensazione per i «danni inflitti alla Libia da parte dell'Italia durante il periodo coloniale» (corriere.it, 30 agosto 2008) per i quali, ha anche detto il Presidente del Consiglio, «A nome del popolo italiano, come capo del governo, mi sento in dovere di porgere le scuse» (corriere.it, 30 agosto 2008);
la rilevanza economica di tale indennizzo, che impegnerebbe non solo l'attuale Governo ma anche quelli a venire, ed il «precedente» che ciò costituisce rispetto a situazioni analoghe della storia coloniale che coinvolge paesi della Unione Europea, rendono ancora più incomprensibile la mancata informazione al Parlamento e all'opinione pubblica dei termini del trattato;
secondo quanto sottolineato dallo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ai microfoni del Tg3, grazie all'accordo, tra le altre cose in Italia «avremo meno clandestini e maggiori quantità di gas e petrolio libico, che è della migliore qualità» (Adnkronos, 30 agosto 2008);
esiste un noto e annoso contenzioso nei confronti della Libia relativo tanto alle famiglie degli esuli cacciati a seguito della «rivoluzione» di Gheddafi - celebrata a Bengasi con la firma del Trattato - quanto a centinaia di imprese che negli anni Ottanta sono state espulse nottetempo da quel paese, contenzioso che, sempre stando a quanto riferito da fonti stampa, non rientra nel documento firmato a Bengasi il 30 agosto scorso;
a seguito di dichiarazioni rilasciate a due giorni dalla firma del Trattato dal Colonnello Gheddafi, riportate dall'agenzia di stampa libica Jana, relative a un articolo dello stesso che prevedrebbe che «l'Italia non userà né permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia», il Governo italiano in una nota diffusa da Palazzo Chigi ha precisato che «l'accordo fa, come è ovvio, salvi tutti gli impegni assunti precedentemente dal nostro Paese, secondo i principi della legalità internazionale» (governo.it, 2 settembre 2008), mentre il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, in una dichiarazione ripresa dal Corriere della Sera, da un lato, ha confermato che l'accordo con la Libia «prevede un reciproco impegno a non esercitare azioni di aggressione, cosa che l'Italia esclude categoricamente di poter fare» e, dall'altro, ha affermato che «Questo è un trattato bilaterale e... Non si può rimettere in discussione tutti i trattati internazionali degli ultimi vent'anni» e che l'Italia ha «specificato con grande chiarezza che ci sono trattati internazionali che sono multilaterali, che restano ovviamente» (corriere.it, 3 settembre 2008);

dal canto suo, l'ambasciatore libico in Italia Hafed Gaddur ha detto che «nessuno ha mai voluto cancellare i trattati internazionali» antecedenti l'accordo tra Italia e Libia, ma che Tripoli vuole «la garanzia» che non si ripeta quanto «successo in precedenza, quando è stata usata una base militare americana nel territorio italiano nell'aggressione del 1986». «Volevamo stare tranquilli che l'Italia non permetterà l'uso di queste basi» ha aggiunto l'ambasciatore (corriere.it, 3 settembre 2008);
l'articolo 8 del Trattato Nord-Atlantico del 1949, tra l'altro, prevede che ogni Stato parte «si impegna a non sottoscrivere nessun altro impegno internazionale che sia in conflitto con questo Trattato»;
è nota la natura non-democratica, autoritaria e liberticida del regine libico, che ad avviso degli interpellanti si è sempre caratterizzato per una sistematica repressione di ogni forma di dissenso politico, per la pratica della tortura, per il ricorso alla pena di morte prevista per molti reati (tra cui attività non violente come quelle relative alla libertà di espressione e di associazione e altri «reati politici» ed economici) e obbligatoria per gli appartenenti a gruppi che si oppongono ai principi della rivoluzione del 1969, con almeno 9 esecuzioni effettuate nel 2007 e altre 6 nei primi due mesi del 2008; un regime caratterizzatosi tra l'altro per l'uso cinico, e destabilizzante il nostro Paese, del dramma dei clandestini che partono dalle coste libiche, oltre che per attacchi diretti alle nostre rappresentanze diplomatiche in Libia come quelli avvenuti in occasione dell'iniziativa dell'allora ministro Calderoli in sostegno della libertà di critica della religione musulmana;
è nota altresì la consuetudine del regime di Gheddafi a intavolare «trattative» ricattatorie nei confronti di altri Stati, la più recente e nota delle quali è sicuramente quella che ha coinvolto le cinque infermiere bulgare e il medico palestinese condannati a morte in Libia con la falsa accusa di aver infettato col virus HIV 426 bambini del Centro ospedaliero di Bengasi, vicenda che si è risolta positivamente solo dopo un lungo contenzioso che ha visto tra l'altro la Commissione UE stanziare due milioni di euro per un piano di assistenza al Centro ospedaliero di Bengasi e altri «donatori» pagare un indennizzo pari a circa un milione di dollari per vittima -:
se non ritenga di dover rendere con la massima urgenza al Parlamento e all'opinione pubblica informazione piena ed esaustiva dei termini del Trattato di «amicizia, partenariato e cooperazione» tra Italia e Libia che riguarda interessi e impegni, anche futuri, così rilevanti per il nostro Paese, al fine anche di poterlo confrontare con una serie di informazioni acquisite relativamente alla situazione politica generale e, in particolare, dei diritti umani del regime libico eletto interlocutore politico ed economico del Governo italiano;
se i partner dell'Unione europea e i paesi alleati nel patto atlantico siano stati informati dell'iniziativa bilaterale e degli effettivi contenuti dell'accordo, in particolare degli impegni circa le basi Nato, che non poche implicazioni avrebbero nel sistema di alleanze e vincoli internazionali del nostro Paese;
cosa intenda fare nei confronti degli eredi della ex collettività italiana di Tripoli che si sono detti «increduli e sdegnati» per l'accordo raggiunto tra Italia e Libia e che si battono da 38 anni per ottenere una legge, sempre rinviata «per mancanza di fondi», che chiuda il contenzioso per i beni confiscati da Gheddafi agli italiani, oltre che nei confronti delle imprese italiane in Libia che negli anni Ottanta sono state improvvisamente espulse da Gheddafi.
(2-00127)
«Mecacci, Zamparutti, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Bernardini, Beltrandi».

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

DI PIETRO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
le scie chimiche sono residui della combustione lasciati in alta quota dagli aerei. Più precisamente si tratta di scie di condensazione che si presentano inizialmente sottili per poi espandersi e infine sparire nel giro di poche decine di minuti;
le scie chimiche che solitamente notiamo in alta quota sono scie di gas di scarico, e sono create da un fenomeno di condensazione. Si formano quasi sempre in alta quota, oltre gli 8.000 metri di altezza, dove l'aria è particolarmente fredda;
sulla base delle attuali conoscenze scientifiche la semplice condensazione dei gas di scarico di un aeroplano non è pericolosa per l'uomo;
secondo diverse teorie alcune scie chimiche potrebbero essere composte da sostanze chimiche, introdotte al fine di creare modificazioni climatiche. Secondo tali studiosi, le scie chimiche si distinguono dalle normali scie di condensazione, sono più spesse, perdurano a lungo nel cielo e tendono ad allargarsi in modo molto marcato;
la prima protesta ufficiale contro questo fenomeno è arrivata dal Canada nel 1998, quando in seguito ad una notevole presenza di scie anomale, gli abitanti incominciarono ad accusare problemi di salute e vaste aree divennero aride, furono analizzati diversi campioni di terreno dai quali risultò che essi contenevano una quantità di particolato di alluminio venti volte superiore al limite indicato per l'acqua potabile;
contro l'irrorazione delle scie chimiche ci sono state diverse interrogazioni parlamentari, sia in Italia che all'estero, ma nessuna ha ottenuto una risposta esaustiva e convincente -:
se e quali chiarimenti sulla natura del fenomeno il ministro intenda dare al fine di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini.
(4-01044)

QUARTIANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la provincia di Lodi, i comuni, le forze politiche e sociali hanno contrastato negli anni scorsi la localizzazione di una centrale termoelettrica (750 Mw - alimentata a gas metano) nei comuni di Bertonico e Turano;
le contestazioni e le preoccupazioni del territorio riguardano l'estrema vicinanza di tale sito a un'altra centrale, quella di Tavazzano-Montanaso, situata a 10 km da Bertonico, che sarà potenziata e «ambientalizzata» con il consenso degli enti locali per ridurre le emissioni inquinanti sino a raggiungere, a regime, circa 1.600 Mw elettrici;
la provincia di Lodi ha concordato con Terna progetti rilevanti relativi all'efficienza energetica (per 450 Mw) e nel territorio lodigiano sono stati conclusi e si stanno realizzando numerosi progetti relativi alle energie rinnovabili (utilizzo dei «salti» del canale Muzza, fotovoltaico, agro energie, risparmio energetico nelle abitazioni eccetera);
la provincia di Lodi conferma con i dati forniti dall'ARPA-Lombardia i dati peggiori della regione per quanto riguarda le emissioni inquinanti e le «polveri sottili»;
nonostante tale situazione, ad agosto 2005 il Ministero delle attività produttive, con il parere positivo della regione Lombardia, la VIA e l'AIA del Ministero dell'ambiente,

ha concesso a Sorgenia l'autorizzazione a costruire la citata centrale termoelettrica -:
quali siano le valutazioni dei Ministri interrogati sul conflitto che si è determinato con le istituzioni locali e come intendano procedere per superarlo;
se i Ministri competenti non ritengano indispensabile, attraverso la specifica commissione AIA del Ministero dell'ambiente, convocare urgentemente tale commissione, unitamente alla regione Lombardia e agli enti locali interessati, dopo che il Ministero dell'ambiente ha riconosciuto nei mesi scorsi, con comunicazione formale inviata alla provincia di Lodi, ai comuni ed a Sorgenia, la fondatezza della richiesta della provincia di Lodi per la revisione dell'autorizzazione integrata ambientale;
come i Ministri interrogati intendano procedere all'attuazione del piano nazionale di assegnazione delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012 in relazione agli impianti «nuovi entranti»;
se la revisione delle AIA, disposta dal Ministero dell'ambiente a giugno 2007 per le autorizzazioni rilasciate prima dell'entrata in vigore del decreto legislativo 59/2005, di recepimento della normativa comunitaria, stia procedendo e con quali apprezzabili risultati.
(4-01047)

DIMA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nel Comune di Rotondella (Matera), in località «Trisaia Inferiore», opera il Centro Ricerche ENEA «Trisaia» che, sorto nel 1962 essenzialmente come centro di riprocessamento degli elementi esauriti del combustibile nucleare, ha riconvertito, a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, le proprie attività nell'ambito di un programma più generale di potenziamento delle strutture di ricerca scientifica e tecnologica del Mezzogiorno;
attualmente sarebbero in corso lavori finalizzati ad una non meglio specificata messa in sicurezza di materiali e di rifiuti radioattivi per i quali sarebbe in fase di pubblicazione una specifica ordinanza governativa o ministeriale;
attualmente non si conoscerebbe l'esatta quantità ed i tipi di materiali effettivamente presenti né i motivi per i quali sarebbe previsto il trasporto delle barrette Elk River, da riassemblare negli elementi da cui erano state temporaneamente prelevate;
da un'indagine conoscitiva sulla «Sicurezza ambientale dei siti e degli impianti ad elevata concentrazione inquinante di rifiuti pericolosi e radioattivi», predisposta dall'VIII Commissione permanente Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati attraverso audizioni dei soggetti interessati al problema, emergerebbe che all'interno del Centro Ricerche ENEA «Trisaia» di Rotondella (Matera) sarebbe presente una quantità consistente di residui radioattivi non completamente classificati;
allo stato attuale non si conoscerebbero i tempi e le fasi delle diverse operazioni del Progetto Sogin-Enea di messa in sicurezza dei materiali presenti nel Centro Ricerche «Trisaia» -:
quale sia la natura ed il tipo di lavori che si stanno effettuando nel Centro Ricerche Enea «Trisaia»;
quali siano la quantità ed il tipo di materiale effettivamente presente;
quale sia il motivo per il quale sarebbe stato previsto il trasporto nel Centro delle barrette Elk River da riassemblare negli elementi da cui erano state temporaneamente prelevate;
quali siano i tempi di realizzazione e le singole fasi di attuazione del progetto Sogin-Enea riguardante la messa in sicurezza

dei materiali e dei rifiuti radioattivi presenti nel Centro, con particolare riferimento a quelli interrati;
se non intenda promuovere l'avvio, di concerto con il Ministero della salute, di un indagine epidemiologica sulla popolazione residente in questo territorio al fine di verificare l'esistenza o meno di un possibile collegamento tra il tasso di mortalità della popolazione e la presenza di rifiuti radioattivi.
(4-01052)

DIMA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Cerisano (Cosenza) si è fatto promotore del progetto «Ripopoliamo le nostre montagne di cinghiali»;
alla suddetta iniziativa hanno aderito anche i Comuni di San Lucido, Marano Marchesato, Marano Principato, Carolei, Fiumefreddo Bruzio, Paola e Mendicino, a dimostrazione del fatto che la volontà comune di questi territori è di condivisione piena dei principi e dei contenuti di tale iniziativa;
il Comune di Cerisano (Cosenza), quale soggetto promotore, ha chiesto all'Ente «Parco nazionale dei Pollino», con sede a Rotonda (Potenza), di avere la disponibilità di circa 1100 cinghiali che il piano di controllo del cinghiale dell'Ente Parco destina all'abbattimento o alla cattura;
il Parco del Pollino, in merito al controllo della presenza del cinghiale, sta cercando di attuare tutte quelle possibili tecniche che hanno la finalità di ridurre l'impatto della presenza di questo animale sulle attività umane e di sperimentare iniziative per il controllo numerico della specie allo scopo di diminuire il conflitto con le attività produttive presenti nel territorio del Parco che in quest'ultimo periodo si sta presentando come un vero e proprio problema sociale;
nelle linee guida per la gestione del cinghiale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare la soluzione del ripopolamento viene considerata «assai criticabile poiché il cinghiale ha oggi in larga misura saturato l'areale ove la sua presenza è tollerabile ed una delle misure urgenti per attivare una strategia di gestione della specie a livello nazionale è proprio la sospensione del ripopolamento»;
alla luce di queste considerazioni, l'Ente Parco del Pollino ha comunicato di non poter accogliere il progetto presentato dal Comune di Cerisano -:
quali iniziative il Ministro dell'ambiente intenda promuovere per derogare a quanto prospettato nelle linee guida al fine di consentire all'Ente Parco ed ai Comuni interessati una corretta gestione dei ripopolamenti sia dentro che fuori le aree protette.
(4-01054)

...

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

BARBATO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - permesso che:
sembrerebbe imminente la decisione di trasferire i reparti della Caserma Piave di Civitavecchia presso la struttura della Scuola di Artiglieria di Bracciano;
detto trasferimento sembra essere l'ennesimo dopo altri già avvenuti, nell'arco di pochi anni dal comprensorio stesso;
tale scelta si inserirebbe nell'ambito del programma di riorganizzazione del comparto della difesa dovuto in particolare ai sempre meno consistenti fondi ad esso destinati;
a seguito dell'abolizione della leva obbligatoria, la maggior parte dei componenti dei reparti militari interessati al trasferimento è formata da professionisti effettivi alla Caserma Piave;

lo spostamento dei reparti avrà innanzitutto ricadute negative sotto il profilo sociale in quanto gran parte del personale militare, radicato nel tessuto cittadino, sarebbe costretto al trasferimento o al pendolarismo da porre in essere con mezzi propri a discapito delle proprie famiglie che vedrebbero ridotte le loro possibilità economiche;
presso la Caserma Piave presta servizio anche un gran numero di persone addette a servizi quali mensa e pulizie, che vedrebbero così messi a rischio i loro posti di lavoro;
lo spostamento comporterebbe anche gravi danni economici alla città sia per la perdita di occupazione sia per il venir meno dei rapporti con le imprese locali, considerata la perenne crisi di posti di lavoro in tutto il comprensorio -:
se risponda al vero la notizia ormai diffusa su tutto il comprensorio di Civitavecchia che sia imminente il trasferimento dei reparti della Caserma Piave presso la struttura della Scuola di Artiglieria di Bracciano;
se in tale caso si sia proceduto ad una valutazione approfondita circa le gravi conseguenze economiche e sociali che deriverebbero alla città e all'intero comprensorio dal processo di trasferimento stesso.
(4-01049)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

DI PIETRO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il volontariato è un'attività libera e gratuita svolta per ragioni di solidarietà e di giustizia sociale e nasce dalla spontanea volontà dei cittadini di fronte a problemi non risolti (o non affrontati) dallo Stato e dal mercato. Per questo motivo il volontariato si inserisce nel «terzo settore» insieme ad altre organizzazioni che non rispondono alle logiche del profitto;
molte di queste associazioni sono Onlus e riescono ad operare anche grazie ai fondi raccolti dalle donazioni del 5 per mille;
in particolare, l'Aim - associazione italiana miastenia e malattie immunodegenerative, che si occupa di informare su tali patologie, allo scopo di diffondere le nuove conoscenze scientifiche e incoraggiare la ricerca, avrebbe dovuto ottenere con le donazioni relative al 5 per mille del 2005, fondi per 47.000 euro, che non sono mai arrivati;
pare che anche altre autorevoli associazioni, quali la Fism (federazione italiana sclerosi multipla) non abbiano ricevuto le donazioni su indicate;
la scelta di devolvere il 5 per mille è una prerogativa che spetta al contribuente ed è solo a lui che compete decidere la destinazione della sua donazione;
è più che mai doveroso continuare a sostenere le associazioni che si adoperano per così importanti e nobili fini -:
se non ritenga necessario verificare che i fondi di cui sopra siano stati utilizzati correttamente e non invece destinati ad altri scopi e, se questo dovesse essere, se non ritenga opportuno intervenire, e con quali strumenti per fine di garantire la giusta destinazione delle somme donate.
(4-01042)

DI PIETRO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in materia tributaria il requisito della chiarezza è presupposto ineludibile e fondamentale;
esiste tra le tante una fattispecie particolare che appare necessario chiarire: nella pensione di molti cittadini italiani

compare una voce che potrebbe definirsi misteriosa, un contributo ex Onpi pari a 0,01 euro;
a quanto si apprende l'Onpi è un ente sciolto 40 anni or sono; in un Paese come il nostro nel quale sopravvivono una marea di enti inutili questa potrebbe sembrare una buona notizia ma se tale ente è stato sciolto resta il prelievo forzoso;
tale prelievo risulta trasferito dall'Inps al Tesoro, e suo tramite alle Regioni, che lo inseriscono a quanto si apprende tra i propri flussi in entrata senza quindi riservarlo agli scopi originari che giustificavano la trattenuta originaria, né però a quanto pare ne documentano la destinazione;
in questo contesto appare, davvero, venire meno la necessaria trasparenza in particolare nei confronti di una categoria debole come quella dei pensionati;
non è più possibile per ragioni di principio circoscrivere la questione alla necessità di «chiarificazioni burocratiche», è evidentemente una questione che coinvolge la politica e le sue massime rappresentanze, non si può ignorare il principio di rispetto della chiarezza e della trasparenza, magari rilanciando vecchi inviti all'evasione fiscale che assumono il tono dell'offesa per milioni di onesti cittadini italiani -:
cosa intenda fare ed in che tempi per chiarire la natura di tale contributo, la sua effettiva finalizzazione e la sua stessa ragion d'essere, e se non ritenga opportuno adottare le misure necessarie per una sua eventuale eliminazione o una sua precisa destinazione.
(4-01045)

PICCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
dalla stampa si apprende che la banca d'investimento Lehman Brothers è stata posta dal 15 settembre 2008 in amministrazione controllata;
Lehman Brothers ha partecipato a numerose operazioni di finanza straordinaria promosse dalla Repubblica Italiana e da molte amministrazioni di Regioni ed enti locali in qualità di controparte Swap di contratti derivati sul tasso d'interesse;
al fine di mantenere l'adeguata copertura dal rischio di variazioni del tasso d'interesse, i contratti derivati in essere con Lehman Brothers che saranno sciolti anticipatamente, dovranno essere sostituiti adeguatamente -:
se e quali contratti derivati siano in essere con la Lehman Brothers e quale ne sia il mark to market e l'esposizione complessiva;
quali ulteriori azioni saranno intraprese per verificare l'ammontare dell'esposizione di altre amministrazioni dello Stato, quali Cassa Depositi e Prestiti, Regioni ed enti locali;
come si intenda procedere per sostituire i contratti derivati sciolti anticipatamente.
(4-01048)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il precedente Ministro dell'economia e delle finanze, in accordo con l'intero Governo Prodi, e trascurando le obbligazioni già contratte dai singoli Ministeri in materia sia di opere appaltate che di altri acquisti e forniture di beni e servizi, con i commi 36 e seguenti dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), ha ridefinito i termini e la relativa applicazione della cosiddetta «perenzione amministrativa»;
i suddetti termini sono stati portati da sette a soli tre esercizi, annullando i residui perenti antecedenti al 2004 compreso, per un ammontare stimato da alcuni in oltre 27 miliardi di euro a fronte del quale vi sarebbe un fondo corrispettivo che ammonterebbe a soli 400 milioni di euro;

il citato provvedimento, che l'interrogante ritiene sciagurato, ha prodotto, per migliaia di imprese, l'impossibilità di incassare le somme relative a opere eseguite, a forniture di beni e servizi, a finanziamenti per programmi di investimento e altro;
le procedure per ripristinare i diritti delle imprese prevedono un iter tortuoso e meramente burocratico, che sembra essere stato concepito al solo fine di differire ulteriormente i pagamenti. Le procedure prevedono, infatti, un primo decreto del Ministero competente destinato alla Ragioneria generale dello Stato che, dopo un suo parere positivo, lo restituisce al mittente per una nuova richiesta al Ministero dell'economia per la dovuta variazione di bilancio, e dopo la predisposizione del relativo decreto con la firma del Ministro, lo stesso viene trasmesso alla Corte dei conti per la registrazione e solo dopo la restituzione alla Ragioneria generale dello Stato, quest'ultima lo ritrasmette al Ministero competente per l'ulteriore richiesta da parte di questi, sempre alla Ragioneria dello Stato, «della materializzazione della moneta» atta a pagare le aziende, se nel frattempo non sono fallite;
le piccole e medie imprese, spesso poco patrimonializzate e già colpite «dall'oppressione fiscale», stanno subendo ora gli effetti perversi dell'accordo «Basilea 2» e quindi si trovano di frequente in crisi di liquidità;
pende presso la Commissione europea, a seguito di specifiche denunce di associazioni e/o aziende italiane, una procedura relativa ai tempi di pagamento alle imprese in Italia;
i commi 37, 38 e 39 dell'articolo 3 della legge n. 244 del 2007 prevedono un programma di ricognizione dei residui passivi e l'emanazione di decreti del Ministro dell'economia e delle finanze -:
se risponda al vero che la legge finanziaria per il 2008 ha eliminato dal Bilancio dello Stato oltre 27 miliardi di euro di fondi perenti con un'operazione di maquillage, limitando a soli 400 milioni di euro le disponibilità per le obbligate variazioni di bilancio dell'anno in corso;
in caso affermativo, quale sia la valutazione del Governo in ordine alle richiamate disposizioni recate nella legge finanziaria per il 2008 e quali utili iniziative il Governo intenda intraprendere per il rispetto di tutte le obbligazioni da tempo contratte con le imprese che oggi vantano consistenti crediti verso lo Stato;
se il Governo ritenga di adottare provvedimenti atti a velocizzare e/o eliminare le inutili procedure, che oggi seguono le amministrazioni coinvolte per far fronte ai pagamenti dovuti;
quale sia lo stato attuativo della ricognizione dei residui passivi.
(4-01064)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

DIMA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 21 novembre 2003, il Ministero della giustizia ha indetto un concorso pubblico per la copertura di n. 39 posti nell'area C, posizione economica C1, profilo professionale di psicologo, del Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, IV Serie Speciale, del 16 aprile 2004;
sul Bollettino ufficiale del Ministero della giustizia n. 17 del 15 settembre 2006 è stata pubblicata la graduatoria dei 39 vincitori del concorso;
gli stessi vincitori del suddetto concorso, ad oggi, non sono ancora entrati in servizio e che la scadenza della graduatoria concorsuale è prevista per l'anno 2009;

la legge 23 dicembre 2005, n. 266, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)» aveva confermato, in materia, di assunzioni di personale a tempo indeterminato per le amministrazioni dello Stato, enti pubblici non economici, agenzie ed enti di ricerca, anche per l'anno 2006, la disciplina prevista dall'articolo 1, commi 95, 96 e 97, della legge n. 311 del 2004 (legge finanziaria 2005);
la legge n. 311 del 2004 (legge finanziaria 2005), nel disporre per gli anni 2005, 2006 e 2007 il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato nelle pubbliche amministrazioni, aveva previsto la possibilità di deroghe a valere su un apposito fondo costituito dallo stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia;
il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria avrebbe utilizzato i fondi in questione per la riqualificazione di 54 unità di personale interno per l'anno 2006, di 273 unità di personale interno per l'anno 2007, mentre per l'anno 2008 sarebbe prevista l'assunzione di altre figure professionali, senza procedere ancora a quelle riferite al profilo di psicologo;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1o aprile 2008, recante «modalità e criteri per il trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e dei beni strumentali in materia di sanità penitenziaria», sembrerebbe non chiarire affatto la posizione dei 39 vincitori del concorso area C, posizione economica C1, profilo professionale di psicologo;
l'articolo 3, comma 10, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1o aprile 2008 recita testualmente: «Le Aziende sanitarie locali, previo accordo con il Ministero della giustizia e nel rispetto della vigente normativa in materia di contenimento delle spese di personale, possono avvalersi delle graduatorie dei concorsi espletati anteriormente alla data del 15 marzo 2008 per il reclutamento in ruolo di figure professionali oggetto del trasferimento al Servizio sanitario razionale»;
la formulazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1o aprile 2008, con riferimento all'articolo 3, comma 10, pregiudicherebbe il futuro professione dei 39 vincitori di concorso che, nel passaggio dalla medicina penitenziaria al Ministero della salute, vedrebbero declassata la certezza di un'assunzione a tempo indeterminato a seguito di espletamento di regolare concorso ad una mera possibilità di essere chiamati in servizio dalle aziende sanitarie locali;
al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) prestano servizio solo sedici psicologi a fronte di una previsione nella dotazione organica di cinquantacinque unità per lo stesso profilo professionale e altri psicologi collaborano con il DAP in veste di consulenti con contratti a tempo determinato prorogati ogni 12 mesi;
il ruolo degli psicologi è fondamentale al fine di garantire la più efficace e corretta realizzazione del percorso di rieducazione del detenuto nel rispetto del dettato costituzionale -:
quali iniziative il Ministro della giustizia intenda intraprendere per garantire l'assunzione dei vincitori del concorso pubblico per la copertura di 39 posti nell'area C, posizione economica C1, profilo professionale di psicologo del Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria, anche in considerazione del fatto che la scadenza della suddetta graduatoria dei vincitori è prevista per l'anno 2009;
quali iniziative il Ministro della giustizia intenda intraprendere per chiarire gli aspetti funzionali ed organizzativi legati alle novità contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008, articolo 3, comma 10, relativamente al trasferimento al Ministero della salute dei rapporti di lavoro in materia di sanità penitenziaria.
(4-01041)

DI PIETRO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con PDG 21 novembre 2003, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 30 del 16 aprile 2004 - 4a serie speciale, il Dipartimento dell'amministrazionepenitenziaria ha bandito un concorso pubblico per esami a 110 posti nell'area «C», posizione economica «C1», profilo professionale di contabile;
nel bollettino ufficiale del Ministero della giustizia n. 2 del 31 gennaio 2007, è stata comunicata la graduatoria dei candidati che hanno partecipato al suddetto concorso pubblico;
dalle informazioni ricevute, sarebbero risultati idonei 250 candidati, mentre i posti disponibili messi a concorso erano 110;
con la legge 24 dicembre 2007, n. 244 (finanziaria 2008), è stata definita l'assunzione di sole 45 unità;
allo stato restano scoperte le numerose altre unità così come previsto dallo sblocco del turn-over -:
se i fatti su esposti corrispondano al vero e, nel caso, con quali misure e in quali tempi il Governo intenda intervenire per dare una risposta esaustiva ai candidati e ristabilire il diritto acquisito.
(4-01046)

SILIQUINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da più di 3 anni dall'entrata in vigore del decreto-legge n. 115 del 2005 convertito dalla legge n. 168 del 2005, l'amministrazione penitenziaria omette di applicare detta norma sui concorsi interni ed esterni per il Corpo di polizia penitenziaria e a volte l'applica, secondo quanto consta all'interrogante, in maniera scarsamente coerente;
un ormai consolidato principio della giurisprudenza amministrativa stabilisce che il ricorrente che sia stato ammesso al concorso con riserva, superate positivamente le prove concorsuali, deve essere nominato in ruolo, purché possieda i titoli richiesti. Sul punto copiosa è la costante giurisprudenza: (Cfr. TAR Napoli Sez. II, 8 settembre 1989; TAR Salerno sent. 291 del 1994; TAR Lombardia Sent. 785 del 1994; Cons. St. Sent. 341 del 1996; TAR Catania Sent. 67 del 2004; TAR Catania Sent. 1255 del 2004, da ultima, TAR Lazio Sez. I Quater n. 1864 del 2006);
sul punto è intervenuto anche il legislatore che ha consacrato tale principio in una norma - che parrebbe disattesa dall'amministrazione penitenziaria - l'articolo 4 decreto-legge n. 115 del 2005 convertito dalla legge n. 168 del 2005: detta norma stabilisce che «conseguono ad ogni effetto l'abilitazione professionale o il titolo per il quale concorrono i candidati, in possesso dei titoli per partecipare al concorso, che abbiano superato le prove d'esame scritte ed orali previste dal bando, anche se l'estrazione alle medesime o la ripetizione della valutazione da parte della commissione sia stata operata a seguito di provvedimenti giurisdizionali o di autotutela»;
con la conseguenza che, in ogni caso, un concorrente che rientrasse nella fattispecie del citato articolo 4, avrebbe ormai maturato il diritto, riconducibile direttamente alla nomina anzidetta, a conseguire il titolo stesso, avendo superato le prove concorsuali previste dal bando e prescritte ai fini dell'acquisizione del titolo medesimo. In merito è pacifica la posizione della Giurisprudenza amministrativa (Cfr. Cons. St. Sez. IV, 3 giugno 2006, n. 1154: Cons. St. Sez. VI 28 febbraio 2007, n. 1000, da ultima Cons. St. Sez. VI 8 maggio 2008, n. 2105);
risulta alla Segreteria provinciale e alla Segreteria generale dell'O.S.A.P.P. che l'Amministrazione penitenziaria, nel concorso interno per 36 posti di vice commissario penitenziario, conclusosi il 17 ottobre 2007, avrebbe immesso in ruolo alcuni candidati - ammessi con riserva alle diverse fasi concorsuali e nonostante il mancato scioglimento della riserva -, escludendone invece altri;
in particolare si evidenzia che la persona classificatasi al 34o posto in graduatoria

provvisoria di fine corso, è stata inquadrata in ruolo (attualmente riveste la qualifica di Comandante di reparto presso la Casa circondariale di Cagliari), mentre la persona classificatasi al 28o posto, e addirittura quella classificatasi al 2o posto in graduatoria di fine corso, non sono state inquadrate nel ruolo di commissario di polizia penitenziaria;
come esposto in premessa, gli interessati hanno presentato una diffida all'Amministrazione penitenziaria evidenziando tale disparità di trattamento, ma l'Amministrazione penitenziaria non ha inteso fornire alcuna delucidazione al riguardo -:
quali iniziative urgenti, anche straordinarie, qualora sia accertato quanto rappresentato in premessa, in applicazione all'articolo 4 comma 2-bis del decreto-legge n. 115 del 2005, convertito dalla legge n. 168 del 2005, si intendano intraprendere per far fronte alla disparità di trattamento di cui sono stati vittima i restanti vincitori del concorso a 36 posti da vice commissario del ruolo direttivo speciale ed in particolare la persona ammessa con riserva classificatasi al 28o posto e quella classificatasi al 2o posto in graduatoria finale affinché vengano anche loro inquadrati in ruolo in virtù della normativa di cui sopra come l'amministrazione penitenziaria ha già fatto nella persona che si è classificata al 34o posto, in graduatoria finale di fine corso, ammesso anch'egli con riserva;
se intenda intervenire presso il dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria per sanare una volta per tutte, la disparità di trattamento di cui sopra, al fine di evitare ulteriori contenziosi e spreco di denaro pubblico, ed infine ritenere applicabile nel rispetto dell'articolo 3 della Costituzione, l'articolo 4 comma 2-bis del decreto-legge n. 115 del 2005, convertito dalla legge n. 168 del 2005, in tutti i concorsi interni del Corpo di polizia penitenziaria.
(4-01060)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

VANNUCCI, AGOSTINI, CAVALLARO, GIOVANELLI, MERLONI, DE TORRE e PISTELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
numerosi articoli apparsi recentemente sulla stampa hanno segnalato il pericolo di un grave peggioramento del servizio ferroviario nelle tratte Ancona-Roma e Perugia-Roma;
in particolare, il 6 settembre scorso gli organi di stampa locali hanno estesamente ripreso una denuncia delle organizzazioni sindacali dei lavoratori dei trasporti delle Marche e dell'Umbria, secondo cui l'attivazione dell'alta velocità sarebbe destinata ad avere forti e negative ripercussioni nei collegamenti, da e per Roma, con le Marche e con l'Umbria;
in base ai programmi di Trenitalia Spa e RFI Spa risulterebbe infatti che non potranno accedere ai tracciati utilizzati dall'alta velocità (tratta «Direttissima» Orte-Roma) i treni dalle Marche e dall'Umbria non appartenenti a tale categoria. Tali treni sarebbero dunque dirottati sulla vecchia linea lenta, aumentando così i tempi di percorrenza di circa 45 minuti;
l'orario ferroviario consultabile fino a dicembre sul sito Trenitalia non prevede mutamenti di orario dei treni -:
se al Ministro competente risultino fondate le preoccupazioni manifestate dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori dei trasporti delle Marche e dell'Umbria e, in tal caso, se egli non ritenga che una riduzione dei collegamenti ferroviari con Roma rappresenterebbe un'inaccettabile penalizzazione per i territori interessati, anche sul piano turistico ed economico, nonché dei cittadini utenti che si recano o tornano dalla capitale;

in particolare, quali iniziative intenda effettuare per scongiurare tale eventualità;
quale sia a tutt'oggi lo stato di avanzamento dei lavori di potenziamento della tratta ferroviaria Orte-Falconara e della Galleria di Cattolica.
(5-00341)

Interrogazione a risposta scritta:

DIMA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il CIPE, con delibera 21 dicembre 2001, n. 121, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 51 del 2002, ha approvato il primo programma delle infrastrutture strategiche che include, nell'allegato 1, nell'ambito dei corridoi trasversali e dorsale appenninica, tra i sistemi stradali ed autostradali, il «corridoio jonico Taranto-Sibari-Reggio Calabria» e, nell'allegato 2, tra le opere che interessano la Regione Calabria, il «corridoio jonico: tratta calabrese Taranto-Sibari-Reggio Calabria»;
il CIPE, con delibera 26 settembre 2007 n. 103, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 123 del 13 maggio 2008, ha approvato il progetto preliminare dei lavori di costruzione del 3o megalotto «Sibari-Roseto Capo Spulico» della nuova strada statale 106 jonica;
il costo complessivo dell'opera in oggetto ammonta a 1.234.754.242,86 euro e il Ministero delle infrastrutture, al fine di attivare anticipatamente l'utilizzo dei finanziamenti disponibili, nelle more del completamento del finanziamento dell'intero 3o megalotto, ha invitato l'ANAS Spa, soggetto aggiudicatore ai sensi del decreto legislativo n. 163 del 2006, ad individuare uno stralcio funzionale rispondente allo scopo, come da delibera CIPE 28 settembre 2007, n. 103;
il costo del primo stralcio funzionale è stato quantificato in 690.779.074,92 euro;
la copertura finanziaria dello stralcio funzionale è stata così individuata: 271,35 milioni di euro a valere sugli 809,35 milioni di euro che il quadro strategico nazionale ha destinato alla Regione Calabria e che sono imputabili al programma operativo nazionale «reti e mobilità» (PON 2007-2013), 265 milioni di euro a valere sull'importo complessivo di 388,7 milioni di euro assegnato alla Regione Calabria nell'ambito delle risorse Fintecna di cui all'articolo 1, comma 1155, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), come da accordo di programma stipulato in data 4 ottobre 2007 tra il Ministero delle infrastrutture e la Regione Calabria, 154,43 milioni di euro a valere sulle risorse destinate all'attuazione del programma delle infrastrutture strategiche;
la legge 24 luglio 2008, n. 126, «conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere d'acquisto delle famiglie» ha disposto la riduzione delle risorse Fintecna di cui all'articolo 1, comma 1155, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007);
l'ordine del giorno 9/1185/017 presentato dall'interrogante nella seduta n. 24 del 26 giugno 2008 della Camera dei deputati impegnava il Governo ad individuare le necessarie misure di natura finanziaria ed il relativo programma di intervento per garantire risposte concrete in materia di opere infrastrutturali indispensabili per lo sviluppo della Calabria e della Sicilia, con particolare riferimento al progetto di ammodernamento della strada statale 106 jonica e lo stesso ordine del giorno è stato accolto dal Governo -:
quali iniziative il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti intenda promuovere al fine di garantire l'avvio dei lavori di costruzione del 3o megalotto «Sibari-Roseto Capo Spulico» della nuova strada statale 106 jonica.
(4-01040)

INTERNO

Interpellanza:

La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro per le pari opportunità, per sapere - premesso che:
da fonti di stampa si apprende che a Napoli, nella centrale Piazza Bellini, nella notte tra venerdì 29 e sabato 30, un giovane ultras, rimasto non identificato, avrebbe sfregiato una ragazza; questa era seduta in un bar con alcuni amici e la propria compagna ed il teppista, probabilmente irritato dagli atteggiamenti affettuosi della stessa ragazza con la propria fidanzata, si sarebbe dapprima denudato, mostrando i propri genitali e poi avrebbe lanciato un bicchiere contro le due ragazze, ferendone una a sangue (due tagli profondi, tra il naso e la fronte e sul labbro). A quel punto i compagni dell'aggressore lo avrebbero portato via e la ragazza ferita sarebbe stata dissuasa dall'intenzione di sporgere la denuncia da alcune persone che le avrebbero chiesto di «non mettere in piazza i fatti propri», secondo alcuni o di «non creare scompiglio nella zona», secondo altri;
risulta di tutta evidenza la matrice omofobica e discriminatoria del fatto su esposto e deve essere considerato anche l'atteggiamento di coloro che hanno esercitato pressioni perché il fatto non venisse denunziato «per non creare scompiglio nella zona» o «per non mettere in piazza» fatti privati;
il numero delle aggressioni a sfondo omofobico è in rapida ascesa e questo dimostra il fallimento delle politiche adottate dal Governo;
si torna a segnalare che il nostro Paese tarda a dotarsi di specifiche ed efficaci norme contro l'omofobia e la transfobia, per far fronte al clima di insicurezza e prevaricazione che subiscono le persone omo e transessuali; l'intervento legislativo è semplice ed efficace: è sufficiente, infatti, integrare la cosiddetta «legge Mancino», con la previsione della fattispecie del reato di omofobia e di azioni positive volte a stimolare il rispetto verso quelle che sono ritenute minoranze sessuali;
infatti, la dinamica dell'evento oggi qui denunciato, ha certamente per protagonista un ultras, il quale si è distinto oltre che per la violenza, anche per il comportamento machista, avendo egli ostentato i genitali a due lesbiche, gridando «lo vuoi?», con il malcelato intendimento di convincere le due ragazze a tornare sulla strada della eterosessualità; a questo proposito, si rileva, anche, come le tifoserie calcistiche abbiano sovente atteggiamenti omofobici, come è attestato dalle dichiarazioni dei calciatori della squadra della Fiorentina in un servizio giornalistico pubblicato la scorsa settimana dal mensile GQ;
tuttavia, sono state altrettanto protagoniste del fatto testé denunziato quelle persone che hanno suggerito alla vittima, o, meglio, alle vittime di non denunziare l'accaduto -:
se del fatto qui esposto il Governo abbia avuto notizia e se siano state avviate indagini per assicurare alla giustizia il responsabile;
quale sistema di provvedimenti il Governo intenda assumere per contrastare l'ondata di odio omofobico in atto nel Paese e se non ritenga di dover estendere l'efficacia delle disposizioni del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, la cosiddetta legge Mancino, integrando le fattispecie discriminatorie ivi sanzionate con l'inclusione della previsione dei «reati d'odio», motivati dal differente orientamento sessuale della vittima ovvero dall'identità di genere e con la previsione di opportune iniziative per prevenire e contrastare crimini di natura omofoba e discriminatoria compiuti sul territorio.
(2-00126) «Concia».

Interrogazioni a risposta scritta:

CONTENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo la denuncia avanzata sulla stampa locale dell'Anip, l'associazione di categoria dei dirigenti della Polizia di Stato, il numero degli agenti attivi presso l'Ufficio immigrazione della Questura di Pordenone sarebbe in costante calo a causa di vari pensionamenti e trasferimenti e di mancate integrazioni di nuove unità ma anche a seguito dell'aggregazione di servizi e persino della distrazione del personale ivi addetto ad altre mansioni;
quanto sopra avrebbe comportato indebite chiusure degli sportelli e ritardi nel servizio, tant'è che attualmente l'iter per il rilascio di un permesso di soggiorno si conclude positivamente solo dopo una media di 15 mesi dalla data di presentazione della relativa istanza;
a fronte di un numero di stranieri in continua crescita, con episodi di criminalità extracomunitaria sempre più efferati e preoccupanti, l'Ufficio immigrazione di Pordenone avrebbe affidato l'intero settore delle espulsioni ad un solo agente;
ciò spiegherebbe perché nel 2007 la Questura di Pordenone abbia eseguito solo 7 espulsioni e circa 15 nel 2008 a carico di altrettanti stranieri, responsabili di fatti di estrema pericolosità per l'ordine pubblico e l'incolumità delle persone -:
se corrisponda al vero quanto riferito alla stampa locale da parte dell'Anip, l'associazione di categoria dei dirigenti della Polizia di Stato, circa una grave e prolungata carenza di personale a carico dell'Ufficio immigrazione della Questura di Pordenone;
se e quali iniziative intenda implementare per aumentare al più presto il numero di agenti operativi presso il suddetto servizio della Questura, venendo così incontro alle plurime esigenze dell'utenza e garantendo allo stesso tempo maggiori possibilità di espulsione di soggetti extracomunitari potenzialmente pericolosi per l'ordine e la sicurezza pubblica.
(4-01056)

MURER. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
si esprime preoccupazione in merito alle procedure di mobilità che sembra l'amministrazione intenda adottare assegnando i neo capisquadra (60 per cento della decorrenza 2006) ai Comandi prescelti e attivando la mobilità dei capisquadra anziani al termine del corso di formazione del personale prescelto col restante 40 per cento della decorrenza 2006;
questo personale, in attesa di mobilità da oltre 30 mesi, si vedrebbe scavalcato dai capi squadra di ultima nomina;
va sottolineato il fatto che questo, a fronte di posti disponibili nelle sedi periferiche, rappresenta un aggravio per i bilanci familiari di chi da più tempo è in attesa di tornare nei luoghi di residenza oltre che una forma di discriminazione -:
quali siano gli intendimenti del Ministero in relazione all'attuale stato del concorso per il passaggio di qualifica a Capo Squadra dei Vigili del Fuoco con decorrenza 2006/7/8.
(4-01059)

POLLEDRI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dalla cronaca di queste ultime settimane (a livello esemplificativo dai quotidiani locali quali Libertà, La Cronaca, nonché altri quotidiani come La Nazione e le agenzie di stampa Ansa e AdnKronos) si è appreso della truffa a danno di molti cittadini di diverse città italiane (organizzata da oltre 13 persone) nell'amministrazione dei servizi cimiteriali e in particolare nella gestione del forno crematorio nel cimitero di Massa Carrara;
in particolare l'attività delittuosa consisteva nel raccogliere in maniera illecita denaro attraverso false certificazioni, sottrazioni e dispersione di ceneri umane,

sostituzione e cremazioni multiple, sottrazione di bare e loro riutilizzo (come i crocefissi apposti sui coperchi), consegna di urne contenenti ceneri avanzate da precedenti cremazioni, il tutto senza nessuna pietà per i morti e nessuno scrupolo per le famiglie dei defunti e con un evidente «danno morale e esistenziale» dovuto al fatto di non poter verosimilmente recuperare i resti dei propri cari;
in tali attività sono stati coinvolti funzionari della polizia mortuaria del comune di Massa, titolari di imprese funebri ed altri soggetti;
dall'ordinanza di custodia cautelare, lunga 105 pagine, si ricava che è coinvolta anche la ditta carrarese Euroservizi srl che aveva vinto la gara d'appalto col comune di Massa (sulla quale adesso si sta indagando) e che ha in gestione le opere cimiteriali del comune di Piacenza per conto di Enìa (oltre Prato; Pisa, Segrate, Parma, Fidenza e numerose altre città);
tali fatti risalirebbero fin dal novembre 2004 e sono stati contestati almeno 500 episodi di salme o resti di salme cremati o nascosti. Si tenga presente che solo nel maggio 2007 le forze dell'ordine hanno rinvenuto, in seguito ad una ispezione, nel cimitero del Mirteto sacchi con 500 chili di ceneri (pari ad altrettanti cadaveri);
inoltre, la Euroservizi è stata anche accusata di peculato poiché ci sarebbe stato un uso improprio del forno crematorio facendo pagare, al solo comune di Massa, circa 100 mila euro per le migliaia di metri cubi di gas utilizzati in maniera illecita;
in generale i responsabili sono stati accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni del comune di Massa (almeno per ora), di peculato, di corruzione, d'abuso di atti d'ufficio, di sottrazione e distruzione di ceneri di persone soggette a cremazione. Si tratta di persone addette a vario titolo alla Euroservizi;
per la realtà piacentina l'Enia, fin dal 1996, ha ampliato progressivamente i propri ambiti di intervento nel territorio, aggiungendo alle attività tradizionali competenze diversificate compreso il settore onoranze funebri (che ha visto una prima gestione affidata Alia srl una partecipata al 100 per cento) che è già stato oggetto di una denuncia-esposto, dell'interrogante, alla Procura della Repubblica di Piacenza nel dicembre 2006, in merito al rilascio e al rinnovo delle concessioni per sepolture; l'avvio delle pratiche per la cremazione; dell'esumazione, dell'estumulazione e traslazione delle salme; della manutenzione e gestione dei locali della camera mortuaria; della gestione dei servizi obitoriali di osservazione, dell'esposizione e della conservazione in cella e del supporto all'attività medico legale ed altro;
in tale esposto si evidenziavano oltre alla mancanza di «trasparenza» anche l'assenza dell'opportunità economica (visto il quadro che emergeva dall'analisi del bilancio Enia), di un subappalto effettuato (da Alia s.r.l) a favore di una società (Euroservizi) fuori regione (Toscana) per il servizio di cremazione (effettuato a Massa Carrara) nonché per servizi che dovevano essere svolti fin dall'inizio direttamente da Enia S.p.A;
appare evidente che determinati servizi (cosiddetti «recupero salme») non possono essere subappaltati, dove a questo si aggiunge un uso sicuramente improprio, se non addirittura illecito, (in particolare) degli spazi dedicati a tali servizi;
sicuramente 151 defunti piacentini sono stati cremati nel forno di Massa Carrara (sulla base delle autorizzazioni comunali);
non sono chiari i presupposti sulla base dei quali sono state date in appalto tali attività alla Euroservizi Srl;
non risultano verifiche circa l'idoneità (e i relativi requisiti di legge) in capo alla società in questione;
in passato, negli ultimi tre anni, erano già state accertate (e contestate)

irregolarità agli operai della Euroservizi S.r.l. proprio a Piacenza;
in particolare risulta che la Euroservizi avesse personale non sempre qualificato e che in più di una circostanza, per il recupero dei cadaveri di deceduti sul territorio piacentino, usasse mezzi di una ditta di onoranze funebri locali che non era a norma per il trasporto di salme; peraltro lo stesso mezzo utilizzato per il trasporto risulterebbe stato parcheggiato, per molto tempo, in zona non idonea (area antistante il cimitero urbano, eludendo il regolamento di polizia mortuaria che prevede per tali mezzi rimesse site al di fuori della cerchia urbana e comunque con particolari e specifici requisiti); inoltre, in più di una circostanza il trasposto delle salme risultava troppo celere per essere compatibile con i normali tempi di cremazione e raffreddamento (il tutto avveniva in poche ore);
nonostante tutto questo, solo ora - alla luce delle indagini della Procura della Repubblica - il comune ha deciso di attivarsi peraltro decidendo di costituirsi parte civile ma senza procedere a compiere verifiche interne -:
se non intenda chiedere informazioni sulla vicenda descritta in premessa ai sensi dell'articolo 14, comma 3-bis, del decreto-legge n. 152 del 1991, convertito con modificazioni dalla legge n. 203 del 1991, anche ai fini dell'esercizio degli ulteriori poteri di cui al medesimo articolo 14.
(4-01061)

POLLEDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Colle di Val d'Elsa, in Provincia di Siena, sono in corso dei lavori per la costruzione di una nuova Moschea in località l'Abbadia;
detti lavori hanno avuto inizio nell'autunno 2006 ed il titolare dei lavori è, per conto della Comunità dei Musulmani di Siena e Provincia, il signor Feras Jabareen, che di detta Associazione è il Presidente, nonché legale rappresentante;
l'opera, nel suo complesso, è stata cofinanziata dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, con un contributo di euro 300.000 a valere sugli utili distribuiti nell'anno 2004;
il terreno sul quale è stata edificata la Moschea è stato concesso dall'Amministrazione comunale, con Delibera del Consiglio comunale di Colle di Val d'Elsa n. 111 del 2003, a fronte di un contributo di circa 11.000 euro all'anno, che, allo stato attuale, non sembrano comunque essere mai stati corrisposti dalla Comunità stessa dall'anno 2005 ad oggi;
la nuova Moschea, la cui struttura è di circa 570 mq., oltre ad altrettanta superficie nei locali seminterrati, è realizzata nell'ex Parco di San Lazzaro, a pochissimi metri di distanza dalle abitazioni;
è verosimile supporre che il nuovo immobile, date anche le sue dimensioni, attirerà una massa di fedeli islamici nettamente superiore al numero stesso degli aderenti alla stessa Comunità dei Musulmani di Siena e Provincia;
nel dicembre 2004, la Comunità dei Musulmani di Siena e Provincia, rappresentata dal signor Jabareen, ha siglato un «Protocollo d'Intesa» con l'Amministrazione comunale di Colle di Val d'Elsa per la gestione del Centro;
in questi primi mesi di lavori la Magistratura ha prima imposto il blocco dei lavori per il mancato rispetto delle prescrizioni contenute nel protocollo sulla sicurezza dei luoghi di lavoro ed ha poi provveduto a sequestrare un locale seminterrato all'interno della Moschea per presunti abusi edilizi e che le indagini sono tuttora in corso;
recentemente, l'Imam di Colle di Val d'Elsa, Feras Jabareen, è stato sostituito alla guida del Centro Islamico di Colle di Val d'Elsa dal signor Elzir Ezzedine, proveniente

da Firenze e portavoce dell'Ucoii, l'Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche d'Italia;
in una recente intervista a Il Corriere di Siena, quotidiano locale, pubblicata in data 23 luglio 2008, il Sindaco di Colle di Val d'Elsa, signor Paolo Brogioni, ha comunicato la ripresa dei lavori per la Moschea nel settembre 2008;
sempre in un'intervista, pubblicata dall'edizione locale de La Nazione in data 27 luglio 2008, il signor Ezzedine ha dichiarato «Spero che i lavori possano cominciare anche prima. Con le donazioni delle moschee italiane abbiamo reperito i soldi per terminare la parte strutturale entro il 2008»;
un'opera di questo tipo, appoggiata dalla politica al governo locale ed addirittura con finanziamenti di una Fondazione bancaria sembra una forzatura che a nulla potrà servire per fumosi principi di integrazione, ma piuttosto una spinta verso la concessione di diritti a religioni che già nei loro luoghi di provenienza spingono fondamentalismi religiosi ed intolleranza diffusa e che quindi presuppongono difficili percorsi a tutt'oggi difficilmente pensabili;
questa spinta, inoltre, sembra non tenere conto delle oltre 5.000 firme dei cittadini di Colle di Val d'Elsa contrari a questo progetto e delle due richieste di referendum negate a due Associazioni locali;
questa iniziativa, a giudizio dell'interrogante, non riveste solo aspetti locali e/o urbanistici ma invece ingloba interrogativi e tensioni che questo Governo sta in modo opportuno già affrontando, come avvenuto nel caso del Centro islamico di viale Jenner a Milano -:
se quanto in premessa corrisponda a verità e se constino al ministro interrogato elementi che possano lasciar presumere violazioni di legge o rischi per l'ordine pubblico e, in tal caso, quali iniziative intenda adottare;
se risulti al Ministro che tra i finanziatori dell'opera siano presenti Enti o Associazioni direttamente collegati all'Arabia Saudita o ad associazioni che fanno capo direttamente o indirettamente alla rete terroristica internazionale di matrice fondamentalista islamica e se non si reputi necessario prevedere misure di controllo di tali finanziamenti affidando, ad esempio, al Comitato di Sicurezza finanziaria, istituito con il decreto-legge n. 369 del 12 ottobre 2001, convertito dalla legge n. 431 del 14 dicembre 2001, speciali compiti di controllo posto che, a giudizio dell'interrogante, è necessario agire affinché il Comitato di Sicurezza finanziaria possa chiedere informazioni dettagliate agli istituti creditizi riguardo ad operazioni e clienti, al fine di creare una banca dati su tutti i flussi finanziari che in modo diretto od indiretto riguardano le associazioni islamiche ed i centri di culto islamico presenti sul territorio nazionale e che la stessa procedura dovrà essere applicata alle agenzie di money transfer con controlli da parte dell'UIC.
(4-01062)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:

DIMA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 636, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)» dispone che «Il Ministro della Pubblica Istruzione definisce annualmente, con apposito decreto, i criteri e i parametri per l'assegnazione dei contributi alle scuole paritarie e, in via prioritaria, a quelle che svolgono il servizio scolastico senza fini di lucro e che comunque non siano legate con società aventi fini di lucro o da queste controllate. In tale ambito i contributi sono assegnati secondo il seguente ordine di priorità: scuole dell'infanzia, scuole primarie e scuole secondarie di primo e secondo grado»;

sulla Gazzetta Ufficiale n. 178 del 2 agosto 2007, è stato pubblicato il decreto ministeriale 21 maggio 2007 «Definizione dei criteri e parametri per l'assegnazione dei contributi alle scuole paritarie per l'anno scolastico 2007/2008» che fissa nuove modalità di concessione dei contributi alle scuole paritarie;
l'articolo 3 del decreto ministeriale 21 maggio 2007 stabilisce che i contributi siano erogati in via prioritaria alle scuole paritarie che svolgono il servizio scolastico senza fini di lucro e che comunque non sono legate a società aventi fini di lucro o da queste controllate;
l'articolo 9 del decreto ministeriale 21 maggio 2007 prevede che sia costituito, all'interno del sistema di rilevazione informatizzata operante presso il Ministero della Pubblica Istruzione, l'Anagrafe nazionale delle Scuole paritarie e che i contributi di cui al citato decreto siano erogati sulla base dei dati rilevati dalla stessa anagrafe;
le scuole paritarie della Regione Calabria, in base alla nuova normativa, hanno dichiarato all'Anagrafe nazionale la loro categoria di appartenenza e contestualmente comunicato all'Ufficio Scolastico Regionale la presenza dei requisiti richiesti per il riconoscimento della parità scolastica;
a tutt'oggi, l'Ufficio Scolastico Regionale della Calabria non ha provveduto ad erogare i contributi alle scuole paritarie per l'anno scolastico 2007/2008 -:
quali iniziative, il Ministro dell'istruzione, intenda intraprendere per garantire una rapida erogazione dei contributi alle scuole paritarie calabresi per l'anno scolastico 2007/2008, atteso che le stesse presentano i requisiti di cui alla normativa vigente in materia.
(4-01051)

DI PIETRO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il tasso di effettiva civiltà di una società di individui, di una collettività, è dato anche dalla capacità di quest'ultima di aumentare il livello di inclusività sociale; anche il tasso di reale democraticità di uno Stato moderno si deve misurare con la sua capacità di aumentare il senso di appartenenza avvertito da ogni singolo cittadino;
negli ultimi anni si è sviluppata anche nella società italiana, sulla scia di quanto stava accadendo nell'intera società occidentale, una maggiore attenzione nei confronti di discriminazioni inaccettabili basate su presupposti come il sesso, la razza, la religione o addirittura su handicap fisici;
si è affermato ed il giusto principio di rendere accessibili a tutti uguali opportunità ed uguali diritti;
anche il legislatore si è mosso correttamente in questa direzione mettendo a punto strumenti adeguati a far sì che ogni cittadino avesse pari opportunità e diritti, intervenendo ad esempio a sostegno di coloro che magari in ragione di difficoltà fisiche avrebbero potuto risultare ingiustamente penalizzati nei confronti di altri cittadini;
va da sé che in quest'ottica bisogna comunque continuare a lavorare per superare definitivamente la differenziazione tra i diversamente abili e i cosiddetti normodotati;
in questa ottica era stata messa appunto una specifica legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate: la legge 5 febbraio 1992, n. 104, in virtù della quale le persone diversamente abili assunte presso pubblici uffici hanno diritto di scelta prioritaria tra le sedi disponibili ed hanno la precedenza in sede di trasferimento a domanda;
all'affermazione di un principio di civiltà vanno però sempre accompagnati i debiti controlli;
il Governo in questi mesi si è fatto carico, pubblicizzandola enormemente, di una azione risanatrice della pubblica amministrazione di un impegno contro i

cosiddetti fannulloni e contro gli sprechi e le incongruità del sistema pubblico italiano, battaglia di cui si stentano a vedere gli effetti;
sarebbe necessario oltre che a pubblicizzare interventi di carattere generale poco incisivo anche intervenire nel merito per esempio controllando i meccanismi di attuazione della legge n. 104, verificando se in tutta la pubblica amministrazione ed in particolare nel comparto della scuola il suo utilizzo è avvenuto ed avviene in maniera corretta;
in alcune province tra le quali quella di Agrigento infatti appare davvero notevole il numero di invalidi evidenziatisi nelle diverse sedi scolastiche ad esempio in quelle di Racalmuto, Favara, Raffadali, Castrofilippo dove a quanto pare si concentra un numero elevatissimo di docenti portatori di handicap o comunque con familiari in queste condizione;
è da tenere presente che in tale contesto molti professori in servizio da svariati anni e con punteggi particolarmente elevati si vedono costantemente scavalcati nelle diverse graduatorie da parte di colleghi che usufruiscono di quanto disposto dalla legge n. 104;
non è accettabile che uno strumento di sviluppo ed equità sociale sia utilizzato per creare ingiustizie e disparità di trattamento -:
se non ritenga opportuno intervenire per verificare se la legge n. 104 sia stata effettivamente applicata correttamente, in particolare nelle sedi sopraccitate, e nel caso emergessero effettivamente irregolarità quali misure intenda adottare nei confronti di chi ha permesso che uno strumento di civiltà diventasse uno mezzo di sopruso ed ingiustizia.
(4-01053)

HOLZMANN. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la Giunta provinciale di Bolzano con deliberazione 2714 del 28 luglio 2008, ha conferito l'incarico di sovrintendente scolastico al dottor Ivan Eccli;
la normativa vigente prevede che per la nomina del sovrintendente scolastico vi sia l'intesa tra la provincia autonoma di Bolzano ed il Ministero dell'istruzione;
nella delibera della Giunta provinciale di Bolzano si legge: «... considerato che per il dottor Ivan Eccli è stata chiesta l'intesa al Ministero dell'istruzione per la nomina quale futuro Sovrintendente scolastico a decorrere dal mese di gennaio 2009»;
nella delibera della Giunta provinciale di Bolzano si legge, inoltre, che «il dirigente scolastico dottor Ivan Eccli è in possesso delle competenze e delle esperienze necessarie all'espletamento dei compiti...» ma non si fa riferimento all'esame dei curriculum di altri candidati e non è dato neppure sapere quali criteri hanno determinato la scelta;
vi sono altri aspiranti all'incarico di Sovrintendente scolastico che sono in possesso di curriculum professionali di assoluto valore;
non risulta dalla delibera della Giunta provinciale di Bolzano che tali candidati siano stati valutati in quanto non si fa menzione alcuna a criteri comparativi o selettivi per giustificare la scelta;
l'intesa con il Ministero dell'istruzione è esplicitamente prevista da norma di legge e non si comprende per quale ragione sia stata annunciata la nomina del Sovrintendente Eccli con un comunicato stampa della Giunta provinciale, se tale intesa non si è perfezionata -:
quando si siano svolti i contatti indicati in premessa in che forma e con quale esito posto che all'interrogante non consta che l'intesa prevista dalla legge sia avvenuta;
se non ritenga necessario intervenire per fare valere le prerogative del Ministero per la nomina del Sovrintendente scolastico per la provincia di Bolzano;

se non intenda richiedere alla Giunta provinciale di Bolzano copia dei curriculum in suo possesso al fine di consentire una trasparente valutazione di esperienze e titoli per procedere ad una nomina ponderata e concordata del nuovo Sovrintendente scolastico.
(4-01057)

GIORGIO MERLO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Sindaco di Perosa Argentina (Torino) minaccia di chiudere la scuola media dell'Istituto comprensivo «Gouthier» denunciando le condizioni nelle quali si trova l'edificio scolastico. Sulla scuola gravitano alcuni comuni vicini ma, essendo Perosa il comune capofila dei servizi scolastici, le spese maggiori gravitano sulle casse del suddetto comune;
la scuola, purtroppo, rientra in un'area sismica e da una recente perizia effettuata risulta che è necessario un intervento di oltre un milione di euro per mettere l'edificio in sicurezza. Non potendo accedere a finanziamenti regionali perché le normative previste richiedono di essere in regola con le normative antisismiche, con le norme sul rendimento energetico e con l'eliminazione delle barriere architettoniche, si corre il serio rischio di chiudere la scuola per l'impossibilità del comune nel far fronte agli investimenti richiesti -:
quali siano alla luce di una situazione incresciosa che crea oggettivi disagi per centinaia di ragazzi e per lo stesso funzionamento del Comune di Perosa Argentina, le iniziative concrete che si possono e si vogliono intraprendere - sia concernenti la programmazione della rete scolastica sia concernenti dei finanziamenti straordinari - per evitare che, attraverso normative esistenti e ritardi dello Stato, il tutto ricada sulle spalle dei cittadini.
(4-01063)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:

MUSSOLINI e BARANI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
per l'accertamento dell'età dei minori stranieri non accompagnati è previsto l'utilizzo della radiografia del polso;
in altri Paesi europei si stanno utilizzando indagini alternative e comparabili che non espongono i minori alle radiazioni;
la procedura di identificazione ed accertamento non è uniforme sul territorio nazionale -:
quali misure il Governo intenda adottare per far cessare l'utilizzo di radiografie al polso per l'accertamento dell'età del minore e per adottare indagini che non compromettano la salute e che non ledano la dignità del minore.
(5-00342)

LIVIA TURCO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Governo, dopo la riduzione dei finanziamenti statali alla sanità previsti dal decreto legge n. 112 del 2008, ha inferto un altro duro colpo alla sanità pubblica revocando il decreto del Governo Prodi del 23 aprile 2008 contenente l'aggiornamento dei livelli essenziali d'assistenza (LEA), «paniere» dei servizi e delle prestazioni offerte dal Servizio sanitario nazionale a tutti i cittadini;
i nuovi livelli essenziali d'assistenza cancellati contenevano molte novità tra le quali: il nuovo «nomenclatore tariffario delle protesi dei presidi e degli ausili», che riguarda l'assistenza protesica per le persone disabili ed introduce nuovi ausili informatici di comunicazione e controllo

ambientale, ausili per la mobilità personale, ausili per la cura e l'adattamento della casa, apparecchi acustici per le persone con sordità periverbale, l'aggiornamento dell'elenco delle malattie croniche e rare esentate dal pagamento del ticket, l'introduzione del vaccino anti papilloma virus contro il cancro alla cervice uterina, l'analgesia epidurale che consente di partorire senza dolore, la diagnosi neonatale della sordità congenita e della cataratta congenita, il potenziamento dell'assistenza odontoiatrica attraverso la visita di controllo per tutti e il trattamento delle urgenze, le cure domiciliari soprattutto per i malati nella fase terminale, i servizi socio sanitari come i consultori familiari, i centri di salute mentale, i servizi di neuropsichiatria per i minori, i servizi per i disabili gravi e quelli per le persone con dipendenze patologiche;
la definizione dei livelli essenziali d'assistenza era ferma al 2001 e necessitava di un aggiornamento anche alla luce dei nuovi bisogni di salute, per prendere in carico alcune patologie trascurate come quelle cronico degenerative e per eliminare prestazioni diventate ormai obsolete;
l'aggiornamento dei livelli essenziali d'assistenza era coerente con la stipula del nuovo «patto per la salute» siglato nel settembre 2006 che, oltre alla stabilità finanziaria ed alla certezza delle regole, propose di ammodernare e migliorare il nostro sistema sanitario;
la revoca del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 aprile 2008 è stata avallata da un rilievo mosso dalla Corte dei conti la quale ha ritenuto che i nuovi livelli essenziali d'assistenza sarebbero costati circa 800 milioni di euro in più su base annua e tale copertura non sarebbe prevista;
che la proposta dei nuovi livelli essenziali di assistenza avesse la necessità di una verifica di compatibilità finanziaria era problema già sollevato dalle regioni in sede di approvazione, ma non per questo era necessaria la sua revoca in quanto sarebbe bastato convocare un tavolo tecnico con le regioni per aggiornare il decreto sulla base dei rilievi indicati dalla Corte dei conti;
la revoca del decreto sui nuovi livelli essenziali d'assistenza è l'ennesimo tassello di una politica sanitaria tutta incentrata alla riduzione della salute a mero costo economico e delle politiche della salute al solo obiettivo del razionamento della spesa -:
quali siano, alla luce delle considerazioni svolte, le misure e le risorse economiche che il Governo ritenga di dover adottare affinché nel minor tempo possibile possano essere ridefiniti i nuovi livelli essenziali di assistenza, fondamentali per garantire l'unitarietà delle prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale e quali prestazioni sanitarie ritenga necessario dover inserire nei nuovi LEA affinché questi siano coerenti con le attuali esigenze dei cittadini.
(5-00343)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI PIETRO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
nel 2006 dopo un corso-concorso tenuto presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale presso la sede di via Flavia in Roma, circa 850 persone sono state inquadrate come «accertatori del lavoro», e di fatto sparsi nel Paese, lasciati senza compiti precisi, né un incarico (non esistendo compiti di vigilanza all'interno di una direzione regionale), e senza un documento che attesti la loro qualifica (documento che è obbligatorio presentare all'atto di un accesso ispettivo);
sembrerebbe che il tesserino di riconoscimento non venga rilasciato perché non è stato chiarito se i citati «accertatori» abbiano o meno il potere di firmare un verbale di accertamento e se siano dei funzionari di vigilanza;

nel frattempo dobbiamo riscontrare nel nostro Paese un numero di incidenti mortali nei luoghi di lavoro pari al doppio della media degli altri Paesi europei ed un'estensione allarmante del lavoro sommerso, mentre centinaia di potenziali ispettori sono tenuti fermi negli uffici -:
quali provvedimenti intendano assumere i Ministri interrogati per rendere operativi e funzionali ai fini del contrasto al lavoro nero ed al mancato rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro i citati 850 «accertatori».
(4-01043)

DIMA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
presso il Comune di Canna (Cosenza) sono impiegati trentotto lavoratori socialmente utili che svolgono un'attività lavorativa di trentasei ore a settimana, suddivisa in cinque giorni, percependo un'indennità mensile di ottocento euro;
questi lavoratori socialmente utili dipendono dal Comune di Canna (Cosenza) che li utilizza in svariati settori dell'attività comunale con particolare riferimento a quelli in cui non può garantire continuità di servizio per carenza di personale dipendente come nel caso di attività di servizio e cura della persona, di risanamento ambientale, di tutela e di valorizzazione del patrimonio, di recupero urbano e di manutenzione ordinaria;
l'utilizzo di questi lavoratori socialmente utili è disciplinato da apposite convenzioni stipulate tra l'Amministrazione comunale di Canna (Cosenza) ed i soggetti attuatori, in cui sono indicate modalità di espletamento delle attività lavorative, azioni da realizzare, orario lavorativo;
questi progetti di inserimento dovrebbero portare ad una qualificazione professionale del personale impiegato al fine di permettere al Comune di dotarsi di personale preparato e competente;
a seguito della firma di un protocollo d'intesa tra il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e la Regione Calabria, si dovrebbe giungere alla stabilizzazione dei lavoratori LSU/LPU -:
quali iniziative, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali intenda intraprendere per verificare l'attuazione dei protocolli di intesa e delle convenzioni stipulate dal Comune di Canna (Cosenza), con riferimento particolare al corretto utilizzo di questi lavoratori socialmente utili.
(4-01050)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

BRANDOLINI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 71, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008, prescrive l'obbligo a carico delle pubbliche amministrazioni di disporre il controllo in ordine alla sussistenza della malattia del dipendente anche nel caso di assenza di un solo giorno;
l'osservanza di tale obbligo di legge, ambiguamente mitigato dall'espressione «tenuto conto delle esigenze funzionali e organizzative» contenuta nella sopracitata disposizione normativa, determinerà un incremento notevole delle richieste di visite fiscali e conseguentemente una lievitazione dei relativi costi -:
quale sia la posizione di codesto Ministero in merito alla controversa questione riguardante l'individuazione del soggetto in capo al quale deve essere posto l'onere delle visite fiscali, tenuto conto che alcune Regioni sostengono che tali costi debbono essere sostenuti dai datori di lavoro pubblici;
qualora confermi l'orientamento già espresso con circolare Ministero dell'economia

prot. n. 69143 del 25 luglio 2001 nel senso che l'erogazione di visite fiscali non può dar luogo a pagamento da parte delle singole amministrazioni, se non ritenga opportuno emanare un'ulteriore conforme circolare nonché farsi promotore, in sede di Conferenza Stato-Regioni-Autonomie locali, di una intesa che chiarisca definitivamente la questione e ponga fine all'oneroso contenzioso anche giudiziale esistente.
(4-01055)

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RAPPORTI CON LE REGIONI

Interrogazione a risposta scritta:

BIANCOFIORE. - Al Ministro per i rapporti con le regioni, al Ministro per le pari opportunità, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la materia del bilinguismo nella Regione a Statuto Speciale Trentino Alto Adige è regolata dallo stesso Statuto che ha valenza di legge costituzionale nell'ordinamento giuridico italiano (decreto del Presidente della Repubblica n. 670 del 31 agosto 1972);
in Alto Adige (Provincia autonoma di Bolzano) la segnaletica dovrebbe essere totalmente bilingue italiano/tedesco. Una consuetudine, posta unilateralmente dalla Provincia autonoma di Bolzano, prevede però che venga utilizzato l'ordine italiano/tedesco solo nelle autostrade, nella città di Bolzano, nei pochi territori a maggioranza di cittadini di lingua italiana;
nella provincia di Bolzano l'amministrazione viola abitualmente la legislazione in materia di bilinguismo facendo prevalere molto spesso la lingua tedesca alla lingua italiana;
con un'asta pubblica l'assessorato provinciale alla mobilità di Bolzano ha assegnato ad una notissima azienda di Udine, la costruzione, l'installazione e la manutenzione di 282 tabelloni elettronici (analoghi a quelli delle ferrovie) da distribuire lungo le varie linee d'autobus servite da Sasa, Sad e concessionari. Grazie ad una spesa di 1 milione 210 mila euro gli utenti saranno informati in tempo reale di orari, tempi d'attesa e di eventuali disguidi o incidenti. Alcune paline «inerti» sono già visibili a Bolzano in Piazza Walther e in Piazza Vittoria. Si può così notare che le indicazioni fisse sono così disposte: «Fahrtziel» sopra e «Destinazione» sotto; «Abfahrt in min.» sopra, e «Partenza in min.» sotto, in violazione della regola imposta unilateralmente decenni fa dalla stessa Svp che lega la collocazione linguistica su cartellonistica stradale e toponomastica alla lingua della popolazione maggioritaria;
la prassi nella stessa città di Bolzano disattende totalmente la legge. Infatti all'interno dell'ospedale di Bolzano si assiste quotidianamente all'inversione dell'ordine delle lingue nei cartelli orientativi dove appaiono le scritte in tedesco a sinistra e quelle in italiano a destra: esattamente l'opposto di ciò che lo Statuto prevede;
anche la cartellonistica stradale e toponomastica risponde ormai a questa regola consuetudinaria imposta dalla Provincia; per non parlare del logo pubblicitario della Provincia impresso in ogni dove nell'accezione monolingue «Südtirol» invece che «Alto Adige», nonostante esista un ordine del giorno della sottoscritta interrogante, accolto dal Governo e che sostanzialmente imponeva l'uso del logo bilingue;
i cittadini a maggioranza italiana residenti a Bolzano, Laives e Bonzolo, alla luce di tali sgradevoli violazioni di legge, devono quotidianamente sopportare offese alla propria identità linguistica e culturale e assistere ad una lenta e inesorabile tedeschizzazione della propria terra, tedeschizzazione che induce ad una progressiva e pericolosa alienazione della popolazione italiana;
questa situazione, determinata dall'amministrazione della Provincia di Bolzano, comporta una gravissima discriminazione dei cittadini a maggioranza italiana

in favore della minoranza tedesca, disapplicando integralmente quanto previsto dalla Costituzione, all'articolo 6, e dalla legge n. 482 del 15 dicembre 1999 «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche», la quale all'articolo 1 stabilisce che la lingua ufficiale della Repubblica è l'italiano -:
se i suddetti Ministri siano a conoscenza di quanto rappresentato in premessa;
se vi siano ulteriori e nuove circostanze di cui ritengano opportuno mettere al corrente la Camera dei deputati;
se intendano assumere le iniziative di propria competenza per tutelare il bilinguismo nella Provincia autonoma di Bolzano, così come previsto dal dettato dello Statuto di autonomia all'articolo 8, che ha rango costituzionale, con ciò garantendo l'identità dei cittadini italiani.
(4-01039)

TESTO AGGIORNATO ALL'11 NOVEMBRE 2008

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CAPARINI, VOLPI, SALVINI e FAVA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni ENEL produzione ha notificato ai comuni la richiesta di restituzione delle somme erogate negli anni 2006 e 2007 quale contributo stabilito dal comma 486, articolo 1, legge 23 dicembre 2005, n. 266 per i sovraccanoni rivieraschi aggiuntivi dovuti ai comuni per lo sfruttamento dell'acqua per la produzione di energia idroelettrica;
la richiesta è stata motivata dal richiedente dal fatto che a seguito del ricorso di alcune regioni con sentenza n. 1/2008 la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima l'introduzione di tale canone;
una drastica riduzione del gettito di quei comuni montani già vittime del combinato disposto della drastica riduzione dei trasferimenti ordinari a causa dell'ICI presunta e mai incassata dai fabbricati rurali e dell'aumento delle spese correnti per obblighi di legge e per l'inflazione -:
quali iniziative il ministro intende intraprendere per far fronte agli effetti della citata sentenza della Corte costituzionale.
(5-00340)

BURTONE, VICO e CUOMO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per conoscere - premesso che:
in Valbasento opera un impianto industriale della Pfizer, multinazionale farmaceutica che ha rilevato tale unità produttiva dalla società Biosearch;
nei giorni scorsi la multinazionale ha deciso di ritirare per ulteriori approfondimenti la documentazione concernente il prodotto Dalbavancina;
per il suddetto prodotto la stessa azienda aveva già disposto ulteriori test per 18 mesi;
il periodo scade a fine dicembre;
è del tutto evidente che questa procedura di ritiro della documentazione rispetto al farmaco ha suscitato preoccupazione tra i lavoratori, 40 diretti più altrettanti nell'indotto, sul futuro dello stabilimento;
si tratta di un impianto che aveva suscitato molte attese per il rilancio di quel settore della chimica fine e farmaceutica in grado di invertire il trend negativo della progressiva deindustrializzazione che sta vivendo la Valbasento;
si parla tanto di bloccare la fuga dei cervelli, di investire in ricerca, di innovazione;
nei mesi scorsi la Pfizer ha già chiuso altri stabilimenti a Nerviano e Gerenzano;
le organizzazioni sindacali hanno chiesto l'intervento del Governo regionale e nazionale per la convocazione del tavolo nazionale per la chimica;

quella sarebbe la sede giusta per capire ciò che sta dietro le misure adottate da Pfizer e quali siano le prospettive della multinazionale in Valbasento onde evitare ulteriori delocalizzazioni;
la presente interrogazione si collega anche all'ordine del giorno n. 9/1386/100 presentato alla Camera dei deputati, accolto dal Governo in sede di conversione del decreto n. 112 del 2008, che chiedeva un impegno del Governo a convocare il tavolo della chimica per la Valbasento -:
se e quali iniziative il Governo intenda promuovere per scongiurare la chiusura dello stabilimento Pfizer di Pisticci e entro quanto tempo intenda convocare il tavolo nazionale per la chimica per affrontare il futuro della Valbasento.
(5-00344)

Interrogazione a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Provincia autonoma di Bolzano è competente in materia di grandi derivazioni idroelettriche;
il Governo ha annullato le proroghe delle concessioni in essere di ENEL ed Edison, site nel territorio della provincia di Bolzano;
a breve scadranno le concessioni per 19 centrali dell'ENEL ed alcune di Edison, site nel territorio della provincia di Bolzano;
la Provincia autonoma di Bolzano detiene la maggioranza del pacchetto azionario della società SEL che concorrerà al rilascio delle concessioni -:
se il Ministero - anche in considerazione degli ultimi interventi normativi del Governo - ritenga che la società SEL possa partecipare alla gara con il pacchetto azionario di maggioranza detenuto dalla Provincia autonoma di Bolzano, o se debba invece rinunciare alla maggioranza, favorendo l'ingresso dei Comuni e dell'azionariato popolare o di privati, detenendo quindi un pacchetto di minoranza prima delle relative gare, e dunque se intenda assumere iniziative normative in proposito.
(4-01058)

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Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Damiano e altri n. 1-00034, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Berretta, Bellanova, Rampi, Codurelli, Mosca, Madia, Bobba, Gatti, Gnecchi, Schirru, Miglioli, Boccuzzi, Mattesini, Santagata.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

L'interpellanza urgente Fallica e altri n. 2-00115, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 4 agosto 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Garofalo.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interrogazione a risposta scritta Caparini e altri n. 4-00633 del 11 luglio 2008 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00340.