XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 56 di lunedì 29 settembre 2008

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 11,05.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 25 settembre 2008.

I deputati in missione sono cinquantadue.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza il disegno di legge n. 1707, di conversione del decreto-legge n. 149 del 2008, recante disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi.
Il disegno di legge è stato assegnato alla VI Commissione in sede referente ed al Comitato per la legislazione, per il parere di cui all'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento.

Sostituzione di un deputato componente della Delegazione presso l'Assemblea parlamentare della NATO.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Delegazione presso l'Assemblea parlamentare della NATO il deputato Italo Bocchino, in sostituzione del deputato Carmelo Briguglio, dimissionario.

Modifica nella composizione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica il deputato Carmelo Briguglio, in sostituzione del deputato Italo Bocchino, dimissionario.

Discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 137 del 2008: Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (A.C. 1634-A).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

VALENTINA APREA (PdL), Relatore. Illustra il contenuto del decreto-legge in discussione, recante disposizioni in materia di istruzione e università, richiamando le azioni di sperimentazione volte a favorire l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» e agli statuti delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale, la reintroduzione, in un'ottica di educazione alla legalità sempre più urgente alla luce dell'emergenza educativa in atto, del cosiddetto voto in condotta, nonché, al fine di superare le differenze attuali nella certificazione dei livelli di competenze acquisite dagli studenti, del sistema di valutazione decimale nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado. Sottolinea, inoltre, che i regolamenti da adottare ai sensi dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 dovranno prevedere la costituzione di classi assegnate ad un unico insegnante,Pag. IVcon orario di 24 ore settimanali; al riguardo, preannunzia la presentazione di una proposta emendativa finalizzata a quantificare puntualmente, in accoglimento della condizione contenuta nel parere espresso dalla V Commissione, i conseguenti oneri e la relativa copertura. Ricorda, infine, la norma in forza della quale gli organi scolastici adotteranno libri di testo i cui contenuti gli editori si siano impegnati a mantenere invariati per un quinquennio, nonché le disposizioni che attribuiscono all'esame di laurea in scienze della formazione primaria valore abilitante all'insegnamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria e che introducono alcune modifiche alla disciplina in tema di modalità di accesso alle scuole di specializzazione medica.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.

ROSA DE PASQUALE (PD). Stigmatizza preliminarmente la scelta dello strumento della decretazione d'urgenza per disciplinare una materia che rappresenta la base del vivere civile di un Paese, espropriando in questo modo le prerogative del Parlamento, nonché la ristrettezza dei tempi previsti per l'elaborazione del piano programmatico di intervento volto alla riorganizzazione della scuola. Richiama quindi gli aspetti di maggiore criticità del provvedimento d'urgenza in discussione, con particolare riferimento alle norme relative alle modalità di valutazione del rendimento degli studenti e alle misure relative alla reintroduzione del maestro unico, che peraltro giudica generiche e superficiali e che rischiano di comprimere il tempo scuola e di vanificare i positivi risultati ottenuti in questi anni dal percorso didattico-pedagogico di tipo modulare attuato da un team di docenti. Invita pertanto il Governo a ritirare il decreto-legge in esame, che riduce la riflessione su una materia particolarmente delicata ad una mera valutazione di ordine economico, al fine di aprire un ampio e condiviso dibattito finalizzato ad elevare effettivamente la qualità del sistema scolastico.

PAOLA FRASSINETTI (PdL). Nell'osservare preliminarmente che le disposizioni contenute nel provvedimento in discussione sono dettate dalla situazione emergenziale della scuola italiana, precisa che la razionalizzazione del sistema educativo che ne conseguirà consentirà anche un contenimento della spesa, cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni.
Rilevato inoltre come la reintroduzione del maestro unico sia elemento fondante di un modello pedagogico volto a valorizzare la centralità del bambino, ricorda che anche la cosiddetta riforma Moratti ha contribuito a portare la scuola elementare italiana all'avanguardia nel mondo. Ribadito con forza che il modello del tempo pieno non sarà eliminato, evidenzia come la reintroduzione del sistema decimale di attribuzione dei voti sia finalizzata all'espressione di un giudizio dello studente più rispondente alla realtà.
Esprime quindi una valutazione positiva della riforma del voto in condotta che giudica utile, unitamente all'aiuto delle famiglie, al fine di rendere più efficace la lotta al fenomeno del bullismo giovanile. Sottolineata, infine, l'efficacia delle disposizioni in materia di libri di testo e di volontariato nelle scuole superiori, esprime soddisfazione per le sostanziali riforme che il Ministro Gelmini ha definito, contribuendo così a migliorare il sistema dell'istruzione.

ROBERTO MORASSUT (PD). Individuato preliminarmente nei tagli di spesa previsti dalla manovra di finanza pubblica recentemente approvata il reale fondamento del provvedimento d'urgenza in discussione, ritiene che le scelte ispiratrici del medesimo - che giudica errate, deleterie e talora di marginale rilevanza - comportino un grave e preoccupante arretramento della qualità della scuola italiana senza consentirne la modernizzazione e il superamento delle gravi disparità sul territorio nazionale nell'offerta formativa, in particolare in materia diPag. Vtempo pieno. Giudicata inoltre del tutto insufficiente la politica economica del Governo al fine di assicurare ai ceti medi la fruizione del servizi essenziali, tra i quali l'istruzione, esprime preoccupazione per il previsto progressivo arretramento del ruolo dello Stato nella scuola, che compromette seriamente la formazione delle generazioni future. Stigmatizza altresì il sostanziale taglio degli insegnanti di sostegno, nonché quello delle classi nei comuni medio-piccoli soprattutto del centro-sud, che, tra l'altro, comporta un'ingente perdita di posti di lavoro soprattutto per le donne. Nel sottolineare, infine, il carattere antifederalista del decreto-legge in discussione, contrariamente all'orientamento del Governo e della maggioranza, preannunzia una ferma opposizione in Parlamento e nel Paese della propria parte politica.

PAOLA GOISIS (LNP). Ritiene che la difficile situazione della scuola italiana, imputabile essenzialmente alla responsabilità della sinistra, renda pienamente giustificato il ricorso allo strumento del decreto-legge; evidenziate quindi le gravi carenze disciplinari di molti studenti, testimoniate anche da alcuni recenti episodi, che si inscrivono in un contesto di scarsa considerazione e conseguente demotivazione degli insegnanti, richiama le condivisibili disposizioni in materia di valutazione della condotta degli alunni. Esprime altresì un giudizio positivo sulla reintroduzione del sistema decimale di attribuzione dei voti, che ritiene contribuirà a chiarire il rendimento dello studente, nonché sulla previsione del maestro unico, che giudica essenziale per garantire agli alunni un punto di riferimento centrale all'interno della scuola.
Esprime infine l'auspicio che il decreto-legge in discussione contribuisca ad affrontare concretamente ed a risolvere i problemi degli studenti e delle famiglie italiane.

PIERFELICE ZAZZERA (IdV). Stigmatizzate preliminarmente le dichiarazioni rese da un rappresentante del Governo circa il presunto orientamento eversivo della propria parte politica, ritiene il provvedimento d'urgenza in discussione dettato sostanzialmente dai tagli di spesa disposti con la manovra di finanza pubblica e quindi privo di una reale progettualità, volta al superamento dei problemi che affliggono la scuola italiana e che si ripercuotono sulla formazione delle generazioni future, sempre meno in grado di sostenere le sfide della modernità. Espressa contrarietà, tra l'altro, alla prevista reintroduzione del maestro unico, alla luce dei buoni risultati sinora conseguiti dal cosiddetto «modulo» a tre, ritiene i previsti tagli di classi, insegnanti e personale ATA - specialmente nel sud - in grado di incentivare l'abbandono e la dispersione scolastici, manifestando altresì preoccupazione per le prevedibili ricadute sul piano occupazionale. Nel lamentare inoltre l'ennesimo ricorso del Governo alla decretazione d'urgenza, esprime un giudizio fortemente critico sul complesso del decreto-legge in discussione, che appare ispirato ad un modello educativo autoritario ed elitario, nonché all'obiettivo di smantellare la scuola pubblica e di porre le basi per una deleteria privatizzazione del sistema dell'istruzione.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI (PD). Giudica discutibili le norme recate dal provvedimento d'urgenza in discussione, che, inscrivendosi in un disegno di destrutturazione della scuola italiana avviato con il decreto-legge n. 112 del 2008 e basandosi su un approccio ragionieristico che considera la scuola un mero costo da tagliare, suscita forti preoccupazioni tra gli studenti e nelle famiglie, nonché la contrarietà delle associazioni sindacali.
In particolare, ritiene che il decreto-legge, evidentemente ispirato ad un programma educativo vetusto e formalista, da un lato denoti l'assoluta mancanza, nelle politiche del Governo in tema di istruzione, università e ricerca, di una strategia volta a migliorare la qualità dell'insegnamento e della formazione dei giovani e, dall'altro, rischi di aggravare le discriminazioni sociali, di accrescere la dispersionePag. VIscolastica, di diminuire gli strumenti di integrazione e di sacrificare il diritto allo studio dei più deboli.

FIORELLA CECCACCI RUBINO (PdL). Nel manifestare un orientamento favorevole alla conversione in legge del decreto-legge in discussione, sottolinea il carattere di necessità ed urgenza degli interventi delineati, che non rispondono ad una mera logica di cassa ma, al contrario, perseguono l'obiettivo di restituire dignità alla scuola italiana tramite la lotta agli sprechi e la riorganizzazione di un sistema gestionale che reputa eccessivamente oneroso. Nel richiamare quindi gli aspetti più condivisibili delle disposizioni recate dal decreto-legge in discussione, quali quelle relative al sistema di valutazione e all'adozione dei libri di testo, esprime rammarico per l'atteggiamento non responsabile assunto dall'opposizione nel corso dell'iter del provvedimento.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione al prosieguo della seduta.

Sull'ordine dei lavori.

RENATO FARINA (PdL). Esprime apprezzamento per la positiva conclusione della vicenda relativa al sequestro di alcuni turisti in Egitto.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Esprime anch'egli soddisfazione per l'avvenuta liberazione dei turisti sequestrati in Egitto.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 14,35.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono cinquantasei.

Si riprende la discussione.

GIOVANNI LOLLI (PD). Nel ritenere preliminarmente che il provvedimento d'urgenza in discussione, il cui iter è stato caratterizzato da eccessiva fretta ed improvvisazione, persegua quale unico obiettivo un significativo contenimento dei costi, esprime preoccupazione per il forte disinvestimento sull'offerta formativa del nostro Paese. Ricordato, quindi, che la scuola primaria italiana è unanimemente considerata un settore di eccellenza, paventa le gravi conseguenze dell'introduzione del maestro unico. Stigmatizzato, inoltre, il fatto che i pesanti tagli al delicato settore dell'istruzione comporteranno, tra l'altro, un deleterio accorpamento di istituti scolastici, a seguito della soppressione di quelli attualmente presenti nei piccoli comuni, con il prevedibile incremento del fenomeno dello spopolamento degli stessi - atteso lo squilibrio tra i servizi elargiti e le spese sostenute dalle famiglie ivi residenti -, richiama le positive iniziative assunte dal Governo Prodi per l'introduzione dell'educazione motoria tra le discipline scolastiche.

ANITA DI GIUSEPPE (IdV). Sottolineata l'importanza della funzione educativo-formativa della scuola, ritiene che il provvedimento d'urgenza in discussione, peraltro adottato senza alcun confronto con le parti interessate, sia privo di qualsiasi motivazione pedagogica, essendo dettato unicamente da motivi economici e di cassa. Rileva, inoltre, l'inadeguatezza della previsione del voto in condotta per risolvere le problematiche connesse ai casi di bullismo, manifestando forti perplessità con riferimento alla figura del maestro unico, che, a suo avviso, costituisce un passo indietro rispetto al sistema vigente, nonché alla disciplina del tempo pieno, che rappresenta il luogo nel quale si offre ai bambini un'effettiva parità di apprendimento. Esprime, infine, preoccupazione per il piano di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche predisposto dal Governo.

SABINA ROSSA (PD). Nel sottolineare i profili di incostituzionalità che a suo avviso caratterizzano il decreto-legge in discussione, attesa l'assenza dei prescritti requisiti di straordinaria necessità ed urgenza, formula rilievi critici sulle disposizioniPag. VIIda esso recate in materia di valutazione della condotta degli studenti, di reintroduzione del sistema decimale di attribuzione dei voti, nonché di previsione del maestro unico, che si tradurrà in un'evitabile cancellazione del tempo pieno. Rilevato, quindi, che il provvedimento d'urgenza, per il quale manifesta un totale dissenso, ha una valenza esclusivamente propagandistica, osserva che i pesanti tagli operati al settore dell'istruzione appaiono in contraddizione con i proclami della campagna elettorale, rischiando peraltro di aggravare la discriminazione sociale e riducendo la possibilità di apprendimento segnatamente per i bambini, in gran parte stranieri, che hanno minori opportunità al di fuori della scuola. Nel sottolineare, infine, la necessità di un risanamento e di un'ottimizzazione delle spese per l'istruzione, lamenta l'incapacità dell'Esecutivo di individuare strumenti idonei a ridurre gli sprechi e di reinvestire per il reale sviluppo dell'offerta formativa, nonché delle strutture di supporto necessarie per la modernizzazione del sistema scolastico nel suo complesso.

ANDREA SARUBBI (PD). Auspicato preliminarmente un diverso atteggiamento della maggioranza nell'assunzione di importanti decisioni in un delicato settore come quello della scuola, per le quali si è proceduto con ingiustificata urgenza senza tenere conto delle posizioni degli operatori del settore, richiama alcuni messaggi di protesta ricevuti da diversi insegnanti italiani, che svolgono un ruolo centrale nel rapporto con gli studenti. Espressi, quindi, forti dubbi sulle principali misure recate dal decreto-legge in discussione, segnatamente sui tagli di risorse, sulla riduzione del cosiddetto tempo-scuola, sulla reintroduzione del maestro unico e sui conseguenti tagli del personale precario, che ritiene ispirate dal Ministro Tremonti, interessato unicamente ai risparmi economici, ricorda le perplessità suscitate anche nel settore delle scuole cattoliche, che valutano marginali le soluzioni proposte dalla maggioranza di Governo.
Stigmatizzata infine la scarsa attenzione rivolta dai media ai reali contenuti del provvedimento d'urgenza in discussione ed ai veri problemi dell'istruzione, invita il Ministro Gelmini a valutare attentamente le conseguenze di una riforma della scuola che peraltro verrà ricordata con il suo nome.

RENATO FARINA (PdL). Richiamata la finalità sottesa al decreto-legge in discussione di porre riparo ad una grave emergenza educativa da tempo in atto nel Paese, stigmatizza l'atteggiamento assunto dall'opposizione sia nel corso dell'iter del provvedimento d'urgenza in Commissione sia in occasione di numerose manifestazioni svoltesi negli istituti scolastici - con il coinvolgimento anche degli alunni e delle loro famiglie -, che giudica strumentalmente e pregiudizionalmente contrario, nonché poco rispettoso della legittima dialettica democratica fra maggioranza ed opposizione. Ribadito, quindi, il convinto sostegno alle scelte compiute dal Governo al fine di assicurare agli studenti un percorso formativo volto alla costruzione di una cittadinanza responsabile, nonché alla cosiddetta riforma del maestro unico, esprime pieno apprezzamento per l'operato del Ministro Gelmini.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI (UdC). Nel rivolgere preliminarmente ai deputati della maggioranza l'invito ad operare gli opportuni distinguo nei confronti delle posizioni espresse dalle varie componenti dell'opposizione, ricorda che la sua parte politica non ha presentato alcuna pregiudiziale di costituzionalità e stigmatizza il ricorso allo strumento della decretazione d'urgenza, che ha impedito un serio confronto ed il coinvolgimento degli operatori del settore dell'istruzione. Nel condividere la necessità di un suo riassetto, evidenzia che la reintroduzione del maestro unico, dettata non da esigenze pedagogiche, bensì dalla necessità di operare dei tagli alle spese, fortemente voluti dal Ministro Tremonti, andrebbe demandata all'autonomia dei singoli istituti scolastici.
Auspicata altresì l'introduzione di una concreta libertà di scelta educativa daPag. VIIIparte delle famiglie, procedendo anche alla parificazione delle scuole non statali, richiama l'importanza dell'introduzione di un serio meccanismo di valutazione della qualità dei singoli istituti scolastici, che ritiene utile anche al fine di rendere i presidi più responsabili. Pur non condividendo il metodo seguito dal Ministro Gelmini, che invita a valutare più attentamente le necessità delle famiglie, ritiene, infine, che per procedere ad una seria analisi di ogni riforma del sistema scolastico italiano occorra evitare posizioni aprioristiche e strumentali.

ILEANA ARGENTIN (PD). Sottolineata l'importanza dell'odierno dibattito, manifesta preoccupazione e perplessità per la reintroduzione del maestro unico, anche alla luce dell'evidente eterogeneità economica e socio-culturale che contraddistingue la platea degli alunni, paventando il rischio di un ritorno alle scuole speciali o di un ripristino delle classi differenziali. Nel richiamare altresì il contenuto del decreto-legge in discussione, ritiene che le misure da esso recate determineranno una compressione del tempo-scuola, con gravi ripercussioni per le famiglie, osservando peraltro che la meritocrazia non può prescindere dalla necessità di garantire pari opportunità e stesse condizioni di partenza per tutti gli allievi. Evidenziato quindi il processo di integrazione scolastica in atto degli alunni diversamente abili, sottolinea l'importanza della figura dell'insegnante di sostegno e del contemporaneo utilizzo degli opportuni strumenti tecnici al fine di avviare un percorso didattico-educativo volto al loro pieno inserimento nelle attività didattiche.

FABIO RAMPELLI (PdL). Nel giudicare infondate le critiche rivolte al provvedimento d'urgenza in discussione dai deputati dell'opposizione, ritiene che le disposizioni da esso recate soddisfino le esigenze delle famiglie italiane e siano ben coordinate con la disciplina vigente. Nel respingere, quindi, il tentativo dell'opposizione - con il concorso delle proprie diramazioni sindacali e di associazioni di docenti politicizzate - di trasmettere all'opinione pubblica l'allarmante e menzognero messaggio secondo il quale il decreto-legge in discussione, che sarebbe connotato da un'impostazione reazionaria e dettato da una cieca logica di riduzione della spesa, produrrà un arretramento della scuola italiana, manifesta apprezzamento, tra l'altro, per la reintroduzione del cosiddetto maestro unico, opportunamente volta ad arrestare il deleterio processo di «secondarizzazione» della scuola primaria, e del voto in condotta, in relazione al quale preannunzia la presentazione di un atto di indirizzo. Ritiene, infine, che la tutela della libertà di insegnamento debba essere contemperata con il diritto delle famiglie di scegliere libri di testo da affiancare, eventualmente, a quelli adottati dal docente.

GABRIELLA GIAMMANCO (PdL). Nel rilevare preliminarmente che il provvedimento d'urgenza in discussione costituisce una grande opportunità per dare vita ad un sistema scolastico basato sul principio della meritocrazia e non più su politiche di spreco di risorse, manifesta condivisione per la reintroduzione della figura del maestro unico, attraverso la quale si valorizza pienamente il rapporto tra studente e docente. Sottolinea, inoltre, la rilevanza della previsione del voto in condotta e dei voti numerici, sicuramente più chiari dei giudizi. Auspica, infine, l'adozione di interventi in materia di edilizia scolastica, sottolineando altresì l'importanza di dar vita ad una scuola che sia effettivamente educativa e formativa.

PIERLUIGI CASTAGNETTI (PD). Stigmatizzata preliminarmente la scelta dello strumento della decretazione d'urgenza per disciplinare un tema a suo avviso centrale nella strategia di rigenerazione morale e culturale del Paese, peraltro senza alcun confronto con le parti sociali interessate, assicura che l'atteggiamento della sua parte politica non è pregiudizialmente contrario, pur non essendo favorevoli ad un riformismo fine a se stesso.

Pag. IX

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

PIERLUIGI CASTAGNETTI (PD). Nel giudicare, quindi, non condivisibile il provvedimento d'urgenza nel suo complesso, che costituisce una risposta inefficace del Governo ai problemi della scuola, richiama le disposizioni di maggiore criticità da esso recate, quali la previsione del maestro unico, la reintroduzione del sistema decimale di attribuzione dei voti, nonché la possibilità di bocciatura anche con una sola insufficienza. Nel ritenere, inoltre, che il voto di condotta non possa essere determinante per debellare il fenomeno del bullismo, evidenzia che sarebbe opportuno potenziare, o non ridurre, i servizi di sostegno alle famiglie.

ANTONINO RUSSO (PD). Lamentata l'assenza di un costruttivo dialogo su un tema così importante come la scuola, dimostrata anche dall'assoluta non considerazione degli emendamenti presentati in Commissione dall'opposizione, che avrebbe consentito di pervenire ad una riforma organica e condivisa di tale settore, giudica il provvedimento d'urgenza in discussione, che si limita ad affrontare argomenti parziali, inidoneo a migliorare compiutamente il sistema scolastico italiano. Ritiene, inoltre, che la reintroduzione del maestro unico sia priva di qualsiasi necessità ed urgenza, paventando altresì il rischio di un nuovo ricorso alla questione di fiducia da parte del Governo per addivenire all'approvazione di un testo che, anziché favorire il miglioramento dell'offerta formativa, penalizza i docenti - specie se precari -, gli studenti e le loro famiglie. Preannunzia, infine, la presentazione di emendamenti inerenti alcune disposizioni previste nell'articolo 5-bis, che a suo avviso appaiono in contrasto con principi costituzionali.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO (PdL). Giudica infondate e pretestuose le critiche rivolte al decreto-legge in discussione nel corso della discussione, sostanzialmente finalizzate a contrastare qualsivoglia iniziativa volta ad innovare il sistema scolastico, sottolineando invece come il provvedimento d'urgenza in esame sia finalizzato a rendere più preparata e quindi maggiormente competitiva la futura classe dirigente del Paese. Ricordate le gravi carenze che attualmente connotano l'offerta formativa della scuola italiana, con il progressivo svuotamento di valore e di significato dei titoli di studio in essa conseguiti, ne ascrive le responsabilità al fallimentare progetto educativo e gestionale elaborato ed attivato negli ultimi decenni dagli Esecutivi di centrosinistra. Evidenziato inoltre come la spesa pubblica destinata all'istruzione risulti allineata alla media dei Paesi dell'OCSE, ritiene che gli scarsi risultati sul piano educativo siano dovuti ad una erronea gestione delle risorse, come è avvenuto in passato con la continua assunzione di insegnanti e con l'introduzione del cosiddetto modulo, malgrado il calo demografico degli alunni, per fini che reputa meramente clientelari. Ritenuto infine che sul piano pedagogico il maestro unico sia più idoneo alla formazione degli alunni, ribadisce la sussistenza di gravi motivi di straordinaria necessità ed urgenza che hanno reso necessaria l'adozione del provvedimento d'urgenza in discussione.

LUCIANA PEDOTO (PD). Individuata preliminarmente la scuola come luogo preposto non solo all'educazione, ma anche alla trasmissione dei valori del rispetto di sé e degli altri, nonché alla diffusione della cultura della legalità, ritiene che ogni riforma del sistema scolastico debba tener conto della centralità dello studente e non semplicemente dei risparmi economici, ai quali appare invece improntato il decreto-legge in discussione. Richiamato altresì lo stretto legame tra scuola e famiglia, evidenzia la necessità che i percorsi formativi, in particolare tecnici e professionali, tengano conto dei rapidi mutamenti che caratterizzano il mondo.
Espresso quindi un giudizio critico sulle disposizioni relative al maestro unico, che comporterà un livellamento verso ilPag. Xbasso della qualità dell'istruzione, nonché sulla sostanziale abolizione del tempo pieno, che comporterà gravi difficoltà per le famiglie, ritiene che i prospettati tagli alla spesa pubblica comprometteranno la funzionalità complessiva del sistema scolastico, in particolare per la possibile chiusura di numerosi istituti.
Ricordato infine che la scuola rappresenta un investimento decisivo per il futuro del Paese che va considerato come un luogo nel quale valorizzare le aspettative e le potenzialità degli studenti, lamenta la disattenzione mostrata dal Governo nei confronti delle problematiche che interessano il settore dell'istruzione.

RICARDO FRANCO LEVI (PD). Rilevata la necessità di una profonda riforma della scuola italiana, ritiene inopportuno operare cambiamenti nella scuola primaria, unanimemente considerata un settore di eccellenza, giudicando eccessivi i tagli di spesa previsti dall'Esecutivo. Stigmatizza, quindi, il ricorso allo strumento della decretazione d'urgenza, attesa l'assenza dei requisiti costituzionalmente prescritti. Richiamati, inoltre, gli aspetti di maggiore criticità del decreto-legge in discussione, quali la possibilità di bocciatura anche con una sola insufficienza, esprime perplessità sulle disposizioni riguardanti l'ora di educazione civica, che viene già insegnata nelle scuole italiane, nonché sulla reintroduzione del maestro unico, in merito alla quale riterrebbe opportuni alcuni chiarimenti da parte del Ministro Gelmini. Giudica, altresì, grave che tra le conseguenze dei pesanti tagli operati al settore dell'istruzione vi sia la chiusura degli istituti scolastici presenti nei piccoli comuni, auspicando una più approfondita riflessione nel prosieguo dell'iter del provvedimento.

SANDRA ZAMPA (PD). Nel manifestare preoccupazione per le sorti della scuola pubblica italiana, ritiene assolutamente ingiustificata la scelta del Governo di ricorrere alla decretazione d'urgenza per intervenire in un settore estremamente delicato per la formazione socio-educativa dei giovani, senza peraltro coinvolgere i soggetti interessati. Giudica deleteria, inoltre, la reintroduzione del maestro unico e assolutamente immotivata la previsione dell'articolo 2 del decreto-legge in discussione, relativa alla valutazione del comportamento degli studenti, ritenendo che la normativa in esame, ispirata unicamente ad un obiettivo di riduzione della spesa, non sia idonea a contrastare il fenomeno dell'abbandono e della dispersione scolastica. Esprime, quindi, perplessità relativamente alla disciplina del tempo pieno, ribadendo la centralità della scuola primaria nel sistema dell'istruzione.

La seduta, sospesa alle 20,30, è ripresa alle 21,20.

I deputati in missione alla ripresa notturna della seduta sono cinquantasei.

Annunzio di una nota di aggiornamento al documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013.

PRESIDENTE. Comunica che è stata trasmessa, ai sensi dell'articolo 3 della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, una nota di aggiornamento al documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013. La nota di aggiornamento (doc. LVII, n. 1-bis) è stata trasmessa alla V Commissione.

Si riprende la discussione.

CATERINA PES (PD). Nell'esprimere sconcerto per l'approccio autoritario e privo di adeguata ponderazione con cui il Governo sta affrontando l'emergenza educativa in atto, introducendo, attraverso la decretazione d'urgenza, misure che, lungi dal configurare un intervento organico, si rivelano esclusivamente legate a mere esigenze di quadratura dei conti pubblici, osserva che la pur ammissibile necessità di razionalizzare le risorse destinate allaPag. XIscuola pubblica non può in alcun modo compromettere la qualità dell'offerta formativa, segnatamente con riferimento al numero delle ore di lezione e agli insegnanti di sostegno. Ritenuto tra l'altro inutile ed anzi controproducente il ripristino del voto in decimali, giudica il maestro unico inadeguato ad interpretare e assecondare negli alunni i sempre più accentuati stimoli culturali propri della società contemporanea, che già in passato suggerirono l'introduzione del sistema educativo basato sul cosiddetto modulo. Chiede infine al Governo di ritirare il decreto-legge in discussione nel testo proposto all'Assemblea e di addivenire, attraverso un confronto approfondito con l'opposizione, all'individuazione di misure condivise e non inique che affrontino i veri problemi della scuola italiana.

EUGENIO MAZZARELLA (PD). Evidenziata la grave situazione dei lavoratori precari della scuola, stigmatizza i pesanti tagli operati dall'Esecutivo al settore dell'istruzione, giudicando sbagliato che le risorse risparmiate vengano reimpiegate non nella scuola, bensì per fare fronte a situazioni di crisi dell'economia italiana, segnatamente quella riguardante l'Alitalia. Richiamati, quindi, i principali profili di criticità del provvedimento d'urgenza in discussione, quali la previsione del maestro unico e la riduzione dell'orario scolastico, che recheranno gravi danni alla scuola primaria, unanimemente riconosciuta come settore di eccellenza, sottolinea i costi aggiuntivi che dovranno essere sostenuti dalle famiglie a fronte della diminuzione dei servizi forniti dallo Stato, attesa anche la situazione di difficoltà in cui versano i comuni a seguito della soppressione dell'ICI sull'abitazione principale.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Manifestata perplessità per la scelta del Ministro Gelmini di intervenire, attraverso il provvedimento d'urgenza in discussione, sulla scuola primaria, anziché su settori che avrebbero richiesto l'adozione di misure più urgenti, come quello dell'università, ritiene che la riforma proposta tragga origine dalla decisione del Ministro Tremonti di procedere a tagli indiscriminati della spesa pubblica. Osserva, quindi, che il decreto-legge in esame, complessivamente inidoneo a fornire risposte concrete alle aspettative dei cittadini e non ispirato ad un approccio sistematico, reca disposizioni di stampo populistico, che si configurano come un passo indietro rispetto al sistema vigente. Sottolinea, inoltre, che la prevista riduzione dell'orario scolastico, che corrisponde sostanzialmente ad un'eliminazione del tempo pieno, comporterà gravi disagi per le famiglie, senza peraltro garantire una maggiore efficienza dell'offerta formativa.

DONATA LENZI (PD). Ritiene che il provvedimento d'urgenza in discussione si configuri come un tentativo di restaurazione piuttosto che come una vera e propria riforma e rechi disposizioni inidonee a favorire un più compiuto percorso di apprendimento da parte degli studenti, a contrastare il fenomeno del bullismo ed a garantire un più elevato livello qualitativo dell'offerta formativa. Osservato inoltre che la normativa in esame non tiene conto della più recente evoluzione del contesto sociale del Paese, sottolinea la necessità di un'approfondita riflessione sui correttivi da apportare al sistema dell'istruzione per superare le generalizzate carenze che caratterizzano la formazione degli studenti italiani. Prospettata altresì l'esigenza di valorizzare la professionalità degli insegnanti, esprime perplessità sulla reintroduzione del maestro unico, lamentando, più in generale, la scelta del Governo di sottrarre risorse alla scuola pubblica, senza peraltro contrastare gli sprechi e le inefficienze.

LUIGI NICOLAIS (PD). Nel ritenere che la riforma proposta con il decreto-legge in esame, mettendo di fatto in discussione alcuni tra gli aspetti più validi del sistema di formazione, produrrà effetti deleteri per gli istituti scolastici e per l'intero Paese, sottolinea che il perseguimento degli obiettivi propri della strategia di LisbonaPag. XIIpostula la necessità di rilanciare l'università e la ricerca, garantendo l'efficienza dell'intero sistema di istruzione, anche attraverso la valorizzazione della professionalità degli insegnanti. Rileva, altresì, l'inadeguatezza del voto in condotta per contrastare il fenomeno del bullismo, nonché della votazione numerica per valutare le reali esperienze degli studenti; esprime, inoltre, perplessità sulla previsione del maestro unico nella scuola primaria, dove la pluralità di docenti aveva finora garantito una adeguata formazione degli studenti.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 30 settembre 2008, alle 9.

(Vedi resoconto stenografico pag. 128).

La seduta termina alle 23,35.