XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di lunedì 6 ottobre 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La VIII Commissione,
premesso che:
le aree marine protette italiane costituiscono un'esperienza originale nel panorama europeo e mediterraneo, un sistema articolato che persegue l'obiettivo ambizioso di coniugare tutela della biodiversità, fruizione turistica e sviluppo sostenibile. Con 28 aree marine protette che proteggono oltre 270.000 ettari di mare e circa il 12 per cento della fascia costiera, il nostro Paese può contare sul sistema di tutela più vasto del Mediterraneo, un risultato raggiunto grazie a una formula che ha fatto della ricerca del consenso a livello locale il suo punto di forza;
puntando sull'attivo coinvolgimento delle comunità locali, le nostre riserve marine si sono ritagliate il ruolo di laboratori avanzati per la gestione sostenibile della fascia costiera, pur tra difficoltà economiche e ritardi funzionali a cui bisogna porre rimedio a livello normativo;
il numero delle aree marine protette continua a crescere, su richiesta di quelle realtà locali che puntano sempre più sul turismo di qualità e delle marinerie che hanno sposato la scelta della pesca responsabile;
il comparto produttivo nazionale della nautica da diporto, che rappresenta uno dei settori di eccellenza del made in Italy, si è trasformato velocemente, investendo molte risorse in tecnologie di valenza ambientale e posizionandosi al vertice del mercato mondiale con produzioni di altissima qualità. Leader assoluta nel settore dei maxiyacht e seconda solo agli Usa per fatturato complessivo, l'impresa italiana della nautica può vantare la realizzazione di imbarcazioni con standard di compatibilità ecologica che anticipano in molti casi le normative comunitarie e soluzioni innovative che rendono la produzione sempre più in linea con le esigenze di tutela dei luoghi di maggior pregio ambientale;
negli ultimi anni, il mondo della nautica e delle aree marine protette, hanno compiuto un percorso comune, con il tavolo di confronto istituito presso il Ministero dell'ambiente, con la partecipazione del Ministero dei trasporti, delle Capitanerie di porto, degli Enti gestori delle aree marine protette, delle associazioni di categoria della nautica e delle associazioni ambientaliste;
la firma del «protocollo tecnico per la nautica sostenibile nelle aree marine protette» ha portato all'individuazione di nuove regole per la fruizione delle aree marine protette da parte della nautica da diporto e all'avvio di una revisione complessiva dei regolamenti delle aree marine protette. Si è passati in questo modo a definire misure di tutela in funzione dei reali impatti ambientali delle unità da diporto e del possesso di requisiti di eco-compatibilità;
l'introduzione della «premialità ambientale» per le barche ecologiche nelle aree marine protette costituisce una novità importante, da consolidare in tempi brevi, in vista di una futura estensione di queste buone pratiche all'intero sistema delle aree marine protette,

impegna il Governo:

a dare concreta attuazione al «protocollo per la nautica sostenibile nelle aree marine protette» sottoscritto in data 1o febbraio 2007;
a predisporre i decreti istitutivi e i regolamenti delle aree marine protette in coerenza con i contenuti del protocollo tecnico;
ad adottare rapidamente i nuovi regolamenti di organizzazione delle aree marine protette, su proposta degli Enti gestori, in cui siano inserite misure di

premialità ambientale per le unità da diporto in possesso di requisiti di eco-compatibilità;
ad avviare un programma di interventi per la sperimentazione nelle aree marine protette di pratiche per la promozione della nautica da diporto eco-compatibile e la gestione sostenibile della fascia costiera;
ad assumere iniziative normative dirette a ridefinire il quadro normativo delle aree marine protette, per la parte riguardante la nautica da diporto, prevedendo misure di tutela differenziate per le unità da diporto in funzione del possesso di requisiti di eco-compatibilità.
(7-00051)
«Realacci, Colaninno, Martella, Mariani, Margiotta, Iannuzzi».

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ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

LO MONTE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il signor Bruno Valastro, noto imprenditore della provincia di Messina, a causa di una intricata vicenda giudiziaria è trattenuto dalla scorso 30 gennaio, in regime di arresti domiciliari, presso Santiago de Cuba;
l'imprenditore si trovava nell'isola per rendere omaggio alla salma della moglie, Nancy Martinez 40 anni, tragicamente deceduta alcuni giorni prima in seguito ad un incidente stradale, e per riportare in Italia la foro figlioletta rimasta precocemente orfana di madre a soli 5 anni;
dopo alcuni giorni, nella notte tra il 30 ed il 31 gennaio 2008, alla guida della sua auto, il signor Valastro travolge, uccidendolo, un giovane motociclista di 24 anni;
l'esame autoptico svolto sul corpo del giovane motociclista evidenzia nel sangue un alto tasso alcolemico, ma malgrado tale risultanza il Valastro viene processato e condannato per omicidio colposo alla pena di un anno in libertà vigilata, pena che ancora oggi sta scontando in territorio cubano;
essendo oramai la sentenza di condanna passata in giudicato e stante le precarissime condizioni di salute del signor Valastro, già plurinfartuato, i legali hanno presentato domanda di espulsione per motivi umanitari alla quale il pubblico ministero ha presentato appello adducendo ulteriori indizi di colpevolezza;
nel frattempo la piccola figlioletta, che è stata trasferita in Italia ed assegnata alle cure di parenti, chiede continuamente notizie dei genitori, essendo all'improvviso rimasta priva di entrambi;
da quel giorno il signor Valastro si trova al centro di un'odissea giudiziaria perché non riesce a farsi riconoscere le sue precarissime condizioni di salute. Egli infatti è costretto, a causa di gravi problemi cardiaci, a sottoporsi a stressantissimi controlli e a continue cure farmacologiche, necessarie per la sua sopravvivenza, che a causa dell'embargo, a volte non riesce neanche a seguire;
l'ambasciata d'Italia all'Avana, avendo constatato che la condizione che vive il signor Valastro è incompatibile con i più elementari diritti umanitari riconosciuti dalla comunità internazionale, ha più volte interceduto presso le autorità giudiziarie cubane al fine di autorizzarne l'espulsione -:
quali iniziative intenda intraprendere, presso le autorità cubane, al fine di superare quelli che appaiono insormontabili motivi ostativi alla espulsione del signor Valastro dal territorio cubano.
(4-01238)

PICCHI e DI BIAGIO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Consolato generale italiano di Londra è uno dei più prestigiosi e grandi al mondo per numero di cittadini italiani iscritti all'Aire e la sede attuale del consolato generale, in 38 Eaton Place nel lussuoso quartiere di Belgravia, non è un edificio idoneo ad accogliere in modo efficiente i cittadini e gli utenti delle strutture;
attualmente la sede del consolato londinese è in regime di leasehold la cui scadenza, prevista per il 2018, comporterebbe la restituzione dell'immobile ai proprietari senza alcun compenso monetario e quindi con conseguente grave danno per l'erario;
inoltre nel centro della città di Edimburgo, in Scozia, si trova un edificio di rilevante pregio storico e artistico di proprietà italiana che avrebbe dovuto essere adibito a sede consolare, che tuttavia giace in stato di completo abbandono e più volte le autorità cittadine hanno minacciato l'esproprio in assenza di riscontri da parte dello Stato italiano;
la sede attuale del Consolato di Edimburgo è in affitto -:
se e come si ritenga di intervenire al fine di individuare una nuova sede per il Consolato di Londra affinché possa essere garantita agli utenti e cittadini italiani una migliore accoglienza e fruibilità dei servizi offerti dalle strutture;
se sia consapevole del fatto che l'attuale valore economico residuo del leasehold del consolato di Londra, circa 1,5 milioni di euro, permetterebbe ancora un limitato sforzo economico per una nuova sede magari in una zona di Londra meno lussuosa;
se intenda occuparsi dell'edificio di Edimburgo, magari procedendo ad una vendita i cui proventi potrebbero essere reinvestiti in una nuova idonea sede al fine di risparmiare l'affitto dell'attuale sede consolare.
(4-01239)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i rapporti con le regioni, al Ministro per le politiche europee, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 157 del 1992 per la protezione della fauna selvatica e la disciplina della caccia, in recepimento delle normative comunitarie prevede all'articolo 19-bis, che le regioni disciplinino l'esercizio delle deroghe previste dalla direttiva n. 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, conformandosi alle prescrizioni dell'articolo 9, ai principi e alle finalità degli articoli 1 e 2 della stessa direttiva ed alla stessa legge n. 157 del 1992;
a causa di un'applicazione reiterata e scorretta del regime di deroga da parte di molte regioni italiane, la Commissione europea ha attivato contro la Repubblica italiana una corposa procedura di infrazione (2006/2131), la quale al tema delle deroghe è in buona parte dedicata;
per le medesime ragioni la Commissione europea ha attivato ulteriori e specifiche procedure per alcune regioni italiane;
tali procedure di infrazione risultano tutte ancora attive;
tra le regioni oggetto di censura da parte della Commissione vi sono le regioni Veneto e Lombardia;
la recentissima sentenza n. 250 del 2008 della Corte costituzionale, censurando proprio la legge regionale n. 2 del

2007 della Lombardia sulle deroghe di caccia, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della previsione di deroghe mediante leggi regionali;
la regione Veneto e la stessa regione Lombardia hanno nuovamente previsto la concessione di deroghe per la stagione 2008/2009 mediante legge regionale (Veneto, n. 13 del 14 agosto 2008; Lombardia, n. 24 del 30 luglio 2008), dunque reiterando la fattispecie appena censurata dalla Corte costituzionale;
dunque si poneva e si pone come urgente e inevitabile l'impugnazione da parte del Governo di dette leggi presso la Corte costituzionale;
a quanto risulta, il Governo non ha impugnato la legge regionale della Lombardia, lasciando così trascorrere i tempi utili all'impugnazione medesima;
tali tempi si avviano a scadenza anche per quanto attiene la legge della regione Veneto -:
quali siano le ragioni per cui il Governo abbia rinunciato ad impugnare la legge della regione Lombardia, n. 24 del 30 luglio 2008, pur in presenza del menzionato ed evidente profilo di illegittimità;
se il Governo abbia predisposto tutti gli atti necessari e stia procedendo celermente all'impugnazione della legge regionale del Veneto n. 13 del 14 agosto 2008, la quale presenta analoghi e altrettanto palesi profili di illegittimità;
cosa il Governo intenda fare per evitare che nelle regioni Lombardia e Veneto si consumi, sulla base di provvedimenti palesemente illegittimi, un danno irreparabile alla fauna selvatica protetta, patrimonio indisponibile dello Stato e della collettività ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 157 del 1992;
quali azioni urgenti il Governo stia adottando per sanare la grave situazione di infrazione comunitaria in cui l'Italia attualmente versa, e che gli ultimi eventi relativi alla legislazione delle regioni Lombardia e Veneto ulteriormente aggravano.
(5-00418)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
dal 28 giugno 2006 la Repubblica italiana si trova sotto la procedura di infrazione 2006/2131 ex articolo 226 del Trattato CE per «non conformità alla direttiva 79/409 relativa alla conservazione degli uccelli selvatici»;
la direttiva 79/409 detta «uccelli» è recepita soprattutto con la legge quadro nazionale 157/1992 sulla tutela della fauna selvatica e la disciplina dell'attività venatoria;
la procedura di infrazione 2006/2131 è stata accompagnata da un parere motivato, ex articolo 226 del Trattato CE, composto da oltre 60 punti;
in tale parere motivato si esplicita dettagliatamente come la Repubblica italiana sia carente sotto vari profili in tema di recepimento corretto e corretta applicazione della direttiva «uccelli», alcuni dei quali particolarmente gravi;
tra i profili di infrazione segnalati dall'Unione europea molti riguardano l'attività venatoria italiana, come ad esempio l'abuso o il cattivo uso delle deroghe a cacciare specie protette; la mancata previsione esplicita, nella legislazione italiana, di tutela dei periodi più delicati per la biologia degli uccelli, quali la nidificazione, la riproduzione, la dipendenza dei piccoli e la migrazione; o ancora la mancata previsione esplicita, nella legislazione italiana, dell'impegno da parte dello Stato di attivare tutte le misure necessarie per il mantenimento o il ripristino, per le specie di uccelli, di uno stato di conservazione favorevole;

a due anni e mezzo di distanza dalla sua attivazione, la procedura di infrazione risulta ancora aperta ed anzi prossima ad avviarsi verso l'esito della Corte di giustizia;
ad oggi risultano soddisfatti solo alcuni dei punti di tale procedura, come ad esempio la previsione di tutela, con adeguati criteri, delle zone di protezione speciale per gli uccelli;
appare alto, e persino prossimo nel tempo, il rischio di condanna della Repubblica italiana da parte degli organi di giustizia comunitaria -:
quali atti il Ministero dell'ambiente e il Ministero delle politiche agricole stiano ponendo in essere per soddisfare le richieste della Commissione europea e far sì che la procedura sia positivamente risolta;
in particolare, come si intenda attivare un'adeguata tutela dei periodi di nidificazione, riproduzione, dipendenza e migrazione degli uccelli, sia sotto il profilo formale della previsione legislativa che sotto quello materiale della tutela concreta, effettiva ed efficace;
come inoltre si intendano attivare tutte le misure necessarie per garantire agli uccelli protetti uno stato di conservazione favorevole, sia sotto il profilo formale della previsione legislativa che sotto quello materiale delle misure concrete.
(4-01243)

GIOACCHINO ALFANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
già con l'atto di sindacato ispettivo n. 4-00916 erano state evidenziate numerose criticità con riferimento alla gestione del servizio idrico integrato nell'ambito dell'ATO Sarnese Vesuviano, con particolare riferimento all'attività della società G.O.R.I. spa;
la società G.O.R.I. nasce nel maggio 2000 con capitale sociale pari a 200 milioni di lire, di cui 60 milioni versati, ma sin da subito erano stati sollevati (e continuano ad essere sollevati) molteplici dubbi tanto sulla legittimità quanto sull'opportunità dell'affidamento del servizio alla citata società;
la gestione, ormai quasi decennale, del servizio da parte della medesima società è stata successivamente oggetto di continui interventi di censura da parte di consiglieri regionali, tanto con riguardo all'attività organizzativa della società (molte perplessità hanno ad esempio suscitato le dinamiche di assunzione di personale), quanto agli incrementi tariffari giudicati ingiustificati a fronte di un servizio carente;
l'interrogante con una lettera inviata al Garante per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture aveva chiesto l'apertura di un procedimento istruttorio volto ad accertare l'eventuale inosservanza della normativa per l'affidamento del servizio idrico integrato nell'ambito dell'ATO 3 Sarnese-Vesuviano ove le autorità d'ambito hanno disposto lo stesso in favore di una società non completamente pubblica quale la G.O.R.I. spa, nonché, nell'ambito di tale procedimento istruttorio, di avviare un puntuale ed immediato accertamento circa l'eventuale inosservanza della normativa per l'affidamento del servizio idrico integrato da parte dei comuni dell'ATO 3 Sarnese-Vesuviano alla G.O.R.I. spa ed il Garante per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha immediatamente avviato il procedimento istruttorio;
in un articolo del 31 agosto 2008, a conferma della cattiva gestione del servizio idrico da parte della G.O.R.I., si dà conto di un'iniziativa del Codacons a tutela degli utenti di Castellammare di Stabia che avrebbero ricevuto bollette «poco trasparenti» da parte della G.O.R.I. senza indicazione del consumo precedente e di quello attuale;
in relazione a tale vicenda nel mese di settembre 2008 il consigliere regionale Tonino Scala si è fatto promotore dell'istituzione di una commissione d'inchiesta

«sulla legittimità del trasferimento del servizio idrico integrato dell'ATO Sarnese Vesuviano alla G.O.R.I.»;
questi fatti sono evidente testimonianza di una compromissione dell'efficienza, dell'efficacia e dell'economicità del servizio idrico integrato nell'ambito dell'ATO Sarnese Vesuviano nonché degli interessi degli utenti;
ai sensi della legge regionale n. 14 del 1997, «Direttive per l'attuazione del servizio idrico integrato ai sensi della legge 5 gennaio 1994, n. 36», la regione provvede, tra l'altro, a svolgere le attività ispettive e di verifica eventualmente richieste dal comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche di cui all'articolo 21 della legge 5 gennaio 1994, n. 36 -:
se il Ministro interrogato non intenda urgentemente intervenire sulla vicenda richiedendo, tramite il comitato di vigilanza sull'uso delle risorse idriche, un'approfondita ispezione con riferimento alla gestione del servizio idrico integrato nell'Ambito territoriale ottimale Sarnese Vesuviano ai sensi dell'articolo 14, comma 5 lettera c) della legge regionale della Campania n. 14 del 1997.
(4-01246)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

BERNARDINI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
dopo la visita del 5 luglio (vedi interrogazione precedente) l'interrogante, ha di nuovo visitato il 20 settembre scorso il Centro di accoglienza per i richiedenti asilo (CARA) di Cassibile (Siracusa) questa volta accompagnata, oltre che dagli esponenti di Radicali Italiani Donatella Corleo, Gian Marco Ciccarelli (segretario dell'Associazione Radicali Catania), Antonino Licciardello (segretario dell'Associazione Certi Diritti di Catania), Luigi Antonio Pappalardo ed Eduardo Melfi, anche da Alessia Montuori (Presidente dell'Associazione Senza Confine), Alfonso Di Stefano e Barbara Crivelli (Rete Antirazzista di Catania) e dall'avvocato Carmen Cordaro (ARCI Messina);
la condizione del CARA di Cassibile, già fortemente problematica dal punto di vista dei diritti umani nel luglio scorso, è divenuta oggi, ad avviso dall'interrogante e dei suoi accompagnatori in delegazione, letteralmente drammatica;
se il 5 luglio 2008 i richiedenti asilo ospitati presso il CARA di Cassibile erano 252 rispetto ad una capienza di 200 posti fissata nella Convenzione, alla giornata del 20 settembre, secondo la Direttrice dell'Alma Mater dottoressa Stefania Ippolito, gli «ospiti» erano ben 357 fra uomini, donne e bambini;
gli «ospiti» del CARA di Cassibile provengono soprattutto da Eritrea, Somalia, Sudan, Nigeria, Ghana, Mali, Costa D'Avorio e Burkina Faso e sono arrivati in Italia sbarcando a Lampedusa o a Porto Palo dopo aver attraversato il deserto del Sahara ed avere preso il mare con imbarcazioni di fortuna o dalla Libia o dall'Egitto;
tranne una piccola minoranza, gli «ospiti» del CARA di Cassibile, sono nella realtà dei fatti dei reclusi; dalle testimonianze raccolte dall'interrogante e dai suoi accompagnatori, i richiedenti asilo hanno detto di essere lì da 10, 20 e in alcuni casi da 35 e fino a 50 giorni, senza aver avuto una carta che certifichi la formalizzazione della loro domanda di asilo e senza alcuna possibilità di uscire dal centro durante il giorno;
d'altra parte, come già premesso nell'interrogazione di luglio, la struttura in sé si presenta come un vero e proprio carcere: il cortile esterno all'edificio, infatti, è circondato da una sorta di gabbia con sbarre altissime; rispetto alla visita di luglio, l'interrogante ha dovuto riscontrare,

oltre alla presenza degli agenti di Pubblica sicurezza, anche l'inquietante presenza di militari armati di mitra a guardia del comprensorio;
quanto alla fatiscenza dell'edificio, la situazione già riscontrata nel mese di luglio come inidonea ad ospitare esseri umani è oggi, con il notevole incremento delle presenze, addirittura peggiorata per sporcizia, mancanza di igiene ed assenza di elementari norme di sicurezza: è significativo in tal senso lo stato deprecabile dei servizi igienici che dovrebbero essere destinati alle esigenze delle ospiti donne e dei bambini, comprovato da una fotografia scattata dall'interrogante;
nel CARA di Cossibile non è garantita alcuna elementare norma di privacy e non esiste materialmente la possibilità di assicurare uno spazio separato ai 22 nuclei familiari ospitati;
quanto ai nuclei familiari e i cosiddetti «casi vulnerabili», sono stati consegnati all'interrogante dal responsabile sanitario del CARA, dottor Tino Di Rosolini, due fogli che confermano in modo inequivocabile che i richiedenti asilo sono sottoposti ad una inquietante ed esclusiva schedatura numerica che toglie loro ogni dignità; anche per i minori presenti si utilizza il sistema della chiamata con il numero; di seguito quanto riportato nei due fogli in questione:

ELENCO NUCLEI FAMILIARI E CASI VULNERABILI aggiornato al 19 settembre 2008
Nucleo arrivato in data 29 luglio 2008 (trasferiti in data 16 agosto 2008 in Corso Gelone) richiesta commissione anticipata l'11 settembre 2008 da trasferire Racalmuto:
5725 marito eritreo;
5726 moglie eritrea incinta;
Casi particolari:
6266 uomo sudanese (possibile epilessia) arrivato il 6 settembre 2008;
6290 figlia somala della 6285, cardiopatica arrivata l'8 settembre 2008 (ricoverata dal 9 settembre 2008);
6344 padre nigeriano singolo arrivato l'11 settembre 2008;
6343 figlia minore (vulnerabile);
Nucleo arrivato in data 2 agosto 2008 da segnalare:
5782 marito nigeriano;
5764 moglie nigeriana;
Nucleo arrivato il 12 luglio 2008 (trasferiti in data 19 settembre 2008 in Corso Gelone):
5677 uomo del Togo;
5669 donna nigeriana (presumibilmente coniugi);
Nucleo arrivato in data 10 agosto 2008 da segnalare:
5837 moglie nigeriana incinta;
5838 marito nigeriano;
Nuclei arrivati in data 13 agosto 2008 da segnalare:
5924 moglie nigeriana incinta;
5902 marito nigeriano;
5926 donna nigeriana;
5887 uomo nigeriano;
5928 donna nigeriana;
5877 uomo nigeriano;
5927 donna nigeriana;
5884 uomo nigeriano;
5920 donna nigeriana;
5900 uomo nigeriano;
5922 donna nigeriana;
5899 uomo nigeriano;
Nucleo arrivato in data 14 agosto 2008:
5929 donna nigeriana;
5938 uomo nigeriano;

Nuclei (presumibilmente) arrivati l'11 settembre 2008:
6322 marito nigeriano;
6393 moglie nigeriana;
6310 marito nigeriano;
6301 moglie nigeriana;
6368 marito ivoriano;
6375 moglie ivoriana;
6322 marito nigeriano;
6293 moglie nigeriana (Gioia);
Nucleo arrivato il 27 agosto 2008:
6023 madre somala (marito a Lampedusa);
6024 minore (m);
6025 minore (m);
6026 minore (f);
Nucleo arrivato il 23 agosto 2008:
6007 marito nigeriano;
6008 moglie nigeriana;
6009 sorella nigeriana;
Nucleo arrivato il 1o settembre 2008:
6128 padre somalo;
6129 minore somala;
6130 minore somalo;
6131 minore somala;
Nuclei arrivati il 6 settembre 2008:
6212 moglie nigeriana incinta (7 mesi) da segnalare;
6257 marito nigeriano (presumibilmente);
6220 moglie eritrea;
6221 marito sudanese (presumibilmente);
Nucleo arrivato il 27 agosto 2008:
6031 moglie somala presumibilmente incinta da segnalare;
6048 marito somalo;
Donne singole:
5997 donne eritree arrivate in data 23 agosto 2008 (rifiuto Solarino);
5999;
6029;
6207 donna eritrea arrivata il 1o settembre 2008;
6208 donna eritrea arrivata il 1o settembre 2008;
6158;
6134 donna somala (corso Gelone);
Donne somale singole arrivate in data 8 settembre 2008:
6285 madre della 6290;
6278;
6280;
6281;
6282;
quanto alla schedatura numerica, ogni essere umano trattenuto al CARA di Cassibile, ha indosso il numero di identificazione e tutto il personale si rivolge ai richiedenti asilo chiedendo di mostrare il numero di identificazione;
una buona percentuale degli «ospiti» non dispone di un letto ed è costretto a dormire per terra come l'interrogante e i suoi accompagnatori hanno constatato sul pianerottolo antistante l'infermeria dove, sotto le sedie distribuite lungo il perimetro, sono alloggiati dei sacchetti di plastica scura contenenti le stuoie per dormire la notte;
la situazione delle camerate, già preoccupante in luglio, è oggi letteralmente allarmante: gli stanzoni di circa 15m x 20m ospitano circa 50 letti a castello a due piani con spazi ridottissimi fra un letto e l'altro e senza alcuna possibilità di privacy se non quella assicurata attorno al letto inferiore da lugubri sacchi di immondizia che pendono dal letto superiore;

in tutto il centro ci sono solo due telefoni pubblici e non esistono spazi adeguati per lavare e asciugare la biancheria personale;
l'assistenza legale è a dir poco carente non solo perché a seguire la richiesta di asilo e gli eventuali ricorsi di centinaia di persone provvedono solo due avvocati, ma perché la presenza dei mediatori culturali è pressoché inesistente se non per l'encomiabile opera di un ragazzo proveniente dal Marocco in grado di parlare l'arabo e un po' di inglese: tutto il personale dell'Alma Mater, infatti, non sembra avere molta dimestichezza con le lingue straniere;
dalle testimonianze raccolte, sembra che la Questura non rilasci, allo scadere del termine massimo di 35 giorni, così come previsto dall'articolo 20, comma 3, del decreto-legge n. 25 del 2008, il permesso di soggiorno temporaneo valido tre mesi e rinnovabile fino alla decisione della domanda di richiesta di asilo;
anche nell'occasione della visita ispettiva del 20 settembre, a seguito di esplicita richiesta dell'interrogante di visionare la convenzione fra l'ente gestore e la Prefettura di Siracusa, la direttrice rispondeva che non era possibile in quel momento, ma che la copia sarebbe stata inviata al fax dell'interrogante, fatto al momento ancora non verificatosi;
come esposto nella precedente interrogazione di luglio, si conferma:
a) che nessuno dei richiedenti asilo ha mai ricevuto l'opuscolo redatto dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo che, in base alle disposizioni vigenti (decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25), dovrebbe essere consegnato all'atto della richiesta di asilo, tradotto nelle diverse lingue, e contenere le informazioni sulle procedure di richiesta di protezione internazionale, sui principali diritti e doveri, sulle prestazioni sanitarie e di accoglienza e modalità per riceverle, oltre agli indirizzi dell'ACNUR e dei principali enti di tutela dei richiedenti asilo a cui potersi rivolgere;
b) che dai racconti raccolti dall'interrogante e della sua delegazione, sembra sia prassi corrente quella di non consegnare ai richiedenti asilo alcuna copia tradotta dei dinieghi della Commissione cosicché molti non sono in condizione di presentare i ricorsi nei brevi termini perentori stabiliti, divenendo irregolari a tutti gli effetti; inoltre, dagli immigrati intervistati, non risulta siano rilasciati i permessi di soggiorno temporanei in attesa della definizione della procedura di asilo;
in particolare, nel corso della visita, l'interrogante e la delegazione hanno riscontrato i seguenti casi:
a) una donna incinta, Joy Emovon, nigeriana richiedente asilo, all'8o mese di gravidanza, è costretta a dormire nella parte superiore di un letto a castello in una delle camerate sopra descritte;
b) un gruppo di eritrei scampati ad un naufragio nel quale hanno perso tutto, compresi i documenti e i numeri di telefono, si trovano nell'impossibilità di mettersi in contatto con le famiglie per avvertirle che sono vivi -:
se il centro di Cassibile sia a tutti gli effetti un centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e, in caso positivo, perché i suoi locali non sono destinati a sede degli uffici della commissione territoriale di Siracusa, come previsto dalla legge (articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 16 settembre 2004 n. 303);
se la struttura che ospita il CARA di Cassibile sia idonea ad ospitare i richiedenti asilo;
in particolare, se la struttura che ospita il CARA di Cassibile sia idonea ad ospitare minori, e se per i minori che vi sono attualmente siano rispettate le norme internazionali e nazionali a tutela dei diritti dei minori;
se la struttura che ospita il CARA di Cassibile sia idonea ad ospitare nuclei familiari e se per quelli che vi sono

attualmente siano rispettate le norme internazionali e nazionali a tutela dei nuclei familiari con o senza minori;
se i Ministri interrogati siano a conoscenza del fatto che nel CARA di Cassibile sono attualmente ospitati 357 richiedenti asilo a fronte di una convenzione con il gestore per un massimo di 200 posti, e che provvedimenti intendano adottare per riportare il numero dei richiedenti asilo ospitati nella struttura entro i termini stabiliti dalla convenzione;
se i Ministri interrogati siano a conoscenza delle modalità di identificazione dei richiedenti asilo del CARA di Cassibile e se la ritengano corrispondente alla normativa in vigore nel nostro Paese e al diritto comunitario europeo sui diritti dei migranti;
se i Ministri interrogati non intendano avviare delle ispezioni per verificare che ai richiedenti asilo siano distribuiti gli opuscoli informativi redatti dalla Commissione nazionale per il diritto d'asilo, nei termini del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25;
quale sia la ragione per la quale ai richiedenti asilo di Cassibile non siano rilasciati i permessi di soggiorno temporanei in attesa della definizione della procedura di asilo;
se rientri nelle facoltà dell'ente gestore rifiutarsi di mostrare a un deputato in visita ispettiva l'atto della convenzione stipulata con la Prefettura di Siracusa;
se sia intenzione del Ministro degli esteri di stipulare nuovi accordi bilaterali con la Libia ponendo condizioni in merito al rispetto dei diritti umani per i migranti trattenuti nei CPT libici.
(4-01234)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
martedì 9 settembre 2008 è deceduto nell'ospedale di Velletri dove era stato ricoverato il detenuto Stefano Brunetti, 43 anni, tossicodipendente, da tempo malato e con precedenti penali;
Brunetti era stato arrestato per furto e lesioni ad Anzio;
secondo quanto dichiarato dal legale dei familiari Brunetti non sarebbe deceduto a causa di un malore, «ma per un'azione traumatica, verosimilmente per percosse ricevute»;
la sorella di Brunetti, Carmela, secondo quanto riferisce l'agenzia «ANSA» ha visto il corpo del fratello nell'obitorio con «lividi evidenti, in particolare sul torace»;
secondo quanto riferito dal Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, Brunetti avrebbe riferito a un medico dell'ospedale, prima di essere sottoposto a una «TAC» che a ridurlo in quelle condizioni erano state «le guardie», senza peraltro specificare a quali forze dell'ordine appartenessero -:
quali iniziative il ministero intenda adottare perché sia fatta piena luce su questo episodio;
a cosa sia da attribuire la morte di Stefano Brunetti;
in particolare se risulti confermato che il corpo presenta lividi sul torace;
per quali cause Stefano Brunetti sia deceduto.
(4-01240)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella mattinata di venerdì 12 settembre Gianni Montenegrini, detenuto nel carcere milanese di Opera è stato trovato impiccato;

Montenegrini, 33 anni, era finito in carcere a giugno, ed era in attesa di giudizio;
Montenegrini si trovava in carcere nonostante la sua condizione fisica di disabilità -:
per quale motivo Montenegrini nonostante la disabilità si trovasse in carcere;
per quale reato Montenegrini fosse stato arrestato.
(4-01241)

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

BERNARDINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 3 ottobre 2008 l'agenzia di stampa DIRE riportava la seguente notizia: «Razzismo. "Nuda per ore, somala umiliata dalla polizia". L'episodio a Ciampino (Roma), denunciato da due associazioni» (DIRE) Roma, 3 ottobre - «Amina Sheikh Said è una signora di origine somala di 51 anni, sposata da molto tempo con il signor Luigi Mancuso e cittadina italiana per naturalizzazione. Amina e Luigi hanno quattro figli. Lo scorso 21 luglio Amina tornava da Londra, dove era andata in visita ai figli che vi abitano. Portava con sé quattro dei suoi nipotini, tre di un figlio e uno di un altro, di età compresa tra i 7 e gli 11 anni. Arrivati all'aeroporto di Ciampino, la Polizia di frontiera esamina i documenti dei bimbi e decide che qualcosa non va». Inizia così la storia resa nota dal sito www.linkontro.info, che denuncia l'ennesimo episodio di razzismo. «Qualcuno si rivolge ai piccoli in un inglese stentato, dice "kidnap" (rapimento) con un buffo accento, loro ridono - racconta ancora il sito - Decisamente qualcosa non va. I minori hanno perfino cognomi diversi tra loro. Luigi Mancuso, giunto all'aeroporto a prendere la famiglia, viene fatto entrare nell'area doganale. Lo si accusa con spregio di essere correo nel reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I coniugi vengono interrogati sulla composizione del nucleo famigliare e sugli spostamenti effettuati. Si ispezionano i bagagli. Nel frattempo anche i bambini sono trattenuti, a nessuno è permesso chiamare i genitori o il Consolato britannico a Roma, che tutto avrebbero potuto spiegare». «Poi qualcuno dice che occorre eseguire un'ispezione della persona. Amina è condotta in una stanza e fatta spogliare - prosegue il racconto - Le resta addosso il solo reggiseno. Due donne le chiedono di assumere varie posizioni atte a osservare meglio le cavità del corpo. Amina acconsente. Ma quando mettono le mani in guanti di lattice e affermano di dover procedere all'esplorazione anale e vaginale, Amina rifiuta. Chiede almeno che sia un medico a farlo. Le donne la ingiuriano e la minacciano: "Ti spedisco in carcere", "Come sei nera fuori lo sei dentro", "Daremo i bambini all'assistente sociale". Pare che il reato ipotizzato sia ora magicamente mutato: non più ladra di bambini ma corriere della droga. Glielo dicono in faccia sprezzantemente». «Arriva una terza donna che afferma di essere un medico - si legge ancora sul sito - Non dà alcuna prova della sua qualifica. Amina continua a rifiutare la perquisizione. La donna esce dalla stanza gridando: "Questa negra è pazza, ma se non fa quello che dico io la spedisco al centro di igiene mentale". Per oltre quattro ore rimane svestita di fronte a un numero imprecisato di persone che entrano ed escono dalla stanza nel tentativo di farla sottoporre all'ispezione richiesta». «Dopodiché arriva una barella, Amina viene ammanettata e distesa, sul corpo nudo qualcuno posa un telo di cellophane da imballo. Viene portata in ambulanza al Policlinico Casilino. Qui, finalmente, la perquisiscono dappertutto. E niente - racconta ancora il sito - Da nessuna parte si trova niente. Nessuno le rilascia alcun verbale, delle perquisizioni effettuate non rimane traccia. Solo, le si comunica l'avvio di un procedimento penale nei suoi confronti per la resistenza opposta a pubblico ufficiale». «Per fortuna,

Amina ricorda i volti di tutte le persone coinvolte. Per fortuna, con l'aiuto delle associazioni Antigone e Progetto Diritti che hanno raccolto la notizia - si conclude la storia - Amina mercoledì scorso ha sporto denuncia affidandosi all'avvocato Luca Santini. Vogliamo tolleranza zero». (Rel/Dire) 13:20 3 ottobre 2008 -:
se al Ministro risulti che quanto riportato da detta agenzia di stampa, dalle associazioni «Antigone» e «Progetto diritti» e dal sito internet www.linkontro.info, corrisponda a quanto effettivamente accaduto;
se, verificata la veridicità della notizia stampa, il Ministro non intenda prendere urgenti provvedimenti, e quali, nei confronti del personale di Polizia di frontiera in servizio presso l'aeroporto romano di Ciampino che si sarebbe reso responsabile e autore materiale di un tale abuso di potere, aggravato da sentimenti di razzismo, nei confronti della signora Amina Sheikh Said e dei suoi congiunti; se il Ministro non intenda offrire pubbliche scuse alla signora Amina Sheikh Said e ai suoi familiari per il grave fatto loro occorso.
(5-00419)

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, FARINA COSCIONI, BERNARDINI, BELTRANDI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere:
quanti cittadini dell'Unione europea siano stati allontanati dal territorio italiano nel corso del 2007 e per il periodo di cui si dispongono i dati relativi al 2008;
quale fosse la loro nazionalità,
in quale data, sia stata presa la decisione di allontanamento;
in che data siano stati fisicamente allontanati ed in che modo;
sulla base di quale ragione e sulla base di quale precisa norma di diritto;
con quale tipo di provvedimento.
(4-01237)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da circa un mese nella città di Taurianova (Reggio Calabria) si sta vivendo un preoccupante clima di tensione;
si susseguono atti intimidatori nei confronti dei componenti dell'attuale Giunta comunale, in carica dall'aprile del corrente anno 2008;
una quindicina di giorni fa l'auto del sindaco, dottor Domenico Romeo, è stata bersaglio di diversi colpi di pistola;
dopo due giorni, sempre al sindaco del comune, è stata fatta recapitare una lettera minatoria con proiettile;
alla fine di un Consiglio comunale aperto sul tema della criminalità, un assessore, Francesco Demarco, ha trovato la sua auto, parcheggiata nei pressi dell'aula consiliare, con le gomme tagliate;
ancora prima di questi episodi, è stata incendiata la macchina di un dipendente comunale, cugino del sindaco;
durante la notte ultima tra sabato e domenica scorsi sono state tagliate due gomme dell'auto del vicesindaco, Francesco Terranova, ed in un sacchetto di plastica attaccato alla maniglia dello sportello dello stesso autoveicolo sono stati rinvenuti una cartuccia di fucile ed una bottiglia di plastica contenente liquido infiammabile;
la Giunta Romeo sta amministrando con grandi difficoltà, poiché ha ereditato una situazione di paradissesto finanziario, come comprovato dalle relazioni della Corte dei conti e del Commissario prefettizio, che ha gestito il comune di Taurianova per alcuni mesi -:
quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di garantire la sicurezza degli amministratori del comune di Taurianova;

se risultino avviate indagini utili ad assicurare alla giustizia i responsabili di tali vili e condannabili atti intimidatori.
(4-01244)

TESTO AGGIORNATO AL 20 NOVEMBRE 2008

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SIRAGUSA e DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Ministero dell'istruzione, l'università e la ricerca pubblica annualmente un bando per il cofinanziamento di progetti di ricerca di interesse nazionale rivolto ai docenti universitari;
il bando PRIN 2007 (decreto ministeriale 18 settembre 2007) prevede all'articolo 5 che al termine della procedura di valutazione dei progetti venga redatta una graduatoria generale di merito (comma 7) e che questa graduatoria venga pubblicata (comma 8);
la procedura di valutazione si è conclusa il 21 luglio 2008;
l'elenco dei progetti, approvati secondo l'ordine alfabetico dei proponenti, è stato pubblicato ma non la graduatoria -:
se non intenda, nell'interesse della comunità scientifica e nel rispetto delle norme sulla trasparenza, rendere pubblica la graduatoria generale di merito.
(5-00417)

SIRAGUSA e DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nella seduta del 3 luglio 2008 la VII Commissione incardinava le proposte di legge Aprea, De Torre e altri riguardanti nuove Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti;
il 30 luglio 2008 il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca costituiva con decreto, presso il suddetto Ministero, un «Gruppo di Lavoro con il compito di definire i requisiti e le modalità della formazione iniziale e della attività procedurale per il reclutamento del personale docente delle istituzioni scolastiche e di definire gli ordinamenti didattici universitari per la formazione del predetto personale»;
nell'elenco delle personalità che andranno a comporre il Gruppo di Lavoro in oggetto non vi sono esperti provenienti dal mondo della scuola;
il segmento riconosciuto come il più interessante e formativo per i frequentanti i corsi SSIS è stato il tirocinio nelle scuole e il rapporto con i docenti supervisori di quest'ultimo, che hanno garantito il raccordo tra il sistema universitario e quello scolastico, notoriamente difficile e sporadico;
i supervisori si sono costituiti in «Associazione nazionale formatori insegnanti supervisori»;
per quanto risulta all'interrogante, non è stata fornita dal Governo nessuna informazione in sede parlamentare circa i lavori del Gruppo di lavoro nominato dal Ministro -:
quali criteri e quali ragioni sottendano alla scelta delle personalità nominate componenti del Gruppo di Lavoro;
se non ritenga di inserire come componenti esperti del mondo della scuola;
se non intenda, in particolare, valorizzare il ruolo dei docenti supervisori SSIS;
se non intenda informare dettagliatamente il Parlamento circa l'attività del citato Gruppo di lavoro.
(5-00420)

Interrogazione a risposta scritta:

PICCHI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
dalla stampa si apprende che una raccolta di firme contro la riforma della scuola è stata «pubblicizzata» in una classe della scuola elementare Boccaccio di Firenze facendo scrivere agli alunni un avviso sul proprio diario da far leggere ai genitori alcuni dei quali lo hanno segnalato alla stampa niente affatto contenti che ai loro figli sia stato dettato un avviso sulla protesta;
il testo della comunicazione che è finita nei diari dei bambini sarebbe il seguente: «Domani pomeriggio (ndr, ieri per chi legge) sarà visibile presso la custode (all'ingresso della scuola) un documento che richiede il ritiro del decreto Gelmini. In caso di condivisione si prega di apporre la firma: sarà inviato al ministero dell'istruzione» -:
quali iniziative intenda intraprendere per verificare i fatti in premessa e per sanzionare il comportamento delle persone coinvolte.
(4-01245)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:

DI CAGNO ABBRESCIA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
il 24 settembre 2008, i Carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Bari, nell'ambito dei controlli per garantire la sicurezza alimentare, hanno sequestrato a Modugno in provincia di Bari, in un deposito alimentare gestito da cittadini cinesi, oltre 130 confezioni di latte e prodotti a base di latte (caramelle e biscotti), presumibilmente provenienti direttamente dalla Cina, in quanto l'etichettatura presentava indicazioni solo in lingua cinese;
il predetto sequestro, rientra in una serie di attività di controllo e di prevenzione in atto nel nostro Paese, a seguito del gravissimo scandalo di dimensioni internazionali, provocato dal latte in polvere contaminato con un composto chimico nocivo: la melamima, utilizzato per nutrire i bambini in Cina e che ha provocato l'avvelenamento e il ricovero ospedaliero di oltre 13 mila di essi e addirittura in alcuni casi il decesso;
inoltre all'interno del medesimo deposito alimentare, sono stati sequestrati altri 100 kg di alimenti risultati irregolari, nonché circa 2.000 etichette di prodotti alimentari sulla cui provenienza, saranno effettuati accertamenti tramite il vincolo sanitario che provvederà ad esaminare l'intera merce, attraverso un laboratorio chimico dell'Arpa (Agenzia Regionale Ambiente), al fine di verificare l'eventuale presenza di melamima e di altre sostanze tossiche;
appare conseguentemente fondamentale e necessario in considerazione di quanto esposto, incrementare e rafforzare i controlli da parte delle Autorità preposte, al fine di tutelare e salvaguardare la salute all'interno del nostro Paese, non soltanto nei confronti della fascia adolescenziale ma in generale dell'intera collettività;
risulta inoltre allarmante il numero esponenziale di prodotti provenienti dalla Cina e dall'intera area asiatica, la cui invasione è particolarmente evidente in Puglia, che come è noto, rappresenta una Regione di frontiera;
i prodotti maggiormente contraffatti sono le sigarette, l'abbigliamento e gli strumenti tecnologici di uso comune; ed ancora: prodotti tessili, gioielli, abbigliamento, calzature, pellame, lampade e accessori per l'illuminazione, articoli in vetro e borse, oltre a quelli agroalimentari;

nonostante l'Unione europea sia intervenuta in diverse occasioni anche in sede legislativa per arginare il fenomeno della contraffazione e dell'invasione di prodotti asiatici che giungono nel nostro Paese e che vengono regolarmente messi in vendita senza alcun tipo di controllo, il sequestro effettuato in provincia di Bari e precedentemente esposto, unitamente ai sequestri che avvengono ormai quotidianamente in ogni città italiana, testimonia come il problema anche in sede comunitaria sia evidentemente lontano da una definitiva risoluzione -:
quali iniziative, anche in sede comunitaria, intendano intraprendere al fine di evitare che possano giungere nel nostro Paese, prodotti alimentari contaminati e pericolosi, in particolare il latte e tutti i derivati che come esposto in premessa, possono risultare addirittura letali per la salute degli individui e in particolare dei bambini;
se non ritengano opportuno estendere a qualsiasi prodotto alimentare, proveniente dalla Cina, un controllo più severo e incisivo in considerazione, tra l'altro, che il cosiddetto «gigante asiatico» risulta essere il Paese che ha ricevuto dall'Unione europea, il maggior numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari, in quanto contaminati dalla presenza di microtossine, additivi e coloranti al di fuori delle norme di legge, sulla base della relazione sul sistema di allerta per alimenti e mangimi effettuate nel 2007;
se non ritengano infine urgente e necessario, potenziare il sistema dei controlli nei confronti della Regione Puglia, in considerazione che il sequestro effettuato dai Carabinieri dei Nas di Bari esposto in premessa, si aggiunge ad un numero elevato di sequestri di prodotti agroalimentari provenienti non soltanto dalla Cina, ma dall'intero continente asiatico che da troppo tempo sta invadendo sia la città capoluogo, che l'intera Regione interessata, come recentemente confermato anche dalla Coldiretti, che ha verificato un aumento record di quantità nelle importazioni in Italia di prodotti agroalimentari «made in Puglia», ma che in realtà risultano essere di provenienza cinese o di altri Paesi dell'area asiatica.
(4-01235)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
l'articolo 1, commi 460 e 461, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, (legge finanziaria 2007) aveva previsto che il gruppo societario facente capo a Sviluppo Italia Spa (società pubblica le cui quote sono interamente possedute dal Ministero dell'economia e delle finanze) fosse investito di un processo di ristrutturazione che, oltre al mero cambio di denominazione in «Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa Spa», doveva rilanciarne il ruolo e le funzioni al servizio del Governo per lo sviluppo e il rilancio dell'economia, soprattutto nelle aree più deboli del Paese, in particolare al fine di costituire una moderna agenzia pubblica in grado di ridare competitività al sistema Paese e promuovere l'attrazione degli investimenti esteri;
l'articolo 1, comma 461, della medesima legge finanziaria disponeva altresì che la società predisponesse entro il 31 marzo 2007 un piano di riordino e di dismissione delle proprie partecipazioni societarie nei settori non strategici di attività, prevedendo che entro il 30 giugno 2007 il numero delle società controllate fosse ridotto a non più di tre;
il medesimo comma disponeva inoltre che per le società regionali (di fatto filiali operative sul territorio della stessa Sviluppo Italia) si dovesse procedere d'intesa con le Regioni interessate anche mediante

la cessione a titolo gratuito delle relative partecipazioni alle stesse Regioni o altre amministrazioni pubbliche;
nei primi mesi del 2007 veniva designato quale amministratore delegato del gruppo il dottor Domenico Arcuri, manager proveniente dal settore della consulenza privata;
il Ministero per lo sviluppo economico del precedente Governo, onorevole Pierluigi Bersani, con direttiva del 27 marzo 2007 disponeva, in merito al trasferimento delle società regionali, che «L'Agenzia dovrà promuovere la cessione alle Amministrazioni regionali delle partecipazioni nelle società regionali, al fine di consentirne il controllo da parte delle medesime amministrazioni. Per agevolare tale processo l'Agenzia potrà garantire, con contratti pluriennali, alle società regionali cedute, lo svolgimento di quei determinati servizi che già attualmente vengono svolti dalle medesime società, individuando le più opportune forme atte ad assicurare la continuità nella qualità dei predetti servizi. Le società regionali potranno così continuare a rivestire il ruolo di terminali di specifiche attività ad elevato contenuto territoriale e locale»;
l'amministratore delegato del gruppo elaborava nel mese di luglio 2007 un Piano di riordino e dismissioni che contemplava, entro il 31 dicembre 2007, il passaggio alle regioni interessate delle società regionali;
per poter consentire il completamento delle attività connesse alla cessione delle partecipazioni societarie alle Regioni tale termine era stato poi differito al 31 dicembre 2008 dall'articolo 28 del decreto-legge n. 248 del 2007, il quale disponeva altresì che le società regionali continuassero a svolgere le attività previste dai contratti di servizio con la società, relativi ai titoli I e II del decreto legislativo n. 185 del 2000 (incentivi in favore dell'autoimprenditorialità e dell'autoimpiego) e vigenti all'atto del loro trasferimento alle Regioni, fino al subentro di quest'ultime nell'esercizio delle funzioni svolte dall'Agenzia in relazione agli interventi di cui ai medesimi titoli;
le principali misure agevolative gestite dalla ex Sviluppo Italia, tra cui quelle di cui al decreto legislativo n. 185 del 2000, hanno dato concrete prospettive di lavoro autonomo a molte decine di migliaia di giovani, in particolare nelle regioni del Sud Italia, contribuendo in maniera determinante a superare il gap esistente con le altre Regioni, specie riguardo all'accesso al credito di impresa;
tali misure sono state negli ultimi quindici anni la grande novità nelle politiche a favore dell'occupazione giovanile ed hanno avuto una fondamentale ricaduta anche in termini sociali, consentendo il superamento delle politiche economiche puramente assistenziali;
la capogruppo Sviluppo Italia Spa (ora Invitalia Spa) ha operato sinora, quasi esclusivamente, come mero intermediario, trasferendo commesse governative alle società regionali attraverso contratti che prevedevano notevoli margini a favore della stessa capogruppo, la quale ha di fatto operato quale main contractor lucrando sul lavoro operativo delle controllate regionali;
la società capogruppo e le altre società controllate con sede a Roma hanno un enorme carico di personale, pari a oltre 1.000 dipendenti, il cui costo è stato possibile sostenere grazie unicamente ai proventi sul capitale finanziario detenuto e ai margini di ricarico sulle commesse governative trasferite alle società regionali; in particolare si sottolinea che per il solo anno 2007 l'ammontare dei ricavi di Invitalia Spa (già Sviluppo Italia Spa) relativi ad esempio alla commessa decreto legislativo n. 185 del 2000 sono stati pari a 41.373 migliaia di euro, mentre i costi connessi alla gestione della stessa commessa e ribaltati da tutte le società regionali, sono stati pari a 21.460 migliaia di euro, con un margine positivo per l'Agenzia di 19.913 migliaia di euro pari a circa il 93 per cento;
i dipendenti delle società regionali sono, invece, in totale circa 400 distribuiti su 17 regioni;
il Governo, anche in recenti incontri con i vertici dell'Agenzia, le rappresentanze

sindacali e le amministrazioni regionali, avrebbe manifestato forti dubbi sulla possibilità di rifinanziamento di alcuni dei principali strumenti agevolativi e in particolare dei Titoli I e II del decreto legislativo n. 185 del 2000 -:
se il Governo sia a conoscenza che il Consiglio di amministrazione di Invitalia Spa ha già deliberato nel corso dell'anno 2007, la messa in liquidazione di alcune delle società regionali del gruppo;
se intenda di fatto ridimensionare le forme di intervento pubblico nell'economia, in particolare nelle regioni del Sud, rinunciando ad una fondamentale presenza a sostegno delle politiche di sviluppo;
se ritenga opportuno rifinanziare in misura adeguata, per i prossimi anni, gli strumenti agevolativi sopra citati o altre misure congrue con le nuove priorità di sviluppo del Mezzogiorno, a sostegno dell'economia e della cultura di impresa, il che consentirebbe, con il contributo delle amministrazioni regionali, il mantenimento dell'attuale livello occupazionale;
se il Ministro dello sviluppo economico, anche in considerazione dei nuovi scenari che si vanno delineando nei rapporti tra Stato e Regioni, non ritenga opportuno emanare apposita nuova direttiva che riveda quanto già disposto dal Ministro Bersani e che allo stato attuale appare difficilmente praticabile;
se il Ministro dello sviluppo economico, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, non ritenga opportuno che un'eventuale nuova direttiva preveda la trasformazione di tutte le società regionali ancora esistenti in uffici locali sul territorio dell'Agenzia nazionale, che potrà così meglio adempiere ai propri compiti, con tutto il personale già presente e operante sul territorio ed eventualmente formato per il conseguimento delle nuove missioni della società;
se il Governo non ritenga opportuno, qualora la forma giuridica della società per azioni mal si adatti ad un'Agenzia pubblica ed alle sue articolazioni territoriali, porre in essere le procedure per la trasformazione in Agenzia governativa ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 300 del 1999 quale ente strumentale del Governo e al servizio di tutte le amministrazioni pubbliche;
data l'importanza e l'efficienza delle società regionali all'interno del gruppo Invitalia, quali iniziative intenda adottare affinché si definisca al più presto il riassetto delle società regionali, in accordo con la salvaguardia dei livelli occupazionali evitando così la dispersione di risorse umane e professionali che hanno determinato importanti risultati per l'economia del Paese ed in particolare del Sud Italia, così come dimostrano i dati.
(2-00161) «Pionati».

Interrogazioni a risposta scritta:

SIRAGUSA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 1o ottobre 2008, il Dipartimento politiche di sviluppo del Ministero dello sviluppo economico ha reso noto l'elenco delle 22 città, distribuite in 11 regioni, che diventeranno Zone franche urbane (Zfu);
come è possibile leggere sul sito web del Dps le «Zone Franche Urbane (ZFU) sono aree infracomunali di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese. Obiettivo prioritario delle ZFU è favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale, e con potenzialità di sviluppo inespresse. In questa prima fase pilota, l'istituzione di un numero limitato ZFU nelle città italiane prevede agevolazioni fiscali e previdenziali per rafforzare la crescita imprenditoriale e occupazionale nelle piccole imprese di nuova costituzione ivi localizzate»;
la selezione è stata fatta sulla base di una serie di indicatori di disagio socio-economico;

per la Sicilia sono state inserite nell'elenco di cui sopra Catania, Gela ed Erice;
l'esclusione della città di Palermo, in particolare del quartiere Brancaccio, rappresenta per la città un'occasione mancata per promuovere sviluppo e favorire l'integrazione sociale e culturale in un contesto caratterizzato da degrado urbano e sociale -:
quali siano le ragioni della mancata inclusione di Palermo e di Brancaccio fra le Zone franche urbane.
(4-01236)

EVANGELISTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Eaton Automotive Srl è un'azienda meccanica che si occupa di componentistica di automobili presente dal 1985 nel comprensorio massese e, dal 1987, parte integrante della più ampia realtà industriale statunitense rappresentata dalla multinazionale Eaton;
nel corso degli anni '80 e '90 lo stabilimento di Massa ha registrato notevoli margini di crescita, arrivando a rappresentare per l'intero territorio apuano non solo una importante risorsa occupazionale, ma anche un valido fattore di valorizzazione economico-industriale;
le ottime condizioni di sviluppo dell'azienda sono testimoniate anche dalle concessioni in termini di flessibilità che sin dal 1997 hanno caratterizzato il rapporto tra lavoratori e dirigenti;
la prima inclinazione in questo rapporto si registra nel 2000, quando l'azienda di Massa subisce un primo processo di razionalizzazione che riduce i 750 dipendenti di circa un terzo;
la crisi di domanda sul mercato internazionale e l'avvio dei processi di delocalizzazione che investono l'intero sistema produttivo europeo portano presto i vertici dell'azienda ad operare un ulteriore taglio al personale che nel corso del 2006 si traduce nel passaggio da 570 a 350 lavoratori;
a questa progressiva e preoccupante riduzione, la Provincia di Massa Carrara risponde con la sigla, nel marzo 2007, di un patto di consolidamento che impegna i vertici aziendali a garantire la salvaguardia dello stabilimento;
nonostante l'accordo del 2007, la perdita nel corso dell'ultimo anno del 40 per cento delle commesse, tre quarti delle quali provenienti dalla Fiat e il restante da altre aziende sul territorio nazionale, espone l'azienda toscana ad una pesante e preoccupante riorganizzazione che prevede, oltre al dimezzamento dei dipendenti, la chiusura dell'intero stabilimento;
dal Presidente della Provincia di Massa Carrara è stato prontamente convocato, in data 8 ottobre 2008, un tavolo istituzionale che coinvolge i rappresentanti politici nazionali e locali, quelli industriali e sindacali, nonché quelli della Comunità montana e della Camera di Commercio per affrontare in maniera coordinata e condivisa la vicenda dell'Eaton -:
se il Ministro sia a conoscenza della delicata condizione in cui versano i 350 dipendenti della Eaton srl di Massa e quali provvedimenti abbia intenzione di approntare affinché i lavoratori, e con essi l'intera comunità territoriale apuana, non corrano il rischio di un tracollo socio-economico di tale portata.
(4-01242)