XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 7 ottobre 2008

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
si sono da poco concluse le indagini preliminari dell'inchiesta giudiziaria svolta dalla Procura di Crotone su presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti tossici di alcuni complessi industriali presenti nel territorio di Crotone, con l'iscrizione nel registro degli indagati di 7 individui per i quali l'accusa contestata è di disastro ambientale;
gli inquirenti avrebbero accertato che dal 1999, senza che sorprendentemente ad esse seguissero conseguenti atti giudiziari, alcune imprese di costruzione operanti nella realizzazione di edifici privati e appalti pubblici, avrebbero utilizzato scorie tossiche provenienti da siti industriali con finalità di realizzazione di strutture di rilevati e sottofondi stradali;
dalle indagini emergerebbe chiaramente come l'impiego di tali pericolose sostanze sia stato di uso comune e come ben 200 KG di Cubilot, nome evocato per indicare il forno all'interno del quale le scorie di ferriti venivano fuse, sarebbero stati sotterrati in innumerevoli cantieri;
a seguito dell'indagine sono state sottoposte a sequestro ben diciotto opere la cui costruzione è riconducibile all'illecita attività operata dalle imprese coinvolte nell'inchiesta, tra cui figurano anche alcune scuole ubicate nel comune di Crotone;
per la cittadinanza che vive nei territori coinvolti esiste un possibile potenziale rischio di contaminazione dalle sostanze tossiche con conseguenti gravissime conseguenze per la salute;
i cittadini vivono momenti di drammatica tensione e di paura e necessitano di un intervento forte e risolutivo da parte dei Governo e delle autorità competenti per attivare in tempi ristrettissimi le opere di bonifica delle aree in questione e con l'impiego di tutti gli strumenti consentiti dalle tecnologie più avanzate per rimuovere tutto ciò che di nocivo sia possibile rinvenire, facendo prevalere la salute pubblica su ogni altra esigenza -:
quali iniziative siano state finora attivate per far fronte alla risoluzione di questa gravissima situazione di inquinamento ambientale accertato a Crotone e quali tempi si prevedano per l'avvio e il completamento delle attività di bonifica;
se non intendano attivarsi per provvedere all'individuazione di alcune aree temporanee dove poter trasferire le attività didattiche al momento sospese e consentire così la prosecuzione dell'anno scolastico in corso per gli studenti interessati dal provvedimento di sequestro degli istituti scolatici.
(2-00165)«Tassone, Vietti, Occhiuto».

Interrogazione a risposta scritta:

LOSACCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sul sito www.dagospia.it è apparsa una notizia secondo cui davanti al Ministero della Marina Militare era parcheggiata una BMW 635d con tanto di paletta stradale bianca e rossa con su scritto «Ministero dell'Economia» -:
se corrisponda al vero che il Governo, o un ministero in particolare, sia dotato di una vettura BMW 635d, auto

supersportiva di soli due posti, dalle altissime prestazioni e dal costo assai elevato;
quali siano le esigenze di funzionalità di una auto sportiva di soli due posti e se la persona che utilizzava la Bmw rientrasse tra coloro che sono autorizzati ad utilizzare l'auto di servizio secondo il regolamento.
(4-01252)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
da notizie apparse su agenzie di stampa del 1o ottobre 2008 è stato depositato un esposto all'Autorità garante della concorrenza e del mercato su presunte politiche poco trasparenti attuate dal Banco di Sicilia sul mercato siciliano nella gestione dei mutui casa riservati alle famiglie;
in particolare, sembra che il Banco di Sicilia, in virtù della posizione dominante nel mercato, abbia deciso di applicare nel secondo semestre del 2008 spread maggiori rispetto a quelli «minimi» del pricing at risk fegati alla rischiosità del cliente) premiando i dipendenti per quanto più riescono nell'operazione;
in un documento interno della direzione Retail Funzione family del Banco di Sicilia inviato, secondo l'agenzia di stampa, a tutte le sue filiali sarebbero state definite le linee guida necessarie per spiegare ai dipendenti il nuovo comportamento da assumere con la clientela, nel concreto, per quei mutui venduti con uno spread, maggiore rispetto alla rischiosità del cliente viene riconosciuta ai dipendenti una commissione incentivante che arriva fino all'1 per cento;
se tale notizia dovesse rispondere al vero non si comprende come ciò possa essere accaduto a fronte delle norme che, attualmente, regolano la materia, quali l'obbligatorietà dello scambio continuo di informazioni operative tra Istituto di credito e Banca d'Italia, la presenza di controlli della Consob e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, la presenza di visite ispettive a cadenza media biennale da parte della Banca d'Italia;
i controlli devono essere inoltre garantiti attraverso organismi interni dell'Istituto quali il collegio sindacale, il risk controller, attivato secondo la tecnica dei controlli di linea, la convalida interna, la revisione interna (obiettivo prioritario attribuito è quello di concorrere ad assicurare la buona gestione d'impresa con una compatibile assunzione di rischi ed una corretta condotta operativa), la pubblicità delle attività dell'istituto, la redazione di un codice etico;
il decreto legislativo n. 231 del 2001 prevede, inoltre, per le imprese che scelgono volontariamente (il decreto non prevede obblighi) di adottare un codice di condotta o di comportamento in linea con le prescrizioni in esso definite, di escludere la propria responsabilità amministrativa derivante da reati commessi dal management o da dipendenti nell'interesse dell'impresa stessa. Naturalmente perché ciò avvenga il codice deve essere conosciuto e rispettato da tutti i soggetti interessati;
se la notizia fosse confermata, susciterebbe molti interrogativi il fatto che si sia potuto organizzare all'interno della banca un sistema occulto di intermediazione interna espressamente vietato dalla legge, senza che alcuno degli organi di controllo abbia fatto i dovuti rilievi;
il rischio di conflitti di interesse nel comparto finanziario, specie in queste ultime settimane, è argomento inserito in tutte le agende di Governo al fine di garantire i risparmiatori ed i consumatori da manovre speculative tendenti a scaricare su di loro la crisi finanziaria in essere;

il Parlamento Europeo, ad esempio, con l'approvazione, il 23 settembre 2008 della relazione di iniziativa legislativa sollecita ha sollecitato la Commissione a presentare proposte legislative volte a migliorare la supervisione dei mercati finanziari, compresi i fondi hedge e di private equity. Raccomanda quindi norme in materia di stabilità finanziaria, di trasparenza, di indebitamento eccessivo e di conflitti di interesse. A quest'ultimo proposito, chiede di sottoporre le agenzie di rating a un meccanismo di supervisione europeo e di imporre loro la separazione delle attività di rating dagli altri servizi -:
quali iniziative il Ministro dell'economia abbia intenzione di porre in essere per verificare se tali scelte abbiano un carattere nazionale, e, nel caso, quali iniziative anche normative intenda assumere affinché siano adottati in tempi immediati, strumenti idonei a garanzia dei consumatori;
se l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, sia intervenuta al fine di accertare che non siano state violate le norme sulla concorrenza e sulla trasparenza bancaria e per bloccare eventuali posizioni dominanti di mercato, e in caso contrario se non ritenga necessario richiedere l'avvio di un'indagine alla medesima autorità ai sensi dell'articolo 12 della legge n. 287 del 1990.
(2-00163)«Lo Monte, Brugger».

Interrogazione a risposta immediata:

LARATTA, MINNITI, QUARTIANI, GIACHETTI, FARINONE, VILLECCO CALIPARI, LOVELLI, VELO, LO MORO, LAGANÀ FORTUGNO, OLIVERIO, GRASSI e ENZO CARRA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'ultima riunione del Cipe ha deliberato l'assegnazione di un contributo a fondo perduto di 140 milioni di euro per il comune di Catania e di 500 milioni di euro per il comune di Roma, attingendo le relative risorse dal fondo statale per le aree sottoutilizzate;
l'utilizzo di queste risorse per coprire disavanzi di bilancio delle amministrazioni comunali non appare di certo coerente con le finalità del fondo statale per le aree sottoutilizzate, considerato che tale fondo è stato adottato con delibera Cipe n. 16 del 2003, a partire dalla legge finanziaria per il 2003, per perseguire gli obiettivi di una condivisa politica regionale per lo sviluppo, unificando tutte le risorse finanziarie aggiuntive nazionali destinate per 1'85 per cento al Sud e per il 15 per cento al Centro-Nord;
a questo fine e secondo questa logica si è arrivati ad attuare la programmazione 2000-2006 ancora in corso e ad approvare il quadro strategico nazionale 2007-2013, dopo un intenso percorso caratterizzato da un importante confronto partenariale fra amministrazioni centrali e regionali, esponenti del partenariato istituzionale e di quello economico e sociale;
nonostante da anni si parli della necessità di programmare adeguatamente le risorse destinate allo sviluppo, nonostante si proclami la necessità inderogabile a dare effettiva attuazione agli obiettivi di programmazione unitaria, con il decreto-legge n. 112 del 2008, articolo 6-quater, si è deciso unilateralmente e senza alcun confronto con le regioni, gli enti locali ed il partenariato economico e sociale di rimodulare le programmazioni del 2000-2006, tagliando risorse già destinate ad opere pubbliche di rilevanza strategica nel Mezzogiorno, bloccando le risorse gestite dalle amministrazioni regionali attraverso gli accordi di programma quadro, imponendo, in questo caso, una data retroattiva - il 31 maggio 2008 - quale data entro la quale si sarebbero dovute impegnare le risorse del fondo statale per le aree sottoutilizzate, impedendo alle regioni meridionali - principali destinatarie delle risorse del fondo statale per le aree sottoutilizzate secondo il «principio dell'85-15» - di concludere la propria programmazione, anche in funzione delle scadenze comunitarie,

e confiscando di fatto non solo le precedenti assegnazioni del Cipe, ma anche le economie derivanti dall'attuazione degli interventi previsti negli accordi di programma quadro in corso di attuazione;
oggi le regioni, non solo meridionali, si ritrovano a non sapere su quali risorse possano contare e quali interventi già concordati con il Governo e la Commissione europea saranno effettivamente attuati, nonostante - lo ribadiamo con forza - il fondo statale per le aree sottoutilizzate sia uno strumento di politica regionale destinato principalmente allo sviluppo delle aree in ritardo di sviluppo e non certo genericamente alle infrastrutture strategiche di carattere nazionale, delle quali sfugge ancora coerenza, portata e localizzazione delle stesse;
ad aggravare tale situazione, il Cipe ha letteralmente sottratto dal fondo statale per le aree sottoutilizzate 640 milioni di euro per coprire disavanzi di bilancio di amministrazioni comunali, quali Roma e Catania, depauperando e mortificando ancora di più lo sforzo che le regioni meridionali stanno facendo per ridurre la distanza con il Centro-Nord, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale e di sviluppo economico -:
quali siano i presupposti in base ai quali 640 milioni di euro del fondo statale per le aree sottoutilizzate - destinato alle politiche di sviluppo regionale e, quindi, al finanziamento di infrastrutture, impianti energetici, progetti di sviluppo economico inseriti all'interno di appositi accordi di programma quadro - possano essere utilizzati per fini che appaiono agli interroganti impropri ed incoerenti con le norme che li sottendono.
(3-00164)

Interrogazione a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 67 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha soppresso l'erogazione delle somme destinate agli incentivi del personale dipendente delle pubbliche amministrazioni per tutto il 2009 ed ha ridotto drasticamente l'ammontare dei fondi di amministrazione e/o di ente per gli anni successivi;
la conseguenza immediata per i dipendenti degli enti è la decurtazione, per il 2009, dalla busta paga di circa cinquecento euro medi mensili;
questa disposizione normativa, attuata a causa delle gravissime condizioni del bilancio dello Stato, sta causando serie preoccupazioni nell'ambito del pubblico impiego e le organizzazioni sindacali di categoria, tra le quali va segnalata la Ugl-Federazione enti pubblici, sono mobilitate in difesa del potere d'acquisto dei dipendenti pubblici;
in base alle previsioni della proposta di legge finanziaria per il 2009, la contrattazione decentrata integrativa nel pubblico impiego subirebbe forti vincoli, nel senso che il trattamento economico accessorio dovrà essere finalizzato, dal 2009, esclusivamente alla incentivazione della «qualità, produttività e capacità innovativa della prestazione lavorativa»;
in Italia la misurazione oggettiva della qualità dei servizi e della produttività avviene da anni all'Inps ed è stata avviata anche negli altri enti previdenziali;
all'Inps, già a partire dalla metà degli anni '80 - con la gestione di Gianni Billia - furono stabiliti tempi medi di definizione delle pratiche, appositi «coefficienti di omogeneizzazione» dei singoli prodotti (oggi se ne contano 486) derivanti dalla trasformazione su base mensile degli stessi tempi medi, indici parametrici quali quelli «di giacenza» e «di deflusso», rapporti quali-quantitativi e progetti speciali nazionali e locali finalizzati all'abbattimento delle giacenze, alla liquidazione delle pensioni entro sessanta giorni e delle indennità di disoccupazione entro trenta giorni,

all'incremento percentuale delle pratiche accolte sul totale delle definite, alla riduzione degli interessi legali pagati sulle prestazioni, all'incremento degli introiti a seguito di azioni surrogatorie e di rivalsa nei confronti delle compagnie d'assicurazione, alla riduzione delle scoperture contributive, alla lotta al lavoro nero e a decine di altri obiettivi;
la valutazione dei risultati di produttività realizzati avviene attraverso un complesso e oggettivo sistema di verifica, demandato ad una apposita Direzione centrale pianificazione e controllo di gestione, che si avvale di specialisti in servizio presso le sedi regionali e provinciali;
la verifica dei risultati determina la percentuale di corresponsione dei compensi incentivanti ai singoli dipendenti, «in ragione del risultato conseguito, del numero di ore di presenza nell'anno e del coefficiente di merito individuale»;
questo enorme lavoro di misurazione dell'attività ha condotto, negli ultimi dieci anni, all'introduzione di una nuova organizzazione del lavoro basata su «linee di processo», consistente nel passaggio dall'attività per adempimenti all'attività per prodotto finito. Il che significa che ogni dipendente dell'Inps partecipa a tutte le fasi della produzione, essendo un operatore altamente professionalizzato (e qui la formazione svolge un ruolo determinante) e, pertanto, in grado di intervenire in ogni fase del processo produttivo in maniera intercambiabile;
a giudizio dell'interrogante si dovrebbe modificare la norma di cui sopra nel senso di disapplicarla ai lavoratori di quelle amministrazioni pubbliche virtuose che adottano moderni strumenti di misurazione e verifica della produttività -:
quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati affinché si valorizzino quelle amministrazioni pubbliche virtuose, quali quelle degli enti previdenziali.
(4-01250)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta immediata:

CICCHITTO, BOCCHINO, BELLOTTI e BALDELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi giorni inchieste della magistratura inquirente su T-red e Photored hanno sollevato il velo su una problematica che investe un numero sempre maggiore di amministrazioni pubbliche locali, che avrebbero consentito o comunque non avrebbero evitato la manomissione di apparecchi elettronici per i rilevamenti delle infrazioni stradali, in molti casi utilizzati per operare vere e proprie truffe ai danni di cittadini incolpevoli, irrogando sanzioni per infrazioni mai commesse;
ferma restando la necessità della prevenzione degli incidenti stradali e quella di incrementare le misure volte a garantire la sicurezza stradale, è lecito interrogarsi su quali siano i mezzi più adatti per perseguire tali scopi e quelli che, al contrario, sono soltanto degli espedienti per rimpinguare le casse dissestate di molti enti locali;
il meccanismo per rilevare infrazioni mai commesse sembra aver raggiunto l'apice col caso segnalato dalla procura di Milano: un cartello occulto - secondo il giudice per le indagini preliminari Andrea Ghinetti - «promuoveva, organizzava e coordinava l'attività» per garantirsi e «favorire l'acquisizione di contratti con enti pubblici»;
la guardia di finanza, secondo Il Corriere della Sera del 18 settembre 2008, «ha accertato manipolazioni di appalti in oltre trenta comuni, così al Nord come al Sud, e si è scoperto che in alcuni casi, grazie agli accordi sotterranei con gli amministratori pubblici, alle gare per l'affidamento della fornitura delle telecamere e degli autovelox - gare a trattativa privata - venivano invitate soltanto le imprese affiliate al cartello gestito dagli arrestati»;

mancando una chiara normativa di riferimento riguardo a T-red e Photored e dato l'utilizzo eccessivo di apparecchiature elettroniche al fine delle rilevazioni delle infrazioni al codice della strada, viene da chiedersi se non sia giunto il momento di varare una normativa che vada a fornire un quadro chiaro circa usi e limiti delle stesse -:
se conosca i fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, per prevedere che le pubbliche amministrazioni possano utilizzare le apparecchiature di rilevazione elettronica delle infrazioni solo nel caso ne detengano la proprietà e sia ad esse affidata in esclusiva la redazione e notifica dei verbali, affidando a ditte esterne autorizzate il solo controllo annuale della funzionalità strumentale, in modo da evitarne la manomissione per massimizzare gli introiti derivanti dalle contravvenzioni.
(3-00165)

Interrogazione a risposta scritta:

LOSACCO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella trasmissione Anno Zero del 25 settembre 2008 è stato trasmesso un servizio sul volo Alitalia Albenga-Roma;
dal servizio televisivo risulterebbe che il volo sia stato istituito, con contributi governativi, per interessamento del Ministro dello sviluppo economico Scajola e che il volo risulterebbe praticamente vuoto, con una presenza di 6 persone su 66 di portata;
l'apparecchio, secondo quanto emerso durante la trasmissione, rimarrebbe fermo tre giorni nella pista di Albenga e l'operatore charter, intervistato dal giornalista della trasmissione Anno Zero, dichiara che il costo per tratta è di circa 6 mila euro;
da un'indagine della redazione di Anno Zero risulterebbe che con un vettore privato il costo per la tratta Albenga-Roma e ritorno costerebbe all'incirca 34 mila euro e la sosta di un aereo per tre giorni, cosa insolita nelle compagnie aeree, costerebbe all'incirca 100 mila euro per un totale di 134 mila euro -:
se corrispondano al vero le notizie riportate del servizio televisivo di Anno Zero, quali siano le ragioni dell'istituzione di questo volo, in un momento di profonda crisi per Alitalia e per migliaia di lavoratori e famiglie italiane e quali siano i costi per la compagnia aerea di bandiera e soprattutto se vi siano oneri anche a carico dei contribuenti;
quali siano le ragioni o se esistano esigenze del territorio che giustifichino la creazione di questo collegamento, scarsamente utilizzato dai passeggeri, che tiene aperto uno scalo aeroportuale minore come quello di Albenga, già al centro di polemiche in passato per le stesse ragioni soprattutto in relazione al fatto che esistono diversi voli sulla tratta Roma-Genova;
se e quale ruolo abbia avuto il Ministro Scajola affinché la tratta Albenga-Roma fosse istituita e successivamente mantenuta nonostante gli alti costi a carico dell'azienda.
(4-01251)

Seduta n. 62 del 7/10/2008

TESTO AGGIORNATO AL 30 GIUGNO 2010

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INTERNO

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
i testimoni di giustizia sono persone non provenienti da ambienti malavitosi, del tutto incensurati e perfettamente inseriti nella normale vita economica e sociale, spesso con avviate attività imprenditoriali; sono commercianti e imprenditori che hanno avuto il coraggio di denunciare i boss della malavita; persone che

non hanno nulla di cui «pentirsi», se non forse quella di aver avuto fiducia nello Stato;
costoro sono diventati «testimoni di giustizia» per aver assistito a gravi eventi criminosi e per aver reso testimonianza, decisiva, che ha consentito l'individuazione dei colpevoli e la loro condanna penale, oppure per essere parti offese di reati, operatori economici vittime del racket delle estorsioni o di attività usuraie;
il valore di queste collaborazioni eleva vertiginosamente il rischio per la sicurezza personale, familiare e aziendale, sino al punto che le autorità locali non possono garantire misure di sicurezza compatibili con la prosecuzione di una normale attività;
l'inizio della collaborazione coincide necessariamente con l'allontanamento dalla località di origine ed altre misure di cautela, nonché con l'interruzione dell'attività lavorativa; per questi motivi, nella vigente legislazione si parla di misure di protezione e di assistenza che prevedono anche la corresponsione di un mensile da parte dello Stato;
tuttavia il mantenimento erogato, molto spesso è nettamente inferiore al tenore di vita che i soggetti con le loro famiglio, hanno avuto in precedenza; non solo, il loro mantenimento equivale a quello dato ai «pentiti» o addirittura minori;
la delibera che assegna le condizioni di protezione e mantenimento deve essere accettata, pena il decadimento di tutti i diritti di protezione;
Pino Masciari, ex imprenditore calabrese e testimone di giustizia dal 1997, in particolare, è stato poi protagonista di vicende particolarmente incresciose frutto di comportamenti omissivi tenuti da parte delle istituzioni preposte alla sua protezione, dei quali la più grave è certamente stata la revoca, da parte dello Stato, del programma di protezione, ma anche il mancato reinserimento lavorativo suo e di sua moglie, medico odontoiatra, incongruenze nel fornire le nuove generalità, errori nella gestione della sua sicurezza che lo hanno costretto, alcune volte, a rinunciare a fornir la sua testimonianza;
su tale vicenda è pendente da quasi quattro anni un ricorso di Masciari presso il TAR del Lazio contro le decisioni adottate per sancire la sua fuoriuscita dal programma di protezione;
inoltre risulta agli interpellanti che alla richiesta di protezione e di rimborso spese da parte di Pino Masciari, per un viaggio a Roma nel mese di settembre finalizzato all'incontro con Istituzioni Locali, ragazzi delle scuole di tutti Italia, Associazioni antimafia e gruppi Sociali, il Servizio Locale di Protezione di Roma abbia revocato sia la scorta che il rimborso spese per i movimenti richiesti;
tale decisione appare ingiusta e contraddittoria: da una parte non considera più i rischi che gravano su un testimone di giustizia e dall'altro autorizza gli spostamenti dello stesso come se la sua vita potesse essere decisa da chi invece dovrebbe garantirne la protezione;
se il Ministro non ritenga opportuno esaminare la posizione dei «testimoni di giustizia» ed il loro trattamento, e come intenda procedere, anche con iniziative di carattere normativo, per garantire tutti i «testimoni di giustizia», ed incentivare le testimonianze delle persone offese dai vari reati commessi dalla criminalïtà organizzata;
se il Ministro non ritenga opportuno fornire chiarimenti con riferimento al trattamento di Pino Masciari e della sua famiglia, precisando quanto abbia fatto finora il Governo per la loro protezione ed il loro reinserimento sociale, nonché le iniziative che intende adottare in futuro per la tutela del testimone di giustizia calabrese.
(2-00162)«Di Pietro, Donadi».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il giorno 8, agosto 2008 veniva pubblicata dai maggiori quotidiani italiani la fotografia di una giovane prostituta nigeriana, fermata a Parma dopo una operazione volta al contrasto della prostituzione, stesa a terra sul pavimento della cella di sicurezza del comando della Polizia municipale di Parma, mezza nuda e sporca di polvere;
la pubblicazione della foto fece nascere il sospetto che la donna fosse stata oggetto di violenze da parte dei Vigili parmensi, con ciò arrecando grave pregiudizio alla città di Parma che ha rischiato di essere bollata come «razzista»;
sulla Gazzetta di Parma e su altri quotidiani e agenzie di stampa, e stato pubblicato fedelmente e integralmente un verbale di interrogatorio della Questura di Parma dal quale emerge una versione dei fatti totalmente differente;
dal citato verbale emergerebbero le dichiarazioni di un'altra prostituta, di nazionalità uruguaiana, che non solo ha confermato di non aver visto alcun maltrattamento nei confronti della donna nigeriana, ma di essere stata contattata da un giornalista che le avrebbe chiesto di modificare la sua deposizione -:
di quali elementi disponga in relazione alla vicenda descritta in premessa se intenda fornire una ricostruzione dei fatti corretta e veritiera sulla base delle informazioni in possesso delle forze dell'ordine.
(2-00166) «Libè, Galletti, Vietti».

Interrogazioni a risposta immediata:

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa rilanciate nei giorni scorsi si apprende della vicenda di una donna somala di 51 anni, sposata con un italiano, Luigi Mancuso, cittadina italiana, Amina Sheikh Said, che sarebbe stata maltrattata e oltraggiata, tenuta nuda per ore all'aeroporto di Ciampino dagli agenti della polizia di frontiera;
a denunciare il fatto è l'associazione Antigone, che riferisce che la donna, che tornava, a fine luglio 2008, da un viaggio a Londra con quattro nipotini, sarebbe stata fermata in aeroporto, in quanto sospettata di essere un corriere della droga;
la donna sarebbe stata trattenuta per quattro ore, durante le quali il personale dell'aeroporto avrebbe cercato, ingiuriandola, chiamandola «negra», e minacciandola di «spedirla in carcere», di convincerla ad un'ispezione corporale, che risulta poi essere stata eseguita, a seguito delle resistenze della donna e previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria, presso il Policlinico Casilino;
molto differente la versione dei fatti riferita dal dirigente dell'ufficio della polizia di frontiera aerea di Ciampino, secondo il quale la donna è stata sottoposta ad approfonditi accertamenti in aeroporto, nel rispetto delle normali procedure, in quanto aveva con sé quattro minori, per i quali è stato necessario accertare l'identità (avendo gli stessi differenti cognomi arabi), ed in quanto dai primi controlli era emerso che la donna aveva precedenti specifici per reati connessi al traffico di stupefacenti e per ben due volte, nel corso

del 2007 e del 2008, era stata trovata in possesso di droga nel proprio bagaglio all'aeroporto di Fiumicino;
risulta, altresì, che per i fatti descritti la signora Amina Sheikh Said abbia sporto denuncia alla procura della Repubblica di Roma per perquisizione arbitraria, minaccia e violenza privata, ingiuria con l'aggravante dell'odio e della discriminazione razziale;
vicende come quelle descritte hanno, purtroppo, dato luogo a strumentalizzazioni che vanno risolutamente respinte: si sono, infatti, rivolte accuse di razzismo, si è attribuita al Governo la responsabilità di alimentare con propri provvedimenti un clima di intolleranza, si è parlato di prevaricazioni ed abusi da parte della polizia, che, fino a prova contraria, stava eseguendo controlli su una persona pregiudicata per reati specifici -:
quali siano le informazioni acquisite dal Ministro interrogato sull'accaduto e quali iniziative intenda assumere per fare chiarezza sulla vicenda, anche in considerazione del procedimento giudiziario avviato, rispetto al quale si apprende che il Governo intenderebbe costituirsi parte civile.
(3-00161)

ADORNATO, VIETTI, RAO, VOLONTÈ, TASSONE, MANNINO, COMPAGNON, CICCANTI e NARO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i flussi migratori hanno costretto le nostre democrazie a confrontarsi con un fenomeno epocale, ma non per questo privo di rischi;
sono, infatti, sempre più frequenti in Italia gli episodi di intolleranza e violenza nei confronti degli immigrati;
lo stesso Presidente della Repubblica, nel corso della prima visita ufficiale di Benedetto XVI, ha colto l'occasione per sottolineare che in Italia esiste un vero e proprio «allarme educativo», dal momento che si stanno perdendo valori come la solidarietà e l'accoglienza, fondamento della convivenza civile;
i richiami dello stesso Pontefice al «rispetto della dignità umana in tutte le sue forme e in tutti i luoghi» devono necessariamente tradursi nel superamento di questi episodi, grazie all'impegno comune della collettività e delle istituzioni in un'azione efficace di repressione globale e non certo attraverso slogan propagandistici;
non basta la rituale condanna, ma è necessaria la prevenzione e la regola di un'accoglienza ordinata, perché nel disordine rischia di nascere anche tra le classi deboli questo clima di insofferenza, che è una vera e propria malattia mortale per la nostra società;
la forza della nostra democrazia si può ponderare e misurare anche in base alla capacità di affrontare questa sfida senza snaturarsi;
la mancata integrazione e la discriminazione degli immigrati favoriscono la creazione di un serbatoio di manodopera a basso costo per la criminalità organizzata, come dimostrano i recenti fatti di cronaca verificatisi in Campania;
è un dovere morale, oltre che un'opportunità politica e sociale, favorire l'integrazione nella nostra comunità degli immigrati, soprattutto quelli di seconda generazione -:
se, come denunciato dagli organi di stampa, esista una vera e propria emergenza «razzismo» e quali misure intenda adottare al fine di prevenire in maniera efficace e reprimere alla radice l'insorgenza del fenomeno.
(3-00162)

Interrogazione a risposta orale:

LUNARDI e GARAGNANI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ha avuto rilevanza sui media locali e nazionali ed è stata oggetto anche di interrogazioni in questa Camera del Parlamento, la vicenda inerente la fotografia scattata la notte tra l'8 ed il 9 agosto 2008

durante una operazione di controllo anti prostituzione effettuata da agenti della Polizia Municipale della città di Parma indi pubblicata sul quotidiano Repubblica nella versione on-line (http://parma.repubblica.it) e che ritraeva una prostituta di nazionalità nigeriana fermata nel corso della detta operazione riversa sul pavimento della cella di sicurezza del comando della stessa Polizia municipale;
nell'articolo, firmato Mario Robusti, che sulla sopra indicata testata accompagnava la pubblicazione della fotografia, si sottolineava che la stessa era stata scattata per far vedere «in che modo una prostituta senza documenti viene trattata» (sottinteso male), ma che a seguito di verifiche e accertamenti sull'accaduto riferiti anche in sedi istituzionali è risultato che la donna era stata fermata e trasportata nella cella di sicurezza per accertarne l'identità in quanto priva di documenti di identificazione e non era stata maltrattata dagli agenti ma era lei che alternava atteggiamenti di violenza verso gli stessi e finti svenimenti nel corso dei quali la fotografia era stata scattata;
una prostituta di nazionalità uruguaiana residente a Parma e testimone della vicenda in quanto presente al comando quella stessa notte perché fermata durante la medesima operazione non recando con sé il permesso di soggiorno peraltro regolarmente detenuto, ha non solo confermato di non aver visto alcun maltrattamento nei confronti della donna nigeriana in quanto era la stessa ad autolesionarsi dando testate contro il muro e percuotendosi il viso, ma ha anche denunciato in data 21 agosto 2008 alla Polizia di Stato di essere stata contattata da un giornalista, qualificatosi come Mario, che le chiedeva di dichiarare di essere stata, in quella occasione, maltrattata dagli agenti di Polizia municipale, di essere stata rinchiusa nella cella di sicurezza del comando dei medesimi per quattro ore e di avere visto essere stata altrettanto maltrattata la prostituta nigeriana;
in detta denuncia la donna uruguaiana dichiara che tutte le circostanze per cui secondo il giornalista doveva denunziare gli agenti di Polizia municipale non corrispondono al vero perché tra l'altro era stata rilasciata immediatamente dopo l'accertamento della regolarità del suo permesso di soggiorno e la contestazione di un illecito amministrativo, e ha deciso di denunciare l'episodio vista l'insistenza del giornalista nel volergli parlare e nel volergli fare denunziare il falso -:
di quali elementi disponga in relazione alla vicenda descritta in premessa e se possa fornire una ricostruzione dei fatti corretta e veritiera sulla base delle informazioni in possesso delle forze dell'ordine.
(3-00167)

Interrogazioni a risposta scritta:

DAL LAGO e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il servizio scorte, pur rispondendo alla necessità di assicurare adeguata protezione a personalità pubbliche ritenute a rischio, in ragione degli incarichi ricoperti o delle minacce ricevute, assorbe una quantità significativa di risorse umane e materiali delle Forze di polizia, che potrebbero essere utilmente impiegate nel controllo del territorio;
il volume del personale impiegato in questo servizio si era portato da 2.650 unità a ben 6.600 negli anni che vanno dal 1994 al 2002, aumentando cioè proprio mentre diminuiva d'intensità la minaccia terroristica;
la scorta è apparentemente garantita a numerose personalità pubbliche anche dopo la cessazione degli incarichi in ragione dei quali ricevettero il servizio di protezione assicurato dal Ministero dell'interno -:
quali siano l'entità delle unità delle Forze dell'ordine attualmente adibite al servizio delle scorte, la classificazione dei beneficiari ed il numero di coloro che sono destinati alla protezione di personalità

cessate dagli incarichi pubblici in ragione dei quali venne loro assicurata la scorta;
se il Governo non intenda, in via generale, far cessare il servizio di scorta nei confronti di coloro che non ricoprono più cariche pubbliche, in modo tale da liberare personale da impiegare più utilmente sul territorio per fronteggiare la criminalità.
(4-01248)

MURGIA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Irgoli, paese con poco più di 2.000 abitanti sito in provincia di Nuoro, dal marzo 1987 al 3 ottobre 2008 sono stati commessi ben sedici omicidi e trentotto attentati sia dinamitardi che con armi da fuoco;
solo due degli autori degli omicidi sono stati identificati e condannati e pare che per un terzo delitto vi sia un indagato;
questa reiterata e costante impunità fa temere che la catena dei delitti possa continuare con ritmi sempre crescenti posto che, degli ultimi sei omicidi, tre sono stati commessi nel 2006 e tre fra il settembre e l'ottobre del 2008;
il consiglio comunale di Irgoli, dopo aver affermato all'unanimità che «tanto maggiore sarà la latitanza dello Stato tanto più nelle coscienze individuali verrà meno il senso della legalità, lasciando il posto all'inesorabile logica della vendetta personale e privata» ha chiesto «risposte e interventi risolutivi alle Autorità preposte, agli Apparati investigativi e all'intero Sistema giudiziario» -:
quali iniziative di propria competenza intenda adottare affinché le forze dell'Arma dei carabinieri e della Polizia di Stato operanti nelle zone indicate in premessa siano opportunamente rinforzate allo scopo, oramai ineludibile, di identificare e di deferire all'autorità giudiziaria gli autori della citata terrificante catena di delitti e di impedire che questa si perpetui in futuro.
(4-01249)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:

CECCUZZI e CENNI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Università di Siena, la cui fondazione risale al tredicesimo secolo, è un ateneo ricco di storia e simbolo di una grande tradizione del sapere, impegnato al contempo nella ricerca e nell'innovazione;
in otto secoli di vita l'Università di Siena ha prodotto conoscenza in ogni ambito di studio, ed è oggi uno degli atenei italiani che presenta i massimi risultati innovativi nella ricerca, nella didattica e nei servizi;
sono circa 20 mila gli studenti, provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo, iscritti attualmente all'Università di Siena mentre sono oltre 1.500 i dipendenti dell'Ateneo fra docenti e personale tecnico amministrativo;
secondo una indagine, elaborata nei giorni scorsi dalla rivista del settore «Campus», l'Università di Siena è attualmente al primo posto, in Italia, tra le Università intermedie (fra 10 mila e 50 mila studenti) ed al primo posto tra le Università statali generaliste, senza distinzione per numero di studenti;
l'Università è uno dei luoghi simbolo di Siena. Una realtà importantissima che affonda le sue radici nei secoli, promuovendo l'immagine della città a livello nazionale e internazionale. L'ateneo infatti con i suoi studenti e il suo patrimonio di conoscenze, contribuisce a rendere più

aperta l'identità della città e ad elevarne il livello culturale;
l'articolo 5, comma 1, lettera a), della legge 24 dicembre 1993, n. 537, istituisce il Fondo per il Finanziamento ordinario delle Università;
il decreto-legge governativo n. 112 del 2008 convertito con la legge n. 133 del 6 agosto 2008 (articolo 66, comma 13) prevede riduzioni del Fondo di Finanziamento ordinario (Ffo) alle Università per 1.441,5 milioni di euro tra il 2009 e il 2013;
questi pesanti ed, a parere dell'interrogante, ingiustificati tagli rischiano di compromettere ulteriormente le difficili situazioni finanziarie di molti atenei italiani;
secondo l'ultimo rapporto Ocse l'Italia spende infatti per l'università una quota pari allo 0,8 per cento del Pil mentre nei paesi avanzati la percentuale media sale all'1,3;
il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario ha certificato che l'Ateneo di Siena è sottofinanziato dallo Stato per il 16,5 per cento rispetto a quanto dovuto, per una mancata erogazione di fondi di circa 20 milioni di euro;
secondo quanto emerso inizialmente dagli organi di stampa l'Università di Siena versa in gravi condizioni finanziarie presentando un debito che varia da «50 a 100 milioni di euro»;
tale debito, sempre secondo gli organi di informazione, riguarda la gestione amministrativa degli ultimi anni e sarebbe dovuta al mancato pagamento dei contributi previdenziali Inpdap per i 1.500 dipendenti dell'Ateneo;
queste notizie hanno provocato un profondo sconcerto nella città, ed una viva preoccupazione nella comunità accademica, nei docenti, nel personale tecnico-amministrativo e tra gli studenti che hanno scelto Siena per l'offerta didattica di qualità e si trovano di fronte a così inquietanti incertezze;
la situazione debitoria dell'Ateneo senese, seppure con una punta di accentuata gravità, si colloca in un contesto di sofferenza di tutto il sistema formativo ed in particolare di quello universitario;
secondo quanto era stato precedentemente reso noto da organi di informazione, il 18 dicembre 2007, il Consiglio di amministrazione dell'Università di Siena aveva approvato «il documento di programmazione finanziaria per il 2008 in pareggio»;
lo stesso Consiglio di amministrazione, il 27 maggio del 2008, aveva poi approvato il conto consuntivo per l'esercizio 2007 con un avanzo finanziario di competenza, riportano gli organi di informazione, di circa 5 milioni di euro: «le entrate accertate ammontano a circa 336 milioni di euro, a fronte di 331 milioni di euro circa di spese totali»;
fino alla seconda metà dell'anno 2007 nel consiglio di amministrazione dell'Ateneo senese era presente, come previsto dallo statuto, un rappresentante del governo. Decaduto il mandato del suo consigliere, il governo non ha ancora provveduto alla nomina di un sostituto, anche a causa della rinuncia del nominativo designato;
il consiglio di amministrazione dell'Università di Siena, riunito il 29 settembre 2008, secondo quanto è emerso dai mezzi di informazione, ha deciso «che nei prossimi giorni verrà predisposta la rettifica del conto consuntivo dell'anno 2007 e dei conseguenti adempimenti sugli anni contabili successivi». Lo stesso consiglio di amministrazione ha inoltre annunciato che «i dati saranno poi validati da una società di revisione esterna che il consiglio nominerà a breve»;
nel collegio dei revisori dei conti dell'Università di Siena è presente un membro nominato dal Ministero dell'economia e delle finanze;
il Senato accademico dell'ateneo senese, in data 30 settembre 2008, ha approvato una delibera nella quale chiede, in

sintesi, di «ricostruire la situazione patrimoniale e finanziaria, in termini attuali e prospettici, dell'Università di Siena. Condizione necessaria per permettere agli organi di governo una più consapevole definizione di un piano di rientro o di risanamento». Il Senato accademico ha inoltre richiesto che tale piano «sia oggetto di una seduta da tenersi il prossimo 27 ottobre»;
nel corso della stessa riunione, secondo quanto emerso da organi di informazione il rettore dell'Università di Siena, Silvano Focardi, ha ammesso che il debito che l'Università di Siena ha contratto con l'Inpdap per il versamento dei contributi dei lavoratori «è di circa 80 milioni di euro» -:
quali siano le informazioni in possesso del governo in merito alla situazione di bilancio dell'Ateneo ed in particolare sull'esposizione debitoria;
quale sia la composizione del debito, con particolare riferimento all'esposizione nei confronti degli istituti previdenziali, e lo scostamento strutturale tra entrate ed uscite nel conto economico;
quale sia l'entità dei trasferimenti statali per il personale e quale sia la spesa effettiva per il personale;
quale sia stata la progressiva formazione del debito nel corso degli anni;
quali siano state le posizioni assunte dal rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze nel Collegio dei Revisori dei Conti nel corso dell'esame e del voto di approvazione del bilancio 2007, nonché in tutti gli esercizi a partire dall'ultimo decennio;
come sia stato possibile che non sia mai stata riscontrata la gravità della situazione debitoria, dal momento che non può essersi formata in un solo esercizio;
quale sia l'entità dei trasferimenti che lo Stato deve ancora versare all'Ateneo senese relativi all'anno in corso ed agli anni precedenti e quando intenda versarli;
quando intenda nominare il proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione dell'Università di Siena;
quali iniziative infine intenda assumere per salvaguardare l'immagine, l'autorevolezza scientifica e didattica, i livelli occupazionali di una delle più antiche e prestigiose Università italiane.
(4-01247)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta immediata:

BRUGGER e ZELLER. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la Corte di cassazione - con sentenza n. 23596 del 15 settembre 2008, che richiama una precedente sentenza (la n. 15321 del 10 giugno 2008) - ha affermato che non sono soggetti al pagamento dell'ici i fabbricati rurali privi di rendita catastale e iscritti nel catasto terreni, mentre sono soggetti all'ici i fabbricati rurali inseriti nel catasto fabbricati a norma dell'articolo 9, comma 1, del decreto-legge n. 557 del 1993, che non rientrano, dunque, nella categoria degli immobili esenti secondo il decreto legislativo n. 504 del 1992 istitutivo dell'ici;
l'Anci Emilia-Romagna, con la circolare del 24 settembre 2008, ha espresso orientamenti favorevoli all'assoggettabilità all'ici di tutti i fabbricati rurali, accatastati o da accatastare, compresi quelli inseriti nel catasto terreni;
questa posizione ha suscitato il giustificato allarme delle associazioni degli agricoltori, giacché appare antitetica alla prassi dell'agenzia delle entrate, secondo cui è possibile attribuire una rendita catastale ad un fabbricato rurale esclusivamente se il fabbricato perde carattere di ruralità;

tale orientamento, infatti, è stato assunto dal legislatore (decreto ministeriale n. 28 del 1998 e decreto-legge n. 266 del 2006), prevedendo il trasferimento degli edifici rurali iscritti nel catasto terreni e l'obbligo di iscrizione solo in situazioni quali la vendita, donazione o successione e la perdita dei requisiti di ruralità;
conseguentemente, mentre al 31 dicembre 1995 sono 5.400.000 i fabbricati rurali iscritti nel catasto terreni, nel 2006 i fabbricati rurali iscritti nel catasto terreni scendono a 4.000.000, mentre 1.400.000 sono quelli iscritti nel catasto fabbricati e tassabili in base alla sentenza della Corte di cassazione sopra citata e al 31 agosto 2008 gli edifici rurali iscritti nel catasto terreni sono stimati in 3.500.000 in ragione dell'identificazione da parte dell'agenzia del territorio di fabbricati rurali ormai privi di requisiti e destinati, dunque, ad essere regolarizzati nel catasto fabbricati;
ciò detto, la posizione dell'Anci, favorevole all'assoggettabilità all'ici di tutti i fabbricati rurali, anche in presenza dei requisiti di ruralità, appare grave e del tutto priva di fondamento giuridico o economico;
in particolare, la Confagricoltura ha manifestato il proprio dissenso rispetto all'orientamento dell'Anci in ordine all'assoggettabilità ad ici dei fabbricati rurali; posizione che «contraddice manifestamente un indirizzo consolidato nel tempo e ormai definitivamente convalidato dalla prassi ministeriale ed amministrativa e, peraltro, supportato dalla stessa normativa». In presenza di questa iniziativa di recupero dell'ici da parte delle amministrazioni comunali, Confagricoltura manifesta «preoccupazione per le ricadute negative sul settore, già fortemente colpito dall'andamento dell'attuale congiuntura economica». Nel contempo non può non rilevare «il disorientamento che tale ingiustificata pretesa determinerà nel mondo agricolo e che costringerà gli agricoltori, per tutelare le loro ragioni, a ricorrere massicciamente in via contenziosa»;
Massimo Bagnoli, responsabile fiscale di Cia-Confederazione italiana agricoltura, secondo quanto riportato da organi di stampa, ha osservato che: «la pronuncia della Cassazione risulta carente della parte di analisi del principio che vieta la doppia imposizione; omissione rilevante, tenuto conto che il reddito dei fabbricati rurali è già incluso e quindi sottoposto a prelievo impositivo nel reddito dominicale dei terreni»;
Francesco Preziosi, responsabile dell'ufficio tributario di Coldiretti, ha sostenuto, in una dichiarazione pubblicata su organi di stampa, che «oltre alla prassi delle entrate, ci sono sentenze della Corte di cassazione che dicono cose diverse da quest'ultima pronuncia. Di certo, comunque, non possiamo arrivare ad avere migliaia di contenziosi tributari contro gli accertamenti dei comuni. Occorre una norma che faccia chiarezza»;
sarebbero colpiti da questa eventuale imposizione i piccoli coltivatori diretti che rappresentano la grande maggioranza degli operatori del settore, i quali sostengono costi di gestione già elevatissimi;
ad oggi non è chiara la posizione giuridica delle cooperative agricole ai fini dell'assoggettabilità all'ici -:
se il Governo non ritenga urgente e non più procrastinabile l'adozione di un provvedimento che chiarisca definitivamente l'esclusione dei fabbricati rurali dall'applicazione dell'ici.
(3-00163)

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RAPPORTI CON IL PARLAMENTO

Interrogazione a risposta immediata:

DI PIETRO. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. - Per sapere - premesso che:
oggi nel nostro Paese in presenza di una sentenza di condanna definitiva non è possibile lavorare per alcuna pubblica amministrazione;

l'attuale quadro normativo prevede un'articolata e particolarmente complessa disciplina delle ipotesi di ineleggibilità, i cosiddetti requisiti negativi per l'accesso alle cariche;
è da tempo stata avanzata la proposta di modificare la legge elettorale per l'elezione del Parlamento europeo;
la Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera dei deputati è impegnata in queste settimane ad analizzare diverse proposte di legge riguardanti eventuali modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernente l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia;
in risposta ad una precedente interrogazione del sottoscritto interrogante, il Ministro della giustizia ha affermato che: «si potrebbe aprire un confronto tra maggioranza e opposizione, stante i principi di non colpevolezza e la funzione rieducativa della pena, in riferimento alle ipotesi in cui vi sia una sentenza di condanna passata in giudicato e non sia ancora intervenuta la riabilitazione» -:
quali strumenti il Governo ritenga opportuno utilizzare concretamente ed in quali tempi per favorire nelle sedi più opportune l'inizio di questo confronto ed evitare che continuino ad essere candidati ed eletti soggetti su cui grava una sentenza di condanna passata in giudicato.
(3-00166)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il 30 settembre si è appreso che la Polimeri Europa Spa (Società del gruppo ENI) ha deciso, in riferimento allo stabilimento di Mantova, la chiusura di un impianto, il Pr5, nel quale lavorano quindici persone;
contestualmente è stato deciso il blocco delle assunzioni per tutto il 2008, la riorganizzazione della logistica, dei laboratori e della programmazione delle produzioni mentre appalti ad approvvigionamenti vengono trasferiti all'ENI;
tali complessive decisioni hanno determinato una diffusa e motivata preoccupazione tra i dipendenti della Polimeri Europa Spa, i quali, unitamente alle organizzazioni sindacali e di categoria hanno proclamato uno sciopero di otto ore;
l'industria chimica deve considerarsi strategica nelle politiche industriali del Paese e vanno, quindi, scongiurate ipotesi di ridimensionamento degli impianti, a partire da quello di Mantova;
qualche anno fa, è stato siglato un accordo di programma tra il Ministero dell'ambiente e gli enti locali mantovani sul quale pende un ricorso al Tar di Brescia delle aziende insediate nel polo chimico di Mantova, tra cui la Polimeri Europa Spa;
tale situazione sta bloccando tutti gli investimenti previsti anche sui suoli puliti, compresa la realizzazione del centro ricerche della Polimeri Europa Spa -:
se il Governo consideri l'industria chimica strategica per il Paese e, in caso affermativo, se intenda attivarsi affinché il sito di Mantova sia inserito nell'elenco previsto dal decreto interministeriale che individua i siti contaminati da reindustrializzare, ai sensi dell'articolo 252-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni.
(2-00164)
«Marco Carra, Velo, Froner, Corsini, Marrocu, Trappolino, Dal Moro, Servodio, Sani, Gasbarra, Pizzetti, Benamati, Zucchi, Fiorio, Agostini, Oliverio, Vico, Nannicini, Bellanova, Boccuzzi, Colaninno, Berretta, Antonino Russo, Castagnetti, Carella, Causi, Tidei, Cenni, Meta, Ciriello, Cavallaro, Capodicasa, Gentiloni Silveri, Fogliardi, Mantini, Bachelet, Baretta, Lovelli, Bobba, Calearo Ciman, Cardinale».

Apposizione di firme ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Alessandri e altri n. 7-00050, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Comaroli, Torazzi, Consiglio, Gidoni, Forcolin, Nicola Molteni, Rivolta, Lussana, Reguzzoni, Bragantini, Negro, Munerato, Rainieri, Guido Dussin, Togni, Rondini, Paolini, Montagnoli, Crosio.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

L'interpellanza urgente Vico e altri n. 2-00157, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato D'Antona.

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ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta in commissione Cenni e altri n.5-00409 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n.59 del 2 ottobre 2008. Alla pagina n.1993, seconda colonna, alla riga tredicesima, deve leggersi: «l'entrata in vigore del divieto di utilizzo» e non «l'entrata in vigore dell'obbligo di utilizzo», come stampato.