XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 21 ottobre 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La IV Commissione,
premesso che:
gli Ufficiali in ferma prefissata dell'Arma dei Carabinieri sono stati assunti tramite pubblico concorso ai sensi dell'articolo 23, comma 3 del decreto legislativo 8 maggio 2001 n. 215;
il ruolo di Ufficiale in ferma prefissata è suddiviso in ruolo speciale con impieghi operativi rivolto a giovani diplomati/laureati e in ruolo tecnico logistico con impieghi tecnici (telematica, amministrazione, eccetera) rivolto a giovani laureati nelle singole specialità;
il primo bando di concorso per titoli ed esami è stato pubblicato nel novembre 2002 per l'arruolamento degli ufficiali, in ferma prefissata dell'Arma dei Carabinieri che prevedeva una ferma iniziale di 30 mesi poi prorogabile in seguito a ulteriore concorso interno per ulteriori 12 mesi;
ad oggi sono stati, banditi 11 corsi di UFP e la forza effettiva complessiva di Ufficiali in ferma prefissata è di circa 247 unità di cui 98 unità del ruolo tecnico logistico e 149 unità del ruolo speciale, di cui i primi 4 corsi sono stati assunti a partire da marzo 2003 (forza effettiva dei primi 4 corsi: 34 unità del RTL e 63 del ruolo speciale), non ancora in servizio permanente, trattenuti in servizio nelle more della conclusione della procedura di stabilizzazione indicata nella legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) articolo 1, comma 519, la quale prevedeva, per l'anno 2007, la stabilizzazione a domanda del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni purché sia stato assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale;
l'articolo 3, comma 90, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, (legge finanziaria 2008) ha ribadito l'accesso ai ruoli della PA è comunque subordinato all'espletamento di procedure selettive di natura concorsuale o previste da norma di legge e fatte salve le procedure di stabilizzazione di cui all'articolo 1, comma 519, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per gli anni 2008 e 2009;
la direttiva n. 7 datata 30 aprile 2007 (punto 4, pagine 6 e 7) del Dipartimento della funzione pubblica del Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione, la quale ricorda «la necessità che le amministrazioni provvedano a pubblicizzare l'avvio delle procedure di stabilizzazione mediante avviso anche nel caso in cui non si debba dare corso alle richiamate prove selettive di natura concorsuale in quanto le medesime siano state già espletate precedentemente all'assunzione a tempo determinato del personale che si stabilizza»;
il decreto del Presidente della Repubblica del 29 dicembre 2007 concernente autorizzazione alla stabilizzazione del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato, a norma dell'articolo 1, comma 519, della legge n. 296 del 2006 che ha autorizzato la stabilizzazione di 70 unità di personale dell'Arma dei Carabinieri;
il disposto dell'articolo 3, comma 93, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, prevede il collocamento in soprannumero, rispetto all'organico dei ruoli, del personale dell'Arma dei Carabinieri stabilizzato e quindi non si frappongono le esigenze organiche;
numerosi sono stati gli atti ispettivi per chiedere al Ministro se fosse a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali provvedimenti ritenesse opportuno adottare affinché si potesse porre fine a questa situazione di incertezza dovuta ad un ritardo di natura amministrativa posto in essere dal precedente Governo;
tale incomprensibile ritardo nello stabilizzare il personale in servizio da

oltre 5 anni e 6 mesi, provoca all'Arma dei Carabinieri, com'è logico, innumerevoli disservizi e paradossi, tanto maggiori soprattutto se si considera la particolare situazione attuale che il Paese sta attraversando, in cui la popolazione invoca una sempre maggiore sicurezza;
tale questione non riguarda solo la posizione amministrativa degli ufficiali, ma anche le loro possibilità di impiego; infatti, a fronte della loro posizione di incertezza, che dura da un anno e mezzo, detti ufficiali non possono essere impiegati per ricoprire le numerose vacanze organiche presenti nei quadri direttivi dei carabinieri;
gli Ufficiali in ferma prefissata, oltre a possedere i requisiti per la stabilizzazione, hanno maturato un'esperienza di servizio di quasi 6 anni, con lusinghiere note caratteristiche anche in settori importanti dell'Arma (Comando generale, Comandi interregionali, RIS, eccetera);
in data 26 settembre 2008 sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana IV Serie Speciale n. 75 è stato pubblicato il bando «Procedure speciali per la stabilizzazione di Ufficiali in ferma prefissata», un vero concorso, con un numero di posti di gran lunga inferiore al numero degli aventi diritto, nella sostanza una prova selettiva di natura concorsuale che addirittura prevede il congedo (articolo 13, comma, 4 del bando) degli «idonei non vincitori» e quindi di ufficiali in ferma prefissata in possesso dei requisiti per la stabilizzazione, in difformità con il disposto normativo e con tutto quanto sopra rappresentato per la soluzione della vicenda (se il concorso fosse aperto solo ai primi 4 corsi, ma non è chiaro quali e quanti corsi possono partecipare, verrebbero collocati in congedo almeno 9 Ufficiali del Ruolo Tecnico Logistico e almeno 18 Ufficiali del Ruolo Speciale);
vanno considerati l'abnorme durata del servizio continuativo (a partire da marzo 2003) e i due concorsi vinti per rimanere in servizio (il primo concorso per titoli ed esami svolto per l'accesso iniziale - articolo 23 del decreto-legge 8 maggio 2001 n. 215 - ed il secondo concorso per soli titoli svolto per ottenere l'ulteriore anno di rafferma);
non si vede la necessità e, in particolare, l'opportunità di svolgimento di un ulteriore concorso per l'immissione in servizio permanente, tanto più che tale eventualità viene in più punti espressamente vietata da due leggi, dello Stato e dalla Circolare della Funzione Pubblica n. 7 di aprile 2007, la quale, a pag. 6, dice testualmente che si dovranno svolgere prove selettive soltanto «per coloro che sono stati assunti con procedure non concorsuali sarà necessario disporre apposite prove selettive»,

impegna il Governo

ad adottare entro dicembre 2009 tutte le misure, comprese la revoca o modifica dell'attuale bando di concorso in atto, affinché tutti gli UFP in forza effettiva dal 1o all'11o corso, vengano stabilizzati come disposto dalla normativa vigente e transitati nel servizio permanente senza ulteriore procedura selettiva purché in possesso dei titoli che sulla base del servizio prestato, ne garantiscano l'idoneità per il transito, facendo salve le anzianità di servizio maturate.
(7-00063)
«Ascierto, Cicu, Gidoni, Paglia, Moles, Speciale».

TESTO AGGIORNATO AL 23 OTTOBRE 2008

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il presidente del Consiglio dei ministri e il

Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
la sordità è spesso definita come handicap invisibile poiché ci si accorge che una persona è sorda, in genere, solo al momento di comunicare, inoltre, è una disabilità la cui gravità è fortemente sottovalutata per le conseguenze che ha sul bambino sordo, dal momento che se insorge nei primi anni di vita, nei quali si struttura il linguaggio, impedisce il naturale apprendimento della lingua parlata/scritta, cui si arriva solo mediante un complesso percorso educativo e logopedico;
per poter far fronte alle numerose richieste delle famiglie di quanti si trovano in situazione di necessità rispetto alle famiglie con figli «normodotati», l'Ente Nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordi (ENS) necessita di personale motivato e specializzato;
la normativa in vigore sul Servizio Civile, negli ultimi anni, ha penalizzato fortemente la progettazione sociale e i sordi italiani, che negli ultimi due anni non si sono visti approvare alcun progetto e quindi assegnare alcun volontario;
inoltre, l'innalzamento - dal 2 per cento al 4 per cento - per l'anno 2008, della quota da destinare ai progetti concernenti l'accompagnamento dei grandi invalidi e ciechi civili, ha di fatto contribuito a ridurre il numero dei volontari da destinare ad altre tipologie di servizi -:
se non ritenga necessario verificare la possibilità di prevedere un congruo numero di volontari da destinare, come più volte richiesto, ai progetti e alle esigenze dell'ENS, che grazie agli ex obiettori di coscienza ha potuto offrire ed offre un valido supporto ai quei cittadini colpiti da una disabilità che non dà loro la possibilità di una piena e completa integrazione sociale.
(2-00183)
«Buttiglione, Vietti, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Naro, Libè».

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

LIBÈ e ANNA TERESA FORMISANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di martedì 7 ottobre in località Vallarano nel comune di Coreno Ausonio, provincia di Frosinone, una vecchia cava di 15 mila metri quadrati è stata sottoposta a sequestro dalle autorità giudiziaria a seguito di alcuni controlli che hanno portato alla luce l'utilizzo come discarica abusiva di rifiuti solidi urbani e speciali provenienti dalla limitrofa Campania;
nello specifico il titolare dell'appezzamento di terreno possedeva l'autorizzazione a scaricare materiale lavorativo, mentre le indagini hanno portato al blocco di dieci camion che trasportavano carichi di rifiuti solidi urbani e speciali non autorizzati;
sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta da parte della magistratura competente per accertare eventuali intromissioni della criminalità organizzata nel processo della gestione dello smaltimento dei rifiuti, come più volte tra l'altro denunciato da alcuni amministratori che operano nei comuni della zona, e disposto accertamenti chimico-tossicologici su diversi campioni di terra prelevati nel sito in questione per verificare se vi sia stata contaminazione ambientale;
a quanto si apprende da notizie diffuse dagli organi di stampa, dai primi risultati pervenuti sui campioni esaminati sarebbero state ritrovate tracce di sostanze tossiche e nocive per la salute del territorio e della popolazione residente nell'area interessata;
la discarica in questione venne fatta già oggetto nell'agosto 2007 di analogo

provvedimento di sequestro della durata di sei mesi da parte dei carabinieri della compagnia di Pontecorvo e dei NOE di Roma che accertarono irregolarità nella gestione dei rifiuti, rilevando già allora la presenza di materiali non autorizzati;
la vicenda costituisce un fatto gravissimo e pone un ulteriore elemento di forte preoccupazione sull'efficienza nel sistema dei controlli da effettuare sul trasporto dei rifiuti provenienti dalle regioni in cui è in atto l'emergenza -:
se non intenda attivare tutte le iniziative in suo potere per avviare le necessarie attività di bonifica dell'area interessata, anche al fine di scongiurare il ripetersi di tali fenomeni, in particolar modo prevedendo un adeguato sistema di monitoraggio e controllo sul trasporto dei rifiuti.
(5-00476)

BRATTI e MARIANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
i recenti fatti di Crotone hanno riproposto con urgenza il tema della bonifica dei siti contaminati;
numerose sono le aree di interesse nazionale, fra cui Carrara e Mantova, che ad oggi risultano essere bloccate sia per questioni tecniche, spesso legate all'interpretazione della normativa, sia per insufficienza di finanziamenti dedicati a queste aree, sia per pericoli legati allo stato dell'ambiente, con eventuali ripercussioni sanitarie, sia per eventuali processi di reindustrializzazione che necessitano interventi immediati e risolutivi;
le procedure che riguardano i siti di interesse nazionale risultano spesso lunghe e farraginose, penalizzando spesso le comunità locali; numerosi sono gli enti interessati nella fase operativa di controllo spesso non adeguatamente coordinati;
diversi, inoltre, sono gli Accordi di programma che prevedono la bonifica, il ripristino e la valorizzazione delle aree interessate (Piombino, Mantova, Marghera, ed altri);
in questi processi, particolarmente delicati, un ruolo fondamentale è svolto dagli enti di controllo, ISPRA, ISS e ARPA. Il personale ISPRA preposto a seguire le complesse procedure è costituito in gran parte da personale «precario» che, potrebbe non essere riconfermato;
non risulta chiaro quali siano le società coinvolte nei SIN per la bonifica delle aree contaminate;
non vi sono notizie certe sugli organismi preposti al controllo ambientale e sanitario delle procedure di bonifica relative ai SIN e sugli organici effettivi di tali enti che operano nel settore delle bonifiche;
nella discussione relativa al decreto-legge n. 90 del 2008 «Misure straordinarie per l'emergenza rifiuti nella Regione Campania e ulteriori disposizioni di Protezione civile», la bonifica dei siti contaminati è emersa come una delle azioni prioritarie per il risanamento ambientale non solo per la Campania ma per tutto il Paese -:
quali siano le informazioni che il Ministro può fornire in ordine allo stato dell'arte della bonifica dei siti contaminati di interesse nazionale (SIN) - ivi inclusa l'eventuale intenzione di inserire la recente area contaminata di Crotone all'interno dei citati SIN - indicando, in particolare, l'ammontare complessivo delle risorse economiche dedicate al risanamento di tali siti e i tempi per la completa realizzazione delle opere di bonifica relativa ai SIN.
(5-00477)

GUIDO DUSSIN, LANZARIN e TOGNI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
numerosi progetti di investimento che interessano Siti di Interesse Nazionale sono bloccati a causa delle prescrizioni impartite dal Ministero dell'ambiente e

della tutela del territorio e del mare relativamente alle procedure di bonifica dei siti medesimi;
spesso, nonostante siano presentati i progetti, le attività di bonifica non possono essere iniziate in quanto non sono state ancora emesse le relative autorizzazioni;
in alcuni casi sembra che venga chiesta la modifica di progetti di bonifica già approvati o già in parte realizzati;
la prescrizione indiscriminata di realizzare un barrieramento fisico o di rimuovere i sedimenti contaminati, è stata più volte ritenuta inutile da parte dell'autorità giudiziaria amministrativa, a fronte di barriere idrauliche già esistenti che raggiungono lo scopo del confinamento della contaminazione del sito con un più congruo rapporto tra il costo dell'intervento ed il beneficio ambientale conseguito;
la situazione si presenta alquanto critica per le imprese che da una parte vedono bloccati cospicui investimenti industriali, importantissimi per il rilancio industriale delle aree, e dall'altra vengono esposte a richieste di risarcimento del danno ambientale;
occorrono interventi urgenti indirizzati a: portare a termine gli interventi di bonifica, a costi sostenibili e con criteri procedurali certi; sbloccare i progetti di investimento, rilanciando le aree industriali; porre a carico delle aziende responsabili dell'inquinamento i costi della riparazione del danno ambientale, valorizzando gli interventi di riparazione posti in essere;
infatti, i problemi più rilevanti attengono alla gestione della contaminazione delle falde e delle aree esterne al sito industriale, in quanto occorre individuare il soggetto o i soggetti responsabili dell'inquinamento tenendo conto della storia del sito e delle responsabilità e coinvolgimento dei diversi operatori che negli anni hanno gestito il sito;
gli interventi da realizzare devono tenere conto del rapporto costo/beneficio, magari calcolando l'eventuale danno residuo ad intervento realizzato, alla luce del fatto che il costo medio di bonifica, in Italia è pari a 230 milioni di euro per sito, contro un costo medio dei siti paragonabili inclusi nel programma, Superfund americano pari a 42,8-75 milioni di euro per sito;
secondo studi recenti, l'approccio tabellare in vigore in Italia fino al 2006, e ancora oggi utilizzato con riferimento agli acquiferi, determina un aumento dei costi, rispetto all'approccio basato sull'analisi del rischio, adottato negli altri paesi europei e degli USA;
spesso i costi sono poco giustificabili nei casi di terreni che comunque sono destinati ad ospitare attività industriali, pertanto la riparazione dovrebbe avvenire in conformità alla destinazione d'uso del sito, optando per incentivare il redevelopment dei siti inquinati in luogo dell'utilizzo di terreni vergini;
nei casi di terreni contaminati da contaminazioni storiche, ove non sia possibile accertare le responsabilità dei diversi operatori che si sono succeduti nel sito, sarebbe opportuno creare meccanismi economico/finanziari che incentivino l'intervento di investitori pubblici o privati, creando la necessaria certezza di investimento;
nei casi di impossibilità di individuare il soggetto o i soggetti responsabili dell'inquinamento, ove sussista la necessità di intervenire nelle falde o nelle aree esterne al sito, occorre comunque, contemplare l'intervento pubblico, a garanzia dei cittadini e dell'ambiente;
al fine di poter risolvere le questioni sopra esposte, perlopiù ereditate ed aggravate dal precedente Governo, occorre una modifica urgente e sostanziale dell'articolo 252-bis, ancora prima della presentazione alle camere del disegno di legge di delega per la modifica del decreto legislativo n. 152 del 2006, che possa permettere

l'attuazione degli interventi per portare a termine le bonifiche già iniziate e per procedere alla riconversione industriale nelle aree da bonificare, dichiarate Siti di Interesse Nazionale;
il Governo potrebbe altresì risolvere con provvedimenti amministrativi od ordinari specifiche questioni riguardanti alcuni ritardi amministrativi e copiose lungaggini procedurali che oggi riscontrano gli imprenditori interessati, i quali vedono bloccate le proprie iniziative di investimento industriale -:
se il Ministro abbia allo studio provvedimenti, anche di carattere normativo, per intervenire nella risoluzione dei problemi esposti in premessa e, in caso affermativo, se non ritenga opportuno intervenire nell'immediato con provvedimenti a carattere d'urgenza.
(5-00478)

PIFFARI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da numerosi anni i cittadini del Comune di Broni e dei comuni limitrofi, lamentano una fondata preoccupazione indotta dalla presenza di polveri d'amianto nell'atmosfera in cui vivono;
tale preoccupazione deriva dal fatto che dal 1932 al 1993 nel territorio succitato ha operato la Cementifera Italiana Fibronit spa che produceva manufatti in cemento-amianto e che nel 1981 ha suddiviso l'azienda in due rami distinti affidando alla Fibronit spa il compito di curare la lavorazione dell'amianto;
la lavorazione dell'amianto è stata interrotta nel giugno del 1993 in prospettiva della scadenza normativa imposta dalla legge 257 del 1992 che ne rendeva vietata produzione e commercializzazione;
i controlli ambientali di monitoraggio sono iniziati, come indicato dalla «informativa in relazione al rischio amianto Area ex-Fibronit» dell'Asl di Pavia, già dal 1980 in collaborazione con l'ARPA, sezione di Pavia e di Milano;
l'istanza proveniente da parte dei cittadini, che hanno raccolto oltre 1250 firme nel Comune di Broni, è stata presentata una interpellanza urgente (numero 4060) al Presidente della Giunta Regionale della Lombardia Roberto Formigoni, all'Assessore alla Sanità Bresciani ed a quello alla Famiglia e Solidarietà Sociale Giancarlo Abelli, il 19 febbraio 2008;
nella sua risposta del 10 giugno 2008, l'Assessore alla Sanità, rimanda alla relazione del Dipartimento Prevenzione Medica dell'ASL di Pavia «Informativa sintetica sulla situazione a Broni in relazione al rischio amianto nell'Area ex-Fibronit»;
nella stessa informativa si legge che «Avendo i dati analitici documentato (...) valori equivalenti a quelli rilevati in altri centri urbani dove non vi era mai stata alcuna attività lavorativa con amianto, si è ritenuto che la città di Broni non evidenziasse un particolare rischio ambientale»;
si legge altresì che: «L'ARPA Lombardia, Centro di Microscopia Elettronica di Milano, che si occupa dal 2000 di analizzare la fibre aerodisperse rilevate in Broni in 517 postazioni fisse situate sul territorio, ha inviato alla fine del 2007 una relazione dettagliata circa il «monitoraggio ambientale delle fibre di amianto aerodisperse normate e ultrafini in attuazione del punto 3 del PRAL-2007»;
tali dati «vengono trasmessi al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, alla Regione Lombardia (U.O. Risorse Idriche e Bonifiche Aree Contaminate), al Sindaco di Broni ed all'ASL»;
tuttavia la stessa ASL sottolinea come: «il completamento dell'opera di bonifica e la relativa messa in sicurezza totale del sito risulta incompleta, e limitata a parziali interventi di asportazione di materiale depositato nel piazzale dello stabilimento»;
e di aver «dato adempimento alla richiesta della precedente Conferenza Decisoria dei Servizi, relativa al sito di bonifica di interesse nazionale di Broni del 19 dicembre 2006, con acquisizione nel

mese di giugno 2007 di tre nuove centraline per il controllo ambientale delle fibre aerodisperse»;
il collaudo di tali centraline è avvenuto il 14 giugno 2007, e nel settembre dello stesso anno si sono concluse le operazioni preliminari per il loro posizionamento in accordo con ARPA e Comune di Broni che, ad oggi, non ha ancora provveduto a fornire i punti di allacciamento alla corrente elettrica per poter mettere in funzione le centraline, di cui al punto precedente, e di cui l'ASL stessa si è fatta carico, «non appena l'ufficio tecnico comunale provvederà a garantire l'allacciamento alla fornitura elettrica»;
nonostante la premessa di cui detto in precedenza sul fatto che la situazione del Comune di Broni non «evidenziasse un particolare rischio ambientale», ulteriori ricerche mediche condotte dalla ASL hanno dimostrato come i casi di mortalità tra residenti a Broni per tumore della pleura variano da un minimo di tre ad un massimo di 9 all'anno e che su un campione esaminato di 196 ex lavoratori, per 70 di loro (più del 33 per cento) sono state stilate diagnosi di Probabile Malattia Professionale;
lo stesso studio puntualizza che in considerazione del tasso di mortalità della provincia di Pavia sono più elevati rispetto agli stessi casi registrati nelle altre province lombarde e d'Italia;
inoltre fa specie osservare come i valori del territorio dell'Oltrepò sono «significativamente» più elevati di quelli registrati in altre province ed emerge in modo marcato l'incidenza sui valori complessivi del contributo apportato in termini percentuali dai valori riferiti al solo Comune di Broni;
l'ASL di Pavia ha commissionato a sue spese (delibera DGi 182 del 7 aprile 2004) uno studio al Centro Studi Ricerche Prevenzione Oncologica Professionale della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Pavia che nell'indagine epidemiologica sull'incidenza e le cause occupazionali e non di mesotelioma maligno tra i residenti nel Comune di Broni con riferimento al rischio ambientale per esposizione ad amianto (professionale e per la popolazione), ha ribadito che «l'eccesso di casi per i quali non è stata documentata esposizione professionale all'amianto è indizio che può far sospettare una esposizione sia ambientale, collegata all'attività della ditta, sia dall'utilizzo improprio di materiali in edilizia privata» al punto di consigliare l'estensione dell'area di studio ai comuni limitrofi di Stradella e Redavalle;
lo stesso Ministero della Salute, nel mese di settembre 2007, in risposta all'Esposto del sig. Mario Araldi, residente in Broni, sollecita l'Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia ad acclarare la consistenza della problematica, attivandone il necessario iter -:
quali siano le misure concrete intraprese dal Governo per risolvere il problema dei Comune di Broni, completando la necessaria opera di bonifica dell'area ex-Fibronit e se il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare abbia provveduto a verificare l'esito del sollecito derivante dai provvedimenti finali delle Conferenze dei Servizi decisorie, tenutasi il 19 dicembre 2006 e 27 luglio 2007, rendendo noto la reale consistenza dei dati forniti a detto ministero sul risultato del monitoraggio ambientale.
(5-00479)

BRATTI, MARIANI, REALACCI, MARTELLA, BOCCI, BRAGA, ESPOSITO, GINOBLE, IANNUZZI, MARANTELLI, MARGIOTTA, MASTROMAURO, MORASSUT, MOTTA, VIOLA e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il quadro istituzionale di riferimento nel quale operano gli Enti pubblici preposti alla prevenzione ed al supporto tecnico ambientale ha subito una marcata frammentazione con la recente scelta operata

dal Governo di non affrontare una riforma legislativa organica del settore, ma di affidarsi alla decretazione di urgenza (decreto-legge omnibus n. 112 del 2008) per istituire un nuovo Istituto di ricerca (ISPRA) posto sotto la vigilanza del Dicastero dell'Ambiente e nel quale sono stati fatti confluire APAT, ICRAM e INFS con il dichiarato intento di garantire la «razionalizzazione» delle esistenti strutture tecniche statali;
tale stato di incertezza ordinamentale è aggravato dalla circostanza che, mentre APAT, ICRAM e INFS risultano già a tutti gli effetti soppressi, la mission e le risorse umane e finanziarie attribuite al nuovo Istituto ISPRA appaiono tutt'altro che ridefinite in quanto non è stato ancora emanato il decreto ministeriale che avrebbe dovuto dare piena attuazione alle disposizioni generali contenute nel predetto decreto-legge n. 112 del 2008. Al contempo, le funzioni di ISPRA derivate da quelle degli enti costituenti, ed in particolare quelle a supporto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono da quest'ultimo esternalizzate a società private o apparentemente tali;
si deve ravvisare come in tale contesto continui ad operare la Società SOGESID S.p.a., costituita all'inizio degli anni novanta dalla cessata Cassa per il Mezzogiorno ed attualmente interamente partecipata dal Governo tramite il Ministero dell'economia, la quale, in base al proprio oggetto sociale, svolge attività strumentali alle competenze del Ministero dell'ambiente, configurandosi quindi come società in house del predetto Dicastero;
sulla base dei dati sommari desumibili dal registro delle imprese della Camera di Commercio la Società in questione risultava avere un sistema di governance alquanto articolato (Consiglio di amministrazione, Presidente ed Amministratore delegato, Direttore Generale e Direttore Tecnico), un numero consistente di dipendenti e sedi operative locali in Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Abruzzo, oltre che la sede centrale di Roma;
l'operato di tale Società insiste in settori quali l'assistenza tecnica alle varie Direzioni generali del Ministero inclusa la Direzione VIA, la definizione di interventi di messa in sicurezza e bonifica di siti contaminati di interesse nazionale, il supporto alla redazione dei piani di tutela delle acque e talvolta a quelli di monitoraggio, senza peraltro il coinvolgimento delle ARPA, che di tali attività sono titolari, la partecipazione a tavoli tecnici, forum e progetti internazionali in materia di risorse idriche, anche con funzioni di rappresentanza, lo svolgimento di campagne informative in materia ambientale, e (sulla base di quanto dichiarato dal sito web aziendale) il monitoraggio e la vigilanza in materia di rifiuti, per i quali sono evidenti i profili di sovrapposizione con le competenze istituzionali già attribuite ad APAT (ed in parte ad ICRAM), e che quindi dovrebbero essere ricondotte nell'alveo del costituendo Istituto Superiore per la ricerca e la protezione ambientale;
la contestuale presenza di SOGESID ed ISPRA determina una situazione nella quale il Ministero dell'ambiente si trova a duplicare le strutture alle quali affidare, l'istruttoria tecnica dei procedimenti di propria competenza, nell'ordinario disattendendo così platealmente l'obiettivo di «razionalizzazione» delle risorse umane e strumentali che sarebbe stato alla base delle disposizioni contenute nel ricordato decreto-legge n. 112 del 2008;
ancor più grave è il fatto che le attività affidate dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a SOGESID vengano nella maggioranza dei casi subappaltate da quest'ultima a consulenti terzi, e che la SOGESID stessa svolga attività di Manpower per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, costituendo occasione per assumere personale bypassando le procedure concorsuali obbligatorie per l'accesso ai ruoli dello Stato e così veementemente auspicate in questi giorni;

la circostanza che SOGESID S.p.A. svolga anche attività di progettazione esecutiva e direzione lavori in situazioni di criticità ambientale (attività ovviamente precluse dal campo di intervento di ISPRA), può portare altresì a situazioni di incompatibilità con i compiti autorizzativi e di controllo attribuiti al Ministero dell'ambiente e ad altre Amministrazioni pubbliche;
l'operato di SOGESID, a prescindere dalle evidenti problematiche di coordinamento con le attività di ISPRA e di altre Pubbliche Amministrazioni, può comportare anche serie difficoltà ai soggetti economici privati che esercitano impresa nel settore dell'ingegneria ambientale, venendosi a creare una situazione distorsiva della concorrenza favorita da disposizioni normative che consentono, in molti casi, di non esperire procedure ad evidenza pubblica per l'affidamento a tale Società di commesse su attività rientranti nel proprio variegato oggetto sociale -:
quali siano i dati aggiornati e completi relativi a: organi amministrativi e sistema di governance di SOGESID S.p.A, dotazione organica della Società con indicazione delle varie qualificazioni professionali esistenti, articolazione organizzativa interna, dislocazione territoriale e funzioni esercitate nelle varie sedi della Società nonché tipologia ed entità delle commesse affidate a SOGESID dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare o da altre Amministrazioni per lo svolgimento dei compiti di supporto in materia ambientale;
se il Ministro interrogato non ritenga che sussista una sovrapposizione di competenze tra diverse attività svolte dalla Società SOGESID su commessa del Ministero dell'ambiente e diverse attività che dovrebbero essere istituzionalmente assicurate al Ministero dall'Istituto Superiore per la ricerca e la prevenzione Ambientale (ISPRA), e se tale sovrapposizione non contraddica l'obiettivo di «razionalizzazione delle strutture tecniche» che sarebbe stato alla base della recente istituzione di ISPRA stesso;
quali misure intenda adottare il Ministro al fine di evitare che dall'attività della Società SOGESID possa derivare un ostacolo al pieno perseguimento da parte di ISPRA delle proprie funzioni di prevenzione e di supporto tecnico ambientale, ciò soprattutto in una fase di incertezza nella quale non sono ancora pienamente definite le risorse strumentali e finanziarie attribuite al nuovo Istituto;
se il Ministro interrogato non ritenga inoltre che lo svolgimento da parte di SOGESID di attività di progettazione esecutiva e direzione lavori nel settore ambientale (attività ovviamente precluse dal campo di intervento di ISPRA), possa configurare, anche potenzialmente, situazioni di incompatibilità con i compiti autorizzativi e di controllo attribuiti allo stesso Ministero dell'ambiente;
se il Ministro interrogato non ritenga infine che l'attività di SOGESID possa creare altresì una situazione distorsiva della concorrenza a danno di soggetti economici privati, posto che, in molti casi, le commesse statali a tale Società verrebbero affidate senza esperire procedure ad evidenza pubblica.
(5-00482)

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Villaggio Nurra, sito in località Lampianu, in provincia di Sassari, è un residence costruito abusivamente negli anni '60 e soltanto nel 1985 condonato. Alcuni anni fa il Villaggio è stato definitivamente chiuso e gli edifici sono stati lasciati in un notevole stato di degrado;
fino all'estate 2006, per oltre 40 anni, è stato possibile accedere alla costa passando sia piedi che in auto, per raggiungere sia al Belvedere Nurra, uno dei luoghi più frequentati dai turisti e dagli abitanti del luogo, da dove si può ammirare l'isolotto

Scoglio Busincu, che per accedere alla spiaggia Guardia del Turco, detta anche del Muratore;
in data 15 febbraio 2007 il Sindaco di Sassari emette un'ordinanza contingibile e urgente (la n. 11 del 2007) sul Villaggio Nurra, in quanto si ravvisa un pericolo sull'incolumità pubblica. Nell'ordinanza che si avvale delle relazioni del Comando Carabinieri per tutela Ambiente e del Corpo dei Vigili del Fuoco del comando di Sassari si evidenzia «una situazione di degrado ambientale e pericolo dovuta al completo stato di abbandono delle costruzioni prefabbricate costituite da una trentina di villette, risultanti alcune completamente crollate, altre pericolanti. Inoltre le coperture delle sopracitate costruzioni appaiono realizzate con onduline del tipo eternit, molte delle quali non più integre con diversi frammenti di amianto dispersi nei terreni circostanti»;
nella sopracitata ordinanza si impone alla ditta VIMTUR di Torino (proprietaria a quell'epoca del Villaggio Nurra) di provvedere entro 15 giorni dalla data della notifica, alla messa in sicurezza dell'intera area del Villaggio Nurra e si impone di provvedere entro 60 giorni alla demolizione o consolidamento degli edifici cadenti;
a seguito di ciò, se pur con regolare concessione edilizia rilasciata dal comune di Sassari, tutta l'area del Villaggio Nurra, non solo quella attorno ai casotti fatiscenti, viene chiusa fino all'area demaniale della costa con strutture fisse di recinzione e muratura e vengono apposti i cartelli con l'ordinanza del Comune. Contemporaneamente vengono affissi anche dei cartelli per la messa in vendita dei casotti del Villaggio;
nell'estate 2007 dai nuovi proprietari viene chiusa con un cancello la strada carrabile alle auto di accesso alla costa, mentre resta possibile transitare a piedi, nel marzo 2008 viene chiuso completamente l'accesso con cancelli e muretti definitivi. Il sentiero da sempre utilizzato da tutti e facilmente percorribile anche da persone anziane, viene definitivamente sbarrato;
la ditta ha eseguito i lavori con notevole ritardo, rispetto all'ordinanza del Comune e anziché mettere in sicurezza soltanto le aree vicine agli edifici e alla piscina, ha recintato interamente l'area di proprietà, senza lasciare nessun corridoio per accedere all'area demaniale e alla costa;
il 16 febbraio 2001 la terza sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza per il caso dello Sbarcatello all'Argentario (Grosseto) ha definitivamente chiarito la questione dei liberi accessi al mare, dichiarando che «nessuna proprietà privata e per nessun motivo può impedire l'accesso al mare alla collettività se la proprietà stessa è l'unica via per raggiungere una determinata spiaggia». Nonostante ciò, il Villaggio Nurra, come molti altri in Italia, è un caso di quelli di «privatizzazione» di fatto che impediscono ai cittadini di usufruire liberamente di spiagge, cale e scogliere, anche se queste appartengano al demanio statale e sono quindi funzionalmente destinate alla pubblica fruibilità;
il caso di Villaggio Nurra è emblematico, ma purtroppo non isolato. Ogni anno, si registrano molte segnalazioni di accessi al mare interdetti abusivamente. La situazione desta preoccupazione perché le coste sono una delle risorse paesaggistiche, ma anche economiche e sociali, più importanti del nostro Paese -:
quali azioni intenda intraprendere per effettuare, attraverso gli organi preposti, una verifica dell'area di Villaggio Nurra, delle eventuali situazioni di illegalità e di abuso sul litorale e la corretta applicazione della normativa vigente in materia;
per quanto riguarda la bonifica dell'area dalle coperture in eternit dei prefabbricati in che modo questa sia stata realizzata e cosa sia stato fatto per bonificare il terreno dall'amianto disperso così

come evidenziato anche dall'ordinanza del Comune, dopo un sopralluogo effettuato dal comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente;
se intenda attivarsi per mettere in campo un necessario sistema di pianificazione e gestione costiera che individui il punto di equilibrio tra le attività economiche, turistiche e residenziali da un lato e l'ambiente e la libera e corretta fruizione dello stesso dall'altro.
(4-01381)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:

DUILIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la disciplina contenuta nella legge 2 agosto 2004, n. 210, e nel decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, in tema di tutela degli acquirenti di immobili da costruire, approvata dal Parlamento con il concorso unanime di tutte le forze politiche, risulta largamente disapplicata sul territorio nazionale;
la situazione è stata ben fotografata in una recente ricerca da Scenari Immobiliari da cui emerge la generale disapplicazione della legge sul territorio nazionale, disapplicazione soltanto in parte attenuata nelle regioni del nord, ove comunque il tasso di applicazione non supera il 40 per cento dei casi, mentre nelle regioni del centro e del sud/isole la legge è letteralmente ignorata;
questi dati risultano inequivocabilmente dall'analisi dei flussi registrati dal Fondo di Solidarietà per le vittime dei fallimenti immobiliari gestito da Consap, Fondo alimentato con il 5 per mille calcolato sulle somme oggetto di garanzia fideiussoria, così che la sua implementazione è direttamente collegata alla corretta e generalizzata applicazione della legge sulle nuove costruzioni;
infatti ad oggi il Fondo, dopo tre anni di applicazione della legge, registra una giacenza di 20 milioni;
da ciò consegue:
a) sotto il profilo della possibilità di indennizzare le vittime dei fallimenti precedenti alla legge, appare evidente che tale indennizzo sarà del tutto insignificante, visto che le famiglie vittime che hanno formulato istanza di indennizzo al Fondo sono ad oggi n. 12.086 e che l'importo richiesto per indennizzi ammonta ad oggi ad euro 1.007.698.200. Sulla base della situazione attuale al termine di durata del Fondo non rimarrà a favore degli aventi diritto all'indennizzo che il 10 per cento del loro credito, ovvero un totale di euro 100.000.000 (cento milioni) su un fabbisogno di euro 1.000.000.000 (un miliardo);
b) sotto il profilo dell'attuazione del sistema di tutele previsto in favore degli attuali acquirenti ed in vista di future ed eventuali situazioni di crisi, la mancata applicazione delle norme della 210 (così diffusa come rilevato sopra) si miscela pericolosamente con un contesto in cui tutti gli analisti del settore hanno rilevato un evidente rallentamento della domanda di nuove costruzioni e un allungamento dei tempi occorrenti per la vendita delle unità immobiliari costruite. In sostanza, il boom del mercato immobiliare è oggi terminato e una miriade di operatori immobiliari, che hanno sino ad oggi approfittato delle favorevoli condizioni del mercato, potranno incorrere in situazioni di crisi, che sfoceranno nel giro di uno o due anni in vere e proprie procedure concorsuali;
tutto nasce sia dalla insufficienza del sistema sanzionatorio della legge (e la questione va affrontata in sede legislativa), sia dalla assenza di una adeguata informazione/comunicazione rivolta alla cittadinanza sul nuovo sistema di tutele;
non a caso l'articolo 15, comma 3, lettera a), del decreto legislativo 20 giugno

2005, n. 122, attribuisce a CONSAP il compito di assumere iniziative, a carico del Fondo, idonee a garantire l'effettiva fruizione dei benefici previsti nel decreto da parte degli acquirenti;
in sostanza la legge attribuisce a CONSAP il compito di rendere edotti tutti i possibili beneficiari delle disposizioni di tutela che il decreto ha introdotto nel nostro ordinamento, non solo con riferimento alla possibilità di accedere al Fondo medesimo per chi sia stato vittima di precedenti stati di insolvenza dei venditori-costruttori, ma anche in relazione alla esistenza di un nuovo sistema di tutela (fideiussione, postuma decennale, prelazione, eccetera) che garantisca per il futuro gli acquirenti di immobili da costruire;
il progetto di campagna informativa da svolgersi a mezzo di televisione e radiofonia predisposto da Consap e atto a rendere i cittadini più consapevoli dei propri diritti è stato paralizzato dalla sostanziale ed immotivata opposizione allo stesso manifestata dai rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze -:
per quali motivi il Ministero abbia impedito lo svolgimento della campagna informativa, imposta dalla legge a favore dei cittadini e predisposta da Consap s.p.a. in adempimento di tale obbligo;
quali interventi, anche ispettivi, il Ministero intenda porre in essere per consentire l'adempimento dell'obbligo di informazione di cui alla norma sopra citata.
(3-00192)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CASSINELLI e SCANDROGLIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
le nomine di consulenti d'ufficio, nell'ambito dello svolgimento del processo giudiziario, costituiscono uno strumento istruttorio, normativamente previsto e regolamentato dal legislatore, in funzioni di ausilio dell'organo giudicante, ove questi sia chiamato a decidere su controversie implicanti specifiche competenze tecniche;
appare palese l'importanza di detta figura di «ausiliario» del giudice, al fine di giungere ad una giusta ed equa decisione, altresì fondata su cognizioni di carattere tecnico, quando siano indispensabili al giudice per conoscere la verità;
le relazioni e perizie tecniche, richieste dal giudice sulla scorta dei quesiti da questi ritenuti necessari alla ricostruzione della fattispecie sulla quale è chiamato a decidere, ove richieda una specifica tecnica e professionalità, costituiscono la stessa «ossatura» della motivazione della decisione;
l'attività professionale svolta dai suddetti ausiliari del giudice viene, una volta espletato l'incarico, liquidata dallo stesso giudice in relazione all'attività svolta;
risulta che presso il Tribunale di Chiavari, ormai da alcuni anni, i consulenti nominati, una volta espletato l'incarico, non riescono ad ottenere l'adempimento e quindi l'effettiva soddisfazione dei provvedimenti di liquidazione del giudice dei propri onorari;
tale circostanza appare di particolare gravità, tenuto conto del ruolo ufficiale svolto nell'ambito del processo da parte dei suddetti professionisti; ruolo, non solo ufficiale, ma altresì condotto sotto la vigilanza del Presidente del Tribunale, con tutte le inerenti garanzia di probità, professionalità, correttezza, lealtà ed imparzialità, proprio alla luce dell'importanza del ruolo ricoperto ed assunto;
tale stessa circostanza è stata imputata, da parte della Procura di Chiavari, al disservizio degli uffici cui è demandato il compito, una volta emesso da parte del giudice il provvedimento in merito al quantum spettante al professionista, dell'emissione dei relativi mandati di pagamento

dell'importo liquidato, tenuto conto degli oneri di legge, a favore del beneficiario;
detta denuncia appare assai grave, se si tiene conto che si tratta di mancati pagamenti per prestazioni incaricate dal giudice e perlopiù svolte da oltre due anni, e che tale disservizio dipende, più che dalla impossibilità, conseguente alla mancanza dei fondi occorrenti, dalla carenza di organico nell'ambito di uffici comunque delegati all'adempimento di un provvedimento del giudice;
è prevedibile che il protrarsi nel tempo di tale disagio potrebbe comportare il pericolo della cancellazione o mancata iscrizione dei suddetti professionisti negli appositi albi istituiti presso il Tribunale, la cui gravità delle conseguenze emerge ictu ocu1i -:
quali iniziative intenda il Governo intraprendere al fine di garantire l'esatto adempimento dei provvedimenti di liquidazione del giudice, in favore dei consulenti d'ufficio nominati nell'ambito della Procura della Repubblica di Chiavari.
(5-00480)

CASSINELLI e SCANDROGLIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge costituisce un diritto garantito dalla Carta Costituzionale;
la garanzia costituzionale del diritto alla difesa per tutti i cittadini italiani ne è l'esplicazione ed imprescindibile corollario;
certamente la disuguaglianza economica non può di fatto costituire un discrimine a scapito di detta garanzia costituzionale;
a tal fine il legislatore ha espressamente disciplinato sia le ipotesi e le modalità della nomina della difesa d'ufficio, che lei ipotesi e le modalità della nomina dei difensori per i non abbienti ammessi al gratuito patrocinio, il cui onere deve essere posto a carico dello Stato;
le relative norme fissano i requisiti per l'iscrizione negli appositi albi presso i competenti consigli dell'ordine, garantendo la professionalità e la competenza degli avvocati nello svolgimento dell'incarico;
le spese di giustizia a carico dello Stato, presso il Tribunale di Genova, stimate per l'anno 2008, ammontano ad euro 800.000 (ottocentomila), importo che denota la piena effettività ed imprescindibilità dell'istituto del gratuito patrocinio;
risulta una grave problematica che coinvolge gli avvocati iscritti nell'albo del gratuito patrocinio, presso il consiglio dell'ordine degli avvocati di Genova, in merito all'effettivo soddisfo delle prestazioni eseguite poste a carico dello Stato;
infatti, a fronte della richiesta formale da parte del delegato del Tribunale di Genova, al competente ufficio ministeriale, di riconoscimento di accredito fondi per spese di giustizia, stimate all'ottobre 2008 pari ad euro 800.000, l'ufficio ministeriale provvedeva ad un accredito di soli euro 150.000, cifra evidentemente palesemente ben al di sotto delle esigenze, come quantificate dal Tribunale suddetto;
tale evenienza è stata imputata, da parte del competente Ministero, alla insufficiente dotazione in bilancio per tale capitolo di spesa;
tale circostanza si palesa di particolare serietà, tenuto conto che gli avvocati che si rendono disponibili all'iscrizione nell'albo del gratuito patrocinio, previa verifica da parte del competente consiglio dell'ordine, svolgono una funzione istituzionale garantita dalla Carta costituzionale;
tali professionisti si rendono già altresì disponibili ad affrontare la lenta burocrazia per ottenere il giusto ristoro delle loro spettanze professionali nei limiti,

peraltro, di quanto liquidato dal giudicante e, pertanto, previo vaglio dello stesso;
il mancato riconoscimento economico dell'attività da questi svolta costituisce una violazione lesiva dei più elementari principi di equità costituzionalmente garantiti;
è prevedibile che il protrarsi nel tempo di tale grave lesione potrebbe comportare il pericolo della cancellazione o mancata iscrizione dei professionisti negli appositi albi istituiti presso il consiglio dell'ordine, la cui gravità delle conseguenze emerge ictu oculi;
il mancato riconoscimento delle competenze liquidate nell'ambito del gratuito patrocinio non può che porsi in contrasto con i fondamentali principi costituzionali del diritto alla difesa ed all'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge -:
quali iniziative intenda il Governo intraprendere al fine di garantire la congruità degli importi destinati alle spese di giustizia a favore del Tribunale di Genova.
(5-00481)

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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la stampa locale e nazionale ha dato più volte e da tempo notizie su inchieste giudiziarie concernenti diffuse attività criminali nella realtà della provincia di Latina;
a queste inchieste si sono aggiunte parallele indagini amministrative sul Comune di Fondi svolte dalla Commissione d'accesso, che hanno portato il Prefetto a richiedere lo scioglimento del Consiglio comunale per il pesante sospetto di condizionamenti e infiltrazioni criminali al suo interno;
è necessario dare sicurezza ai cittadini di Fondi che hanno il diritto di vedere applicata la legge e fugato ogni dubbio su infiltrazioni e condizionamenti che penalizzano la onesta e laboriosa comunità di Fondi -:
se e quali provvedimenti il Ministro intenda porre in essere a seguito di quanto accertato dagli organi competenti.
(4-01374)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella scorsa settimana è stata effettuata una importante operazione della DDA e della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Reggio Calabria, contro l'asse politico-mafioso che avrebbe gestito alcuni Comuni della Piana di Gioia Tauro;
nella citata operazione sono stati arrestati, insieme al boss Gioacchino Piromalli ed al suo omonimo nipote (entrambi considerati ai vertici di una delle più potenti cosche della 'ndrangheta calabrese), l'ex sindaco del Comune di Gioia Tauro con il suo vice ed il sindaco di Rosarno, questi ultimi tre con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa;
l'indagine che ha portato all'operazione in questione ha evidenziato lo strapotere della cosca Piromalli esercitato su quel territorio: dallo svincolo autostradale alle società di servizi nel Porto, dal controllo sugli appalti alle varianti al piano regolatore ed ai programmi di sviluppo economico ed urbano;
il Comune di Gioia Tauro è stato sciolto per infiltrazione mafiosa il 24 aprile 2008 e nel relativo decreto di scioglimento si parla di ingerenza della criminalità organizzata con pressanti condizionamenti destinati a compromettere la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento della gestione del Comune; il sindaco arrestato, Giorgio Dal Torrione, era in carica al momento dello scioglimento;

non è la prima volta che il Comune di Gioia Tauro viene sciolto per infiltrazioni mafiose, già nel 1993 si erano riscontrate gravi anomalie nella gestione dell'Amministrazione comunale;
nell'inchiesta dei magistrati della DDA di Reggio Calabria l'ex sindaco del Comune di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione, viene descritto come «uno dei più insidiosi e pericolosi tra quei tristi personaggi della politica» che ha messo «il mandato del popolo a disposizione delle cosche mafiose»;
sempre dall'inchiesta in questione emerge una preoccupante sponda tra l'ex sindaco del Comune di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione, e qualche parlamentare, nel tentativo di cercare di ritardare le risultanze della Commissione d'accesso inviata per accertare proprio le infiltrazioni mafiose in quel Comune;
il 21 febbraio 2008, riferisce la Polizia ai Magistrati, Dal Torrione avrebbe ricevuto «buone notizie» da Fabio, fratello dell'onorevole Maria Grazia Laganà, e componente della sua segreteria politica, attraverso un telefono intestato alla stessa onorevole;
Fabio avrebbe chiamato l'allora sindaco Dal Torrione per riferirgli dell'avvenuto differimento (la sera prima) dell'invio della Commissione d'accesso nel Comune di Gioia Tauro, anche se non si sapeva per quanti giorni, aggiungendo, peraltro, «bisogna stare con gli occhi aperti, comunque è un dato positivo altrimenti avrebbero già chiuso il discorso»;
dal Torrione completava la frase aggiungendo «se no ci avrebbero già fatto il c... a cappello di prete», facendo chiaramente comprendere la soddisfazione della notizia;
non basta, sempre il Fabio, fratello dell'onorevole Maria Grazia Laganà, vedova del dottor Franco Fortugno, Vice presidente del Consiglio Regionale, ucciso il 16 ottobre 2005, chiede anche al Sindaco Dal Torrione il reintegro in Giunta dell'assessore Nicola Zagarella (a suo tempo componente della segreteria di Franco Fortugno); l'esecutivo comunale era da poco stato sciolto dal primo cittadino e questi risponde al Fabio di «aspettare che si chiarisca il problema»;
Fabio Laganà, al tempo della telefonata in questione, era anche componente di una delle strutture speciali del Consiglio regionale calabrese, carica lasciata solo dopo la pubblicazione della notizia relativa al contenuto della telefonata;
all'interrogante appare davvero grave che il fratello di un parlamentare, in questo caso anche componente della Commissione parlamentare antimafia della precedente legislatura, peraltro attraverso l'utenza dello stesso parlamentare, tranquillizzi un Sindaco, sospettato di collusioni mafiose con una delle più potenti cosche della 'ndrangheta, circa l'avvenuta proroga della Commissione d'accesso e chieda, altresì, in un particolare momento di accertamenti, il reinserimento in Giunta di una persona -:
se non ritenga di dover avviare un'adeguata indagine interna al suo Ministero per accertare chi ha fornito, ed a quale persona, la notizia riservata dell'avvenuto differimento (decretato solo la sera prima) dell'invio della Commissione d'accesso nel Comune di Gioia Tauro.
(4-01382)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

CERA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
ancora una volta sarà il Sud a pagare il prezzo dei provvedimenti varati dal Ministro dell'istruzione;
la figura del «maestro unico», infatti, introdotta dall'articolo 4 del decreto-legge

n. 137 del 2008 sull'istruzione, porterà serie conseguenze sia in termini di posti di lavoro che di servizio scolastico;
in particolare, in Puglia, sono a rischio estinzione ben 383 edifici scolastici, quelli, cioè, con una popolazione studentesca inferiore a 50 alunni, e molti sono gli istituti con meno di 500 unità che saranno accorpati in seguito alle disposizioni del decreto-legge n. 112 del 2008;
altrettanto preoccupante è la situazione in cui versano le Università italiane;
queste ultime, infatti, si troveranno a fronteggiare i numerosi tagli ai finanziamenti previsti dalla legge n. 133 del 2008;
tagli che impoveriscono le università nella capacità di fare ricerca e didattica adeguate, riducono il diritto allo studio, e soprattutto aggravano il problema della cosiddetta «fuga dei cervelli» all'estero -:
se non ritenga opportuno adoperarsi affinché nei prossimi provvedimenti vengano apportati dei correttivi a tali misure, tenendo conto che la scuola italiana ha bisogno di risorse per ristrutturare gli edifici, di rimodernare i piani di studio, e non di tagli finanziari.
(3-00191)

Interrogazione a risposta scritta:

DE POLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
da un indagine Eurispes e Telefono Azzurro emerge che il 92,5 per cento dei bambini (dai 7 ai 14 anni circa) possiede un computer in casa propria. La maggior parte lo hanno collocato nella loro stanza;
il 42 per cento di essi utilizza internet, la maggior parte da casa. Tra questi, il 33 per cento (quindi un bambino su 3) si connette alla rete da solo, in assenza totale di controlli, per cui in piena libertà, con la mancanza di ispezioni e sostegno da parte degli adulti;
questo è un dato preoccupante; se da un lato per questi ragazzini l'assenza di una presenza adulta al fianco significa maggior libertà sul web, dall'altro significa che essi possono comportarsi e agire indisturbati in qualità di cyber bulli. Non solo: questo assenteismo dei tutori adulti espone i ragazzi al rischio di fare brutti incontri in rete, o di imbattersi in materiale violento e sgradevole;
un bambino su 4 ha dichiarato, infatti, di essersi trovato di fronte a delle immagini che lo hanno infastidito, e il 20,5 per cento ha affermato di essere stato oggetto di molestie in rete, anche da parte di un adulto;
internet è infatti un mezzo totalmente libero, la mano della censura è molto meno pesante, se non assente, rispetto che negli altri mezzi di comunicazione, e rimane difficile rintracciare le identità reali degli artefici di azioni non apprezzabili;
serve un impegno costante nel combattere il cyberbullyng. Nel marzo 2007 il Ministero della Pubblica Istruzione ha varato una direttiva denominata Direttiva sul Cyber Bullismo;
la direttiva ha chiesto innanzitutto più severità a scuola in merito all'uso dei telefonini, videofonini e simili, prevedendo provvedimenti molto rigidi per chi non si attiene alle norme scolastiche che vietano la presenza di questi dispositivi durante le ore di lezione;
molto importante per prevenire e scoraggiare il cyber bullismo, è una disposizione della direttiva sopra citata che obbliga gli istituti scolastici a disciplinare attentamente gli accessi al web effettuati dagli studenti tramite i terminali collocati nei laboratori. Il controllo sugli accessi si ottiene tramite la richiesta di credenziali di autenticazione per potersi connettere alla rete; in questo modo si può risalire allo storico dei siti visitati dall'utente, del materiale inviato. Così aumenta la responsabilità delle azioni e del comportamento mantenuto on line, riducendo la spersonalizzazione dovuta alla mancanza di face-to-face contact. Grazie a queste precauzioni non solo si può prevenire la

formazione di cyber bulli a scuola, ma anche quella di nuove vittime, bersagli facili per cyber bulli -:
quali provvedimenti il Ministero competente adotterà per controllare il fenomeno del cyber bullismo;
se la circolare del 15 marzo 2007 sia ancora in vigore e attuata in tutte le sue direttive.
(4-01379)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

DE POLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
si riscontra tra la popolazione italiana una crescente presenza delle persone non autosufficienti, ma da parte delle politiche pubbliche non corrisponde un'adeguata risposta;
è infatti opinione comune che in questo campo esista un profondo divario tra la gamma dei bisogni e la dimensione dello sforzo pubblico;
i soggetti deboli presentano bisogni che richiedono una forte capacità di integrazione sociosanitaria, radicata su soluzioni di natura istituzionale, gestionale, professionale e solidaristica;
buona parte degli oneri finanziari per le risposte sociali sono a carico delle persone e delle famiglie, nei casi di cronicità e di lungo-assistenza ciò comporta il progressivo deterioramento dei patrimoni personali con la conseguente necessità di intervento economico da parte degli enti locali;
peraltro gli interventi esistenti mostrano troppo spesso un'eccessiva eterogeneità a livello territoriale, chiamando in causa il ruolo dello Stato che dovrebbe definire regole chiare e principi di base cui ancorare i diritti delle persone non autosufficienti attraverso i livelli essenziali di assistenza;
un'altra categoria a rischio è quella degli anziani, i quali a causa della congiuntura economica e del minor potere di acquisto della moneta, stanno vivendo una situazione drammatica. Sopravvivono con pensioni modeste che non riescono più a coprire nemmeno i rincari delle tariffe di luce, acqua e gas;
è quindi necessario pensare ad un sistema di protezione dai rischi della non autosufficienza e delle categorie più deboli come gli anziani attivando il fondo sulla non autosufficienza in grado di dare tranquillità e sicurezza rispetto all'assistenza che si rende necessaria;
un sistema in grado di garantire una copertura che vada a beneficio delle persone e delle famiglie. La finanziaria 2009 prevede tagli al fondo per le Politiche Sociali e non prevede risorse in favore del fondo nazionale per la non autosufficienza -:
quali saranno gli interventi e le direttive del Ministero del Welfare a favore dei soggetti non autosufficienti e delle categorie più deboli della popolazione a rischio povertà;
quando si attiverà il fondo sulla non autosufficienza per dare risposta a tale richiesta.
(4-01373)

LOLLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato l'8 ottobre da L'Unità in un articolo a pagina 13 firmato da Massimo Franchi dal titolo «La norma ammazza-precari corre in autostrada», la società «Strada dei Parchi» S.p.A. concessionaria delle autostrade A24 Roma-Teramo e A25 Torano-Pescara è stata la prima, ed attualmente l'unica, azienda ad usare l'articolo 21, comma 1-bis,

del decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008 (convertito dalla legge n. 133 del 6 giugno 2008) - che modifica il decreto legislativo n. 368/2001 - la cosiddetta norma «ammazza-precari»;
lo ha fatto licenziando quattro lavoratori che erano stati reintegrati a tempo pieno ed indeterminato - con la corresponsione di quanto illegittimamente non corrisposto dall'annullamento del termine dei «contratti a termine» impugnati - a seguito di sentenze favorevoli del Giudice del Lavoro di Roma nell'anno 2007 che riconosceva anche la nullità dei contratti a tempo determinato di molti altri precari che nella medesima azienda venivano continuamente assunti e licenziati da oltre 10 anni;
nelle lettere di licenziamento, si arriva addirittura a richiedere ai lavoratori di restituire la predetta indennità risarcitoria stabilita dal giudice, per giunta in termini lordi e non netti, sottratte le sei mensilità previste come sanzione massima dall'attuale normativa;
la Corte di Appello Sezione Lavoro di Bari - Dott. Gianfranco Castellaneta causa n. 489/2007 - e la Corte d'Appello Sezione Lavoro di Genova - Dott.ssa Maria Gavino Meloni causa n. 463/2007 - hanno sollevato l'eccezione di incostituzionalità sulla predetta norma -:
se non ritenga il Governo che tale interpretazione della norma sia sbagliata e che i licenziamenti siano illegittimi;
se non ritenga il Governo che, nell'attesa dei nuovi giudizi già invocati alla Corte d'Appello e pendenti eccezioni di incostituzionalità, la norma non dovrebbe essere in alcun modo utilizzata;
se non ritenga, in subordine, che almeno la richiesta di restituzione dell'indennità, nei termini detti, sia illegittima;
se, dunque, non ritenga di assumere, anche per autotutela, le necessarie iniziative di chiarimento (circolari) nei riguardi degli enti dipendenti, vigilati o - come nel caso in esame - titolari di concessione.
(4-01376)

DE POLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con l'introduzione a partire dall'anno 2007 delle Politiche sociali all'interno dei vincoli del patto di stabilità nazionale, i contributi a sostegno della gestione dei servizi educativi alla prima infanzia e delle scuole d'infanzia non sono stati ancora erogati in molte regioni;
per esempio in Veneto, pur essendo ormai iniziato il nuovo anno scolastico, i servizi non hanno ancora ricevuto il pagamento degli acconti deliberati dalla Giunta regionale lo scorso 19 marzo (ai sensi della LR 32/90) e lo scorso 24 giugno (ai sensi della LR 23/80);
infatti il patto di stabilità non consente alla cassa regionale di far fronte agli stanziamenti previsti per competenza dalla legge di bilancio, né di incrementare la spesa regionale a fronte delle nuove entrate statali (derivanti dal riparto del fondo nazionale per il potenziamento dei servizi alla prima infanzia);
con la finanziaria statale sono arrivati al Veneto 9 milioni di euro circa nel 2007 e 13 nel 2008. Il paradosso è che una legge statale vieta alla regione di incrementare le spese più del 2,5 per cento rispetto all'anno precedente, generando una situazione sempre più insostenibile;
molte scuole sono oggi costrette a chiedere il credito alle banche, vanificando anche la buona volontà del legislatore regionale;
porre dei vincoli alla spesa sociale, laddove questa provveda al benessere e alla prevenzione del disagio cui vanno incontro le famiglie (ma anche le persone disabili e gli anziani non autosufficienti) non sembra essere segno di civiltà. La redistribuzione della tassazione, infatti, se da un lato va a perequare solidalmente le situazioni delle regioni meno ricche, dall'altro

penalizza fortemente i sistemi virtuosi attuati dalle altre -:
se il ministro competente si attiverà per dare priorità ai pagamenti dei contributi a favore dei servizi della prima infanzia e delle scuole non statali eliminando le spese sociali del patto di stabilità nazionale.
(4-01378)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

PALADINI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
le Organizzazioni Sindacali Confederali FP CGIL-FPS CISL-UILPA del Corpo Forestale dello Stato, hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per denunciare una serie di fatti gravi e lesivi a giudizio delle organizzazioni stesse per l'immagine del corpo;
l'antefatto è rappresentato dallo svolgimento delle prove concorsuali interne per la promozione alla qualifica di Vice Ispettore svoltesi nel maggio 2008, la dove si è vista confermata la tradizionale tendenza a premiare, nel Corpo Forestale dello Stato, il personale del Lazio rispetto ad altre Regioni che pur vantano un alto numero di partecipanti;
a sottolineare questa tendenza molti sindacati hanno redatto comunicati stampa fortemente critici nei confronti della situazione;
a seguito di ciò, il 9 maggio scorso, a Roma, il Vice Sovrintendente Roberto Zucca, sindacalista dell'UGL ha subito un'aggressione ed è stato addirittura costretto a ricorrere al pronto soccorso;
a ciò si aggiunga il danneggiamento degli uffici, delle attrezzature e minacce verbali all'indirizzo di alcuni agenti presenti -:
se alla luce di quanto esposto e in considerazione dei soggetti coinvolti, non ritenga doverosa un'indagine accurata su quanto accaduto;
una volta accertati i fatti, quali provvedimenti intenda adottare per evitare che episodi di tal genere si ripetano.
(4-01377)

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POLITICHE PER I GIOVANI

Interrogazione a risposta scritta:

MELANDRI e PICIERNO. - Al Ministro per le politiche per i giovani. - Per sapere - premesso che:
con l'articolo 15, comma 6, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito nella legge 3 agosto 2007, n. 127, è stato istituito, presso il Dipartimento delle Politiche giovanili e le Attività sportive, il «Fondo per il credito ai giovani»;
in data 13 settembre 2007 è stato stipulato tra il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, il Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive e il Ministro dell'università e della ricerca, il Protocollo d'intesa per la promozione di iniziative volte ad agevolare l'accesso al credito dei giovani;
in data 18 ottobre 2007, in attuazione del Protocollo di cui al punto precedente, è stato stipulato tra il Dipartimento per le politiche giovanili e le Attività sportive, il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie e il Ministero dell'università e della ricerca, l'Accordo per favorire la realizzazione dell'iniziativa «credito per lo studio»;

in data 6 dicembre 2007 è stato adottato il decreto interministeriale recante i criteri e le modalità di organizzazione e di funzionamento del «Fondo per il credito ai giovani», nonché le modalità di rilascio e di operatività detta garanzia del Fondo medesimo;
in data 19 dicembre 2007 è stato stipulato un Protocollo d'intesa tra il Ministero per le politiche giovanili e le attività sportive, il Ministero per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, il Ministero dell'università e della ricerca e l'ABI che consentisse agli studenti un agevole accesso al credito (senza ulteriori garanzie se non quelle della propria determinazione e dei requisiti di merito) per sostenere autonomamente le spese connesse alla propria formazione;
nel sito del progetto «Diamogli Credito» i dati relativi al numero di beneficiari che hanno avuto accesso al programma è fermo al 5 giugno 2008 e non risulta successivamente aggiornato -:
quale sia lo stato di attivazione del programma;
quanti siano i beneficiari che, dal 5 giugno 2008, hanno attivato le procedure per la richiesta del fido;
se nuovi istituti bancari abbiano aderito all'iniziativa;
quale sia attualmente l'entità delle risorse impegnate.
(4-01375)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

COSTA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'ufficio postale del comune di Scagnello in provincia di Cuneo è situato in una casa privata, privo di adeguamento alle norme di sicurezza;
lo stesso è provvisto di servizi igienici inaccessibili anche ai dipendenti;
il locale destinato all'utenza è di dimensioni talmente ridotte, da non consentire agli addetti di operare secondo le normative sulla privacy;
nell'anno 2006 il comune di Scagnello ha concesso a Poste italiane SpA altri locali, ritenuti idonei dai tecnici delle Poste che hanno effettuato più sopralluoghi;
in più circostanze, sino dal 2006, sia il sindaco di Scagnello che l'interrogante hanno segnalato il problema a tutti i livelli gerarchici di Poste italiane SpA, dall'amministratore delegato al direttore della sede regionale del Piemonte-Valle d'Aosta;
a tutt'oggi non vi è stato alcun riscontro ai solleciti, non è stato effettuato lo spostamento e la situazione dell'attuale ufficio postale di Scagnello, nel tempo è ulteriormente peggiorata -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto descritto e se non ritenga di intervenire nei confronti di Poste italiane SpA affinché venga posto rimedio ad una situazione davvero critica e ormai non procrastinabile.
(4-01380)

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Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Bertolini e altri n. 1-00052, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 ottobre 2008, deve intendersi

sottoscritta anche dai deputati: Cirielli, Porcu, Giulio Marini, Fucci, Rampelli, Torrisi, Toccafondi, Saltamartini, Bellotti, Consolo.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza Anna Teresa Formisano n. 2-00167 del 9 ottobre 2008.

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ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta scritta Cenni e altri n. 4-01361 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 68 del 20 ottobre 2008. Alla pagina n. 2309, seconda colonna, alla riga ventiduesima, deve leggersi: «Finanziaria 2008 (articolo 2 comma 506», e non «Finanziaria 2008(articolo 2 comma 56», come stampato.