XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 22 ottobre 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

L'VIII Commissione,
premesso che:
l'articolo 183, comma 1, lettera cc), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prevede che con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza unificata Stato-regioni, città e autonomie locali, sia data la disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti;
la medesima lettera cc) definisce il «centro di raccolta» come area presidiata ed allestita, senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica, per l'attività di raccolta mediante raggruppamento differenziato dei rifiuti per frazioni omogenee conferiti dai detentori per il trasporto agli impianti di recupero e trattamento;
in attuazione del citato articolo 183, comma 1, lettera cc), il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha emanato il decreto ministeriale 8 aprile 2008 recante la disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato;
ai sensi di tale decreto ministeriale i centri di raccolta già operanti sulla base di disposizioni regionali o di enti locali continuano ad operare e si uniformano alla nuova disciplina entro il termine di sessanta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana di un'apposita delibera del Comitato nazionale dell'Albo gestori ambientali;
in attuazione di tale disposizione, con delibera del 29 luglio 2008, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 3 settembre 2008, n. 206, sono stati stabiliti i criteri e i requisiti per l'iscrizione all'Albo per lo svolgimento dell'attività di gestione dei centri di raccolta di cui al decreto ministeriale 8 aprile 2008; il termine per l'adeguamento dei centri di raccolta già operanti scade il 2 novembre 2008;
lo scopo della riforma è quello di agevolare l'incremento dei livelli di raccolta differenziata e il conseguimento su tutto il territorio nazionale degli obiettivi fissati dalla normativa vigente, tuttavia la nuova disciplina si rende inapplicabile sia sotto l'aspetto tecnico che sotto l'aspetto finanziario;
la realtà territoriale italiana mostra molte divergenze in tema di raccolta differenziata di rifiuti, con percentuali di raccolta che variano dall'8 per cento al 70 per cento; le modifiche del quadro normativo di riferimento, in mancanza di una normativa transitoria e di un lasso di tempo congruo ai fini dell'adeguamento delle strutture esistenti, mettono in crisi sia i comuni che hanno in corso di avviamento la raccolta differenziata sia quelli virtuosi;
tanti comuni hanno da anni avviato un efficiente servizio di raccolta porta a porta che ha consentito il raggiungimento di livelli eccellenti di raccolta differenziata nel campo dei rifiuti ed ha comportato notevoli investimenti da parte delle amministrazioni; tale servizio risponde alle esigenze territoriali dei singoli comuni ed ha riscosso il consenso e la sensibilità dei cittadini coinvolti attuando tra l'altro un contenimento dei costi, senza pregiudizi per l'ambiente;
la nuova normativa non tiene conto della diversità delle realtà dei comprensori coinvolti e della consistenza territoriale dei comuni italiani, rendendo inapplicabili le disposizioni proposte in particolare dai comprensori con un'alta percentuale di piccoli comuni, con un numero di abitanti inferiore a 5.000, che in realtà non presentano particolari aspetti problematici per tipologia e quantità di rifiuti prodotti;
in tante situazioni territoriali, la nuova disciplina, pur migliorando il livello qualitativo delle aree di raccolta dei rifiuti non migliora affatto le caratteristiche funzionali del sistema, aggravando inutilmente i costi del servizio a carico dei cittadini;

in vari incontri istituzionali, gli enti locali, nonostante la buona volontà di aderire alla nuova disciplina e di adeguare le attuali piazzole di raccolta rifiuti ai requisiti tecnici relativi ai centri di raccolta, si sono dichiarati non in grado di rispettare i tempi previsti, anche per la carenza dei finanziamenti necessari nei propri bilanci per far fronte alle relative spese;
la carenza dei fondi e la conseguente riduzione dei giorni e degli orari di apertura dei centri di raccolta per i cittadini rischiano di compromettere il sistema e provocare un incontrollato abbandono di rifiuti sui territori comunali, aggravando le situazioni di emergenza rifiuti del Paese;
va fatto salvo il massimo impegno nel promuovere l'innalzamento dei livelli di raccolta differenziata ed il raggiungimento di adeguati risultati su tutto il territorio nazionale, valorizzando le esperienze virtuose avviate in molte realtà locali e promuovendo con adeguato sostegno la diffusione di buone pratiche anche in aree attualmente deficitarie,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di differire nell'immediato l'entrata in vigore del decreto ministeriale 8 aprile 2008, per un periodo di almeno 2 anni, prevedendo nel contempo una disciplina diversificata per gli enti territoriali, che tenga conto degli elevati standard di operatività già raggiunti da alcuni comprensori con le strutture esistenti, e un periodo transitorio che possa aderire maggiormente alla realtà territoriale del Paese in tema di raccolta differenziata;
a verificare la possibilità di individuare finanziamenti agevolati a sostegno economico degli interventi di adeguamento delle strutture esistenti.
(7-00064)
«Alessandri, Braga, Torazzi, Guido Dussin, Lanzarin, Togni, Mariani, Tortoli, Tommaso Foti, Libè, Monai».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

CRISTALDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere:
se il Governo intenda adottare iniziative a seguito della protesta di oltre 1.400 persone risultate idonee in un concorso pubblico per l'appartenenza al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e che sono in attesa di essere immesse in servizio da otto anni, dopo che per diverse volte si è proceduto a concedere proroga della validità alla relativa graduatoria;
se risulti a verità che mentre non si procede alla immissione in servizio dei 1.400 idonei, lo stesso ramo della pubblica amministrazione ha proceduto ad assunzioni a tempo determinato per lo svolgimento di mansioni similari e che i costi per tale personale non avrebbero, di fatto, costituito un risparmio per la pubblica amministrazione;
se il Governo ritenga applicabile alla fattispecie la sentenza della Corte di Cassazione n. 20846 del 5 ottobre 2007 che, secondo un documento diffuso dal comitato dei 1.400 idonei, obbligherebbe la pubblica amministrazione all'assunzione degli idonei prima di procedere al bando di nuovi concorsi.
(4-01394)

SCILIPOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
le problematiche ambientali sono importantissime, non devono essere sottovalutate né trascurate e una delle principali

cause dell'inquinamento atmosferico è costituita dalle emissioni industriali;
i flussi di sostanze nocive e cancerose vengono immessi nell'ambiente provocando danni irreparabili, contaminando le falde freatiche e il sistema vegetale e contribuendo all'impoverimento omeostatico della natura;
malattie degenerative come i tumori dipendono direttamente anche dalla qualità dell'ambiente in cui si vive;
sono stati registrati, nel territorio della Valle del Mela (Messina), dei casi di piogge acide provocate dalle emissioni di sostanze inquinanti dalle ciminiere industriali che hanno macchiato le carrozzerie di alcune automobili. Tali piogge, infiltrandosi nel sottosuolo, provocano ingenti danni alle falde acquifere e anche all'agricoltura;
alcune ricerche scientifiche hanno rilevato che la costruzione di elettrodotti è poco auspicabile in qualsiasi territorio poiché presuppone la produzione di ingenti quantità di energia elettrica, prodotte lontano dalle strutture che materialmente la utilizzano;
le grosse centrali ad idrocarburi producono un'elevata emissione di gas serra e polveri sottili, dannosissime alla salute dell'uomo e dell'ambiente, che nonostante accurati filtraggi delle emissioni, sono comunque inevitabili;
durante il trasporto una parte dell'energia viene dissipata e quindi si utilizza l'alta tensione di 380 Kilovolt che fa diminuire le perdite e aumentare i rischi di inquinamento elettromagnetico;
nella zona della Valle del Mela in provincia di Messina, in una breve porzione di territorio convivono una raffineria, una centrale termoelettrica, un elettrodotto da 380 Kv ad 80 metri di altezza, una centrale di compressione del gas metano e adesso la Terna (gestore della rete elettrica) intende costruire la relativa gasline, con un collegamento sottomarino fra Sicilia e Calabria;
nel suddetto territorio, malgrado sia sottoposto a decreto di alto rischio di crisi ambientale, c'è un alto potenziale di inquinamento chimico, elettromagnetico di bassa frequenza, acustico e da polveri sottili;
in caso di guasti, incendi o scoppi agli agglomerati industriali di Milazzo, i danni per l'ambiente circostante e per i cittadini di Milazzo e dei comuni limitrofi sarebbero incalcolabili -:
se il Governo ed il Ministro interrogato non ritengano opportuno attivare iniziative al fine di limitare i danni ambientali nel territorio della Valle del Mela, già troppo penalizzato, monitorando le emissioni industriali affinché sia evitata la dispersione di sostanze dannose nell'atmosfera;
se non ritenga necessario che sia sviluppata la vocazione turistica dell'area interessata, in luogo di quella fortemente industriale, al fine di produrre quegli effetti positivi, sia sull'ambiente che sullo sviluppo economico del territorio attraverso le attività turistico-recettive.
(4-01396)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta in Commissione:

RUBEN e BERTOLINI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'ex premier Romano Prodi, su invito del Presidente iraniano Ahamadinejad e di Khamenei, ha preso parte alla conferenza di due giorni organizzata dalla «Fondazione per il dialogo fra civiltà» di Khatami, dal Centro di Oslo per la pace e i diritti dell'uomo e dal Club de Madrid, centrata sul tema della «Religione nel mondo moderno»;
le missioni diplomatiche in Iran non rientrano nelle competenze del Presidente

della commissione per il Peacekeeping in Africa delle Nazioni Unite e neppure nella sfera di competenze ricoperte da Romano Prodi presso altre organizzazioni internazionali;
alcuni quotidiani italiani riportano la circostanza secondo cui vi sarebbe stata una sconcertante mancanza di reazione da parte del Presidente Prodi di fronte alle dichiarazioni deliranti del Presidente Iraniano Mahmoud Ahmadinejad e dell'ayatollah Ali Khamenei che, in sua presenza, hanno ribadito, con l'unica accortezza di ammantare le loro frasi di prudenza lessicale, la volontà di eliminare Israele e di contrastare il legittimo governo di Baghdad;
secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, Prodi non avrebbe avuto alcuna reazione neanche di fronte alle dichiarazioni di Khamenei che avrebbe sostenuto che finché ci saranno truppe straniere in quell'area non ci potrà essere pace, dimenticando che in quell'area del mondo vi sono, impegnati proprio in missioni di pace, anche soldati italiani;
da un articolo della agenzia Apcom, datata 15 ottobre, si apprende che Romano Prodi ha preso una posizione politico-diplomatica alquanto discutibile, lodando la «cooperazione» dell'Iran in materia di nucleare;
va stigmatizzato un comportamento che appare quantomeno discutibile sia sotto il profilo formale, vista la carica ricoperta dal Presidente Prodi che, fatto ben più grave, sotto il profilo sostanziale, in considerazione delle gravi affermazioni fatte nell'occasione dai due leaders iraniani -:
se Romano Prodi si sia recato in Iran su incarico del Ministro degli affari esteri o del Governo italiano;
se l'Esecutivo sia a conoscenza della visita effettuata dall'ex premier Romano Prodi al Presidente dell'Iran Ahmadinejad e dei motivi dell'incontro;
quali fossero i limiti del suo mandato;
se non ritenga che l'atteggiamento tenuto in tali occasioni si ponga in oggettivo contrasto con la politica estera italiana e quali iniziative intenda assumere al riguardo.
(5-00496)

Interrogazioni a risposta scritta:

PAOLO RUSSO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 16 agosto 2007 il cittadino italiano Notaro prof. Carmine in uno alla sua consorte sig.ra Maria D'Addio, nell'ambito di un viaggio organizzato da un tour operator, si trovavano a transitare, alla frontiera tra Austria ed Ungheria, quali passeggeri, a bordo dell'autobus appositamente predisposto dall'agenzia «Viaggi Coda» di Giovanni Coda & C s.n.c. corrente in Napoli al Viale Colli Aminei, 25;
al posto di frontiera i su citati signori esibivano agli addetti al controllo il loro documento d'identità, tipo «tessera modello AT e BT» rilasciata al professor Notaro (AT) e consorte (BT), dal Ministero della pubblica istruzione presso il quale il professore è in servizio in qualità di Dirigente scolastico, documento in regolare corso di validità e del resto esibito ed accettato alla frontiera fra Italia ed Austria;
inspiegabilmente, però, gli addetti al controllo, pur avendo identificato i signori Notaro, mediante tali documenti, ne vietavano l'ingresso in Ungheria, adducendo una carenza di validità, all'uopo, dei documenti stessi;
veniva, dunque, riservato loro, lo stesso trattamento che si osserva di norma, nei confronti dei cittadini clandestini, ossia gli stessi venivano controllati a vista e scortati persino ai servizi igienici; veniva, altresì, impedito loro di prendere contatto, sia con il proprio Consolato che

con il Ministero degli affari esteri ed infine venivano espulsi dal Paese alla stregua dei comuni piccoli delinquenti;
i signori Notaro dovevano, quindi, lasciare i compagni di viaggio ed affrontare da soli ed a loro ulteriore carico e spese, il rientro in Italia, privi di qualunque assistenza;
il comportamento degli addetti alla frontiera è manifestamente illegittimo e gravemente lesivo dei diritti dei signori Notaro, poiché, - come peraltro confermato dal Consolato Ungherese a Roma - i documenti da loro esibiti erano validi a tutti gli effetti ai fini dell'espatrio e nel caso di specie anche ai fini dell'accesso in Ungheria -:
quali provvedimenti intenda assumere affinchè sia accertata la liceità del comportamento degli addetti alla frontiera tra Austria ed Ungheria;
quali ulteriori iniziative intenda adottare, al fine di rappresentare nelle opportune sedi e condannare il trattamento riservato ai cittadini italiani in premessa.
(4-01384)

ANGELI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la ex legge 153 non ha più valore in sede extra europea e non permette gli interventi necessari sul territorio;
l'editoria italiana riserva scarsa attenzione alla produzione di materiale didattico (cartaceo e multimediale) per il mercato dell'America Latina, (materiale che diventa inesistente quando si parla di bambini e adolescenti);
le procedure di formazione e aggiornamento del corpo docente utilizzando risorse locali, d'accordo con università italiane, garantendo così la continuità di un processo formativo che non può essere quello saltuario offerto oggi continua ad essere alla base dei rapporti scolastici dell'america meridionale;
i sussidi previsti nei capitoli di spesa a questo argomento dedicati non sono stati erogati per intero negli anni 2005, 2006, 2007 -:
se e quando il Governo intenda saldare i sussidi erogati per gli anni scolastici 2004 e seguenti, dal momento che molti istituti stanno già chiudendo per mancanza di denaro necessario alla remunerazione degli stipendi ai docenti di lingua italiana;
se il Governo intenda promuovere tutte le azioni necessarie perché siano disponibili su tutto il territorio materiali didattici multimediali relativi a tutte le fasce scolastiche e in grado di soddisfare le esigenze di un mercato esponenziale;
se il Governo intenda produrre normative chiare e finalizzate all'effettiva diffusione della lingua italiana, dando agli enti status per produrre certificazioni che siano valide lungo tutto l'excursus scolastico;
se il Governo intenda promuovere la nascita di una scuola parallela tra l'Italia ed i vari stati che intendono usufruirne, per formare i futuri formatori scolastici al di fuori del territorio italiano.
(4-01387)

ANGELI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
fra i problemi che maggiormente angustiano gli italiani residenti all'Estero vi è il rinnovo della rete consolare;
i casi in cui nostri connazionali trascorrono intere giornate presso gli Uffici consolari, molte volte anche all'esterno, senza poter essere ricevuti o magari con la richiesta di tornare il giorno successivo per avere un certificato, sono aumentati in maniera esponenziale e se la richiesta è inerente all'ottenimento della cittadinanza o alla corresponsione dell'assegno pensionistico,

ci si può vedere addirittura rinviati al mese seguente e/o a quelli successivi;
talvolta per poter raggiungere la rappresentanza territoriale più vicina si deve affrontare un viaggio di diverse ore, e magari non essere ricevuti, nonostante il personale sia ben disposto e operi in turni massacranti, che coprono anche il termine dell'orario e dei giorni di lavoro, senza ovviamente ricevere pagamenti in busta paga per gli straordinari effettuati;
la legge 27 maggio 2002 n. 104 «Modifiche alla legge 27 ottobre 1988, n. 470, e ulteriori disposizioni per la rilevazione dei cittadini italiani residenti all'estero» prevede alcune disposizioni concernenti l'assunzione di impiegati temporanei al fine di espletare la rilevazione dei cittadini italiani all'estero ed altre mansioni che possano rendere più fruibile il lavoro della rappresentanza territorialmente competente; ma è recentemente avvenuto il licenziamento di questo personale, comunque di nazionalità italiana, che prestava un servizio utile allo smaltimento di pratiche in arretrato di anni e per il quale non si è trovata soluzione alternativa, lasciando nel più totale caos i consolati e gli uffici preposti al rilascio di certificati;
l'istituzione sul territorio di nuove agenzie consolari, da situare nelle vicinanze di agglomerati italo argentini, non comporterebbe un grande carico negli oneri di spesa da parte del Governo;
in Italia per il rilascio di un qualsiasi documento a persone extracomunitarie i tempi di attesa sono paradossalmente di molto inferiori, ed il rilascio di una cittadinanza avviene in periodi che sono la metà di quelli che affrontano in altre parti del mondo i nostri connazionali, ai quali questi diritti sono riconosciuti dalla stessa legge italiana, questo almeno per quanto concerne il funzionamento di alcuni consolati. Esempio veritiero è Rosario, in Argentina, dove il rapporto funzionario/utente è di 1 a 5500, rapporto che sottolinea l'impossibilità di smaltire il lavoro in arretrato perché in eccesso;
questo protrarsi dei lavori consolari fa si che la popolazione residente all'estero si senta abbandonata dallo Stato e di conseguenza la sfiducia nelle istituzioni cresce vorticosamente;
i costi per il rilascio di alcuni documenti come il passaporto sono esosi e con quei compensi si potrebbe retribuire, come già più volte dimostrato, personale competente al disbrigo di pratiche -:
se intenda procedere con l'istituzione di queste nuove strutture e magari una riorganizzazione di quelle già esistenti;
se non ritenga opportuno richiamare al lavoro gli impiegati temporanei di cui alla legge n. 104 del 27 maggio 2002, conosciuti anche con il nome di contrattisti e/o digitatori, così da portare quantomeno in parità il lavoro attingendo il denaro per i compensi sì dalla Finanziaria, ma anche dalla riduzione drastica delle spese nell'assunzione di personale di livelli troppo avanzati e dai tagli ai costi della politica.
(4-01388)

ANGELI. - Al Ministro degli affari esteri, Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il servizio televisivo nazionale quotidianamente trasmette due edizioni dei telegiornali regionali per regione;
il servizio televisivo nazionale all'estero, attraverso i canali di Rai international non diffonde il medesimo servizio;
le esigenze degli Italiani che risiedono all'estero sono le medesime degli italiani che risiedono nella madrepatria, se non maggiori in quanto attraverso la cronaca della loro regione possono sentirsi più vicini e magari conoscere le varie vicissitudini e accadimenti della propria terra natia -:
se il Governo desideri impegnarsi al fine di sfruttare i medesimi sistemi di trasmissione e magari fare un unico telegiornale che racchiuda tutte le notizie,

scorporandolo in fasce orarie a seconda della posizione geografica (esempio nord, centro, sud);
se il Ministro interrogato intenda indicare quali sono le possibili soluzioni a questa richiesta.
(4-01395)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

TRAPPOLINO, SERENI, VERINI, GOZI e BOCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
le mura poligonali del Comune di Amelia rappresentano una testimonianza eccezionale di opera difensiva pre-romana, databile intorno alla metà del IV secolo a.C.; le stesse sono sormontate da ulteriori mura ed abitazioni di epoca successiva, medioevali e rinascimentali;
le mura si sviluppano per oltre due chilometri raggiungendo altezze considerevoli, 14-15 metri. Emerge con particolare rilievo sia la parte relativa alla cinta difensiva del IV secolo a.C., formata da grandi conci in pietra poligonale a secco che la Porta Romana, principale accesso alla città, realizzato intorno al 1518 su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane;
la Regione Umbria, d'intesa con il Comune di Amelia, valutato lo stato di degrado di questa importante struttura ormai lesionata, sin dal 1992, aveva dato il via ad una intensa attività volta a recuperare un'opera oggettivamente compromessa;
il progetto di recupero, ipotizzava, oltre all'esigenza primaria di consolidamento strutturale delle mura, anche una serie di azioni strategiche finalizzate al passaggio dal restauro alla valorizzazione complessiva dell'opera stessa nonché alla riorganizzazione funzionale di tutte le aree limitrofe al perimetro delle mura, con un investimento previsto complessivo di euro 14.047.799,80;
a valere sui fondi di cui alla L.R. n. 19/81, la Regione ha messo a disposizione risorse finanziarie per euro 1.265.319,40 destinate ad indagini geologiche, redazione del progetto di massima, progettazioni esecutive e realizzazione dei primi interventi stralcio;
con la legge finanziaria per l'anno 2001 (L. 388/2000), lo Stato ha concesso un finanziamento di lire 9.000.000.000 per il consolidamento delle mura e l'accesso alla città stessa;
il 18 gennaio 2006, una porzione delle mura di Amelia ha subito un crollo che ha interessato il tratto tra la cosiddetta «Torre dell'ascensore» e la «Torre Postierla» per una lunghezza di circa 25-30 metri, all'interno dell'area di cantiere interessata dai lavori di consolidamento, ma non direttamente oggetto dei lavori stessi. In seguito a quell'evento, il Ministro per i beni e le attività culturali ha erogato un ulteriore finanziamento di euro 300.000 sul piano dei lavori 2006, che, insieme agli altri fondi disponibili ha consentito di fare i primi interventi di somma urgenza e la messa in sicurezza del cantiere e delle abitazioni circostanti;
il Ministero per i beni e le attività culturali, con decreto ministeriale 19 giugno 2007 ha disposto, nell'ambito del programma triennale dei lavori pubblici, un finanziamento di euro 500.000 per tre anni per la ricostruzione delle mura di Amelia, con la prima tranche già impegnata;
nei giorni scorsi, la Commissione interministeriale sulle mura, ha denunciato la mancata assegnazione del milione di euro residuo operato attraverso il taglio dei fondi provenienti dal gioco del lotto ed assegnati ai beni culturali;
tale mancata assegnazione dei fondi, già stanziati per i lavori pluriennali, comporterà l'interruzione dei lavori impedendo il completamento del ripristino

della parte di mura crollate mettendo a rischio anche la parte degli interventi già effettuati -:
quale diversa assegnazione abbiano avuto le risorse stanziate dal Governo Prodi, per gli interventi sulle mura di Amelia;
se il Ministro interrogato non intenda attivarsi per recuperare quelle risorse da destinare nuovamente alla ricostruzione e stabilizzazione di questo patrimonio archeologico che per la sua antichissima origine e per dimensioni rappresenta un elemento unico nel panorama storico del nostro Paese.
(4-01406)

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DIFESA

Interrogazione a risposta orale:

ASCIERTO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Comando artiglieria contraerea dell'Esercito ha sede in Padova dal 1968 ed è ubicato nel palazzo Camerini in centro città e si basa su otto Reparti dislocati in Padova, Rovigo, Ravenna, Mantova, Cremona, Bologna, Rimini e Sabaudia;
il Reparto Comando di Padova è situato all'interno della caserma Romagnoli nella immediata periferia della città ed ospita, oltre lo stesso Comando, anche la Compagnia Trasporti di Sostegno ed il Reparto SISMI;
le infrastrutture sono in ottimo stato, ed in particolare la caserma Romagnoli nella quale sono stati effettuati, sopportando elevati costi di denaro, lavori di manutenzione e ristrutturazione di ventinove alloggi che potranno ospitare novanta militari oltre ad un'ala della palazzina che ospita un grosso nucleo SISMI;
nella sede di Padova prestano servizio circa quattrocento militari fra Ufficiali, Sottufficiali e personale di truppa, cinquanta dei quali impegnati nella «operazione strade sicure»;
la maggior parte del personale, presente sul territorio da oltre un ventennio, è proprietario di abitazione acquistata facendo ricorso a mutuo bancario ed una eventuale movimentazione recherebbe notevoli disagi, anche di carattere economico, al personale;
da notizie assunte sembra che lo Stato Maggiore Esercito abbia allo studio lo spostamento del Comando Artiglieria contraerea da Padova in Sabaudia e contestualmente la chiusura della caserma Romagnoli da effettuarsi entro il 31 dicembre 2008;
lo spostamento del Comando in Sabaudia avrà costi non prevedibili per la riorganizzazione strutturale della caserma ospitante, essendo fra l'altro questa città, ad alta vocazione turistica, priva di alloggi demaniali da assegnare al personale -:
se il Ministro interrogato non ritenga di impartire disposizioni per un ulteriore e più approfondito studio del problema ed evitare un consistente dispendio di risorse economiche nonché di mortificare il morale del personale già fortemente preoccupato per lo spostamento del Comando dalla sede di Padova.
(3-00193)

TESTO AGGIORNATO AL 23 GIUGNO 2010

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

LO MONTE e BRUGGER. - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Per sapere - premesso che:
da notizie apparse su agenzie di stampa del 1° ottobre 2008 è stato depositato un esposto all'Autorità garante della concorrenza e del mercato su presunte politiche poco trasparenti attuate dal

Banco di Sicilia sul mercato siciliano nella gestione dei mutui casa riservati alle famiglie;
in particolare, sembra che il Banco di Sicilia, in virtù della posizione dominante nel mercato, abbia deciso di applicare nel secondo semestre del 2008 spread maggiori rispetto a quelli «minimi» del pricing at risk legati alla rischiosità del cliente) premiando i dipendenti per quanto più riescono nell'operazione;
in un documento interno della direzione «Retail Funzione family» del Banco di Sicilia inviato, secondo l'agenzia di stampa, a tutte le sue filiali sarebbero state definite le linee guida necessarie per spiegare ai dipendenti il nuovo comportamento da assumere con la clientela, nel concreto, per quei mutui venduti con uno spread, maggiore rispetto alla rischiosità del cliente viene riconosciuta ai dipendenti una commissione incentivante che arriva fino all'1 per cento;
se tale notizia dovesse rispondere al vero non si comprende come ciò possa essere accaduto a fronte delle norme che, attualmente, regolano la materia, quali l'obbligatorietà dello scambio continuo di informazioni operative tra Istituto di credito e Banca d'Italia, la presenza di controlli della Consob e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, la presenza di visite ispettive a cadenza media biennale da parte della Banca d'Italia;
i controlli devono essere inoltre garantiti attraverso organismi interni dell'Istituto quali il collegio sindacale, il risk controller, attivato secondo la tecnica dei controlli di linea, la convalida interna, la revisione interna (obiettivo prioritario attribuito è quello di concorrere ad assicurare la buona gestione d'impresa con una compatibile assunzione di rischi ed una corretta condotta operativa), la pubblicità delle attività dell'istituto, la redazione di un codice etico;
il decreto legislativo n. 231 del 2001 prevede, inoltre, per le imprese che scelgono volontariamente (il decreto non prevede obblighi) di adottare un codice di condotta o di comportamento in linea con le prescrizioni in esso definite, di escludere la propria responsabilità amministrativa derivante da reati commessi dal management o da dipendenti nell'interesse dell'impresa stessa. Naturalmente perché ciò avvenga il codice deve essere conosciuto e rispettato da tutti i soggetti interessati;
se la notizia fosse confermata, susciterebbe molti interrogativi il fatto che si sia potuto organizzare all'interno della banca un sistema occulto di intermediazione interna espressamente vietato dalla legge, senza che alcuno degli organi di controllo abbia fatto i dovuti rilievi;
il rischio di conflitti di interesse nel comparto finanziario, specie in queste ultime settimane, è argomento inserito in tutte le agende di Governo al fine di garantire i risparmiatori ed i consumatori da manovre speculative tendenti a scaricare su di loro la crisi finanziaria in essere;
il Parlamento Europeo, ad esempio, con l'approvazione, il 23 settembre 2008 della relazione di iniziativa legislativa sollecita ha sollecitato la Commissione a presentare proposte legislative volte a migliorare la supervisione dei mercati finanziari, compresi i fondi hedge e di private equity. Raccomanda quindi norme in materia di stabilità finanziaria, di trasparenza, di indebitamento eccessivo e di conflitti di interesse. A quest'ultimo proposito, chiede di sottoporre le agenzie di rating a un meccanismo di supervisione europeo e di imporre loro la separazione delle attività di rating dagli altri servizi -:
quali iniziative il Ministro dell'economia abbia intenzione di porre in essere per verificare se tali scelte abbiano un carattere nazionale, e, nel caso, quali iniziative anche normative intenda assumere affinché siano adottati in tempi immediati, strumenti idonei a garanzia dei consumatori;
se l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, sia intervenuta al fine

di accertare che non siano state violate le norme sulla concorrenza e sulla trasparenza bancaria e per bloccare eventuali posizioni dominanti di mercato, e in caso contrario se non ritenga necessario richiedere l'avvio di un'indagine alla medesima autorità ai sensi dell'articolo 12 della legge n. 287 del 1990.
(4-01383)

LAMORTE, LEO, LO PRESTI, CORSARO, MOFFA, PROIETTI COSIMI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
è di tutta evidenza come il blocco indiscriminato, per il 2009, di risorse destinate al finanziamento dei fondi per la contrattazione integrativa possa pregiudicare fortemente le attività dell'Inpdap proprio nel momento in cui lo stesso istituto si appresta a portare a compimento un profondo percorso di cambiamento organizzativo, culturale, tecnologico e patrimoniale, avviato dal 2004;
il processo di programmazione, anche per l'anno 2009, è caratterizzato, infatti, sia da una forte spinta all'applicazione o al consolidamento di innovazioni tecnologiche ed informatiche (rilascio di nuovi applicativi e potenziamento dei supporti di hardware e di rete), sia da interventi di natura organizzativa ed informatica che modificano profondamente le prassi operative ed i comportamenti gestionali puntando alla creazione di un ambiente consono a realizzare le condizioni ottimali per il conseguimento di obiettivi di efficienza, trasparenza e di efficacia dei servizi resi;
oltre che da motivi di ordine produttivo e funzionale, l'esigenza di escludere l'Inpdap, come tutte quelle amministrazioni virtuose, dal campo delle applicazione dell'articolo 67 del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito dalla legge n. 133/2008 nasce proprio dalla finalità per la quale la stessa disposizione legislativa è stata introdotta: ossia, voler ancorare la disapplicazione, per il 2009, delle disposizioni speciali che prevedono risorse aggiuntive dei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa al riordino della materia del trattamento accessorio rivolta a definire una più stretta correlazione di tali trattamenti alle maggiori prestazioni lavorative ed allo svolgimento di attività di rilevanza istituzionale che richiedono particolare impegno e responsabilità così come, peraltro, previsto dall'articolo 45 del decreto legislativo n. 165/2001;
a tale proposito, occorre sottolineare che l'Inpdap, già da alcuni anni, ha legato l'erogazione dei trattamenti accessori a criteri di produttività collettiva così come indicato al comma 3, lettera b) dell'articolo 45 sopra citato, collegando l'effettiva erogazione del trattamento all'apporto individuale del singolo dipendente;
nei contratti collettivi integrativi che si sono susseguiti nel tempo sono stati individuati obiettivi di erogazione delle prestazioni sia in termini quantitativi che qualitativi di «correntezza» di alcune prestazioni come le «pensioni subito» (dal 2004) e le prestazioni di TFS, nonché obiettivi di progetto (piani di azione) legati a processi di cambiamento e di innovazione tecnologica ed organizzativa opportunamente misurati attraverso rilevazioni ad hoc;
il livello delle prestazioni istituzionali viene valutato anche in termini di efficienza/produttività tecnica sulla base di indicatori di efficienza calcolati sia in relazione alle singole prestazioni, che di processo, nonché di struttura o sede;
il sistema degli indicatori tiene conto del personale impiegato nelle linee, nonché di tutto il personale in servizio presso la sede operativa in maniera tale che l'efficienza della struttura possa essere valutata a prescindere dai periodi di assenza dei dipendenti;
l'erogazione del salario accessorio collegato alla produttività collettiva, per di più, tiene conto di tutti i periodi di assenza per malattia inferiori a 15 giorni;

in tale contesto, c'è da rilevare, inoltre, che i diversi provvedimenti di «blocco delle nuove assunzioni» hanno impedito di adeguare la dotazione organica alle effettive necessità atteso che l'Inpdap, nel processo di riforma della pubblica amministrazione, ha acquisito sempre nuove funzioni, in particolare in materia di trattamenti pensionistici (subentrando nelle competenze delle amministrazioni statali), di gestione delle entrate contributive, di liquidazione del TFR per i nuovi assunti, di gestione diretta del patrimonio immobiliare, dell'ampliamento delle prestazioni creditizie e sociali;
l'estensione delle competenze ed il trasferimento di attività prima svolte da altre P.A. non hanno comportato il contestuale passaggio del personale che in tali amministrazioni le svolgeva e ciò nonostante le previsioni di cui all'articolo 31 del decreto legislativo n. 165/2001 ed il principio costantemente affermato dalla stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica - sulla necessità che, in questi casi, si proceda ad una decurtazione dell'organico dell'amministrazione cedente e ad un contestuale incremento di quello dell'ente che vuole ampliare le proprie competenze;
nonostante ciò, nel caso dell'ultimo biennio, il volume delle prestazioni istituzionali costituenti gli obiettivi di produzione da conseguire ai fini del trattamento accessorio di produttività hanno determinato un costante aumento del grado di efficienza rilevato anche grazie alla previsione:
a) di un sistema di indicatori per la misurazione e la verifica delle prestazioni/servizi sia in termini di realizzazione, sia con riguardo al grado di soddisfazione degli utenti in un'ottica di miglioramento continuo dell'organizzazione e razionalizzazione delle attività;
b) di politiche di incentivazione della produttività in grado di creare un più stretto rapporto tra attività di misurazione/valutazione dei risultati raggiunti e l'apporto lavorativo collettivo e individuale al raggiungimento degli stessi;
c) di procedure di valutazione del personale intese quale strumento in grado di valorizzare le competenze e le capacità di sviluppo, con particolare riferimento alla valutazione della prestazione e dell'apporto individuale correlati alle politiche di incentivazione della produttività;
d) di un sistema formativo per il miglioramento delle competenze dei dipendenti e dell'organizzazione in relazione alle priorità, agli obiettivi e alle strategie dell'Ente;
l'Inpdap ha, inoltre, completato il percorso di riordino e potenziamento dei meccanismi dei controlli interni previsti dal decreto legislativo 286/99, prevedendo, con riferimento alla dirigenza, l'adozione di un sistema di valutazione, quale presupposto al configurarsi di ipotesi di responsabilità dirigenziale in caso di risultati negativi dell'attività amministrativa e della gestione o di mancato raggiungimento degli obiettivi valutati con sistemi e garanzie previsti dalle normative vigenti;
è appena il caso di accennare, infine, che gli effetti della normativa in oggetto non si dispiegano in misura uguale nei confronti di tutte le amministrazioni pubbliche: in taluni casi, il taglio di risorse supera anche il 50 per cento dell'ammontare dei fondi utilizzati per la contrattazione integrativa; in altri, tale percentuale non supera il 10 per cento delle disponibilità, determinando, quindi, ingiustificate disparità di trattamento tra dipendenti anche dello stesso comparto;
tali considerazioni spingono l'interrogante a chiedere la modifica dell'articolo 67 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito in legge n. 133/2008, prevedendone la non applicazione per quelle amministrazioni che, come l'Inpdap, abbiano già avviato quei processi di riordino tali da consentire la correlazione dei compensi incentivanti accessori ai risultati da conseguire, all'effettivo aumento della produttività e all'apporto individuale -:
se il Governo non intenda assumere iniziative normative dirette a modificare

l'articolo 67 del decreto-legge n. 112/2008, convertito dalla legge n. 133/2008, nella parte in cui prevede, indiscriminatamente, la disapplicazione di norme che consentono il finanziamento per l'erogazione dei compensi incentivanti legati alla produttività dei dipendenti pubblici e non, invece, la possibilità di salvaguardare i livelli di produzione programmati dalle amministrazioni pubbliche, in particolare dagli enti previdenziali, volti al consolidamento di progetti che assicurino l'efficienza e la qualità delle prestazioni erogate in un'ottica di miglioramento continuo e di crescita verso il modello di pubblica amministrazione che sia sempre più in grado di rispondere alle esigenze della collettività e che costituisce obiettivo primario di intervento del Governo.
(4-01385)

ANGELI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria 2007) al comma 1314 dell'articolo unico dispone: «Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, che ne verifica la compatibilità con gli obiettivi indicati nell'aggiornamento del programma di stabilità e crescita presentato all'Unione europea, una quota non inferiore al 30 per cento dei proventi derivanti dalle operazioni di dismissione di cui al comma 1313, può essere destinata al rifinanziamento della legge 31 dicembre 1988, n. 477, per la ristrutturazione, il restauro e la manutenzione straordinaria degli immobili ubicati all'estero -:
quali provvedimenti, in relazione alla norma citata in premessa, il Ministro interrogato abbia adottato, quali intenda adottare e secondo quali criteri intenda agire, nella scelta discrezionale di un determinato immobile rispetto ad altri.
(4-01391)

BRANDOLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
gli enti locali stanno predisponendo il bilancio preventivo 2009 e devono fare i conti con una legislazione in movimento e innumerevoli problemi interpretativi;
per il combinato disposto dell'articolo 1, comma 557 della legge n. 296 del 2006 (Finanziaria 2007) come integrato dall'articolo 76, comma 1, della legge n. 133 del 2008 (di conversione del decreto Brunetta) e dell'articolo 76, comma 5, della legge n. 133 del 2008 gli enti locali soggetti al rispetto del patto di stabilità interno devono assicurare:
a) la riduzione delle spese di personale, nelle quali sono ricomprese, fra le altre, anche quelle sostenute per i rapporti di co.co.co. e per la somministrazione di lavoro;
b) la riduzione dell'incidenza percentuale delle spese di personale rispetto al complesso delle spese correnti, con particolare riferimento alle dinamiche di crescita della spesa per la contrattazione integrativa...;
nonostante l'obbligo di cui alla lettera a) sia vigente da diversi anni non è ancora chiaro se nella determinazione della spesa di personale si debba ricomprendere anche la maggior spesa derivante dai rinnovi contrattuali;
l'onere di riduzione di cui alla suddetta lettera b) diventerebbe oltremodo difficile da conseguire se fra le spese di personale dovessero ricomprendersi anche gli aumenti contrattuali in quanto se si incrementano la spesa corrente e la spesa di personale di un eguale importo (pari agli aumenti contrattuali) l'incidenza percentuale della seconda rispetto alla prima non resta uguale ma aumenta con la conseguenza che - dopo alcuni rinnovi contrattuali - un ente «immobile» - che non assume e non spende di più - si vedrebbe costretto ad aumentare le spese correnti o a licenziare qualcuno per rispettare la norma;
gli aumenti contrattuali - come appare del tutto logico - non si computano

nella determinazione della spesa di personale ai fini del rispetto degli obblighi di riduzione -:
se non ritenga di addivenire in tempi brevi, visto l'approssimarsi della scadenza di approvazione del bilancio, ad un chiarimento definitivo con l'emanazione di una circolare che metta gli enti locali nelle condizioni di predisporre i bilanci in condizioni di certezza e senza l'assillo di interpretazioni sbagliate da parte degli ispettori ministerali o della Corte dei conti.
(4-01393)

TORAZZI e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
da ormai due settimane abbiamo assistito ad un taglio dei tassi di sconto delle principali economie dell'occidente dello 0,5 per cento. Il tasso della BCE è passato al 3,75 per cento, ciò nonostante il tasso euribor a tre mesi, in pratica dettato dalle grandi banche per lo più europee, usato come riferimento nei contratti di mutuo alle famiglie e alle aziende, rimane pressoché fermo al 5,20 per cento con uno spread pari all'1,45 per cento;
gli ultimi interventi congiunti dei governi occidentali hanno rimosso tutte le cause speciali che potevano in qualche modo giustificare una simile enorme differenza. Ormai il fixing del tasso euribor a tre mesi appare all'interrogante più una sorta di truffa verso aziende e famiglie che un contratto;
a titolo esemplificativo su un mutuo di 80.000 euro l'incidenza risulta di quasi 100 euro al mese. Appare chiaro che stante quanto esposto l'euribor dovrebbe scendere immediatamente al 4,25 per cento per poi evolvere ad un valore che dia un differenziale massimo dello 0,15-0,25 per cento rispetto al tasso ufficiale di sconto -:
quali ulteriori iniziative intenda adottare, di concerto con altri Governi dei Paesi membri dell'Unione europea, al fine di favorire la discesa dei tassi di interesse e conseguentemente del tasso euribor, in maniera tale da sostenere effettivamente famiglie ed imprese.
(4-01403)

REALACCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la Torre Medicea di Marciana Marina è da due anni occupata illegalmente dalla Famiglia Brignetti. Con sentenza del 15 novembre 2005 della Corte d'Appello di Firenze, resa in giudizio di rinvio, per decisione di cassazione e rinvio della Suprema Corte di Cassazione del 31 gennaio - 24 aprile 2003, n. 6522, è stato dichiarato nullo e di nessun effetto il contratto di compravendita della Torre Medicea di Marciana Marina stipulato il 2 aprile 1953 tra il Demanio della Stato e Raffaello Brignetti, coniuge dell'attuale occupante, Ambretta Quaresima Brignetti;
tale decisione è passata in giudicato il 15 dicembre 2006 per decorso dei termini di legge e in assenza di notificazione alle parti soccombenti da parti dell'Amministrazione comunale dell'epoca, il complesso monumentale è rientrato de jure nella piena proprietà e disponibilità dello Stato e, per esso, dell'Agenzia del territorio;
la Torre di Marciana Marina è il monumento più significativo del Comune, tanto da essere rappresentata fin dalla costituzione del Comune stesso nel suo stemma e in ogni altro riferimento identificativo. Essa costituisce, per i suoi cittadini, un elemento identitario molto forte e il mancato rientro de facto della Torre nella disponibilità pubblica sottrae a questi ultimi la possibilità, lungamente attesa, di fruizione del monumento;
il sopracitato giudicato non trova applicazione poiché la cessata proprietaria Ambretta Quaresima Brignetti continua a esercitare il possesso del complesso tramite un suo ospite e ad oggi non risulta alcun intervento da parte delle istituzioni

competenti volto a far cessare l'occupazione ingiustificata e illegittima di quello che è il simbolo del Comune di Marciana Marina;
l'unica iniziativa assunta, al momento, dall'Amministrazione comunale è stata una richiesta di concessione temporanea - ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 296/2005 - in data 9 ottobre 2006, che si ritiene inconferente alla finalità di fruizione pubblica del patrimonio culturale e in ogni caso estranea alla normativa di riferimento (il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) e pertanto non idonea a raggiungere l'obiettivo prefisso; recentemente, e solo dopo le proteste dell'opposizione consiliare, un esposto di Legambiente e l'avvio di una raccolta di firme, il Sindaco di Marciana Marina ha inviato una lettera al Ministro per i Beni e le Attività Culturali per sottoporre alla sua attenzione il caso, che, in ogni caso, era stato già esposto al Ministero in precedenti occasioni -:
se al Ministro dell'Economia e delle Finanze e al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e non intendano attivare tutti gli strumenti di legge volti ad assicurare alla popolazione la fruizione del bene culturale, anche mediante progetti di valorizzazione, come previsto dalla legge ed accertare se l'attività omissiva dell'amministrazione comunale del Comune di Marciana Marina attualmente in carica concorra alla perpetuazione dell'attività illecita denunciata.
(4-01405)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

HOLZMANN. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
a Bolzano esiste un carcere perennemente sovraffollato e fatiscente, collocato nel centro della città;
tale struttura non è idonea né per i detenuti, né per il personale della Polizia Penitenziaria che a causa della tipologia delle celle è costretto ad intervenire in situazioni di pericolo;
da anni si parla di realizzare un nuovo carcere a Bolzano ed è stata individuata un'area vicino all'aeroporto che i tecnici del Ministero hanno già valutato e ritenuto idonea;
c'è la disponibilità, da parte della Provincia Autonoma di Bolzano d'intervenire sostenendo parte dei costi necessari, attraverso un'operazione di permuta dell'attuale struttura carceraria e con l'acquisizione di alcune aree militari già restituite al demanio, consentendo la realizzazione del nuovo carcere e dei relativi servizi accessori come la foresteria, indispensabile per il personale che proviene da altre regioni, in tempi ragionevolmente brevi -:
se il Ministro della giustizia sia intenzionato a riprendere la trattativa con la Provincia Autonoma di Bolzano per realizzare il nuovo carcere nella zona denominata «Aguzzo» nei pressi dell'aeroporto.
(5-00483)

TOMMASO FOTI e BERNINI BOVICELLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in un'affollata riunione tenutasi il 16 ottobre a Reggio Emilia, l'assemblea degli avvocati di quella città ha deciso il «boicottaggio» dei giudici onorari di tribunale (Got), in attesa che al Tribunale sia assegnato un numero di giudici adeguato al carico di lavoro che viene sviluppato e soprattutto in considerazione del fatto che a breve 6 giudici lasceranno il predetto Tribunale, senza che vi siano immediate possibilità di una loro sostituzione con altri giudici togati, mentre il personale amministrativo è sotto organico di ben 16 unità;
appare evidente che a breve si profilerà una situazione di denegata giustizia

presso il Tribunale di Reggio Emilia e che nessuna colpa può certo essere attribuita a coloro che esercitano l'attività forense che, giustamente, non accettano di avere come interlocutori sine die i Got, in attesa che siano assegnati al Tribunale i giudici togati che fatalmente a breve verranno allo stesso a mancare;
pare evidente che l'opposizione al Got, da parte della locale classe forense, non nasce da una pregiudiziale sfiducia nei confronti di detta figura, ma è evidente che a quest'ultimo non si può richiedere la preparazione e l'esperienza di un magistrato che ha superato un concorso, tanto più se è di fatto costretto ad intervenire nella fase prodromica alla sentenza -:
se e quali iniziative intenda assumere, con l'urgenza che il caso conclama, per impedire a breve la paralisi dell'attività nel Tribunale di Reggio Emilia, con negative conseguenze sia per gli operatori del diritto che per i cittadini che alla giustizia si rivolgono per vedere riconosciute le proprie ragioni.
(5-00484)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
il decreto-legge 28 agosto 2008, n. 134 e il disegno di legge di conversione dello stesso, recante disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi è funzionale al salvataggio dei servizi della compagnia di bandiera Alitalia attraverso la cessione di ramo d'azienda a favore di altra società italiana, individuata nella CAI spa;
è necessario preservare l'Hub di Milano Malpensa come piattaforma per i collegamenti con i voli internazionali e intercontinentali;
dal prossimo 25 ottobre 2008, l'aeroporto regionale del Friuli Venezia Giulia di Ronchi dei Legionari non sarà più collegato allo scalo milanese di Malpensa: la tratta in questione rientra, infatti, nelle 15 rotte che Alitalia aveva deciso di tagliare con l'entrata in vigore dell'orario invernale (peraltro, già con l'orario estivo, i voli da e per Milano erano stati ridotti da tre a due, passati successivamente ad uno all'inizio di ottobre);
ciò impedirà, di fatto, il collegamento dell'intera Regione Friuli Venezia Giulia con l'Hub di Milano Malpensa, deviando l'utenza con destinazione estera all'Hub di Roma Fiumicino o di altri aeroporti, neppure nazionali;
all'aeroporto di Ronchi dei Legionari l'utenza che ha usufruito dell'operativo voli verso Milano Malpensa, nel solo 2007, è di oltre 100.000 passeggeri, pari al 15,3 per cento dell'intero traffico dell'aeroporto regionale, in cui è compresa la quota strategica dell'utenza commerciale o d'affari -:
se il Ministro interrogato intenda attivarsi presso la CAI spa al fine di ripristinare il collegamento tra l'aeroporto regionale Friuli Venezia Giulia di Ronchi dei Legionari con Milano Malpensa, evitando il conseguente disagio per il territorio regionale e il grave danno per il suo aeroporto oltreché per quello lombardo;
se il Ministro interrogato intenda attivarsi per favorire il ripristino del collegamento con Milano Linate, altrettanto utile per i cittadini e le imprese dei territori collegati alla nostra Regione e alla capitale economica del Paese.
(2-00185)
«Monai, Di Centa, Gottardo, Contento, Antonione, Fedriga, Follegot, Compagnon, Rosato, Strizzolo, Maran, Farina Coscioni».

Interrogazione a risposta in Commissione:

GRIMOLDI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 6 maggio 2000, dalla Centrale è partito il primo e unico «Malpensa Brianza Express»;
i promotori del viaggio dimostrativo - Assindustria Monza e Brianza; Cgil, Cisl e Uil Milano e Brianza; Associazione piccole e medie imprese di Milano e provincia; Gruppo mobilità Monza e Brianza; Associazione nazionale utenti trasporto pubblico e alcuni settimanali locali, hanno inteso provare che esiste già una rete ferroviaria della Brianza, in grado di collegare direttamente Milano a Malpensa con benefici non solo per le aree produttive milanesi e briantee ma anche per le città di Bergamo, Como, Lecco e Monza;
secondo gli organizzatori dell' iniziativa, andava intravista in realtà la possibilità di costruire un vero e proprio sistema ferroviario regionale, con un bacino di utenza di quasi quattro milioni di residenti, capaci di rompere lo schema «Milanocentrico» dei collegamenti fra l'Est e l'Ovest della Lombardia;
i promotori dell'iniziativa invece, proponevano una soluzione a breve termine che prevedeva lo sfruttamento della linea delle Ferrovie Nord da Seregno a Saronno: 14 chilometri di binari oggi utilizzati solo parzialmente per il traffico merci;
nel potenziamento tratta Saronno-Seregno, in data 21 maggio 1999 FNME ha presentato il progetto preliminare dell'opera alla Regione Lombardia. In data 27 giugno 2002 si è conclusa positivamente la conferenza di servizi;
in sede di accordo preliminare tra Regione Lombardia e Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sono stati stanziati 25.822.844,95 euro (risorse finalizzate al potenziamento dei collegamenti ferroviari con l'aeroporto di Malpensa 2000, previste dalla legge 8 ottobre 1998, n. 354);
la Regione ha stanziato 223.109,38 euro. Nel marzo 2003 è stato presentato il progetto preliminare al CIPE per l'inserimento in legge obiettivo;
nel settembre 2004 il CIPE ha approvato il progetto preliminare. Ad agosto 2005 FNM ha consegnato al CIPE il progetto definitivo. La conferenza dei servizi indetta dal CIPE ha avuto esito positivo e nella seduta del 22 marzo 2006 il CIPE ha approvato il progetto definitivo dell'opera per un costo di 75,5 milioni di euro;
il progetto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel settembre 2006. Nell'ottobre 2007 si è chiusa la gara per l'appalto integrato per la progettazione esecutiva e la realizzazione degli interventi. Entro la primavera del 2008 sarà firmato il contratto con il vincitore della gara, in modo da aprire la tratta nel 2010;
il «Malpensa Brianza Express» sarebbe dovuto partire da Milano Centrale, percorrere la linea per Como-Chiasso delle Fs fino a Seregno e da qui raggiungere in 7 chilometri Cesano Maderno, dove avrebbe incaricato la Milano-Asso delle Nord;
a Cesano era già prevista e finanziata una nuova stazione, che avrebbe consentito anche ai passeggeri della Milano-Asso di raggiungere Saronno e Malpensa;
questa linea serve oggi migliaia di pendolari ogni giorno in gran parte costretti, per raggiungere Saronno da Asso, a scendere fino alla stazione di Bovisa per poi ritornare indietro. Ipotizzando un servizio di un treno ogni mezz'ora, si è calcolato che il «Malpensa Brianza Express» impiegherebbe fra i 50 e i 60 minuti per coprire la tratta fra Milano e lo hub;
il campione di imprese, selezionato dall'Ufficio studi dell'Aimb per tracciare una mappa dell'utilizzo dei voli aerei con destinazione europea e nazionale, ha confermato l'intensità di relazioni fra l'area della Brianza e i distretti industriali più avanzati;

le cifre diventano ancor più ragguardevoli, poi, se si rapportano alle oltre 2.000 imprese industriali del territorio e al tessuto economico nel suo complesso, che esporta all'estero per quasi il 60 per cento della propria produzione;
all'estero gli imprenditori brianzoli volano soprattutto verso Germania (24,7 per cento), Francia (18,8 per cento), Spagna (13,4 per cento) e Inghilterra (13,3 per cento). Scali più frequentati in Europa: Parigi, Londra, Francoforte, Barcellona, Madrid, Bruxelles, Düsseldorf, Amsterdam, Zurigo, Vienna; in Italia: Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania, Cagliari, Pescara, Ancona, Venezia, Brindisi, Firenze, Olbia -:
se il Ministro interrogato essendo a conoscenza della situazione non intenda intervenire per sbloccare una situazione che oltre ad agevolare il sistema produttivo dell'area brianzola, permetterebbe alle migliaia di pendolari che gravitano nella zona indicata di poter usufruire di un sistema ferroviario alternativo a quello attuale, alleggerendo altresì il sistema di trasporti su gomma che congestiona quotidianamente la viabilità stradale lombarda.
(5-00486)

Interrogazioni a risposta scritta:

CRISTALDI, ANGELA NAPOLI, PATARINO e DIMA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere:
quali urgenti iniziative intendano adottare a seguito della condanna dell'Italia con sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea e con la quale si afferma che l'Italia «non ha provveduto ad elaborare ed adottare, per ciascun porto italiano, piani di raccolta e gestione degli scarichi delle navi»;
se risponda a verità che nessuna concreta iniziativa sia stata adottata, in applicazione della direttiva dell'UE, nei porti di Augusta, Brindisi, Reggio Calabria, Palermo, Mazara del Vallo, Chioggia, Venezia, Porto Cervo Marina e Marina di Portosole ed in altre strutture portuali facenti parte dei 19 porti selezionati dalla Commissione europea per verificare la buona applicazione della direttiva.
(4-01392)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
all'attività di Trenitalia Spa di pubblicazione di «bandi di gara» relativi a «servizi di pulizia del materiale rotabile e degli impianti industriali di Trenitalia» fa seguito - puntualmente - la pronuncia di organi amministrativi (Tar o Consiglio di Stato) - aditi dalle parti che ritengono di essere lese nei propri diritti - del tutto sfavorevole alla detta società;
non si capisce l'accanimento con cui si persegue a tutti i costi, da parte di Trenitalia Spa, la volontà di affidare un servizio cosi delicato sul territorio nazionale in ragione di un appalto diviso in più lotti, la qual cosa non risulta assentita qualora si verta nell'ipotesi di affidamento di un servizio rientrante nell'ambito dei settori cosiddetti «speciali»;
detta valutazione trova puntuale conferma al punto 6, lettera e) dell'allegato XIII del decreto legislativo n.163/06. In detto caso, infatti, non risulta possibile suddividere l'appalto in più lotti, mentre la possibilità di presentare offerte per una parte dei servizi va intesa come una facoltà per l'operatore economico interessato, concessa - se del caso - alla stazione appaltante, la quale ha come alternativa quella di esigere che l'operatore economico presti offerta per l'intero servizio -:
se non ritenga, a fronte di atti più volte censurati dal giudice adito, di dovere richiedere a Trenitalia Spa i motivi di una siffatta condotta superficiale, atteso che dette censure minano la credibilità dell'azienda e radicano il legittimo sospetto che - a parere dell'interrogante - dette

gare si vogliano a tutti i costi celebrare solo per mettere in difficoltà gli attuali esercenti del servizio;
se non ritenga invece di intervenire affinché l'azienda valuti attentamente i rischi che si accolla passando da un numero ristretto di qualificati esercenti il servizio di pulizia ad una pletora di operatori che, proprio in ragione delle minori dimensioni delle proprie aziende, fatalmente finiranno per negativamente riversare sul servizio la modesta capacità di svolgerlo.
(4-01399)

...

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

RONDINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'avvalersi del personale degli istituti di vigilanza da parte delle filiali degli istituti bancari si è rivelato efficace deterrente contro eventuali azioni criminose ai danni delle filiali stesse;
negli ultimi anni, tra i clienti degli istituti bancari è aumentato il numero di cittadini relativamente anziani che si recano fisicamente agli sportelli, per il ritiro della pensione piuttosto che per il pagamento di spese ed utenze, visto il crescere di questo tipo di servizi e dato che certe fasce di età sono meno avvezze all'utilizzo di strumenti a distanza quali l'home banking;
la presenza delle guardie giurate aumenta indiscutibilmente il livello di sicurezza percepita degli utenti delle filiali, ma più in generale del quartiere entro cui la filiale è inserita;
per ragioni economiche gli istituti bancari non garantiscono una presenza costante del personale di vigilanza presso ogni singola filiale, ma tendono ad impostare delle turnazioni su più uffici -:
se il Governo, nell'ambito dei futuri provvedimenti per la sicurezza urbana,intenda prendere in considerazione l'ipotesi di una gestione coordinata tra gli istituti bancari e i Comuni della turnazione delle guardie giurate, in modo da garantire una migliore pianificazione locale del presidio del territorio;
se il Governo intenda prendere in considerazione ipotesi di detrazione dalle imposte fiscali delle spese che gli istituti bancari sostengono per la vigilanza, in modo da attivare meccanismi di incremento del numero di filiali presidiate, privilegiando quegli istituti che intendano collaborare e coordinarsi con gli enti locali.
(4-01386)

MAZZONI, MASSIMO PARISI, TOCCAFONDI e BONCIANI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la riforma della scuola varata dal Governo è un provvedimento necessario e urgente per rafforzare il principio di autorità, indebolitosi pericolosamente negli ultimi anni, per rilanciare i princìpi del merito e della disciplina mettendo fine ai deleteri lasciti del Sessantotto e per porre fine a un'emergenza - anche finanziaria - ormai insostenibile;
la sinistra ha messo in campo una campagna di disinformazione con parole d'ordine secondo cui lo scopo del decreto sarebbe quello di «uccidere la scuola», «togliere il tempo pieno» e «licenziare i maestri», mentre in realtà le famiglie potranno scegliere liberamente se lasciare i figli a scuola 24 o 27 o anche 40 ore alla settimana, e questa disinformazione generalizzata è stata la molla che ha fatto scattare centinaia di cortei e di occupazioni di edifici scolastici in tutta Italia;
in data 20 ottobre il preside dello storico liceo Cicognini di Prato, Luigi Nespoli, ha sollecitato l'intervento delle forze dell'ordine affinché venisse sgomberato l'istituto occupato da un gruppo di studenti, manifestando preoccupazione per la permanenza notturna degli occupanti al

l'interno della scuola per la possibilità di manomissione di delicate strutture scolastiche e per il timore che qualcuno possa approfittare della situazione per lo spaccio e l'uso di sostanze stupefacenti;
molti genitori preferiscono non mandare i propri figli a scuola nel timore di rappresaglie da parte della minoranza organizzata che contesta il decreto Gelmini;
inoltre, nel pomeriggio del 20 ottobre, al polo universitario di Novoli, a Firenze, 270 studenti del corso di Finanza aziendale sono stati costretti a non fare lezione a causa dell'occupazione in corso da parte del Collettivo di Scienze Politiche, vedendosi così privati del diritto di poter usufruire di un servizio per il quale hanno pagato le tasse;
la protesta anti-Gelmini sta prendendo una piega preoccupante, con manifestazioni che degenerano in scontri con le forze dell'ordine, com'è avvenuto a Milano, e si fa sempre più spesso uso del linguaggio e dei metodi di guerriglia urbana organizzando assedi alle scuole e agli atenei arrivando a interrompere servizi pubblici contando su una sorta di tacita immunità -:
quali misure intenda adottare per ripristinare la legalità negli istituti scolastici occupati e per consentire la frequenza delle lezioni alla maggioranza degli studenti che da giorni, o addirittura da settimane, si vede privata del diritto allo studio da una minoranza violenta che sta imponendo la propria volontà limitando la libera determinazione di chi va a scuola non per perpetuare l'eredità ideologica del Sessantotto, compiendo una vergognosa opera di falsificazione e di ignobile strumentalizzazione della riforma Gelmini, ma per prepararsi, attraverso l'applicazione e l'impegno scolastico, ad essere domani protagonisti attivi nella società e nel mondo del lavoro.
(4-01401)

SALVINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, principale dispositivo di soccorso tecnico urgente di cui disponga il Paese, versa in una evidente situazione di carenza d'organico che risulta ancor più pronunciata nelle regioni settentrionali, alle quali, in ragione della mancata applicazione dei principi di decentramento e regionalizzazione del reclutamento, viene sempre più frequentemente destinato personale inesperto e senza una reale conoscenza del territorio;
il predetto personale destinato ai presidi dei Vigili del fuoco nelle regioni settentrionali tende inoltre a richiedere rapidamente il proprio avvicinamento ai comuni di origine o residenza, con grave pregiudizio ulteriore per la possibilità di garantire standard adeguati al servizio tecnico urgente in ampie zone del territorio nazionale;
incoraggiano il diffondersi di questi comportamenti una normativa e misure amministrative abbastanza permissive, come la circolare 63151 del 24 settembre 2007, emanata dalla Direzione centrale per le risorse umane del Dipartimento dei vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno, che privilegiano i diritti del singolo a discapito di quelli delle comunità beneficiarie del servizio tecnico urgente -:
se il Governo ritenga opportuno intervenire con propri provvedimenti od iniziative legislative per arginare il deflusso verso il centro-sud dei Vigili del fuoco inviati nelle regioni centro-settentrionali, in particolare scoraggiando la mobilità o precludendo la possibilità di presentare la richiesta di trasferimento ad altra sede per almeno cinque anni dalla data di assegnazione ad un determinato presidio territoriale.
(4-01402)

BERTOLINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
la situazione di sottomissione e schiavitù di molte donne musulmane in Italia subisce un continuo ed inesorabile peggioramento;

negli ultimi anni sono stati moltissimi gli episodi portati alla luce dalla cronaca nazionale e locale di omicidi, minacce, violenze nei confronti di ragazze musulmane, che avevano la sola colpa di volersi integrare nella società italiana, cercando di far convivere le proprie tradizioni, culturali e religiose, con quelle del paese ospitante;
i dati diffusi dalle associazioni femminili confermano che oltre l'80 per cento delle donne musulmane, presenti in Italia, sono analfabete e non conoscono il sistema alfanumerico, perché i padri o i mariti impediscono loro di emanciparsi attraverso l'istruzione;
la quasi totalità di queste donne non ha il permesso di uscire di casa senza un uomo del nucleo familiare al fianco, il che le rende di fatto delle vere e proprie prigioniere e le priva ingiustamente delle libertà e dei diritti di cui invece dovrebbero godere;
i casi di donne vittime di matrimoni poligamici, vietati dall'ordinamento penale italiano, si moltiplicano, costringendo le donne islamiche a dover subire umiliazioni e a vivere in una condizione di subalternità nei confronti dei mariti;
un grave episodio è avvenuto in data 10 ottobre 2008, a Reggio Emilia, dove una ragazza marocchina di 19 anni è stata violentemente picchiata dai genitori, che giudicavano il suo stile di vita troppo «occidentale»;
la sua condotta avrebbe violato quelle che appaiono all'interrogante le rigide regole del fanatismo islamico, secondo cui la donna deve essere sottomessa totalmente all'uomo, affidando a lui qualsiasi scelta e decisione sulla sua persona, violando completamente il diritto della libertà personale, il diritto all'istruzione, il diritto di espressione e manifestazione delle proprie idee;
questi episodi di violenza e intolleranza, oltre a suscitare una forte indignazione nella nostra società, devono far riflettere sul fatto che, secondo quanto risulta all'interrogante, la maggior parte dei fenomeni di emarginazione e discriminazione ai danni delle donne musulmane sono compiuti proprio da componenti del loro nucleo famigliare e da fedeli del loro stesso credo religioso -:
se siano a conoscenza dell'episodio come sopra descritto e se intendano fornire elementi su eventuali nuove circostanze;
se le gravi violazioni delle più elementari regole di convivenza civile, del diritto penale e dei fondamentali diritti umani, che vengono sempre più spesso perpetrate sul nostro territorio, non comportino pericolose ripercussioni sull'ordine pubblico, sulle regole oramai radicate e consuetudinarie del rispetto delle pari opportunità tra uomo e donna e sui valori di laicità e tolleranza religiosa vigenti nel nostro paese;
se siano in grado di fornire dati precisi e statistiche relativi a questo fenomeno di violenza nei confronti delle donne straniere, soprattutto musulmane, che sembra in crescita nel nostro Paese;
se intendano adottare iniziative per garantire alle donne musulmane una corretta e sufficiente istruzione, che permetta loro di emanciparsi, fornendo gli strumenti per ribellarsi da ingiustizie, soprusi e violenze;
se intendano intervenire con urgenza sul problema, ormai da più parti denunciato, anche attraverso una indagine accurata del fenomeno, per assicurare il rispetto dei diritti umani nei confronti delle donne musulmane e per garantire una giusta punizione di coloro che approfittano della loro fragilità e debolezza, per privarle dei più elementari diritti di libertà, in nome di regole e precetti religiosi.
(4-01407)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:

II sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
la Procura della Repubblica di Bologna, nell'affrontare la vicenda concernente l'occupazione della Scuola XXI Aprile di Bologna, e, di conseguenza, l'utilizzo «discutibile» di strutture scolastiche per effettuare manifestazioni di natura evidentemente politica, ha affermato che la condotta del personale che avalla tali manifestazioni avrebbe mostrato squisita natura mono offensiva, in quanto con riferimento alle fattispecie di reato contestate nel caso della scuola XXI Aprile si deve ritenere che «parte offesa in senso proprio sia soltanto l'amministrazione della pubblica istruzione che ben avrebbe potuto o potrebbe attivarsi mediante un'iniziativa della Avvocatura distrettuale dello Stato, cui spetta la difesa e rappresentanza»;
ciò significa che deve essere proprio l'amministrazione della pubblica istruzione a doversi attivare affinché episodi quali quelli avvenuti nella scuola XXI Aprile di Bologna non abbiano più a ripetersi;
si rileva una certa latitanza delle autorità scolastiche provinciali e di Bologna, dovuta, secondo l'interpellante, a pressioni psicologiche della sinistra e a lunghi anni di egemonia della stessa nelle scuole di ogni ordine e grado -:
se non intenda adottare iniziative affinché sia chiarita l'illegalità dell'occupazione degli ambienti scolastici e affinché sia definito una volta per tutte, un codice di comportamento vincolante per docenti e dirigenti scolastici;
se non ritenga urgente e indispensabile agire giudizialmente, tramite l'Avvocatura dello Stato, contro coloro che hanno occupato gli ambienti scolastici.
(2-00184)«Garagnani».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MADIA, GHIZZONI e BACHELET. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in data 4 giugno 2008, l'interrogante presentava al Ministro in indirizzo un atto di sindacato ispettivo concernente la mancata revisione degli importi minimi delle borse per i dottorandi. In data 19 giugno 2008, il Ministro delegava il Sottosegretario a rispondere assicurando l'esecuzione, da parte del ministero, del dettato della legge finanziaria 2008 che prevedeva tale aumento. Secondo la risposta presentata in VII Commissione: «in data 18 giugno 2008, accogliendo l'indicazione del Parlamento (emendamento Valditara) il ministro ha firmato il decreto ministeriale che fissa, a decorrere dal 1o gennaio 2008, l'importo annuo della borsa per la frequenza ai corsi di dottorato in euro 13.638,47 al lordo degli oneri previdenziali a carico del percipiente, sottoposto alla firma dell'onorevolele ministro; le modalità di assegnazione dei fondi alle Università per finanziare l'aumento delle borse sono disciplinate con ulteriore decreto del ministro in corso di emanazione»;
risulta agli interroganti che l'aumento delle borse di dottorato, a oltre quattro mesi dalla firma da parte del Ministro del decreto attuativo in oggetto, risulti in gran parte non applicato. Tale mancanza sarebbe originata dal fatto che le riduzioni del fondo di finanziamento ordinario alle università avrebbero messo in difficoltà alcuni atenei. Infatti l'aumento riguarda tutte le borse di dottorato mentre il ministero ha disposto l'aumento soltanto per le borse coperte direttamente dal MIUR: le borse coperte dall'ateneo, che comunque originano da trasferimenti pubblici, non hanno avuto alcuno stanziamento aggiuntivo e rientrerebbero nello stato di sofferenza economica causato dalla legge n. 133 del 2008. Risulta agli interroganti

che l'ateneo di Firenze non riuscirebbe neanche a emanare il bando per il nuovo ciclo di dottorato;
in particolare risulterebbero inadempienti, in tutto o in parte, i seguenti atenei: Catania, Palermo, Napoli Federico II, Sassari, Pavia, Firenze, Cagliari, Cattolica di Roma, Catania, Messina, Bari, Lecce, Politecnico di Torino, Potenza, Insubria, Urbino, Pisa e Roma Sapienza hanno annunciato che gli aumenti decorreranno da novembre -:
se le notizie in possesso degli interroganti corrispondano a verità e se pertanto gli atenei summenzionati siano effettivamente, malgrado la loro volontà, inadempienti nei confronti dell'aumento di parte delle borse di dottorato;
se il Governo intenda o meno integrare, al pari delle borse ministeriali, anche la quota di finanziamento per le borse direttamente gravanti sul bilancio degli atenei, vincolando i fondi a tale scopo;
se il Governo possieda o meno una valutazione degli effetti finanziari dei tagli previsti dalla legge n. 133 del 2008 sugli strumenti di sostegno alla ricerca quali borse di dottorato, assegni di ricerca, contratti eccetera attorno i quali si sostiene quello che viene comunemente definito precariato della ricerca e cosa intenda fare per risolvere il problema dell'accesso alle carriere di docenza e ricerca per i precari operanti nelle università italiane.
(5-00485)

ZAZZERA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
dal sito della Federazione lavoratori della conoscenza CGIL risulta che recentemente si è svolto un incontro sul riassetto dell'istruzione tecnica e professionale, dal quale sono emerse le intenzioni del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca in merito al riordino degli istituti;
in particolare, per gli istituti tecnici si prevede un orario di 32 ore di lezione settimanali pari a 1056 ore annue così suddivise: biennio 693 generali, più 363 specifiche, triennio 495 generali e 561 specifiche;
convertendo quanto sopra in ore settimanali, si ottiene un orario di 32 ore di lezione settimanali così suddivise: biennio 21 ore di lezione settimanali generali più 11 ore di lezione settimanali specifiche, triennio 15 ore di lezione settimanali generali e 17 ore di lezione settimanali specifiche;
all'interrogante risulta che applicando questi nuovi orari, ad esempio agli istituti tecnici commerciali, come anche ad altri istituti, per il biennio l'area comune passerebbe dalle attuali 27 ore settimanali a 21 e l'area di indirizzo da 9 ad 11 ore settimanali;
la conseguenza è che le discipline scientifiche nell'area comune subiranno un taglio drastico, sebbene l'insegnamento di chimica e laboratorio, come disciplina a sé stante, sia fondamentale perché propedeutico allo studio di scienze naturali, biologiche e della chimica merceologica, molto utile per l'indirizzo in questione;
le considerazioni suesposte sono state ribadite anche dal Presidente del Consiglio nazionale dei chimici e dal Presidente della Società chimica italiana;
inoltre, sempre applicando i nuovi orari, ad esempio in un istituto tecnico industriale ad indirizzo chimico nel triennio l'area comune rimane invariata mentre nell'area di indirizzo si passa dalle attuali 21 a 17 ore;
l'area di indirizzo comprende tutte le discipline chimiche ed andrebbe potenziata anziché ridotta -:
se quanto esposto nella presente interrogazione corrisponda al vero e, se sì, se il Ministro interrogato non ritenga opportuno modificare i quadri orario predisposti dai tecnici del Ministero dell'istruzione al fine di garantire una preparazione

adeguata ai futuri periti chimici, la cui professionalità è fondamentale per l'industria chimica e petrolchimica italiana.
(5-00487)

MANCUSO e VIOLA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
nel nostro Paese le Facoltà di Medicina veterinaria laureano un numero di veterinari che va molto oltre le più rosee aspettative di impiego per questo tipo di professionisti, storicamente legati al mondo del lavoro da peculiarità professionali difficilmente impiegabili in campi diversi da quelli della clinica medica sugli animali d'affezione e degli allevamenti, della sanità pubblica e della industria farmaceutica;
26.000 medici veterinari possono sembrare pochi, ma rappresentano circa un quarto della platea dei medici veterinari della intera Comunità europea;
il costo di un laureato in medicina veterinaria è tra i più elevati del panorama universitario (attrezzature, ospedale veterinario, azienda zootecnica, spazi adeguati, eccetera) e corrisponde ad un valore economico di 2-3 volte rispetto ad altri laureati;
uno dei motivi che nel tempo hanno portato alla moltiplicazione di università, facoltà e corsi, è la necessità degli atenei di massimizzare le iscrizioni per fare cassa e per giustificare se stessi con la conseguenza che ci sono università di «serie A», «di serie B» e di «serie C»;
nessuna delle nostre università, e tantomeno facoltà di medicina veterinaria, risulta presente nei primi 150/200 posti della graduatoria mondiale dei migliori atenei, in particolare la classifica del Times Higher Educational vede l'Università di Bologna al 192o posto, La Sapienza di Roma al 205o, il Politecnico di Milano al 291o, l'Università di Padova si trova al 296o posto;
annualmente il Ministero della salute determina il fabbisogno dei medici veterinari, dopo aver sentito il parere della Conferenza Stato-Regioni per il bisogno del S.S.N. ed il parere della FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari) per i liberi professionisti;
conseguentemente il MIUR programma gli accessi alle Facoltà, ma tiene conto essenzialmente del fabbisogno rappresentato dal S.S.N. che si basa sulle esigenze delle Regioni, che per l'Anno accademico 2008/2009 sono stati stimati in 736 unità;
già da alcuni anni si registrano molti laureati in medicina veterinaria come disoccupati e sottoccupati e le prospettive di occupazione e reddito vanno verso la mortificazione di un percorso fatto di sacrifici personali e familiari;
un'indagine commissionata alla società Nomisma dall'ANMVI (associazione nazionale dei medici veterinari italiani) dimostra che nell'anno 2020 la popolazione dei medici veterinari italiani sarà raddoppiata, ma il lavoro aumenterà solo del 4 per cento;
nel nostro Paese esistono 13 facoltà di medicina veterinaria con corso di laurea magistrale (Torino, Milano, Parma, Bologna, Padova, Pisa, Perugia, Teramo, Camerino, Napoli, Bari, Messina, Sassari), una facoltà di medicina veterinaria senza corso di laurea magistrale (Udine), un corso di laurea magistrale senza facoltà (Catanzaro), cui complessivamente sono stati assegnati 1201 posti per l'anno accademico 2008/2009 -:
se il Governo ritenga di ripensare il meccanismo di programmazione del fabbisogno di medici veterinari nel nostro Paese, introducendo indicatori nuovi e basati su riscontri verificabili dell'occupazione reale, estendendo il concetto di fabbisogno agli orizzonti del mercato professionale e della società perché la figura del

medico veterinario non si esaurisce nel suo rapporto diretto con la pubblica amministrazione, ma si compenetra con una realtà in forte evoluzione, dove assume ruoli e compiti nuovi che richiedono una preparazione nuova;
se il Governo ritenga di operare una revisione ragionata ed organica della mappa delle facoltà e corsi in medicina veterinaria secondo un criterio di razionalizzazione, cominciando dalle situazioni più atipiche e funzionali, quali quelle di Udine e Catanzaro.
(5-00494)

CECCUZZI e CENNI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Università di Siena, la cui fondazione risale al tredicesimo secolo, è un ateneo ricco di storia e simbolo di una grande tradizione del sapere, impegnato al contempo nella ricerca e nell'innovazione;
in otto secoli di vita l'Università di Siena ha prodotto conoscenza in ogni ambito di studio, ed è oggi uno degli atenei italiani che presenta i massimi risultati innovativi nella ricerca, nella didattica e nei servizi;
sono circa 20 mila gli studenti, provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo, iscritti attualmente all'Università di Siena mentre sono oltre 1.500 i dipendenti dell'Ateneo fra docenti e personale tecnico amministrativo;
secondo una indagine, elaborata nei giorni scorsi dalla rivista del settore Campus, l'Università di Siena è attualmente al primo posto, in Italia, tra le Università intermedie (fra 10 mila e 50 mila studenti) ed al primo posto tra le Università statali generaliste, senza distinzione per numero di studenti;
l'Università è uno dei luoghi simbolo di Siena. Una realtà importantissima che affonda le sue radici nei secoli, promuovendo l'immagine della città a livello nazionale e internazionale. L'ateneo infatti con i suoi studenti e il suo patrimonio di conoscenze, contribuisce a rendere più; aperta l'identità della città e ad elevarne il livello culturale;
l'articolo 5, comma 1, lettera a), della legge 24 dicembre 1993, n. 537, istituisce il Fondo per il Finanziamento ordinario delle Università;
il decreto-legge governativo n. 112 del 2008 convertito con la legge n. 133 del 6 agosto 2008 (articolo 66, comma 13) prevede riduzioni del Fondo di Finanziamento ordinario (Ffo) alle Università per 1.441,5 milioni di euro tra il 2009 e il 2013;
questi pesanti ed, a parere dell'interrogante, ingiustificati tagli rischiano di compromettere ulteriormente le difficili situazioni finanziarie di molti atenei italiani;
secondo l'ultimo rapporto Ocse l'Italia spende infatti per l'università una quota pari allo 0,8 per cento del Pil mentre nei paesi avanzati la percentuale media sale all'1,3;
il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario ha certificato che l'Ateneo di Siena è sottofinanziato dallo Stato per il 16,5 per cento rispetto a quanto dovuto, per una mancata erogazione di fondi di circa 20 milioni di euro;
secondo quanto emerso inizialmente dagli organi di stampa l'Università di Siena versa in gravi condizioni finanziarie presentando un debito che varia da «50 a 100 milioni di euro»;
tale debito, sempre secondo gli organi di informazione, riguarda la gestione amministrativa degli ultimi anni e sarebbe dovuta al mancato pagamento dei contributi previdenziali Inpdap per i 1.500 dipendenti dell'Ateneo;
queste notizie hanno provocato un profondo sconcerto nella città, ed una viva preoccupazione nella comunità accademica, nei docenti, nel personale tecnico-amministrativo e tra gli studenti che

hanno scelto Siena per l'offerta didattica di qualità e si trovano di fronte a così inquietanti incertezze;
la situazione debitoria dell'Ateneo senese, seppure con una punta di accentuata gravità, si colloca in un contesto di sofferenza di tutto il sistema formativo ed in particolare di quello universitario;
secondo quanto era stato precedentemente reso noto da organi di informazione, il 18 dicembre 2007, il Consiglio di amministrazione dell'Università di Siena aveva approvato «il documento di programmazione finanziaria per il 2008 in pareggio»;
lo stesso Consiglio di amministrazione, il 27 maggio del 2008, aveva poi approvato il conto consuntivo per l'esercizio 2007 con un avanzo finanziario di competenza, riportano gli organi di informazione, di circa 5 milioni di euro: «le entrate accertate ammontano a circa 336 milioni di euro, a fronte di 331 milioni di euro circa di spese totali»;
fino alla seconda metà dell'anno 2007 nel consiglio di amministrazione dell'Ateneo senese era presente, come previsto dallo statuto, un rappresentante del governo. Decaduto il mandato del suo consigliere, il governo non ha ancora provveduto alla nomina di un sostituto, anche a causa della rinuncia del nominativo designato;
il consiglio di amministrazione dell'Università di Siena, riunito il 29 settembre 2008, secondo quanto è emerso dai mezzi di informazione, ha deciso «che nei prossimi giorni verrà predisposta la rettifica del conto consuntivo dell'anno 2007 e dei conseguenti adempimenti sugli anni contabili successivi». Lo stesso consiglio di amministrazione ha inoltre annunciato che «i dati saranno poi validati da una società di revisione esterna che il consiglio nominerà a breve»;
nel collegio dei revisori dei conti dell'Università di Siena è presente un membro nominato dal Ministero dell'economia e delle finanze;
il Senato accademico dell'ateneo senese, in data 30 settembre 2008, ha approvato una delibera nella quale chiede, in sintesi, di «ricostruire la situazione patrimoniale e finanziaria, in termini attuali e prospettici, dell'Università di Siena. Condizione necessaria per permettere agli organi di governo una più consapevole definizione di un piano di rientro o di risanamento». Il Senato accademico ha inoltre richiesto che tale piano «sia oggetto di una seduta da tenersi il prossimo 27 ottobre»;
nel corso della stessa riunione, secondo quanto emerso da organi di informazione il rettore dell'Università di Siena, Silvano Focardi, ha ammesso che il debito che l'Università di Siena ha contratto con l'Inpdap per il versamento dei contributi dei lavoratori «è di circa 80 milioni di euro» -:
quali siano le informazioni in possesso del governo in merito alla situazione di bilancio dell'Ateneo ed in particolare sull'esposizione debitoria;
quale sia la composizione del debito, con particolare riferimento all'esposizione nei confronti degli istituti previdenziali, e lo scostamento strutturale tra entrate ed uscite nel conto economico;
quale sia l'entità dei trasferimenti statali per il personale e quale sia la spesa effettiva per il personale;
quale sia stata la progressiva formazione del debito nel corso degli anni;
quali siano state le posizioni assunte dal rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze nel Collegio dei Revisori dei Conti nel corso dell'esame e del voto di approvazione del bilancio 2007, nonché in tutti gli esercizi a partire dall'ultimo decennio;
come sia stato possibile che non sia mai stata riscontrata la gravità della situazione debitoria, dal momento che non può essersi formata in un solo esercizio;
quale sia l'entità dei trasferimenti che lo Stato deve ancora versare all'Ateneo

senese relativi all'anno in corso ed agli anni precedenti e quando intenda versarli;
quando intenda nominare il proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione dell'Università di Siena;
quali iniziative infine intenda assumere per salvaguardare l'immagine, l'autorevolezza scientifica e didattica, i livelli occupazionali di una delle più antiche e prestigiose Università italiane.
(5-00495)

Interrogazioni a risposta scritta:

ANGELI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
lo Stato italiano continua secondo l'interrogante a discriminare e ignorare una categoria di alta professionalità che opera in tutte le università italiane: i lettori di madrelingua straniera, che insegnano, in lingua straniera, linguaggi specialistici in tutte le facoltà italiane, da quelle scientifiche a quelle linguistiche e letterarie;
i lettori sono stati forzosamente ed in modo assolutamente anomalo inseriti nel contratto nazionale dei Tecnici ed Amministrativi del comparto universitario, perdendo così il loro status giuridico ed economico, con evidente negazione dei diritti acquisiti ed una decurtazione del 75 per cento circa dello stipendio;
in nessun documento di programmazione economica-finanziaria si menziona lo status di questi lavoratori -:
se intenda definire uno stato giuridico ed economico dei lettori che riconosca l'effettiva professionalità di questi insegnanti e che assegni loro, di conseguenza, una retribuzione che equamente compensi le loro alte competenze, mettendo così fine ad una discriminazione che va avanti da oltre trent'anni.
(4-01389)

ANGELI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il sistema universitario italiano, attraverso il progetto Erasmus, permette agli studenti residenti in patria di frequentare corsi universitari in altri paesi europei;
il sistema universitario italiano prevede in ogni manovra finanziaria lo stanziamento di fondi, in accordo con la Commissione europea, al fine di realizzare la coesione economica e sociale di tutte le nazioni facenti parte dell'UE, e ridurre il divario tra quelle più avanzate e quelle in via di sviluppo;
i cittadini italiani residenti all'estero non godono degli stessi benefici dei connazionali residenti in madrepatria, proprio in ragione della loro condizione di extra territorialità -:
se il Governo intenda proporre un piano economico di collaborazione e cooperazione anche tra l'Italia ed i Paesi extra-comunitari che dopo apposito bando desiderino instaurare questo rapporto finalizzato allo sviluppo e alla crescita della nostra cultura;
se il Ministro intenda proporre un'attività similare di interscambio tra gli atenei italiani e quelli extra-europei, nello specifico in America meridionale, dove gli italiani residenti all'estero sono in numero esponenziale.
(4-01390)

NACCARATO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la manovra economica estiva promossa dal Governo (legge n. 133/2008 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria) prevede una riduzione di circa 7 miliardi e 800 milioni di euro delle risorse destinate al settore dell'istruzione in tre

anni. In particolare, viene previsto un taglio complessivo di 87.245 insegnanti (pari al 13 per cento in meno) e di 42.500 addetti al personale tecnico-amministrativo (pari al 17 per cento in meno);
nel triennio 2009/2011 si stima che la riduzione più consistente del personale docente riguarderà gli insegnanti della scuola primaria, con una contrazione di circa 30.274 unità. In Veneto, secondo fonti istituzionali, si stima che la riduzione del corpo docente interesserà circa 320 maestri nell'anno scolastico 2009/2010 e oltre 1.200 nel quinquennio;
tale situazione ha destato, in Veneto come a livello nazionale, molta preoccupazione tra gli insegnanti ed i genitori degli alunni che frequentano la scuola primaria;
numerosi insegnanti di scuola primaria - appoggiati dagli stessi genitori - manifestano grande preoccupazione per la situazione di grave difficoltà in cui si verrebbero a trovare se i tagli di bilancio fossero confermati, denunciando soprattutto la diminuzione del tempo scuola che creerebbe non pochi problemi alle famiglie degli alunni di scuola primaria con entrambi i genitori occupati in attività lavorative, l'impossibilità per l'insegnante unico di garantire un insegnamento uniforme rispetto agli alunni in difficoltà, l'accorpamento dei piccoli plessi scolastici con il conseguente aumento di alunni per classe, il possibile impoverimento complessivo dell'offerta formativa della scuola;
nella Regione Veneto è particolarmente importante l'integrazione degli studenti stranieri. Infatti, nel Veneto, secondo i dati forniti dall'Ufficio Scolastico Regionale, gli studenti stranieri rappresentano il 10,8 per cento della popolazione scolastica (mentre la media nazionale è del 6,4 per cento) pari a 61.592 studenti su un totale di 568.747. Tale situazione necessita di strutture, mezzi, personale adeguati che rischiano di venire meno a causa dei tagli di bilancio nel comparto dell'istruzione scolastica -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e che cosa intenda fare per assicurare adeguate risorse economiche al settore dell'istruzione scolastica in Italia;
quali misure il Ministro interrogato voglia porre in essere per chiarire al corpo docente ed ai genitori degli alunni delle scuole del Veneto quali conseguenze concrete avranno le riduzioni di bilancio nell'ambito dell'istruzione già decise dal governo in carica sulle strutture, sui mezzi, sul personale e sui servizi del sistema scolastico della Regione Veneto.
(4-01409)

TESTO AGGIORNATO AL 17 GIUGNO 2010

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XI Commissione:

DAMIANO, SCHIRRU, GATTI e FONTANELLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito della Gestione separata relativamente ai medici specializzandi con la circolare n. 88 del 1o ottobre 2008, l'Inps ha espresso parere sull'aliquota piena, specificando che deve essere sempre applicata, indipendentemente dall'iscrizione all'ENPAM e dall'eventuale svolgimento di contemporanee attività di tipo professionale;
l'interpretazione resa dal Ministero, sembra in netto contrasto con quanto disposto dal comma 26, dell'articolo 2, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che esclude dall'obbligo della gestione separata INPS i soggetti assegnatari di borse di studio;
con la nota n. 452143, del 14 marzo 2007, l'Agenzia delle entrate, sulla considerazione che trattasi di fattispecie eguale

alla borsa di studio per l'attuazione del contratto di formazione specialistica, rende noto che le somme erogate ai medici che frequentano le scuole di specializzazione mediche, di cui al decreto legislativo n. 368 del 1999, sono esenti dall'imposta sul reddito delle persone fisiche e non concorrono alla formazione della base imponibile dell'IRAP dovuta ai soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, lettera e-bis) del decreto legislativo n. 446 del 1997, in quanto le stesse somme sono corrisposte a titolo di borsa di studio di cui all'articolo 50, comma 1, lettera c) del TUIR, ancorché con la dizione di contratto di formazione specialistica;
sulla base delle indicazioni fornite dall'INPS con nota n. 29642, del 2007, il Ministero ha comunicato alle Università di applicare l'aliquota ridotta;
gli specializzandi, ancorché usufruiscano di un contratto, non svolgono un'attività autonoma o dipendente di lavoro, ma semplicemente seguono i corsi con attività teorico-pratica, per conseguire una formazione specialistica;
l'interpretazione data dal Ministero creerebbe inoltre un grave nocumento, in quanto verrebbe ad avallare un nuovo contenzioso in atto tra gli specializzandi che pretendono un contratto di formazione-lavoro con conseguente possibile rivendicazione di strutturazione presso le Aziende sanitarie e questo Ministero che resiste alla luce di quanto enunciato dal comma 3, dell'articolo 38, del decreto legislativo n. 368 del 1999;
numerose Università hanno evidenziato i problemi relativi all'applicazione di tale circolare e soprattutto all'impossibilità di recuperare le somme verso gli specialisti che hanno già conseguito il diploma, mentre l'Enpam si sta attivando, a sua volta, sia presso codesto Ministero che presso l'INPS;
le associazioni più rappresentative della categoria, Segretariato italiano medici specializzandi (SIMS) e Federspecializzandi, a seguito dell'incontro intercorso coi vertici della Fondazione ENPAM, hanno dichiarato di essere pronte ad avviare una mobilitazione congiunta, qualora non andasse a buon fine il percorso tecnico-politico avviato in collaborazione con l'ENPAM -:
se non ritenga opportuno rivalutare il problema anche alla luce delle modifiche apportate al decreto legislativo n. 368 del 1999, al fine di non dare adito ad interpretazioni ambigue tra attività formativa e attività lavorativa, ed in tal senso se non ritenga di dover rivedere la posizione presa nella suddetta circolare confermando l'applicazione di quanto già concordato e scritto nella nota INPS n. 2964 del 2007.
(5-00488)

CAPARINI, FEDRIGA, MUNERATO e BONINO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 18 settembre i lavoratori della sanità privata di tutta Italia hanno tenuto uno sciopero nazionale per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto da 33 mesi;
la sanità privata - che opera in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale - sempre più ha assunto nel nostro Paese una funzione insostituibile in quanto consente di erogare ai cittadini prestazioni sanitarie programmate in tempi rapidi, contribuendo a snellire le lunghe liste d'attesa delle strutture pubbliche;
per monitorare le problematiche relative ai rapporti con l'ospedalità privata, anche al fine di prevenire gravi situazioni di ritardo nei rinnovi contrattuali, è stato istituito in Conferenza Stato Regioni un tavolo di consultazione permanente;
dopo circa tre anni di complessa e spinosa trattativa, nel corso dei quali i lavoratori interessati giacevano in una situazione di vacanza contrattuale, si è giunti in data 28 febbraio 2007 alla sottoscrizione

del rinnovo, da parte delle principali organizzazioni datoriali del settore (AIOP e ARIS), per il biennio economico 2004-2005 del contratto collettivo nazionale di lavoro 2002-2005;
nonostante tale svolta positiva datata oltre un anno fa, permangono ancora situazioni di grave vacanza contrattuale per la categoria, ovvero la mancata sottoscrizione del contratto collettivo nazionale di lavoro 2006-2009 e la mancata sottoscrizione del rinnovo per il biennio economico 2008-2009 del contratto collettivo nazionale di lavoro 2006-2009;
è indubbio che tali ritardi e mancanze ricadono negativamente sui circa 150.000 operatori che a vario titolo esercitano la propria attività lavorativa all'interno di tali strutture e che non vedono rivalutato il proprio salario al reale costo della vita;
è vero, altresì, che il mancato rinnovo del contratto dipende anche dal mancato adeguamento da parte delle Regioni delle tariffe delle prestazioni erogate in regime di convenzione -:
se e quali iniziative il Governo intenda intraprendere affinché possa superarsi l'impasse in cui si trova la sanità privata ed addivenire così ad una soluzione in tempi rapidi e certi.
(5-00489)

PELINO e CARLUCCI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la crisi dello stabilimento Bosch, di cui una sede è sita nella città di Bari, preoccupa i dipendenti della stessa azienda, ma anche gli stessi vertici aziendali, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e le istituzioni locali;
infatti, dopo mesi di commesse elevate e dopo aver ritirato una terza linea di produzione nel gennaio di quest'anno, tanto da indurre l'azienda ad utilizzare anche lavoratori a tempo determinato, la situazione è precipitata e la stessa azienda ha, oggi, pesanti riduzioni di ordini e commesse;
l'azienda è quindi ricorsa alla cassa integrazione per circa 2.000 dipendenti, mentre è stato chiesto alla Bosch di riflettere, attivando un tavolo di concertazione con i sindacati, sulla possibilità di diversificare la produzione nel barese;
la Bosch rappresenta, senza ombra di dubbio, una delle più importanti aziende metal-meccaniche della Regione Puglia e, quindi, è fondamentale la tutela dei posti di lavoro e anche il rilancio della stessa azienda che ha un enorme potenzialità e permette a molte famiglie di vivere dignitosamente -:
se sia al corrente della situazione espressa in premessa e quali misure intenda adottare sia per la salvaguardia dell'occupazione dell'azienda Bosch e se non sia necessario tentare il rilancio della stessa che è considerata, come detto in premessa, una fondamentale risorsa occupazionale per la Regione Puglia in particolare e per tutto il sud del nostro Paese.
(5-00490)

PALADINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Ansaldo T&D è una importante realtà industriale di progettazione e realizzazione di impianti nel settore trasmissione e distribuzione di energia elettrica ed opera sia sul mercato nazionale che internazionale;
dopo la cessione del pacchetto di maggioranza dell'azienda, avvenuta il 18 aprile 2007, da parte di Finmeccanica (Sogepa) al gruppo industriale Tili, la società versa in una situazione molto preoccupante;
le rappresentanze sindacali dei lavoratori hanno a suo tempo fortemente avversato l'incauta vendita ad un gruppo non facente parte delle società operanti nell'area della produzione di energia,

come si evince dal verbale di riunione redatto presso il Ministero dello sviluppo economico in data 29 maggio 2007;
la negativa valutazione dei lavoratori dell'Ansaldo sulle reali capacità del Gruppo Tili di garantire una concreta prospettiva di sviluppo alla società, valutazione che a suo tempo motivò il rigetto del piano industriale presentato dall'acquirente si è, nei fatti, manifestata fondata;
ad oggi, infatti, il carico di lavoro per il personale dipendente è quasi nullo dal momento che la nuova proprietà non è riuscita ancora ad acquisire alcuna commessa significativa, ad esclusione dell'Albania, peraltro al momento ancora non formalizzata;
questa situazione ha prodotto una forte perdita di figure professionali altamente specializzate nell'area tecnica (delle 60 unità presenti al momento della cessione, se ne contano ad oggi circa 38) la qual cosa pregiudica la sussistenza stessa di un'azienda che ha il suo valore aggiunto proprio nell'area ingegneristica;
forti perplessità e preoccupazioni suscita anche la ridotta capitalizzazione della società Coinfra S.P.A. (capitale sociale euro 129.000) che, nell'ambito del Gruppo Tili, detiene la partecipazione dell'85 per cento di Ansaldo;
a ciò si aggiunga che, dal maggio 2008, Finmeccanica ha di fatto ceduto anche il restante 15 per cento delle sue azioni là dove il controllo e il coordinamento di Ansaldo risultano attribuite alla Mantelli Costruzioni Estero SpA controllata, come Coinfra SpA del resto, dalla Hares Holding srl di Spello (Perugia), a sua volta riconducibile al Gruppo Tili;
le organizzazioni sindacali hanno a suo tempo richiesto un incontro con la proprietà e So.Ge.Pa/Finmeccanica per verificare e denunciare la situazione di alta criticità in cui versa l'azienda ma, ad oggi, non risulta concordata alcuna data definitiva;
ci si chiede se non si configuri una rilevante responsabilità di Finmeccanica e delle decisioni da essa adottate circa le sorti di Ansaldo -:
quali interventi il Governo intenda assumere per fornire adeguate garanzie ai lavoratori circa il loro futuro occupazionale e garantire, anche attraverso il coinvolgimento di Finmeccanica, l'accertamento di eventuali comportamenti antisindacali o violazioni alla disciplina del lavoro.
(5-00491)

DELFINO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), della legge 24 luglio 2008, n. 126, recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie, prevedono all'interno delle misure sperimentali per l'incremento della produttività del lavoro che «nel periodo dal 1o luglio 2008 al 31 dicembre 2008, sono soggetti a una imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 10 per cento, entro il limite di importo complessivo di 3.000 euro lordi, le somme erogate a livello aziendale per prestazioni di lavoro straordinario, ai sensi del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, effettuate nel periodo suddetto»;
tali disposizioni «hanno natura sperimentale e trovano applicazione con esclusivo riferimento al settore privato e per i titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore, nell'anno 2007, a 30.000 euro»;
il comma 5 del suddetto articolo 2 prevede che «trenta giorni prima del termine della sperimentazione, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali procede, con le organizzazioni sindacali dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, a una verifica degli effetti delle disposizioni in esso contenute. Alla verifica partecipa anche il Ministro per la

pubblica amministrazione e l'innovazione, al fine di valutare l'eventuale estensione del provvedimento ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni»;
nel corso di questi mesi, autorevoli esponenti del Governo e della maggioranza hanno più volte espresso la volontà di procedere a tale estensione, ritenendola indispensabile al fine di una reale equità tra lavoratori che percepiscono il medesimo reddito;
le organizzazioni sindacali rappresentative del pubblico impiego hanno richiesto più volte di procedere in tale direzione, anche per le crescenti aspettative maturate, al riguardo, dai lavoratori pubblici -:
se il Governo intenda estendere, con le medesime modalità, la misura della detassazione degli straordinari anche ai lavoratori del pubblico impiego.
(5-00492)

Interrogazioni a risposta scritta:

BERTOLINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
giovedì 9 ottobre 2008 sono stati pubblicati dall'Istat i nuovi dati in materia di immigrazione riguardanti l'anno 2007;
a detta dello stesso Istituto, siamo davanti all'incremento più elevato di immigrati che si sia mai registrato nel nostro paese;
il numero di immigrati entrati in Italia nel 2007 supera di quasi 500.000 unità quello del 2006, prospettando seri problemi di integrazione e assorbimento di queste persone all'interno del tessuto economico e sociale;
tali aumenti sono dovuti in gran parte alla diminuzione dei ritorni in patria o dei trasferimenti all'estero, insieme ad un aumento considerevole delle concessioni di cittadinanza salite del 30 per cento, in linea con le politiche buoniste e lassiste attuate dal Governo Prodi;
la nazionalità maggioritaria degli immigrati è quella romena, le cui presenze sono aumentate nel 2007 dell'82,7 per cento;
la metà degli stranieri migranti in Italia proviene dai paesi dell'Est europeo, soprattutto dall'Albania, dall'Ucraina, dall'ex Repubblica Jugoslava, dalla Macedonia e dalla Moldavia, seguiti nella classifica da paesi extraeuropei come Marocco e Cina;
l'intensità del fenomeno aumenta soprattutto nelle regioni del nord Italia (Veneto, Emilia Romagna e Lombardia), che sostengono l'onere di ospitare il 30 per cento degli immigrati in Italia;
sono in forte crescita tra gli immigrati le percentuali di nuovi nati e minorenni, che raggiungono circa il 12 per cento del totale;
questa vera e propria «invasione» di persone in entrata nel nostro paese rischia di aggravare la già cronica situazione delle politiche sociali dell'Italia;
gli immigrati, molto spesso, arrivano senza un lavoro, bisognosi quindi di finanziamenti per il sostentamento personale e delle loro famiglie;
l'aumento della percentuale di neonati e minori potrebbe causare un aumento considerevole delle spese di welfare per l'istruzione scolastica ed il sostentamento di questi bambini, spesso figli di genitori disoccupati e senza reddito, oltre ad un incremento significativo di spese sanitarie dovuto al libero accesso di tutti gli immigrati, anche clandestini, al Servizio sanitario nazionale;
nell'immediato futuro si prospettano, poi, scenari preoccupanti per le ricadute che questa parte della popolazione, economicamente passiva, potrebbe avere sullo stato della previdenza italiana -:
se sia a conoscenza dei fatti come sopraesposti e se vi siano ulteriori e nuove

circostanze di cui ritenga opportuno mettere al corrente la Camera dei deputati;
quali potrebbero essere le conseguenze materiali di questa continua e poderosa ondata migratoria nel nostro paese sul sistema di welfare italiano;
se non ritenga necessario, alla luce dei dati forniti dall'Istat, rivedere i parametri che determinano le quote dei flussi degli stranieri, annualmente predisposte dal Governo;
quali provvedimenti intenda adottare per affrontare le previsioni dell'Istat sui dati di aumento della presenza di immigrati nei prossimi anni in Italia, visto che in tutta Europa sarà il nostro Paese quello maggiormente investito dai nuovi arrivi;
come intenda agire per cercare di evitare che i maggiori oneri finanziari, derivanti da questo nuovo assetto sociale del Paese, ricadano pesantemente ed inesorabilmente sulle spalle dei cittadini italiani.
(4-01397)

BITONCI e STUCCHI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
come è noto, i medici in formazione specialistica sono soggetti ad una doppia contribuzione previdenziale obbligatoria: la cosiddetta «quota A» a favore dell'Enpam, l'ente di categoria, e quella presso la gestione separata dell'Inps come da contratto (1/3 a carico degli specializzandi e 2/3 a carico dell'Università);
ai sensi dell'articolo 21 del Decreto legislativo del Capo Provvisorio dello Stato n. 233 del 13 settembre 1946, ratificato dalla legge 17 aprile 1956, n. 561 e successivamente confermato dall'articolo 1, comma 3 del Decreto Legislativo 30 giugno 1994, n. 509, tutti i medici chirurghi e gli odontoiatri iscritti all'albo professionale sono obbligatoriamente iscritti all'Enpam: da qui pertanto scaturisce l'obbligo di versamento della cosiddetta «quota A»;
la gestione separata Inps, invece, è stata istituita ai sensi dell'articolo 2, commi 26-33, della legge 8 agosto 1995, n. 335, (cosiddetta Riforma Dini), allo scopo di contemplare una forma di tutela obbligatoria per quelle categorie di lavoratori cosiddetti parasubordinati ovvero per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo, prevedendo aliquote ridotte per i soggetti già iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria;
il predetto obbligo di contribuzione a favore della gestione separata Inps è stato introdotto, per i medici specializzandi, a decorrere dall'anno accademico 2006/2007, ai sensi dell'articolo 1, comma 300, della Legge finanziaria per il 2006 (legge n. 266 del 2005) - che ha sostituito integralmente il comma 2 dell'articolo 41 del decreto legislativo n. 368 del 1999 - aprendo così la questione dell'importo dell'aliquota contributiva da applicare;
in attesa di pronuncia del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, infatti, l'Inps, con messaggio n. 29642 del 7 dicembre 2007, facendo riferimento alla normativa generale della Gestione separata, si era orientata per l'applicazione dell'aliquota ridotta per i medici, già iscritti all'Enpam, frequentanti le scuole di specializzazione presso le università;
con nota del 10 settembre 2008 è intervenuto il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, che ha chiarito che la disposizione del citato comma 300 si configura come norma speciale rispetto alla disciplina generale recata dall'articolo 45 della legge n. 326 del 2003, e, pertanto, per i medici in formazione specialistica deve essere utilizzata sempre l'aliquota piena;
conseguentemente, l'Inps, con circolare n. 88 del 1o ottobre 2008, nel fornire chiarimenti a seguito del parere ministeriale, illustrava le aliquote da prendere in considerazione ed invitava le università ad effettuare i relativi versamenti integrativi

qualora avessero utilizzato, per il calcolo dei contributi versati, l'aliquota ridotta;
è indubbio che per i medici in formazione specialistica, qualunque possa essere la tutela previdenziale derivante da una successiva attività professionale, comunque avranno una copertura garantita dall'iscrizione obbligatoria all'Enpam e, dunque, potranno determinarsi criticità per la valorizzazione della contribuzione versata, solo per un breve periodo, alla gestione separata Inps, se non addirittura il rischio di una perdita dei contributi versati;
si sottolinea, peraltro, come l'Inps non corrisponda ai medici specializzandi né gravidanza né malattia, incassando pertanto in modo ingiustificato i contributi ad essi destinati -:
quali siano gli intendimenti del Ministro in indirizzo in merito alla problematica esposta in premessa;
quali siano i motivi che hanno indotto il Ministero del lavoro ad orientarsi per un'applicazione dell'aliquota piena, parificando i medici in formazione specialistica ad un qualunque collaboratore a progetto privo di tutela previdenziale ed ignorando che invece rientrano tra i soggetti già iscritti ad altra forma di previdenza obbligatoria;
se non ritenga comunque opportuno rivedere l'attuale orientamento, nel senso di prevedere per la categoria di cui in premessa l'applicazione dell'aliquota ridotta ai fini del versamento contributivo nella gestione separata Inps.
(4-01398)

SCILIPOTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da molti anni alcuni ex impiegati Conad Cedi-Puglia facente parte della ex Standa Sicilia e Calabria, circa 250 lavoratori chiedono di poter ritornare a lavorare dopo essere stati in cassa integrazione e, a tutt'oggi, in mobilità;
molti esercizi commerciali ed ipermercati sono stati aperti nel corso degli ultimi anni in provincia di Messina, ma nessuno degli ex lavoratori Conad è stato chiamato;
dopo il triste capitolo che ha visto coinvolti i supermercati ex Standa, società rilevata e in seguito controllata da Cedi-Puglia, i lavoratori sono passati con i supermercati Brianzoli e con Marketing Sud srl per le maestranze della provincia di Messina;
in seguito al crack della società consortile Cedi-Puglia e della stessa Conad, nella duplice veste di creditore e socio di Cedi-Puglia, le aziende hanno chiesto l'apertura della lista di mobilità per tutto il personale, optando per la chiusura dei negozi;
i lavoratori sono stati in cassa integrazione dal primo dicembre del 2002 e dal 23 novembre 2006 e ad oggi sono in mobilità;
i termini della mobilità stanno per scadere e i lavoratori non hanno ricevuto alcuna risposta dalle istituzioni preposte;
nonostante l'Assessore regionale, Santi Formica, il 3 aprile del 2008 abbia ricevuto una delegazione degli ex lavoratori e abbia riferito loro che da Roma sarebbero arrivati 17 milioni di euro messi a disposizione per la Sicilia, nulla è stato ancora fatto;
tutti i lavoratori della ex Conad hanno un'esperienza ventennale nel settore e potrebbero tranquillamente ritornare a lavorare;
nessuna delle persone a cui è stato chiesto aiuto (Prodi, Sacconi, eccetera) hanno raccolto l'appello dei lavoratori che continuano la loro battaglia da soli;
mentre in altre realtà diverse dalla provincia di Messina, gli ex dipendenti Conad (a Catania come in Puglia) sono stati reintegrati nel mondo del lavoro sia in nuovi centri commerciali che, addirittura,

in enti pubblici, nella provincia di Messina le maestranze sono tutte senza un lavoro;
i supermercati e i centri commerciali che sono stati aperti in provincia di Messina, di Palermo, di Trapani e di Catania nell'ultimo anno non hanno mai fatto ricorso alle liste di mobilità per assumere il personale;
la condizione economica delle famiglie dei lavoratori ex Conad della provincia di Messina si fanno sempre più drammatiche, considerando anche l'aumento del costo della vita -:
se il Governo non reputi opportuno verificare la situazione esposta in epigrafe e come intenda intervenire per dare soluzione finalmente all'incresciosa vicenda che coinvolge circa cento famiglie siciliane.
(4-01400)

LENZI e VASSALLO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con leggi n. 222 del 29 novembre 2007 e n. 244 (legge finanziaria 2008) del 24 dicembre 2007 si era previsto un percorso transattivo per i soggetti talassemici, affetti da altre emoglobinopatie o affetti da anemie ereditarie, emofilici ed emotrasfusi occasionali danneggiati da trasfusione con sangue infetto o da somministrazione di emoderivati infetti e con soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, che avessero instaurato azioni di risarcimento danni tuttora pendenti, ed erano state stanziate le somme di euro 150 milioni e 180 milioni;
era prevista l'emanazione di un decreto interministeriale (Ministro della Salute di concerto col Ministro dell'Economia e delle Finanze) per definire i criteri di accesso nell'ambito di un piano pluriennale;
a un incontro del 9 aprile 2008 a Roma con le associazioni di malati e i loro avvocati - viene riferito agli interroganti - i dirigenti del Ministero della Salute preannunciarono l'emanazione di un primo decreto entro l'estate, e ciò fu confermato da una lettera a un'associazione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On. Gianni Letta;
ad un successivo incontro del 31 luglio 2008, sempre a Roma e sempre con le associazioni e i loro avvocati, il Sottosegretario alla Salute On. Francesca Martini annunciò che il primo decreto (quello cosiddetto «ricognitivo») era pronto e sarebbe stato firmato la settimana successiva, per poi essere inviato al Consiglio di Stato, alla Corte dei conti, ed infine pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro la fine del mese di ottobre 2008;
ad oggi, 22 ottobre 2008, non ci sono notizie ufficiali, ma pare che il decreto non sia stato ancora firmato e che sia all'esame del Consiglio di Stato;
il disegno di legge finanziaria per il 2009prevede una riduzione da 150 a 144,7 milioni di euro;
vive sono le preoccupazioni di migliaia di danneggiati che chiedono di conoscere quale sia la situazione -:
se il primo decreto sia effettivamente pronto e quando si prevede la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale;
quali siano le ragioni dei ritardi rispetto alla tempistica preannunciata;
quale sia la tempistica che il Ministro si impegna a seguire, in particolare per l'emanazione del primo decreto, l'emanazione del secondo decreto terminata la fase «ricognitiva» di 120 giorni, la stipula degli atti di transazione e i primi pagamenti;
se potranno accedere alla transazione tutti coloro che sono in causa con lo Stato, oppure se verranno introdotti criteri di esclusione - peraltro non previsti dalle citate leggi - e in caso affermativo per quali ragioni;
se le somme già stanziate per l'anno 2008 (150 e 180 milioni di euro) siano ad

oggi disponibili, e se il Ministro si impegni a garantirne la corretta «destinazione».
(4-01408)

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PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta scritta:

PAOLO RUSSO. - Al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
la sig.ra Immacolata Esposito, madre del bambino C.M. non vedente assoluto dalla nascita, ha inoltrato presso l'Assessorato alle politiche sociali della provincia di Napoli - per tramite della Unione Italiana Ciechi - richiesta per ottenere il servizio di trasporto scolastico per consentire al medesimo di raggiungere l'istituto professionale Paolo Colosimo e così proseguire gli studi previsti dopo le scuole dell'obbligo;
nonostante le continue sollecitazioni da parte dell'Associazione cui seguivano rassicurazioni ufficiose sul buon esito della pratica, ad oggi la scuola è iniziata da tempo ed a dispetto del diritto allo studio, dell'integrazione dei disabili e delle pari opportunità, Mariano è costretto a restare a casa sognando di potere andare a scuola con gli altri bambini;
se sono finiti i tempi in cui le madri nascondevano i figli disabili agli occhi degli altri l'interrogante si chiede invece se sia iniziato il tempo in cui, di fatto, i disabili vengono nascosti dagli enti competenti risparmiando sull'assistenza dei più deboli con totale incuranza ed indifferenza -:
quali provvedimenti intenda assumere nell'immediato al fine di tutelare e garantire il diritto allo studio ed all'integrazione per C.M.
(4-01404)

TESTO AGGIORNATO AL 9 NOVEMBRE 2009

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOCCI e BENAMATI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
lo stabilimento della ex Terni Chimica, oggi Yara, di Nera Montoro (Terni) rischia di chiudere a dicembre 2008 con la perdita annunciata di 100 posti di lavoro, senza considerare le conseguenze sull'indotto;
Yara, società norvegese proprietaria dello stabilimento di Nera Montoro, avrebbe deciso di spostare la produzione di nitrato di calcio a Ravenna o a Ferrara dopo aver guadagnato a Terni più di 800 milioni di euro, chiudendo una fabbrica quasi centenaria e dotata di macchinari che aumentano la resa e la qualità del prodotto;
il sito dove sorge lo stabilimento beneficia di sconti energetici per elettricità e gas e di una linea ferroviaria autonoma: tutti vantaggi che sarebbe davvero sconsiderato non sfruttare, proponendo un nuovo progetto industriale che ridia slancio allo sviluppo e all'occupazione della conca ternana -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare per individuare una soluzione che scongiuri l'abbandono di un sito industriale di grande pregio e ricco di potenzialità.
(5-00493)

Interrogazione a risposta scritta:

GRIMOLDI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
le difficoltà connesse alla scarsa crescita economica di alcuni settori strategici del nostro territorio hanno interessato, negli ultimi anni, anche l'area della Brianza che da sempre rappresenta uno dei bacini tecnologici industriali più importanti d'Italia;

le avvisaglie di crisi hanno portato, quindi, alla nascita di un importante distretto Hi-Tech nel Vimercate, con lo scopo di salvaguardare il patrimonio tecnologico esistente e rendere le imprese della zona maggiormente competitive nel mercato;
gli obiettivi erano quelli di rafforzare il sistema hi-tech dell'aerea nord-est di Milano facendo emergere, in particolare, le potenziali sinergie tra le imprese esistenti, dove trovano tra l'altro occupazione molte famiglie brianzole;
il sistema industriale della zona ha subito un'importante battuta di arresto per la mancanza di reali strategie di sviluppo, che attualmente rendono assolutamente incerto il futuro del polo tecnologico di Vimercate, provocando situazioni di precariato per i lavoratori;
secondo i dati, risultano drastici i ridimensionamenti delle aziende, in prevalenza metalmeccaniche, tessili e logistiche, che coinvolgono poco meno di 2.000 dipendenti, appartenenti ad aziende storiche e fondamentali per l'intero Paese, quali Carlo Colombo, Otis, Faro, Andrew, Mit, Massenzana, Bames, Ibm, Riello, Peg, Coats Cucirini e Borghi, a causa della chiusura dei siti produttivi o delle ristrutturazioni societarie;
anche il settore chimico-farmaceutico ha registrato una forte crisi, registrando dati inquietanti che riguardano 979 posti di lavoro, anche in questo caso relativi ad aziende di grande spessore, quali Uquifa, X-Pharma, Astrazeneca e Marvecs;
lo sviluppo del sistema produttivo locale che interessa l'area industriale della Brianza è poi auspicabile, anche alla luce dell'importante ruolo riconosciuto alla città di Milano in occasione della manifestazione Expò 2015;
con le recenti modifiche introdotte nel disegno di legge collegato alla manovra finanziaria 2009 (AC 1441-ter) prevedendo un rafforzamento dei finanziamenti in favore delle piccole e medie imprese presenti sul territorio, di fatto si riconosce un ruolo strategico al sistema produttivo del Nord, quale motore dello sviluppo economico del Paese -:
quali azioni il Ministro interrogato intenda intraprendere per scongiurare il drastico ridimensionamento del settore hi-tech e per salvaguardare il patrimonio industriale dei territori della brianza, il cui sviluppo è auspicabile anche in vista dell'evento Expò 2015 di Milano;
quali iniziative intenda adottare per favorire una concertazione tra le organizzazioni imprenditoriali e sindacali affinché vengano adottate opportune iniziative di sviluppo per il rilancio delle imprese che operano nel territorio, a garanzia del mantenimento degli attuali livelli di occupazione.
(4-01410)

...

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interpellanza urgente Lo Monte n. 2-00163 del 7 ottobre 2008;
interrogazione a risposta in commissione Caparini n. 5-00465 del 20 ottobre 2008.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:
interrogazione a risposta scritta Ceccuzzi e Cenni n. 4-01247 del 7 ottobre 2008 in interrogazione a risposta in commissione n. 5-00495;
interrogazione a risposta scritta Holzmann n. 4-01332 del 15 ottobre 2008 in interrogazione a risposta in commissione n. 5-00483.